Lista articoli su clima - Icona Meteo IconaMeteo.it - Sempre un Meteo avanti Sun, 13 Oct 2024 10:37:42 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2019/12/Favicon-150x150.png Lista articoli su clima - Icona Meteo 32 32 Il riscaldamento globale mette in ginocchio le stazioni sciistiche delle Alpi. Esiste ancora chi nega il cambiamento climatico? https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-riscaldamento-globale-mette-in-ginocchio-le-stazioni-sciistiche-delle-alpi-esiste-ancora-chi-nega-il-cambiamento-climatico/ Sun, 13 Oct 2024 10:37:42 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78805 neve sci francia climaAumentano gli esempi concreti dell’impatto del cambiamento climatico sull’economia di tutto il mondo ma la politica, troppo spesso, pensa ad altro.  La crisi climatica, con inverni sempre più caldi e meno nevosi, sta modificando in maniera irreversibile il panorama delle Alpi francesi. Un caso simbolico è la recente chiusura dell’Alpe du Grand Serre, un’importante stazione …

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Aumentano gli esempi concreti dell’impatto del cambiamento climatico sull’economia di tutto il mondo ma la politica, troppo spesso, pensa ad altro. 

La crisi climatica, con inverni sempre più caldi e meno nevosi, sta modificando in maniera irreversibile il panorama delle Alpi francesi. Un caso simbolico è la recente chiusura dell’Alpe du Grand Serre, un’importante stazione sciistica situata nella regione dell’Isère, nel sud-est della Francia. A causa della mancanza di neve e di difficoltà finanziarie, il consiglio della comunità locale ha deciso di interrompere i finanziamenti necessari per la sua trasformazione in una meta turistica attiva tutto l’anno.

Non è la prima volta che stazioni sciistiche di bassa quota affrontano problemi legati alla scarsità di neve, ma la chiusura di una stazione di questa portata segna un punto di svolta. Per anni, l’Alpe du Grand Serre ha cercato di adattarsi con il progetto “Alpe de Grande Serre 2050”, che mirava a rendere la località attrattiva anche in estate. Tuttavia, la mancanza di fondi e l’intensificazione della crisi climatica hanno accelerato il declino della stazione.
“La chiusura è inevitabile se non si ascoltano gli scienziati”, ha commentato il senatore Guillaume Gontard, ricordando che la gestione delle stazioni sciistiche diventa sempre più complessa nelle zone dove la neve è ormai una rarità.

La decisione di chiudere mette a rischio circa 200 posti di lavoro e colpisce duramente l’economia locale. “Una stazione sciistica non è solo turismo, è una storia, una tradizione che ha plasmato il territorio”, ha aggiunto Gontard, evidenziando la mancanza di una pianificazione a livello nazionale per gestire la transizione climatica nelle aree di montagna.

neve francia sci clima
Foto: Facebook/Alpe du Grand Serre

Il cambiamento climatico sta modificando il futuro di molte località alpine. Le stazioni a quote più basse, come l’Alpe du Grand Serre, sono le più colpite, mentre solo quelle situate in aree più elevate e con maggiori risorse economiche possono ancora sperare di resistere. Senza un intervento tempestivo e una ristrutturazione del modello economico del turismo montano, molte altre località potrebbero seguire lo stesso destino, lasciando un vuoto non solo economico, ma anche culturale nelle regioni alpine.

Ormai è acclarato che senza provvedimenti ragionati ma immediati la crisi economica generata dai cambiamenti climatici colpirà sempre più spesso i settori turistici fino a modificarli e trasformarli completamente. Nessun governo può esimersi dal mettere ai primi posti della propria agenda un piano concreto per l’adattamento ai disastri causati da scelte sbagliate e insensate degli ultimi decenni. I cittadini posso e devono contribuire, gli operatori possono e devono contribuire, ma la responsabilità è tutta della politica, dei politici e dei governi che non hanno ancora capito, o fingono di non capire, quale enorme sfida ci sia per le generazioni future contro l’inquinamento e il surriscaldamento globale.

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Piogge eccezionali nel Sahara: il deserto più arido del mondo sotto l’effetto di fenomeni estremi https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/sahara-sottacqua-piogge-eccezionali-sul-deserto-piu-arido/ Sun, 13 Oct 2024 08:24:25 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78800 Il Sahara, noto per essere il deserto più grande e caldo del pianeta, è stato recentemente teatro di un evento meteorologico straordinario: piogge torrenziali mai viste negli ultimi decenni. Nelle ultime settimane, aree solitamente secche del Sahara hanno registrato piogge talmente intense da causare inondazioni, con fenomeni che potrebbero alterare il clima della regione nei …

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Il Sahara, noto per essere il deserto più grande e caldo del pianeta, è stato recentemente teatro di un evento meteorologico straordinario: piogge torrenziali mai viste negli ultimi decenni. Nelle ultime settimane, aree solitamente secche del Sahara hanno registrato piogge talmente intense da causare inondazioni, con fenomeni che potrebbero alterare il clima della regione nei prossimi anni.

Nel sud-est del Marocco, in sole 48 ore, si è registrata una quantità di pioggia che solitamente cade in un anno intero. Questo ha portato al riempimento di bacini asciutti da decenni, come il Lago Iriqui, che non vedeva acqua da 50 anni. Le immagini satellitari della NASA hanno mostrato questo spettacolo inatteso, sottolineando l’impatto di quello che viene descritto come una tempesta extratropicale. Si stima che il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature globali stiano accelerando il ciclo idrologico e rendendo sempre più frequenti eventi meteorologici estremi come questo. Gli esperti, come Houssine Youabeb, della meteorologia marocchina, hanno dichiarato che il Sahara potrebbe assistere a ulteriori episodi simili in futuro.1

sahara alluvione
Foto: earthobservatory.nasa.gov

Non solo il Marocco è stato colpito: in tutto il Sahara, fenomeni di piogge monsoniche si sono verificati in zone che raramente vedono precipitazioni. La comunità scientifica si interroga su cosa stia causando questa ondata di piogge, e molti credono che ci sia un legame con la stagione degli uragani atlantici insolitamente tranquilla di quest’anno.
La cosiddetta Intertropical Convergence Zone (ITCZ), una fascia atmosferica che di solito trasporta nuvole e piogge, si è spostata più a nord del solito, spingendo le precipitazioni sul deserto. Questo spostamento potrebbe essere un segnale dei cambiamenti climatici in corso, con l’oceano Atlantico che assorbe più calore del normale, modificando i percorsi delle tempeste.2

Inoltre, alcuni scienziati suggeriscono che le temperature più elevate dell’Atlantico settentrionale e del Mediterraneo possano aver intensificato queste piogge. Con il riscaldamento degli oceani e l’aumento delle emissioni di gas serra, i modelli climatici prevedono un futuro in cui il Sahara potrebbe ricevere più pioggia, con un possibile spostamento delle piogge monsoniche verso nord entro il 2100.3

Mentre il Sahara rimane una delle regioni più aride al mondo, questi episodi meteorologici rappresentano un’ulteriore prova di quanto rapidamente il cambiamento climatico stia modificando il volto di ambienti estremi, con conseguenze potenzialmente significative non solo per il deserto, ma anche per i cicli meteorologici globali.


  1. Warming in the Arctic region has been four times faster than the global average – Finnish Meteorological Institute.
  2. Arctic Warming Four Times Faster than Rest of the World: Study | Earth.Org
  3. Report: Arctic heating nearly 4 times faster than rest of Earth | The Week

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Il riscaldamento nell’Artico accelera quattro volte più velocemente rispetto al resto del pianeta https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-riscaldamento-nellartico-accelera-quattro-volte-piu-velocemente-rispetto-al-resto-del-pianeta/ Sun, 13 Oct 2024 07:26:03 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78796 Mentre il ghiaccio marino scompare, la Groenlandia si scioglie e gli incendi devastano le foreste settentrionali, nuove ricerche confermano quanto gli scienziati stanno cercando di segnalare da tempo: l’Artico si sta riscaldando a un ritmo molto più rapido rispetto al resto del mondo. Il fenomeno, noto come amplificazione artica, è causato dalle emissioni di gas …

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Mentre il ghiaccio marino scompare, la Groenlandia si scioglie e gli incendi devastano le foreste settentrionali, nuove ricerche confermano quanto gli scienziati stanno cercando di segnalare da tempo: l’Artico si sta riscaldando a un ritmo molto più rapido rispetto al resto del mondo.

Il fenomeno, noto come amplificazione artica, è causato dalle emissioni di gas serra derivanti dalla combustione di combustibili fossili. Secondo uno studio pubblicato dal Finnish Meteorological Institute, la temperatura nella regione del Polo Nord negli ultimi decenni è aumentata a una velocità quattro volte superiore rispetto al resto del Pianeta.

Uno dei problemi riscontrati riguarda i modelli climatici, che non riescono a cogliere appieno questo rapido tasso di riscaldamento, come ha spiegato uno dei ricercatori principali dello studio. Questo rappresenta una preoccupazione perché, se i modelli non possono riprodurre accuratamente la situazione attuale, non si può essere certi delle previsioni a lungo termine. “A causa di questa discrepanza, abbiamo deciso che era necessario correggere i modelli e aggiornarli“, ha dichiarato uno degli scienziati coinvolti nello studio.

Lo studio, pubblicato nella rivista Communications Earth and Environment, ha analizzato le tendenze delle temperature nell’Artico tra il 1979 e il 2021, un periodo che corrisponde all’era moderna dei dati satellitari. È stato riscontrato che il tasso di riscaldamento è particolarmente elevato nella regione euroasiatica dell’Artico, in particolare nel Mar di Barents, dove la temperatura è aumentata sette volte più velocemente rispetto alla media globale.
I dati più recenti mostrano che la temperatura media annuale nella regione del Mar di Barents è aumentata fino a 2,7 gradi Celsius per decennio negli ultimi 40 anni, rendendo questa area la zona con il riscaldamento più rapido del pianeta.

Il cambiamento climatico ha portato a una rapida perdita di ghiaccio marino nell’Artico, che ha ulteriormente amplificato il riscaldamento globale. Il ghiaccio marino, con la sua superficie bianca brillante, riflette l’energia solare nello spazio; quando si scioglie, l’oceano scuro assorbe maggior calore, aggravando il problema.

Un climatologo indipendente ha sottolineato come questo studio evidenzi l’amplificazione artica in modo particolarmente chiaro negli ultimi decenni, più di quanto accaduto nella prima metà del Novecento. “L’amplificazione artica è innegabile“, ha affermato l’esperto. “Sia che si parli di un fattore di due, tre o quattro, ciò non cambia il fatto che l’Artico si stia riscaldando più velocemente del resto del mondo”.

L’annuale Arctic Report Card dello scorso anno, pubblicata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, ha rilevato che la regione artica si sta riscaldando più velocemente del resto della Terra e sta rapidamente perdendo la copertura di ghiaccio.

Questi risultati rispecchiano anche le ultime conclusioni delle Nazioni Unite sulla crisi climatica, secondo cui l’Artico continuerà a riscaldarsi a un ritmo superiore finché l’umanità continuerà a bruciare combustibili fossili e a rilasciare gas serra nell’atmosfera.

La sensibilità dell’Artico al riscaldamento globale è maggiore di quanto pensassimo“, ha concluso un ricercatore coinvolto nello studio. “Solo il tempo ci dirà come evolverà la situazione in futuro”.

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Il Contratto Climatico di Milano e il percorso verso la neutralità climatica https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-contratto-climatico-di-milano-e-il-percorso-verso-la-neutralita-climatica/ Sat, 28 Sep 2024 08:22:32 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78631 Durante la Green Week, Milano ha presentato per la prima volta alla città il proprio Climate City Contract, un accordo ambizioso che coinvolge oltre 25 enti e aziende interessate, tra cui il Comune stesso, aziende partecipate, università, cooperative edilizie e diverse organizzazioni della società civile e fondazioni filantropiche. Milano non è sola in questo percorso, …

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Durante la Green Week, Milano ha presentato per la prima volta alla città il proprio Climate City Contract, un accordo ambizioso che coinvolge oltre 25 enti e aziende interessate, tra cui il Comune stesso, aziende partecipate, università, cooperative edilizie e diverse organizzazioni della società civile e fondazioni filantropiche. Milano non è sola in questo percorso, ma parte di un gruppo di altre otto città italiane che aderiscono alla “Missione 100 Città”, tra cui Bergamo, Bologna, Firenze, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. Il fine comune è accelerare il processo di transizione verso la neutralità climatica entro il 2030, con un piano di azioni condivise che mira a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nelle aree urbane.

Il sindaco Giuseppe Sala ha sottolineato come il nuovo obiettivo di Milano, rispetto al precedente fissato dal Piano Aria Clima che guardava al 2050, abbia portato a una maggiore urgenza nell’azione: “Con il Climate City Contract, abbiamo alzato ulteriormente l’asticella e ci impegniamo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Questo è un traguardo molto impegnativo, ma è reso possibile grazie alla collaborazione tra le istituzioni, le imprese e le organizzazioni del terzo settore che hanno firmato questo patto con noi.” Sala ha inoltre spiegato che il riconoscimento da parte della Commissione Europea, attraverso il “label di missione”, sarà fondamentale per ottenere i fondi necessari a sostenere le ulteriori azioni necessarie, garantendo al contempo la serietà delle politiche climatiche intraprese dalla città.

Clima, cosa prevede il Contratto Climatico di Milano

All’interno del Contratto Climatico di Milano sono state delineate più di 150 azioni concrete, da realizzare entro il 2030. Questi interventi includono progetti di efficientamento delle reti energetiche, sviluppo di Comunità Energetiche Solidali, rigenerazione urbana a zero emissioni, forestazione urbana, espansione delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e pedonale, e promozione dell’economia circolare. Ad esempio, vi sono iniziative per recuperare il calore dai data center e ampliare le aree verdi della città, riducendo così le emissioni e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Il Comune di Milano è direttamente coinvolto in circa 50 di questi progetti, molti dei quali già finanziati anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra le azioni previste vi sono la riqualificazione energetica di circa 60 edifici pubblici, tra cui scuole e alloggi di edilizia popolare, l’espansione della rete metropolitana e tramviaria per promuovere una mobilità urbana più sostenibile, e il potenziamento del verde cittadino attraverso nuove piantumazioni e la valorizzazione delle risorse idriche.

Il valore complessivo degli interventi presentati ammonta a circa 6 miliardi di euro, di cui 2,6 miliardi sono a carico del Comune di Milano e i restanti 3,3 miliardi verranno coperti dagli altri firmatari del contratto. Questo sforzo finanziario collettivo riflette la serietà dell’impegno preso da tutti i soggetti coinvolti.

Un ulteriore passo importante avverrà entro il mese di ottobre, quando Milano riceverà ufficialmente il “Label di Missione” dalla Commissione Europea. Questo riconoscimento rappresenterà una fiducia formale nel piano delineato nel Climate City Contract e sarà un segno tangibile del valore e della qualità delle azioni climatiche proposte. Il Contratto Climatico di Milano prevede, inoltre, un monitoraggio costante delle azioni intraprese fino al 2030, per verificare e misurare l’impatto delle singole iniziative e permettere l’adesione di nuovi attori che potranno contribuire con ulteriori progetti.

Tra i firmatari del Climate City Contract si annoverano alcune delle principali realtà del territorio, tra cui A2A, ATM, Fondazione Cariplo, Politecnico di Milano, Legambiente Lombardia e molte altre, dimostrando una forte coesione tra pubblico e privato, tra accademia e società civile, nella lotta ai cambiamenti climatici.

Milano, dunque, si pone all’avanguardia nella sfida climatica, promuovendo un approccio integrato e condiviso, che potrebbe diventare un modello per altre città italiane ed europee. L’impegno verso la neutralità climatica entro il 2030 rappresenta non solo una sfida tecnica ed economica, ma anche un cambiamento culturale che coinvolgerà tutti i settori della società.

