Oggi 4 novembre ricordiamo le terribili alluvioni che hanno colpito l’Italia: l’alluvione di Firenze del 4 novembre 1966, e l’alluvione di Genova del 4 novembre 2011.

Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966

La Toscana e diverse zone limitrofe furono interessate tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre da piogge molto intense che andarono ad ingrossare i bacini idrografici dell’Arno, dell’Ombrone, del Sieve e del Bisenzio. Tra il 3 e il 4 novembre un’altra intensa perturbazione portò nuove piogge, con accumuli di 200 millimetri in 24 ore e picchi addirittura superiori ai 400 nell’aretino.

Il #4novembre del 1966 la piena dell’Arno che travolse #Firenze, sommergendola con tonnellate di detriti e fango. Imponente il dispositivo di soccorso dei #vigilidelfuoco che prestò soccorso a 34.000 persone #pernondimenticare #passatomaipassato pic.twitter.com/Us5fMDOwvw

— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) November 4, 2020

La neve caduta nei giorni precedenti sull’Appennino si sciolse velocemente per un repentino rialzo termico dovuto alle correnti di Scirocco richiamate dalla perturbazione e ciò aggravò ulteriormente la situazione, con altra acqua che si immise rapidamente  nei fiumi. La piena dell’Arno fu inevitabile: all’alba del 4 novembre il fiume ruppe gli argini all’altezza del lungarno Acciaioli invadendo in pochi minuti la città. L’acqua travolse con la sua violenza ogni cosa: case, scantinati, negozi, Chiese e monumenti.

#4novembre 1966, #alluvione #Firenze. Tanti giovani accorsero con il desiderio di unirsi ai soccorsi e di contribuire a salvare il patrimonio artistico fiorentino. Erano gli “angeli del fango” e il loro impegno gettò le basi per la nascita del volontariato di #protezionecivile pic.twitter.com/qm5ZkmkrZq

— Dipartimento Protezione Civile (@DPCgov) November 4, 2020

«L’alluvione di Firenze rappresentò un vero spartiacque – ha dichiarato Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – in quanto in Italia proprio dopo quell’evento per la prima volta fu istituita la Commissione Interministeriale per lo studio della Sistemazione idraulica e della Difesa del suolo».

Alluvione di Genova del 4 novembre 2011

Erano giorni di forte maltempo per la Liguria: in meno di dieci giorni, tra il 25 ottobre e il 4 novembre, la regione è stata colpita da due alluvioni, prima nelle Cinque Terre e poi a Genova. Le forti piogge, iniziate nella notte tra il 3 e il 4 novembre, si protrassero fino al giorno 9 interessando tutto il territorio regionale.

#4nov 2011 l’alluvione a #Genova e il dramma del #Fereggiano. Il ricordo dei #vigilidelfuoco pic.twitter.com/0Ib37vzOoY

— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) November 4, 2017

Le stazioni meteo regionali registrarono accumuli di pioggia anche superiori ai 500 mm in sole 24 ore. L’arrivo di piogge così abbondanti provocò una serie di conseguenze sul territorio, con diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico, con fiumi esondati in diversi punti, frane e smottamenti che provocarono ingenti danni.

Tra le zone maggiormente colpite la città di Genova. Il torrente Bisagno, il  rio Fereggiano, il torrente Sturla e lo Scrivia esondarono i 4 novembre, con drammatiche le conseguenze per l’intero territorio. L’alluvione provocò la morte di 6 persone e centinaia di sfollati.

Il dissesto idrogeologico in Italia

Eventi meteo estremi sì, ma anche incuria e cementificazione selvaggia. «Queste tragedie non sono figlie degli errori della scienza, ma dell’incuria e del saccheggio sistematico del nostro bel Paese, che non è in grado di darsi una prospettiva di futuro che vada oltre i problemi della finanza e dell’economia. E’ evidente – ha affermato, Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – che questo Paese ha necessità di uno sviluppo diverso  che guardi alla cura del territorio tra le sue priorità. Noi geologi lo diciamo ormai da troppo tempo». L’Italia infatti è estremamente esposta al rischio idrogeologico: basti pensare che il 91,1% dei comuni italiani è a rischio frane e alluvioni. E episodi simili, purtroppo, si sono verificati anche negli ultimi anni: l’ultima alluvione ha colpito gran parte del Nord-Ovest dell’Italia ad inizio ottobre.

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Da mercoledì il caldo diventerà davvero intenso in molte regioni d’Italia: la massa di aria rovente proveniente dal Nord Africa investirà direttamente il nostro Paese facendo schizzare il termometro fino a 37-38 gradi, ma con punte che localmente potranno anche spingersi fino a 40 gradi. Il disagio per il caldo diventerà ancora più intenso per via dell’afa: al Nord, in particolare le giornate di venerdì e sabato saranno particolarmente roventi e afose.