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Stato del Clima, Europa colpita da inondazioni e forti ondate di caldo nel 2023 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/stato-del-clima-europa-colpita-da-inondazioni-e-forti-ondate-di-caldo-nel-2023/ Mon, 22 Apr 2024 05:08:42 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/stato-del-clima-europa-colpita-da-inondazioni-e-forti-ondate-di-caldo-nel-2023/ L’Europa nel 2023 è stata colpita da inondazioni diffuse, siccità e ondate di caldo intense ed eccezionali, eventi meteorologici resi oggi ancora più estremi e frequenti dal riscaldamento globale. Il 2023 è stato l’anno più caldo, o il secondo anno più caldo mai registrato a seconda del set di dati. I tre anni più caldi …

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L’Europa nel 2023 è stata colpita da inondazioni diffuse, siccità e ondate di caldo intense ed eccezionali, eventi meteorologici resi oggi ancora più estremi e frequenti dal riscaldamento globale. Il 2023 è stato l’anno più caldo, o il secondo anno più caldo mai registrato a seconda del set di dati. I tre anni più caldi per l’Europa si sono verificati dopo il 2020.

A fare il punto sulle condizioni climatiche del 2023 in Europa, e degli impatti economici, sociali e sulla salute umana, è il rapporto sullo Stato del Clima del 2023 (ESOTC 2023) realizzato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), insieme all’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO).

Clima in Europa: nel 2023 temperature superiori alla norma, ondate di caldo marine, siccità e piogge alluvionali

Nell’arco del 2023 le temperature sono state superiori alla norma per 11 mesi, compreso settembre che è stato il più caldo della serie storica. Il numero di giorni caratterizzati da forte stress termico – in cui le temperature percepite erano di 46 o più gradi – è stato da record nel 2023, in linea con la tendenza di un aumento dei giorni con “forte stress da caldo” in tutta Europa. Con 1°C di differenza rispetto alla norma e 2,6°C di differenza rispetto ai livelli preindustriali, il 2023 è stato l’anno più caldo (o il secondo più caldo) della serie storica in Europa.

 

La mortalità legata alle alte temperature è aumentata di circa il 30% negli ultimi 20 anni e si stima che i decessi legati al caldo siano aumentati nel 94% delle regioni europee monitorate.

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Sul continente europeo ha piovuto il 7% in più rispetto alla media, ma con grandi differenze tra le diverse aree geografiche. A seconda del set di dati, il 2023 è stato infatti l’anno più piovoso o il terzo più piovoso della serie storica.

Nel corso del 2023, un terzo della rete fluviale europea ha visto portate superiori alla soglia di piena “alta” e il 16% ha superato la soglia di piena “grave”.

Ad influenzare il clima e le condizioni meteo in Europa è stata anche la temperatura della superficie del mare Mediterraneo e del vicino Oceano Atlantico, che è stata di 0,55°C più elevata del normale, la più elevata della serie storica.

A giugno, in particolare, l’Oceano Atlantico a ovest dell’Irlanda e attorno al Regno Unito è stato colpito da un’ondata di caldo marino classificata come “estrema” e in alcune aree “oltre l’estremo”, con temperature della superficie del mare fino a 5°C sopra la media.

Oltre alle condizioni climatiche, lo Stato del Clima del 2023 per l’Europa include anche informazioni sulle condizioni dei ghiacciai, che hanno perso il 10% del loro volume negli ultimi 2 anni, e sul numero di giorni nevosi, inferiore al normale.

Clima in Europa 2023: l’impatto dei fenomeni meteo estremi

Il rapporto sullo Stato del Clima in Europa nel 2023 fornisce una analisi anche delle conseguenze degli eventi meteo che hanno caratterizzato l’anno, individuando l’impatto degli fenomeni estremi sull’economia e la popolazione.

Le alluvioni, ad esempio, hanno interessato circa 1,6 milioni di europei nel 2023 e rappresentano l’81% delle perdite economiche che complessivamente ammontano a 13,4 miliardi di euro.

Le morti associate al caldo estremo sono aumentate nel 94% delle regioni d’Europa: nel 2003, 2010 e 2022 si stimano tra le 55 e 72 mila vittime provocate dal caldo ogni anno. Per il 2023 la stima non è ancora disponibile.

Temporali e tempeste hanno interessato 550 mila persone in Europa, mentre gli incendi ne hanno interessate 36 mila. Durante l’anno i sistemi perturbati hanno fatto purtroppo 63 morti, mentre alluvioni e incendi ne hanno provocate 44.

Secondo il rapporto il numero di impatti negativi sulla salute legati a eventi meteorologici e climatici estremi è in aumento, nonostante sia aumentata la consapevolezza. In generale, tuttavia, il caldo non viene ancora percepito come fenomeno al alto rischio per la salute della popolazione, specie dei soggetti più vulnerabili.

Tra le conseguenze delle condizioni meteo-climatiche, il rapporto ha analizzato anche l’impatto sulla produzione da rinnovabili. L’anno ha visto una percentuale record della produzione effettiva di elettricità da fonti rinnovabili in Europa pari al 43%.

L’aumento dei passaggi di forti perturbazioni da ottobre a dicembre ha comportato un potenziale superiore alla media per la produzione di energia eolica. Il potenziale per la produzione di energia idroelettrica ad acqua fluente è stato superiore alla media in gran parte dell’Europa per l’intero anno, a causa delle precipitazioni e della portata dei fiumi superiori alla media. Per l’anno nel suo complesso, il potenziale di generazione di energia solare fotovoltaica è stato inferiore alla media nell’Europa nordoccidentale e centrale, e superiore alla media nell’Europa sudoccidentale e meridionale e in Scandinavia.

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Febbraio 2024 è il nono mese consecutivo segnato da caldo record a livello globale https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/febbraio-2024-e-il-nono-mese-consecutivo-segnato-da-caldo-record-a-livello-globale/ Thu, 07 Mar 2024 09:08:33 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/febbraio-2024-e-il-nono-mese-consecutivo-segnato-da-caldo-record-a-livello-globale/ Per la nona volta consecutiva la temperatura media globale supera il rispettivo record mensile: febbraio 2024 è stato il più caldo dall’inizio delle misurazioni, con una anomalia di 0,81 gradi rispetto ai mesi di febbraio del periodo 1991-2020. La temperatura media è stata di 13,54 gradi, 0,12 gradi superiore al precedente record del febbraio 2016. Con …

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Per la nona volta consecutiva la temperatura media globale supera il rispettivo record mensile: febbraio 2024 è stato il più caldo dall’inizio delle misurazioni, con una anomalia di 0,81 gradi rispetto ai mesi di febbraio del periodo 1991-2020. La temperatura media è stata di 13,54 gradi, 0,12 gradi superiore al precedente record del febbraio 2016.

Con febbraio 2024 dunque siamo a 9 mesi consecutivi di caldo record, il che rende gli ultimi 12 mesi i più caldi mai registrati, con una differenza di 0,68 gradi rispetto alla media del periodo 1991-2020, e di 1,56 gradi rispetto alla media preindustriale del periodo 1850-1900.

Febbraio 2024 è stato il più caldo a livello globale

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Febbraio 2024 è stato il più caldo a livello globale. Lo rivela l’ultimo report realizzato dal servizio Copernicus. Il periodo più caldo è stata la prima metà del mese: le temperature medie diurne hanno raggiunto una anomalia di 2 gradi rispetto al periodo 1850-1900 per ben 4 giorni consecutivi, più precisamente tra l’8 e l’11 febbraio.

In Europa abbiamo registrato temperature di 3,30 gradi superiori alla norma del periodo 1991-2020, con valori molto superiori alla media nell’Europa centrale e orientale. Nell’Europa occidentale, Inghilterra e Galles hanno registrato il febbraio più caldo con un record risalente al 1884, e anche la Svizzera ha registrato il febbraio più caldo da quando sono iniziate le registrazioni nel 1864. Temperature leggermente inferiori alla media si sono registrate soprattutto lungo il confine tra Norvegia e Svezia. Con febbraio 2024 si è chiuso l’inverno boreale che per l’Europa è stato il secondo più caldo della serie storica, dopo quello decisamente più rovente del 2019-2020, con una anomalia di 1,44°C rispetto alla media 1991-2020.

Al di fuori dell’Europa, le temperature sono rimaste superiori alla media anche in Siberia settentrionale, nel Nord America centrale e nord-occidentale, nella maggior parte del Sud America, in tutta l’Africa e nell’Australia occidentale.

Con il record di febbraio anche l’inverno boreale 2023-2024 è il più caldo mai registrato

L’inverno boreale, ovvero il trimestre che da va inizio dicembre 2023 a fine febbraio 2024, è stato il più caldo a livello globale con 0,78°C sopra la media del periodo 1991-2020. Si tratta di una differenza di 0,19°C rispetto al precedente periodo più caldo, il trimestre dicembre 2015 – febbraio 2016.

Per quanto riguarda l’Italia l’inverno appena conclusosi è stato il più caldo mai registrato, secondo l’analisi di Meteo Expert.

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A pesare sulle anomalie globali c’è anche il forte e inedito riscaldamento degli oceani del Mondo: a febbraio la temperatura della superficie degli oceani extra-polari (compresi tra le latitudini 60°S-60°N) è stata di 21,06°C, la più alta per qualsiasi mese nel set di dati, e superiore al precedente record registrato ad agosto 2023 (20,98°C). La temperatura superficiale media giornaliera dei mari e degli oceani ha raggiunto alla fine del mese di febbraio un nuovo massimo assoluto di 21,09°C.

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Gli ultimi 12 mesi sono stati più caldi di qualsiasi periodo di 12 mesi precedente a livello globale, con una temperatura di 0,68°C superiore alla media del periodo 1991-2020. Il secondo periodo più caldo è stato quello da febbraio 2023 a gennaio 2024 con 0,64°C sopra la media. Il 2023 è l’anno solare più caldo mai registrato, con una temperatura di 0,60°C superiore alla media del periodo 1991-2020.

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Possibile un “Super El Nino” entro la fine del 2023 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/possibile-un-super-el-nino-entro-la-fine-del-2023/ Sat, 15 Apr 2023 10:03:54 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/possibile-un-super-el-nino-entro-la-fine-del-2023/ Dopo tre anni con La Nina, i modelli atmosferici fanno temere per lo sviluppo di un “super El Nino” nel corso del 2023, capace di scatenare in ogni parte del Mondo eventi meteo potenzialmente catastrofici e di aumentare ancora di più la temperatura media globale. Dalla Nina ad un “super” El Nino: cosa potrebbe succedere …

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Dopo tre anni con La Nina, i modelli atmosferici fanno temere per lo sviluppo di un “super El Nino” nel corso del 2023, capace di scatenare in ogni parte del Mondo eventi meteo potenzialmente catastrofici e di aumentare ancora di più la temperatura media globale.

Dalla Nina ad un “super” El Nino: cosa potrebbe succedere nel corso del 2023

La Nina e El Nino sono due fenomeni opposti che fanno parte dell’andamento ciclico chiamato ENSO, ovvero El Nino Southern Oscillation. Semplificando, si tratta di un raffreddamento anomalo (La Nina) e un riscaldamento anomalo (El Nino) della superficie dell’Oceano Pacifico centro-equatoriale. Si tratta di uno dei grandi “motori” del clima globale, ovvero capaci di influenzare in modo evidente alcunipattern” climatici. L’ENSO ha un andamento ciclico in cui queste due fasi opposte si alternano inframezzate da una fase più “neutra”, ovvero quella in cui ci troviamo oggi.

In questa prima parte del 2023, dopo ben 3 anni, La Nina si è dissipata e, secondo le proiezioni, nel corso dei prossimi mesi ci si aspetta il ritorno del Nino, quindi di un riscaldamento anomalo della superficie oceanica del Pacifico centro-orientale.

Questo suo ritorno sarebbe già sufficiente, secondo molti esperti, per far aumentare le temperature a livello globale e rendere il 2023 l’anno più caldo mai registrato. Ma i modelli fisico-matematici suggeriscono anche lo sviluppo di un “super El Nino“, che quindi potrebbe avere effetti ancora più importanti su scala globale.

L’ultimo intenso episodio del Nino si è verificato nel 2016 ed ha contribuito non solo al raggiungimento di nuovi record di temperatura, ma anche all’innesco di piogge alluvionali in alcune zone, periodi siccitosi in altre, aumentando anche lo sviluppo di nuovi focolai di malattie.

el nino fasi storiche

Episodi di “super El Nino” si verificano quando l’anomalia supera la soglia dei 2 gradi. Nel 2016 l’Indice Oceanico del Nino (ONI) ha toccato i 2,6 gradi di anomalia trimestrale della temperatura superficiale dell’area del Pacifico più indicativa. Si tratta della temperatura media più elevata dal 1950 e seguita da quella raggiunta a cavallo del 1997 e 1998 (2,4°C) e da quella del 1983 (2,2°C).

Stando alle ultime proiezioni del BOM, il Servizio Meteorologico Australiano, El Nino dovrebbe entrare in pieno regime a partire da agosto 2023. El Nino tipicamente si sviluppa ogni 4 anni, quindi siamo nei tempi, ma questo episodio potrebbe essere intenso. Le proiezioni dei modelli non escludono infatti un “super El Nino”, ma non c’è ancora alcuna certezza: le proiezioni infatti spaziano da un episodio molto intenso ad un episodio più “normale”.

Stando alle proiezioni di uno dei modelli utilizzati per capire l’andamento del fenomeno nel lungo periodo, El Nino potrebbe risultare in un riscaldamento anomalo della superficie dell’oceano nella zona di riferimento [la regione 3.4], di circa 2,5°C entro l’autunno del 2023.

el nino 2023

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2022 anno record per l’Italia: potrebbe diventare il più caldo e siccitoso degli ultimi 64 anni https://www.iconameteo.it/news/previsioni/2022-record-italia-il-piu-caldo-e-siccitoso-degli-ultimi-64-anni/ Sun, 04 Dec 2022 07:22:18 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/2022-anno-record-per-litalia-potrebbe-diventare-il-piu-caldo-e-siccitoso-degli-ultimi-64-anni/ caldo 2022 italiaMese dopo mese, il 2022 sembra destinato a diventare l’anno più caldo e siccitoso degli ultimi 64 anni per l’Italia. Ad un mese dalla fine infatti, i dati raccolti da Meteo Expert non lasciano spazio a dubbi e confermano i sospetti avanzati i mesi scorsi. In attesa infatti dell’andamento meteo del mese di dicembre, che …

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Mese dopo mese, il 2022 sembra destinato a diventare l’anno più caldo e siccitoso degli ultimi 64 anni per l’Italia. Ad un mese dalla fine infatti, i dati raccolti da Meteo Expert non lasciano spazio a dubbi e confermano i sospetti avanzati i mesi scorsi. In attesa infatti dell’andamento meteo del mese di dicembre, che segna il primo mese dell’inverno meteorologico, il trimestre statisticamente più freddo per il nostro Paese, salvo stravolgimenti, possiamo già affermare che il 2022 sarà l’anno più caldo, e probabilmente essere anche il più siccitoso, dalla fine degli anni ’50.

Il 2022 è l’anno più caldo degli ultimi 64 anni

Come ci si poteva aspettare, nonostante la discesa delle temperature degli ultimi giorni di novembre, al di sotto della media in molte regioni, il mese si chiude con scarti ben oltre la norma un po’ ovunque. L’anomalia termica mensile pari a +1.7°C si pone al 6° posto fra le più elevate e contribuisce a far salire in cima al podio la stagione autunnale che, con +1.6°C di scarto, risulta la più calda della serie storica sorpassando di 0.1°C i precedenti record del 2014, 2018 e 2019“, spiega Simone Abelli, meteorologo di Meteo Expert. “Con questi risultati, non può che consolidarsi il primato da inizio anno: il 2022 infatti si conferma il più caldo e sarebbe necessario un dicembre ben al di sotto della media per modificare la classifica“.

Il periodo tra gennaio e la fine dell’autunno è il più siccitoso a livello nazionale, ma con grandi differenze tra Nord e Sud

L’anno 2022 è stato segnato, specie in alcune aree da una forte siccità, che si è trascinata anche nei mesi autunnali. Il mese di novembre è risultato essere complessivamente piovoso (per fortuna), ma il bilancio dell’autunno 2022 vede l’Italia spaccata in due.