CITTÀ PIÙ CALDE MERCOLEDÌ 29:

• 34 gradi a Milano, Novara, Bolzano, Piacenza, Treviso
• 35 gradi a Verona, Trento, Grosseto, L’Aquila, Rieti, Crotone, Napoli, Reggio Calabria
• 36 gradi a Bologna, Perugia, Viterbo, Lecce
• 37 gradi a Firenze, Roma, Taranto
• 38 gradi ad Alghero, Olbia e Sassari

CITTÀ PIÙ CALDE GIOVEDÌ 30:

• 34 gradi a Brescia, Bolzano, Piacenza, Trento, Verona, Pescara e Bari
• 35 gradi a Bologna e Catanzaro
• 36 gradi a Grosseto, L’Aquila, Crotone, Napoli e Reggio Calabria
• 37 gradi a Perugia, Rieti e Viterbo
• 38 gradi a Firenze, Roma, Lecce, Taranto e Olbia
• 39 gradi ad Alghero e Sassari

CITTÀ PIÙ CALDE VENERDÌ 31:

• 35 gradi a Milano, Brescia, Bolzano, Verona, Trapani e Potenza
• 36 gradi a Bologna, Catanzaro e Napoli 
• 37 gradi a L’Aquila, Rieti, Viterbo, Crotone e Reggio Calabria
• 38 gradi a Roma, Perugia e Lecce
• 39 gradi a Firenze, Taranto, Alghero e Olbia
• 40 gradi a Sassari

Due le città da bollino rosso giovedì

Secondo il bollettino delle ondate di caldo diramato dal Ministero della Salute, mercoledì le città da bollino arancione saranno Bologna, Bolzano, Campobasso, Firenze, Frosinone, Perugia, Pescara, Rieti, Roma e Torino. Giovedì il caldo diventerà ancora più intenso, per questo motivo Bolzano e Perugia diventeranno città da bollino rosso, mentre Brescia, Latina, Verona e Viterbo si aggiungeranno alle altre città da bollino arancione.

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Continua l’emergenza smog: i valori di PM10 continuano a superare la soglia limite per la salute umana da Milano a Roma, da Torino a Firenze, da Venezia a Bologna. 
A Roma è stato disposto lo stop delle auto diesel nella Ztl Fascia Verde dalle 7.30 alle 10.30 e dalle 16.30 alle 20.30. A Torino scattate limitazioni del traffico fino a giovedì. A Milano si confermano le misure temporanee di primo livello, che verranno introdotte da oggi anche a Monza e a Cremona. A Firenze stato disposto il blocco dei mezzi più inquinanti da martedì fino a sabato incluso oltre a una serie di ordinanze antismog.

Emergenza smog, i dati:

Dalle centraline delle Arpa della Lombardia ieri sono state rilevate concentrazioni di PM10 tra 84 e 78 µg/m³ a Milano, 67 a Como, 56 a Brescia, tra 69 e 66 a Monza. Non va meglio in Piemonte con concentrazioni tra 88 e 77 µg/m³ a Torino, 64 a Vercelli, 80 ad Asti. In Veneto superata la soglia di 50 µg/m³ a Padova (67), Venezia (57), Rovigo (56) Verona (55), Vicenza  e Treviso (53). Aria scadente anche in Emilia Romagna dove si registrano 61 µg/m³ a Piacenza e Ferrara, 65 a Parma, 66 a Reggio Emilia, 67 a Modena, 56 a Bologna.

Non solo in Val Padana. In Toscana è scattato il codice 2 per Indice di Criticità per la Qualità dell’aria con condizioni meteo critiche per l’accumulo di inquinanti a Firenze. Nel capoluogo toscano è stato disposto il blocco dei mezzi più inquinanti da martedì fino a sabato incluso oltre a una serie di ordinanze antismog.
Nel Lazio il PM10 ha superato la soglia a Roma, i picchi a Cinecittà (67) e Ciampino (72), e a Frosinone (75). In Campania ha raggiunto i 102 µg/m³ ad Avellino, 52 µg/m³ a Benevento, 57 a Napoli e Salerno.

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Anche oggi le condizioni meteo restano stabili su tutto il Paese con notevole differenza tra le temperature all’alba e quelle del primo pomeriggio, specie a Roma e Firenze.

Il sole regalerà una bella giornata su gran parte delle regioni. Segnaliamo la presenza di nebbia in diradamento su bassa Lombardia, ovest Emilia e zone interne della Toscana. Tra il tardo pomeriggio e la sera nubi in aumento su Liguria, basso Piemonte, Emilia e Toscana, ma senza piogge di rilievo.

A Roma e Firenze 17 gradi di differenza tra alba e primo pomeriggio

Le temperature massime si porteranno oltre la norma da Nord a Sud. Oggi ci sarà una forte escursione termica tra l’alba e il primo pomeriggio, specie nelle zone soleggiate del Centro-Nord. Le temperature da sotto zero saliranno anche oltre i 10 gradi nelle ore pomeridiane. Ad esempio a Milano si passerà dai -2 gradi della notte agli 8 gradi del pomeriggio; a Roma e Firenze si passerà da -3 ai 14 gradi previsti nel pomeriggio (ben 17 gradi di differenza); a L’Aquila da -5 a 11 gradi.

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