Per quanto riguarda le precipitazioni di novembre – spiega – le numerose perturbazioni transitate sull’Italia, alcune molto intense, hanno determinato un mese complessivamente piovoso (+24% a livello nazionale) con le anomalie più apie sulle regioni meridionali. Ancora una volta, in controtendenza rispetto al resto del Paese, spicca il Nord-Ovest dove si è registrato un deficit, sebbene non pesante“.

2022 caldo siccità

L’autunno si è chiuso con grandi differenze tra Nord (specie Nord-Ovest) e Sud Italia. “A livello stagionale, la combinazione di due mesi piovosi (settembre e novembre) con un mese molto siccitoso (ottobre)ha determinato un’anomalia poco pronunciata di segno negativo, pari a -5%, ma con una distribuzione spaziale che vede ancora le regioni nord-occidentali in pesante deficit (-43%), il Sud con accumuli decisamente sopra la media (+31%) e le altre macro aree con valori vicini alla norma”.

Come già osservato con le temperature, anche le precipitazioni annuali, nonostante il recupero di novembre, continuano a mantenersi ai minimi livelli con la più ampia anomalia negativa della serie storica, pari a -25%. Quindi, in attesa dei risultati di dicembre, il 2022 oltre ad essere il più caldo, al momento è anche l’anno più siccitoso, conclude Abelli.

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Il CLIMA del 2021: per l’ITALIA un anno caldo e meno piovoso, ma con grandi differenze tra Nord e Sud https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-clima-del-2021-per-litalia-un-anno-caldo-e-meno-piovoso-ma-con-grandi-differenze-tra-nord-e-sud/ Wed, 05 Jan 2022 08:00:11 +0000 https://www.iconameteo.it/primo-piano/il-clima-del-2021-per-litalia-un-anno-caldo-e-meno-piovoso-ma-con-grandi-differenze-tra-nord-e-sud/ Il clima del 2021 in l’Italia ha seguito la tendenza degli ultimi decenni: l’anno nel complesso si chiude infatti più o meno in linea con il trend climatico, ossia con un’anomalia termica positiva (+0.7°C) e un leggero deficit pluviometrico (-4%). Crediti Meteo Expert- IconaClima.it Il clima del 2021: è stato il 12° anno più caldo …

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Il clima del 2021 in l’Italia ha seguito la tendenza degli ultimi decenni: l’anno nel complesso si chiude infatti più o meno in linea con il trend climatico, ossia con un’anomalia termica positiva (+0.7°C) e un leggero deficit pluviometrico (-4%).

clima 2021 Italia
Crediti Meteo Expert- IconaClima.it

Il clima del 2021: è stato il 12° anno più caldo della serie storica e complessivamente meno piovoso, ma con grandi differenze tra Nord e Sud

Si riscontra una distribuzione abbastanza uniforme dell’anomalia delle temperature sul territorio, ma con scarti lievemente più elevati al Centro-Sud (da +0.7°C a + 0.8°C) rispetto a quelli del Nord (da +0.5°C a +0.6°C). Il risultato finale di +0.7°C, determinato dalla combinazione di 4 mesi sotto la media (il trimestre primaverile e il mese di ottobre) e i restanti 8 mesi sopra la media, colloca il 2021 al di fuori della top ten degli anni più caldi, più esattamente al 12° posto.

La serie secolare formata dai dati passati del CNR uniti alle elaborazioni di Meteo Expert degli ultimi decenni

A differenza delle temperature, le precipitazioni mostrano un diverso comportamento fra le regioni meridionali, dove sono state mediamente più abbondanti della norma, e le regioni del Centro-Nord, dove invece si è avuto un sostanziale deficit. L’andamento nel corso dell’anno vede solo 3 mesi più piovosi della media, in particolare gennaio con il doppio delle precipitazioni normali, e tutti gli altri mesi più o meno marcatamente sotto la media.

La serie secolare formata dai dati passati del CNR uniti alle elaborazioni di Meteo Expert degli ultimi decenni

Dicembre 2021 più freddo solo sulle Isole. Il mese è stato piovoso al Centro-Sud, mentre al Nord-Ovest è caduta la metà della pioggia

Le anomalie di dicembre sull’insieme del territorio italiano non sono particolarmente rilevanti. Ci dicono che è stato un mese appena più caldo (+0.3°C) e leggermente più siccitoso (-8%) della norma. Occorre, però, segnalare che al valore positivo dell’anomalia termica non hanno contribuito le isole maggiori dove, invece, il dato finale è vicino alla media o leggermente sotto; inoltre, lo scarto di +0.3°C è dovuto quasi esclusivamente ai valori delle temperature massime che hanno superato la media anche di oltre 1°C in diverse aree del Centro-Nord.

Per quanto riguarda le precipitazioni, naturalmente hanno prevalso i valori sotto la media al Nord e sulle Isole, con il dato più rilevante, a prescindere da altre situazioni locali, al Nord-Ovest dove è mancato circa la metà del quantitativo normale; un po’ più abbondanti della norma, invece, si sono mediamente rivelate le piogge al Centro e al Sud, maggiormente interessati dai passaggi perturbati con più del doppio dei giorni piovosi.

L’andamento dei parametri atmosferici nel corso del mese si presenta, come spesso accade, piuttosto altalenante:

  • Una prima parte, fino al giorno 13, decisamente perturbata con molte piogge (e due episodi di neve fino in pianura al Nord nei giorni 8 e 10) e temperature ben al di sotto della media.
  • Una parte centrale dal giorno 14 al 23 in generale stabile, anticiclonica, ma con ancora temperature relativamente contenute a causa di frequenti afflussi di aria fredda da nord-est.
  • Il periodo intorno a Natale, dal 24 al 28, caratterizzato da correnti atlantiche miti ma perturbate che hanno portato molte piogge, ma contemporaneamente hanno determinato un’impennata delle temperature.
  • La parte finale del mese, dal giorno 29, caratterizzata dalla straordinaria espansione dell’anticiclone subtropicale su gran parte dell’Europa, accompagnato da una massa d’aria eccezionalmente calda per la stagione: una vera e propria ondata di caldo invernale che ha favorito nuovi record di temperatura massima soprattutto in quota al Nord con lo zero termico che si è avvicinato ai 4000 metri e con temperature su livelli da primavera inoltrata, intorno ai 20°C, anche oltre i 1000 metri di quota.
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ARTICO, nuovo RECORD di temperatura: +38°C in Siberia nel giugno 2020 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/artico-nuovo-record-di-temperatura-38c-in-siberia-nel-giugno-2020/ Tue, 14 Dec 2021 11:49:56 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/artico-nuovo-record-di-temperatura-38c-in-siberia-nel-giugno-2020/ La crisi climatica sta facendo sentire i suoi effetti in maniera sempre più evidente, come testimonia l’ennesimo record di temperatura nell’Artico. Il 20 giugno del 2020, infatti, nella città russa di Verkhoyansk si è verificata una temperature di 38°C, riconosciuta ufficialmente dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) come un nuovo record di temperatura artica. Il valore, certamente …

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La crisi climatica sta facendo sentire i suoi effetti in maniera sempre più evidente, come testimonia l’ennesimo record di temperatura nell’Artico. Il 20 giugno del 2020, infatti, nella città russa di Verkhoyansk si è verificata una temperature di 38°C, riconosciuta ufficialmente dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) come un nuovo record di temperatura artica. Il valore, certamente tipico più del Mediterraneo che dell’Artico, è stato misurato in una stazione di osservazione meteorologica durante un’eccezionale ondata di caldo siberiano.

Temperature estreme: secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale niente di tutto ciò sarebbe possibile senza la crisi climatica

I 38°C registrati a Verkhoyansk si sono dunque verificati durante l’ultima eccezionale ondata di caldo siberiano, con temperature che hanno raggiunto i 10°C al di sopra della norma per grande parte della stagione alimentando incendi devastanti, massiccia perdita di ghiaccio marino e giocando un ruolo assolutamente centrale nel 2020, uno dei tre anni più caldi mai registrati.

Stato del Clima, 2020 anno nero: gas serra mai così elevati e caldo protagonista

“Questo nuovo record dell’Artico fa parte di una serie di osservazioni riportate all’Archivio WMO di condizioni meteorologiche e climatiche estreme che suonano i campanelli d’allarme sul nostro clima che cambia. Nel 2020 c’è stato anche un nuovo record di temperatura (18,3°C) per il continente antartico“, ha affermato il segretario generale dell’OMM, il prof. Petteri Taalas.

Inoltre, fa sapere Taalas, l’archivio del WMO sta attualmente cercando di verificare la temperatura di 54,4°C registratasi nel luogo più caldo del mondo, la Death Valley in California, sia nel 2020 che nel 2021 e di convalidare un nuovo record di temperatura europeo con i 48,8°C raggiunti a Siracusa la scorsa estate. “L’Archivio WMO di condizioni meteorologiche e climatiche estreme non ha mai avuto così tante indagini simultanee in corso”, ha aggiunto.

L’Artico si sta riscaldando più del doppio della media globale

Verkhoyansk si trova a circa 115 chilometri a nord del Circolo Polare Artico e la stazione meteorologica osserva le temperature dal 1885. Si trova nella parte settentrionale della Repubblica di Sakha (Yakutia), in una regione della Siberia orientale che presenta un inverno molto freddo ed un’estate calda. La temperatura estrema e il cambiamento climatico in corso hanno spinto un gruppo di esperti dell’OMM ad aggiungere una nuova categoria climatica dove sono rappresentate entrambe le regioni polari.

“Fondamentalmente, questa indagine mette in evidenza l’aumento delle temperature che si verificano per una regione climaticamente importante del mondo. Attraverso il monitoraggio e la valutazione continui delle temperature estreme, possiamo rimanere informati sui cambiamenti che si verificano in questa regione critica del mondo, l’Artico polare”, ha affermato il professor Randall Cerveny, relatore di condizioni climatiche e meteorologiche estreme per WMO. Trattandosi di una nuova categoria, il WMO ha analizzando in maniera dettagliata i 38°C di Verkhoyansk, concludendo che mai in nessuna regione artica si era verificata una temperatura così alta.

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NOVEMBRE 2021 è il quinto più caldo a livello globale: i dati Copernicus https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/novembre-2021-e-il-quinto-piu-caldo-a-livello-globale-i-dati-copernicus/ Wed, 08 Dec 2021 08:30:22 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/novembre-2021-e-il-quinto-piu-caldo-a-livello-globale-i-dati-copernicus/ Novembre 2021 ha fatto registrare una temperatura media globale di quasi 0,2°C più fredda rispetto al record di novembre 2020, il più caldo mai registrato, ma molto vicina alle temperature degli altri novembre più caldi: 2015, 2016 e 2019. A stabilirlo è il bollettino climatico mensile di Copernicus. Nel novembre 2021, condizioni più umide della …

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Novembre 2021 ha fatto registrare una temperatura media globale di quasi 0,2°C più fredda rispetto al record di novembre 2020, il più caldo mai registrato, ma molto vicina alle temperature degli altri novembre più caldi: 2015, 2016 e 2019. A stabilirlo è il bollettino climatico mensile di Copernicus. Nel novembre 2021, condizioni più umide della media si sono stabilite in alcune parti del nord e nord-est dell’Europa e nelle regioni mediterranee, dove si sono verificate diverse inondazioni. Nel resto del continente è stato più secco della media, in particolare nell’ovest e nel sud-est.

Anomalia della temperatura dell’aria superficiale per novembre 2021 rispetto alla media di novembre per il periodo 1991-2020. Fonte dei dati: ERA5. Credito: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

Novembre 2021, il quinto più caldo mai registrato: circa 0.2°C in meno rispetto a novembre 2020. Caldo autunnale record in Irlanda, Gran Bretagna e Scandinavia

A livello globale si stima che novembre 2021 sia il quinto novembre più caldo mai registrato. La temperatura media globale è stata di quasi 0,2°C più fredda rispetto al record di novembre del 2020, ma molto vicina alle temperature degli altri novembre più caldi: 2015, 2016 e 2019. La temperatura in Europa è stata complessivamente vicina alla sua media 1991-2020 sia per l’autunno nel suo insieme che per il mese di novembre, ma Irlanda, Gran Bretagna e Scandinavia meridionale hanno registrato un caldo autunnale record o quasi.

Le regioni in cui le temperature sono state ben al di sopra della media, sia per novembre che per la stagione, comprendono la maggior parte del Nord America, in particolare il Canada nord-orientale, gran parte della Siberia e la maggior parte dell’Africa e del Medio Oriente. Il mese e la stagione sono stati più freschi della media nell’estremo oriente della Russia e dell’Alaska e in gran parte dell’Asia centrale e dell’Australia. Le temperature hanno raggiunto più di 3°C sopra la media nella Russia occidentale. Era più fresco della media sulla penisola iberica e in Francia e sulle parti più settentrionali del continente.

Novembre 2021
Anomalie mensili della temperatura dell’aria superficiale media globale ed europea relative al periodo 1991-2020, da gennaio 1979 a novembre 2021. Le barre colorate più scure indicano i valori di novembre. Fonte dei dati: ERA5. Credito: Copernicus Climate Change Service/ECMWF

Novembre 2021, estensione del ghiaccio marino artico e antartico: i dati

L’estensione media mensile del ghiaccio marino artico nel novembre 2021 ha raggiunto i 10,1 milioni di km2, 0,2 milioni di km2 (o 2%) al di sotto della media 1991-2020. L’estensione di novembre di quest’anno si colloca al 12° posto più basso nel record di dati satellitari degli ultimi 43 anni. Il valore è ben al di sopra delle basse estensioni di novembre 2016 (minimo record) e 2020.

A sinistra: concentrazione media di ghiaccio marino artico per novembre 2021. La spessa linea arancione indica il bordo climatologico del ghiaccio marino per novembre per il periodo 1991-2020. A destra: anomalie della concentrazione del ghiaccio marino artico per novembre 2021 rispetto alla media di novembre per il periodo 1991-2020. Fonte dei dati: ERA5. Credito: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

L’estensione del ghiaccio marino antartico è stata del 5% inferiore alla media 1991-2020, classificandosi al 4° posto in questo record di dati, riprendendo una serie di anomalie negative interrotte nel 2020. Questo valore è il quarto più basso nel record satellitare di 43 anni. È simile in grandezza alle basse estensioni registrate nel 2017-2019. L’unico anno in cui l’estensione del ghiaccio marino di novembre è stata molto più bassa è il 2016, con un minimo storico del 9% al di sotto della media 1991-2020.

A sinistra: concentrazione media di ghiaccio marino antartico per novembre 2021. La spessa linea arancione indica il bordo climatologico del ghiaccio per novembre per il periodo 1991-2020. A destra: anomalie della concentrazione del ghiaccio marino antartico per novembre 2021 rispetto alla media di novembre per il periodo 1991-2020. Fonte dei dati: ERA5. Credito: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

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L’AUSTRALIA doppia la Cina: le emissioni pro capite sono le più alte al mondo https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/laustralia-doppia-la-cina-le-emissioni-pro-capite-sono-le-piu-alte-al-mondo/ Fri, 12 Nov 2021 10:10:23 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/laustralia-doppia-la-cina-le-emissioni-pro-capite-sono-le-piu-alte-al-mondo/ L’Australia ha dimostrato di avere le più alte emissioni pro capite al mondo dall’energia a carbone, quasi il doppio di quelle della Cina. Il dato è scaturito alla COP26 di Glasgow, da un’analisi presentata dal thinktank britannico sul clima e l’energia Ember. Le emissioni annue pro capite dell’Australia – che precede Corea del Sud, Sudafrica, …

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L’Australia ha dimostrato di avere le più alte emissioni pro capite al mondo dall’energia a carbone, quasi il doppio di quelle della Cina. Il dato è scaturito alla COP26 di Glasgow, da un’analisi presentata dal thinktank britannico sul clima e l’energia Ember. Le emissioni annue pro capite dell’Australia – che precede Corea del Sud, Sudafrica, Stati Uniti e Cina -, sono cinque volte superiori alla media globale e il 40% in più rispetto a qualsiasi altro grande utilizzatore di energia a carbone.

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Mentre la COP26 giunge al suo atto finale, un’analisi di Ember mette in luce come l’Australia, da quando è stato firmato l’Accordo di Parigi, abbia emesso 5,34 tonnellate di anidride carbonica per persona ogni anno, precedendo la Corea del Sud (3,81), il Sudafrica (3,19), gli Stati Uniti (3,08) e il più grande emettitore assoluto del mondo, la Cina (2,71). L’Australia emette 5 volte più C02 dall’energia a carbone rispetto alla media globale.

Australia
Crediti: Twitter/@EmberClimate

Ember, citando la Road Map tracciata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, ricorda che i Paesi dell’OCSE, compresa l’Australia, per allinearsi concretamente all’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5°C dovrebbero porre fine all’energia a carbone entro il 2030. Il primo ministro australiano, Scott Morrison, ha respinto l’idea decidendo di non unirsi al gruppo dei 40 Paesi che invece hanno preso l’impegno di eliminare gradualmente il carbone entro la fine del decennio. Il 60% dell’elettricità prodotta dall’Australia nell’ultimo anno proveniva dalla combustione del carbone. Il trend adesso sta diminuendo, ma con gli attuali programmi di chiusura la combustione del carbone andrebbe avanti fino al 2040.

A Glasgow si storce il naso: l’Australia e altri tre Paesi hanno presentato lo stesso obiettivo di riduzione delle emissioni

Intanto alla COP26 si storce il naso contro l’Australia, che insieme a Indonesia, Messico e Singapore ha deciso di presentare lo stesso obiettivo di riduzione delle emissioni, senza innalzare l’impegno climatico. Il Paese guidato da Morrison si è impegnato a tagliare solo il 26-28% rispetto ai livelli del 2005, anche se le proiezioni del governo suggeriscono che potrebbe effettuare un taglio fino al 35%. Gli scienziati hanno consigliato di ridurre le emissioni globali del 45% entro il 2030.

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SICCITÀ: chiude in anticipo il Rifugio Quintino Sella. “Siamo senz’acqua” https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-siccita-soffoca-anche-il-monviso-chiude-in-anticipo-il-rifugio-quintino-sella-siamo-senzacqua/ Sun, 12 Sep 2021 16:28:57 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-siccita-soffoca-anche-il-monviso-chiude-in-anticipo-il-rifugio-quintino-sella-siamo-senzacqua/ «Siamo senz’acqua», annuncia la gestione del Rifugio Quintino Sella, che per la prima volta nella sua storia si trova costretta a chiudere in anticipo a causa della siccità. Proprio la scarsità d’acqua è stata protagonista climatica di quest’ultima estate italiana, accompagnata da temperature decisamente al di sopra della norma: la stagione 2021 si colloca nella …

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«Siamo senz’acqua», annuncia la gestione del Rifugio Quintino Sella, che per la prima volta nella sua storia si trova costretta a chiudere in anticipo a causa della siccità.

Proprio la scarsità d’acqua è stata protagonista climatica di quest’ultima estate italiana, accompagnata da temperature decisamente al di sopra della norma: la stagione 2021 si colloca nella top ten delle estati sia per il caldo anomalo che per la siccità, e nel trimestre di giugno, luglio e agosto al Belpaese è mancato all’appello il 32 per cento delle precipitazioni tipiche.

Qui tutti i dati sul clima dell’estate 2021

«Di solito la tiriamo per le lunghe», ha scritto la gestione del Rifugio in un comunicato condiviso anche sui social: «non ce ne vogliamo andare».

Di chiusure anticipate se n’erano già viste al Rifugio Quintino Sella, ma erano state provocate dalla neve arrivata a sorpresa. Con il clima che cambia il problema adesso è esattamente l’opposto, la siccità: «quest’anno chiudiamo perché siamo senz’acqua», annunciano: «le risorse invernali si sono esaurite ben presto» e dopo aver combattuto per settimane con l’insufficienza di acqua, «ingegnandoci per trovare soluzioni e garantire i servizi base», non c’è più scelta. «È con rammarico che chiudiamo la stagione».

Le porte del Rifugio si chiuderanno ufficialmente lunedì 13 settembre:

 

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Un post condiviso da Rifugio “Quintino SELLA” (@rifugiosella)

«In 40 anni al rifugio molto è cambiato – ha dichiarato il titolare Alessandro Tranchero a Repubblica. – e negli ultimi 25 abbiamo iniziato a porre attenzione all’acqua come bene limitato e scarso. Così non era mai successo, sicuramente un occhio va al cambiamento climatico».

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FRIDAYS FOR FUTURE torna in piazza: verso lo sciopero globale per chiedere azione per il clima e giustizia https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/fridays-for-future-di-nuovo-in-piazza-verso-lo-sciopero-globale-per-chiedere-azione-per-il-clima-e-giustizia/ Thu, 09 Sep 2021 06:49:17 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/fridays-for-future-di-nuovo-in-piazza-verso-lo-sciopero-globale-per-chiedere-azione-per-il-clima-e-giustizia/ Fridays for Future ha annunciato la data del prossimo sciopero globale per il clima e si prepara a tornare in piazza venerdì 24 settembre 2021 per richiedere una rapida azione per il clima da parte dei leader mondiali. Gli attivisti e le attiviste di Fridays for Future tornano nelle strade italiane per parlare di quanto sia …

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Fridays for Future ha annunciato la data del prossimo sciopero globale per il clima e si prepara a tornare in piazza venerdì 24 settembre 2021 per richiedere una rapida azione per il clima da parte dei leader mondiali.

Gli attivisti e le attiviste di Fridays for Future tornano nelle strade italiane per parlare di quanto sia importante combattere per limitare il riscaldamento globale sotto ogni frazione di grado e affrontare l’ingiustizia climatica in cui viviamo. Durante lo sciopero del 24 settembre, però, in tutto il mondo un’enfasi particolare verrà data alle diseguaglianze e alle ingiustizie che si osservano sia tra paesi diversi che all’interno degli Stati stessi.

«Le vittorie storiche dell’azione collettiva hanno dimostrato la necessità per i giovani di restare uniti nella lotta per la giustizia sociale e tra le generazioni», commenta Fridays For Future.

Lo sciopero globale di questo settembre arriva in un periodo cruciale per l’azione climatica: dopo pochi giorni, il 28 settembre, a Milano si aprirà il summit dei giovani della COP26, la Youth4Climate, che sarà seguito dalla Pre-COP. Dal 31 ottobre, poi, al via l’appuntamento più importante della COP26 a Glasgow.

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Dovrà essere un momento storico, avvertono gli attivisti: è necessario che i paesi del mondo collaborino tra loro, portando i loro obiettivi più ambiziosi per la riduzione delle emissioni e per il contrasto alla crisi climatica.

Fridays For Future sottolinea la responsabilità che pesa sui giovani e sugli adulti del 2012, che è anche una grande opportunità: «cambiare la storia prima che essa cambi noi».

Il messaggio di Fridays For Future per i leader mondiali

  1. I paesi del Nord globale devono abbattere drasticamente le emissioni disinvestendo dai combustibili fossili e ponendo fine all’estrazione, alla combustione e all’utilizzo degli stessi. Abbiamo bisogno di piani concreti e bilanci di CO2 (carbon budget) annuali e dettagliati, con tabelle di marcia e obiettivi progressivi che ci garantiscano di arrivare ad azzerare le emissioni nei tempi necessari per arrestare il cambiamento climatico rispettando i principi di giustizia ed equità.

  2. I paesi colonizzatori del Nord globale hanno un debito climatico da risarcire ai paesi del Sud del mondo per le disparità di emissioni storiche prodotte nel tempo. Si può iniziare potenziando un sistema di finanza climatica che applichi riparazioni climatiche di matrice antirazzista, cancellando il debito, soprattutto per i danni causati dagli eventi meteorologici estremi, e stanziando fondi per l’adattamento indispensabili per le comunità.

  3. Impegnarsi per una ripresa veramente globale dalla pandemia da Covid-19 assicurando un’equa distribuzione dei vaccini in tutto il mondo e sospendendo le restrizioni sui brevetti legati ai vaccini e alle cure anti-Covid19. Questo passo è essenziale per una ripresa globale, sostenibile e giusta.

  4. Riconoscere la crisi climatica come una minaccia concreta per la sicurezza dell’umanità e garantire i diritti umani dei rifugiati climatici nel diritto internazionale.

  5. Riconoscere il ruolo fondamentale della biodiversità per la vita e la cultura delle comunità indigene e impegnarsi a rendere l’Ecocidio un reato perseguibile a livello internazionale.

  6. Fermare la violenza e gli atti criminali nei confronti dei popoli indigeni, i piccoli agricoltori, i piccoli pescatori e altri difensori dell’ambiente e della terra. Il loro lavoro è da sostenere: sono i nostri difensori e vanno ascoltati e rispettati.

Per partecipare allo sciopero globale è possibile consultare la mappa con le azioni e gli eventi organizzati in Italia, a questo link.

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MATTARELLA, il CLIMA dev’essere una priorità: “occorre fare molto di più” https://www.iconameteo.it/news/video/mattarella-il-clima-devessere-una-priorita-occorre-fare-molto-di-piu/ Tue, 31 Aug 2021 12:16:29 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/mattarella-il-clima-devessere-una-priorita-occorre-fare-molto-di-piu/ Di recente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza di agire in modo rapido e concreto per il clima. L’intervento del Presidente si è svolto nella cornice delle celebrazioni per l’80esimo anniversario del Manifesto di Ventotene, durante le quali Mattarella ha risposto alle domande di alcune ragazze e ragazzi provenienti da tutto il …

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Di recente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza di agire in modo rapido e concreto per il clima. L’intervento del Presidente si è svolto nella cornice delle celebrazioni per l’80esimo anniversario del Manifesto di Ventotene, durante le quali Mattarella ha risposto alle domande di alcune ragazze e ragazzi provenienti da tutto il Paese relative all’Europa e al ruolo dell’Italia nell’Unione.

Tra chi ha avuto l’occasione di parlare con il Presidente c’è stata una studentessa dell’Università di Pavia, che ha chiesto l’opinione di Mattarella in relazione alle politiche e alle azioni portate avanti dall’Europa per quanto riguarda il clima.

Il presidente ha detto che ci sono stati dei passi avanti e ha sottolineato l’impegno dell’attuale Commissione Europea su queste tematiche, ma citando i dati resi noti di recente dall’IPCC, il Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici dell’ONU, ha evidenziato l’importanza di raggiungere gli obiettivi prefissati e di compiere progressi più concreti.

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Per il clima «occorre fare molto di più», ha detto Mattarella: la scelta è «tra poter sopravvivere, cambiando alcune cose, e non sopravvivere affatto».

Quello del clima è uno dei punti centrali per l’attuale Commissione Europea.
L’ultimo rapporto dell’ONU è drammaticamente allarmante, quindi i 2 obiettivi, quello del 2030 con la riduzione del 55 per cento delle emissioni e quello del 2050 con la neutralità climatica, non vanno disattesi.
Un percorso è stato già compiuto ma è insufficiente, occorre fare di più, molto di più.
Anche perché dagli esiti della Conferenza di Rio del ’92 si è perso molto tempo, e se n’è perso anche nell’attuazione dell’Accordo di Parigi, che è più recente. Questo è un impegno fondamentale.
È l’unico ambiente di cui disponiamo, quello della Terra. E sovente vediamo anche in Europa, nella vita quotidiana, gli effetti dei mutamenti climatici.
So bene che le difficoltà sono tante, i problemi sono molti, perché occorre riconvertire, occorre adeguare. Però è tra poter sopravvivere, ad alcune condizioni, e non sopravvivere affatto: non c’è scelta.

Sergio Mattarella

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Clima Italia, LUGLIO ESTREMO tra caldo anomalo e gravi alluvioni: l’analisi del meteorologo https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-italia-luglio-estremo-tra-caldo-anomalo-e-gravi-alluvioni-lanalisi-del-meteorologo/ Mon, 09 Aug 2021 12:23:35 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-italia-luglio-estremo-tra-caldo-anomalo-e-gravi-alluvioni-lanalisi-del-meteorologo/ Nel mese di luglio del 2021 il clima in Italia è stato più caldo del normale. Mediamente, le temperature sono state superiori alla norma di 1,2 gradi ma con grandi differenze tra il Nord e il Sud del paese. Per buona parte del mese le condizioni meteo hanno praticamente diviso in due l’Italia, con una …

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Nel mese di luglio del 2021 il clima in Italia è stato più caldo del normale. Mediamente, le temperature sono state superiori alla norma di 1,2 gradi ma con grandi differenze tra il Nord e il Sud del paese. Per buona parte del mese le condizioni meteo hanno praticamente diviso in due l’Italia, con una situazione instabile e un clima molto vicino alla media stagionale al Nord, e un caldo eccezionalmente intenso nelle regioni meridionali. Qui l’anomalia termica risulta infatti decisamente più estrema: nel mese di luglio la temperatura è stata superiore alla media di quasi 2 gradi (1.9°C).

Clima estremo nel mese di luglio, Italia tra alluvioni e caldo eccezionale

Entrando più nel dettaglio nell’analisi del clima registrato in Italia in luglio, possiamo dividere il mese in tre periodi: abbiamo infatti vissuto due fasi calde, contrassegnate da ondate di calore nella prima e nella terza decade, e una fase più fresca e instabile che ha caratterizzato la parte centrale del periodo.

Le ondate di calore hanno interessato l’Italia tra il 6 e il 9 luglio e poi dal 24 a fine mese e oltre. Durante questi periodi caldi il promontorio anticiclonico nord-africano si è esteso con maggior efficacia verso il Centro-Sud, mentre le regioni settentrionali sono rimaste frequentemente esposte ai flussi occidentali instabili e perturbati che hanno causato numerosi episodi temporaleschi a tratti molto intensi con locali nubifragi e grandine di notevoli dimensioni come ad esempio il giorno 8 in Lombardia e in Veneto oppure tra i giorni 25 e 27 ancora in Lombardia e Veneto, ma anche in Piemonte, Trentino ed Emilia, dove si sono verificati numerosi danni e allagamenti.

La parte centrale del mese è stata contraddistinta dal lento transito di una depressione, la stessa che ha causato eccezionali precipitazioni con conseguenti alluvioni e numerose vittime in Europa centrale: in quel periodo le temperature si sono portate sotto la media, e l’instabilità è andata a interessare temporaneamente anche il Centro-Sud lasciando il segno in alcune zone, come ad esempio in Sicilia (notevole nubifragio – circa 100 mm – a Palermo il giorno 18) oppure nel Gargano (eccezionali precipitazioni – circa 250 mm – con alluvione lampo il giorno 19 a S. Marco in Lamis, in provincia di Foggia).

Tra valori estremi (picchi oltre i 40 gradi in Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna – sfiorato il record a Olbia con 42.1°C) e fasi al di sotto della norma, in questo quadro le temperature hanno dato origine a un’anomalia complessiva decisamente positiva: +1.2°C sopra la media che rappresenta il 6° valore più elevato dall’inizio delle registrazioni, dopo quelli del 2015 (il più caldo con +2.7°C di anomalia), 2003, 2006, 2012 e 2019, con gli scarti più elevati sulle regioni meridionali (mediamente +1.6°C fra Sud e Isole) e centrali (+1.4°C) più ostinatamente interessate dalle incursioni di aria torrida nord-africana.
Per il Sud si tratta del 3° valore più elevato nell’ambito della serie storica di luglio, mentre il dato del Centro occupa la quinta posizione.

Dunque l’estate procede su livelli ben oltre la media con un’anomalia del bimestre giugno-luglio di +1.6°C che, escludendo l’estate “fuori scala” del 2003, per il momento risulta paragonabile ai valori delle estati più calde della serie (2012, 2015, 2017 e 2019). Da inizio anno lo scarto dalla media risale leggermente (+0.6°C) rimanendo tuttavia ancora fra i più contenuti nell’ambito degli anni più caldi a causa soprattutto della flessione termica primaverile.

Maltempo estremo e siccità: nel complesso ha piovuto poco più del normale, ma con forti differenze nelle diverse zone del paese

Dal punto di vista delle precipitazioni, in generale il mese si presenta a prima vista in linea con la norma, addirittura leggermente più piovoso della media.

Tuttavia, questo risultato deriva dalla combinazione fra i settori che hanno sperimentato consistenti accumuli di pioggia, ossia le Alpi e l’alta pianura padana, e le vaste aree che, invece, si sono distinte per la scarsità di precipitazioni che vanno dall’Emilia Romagna e le coste dell’alto Adriatico fino a gran parte del Centro-Sud, esclusa la Sicilia dove la breve fase di maltempo dovuta al passaggio della vasta depressione che ha messo temporaneamente in standby l’estate a metà mese, ha favorito in poche ore accumuli ben oltre la media mensile della regione.

Di fatto l’anomalia di +312% (più del quadruplo delle precipitazioni normali) si configura come la più elevata per la Sicilia nel mese di luglio, così come i 31 mm accumulati in poche ore nella stazione meteorologica dell’aeroporto di Palermo il giorno 18 (unico giorno di pioggia), che, al netto di alcuni dati mancanti, rappresentano il valore più elevato della serie storica, sia a livello giornaliero, sia come massimo mensile di luglio.

Notevole il risultato anche per il Nord-Ovest dove il surplus di +81% sale al 3° posto fra i più abbondanti degli ultimi 40 anni dopo i dati dei disastrosi 2002 e 2014.

Nella stagione estiva in corso per il momento prevalgono i segni negativi (-29% a livello nazionale nel bimestre giugno-luglio), tranne in Sicilia che risente del dato di luglio e al Nord-Ovest dove gli accumuli di giugno e di luglio si bilanciano. Da inizio anno il valore complessivo resta leggermente sotto la media (-4%) con il Centro, la Sardegna e il Nord-Est che evidenziano ancora una piovosità inferiore alla norma (-17%, -14% e -4% rispettivamente, da gennaio), parzialmente controbilanciati dagli esuberi in Sicilia, al Sud e al Nord-Ovest (+15%, +5% e +4% rispettivamente, da gennaio).

Le elaborazioni del Copernicus Climate Change Service evidenziano un ennesimo mese in cima alla classifica fra i più caldi a livello globale. In particolare questo luglio divide il 3° posto con quello del 2020, con uno scarto di +0.33°C sopra la media del trentennio 1991-2020, alle spalle dei più caldi mesi di luglio del 2019 (+0.40°C di scarto) e del 2016 (+0.36°C di scarto).
La medesima classifica è valida anche in termini assoluti: di fatto la temperatura media globale del luglio di quest’anno è anche la 3° più elevata nell’ambito della serie che comprende tutti i mesi dell’anno. Per il continente europeo si tratta del 2° luglio più caldo della serie dopo quello del 2010, con un’anomalia di +1.4°C rispetto alla media. Notevoli le anomalie positive sui Paesi dell’est, nel comparto settentrionale e su quello sud-orientale interessati frequentemente da strutture anticicloniche accompagnate da incursioni di aria calda. Più contenute e generalmente sotto la media, invece, le temperature fra la Penisola Iberica e l’Europa centrale più spesso coinvolte in situazioni di tempo instabile e perturbato accompagnate da afflussi di aria più fresca.

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MONDO SCONVOLTO da caldo, incendi e maltempo estremo: È TROPPO TARDI? Lo studio https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/mondo-sconvolto-da-caldo-incendi-e-maltempo-estremo-e-troppo-tardi-lo-studio/ Tue, 03 Aug 2021 13:44:16 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/mondo-sconvolto-da-caldo-incendi-e-maltempo-estremo-e-troppo-tardi-lo-studio/ I cambiamenti climatici sono già qui: lo vediamo ogni anno in modo più evidente nel mondo come nel nostro Paese, che solo nelle ultime settimane è stato sconvolto da incendi devastanti e ondate di maltempo estremo che hanno sferzato il Nord con violente grandinate, alluvioni, trombe d’aria. I numeri sono raccapriccianti, non solo per i …

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I cambiamenti climatici sono già qui: lo vediamo ogni anno in modo più evidente nel mondo come nel nostro Paese, che solo nelle ultime settimane è stato sconvolto da incendi devastanti e ondate di maltempo estremo che hanno sferzato il Nord con violente grandinate, alluvioni, trombe d’aria.

I numeri sono raccapriccianti, non solo per i danni economici ma anche per le vite umane che vengono spezzate dagli effetti dei cambiamenti climatici. Solo l’ondata di caldo estremo che ha colpito il Nord America a giugno ha ucciso centinaia di persone tra Stati Uniti e Canada, e dopo poche settimane il cuore dell’Europa è stato flagellato da un’ondata di maltempo senza precedenti, che ha distrutto interi paesi e provocato la morte di quasi 200 persone.

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Possiamo ancora contrastare i cambiamenti climatici?

Se lo sono chiesto i ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research e del German Development Institute, e il loro lavoro ha acceso nuove speranze sulle nostre chance per il futuro. Un mondo in grado di combattere i cambiamenti climatici è ancora possibile, rivela lo studio, che propone una strategia che ci permetterebbe di salvaguardare la salute e la sopravvivenza delle persone e allo stesso tempo fare dei passi avanti sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) sono i 17 goal che i paesi membri delle Nazioni Unite si sono posti con l’Agenda 2030. Sono relativi a clima e ambiente ma anche alla giustizia e ai diritti umani, e prevedono di:

  • Porre fine alla povertà in tutte le sue forme;
  • Azzerare la fame, realizzare la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile;
  • Garantire le condizioni di salute e il benessere per tutti a tutte le età;
  • Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti;
  • Realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni di vita delle donne;
  • Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e condizioni igieniche per tutti;
  • Assicurare l’accesso all’energia pulita, a buon mercato e sostenibile per tutti;
  • Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro decoroso per tutti;
  • Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l’industrializzazione sostenibile e inclusiva e favorire l’innovazione;
  • Riduzione delle disuguaglianze tra i Paesi;
  • Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili;
  • Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili;
  • Fare un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto;
  • Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine per un loro sviluppo sostenibile;
  • Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione sostenibile delle foreste, combattere la desertificazione, fermare e rovesciare la degradazione del territorio e arrestare la perdita della biodiversità;
  • Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, realizzare istituzioni effettive, responsabili e inclusive a tutti i livelli
  • Rinforzare i significati dell’attuazione e rivitalizzare le collaborazioni globali per lo sviluppo sostenibile.
Fonte: UNDP

Il 2030 è davvero vicino, e per come stanno andando adesso le cose appare chiaro che, senza una svolta, non riusciremo a raggiungere neppure uno dei 17 obiettivi.
«La buona notizia è che abbiamo i mezzi per cambiare la situazione», ha detto Björn Soergel, scienziato del Potsdam Institute for Climate Impact Research.

Il nuovo studio presenta infatti la possibilità di tracciare un nuovo percorso di sviluppo che può portarci verso un mondo più sostenibile, giusto e prospero per tutti, così come previsto dagli impegni che i responsabili politici hanno assunto con l’Accordo di Parigi e gli SDGs.

Il passo fondamentale è quello di adottare un nuovo approccio: la maggior parte degli obiettivi sono strettamente legati tra di loro, e non possono essere considerati e affrontati singolarmente. Per fare progressi non bastano politiche climatiche che siano coerenti con l’Accordo di Parigi, ma servono misure aggiuntive come incentivare un’alimentazione sana, disporre finanziamenti internazionali per il clima e ridistribuire le entrate del carbon pricing a favore dei più poveri. «Queste sono alcune delle leve per fare progressi concreti verso gli SDGs entro il 2030 e per procedere su questa strada fino al 2050 e oltre», ha detto il dottor Soergel, spiegando che «permetterebbero di conciliare una vita dignitosa per tutti con il rispetto dei limiti ecologici del nostro pianeta».

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Il contrasto ai cambiamenti climatici deve essere dunque accompagnato da una vasta gamma di politiche mirate a cambiare e migliorare gli stili di vita.
I ricercatori hanno preso per esempio l’introduzione di cambiamenti nella nostra alimentazione: la semplice riduzione delle proteine animali avrebbe un impatto davvero significativo sulla nostra salute e su quella del pianeta, dall’inquinamento al clima, passando per il consumo di suolo e di acqua. Da tempo il mondo della medicina è concorde nell’affermare che una dieta equilibrata con più modeste quantità di alimenti di origine animale sia molto più sana di quella che mediamente viene adottata nei paesi industrializzati. Inoltre, la produzione alimentare richiederebbe il consumo di molto meno terreno, acqua e fertilizzanti, e ci permetterebbe di ridurre in modo considerevole le emissioni di gas serra.

Un’altra area di intervento include l’equità globale e la riduzione della povertà da perseguire con finanziamenti internazionali per il clima e una ridistribuzione a favore dei poveri dei ricavi derivati dal carbon pricing.
«Abbiamo scoperto che le politiche climatiche possono anche ridurre la povertà nel sud del mondo», ha detto Soergel, grazie al sostegno di politiche di sviluppo sostenibile che vanno «a beneficio sia del pianeta che delle persone».

«La nostra analisi propone un possibile percorso verso un futuro più sostenibile», conclude lo scienziato. E avverte: ora «spetta ai politici e alla società in generale trasformare questa visione in azioni concrete».

Lo studio è stato pubblicato su Nature ed è consultabile a questo link.

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La Siberia è in fiamme: dopo una primavera eccezionalmente calda, le ultime settimane sono state segnate dall’esplosione di centinaia di incendi nel nord-est della Russia. La regione più colpita è la Jacuzia, in Siberia, nota per essere tra i posti più freddi del mondo, e i numeri dell’emergenza sono già impressionanti.

Finora in Siberia sono andati in fumo oltre 1,5 milioni di ettari di vegetazione, un’area grande all’incirca come la Calabria.

Una tragedia che sta ormai diventando la norma per la regione, che anche negli ultimi due anni ha dovuto far fronte a incendi record. Nell’estate 2020 i roghi che hanno colpito la Jacuzia hanno rilasciato nell’atmosfera una quantità di anidride carbonica pari a quella generata dall’utilizzo di carburanti fossili dell’intero 2018 in Messico. La stagione 2021, ora, si profila perfino peggiore.

La gravità della situazione è ormai innegabile, tanto che perfino il presidente Putin sta facendo (tardivi) passi indietro sul suo tristemente celebre negazionismo climatico. Dopo aver ripetuto per anni che la crisi climatica non fosse di origine antropica, e aver perfino suggerito che la fusione dei ghiacci dell’Artico potesse favorire l’economia della Russia, di recente ha ammesso che chi ritiene che il cambiamento climatico sia legato all’attività umana lo fa «non senza ragione», e ha affermato che «dobbiamo ridurre al minimo l’impatto che abbiamo».

A fare paura è anche la qualità dell’aria: secondo The Siberian Times molte persone hanno affermato di avere difficoltà a respirare e si sono lamentate di dolori alla testa e alla gola. L’ex sindaca di Yakustsk, la città più grande della regione, ha condiviso un video impressionante che mostra alcune persone intente a camminare davanti alle auto per aiutare i conducenti a guidare nello smog, così denso da rendere estremamente difficile vedere cosa si ha di fronte.

Il rischio di soffocare è altissimo, e le autorità locali hanno detto ai 320 mila residenti della zona di rimanere in casa. I livelli di particolato atmosferico sono eccezionalmente elevati, e si teme che nell’aria ci siano anche alte concentrazioni di sostanze chimiche come ozono, benzene e acido cianidrico: probabilmente siamo di fronte a uno dei peggiori eventi di inquinamento atmosferico mai registrati al mondo.
I dati che arrivano dai satelliti delineano una situazione allarmante: negli ultimi giorni i livelli di PM2.5, particelle molto pericolose per la salute che possono entrare nel flusso sanguigno e danneggiare gli organi umani, hanno superato i mille microgrammi per metro cubo, oltre 40 volte la soglia limite raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

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CLIMA ITALIA, giugno tra i più caldi nel Paese, preoccupa la scarsità di piogge: ECCO I DATI https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/giugno-tra-i-piu-caldi-mai-registrati-in-italia-preoccupa-la-scarsita-di-piogge-ecco-i-dati/ Sun, 11 Jul 2021 06:52:49 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/giugno-tra-i-piu-caldi-mai-registrati-in-italia-preoccupa-la-scarsita-di-piogge-ecco-i-dati/ Mentre in Italia la primavera è stata segnata dal clima più freddo degli ultimi 17 anni, con il mese di giugno abbiamo vissuto una svolta repentina verso una circolazione tipicamente estiva, inizialmente connotata da condizioni di tempo un po’ instabile e a tratti perturbato, ma caratterizzata dall’improvvisa risalita di masse d’aria calda, non solo verso …

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Mentre in Italia la primavera è stata segnata dal clima più freddo degli ultimi 17 anni, con il mese di giugno abbiamo vissuto una svolta repentina verso una circolazione tipicamente estiva, inizialmente connotata da condizioni di tempo un po’ instabile e a tratti perturbato, ma caratterizzata dall’improvvisa risalita di masse d’aria calda, non solo verso il nostro Paese, ma anche verso l’Europa centro-settentrionale.

Questo improvviso cambio di scenario ha favorito un balzo delle temperature al di sopra della media, in un crescendo che ha portato all’innesco della prima intensa ondata di calore della stagione nella seconda metà del mese.

Clima Italia, gli anni più caldi

Durante le fasi più “cruente” di questa ondata di caldo intenso, che dal giorno 19 si è protratta fino all’inizio di luglio interessando in maniera più diretta e insistente le regioni centro-meridionali e parte del Nord-Est, non sono mancati nuovi record di temperatura in particolare sulle Isole maggiori. In Sardegna spicca Olbia con 40.5°C rilevata il giorno 20, che rappresenta per questa città la nuova massima assoluta di giugno dal 1969. Anche in Sicilia, dal giorno 21 al 24, è stata superata la soglia dei 40°C, in particolare in diverse località fra il settore centrale e sud-orientale dell’isola dove sono stati stabiliti nuovi record, in alcuni casi più elevati anche di quelli di luglio.
Caldo intenso anche sulle regioni del Sud peninsulare, ma con picchi lontani dai record raggiunti ad esempio durante l’ondata di calore del giugno 2007 (in quell’occasione i termometri salirono fino a 47°C a Foggia e 45.5°C a Bari); tuttavia, si segnalano i 36.4°C di S. Maria di Leuca che eguagliano il record toccato nel 1952.

Nel 2021 il 4° giugno più caldo mai registrato in Italia: 2°C oltre la media

In generale, dunque, per l’Italia il mese di giugno spicca per un clima decisamente caldo: abbiamo registrato un’anomalia pari a +2°C sopra la media del trentennio 1981-2010, che rappresenta il 4° valore più elevato della serie storica dopo l’irraggiungibile giugno del 2003, che si chiuse con +3.9°C di anomalia, e quelli del 2019 e 2017 che si distinsero per uno scarto dalla media di +2.5°C.
Questo risultato consente una risalita dell’anomalia media calcolata da inizio anno che, dopo la costante discesa degli ultimi mesi, si riporta a +0.5°C, valore comunque per il momento non molto di spicco nell’ambito dell’insieme degli anni più caldi.

Clima Italia, giugno a secco: è arrivata meno della metà della pioggia tipica del periodo

Per quel che riguarda le precipitazioni, è stato un mese piuttosto siccitoso con meno della metà del quantitativo normale (anomalia pari a -56% a livello nazionale).

Questo valore rappresenta il 3° più basso della serie storica che parte dalla fine degli anni ’50 dopo quello del 2019 (-74%) e molto vicino a quello del 2012 (-57%). Su questa anomalia ha pesato soprattutto il deficit riscontrato al Centro-Nord, in particolare lo scarto pari a -70% osservato al Nord-Est che rappresenta per questo settore il valore più basso della serie storica. In effetti sono transitati solo cinque sistemi nuvolosi organizzati, di cui alcuni piuttosto deboli o marginali: quattro nella prima settimana e il quinto a fine mese. Altre precipitazioni sono state innescate dalle condizioni di instabilità che si sono manifestate più che altro nella prima decade e, limitatamente alle Alpi e parte del Nord-Ovest, anche dopo la metà del mese.
Con il pesante deficit di giugno continua la discesa dell’anomalia calcolata da inizio anno che si porta al di sotto della media assestandosi a -5% rispetto al dato climatico di riferimento del trentennio 1981-2010.

Nonostante la generale scarsità di piogge, durante queste fasi instabili e perturbate non sono mancati locali fenomeni molto intensi come nubifragi o grandinate, anche in alcuni capoluoghi come Roma, Milano e Torino.

È stato un giugno molto caldo anche nel resto d’Europa e in tutto il mondo

Per il continente europeo si è trattato del 2° giugno più caldo della serie storica, dopo quello del 2019, con uno scarto pari a +1.5°C sopra la media del trentennio 1991-2020, calcolato dal Copernicus Climate Change Service. Notevoli le anomalie osservate sui Paesi centrali e nord-orientali frequentemente interessati dalle risalite di masse d’aria subtropicale. In questo contesto la città di Helsinki ha sperimentato il giugno più caldo della serie storica secolare.
Sempre secondo le elaborazione del Copernicus Climate Change Service, per l’intero globo è stato il 4° giugno più caldo, alle spalle dei mesi di giugno del 2019, 2020 e 2016, con uno scarto di +0.21°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Oltre a quelle dell’Europa, spiccano le forti anomalie positive sull’Africa nord-occidentale, in Medio Oriente, nella Russia occidentale, nella Siberia settentrionale e nel Nord America: eccezionali i valori di temperatura massima rilevati in Canada dove sono stati battuti diversi record, in particolare in British Columbia nella località di Lytton (posizionata oltre i 50° Nord) dove il giorno 29 sono stati sfiorati i 50°C, più esattamente 49.6°C che rappresentano anche il più alto valore in assoluto osservato in Canada.

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GIUGNO 2021 è stato tra i più CALDI mai registrati per il mondo https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-mese-di-giugno-e-stato-tra-i-piu-caldi-mai-registrati-per-il-mondo/ Wed, 07 Jul 2021 13:32:35 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-mese-di-giugno-e-stato-tra-i-piu-caldi-mai-registrati-per-il-mondo/ Giugno 2021 è stato segnato da un clima particolarmente caldo, che ha collocato quello appena trascorso tra i mesi di giugno più roventi mai registrati nella storia del Pianeta. I dati resi noti dal programma europeo Copernicus rivelano infatti che mediamente, nel mondo, nel mese di giugno abbiamo registrato un clima più caldo della media …

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Giugno 2021 è stato segnato da un clima particolarmente caldo, che ha collocato quello appena trascorso tra i mesi di giugno più roventi mai registrati nella storia del Pianeta.

I dati resi noti dal programma europeo Copernicus rivelano infatti che mediamente, nel mondo, nel mese di giugno abbiamo registrato un clima più caldo della media del periodo 1991-2020 di 0,21 gradi. Con questa anomalia, quello appena trascorso conquista il 4° posto nella classifica dei mesi di giugno più caldi mai registrati, a pari merito con il 2018. Sul podio ci sono i mesi di giugno del 2016, del 2019 e del 2020, in un elenco che catalogando solo anni recenti ci conferma in modo evidente la tendenza a osservare temperature sempre più elevate.

Clima, per l’Europa è stato il secondo giugno più caldo mai registrato

Mentre il mondo ha vissuto il quarto giugno più caldo dall’inizio delle registrazioni l’anomalia risulta ancora più significativa per l’Europa, dove mediamente il clima è stato più caldo del normale di 1,5 gradi. L’unico mese di giugno con temperature più elevate di questo è stato quello del 2019.

clima giugno 2021
Fonte: Copernicus

Il clima vissuto dall’Europa nel mese di giugno si inquadra in un contesto di temperature insolitamente elevate che dall’Africa nordoccidentale si estendeva attraverso il nostro continente e verso l’Asia, fino all’Iran, all’Afghanistan e all’ovest del Pakistan.

ITALIA – Giugno 2021 tra caldo anomalo e siccità: al Nord-Est è stato il più secco in assoluto

Nell’emisfero settentrionale il mese di giugno è stato eccezionalmente caldo anche per i settori nord della Siberia e quelli centrali e occidentali del Nord America. Ricordiamo bene le immagini impressionanti che sono giunte dagli Stati Uniti nordoccidentali e dal Sud-Ovest del Canada, dove la colonnina di mercurio è schizzata su valori finora impensabili in un’ondata di caldo che ha provocato gravissimi incendi e, purtroppo, anche molte vittime.

clima giugno 2021
L’anomalia termica del mese di giugno. Fonte: Copernicus
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Giugno 2021 tra caldo anomalo e siccità: al Nord-Est è stato il più secco in assoluto https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/giugno-2021-tra-caldo-anomalo-e-siccita-al-nord-est-e-stato-il-piu-secco-in-assoluto/ Sat, 03 Jul 2021 05:57:27 +0000 https://www.iconameteo.it/primo-piano/giugno-2021-tra-caldo-anomalo-e-siccita-al-nord-est-e-stato-il-piu-secco-in-assoluto/ Come è facile intuire seguendo le proprie sensazioni, il mese di giugno in Italia è stato piuttosto caldo e decisamente siccitoso. Nonostante il paragone con il mese di giugno del 2003 resti alquanto azzardato (in quell’occasione lo scarto dalla media raggiunse l’abominevole valore di +3.9°C), con 2°C sopra la media del trentennio 1981-2010 il giugno …

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Come è facile intuire seguendo le proprie sensazioni, il mese di giugno in Italia è stato piuttosto caldo e decisamente siccitoso.

Nonostante il paragone con il mese di giugno del 2003 resti alquanto azzardato (in quell’occasione lo scarto dalla media raggiunse l’abominevole valore di +3.9°C), con 2°C sopra la media del trentennio 1981-2010 il giugno di quest’anno si piazza comunque al 4° posto fra i più caldi dopo, appunto, l’irraggiungibile giugno del 2003 e quelli del 2019 e 2017 che si chiusero con 2.5°C sopra la media.

Nel corso del mese le temperature sono rimaste sempre sopra la norma, eccetto nei primi due giorni in cui si sono fatti sentire gli effetti del fresco mese di maggio che ha chiuso la primavera più fredda degli ultimi 17 anni; chiaramente ha pesato molto l’innesco della prima ondata di calore della stagione che, tra fasi più o meno “cruente” in cui non sono mancati nuovi record di temperatura massima in particolare sulle isole maggiori, si è protratta dal giorno 19 fino a fine mese.

Foto di jplenio da Pixabay

Per quel che riguarda le precipitazioni, globalmente ha piovuto meno della metà del quantitativo normale (anomalia pari a-56% a livello nazionale). Questo valore rappresenta il 3° più basso della serie storica che parte dalla fine degli anni ’50: il 3° giugno più siccitoso dopo quello del 2019 (con uno scarto pari a -74%) e molto vicino a quello del 2012 (con -57% di scarto). Un dato notevole è rappresentato dall’anomalia osservata al Nord-Est nel suo insieme, pari a -70%, che rappresenta per questo settore il valore più basso della serie storica.

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G7, al via il SUMMIT: getterà le fondamenta per una RIPARTENZA VERDE? https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/g7-al-summit-in-cornovaglia-si-progetta-la-ricostruzione-i-grandi-della-terra-getteranno-le-fondamenta-per-una-ripartenza-piu-verde/ Fri, 11 Jun 2021 07:37:02 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/g7-al-summit-in-cornovaglia-si-progetta-la-ricostruzione-i-grandi-della-terra-getteranno-le-fondamenta-per-una-ripartenza-piu-verde/ Completamente realizzati con rifiuti elettronici, i volti giganteschi dei grandi del mondo sovrastano la spiaggia di Sandy Acres, lungo la costa in cui oggi gli stessi leader del G7 si incontreranno. L’opera si intitola Mount Recyclemore, è alta circa 3 metri e raffigura il premier britannico Boris Johnson, il premier giapponese Yoshihide Suga, il presidente francese …

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Completamente realizzati con rifiuti elettronici, i volti giganteschi dei grandi del mondo sovrastano la spiaggia di Sandy Acres, lungo la costa in cui oggi gli stessi leader del G7 si incontreranno.

L’opera si intitola Mount Recyclemore, è alta circa 3 metri e raffigura il premier britannico Boris Johnson, il premier giapponese Yoshihide Suga, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del consiglio italiano Mario Draghi, il premier canadese Justin Trudeau, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Usa Joe Biden.

È stata realizzata dall’artista Joe Rush e da musicMagpie, rivenditore britannico di elettronica di seconda mano, con la collaborazione di circa 15 artisti: rimarrà sulla spiaggia fino a domenica per poi essere allestita nella sede di musicMagpie nella Greater Manchester.

 

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Servirà a sensibilizzare i big del G7 sulle tematiche ambientali e climatiche?

Di recente il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha affermato in un’intervista rilasciata al Guardian che «stiamo arrivando al punto di non ritorno».

Le politiche del G7 saranno fondamentali per contrastare la crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo, e che si profila catastrofica. Uno studio ha stimato l‘impatto dei cambiamenti climatici annunciando che, di questo passo, proprio i Paesi del G7 vanno dritti verso una crisi economica doppia rispetto a quella provocata dal Covid-19.

Dai leader sono arrivati alcuni segnali positivi. A maggio hanno raggiunto un accordo per fermare i finanziamenti alle centrali a carbone entro la fine del 2021; di recente Boris Johnson, padrone di casa in questo incontro e nella COP26, ha auspicato da parte degli stessi leader la firma di una sorta di “piano Marshall” sul clima che permetta di sostenere i Paesi in via di sviluppo a de-carbonizzare le loro economie.

Peccato che lo stesso Johnson sia finito nella bufera, proprio alla vigilia del G7, per aver scelto di utilizzare il proprio jet privato, estremamente inquinante, per raggiungere la sede dell’incontro, abbastanza vicina a Londra da poter essere raggiunta piuttosto comodamente in treno.

Dando un messaggio davvero poco in linea con l’impegno ambientale e climatico in cui molti speravano, il prime minister ha pensato bene di annunciare il proprio arrivo in Cornovaglia pubblicando l’immagine del suo sbarco dal jet:

Nonostante alcune premesse che possono sembrare poco promettenti, il summit del G7 potrebbe davvero rappresentare un momento importante nell’impegno dei Grandi della Terra sulle tematiche legate al clima e all’ambiente, e la speranza è che possa portare ad azioni più incisive.

Il g7 in Cornovaglia potrebbe gettare le fondamenta per una “ricostruzione verde”

Il summit durerà fino a domenica 13 giugno, e rappresenterà per i leader il primo incontro di persona dall’inizio della pandemia. Le aspettative sono alte, anche in vista delle opportunità inedite messe sul tavolo dalla necessità di impostare una nuova ripartenza dopo l’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il mondo dell’ultimo anno e mezzo.

Proprio il tema della “ricostruzione” sarà il fil rouge su cui si svilupperanno gli incontri del leader, dedicati tutti alla tematica del “Building Back” che di volta in volta sarà affrontata sotto un diverso punto di vista, dalla salute alla politica estera. Clima e ambiente saranno al centro soprattutto nella giornata di domenica, in occasione della sessione di lavoro che è stata intitolata “Building back Greener – Climate and Nature”.

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MAGGIO più caldo della media globalmente, ma con GRANDI DIFFERENZE a livello locale: i dati https://www.iconameteo.it/news/video/nel-mondo-il-mese-di-maggio-e-stato-un-po-piu-caldo-della-media-ma-con-grandi-differenze-a-livello-locale-i-dati/ Mon, 07 Jun 2021 08:41:06 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/nel-mondo-il-mese-di-maggio-e-stato-un-po-piu-caldo-della-media-ma-con-grandi-differenze-a-livello-locale-i-dati/ Globalmente, il nostro pianeta si lascia alle spalle un mese di maggio leggermente più caldo della media degli ultimi 30 anni. Rispetto al clima che abbiamo vissuto nei mesi di maggio tra il 1991 e il 2020, infatti, la temperatura è stata più elevata di 0.26°C. A colpire, dei dati relativi al mese di maggio, …

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Globalmente, il nostro pianeta si lascia alle spalle un mese di maggio leggermente più caldo della media degli ultimi 30 anni. Rispetto al clima che abbiamo vissuto nei mesi di maggio tra il 1991 e il 2020, infatti, la temperatura è stata più elevata di 0.26°C.

A colpire, dei dati relativi al mese di maggio, sono soprattutto le notevoli differenze che si sono registrate nelle diverse zone del mondo. In alcune regioni, infatti, l’anomalia termica è stata molto più significativa, con un clima che è risultato decisamente più caldo o più freddo della media.

Quest’ultimo è il caso dell’Europa, e ce ne siamo accorti un po’ tutti: le ultime settimane sono state più fresche dei mesi di maggio che ci siamo abituati a vivere, specialmente negli ultimi anni.

Data source: ERA5. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

Come rivela il programma europeo Copernicus, che ha pubblicato il bollettino relativo al clima del mese di maggio, nel complesso tutto il nostro Continente ha registrato una temperatura inferiore alla media. Il centro dell’anomalia termica è stato localizzato nell’area della Germania, specificano gli esperti: il mese è stato caratterizzato da condizioni meteo cicloniche fuori stagione. La Germania ha vissuto il maggio più fresco dal 2010, e anche nel Regno Unito le temperature massime sono state tra le più basse mai registrate.

Data source: ERA5. Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

Alcune zone si sono comunque distinte per un clima più caldo del solito: temperature superiori alla media sono state registrate nei settori orientali del continente, nel sud della Spagna, in Grecia, in Turchia e nella Norvegia occidentale.
Spicca soprattutto l’anomalia termica dell’est Europa: in Russia la colonnina di mercurio ha superato la soglia dei 30 gradi anche a nord del Circolo Polare Artico, e sono stati registrati valori record in diverse zone del Paese.

Record impressionante in Russia, Urali roventi: a maggio più di 6 gradi oltre la media

Anche in altre parti del mondo il mese di maggio è stato più fresco della media degli ultimi trent’anni. Tra queste, le regioni centrali e meridionali degli Stati Uniti, parte del Canada settentrionale, il Centro-Sud dell’Africa, la Russia orientale e la Mongolia settentrionale, gran parte dell’India e l’est dell’Antartide.

Temperature superiori alla media sono invece state registrate nell’ovest della Groenlandia, in nord Africa, in Medio Oriente e nel nord della Siberia.

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CICLONI più violenti per il rapido RISCALDAMENTO dell’Oceano Indiano https://www.iconameteo.it/primo-piano/cicloni-piu-violenti-per-il-rapido-riscaldamento-delloceano-indiano/ Sat, 29 May 2021 10:28:14 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=63614 Il rapido riscaldamento dell’Oceano Indiano sta determinando una stagione dei cicloni molto più intensa. L’Oceano Indiano occidentale si è infatti riscaldato a un ritmo più rapido di qualsiasi altra zona degli oceani tropicali, e ciò sta contribuendo a tempeste più frequenti e violente. Lo scorso 18 maggio il ciclone Tauktae ha colpito la costa del …

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Il rapido riscaldamento dell’Oceano Indiano sta determinando una stagione dei cicloni molto più intensa.
L’Oceano Indiano occidentale si è infatti riscaldato a un ritmo più rapido di qualsiasi altra zona degli oceani tropicali, e ciò sta contribuendo a tempeste più frequenti e violente.

Lo scorso 18 maggio il ciclone Tauktae ha colpito la costa del Gujarat, nell’India occidentale, con venti a 220 chilometri all’ora. Piogge violente e intense mareggiate hanno colpito anche gli stati di Maharashtra, Goa, Karnataka e Kerala. Al termine del passaggio devastante di questo ciclone si sono contate oltre 90 vittime. Negli ultimi giorni il ciclone Yaas ha portato altre vittime e distruzione.

Cicloni più frequenti e intensi

Secondo gli scienziati dell’Indian Institute of Tropical Meteorology (IITM) la forza di questo ciclone è solo l’ultima prova di una tendenza climatica che si sta imponendo. Il Mar Arabico, da sempre con temperature superficiali più basse rispetto al Golfo del Bengala, si sta rapidamente riscaldando sparigliando le carte rispetto al numero dei cicloni in quella zona. Mentre mediamente nel Golfo del Bengala si sviluppano dai due ai tre cicloni all’anno, il Mar Arabico non ne aveva quasi nessuno o al massimo uno.

Nella stagione dei premonsoni il Mar Arabico si è riscaldato di circa 1,4°C negli ultimi 40 anni ed è stato osservato come l’intensità e la frequenza dei cicloni in questo settore stiano aumentando.
Un’intensificazione di 55 chilometri orari in meno di 24 ore è definita come rapida e il ciclone Tauktae si è rafforzato di ben 83 km/h in 24 ore.

È noto che i cicloni aumentino di intensità su acque più calde. Il Mar Arabico e parte dell’Oceano Indiano occidentale, registrano generalmente temperature superficiali inferiorei a 28°C. In questi settori si sono formati solo 93 cicloni tra il 1891 e il 2000. Nel il più caldo Golfo del Bengala, invece, le temperature sono permanentemente al di sopra dei 28°C e si sono registrati 350 cicloni nello stesso periodo.

Tra il 2001 e il 2021, 28 cicloni si sono formati nel Mar Arabico, insieme a un marcato aumento dell’intensità delle tempeste, alimentato dall’aumento delle temperature della superficie del mare che hanno raggiunto i 31°C. Le proiezioni climatiche mostrano che il Mar Arabico continuerà a riscaldarsi a un ritmo più veloce di quello che abbiamo visto prima e che ci saranno cicloni sempre più intensi nel Mar Arabico. Si tratta di una proiezione preoccupante perché in India il 14% dei suoi abitanti vive in zone costiere e questo dato demografico sarà in aumento nei prossimi anni.

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CLIMA, raddoppia la possibilità di raggiungere +1.5°C nei prossimi 5 ANNI https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-raddoppia-la-possibilita-di-raggiungere-1-5c-nei-prossimi-5-anni/ Fri, 28 May 2021 08:06:05 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-raddoppia-la-possibilita-di-raggiungere-1-5c-nei-prossimi-5-anni/ Il clima continua a mandare segnali chiarissimi: non c’è più tempo. A confermarlo è l’ultimo aggiornamento climatico dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), secondo il quale c’è circa il 40% di possibilità che la temperatura globale media annuale raggiunga temporaneamente 1,5°C al di sopra del livello preindustriale in almeno uno dei prossimi cinque anni. Probabilità che aumentano …

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Il clima continua a mandare segnali chiarissimi: non c’è più tempo. A confermarlo è l’ultimo aggiornamento climatico dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), secondo il quale c’è circa il 40% di possibilità che la temperatura globale media annuale raggiunga temporaneamente 1,5°C al di sopra del livello preindustriale in almeno uno dei prossimi cinque anni. Probabilità che aumentano con il tempo. Esiste inoltre una probabilità del 90% che almeno un anno tra il 2021-2025 diventi il ​​più caldo mai registrato.

Clima, nei prossimi cinque anni raddoppia la possibilità di raggiungere temporaneamente +1,5°C

Secondo l’aggiornamento climatico dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, nei prossimi cinque anni la temperatura globale media annuale dovrebbe essere almeno 1°C più calda – compresa nell’intervallo 0,9°C – 1,8°C -, rispetto ai livelli preindustriali. La possibilità di raggiungere temporaneamente 1,5°C è quasi raddoppiata rispetto alle previsioni dello scorso anno. È molto improbabile (10% di possibilità) che la temperatura globale media annuale per l’intero periodo 2021-2025 sarà di 1,5°C più calda rispetto ai livelli preindustriali.

Clima, con impegni attuali riscaldamento globale a +2,4°C entro la fine del secolo

L’aggiornamento climatico ha inoltre stabilito che nel periodo 2021-2025 è probabile che quasi tutte le regioni, tranne alcune parti degli Oceani meridionali e del Nord Atlantico, siano più calde rispetto al recente passato (prendendo come media di riferimento il periodo 1981-2010). Ci saranno più cicloni tropicali nell’Atlantico rispetto al recente passato. Nel 2021, è probabile che l’Artico si sia riscaldato di oltre il doppio della media globale. Inoltre, il Nord America sudoccidentale sarà probabilmente più secco del recente passato mentre la regione del Sahel e l’Australia saranno probabilmente più umide.

Clima WMO
World Meteorological Organization – Anomalie medie annuali osservate di temperatura vicino alla superficie (° C, in alto), pressione (hPa; al centro) e precipitazioni (mm / giorno, in basso) rispetto al periodo 1981-2010. La colonna di sinistra mostra l’anno 2020, la colonna di destra si riferisce alla media del quinquennio 2016-2020. Le temperature sono una media di tre set di dati osservativi: HadCRUT5 (Morice et al., 2021, aggiornato), NASA-GISS (Hansen et al., 2010, aggiornato) e NCDC (Karl et al., 2015, aggiornato). La pressione a livello del mare è HadSLP2r (Allan e Ansell, 2006, aggiornato). La precipitazione è GPCP (Adler et al, 2003, aggiornato).

WMO: «Queste sono più che semplici statistiche»

«Queste sono più che semplici statistiche», ha detto il Segretario Generale del WMO, Prof. Petteri Taalas. «L’aumento delle temperature significa più ghiaccio che si scioglie, più alto livello del mare, più ondate di calore e altre condizioni meteorologiche estreme, e maggiori impatti sulla sicurezza alimentare, sulla salute, sull’ambiente e sullo sviluppo sostenibile».

«Questo studio mostra – con un alto livello di competenza scientifica – che ci stiamo avvicinando in modo misurabile e inesorabile all’obiettivo inferiore rispetto all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. È ancora un altro campanello d’allarme sul fatto che il mondo abbia bisogno di accelerare gli impegni per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e raggiungere la neutralità del carbonio», ha concluso il Professor Taalas.

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Nel 2020 la crisi climatica ha causato il triplo degli sfollati rispetto alle guerre

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CLIMA, storica sentenza: SHELL condannata a tagliare drasticamente le sue emissioni https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-storica-sentenza-shell-dovra-ridurre-le-emissioni-del-45-entro-il-2030/ Thu, 27 May 2021 06:37:37 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-storica-sentenza-shell-dovra-ridurre-le-emissioni-del-45-entro-il-2030/ In Olanda si è consumata una storica sentenza sul clima. Un tribunale, nell’ambito di una causa intentata da una coalizione di associazioni ambientaliste, Friends of the Earth Netherlands, ha stabilito che la Royal Dutch Shell dovrà ridurre le sue emissioni di CO2 del 45% entro il 2030. È la prima volta che un tribunale decide …

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In Olanda si è consumata una storica sentenza sul clima. Un tribunale, nell’ambito di una causa intentata da una coalizione di associazioni ambientaliste, Friends of the Earth Netherlands, ha stabilito che la Royal Dutch Shell dovrà ridurre le sue emissioni di CO2 del 45% entro il 2030. È la prima volta che un tribunale decide che un’azienda petrolifera deve ridurre le sue emissioni, allineandosi così agli obiettivi climatici globali.

Emissioni zero 2050, la Roadmap dell’AIE: come cambia il mondo dell’energia

Clima, la sentenza Shell è «un punto di svolta nella storia»

È grande la soddisfazione delle associazioni ambientaliste che hanno vinto la battaglia contro Shell: «Questo è un punto di svolta nella storia», ha affermato Roger Cox, avvocato di Friends of the Earth Netherlands. «È un caso unico perché è la prima volta che un giudice ordina a una grande società inquinante di conformarsi all’accordo sul clima di Parigi. Questa sentenza potrebbe avere conseguenze importanti anche per altri grandi inquinatori», conclude.

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La corte ha rilevato che le emissioni di carbonio di Shell rappresentano una «minaccia molto seria» per i residenti olandesi e che l’azienda ha una «responsabilità individuale» nella riduzione delle emissioni. Attualmente l’azienda anglo-olandese punta a una riduzione del 20% dell’intensità di carbonio entro il 2030 e del 45% entro il 2035. Mentre Shell sostiene di essere perfettamente in linea con l’accordo di Parigi, Friends of the Earth Netherlands afferma che gli investimenti in corso dell’azienda nell’estrazione di petrolio e gas dimostrano che l’impegno a favore del clima non è stato preso sul serio.

Questo non è il primo caso sull’ambiente che vede Shell sconfitta. A gennaio, infatti, un’altra storica sentenza della Corte d’Appello dell’Aia ha condannato la multinazionale a risarcire alcuni contadini nigeriani per i danni provocati dalle perdite di petrolio.

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Usa, l’Agenzia per l’Ambiente pubblica il report osteggiato da Trump: dati allarmanti https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/usa-lagenzia-per-lambiente-pubblica-il-report-osteggiato-da-trump-dati-allarmanti/ Fri, 14 May 2021 10:43:42 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/usa-lagenzia-per-lambiente-pubblica-il-report-osteggiato-da-trump-dati-allarmanti/ L’ex presidente Usa Donald Trump rinviò fino all’ultimo l’uscita del report dell’Epa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, ma ora questo documento è stato reso pubblico e i dati parlano chiaro. Il negazionismo trumpiano appare un misero trucchetto oscurantista e nulla può davanti alla realtà. Nel report viene scritto nero su bianco che la crisi climatica …

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L’ex presidente Usa Donald Trump rinviò fino all’ultimo l’uscita del report dell’Epa, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente, ma ora questo documento è stato reso pubblico e i dati parlano chiaro.
Il negazionismo trumpiano appare un misero trucchetto oscurantista e nulla può davanti alla realtà.
Nel report viene scritto nero su bianco che la crisi climatica causata dall’uomo sta diventando sempre più grave così come gli eventi meteo estremi.

Usa, temperature in costante aumento

Negli Usa le temperature medie sono aumentate dal 1901, con un netto aumento del tasso di riscaldamento negli ultimi 30 anni. Otto dei primi 10 anni più caldi mai registrati si sono verificati a partire dal 1998. Le temperature medie globali mostrano una tendenza simile e tutti i primi 10 anni più caldi mai registrati a livello mondiale si sono verificati dal 2005. Le zone che hanno sperimentato un maggior aumento delle temperature sono alcuni settori settentrionali e occidentali del Paese e l’Alaska.

Dal 1896, le temperature medie invernali nei 48 Stati sono aumentate di quasi 3°F. Temperature un tempo considerate “estreme” stanno diventando sempre più comuni. Dagli anni ’70, le giornate estive insolitamente calde sono diventate più frequenti negli ultimi decenni negli Stati Uniti. Ma anche le temperature minime sono in netto aumento e le notti estive con valori molto elevati sono cresciute a un ritmo ancora più veloce. Questa tendenza ci indica che durante la notte il raffreddamento risulta sempre più difficile, con un danno diretto sulla salute delle persone, soprattutto sugli abitanti delle grandi città.

Gli Stati Uniti hanno sperimentato molti inverni con ondate di gelo record e valori insolitamente bassi, ma temperature invernali insolitamente fredde sono diventate meno comuni, in particolare le notti molto fredde. È più frequente, insomma, che si verifichino temperature diurne da record rispetto ai valori minimi. Le inondazioni costiere sono cinque volte più frequenti rispetto agli anni 50, specialmente nelle zone costiere lungo l’Atlantico e nella zona del Golfo del Messico.

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Aprile 2021, un mese in controtendenza per l’Italia: il più freddo degli ultimi 24 anni https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/aprile-2021-un-mese-in-controtendenza-per-litalia-il-piu-freddo-degli-ultimi-24-anni/ Wed, 12 May 2021 08:43:29 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/aprile-2021-un-mese-un-controtendenza-per-litalia-il-piu-freddo-degli-ultimi-24-anni/ Considerando le temperature, si è trattato di un aprile in netta controtendenza rispetto agli ultimi 15 anni. Infatti, la serie storica evidenzia valori costantemente sopra la media (del trentennio 1981- 2010) dal 2006 fino allo scorso anno, a differenza del dato del 2021 che crolla sensibilmente sotto. In realtà, con la vistosa anomalia di -0.8°C, …

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Considerando le temperature, si è trattato di un aprile in netta controtendenza rispetto agli ultimi 15
anni. Infatti, la serie storica evidenzia valori costantemente sopra la media (del trentennio 1981-
2010) dal 2006 fino allo scorso anno, a differenza del dato del 2021 che crolla sensibilmente sotto.

In realtà, con la vistosa anomalia di -0.8°C, risulta il più freddo degli ultimi 24 anni dato che per
trovare un valore più basso occorre tornare indietro fino al 1997. Questo aprile stile anni ’90 del
secolo scorso è stato contrassegnato da lunghi periodi sotto la media, alcuni giorni nella media e
solo due brevi periodi caldi, uno all’inizio ereditato dal finale bollente di marzo e uno alla fine
dovuto alla ricomparsa dopo quasi un mese dell’alta pressione sub-tropicale.

Aprile 2021: nuovi record di temperature minima in mezza Europa

Le fasi fredde sono state originate da diverse incursioni di masse d’aria dalle alte latitudini, la più intensa delle quali si è verificata fra i giorni 6 e 8: si è trattato di un’irruzione artica piuttosto inconsueta per il mese di aprile che ha determinato anche nuovi record di temperatura minima non solo in Italia, ma anche in diversi Paesi dell’Europa.

I nuovi primati sono stati osservati in particolare in Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Sardegna: si sono distinte ad esempio le stazioni di Verona con -3°C, Ferrara con -3.2°C, Grosseto con -4°C, Perugia con -6°C e Capo Frasca con 1.2°C.

Notevole la fase di gelo sulle Alpi che è stata localmente la più intensa dallo scorso
autunno. Di notevole portata soprattutto il contrasto con il precedente periodo: nell’arco di poco
più di una settimana si è passati da temperature in molti casi estive, con i nuovi record di
temperatura massima registrati alla fine di marzo (in particolare in Toscana), a condizioni
pienamente invernali caratterizzate anche da nevicate a quote collinari e in alcune zone
del Nord fino in pianura.

La distribuzione spaziale delle anomalie lascia intravedere un gradiente disposto da nord-est verso sud-ovest che riproduce a grandi linee dove e con che intensità le masse d’aria fredda hanno invaso il nostro territorio: le regioni maggiormente colpite dalle irruzioni fredde sono state quelle nord-orientali, dove infatti l’anomalia è stata di -1.4°C, seguite da quelle centrali, il Nord-Ovest e il Sud peninsulare con scarti pari a -0.8°C, -0.7°C e -0.6°C rispettivamente, per poi arrivare alla Sicilia con -0.4°C e infine alla regione più “lontana” dal freddo che è la Sardegna, l’unica a evidenziare un’anomalia positiva (+0.3°C).

Questa situazione, caratterizzata dalla frequente presenza di saccature sull’area euro-mediterranea e strutture anticicloniche estese verso le alte latitudini sul Nord Atlantico e sulla Russia, e quindi da poderosi scambi meridiani di masse d’aria, è stata originata da un Vortice Polare ancora debole e frastagliato, figlio del normale riscaldamento stagionale a quote stratosferiche (il cosiddetto Final Warming che a metà primavera porta il Vortice Polare nella “innocua” configurazione estiva) questa volta “dopato” dai processi dinamici invernali che si sono protratti per tutta la prima parte della stagione primaverile. Naturalmente gli scarti negativi di marzo e soprattutto di aprile contribuiscono a mantenere sotto la norma il valore della temperatura media primaverile (-0.5°C di anomalia) che per il momento risulta la più bassa degli ultimi 17 anni. Anche lo scarto dalla norma calcolato da inizio anno è fortemente influenzato dal dato di aprile: infatti, pur rimanendo positivo crolla di alcuni decimi di grado scendendo a +0.4°C a livello nazionale.

Aprile 2021 avaro di pioggia: -23% di anomalia

Per quel che riguarda le precipitazioni, nonostante il transito di un numero cospicuo di perturbazioni (11 sistemi nuvolosi in tutto) che hanno determinato una quantità di giorni piovosi più o meno nella media, il mese di aprile è stato piuttosto avaro di pioggia (-23% di anomalia complessiva) con quantitativi inferiori alla norma nella maggior parte del territorio, eccetto alcune aree, specie fra Veneto e Friuli Venezia Giulia dove gli accumuli sono stati nettamente superiori alla media per via soprattutto della fase di forte maltempo causata da due perturbazioni transitate in rapida sequenza fra il giorno 10 e il 13.

In effetti il Nord-Est è l’unica area dove le precipitazioni mensili hanno quasi raggiunto il quantitativo normale (solo -2% di anomalia), mentre nel resto del Paese hanno prevalso i deficit (-34% al Nord-Ovest, -32% al Centro, -18% al Sud, -21% in Sicilia e -15% in Sardegna). Dai dati negativi di aprile e di marzo ne scaturisce per il momento una primavera piuttosto siccitosa con circa un quarto di precipitazioni in meno rispetto alla media (più esattamente -26%) che rappresenta uno dei valori più bassi degli ultimi 60 anni. Il bilancio da inizio anno risente ancora del piovosissimo gennaio; infatti, pur subendo un ulteriore sensibile ridimensionamento, l’anomalia nazionale resta positiva (+9%).


Dalle elaborazioni del Copernicus Climate Change Service a livello globale il mese di aprile di quest’anno si posiziona al 7° posto fra i più caldi, alle spalle di quelli degli ultimi 5 anni e del 2010: notevoli le anomalie positive su Canada orientale, Groenlandia, nord della Russia e Medio Oriente, e altrettanto notevoli le anomalie negative su Canada settentrionale, Alaska, parte dell’Antartide e in Europa. Il dato negativo emerso sul nostro continente rappresenta il più basso degli ultimi 18 anni e pari a -0.9°C rispetto alla media del trentennio 1991-2020. Come già accennato, in molti Paesi europei sono stati osservati nuovi record di temperatura minima, specie nel settore centro-occidentale del continente e, fra le altre cose, anche il numero più elevato di giorni con temperature minime sottozero nel Regno Unito dal 1960.

In Francia è stato dichiarato lo stato di calamità a causa dei danni procurati dalle gelate tardive alle viti e alberi da frutto che avevano cominciato a svilupparsi precocemente per via del precedente periodo caldo.

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APRILE più caldo della media a livello globale, ma per l’EUROPA è andata diversamente. I dati https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/aprile-e-stato-piu-caldo-della-media-a-livello-globale-ma-per-leuropa-e-andata-diversamente-i-dati/ Fri, 07 May 2021 12:20:34 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/aprile-e-stato-piu-caldo-della-media-a-livello-globale-ma-per-leuropa-e-andata-diversamente-i-dati/ A livello globale, la temperatura media del mese di aprile è stata un po’ più elevata rispetto alla media del periodo tra il 1991 e il 2020, mentre in Europa il clima è stato un po’ più fresco. In particolare, in tutto il mondo si è registrata una temperatura di 0.2°C più elevata rispetto alla …

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A livello globale, la temperatura media del mese di aprile è stata un po’ più elevata rispetto alla media del periodo tra il 1991 e il 2020, mentre in Europa il clima è stato un po’ più fresco.

In particolare, in tutto il mondo si è registrata una temperatura di 0.2°C più elevata rispetto alla media 1991-2020, con un’anomalia che risulta più ampia se si prende in considerazione il periodo 1981-2010, che veniva usato come riferimento fino all’anno scorso.

Nuove medie per descrivere il clima. La spiegazione del climatologo

Clima, l’anomalia termica rispetto alla media 1991-2020. Crediti: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

 

Clima, l’anomalia termica rispetto alla media 1981-2010. Crediti: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

Per l’Europa l’aprile 2021 è stato il più fresco dal 2003, con un’anomalia negativa di 0,9 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni, ed è stato segnato anche da gelate tardive che hanno provocato seri danni all’agricoltura del vecchio continente. Tra i Paesi più colpiti c’è stata la Francia, dove il governo ha dichiarato lo stato di Calamité agricole. Ha fatto eccezione l’estremo oriente dell’Europa e i settori più occidentali della penisola iberica, dove si è registrato un clima più mite del solito.

Decisamente più caldo della media il clima che ha segnato il mese di aprile nel Canada nord-orientale e in Groenlandia, nella Siberia occidentale, in alcune zone del Medio Oriente e del Nord Africa, in Argentina e nel sud del Cile, nelle zone costiere della Namibia e del Sudafrica e in alcune aree dell’Antartide orientale.

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Clima, con impegni attuali riscaldamento globale a +2,4°C entro la fine del secolo https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-con-impegni-attuali-riscaldamento-globale-di-24c-entro-la-fine-del-secolo/ Wed, 05 May 2021 07:33:42 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-con-impegni-attuali-riscaldamento-globale-di-24c-entro-la-fine-del-secolo/ La crisi del clima è un’emergenza che richiede il massimo impegno da parte di tutti i Paesi ricchi. Gli stessi che nel maxi summit virtuale organizzato da Joe Biden hanno innalzato i loro obiettivi. Secondo le previsioni del Climate Action Tracker, però, non è ancora abbastanza. Gli Stati Uniti hanno annunciato il proprio obiettivo per la riduzione …

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La crisi del clima è un’emergenza che richiede il massimo impegno da parte di tutti i Paesi ricchi. Gli stessi che nel maxi summit virtuale organizzato da Joe Biden hanno innalzato i loro obiettivi. Secondo le previsioni del Climate Action Tracker, però, non è ancora abbastanza.

Gli Stati Uniti hanno annunciato il proprio obiettivo per la riduzione delle emissioni

Clima, i nuovi obiettivi porteranno a un riscaldamento globale di 2,4°C entro la fine del secolo

Secondo le previsioni del Climate Action Tracker, i nuovi obiettivi climatici fissati dagli Stati Uniti e dalle altre nazioni ricche porteranno a un riscaldamento globale di 2,4°C entro la fine del secolo. Si tratta di un miglioramento di 0,2°C rispetto alla previsione precedente di 2,6°C ma ancora sostanzialmente al di sopra dell’obiettivo di Parigi di mantenere la temperatura a non più di 2°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’aspirazione di limitare il riscaldamento a 1,5°C.

Clima, Draghi al Summit USA: «agire subito per non avere rimpianti in futuro» [VIDEO]

I dati della nuova ricerca sono necessariamente incerti ma riescono comunque a rendere l’idea di quanto sia importante il contributo degli Stati Uniti, il secondo più grande produttore di emissioni al mondo dopo la Cina e di quanto ci sia ancora da fare. Perché gli obiettivi sono ancora raggiungibili, ma solo con piani climatici migliori e politiche adeguate da parte di tutti i Paesi ricchi.

Emissioni, nel 2021 secondo aumento più grande nella storia. Le previsioni IEA

Emissioni, la Cina deve fare di più ma non è l’unica

Per raggiungere gli obiettivi climatici ed evitare che il riscaldamento globale superi gli 1,5°C, sarà necessario dimezzare le emissioni nei prossimi dieci anni. Affinché questo sia possibile, serve un maggior impegno da parte della Cina, vale a dire il più grande emettitore di gas serra del mondo. L’impegno climatico della Cina è infatti ancora insufficiente così come quello di India, Corea del Sud, Nuova Zelanda, Turchia e Arabia Saudita.

I Paesi responsabili di circa la metà delle emissioni di gas serra globali hanno presentato un impegno per il clima, ma molti sono sotto pressione per rafforzarli poiché alcuni sono considerati troppo deboli, tra cui quelli di Australia, Russia, Messico e Brasile.

Possiamo ancora mantenere il riscaldamento globale entro +1.5°C?

Non solo impegno per il clima, ma anche e soprattutto politiche adeguate

Gli obiettivi climatici devono necessariamente accompagnarsi a politiche adeguate per il rispetto degli stessi. A tal proposito, Climate Action Tracker ha rilevato che per la maggior parte dei paesi le politiche sono molto indietro rispetto agli obiettivi e non rispettano gli impegni. L’analisi ha rilevato che, in base alle politiche attuali, il mondo dovrebbe riscaldarsi di 2,9°C.

Bill Hare, amministratore delegato di Climate Analytics, ha dichiarato sul Guardian: «È chiaro che l’accordo di Parigi sta guidando il cambiamento, spronando i governi ad adottare obiettivi più forti ma c’è ancora molta strada da fare, soprattutto considerando che la maggior parte dei governi non ha ancora messo in atto politiche per mantenere i propri impegni. I governi devono intensificare con urgenza la loro azione».

Questo decennio è considerato fondamentale per il futuro climatico del Pianeta, perché se le emissioni dovessero crescere ancora la crisi diventerebbe irreversibile. In attesa della Cop26, il maxi vertice sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a Glasgow a novembre, i Paesi dovrebbero elaborare nuovi piani per ridurre le emissioni da qui al 2030.

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Clima, Draghi al Summit USA: «agire subito per non pentircene in seguito» [IL VIDEO] https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-draghi-al-summit-usa-agire-subito-per-non-pentircene-in-seguito-il-video/ Thu, 22 Apr 2021 14:38:54 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-draghi-al-summit-usa-agire-subito-per-non-pentircene-in-seguito-il-video/ Il premier italiano Mario Draghi è intervenuto Leaders Summit on Climate organizzato dagli Stati Uniti: il vertice si è aperto oggi, in coincidenza con la Giornata Mondiale della Terra, e la sua riuscita potrà rivelarsi cruciale per il futuro dei negoziati sul clima. Clima, come si sta muovendo l’Italia? Il punto con Jacopo Bencini Ecco …

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Il premier italiano Mario Draghi è intervenuto Leaders Summit on Climate organizzato dagli Stati Uniti: il vertice si è aperto oggi, in coincidenza con la Giornata Mondiale della Terra, e la sua riuscita potrà rivelarsi cruciale per il futuro dei negoziati sul clima.

Clima, come si sta muovendo l’Italia? Il punto con Jacopo Bencini

Ecco il video del suo intervento, trasmesso in streaming dal governo americano. Di seguito, la traduzione in italiano.

Voglio iniziare ringraziando il presidente Biden per la sua leadership nel prendere questa iniziativa. Come ha appena detto la Cancelliera Merkel (che ha preceduto Draghi nel vertice sul clima, ndr), è un deciso cambiamento.
Ora confidiamo nel fatto che insieme vinceremo questa sfida.

Presidente Biden, cari colleghi, mentre combattiamo la pandemia nei nostri Paesi non possiamo perdere di vista le altre crisi: dobbiamo affrontare il cambiamento climatico.

Con l’accordo di Parigi, ci siamo impegnati a limitare il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali. Ma le azioni che abbiamo intrapreso da allora si sono rivelate insufficienti: con le politiche attuali andiamo verso il raggiungimento dei +3°C di riscaldamento globale.

Dobbiamo invertire la rotta, e dobbiamo farlo rapidamente.

I piani fiscali a cui stiamo lavorando per aiutare i nostri paesi a riprendersi dal Covid-19 offrono un’opportunità unica. Possiamo trasformare le nostre economie e perseguire un modello di crescita più verde e inclusivo. In Europa, abbiamo lanciato un piano comune da 750 miliardi di euro, il Next Generation Eu.
Uno dei suoi obiettivi è sostenere la transizione ambientale in Europa e rendere l’UE carbon neutral entro il 2050.
Circa il 10% dei fondi, circa 70 miliardi di euro, sarà destinato a investimenti in infrastrutture green, economia circolare e mobilità sostenibile solo in Italia.

Foto: Leaders Summit on Climate, via US Department of State

L’Italia è il mio paese d’origine, è un paese bello ma fragile. La lotta al cambiamento climatico è una lotta per la nostra storia, una lotta per i nostri paesaggi.

Dobbiamo destinare i nostri sforzi alla sostenibilità, adottando un approccio multilaterale efficace e inclusivo.

L’Italia quest’anno detiene la presidenza del G20, e la salvaguardia del nostro pianeta è l’obiettivo principale del nostro programma. I paesi del G20 sono responsabili del 75% delle emissioni globali: abbiamo una responsabilità speciale nel garantire che siano rispettati gli obiettivi previsti dall’accordo di Parigi.
La presidenza italiana ha proposto di tenere una riunione ministeriale congiunta su clima ed energia.

Ottenere un risultato significativo al G20 aumenterà anche le possibilità di successo della COP26 in programma a Glasgow.

In qualità di partner del Regno Unito per la COP26, l’Italia si impegna a dare il proprio contributo ospitando la pre-COP26 a Milano e l’evento Youth for Climate.

Anche la finanza internazionale gioca un ruolo importante nel raggiungimento di questi obiettivi. L’Italia si è impegnata a utilizzare il proprio ruolo nelle Istituzioni finanziarie internazionali per fissare obiettivi ambiziosi per il finanziamento del clima e per garantire che le loro attività siano in linea con l’accordo di Parigi. Non vediamo l’ora di ospitare la seconda edizione del summit Finance in Common nell’ambito della nostra presidenza del G20.

Dobbiamo anche aiutare i paesi vulnerabili. Lo scorso dicembre, l’Italia ha destinato 30 milioni di euro al Fondo di adattamento delle Nazioni Unite.

Gli impegni climatici che assumiamo ora determineranno le nostre possibilità di affrontare il cambiamento climatico nel prossimo decennio e oltre. Vogliamo agire ora, per non rimpiangere dopo.

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Di giustizia e partecipazione. Dare ai giovani gli strumenti per affrontare la crisi climatica. Conversazione con Giulia Persico

Clima, accordo raggiunto: la Ue ridurrà le emissioni di almeno il 55% entro il 2030

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Clima, MARZO 2021 tra siccità ed esubero di piogge in Sicilia: l’analisi dell’esperto https://www.iconameteo.it/news/approfondimenti/clima-marzo-2021-tra-siccita-ed-esubero-di-piogge-in-sicilia-lanalisi-dellesperto/ Tue, 20 Apr 2021 08:14:14 +0000 https://www.iconameteo.it/news/approfondimenti/clima-marzo-2021-tra-siccita-ed-esubero-di-piogge-in-sicilia-lanalisi-dellesperto/ Il clima di marzo 2021 è stato caratterizzato da una notevole irruzione fredda sull’Italia e sull’Europa verso la metà del mese. Questa colata artica, durata circa dieci giorni – spiega il meteorologo di Meteo Expert, Simone Abelli -, ha riportato condizioni pienamente invernali su molte zone del continente, con temperature rigide, gelate e nevicate fino …

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Il clima di marzo 2021 è stato caratterizzato da una notevole irruzione fredda sull’Italia e sull’Europa verso la metà del mese. Questa colata artica, durata circa dieci giorni – spiega il meteorologo di Meteo Expert, Simone Abelli -, ha riportato condizioni pienamente invernali su molte zone del continente, con temperature rigide, gelate e nevicate fino a quote relativamente basse proprio nel periodo intorno all’equinozio primaverile.

A fine mese – prosegue l’esperto -, la situazione si è completamente ribaltata. Nell’arco di una decina di giorni, infatti, si è passati da un clima invernale a un clima estivo determinato da un’espansione del promontorio anticiclonico nord africano che ha trascinato con sé una massa d’aria subtropicale, con conseguente impennata delle temperature.

Il contrasto più marcato si è verificato sulle regioni centro-settentrionali: a Firenze e Pisa, dove pochi giorni prima i termometri segnavano minime di 0°C e -1°C, nell’ultimo giorno del mese hanno ritoccato i record storici di temperatura massima di marzo con 28.2°C e 24.5°C rispettivamente.

FREDDO in aumento, SOTTOZERO diverse città

Nel calcolo della media mensile – spiega il meteorologo -, queste ampie oscillazioni termiche si sono pressoché annullate a vicenda con una leggera prevalenza dei periodi freddi. Ne scaturisce infatti un’anomalia termica mensile pari a -0.2°C a livello nazionale per via soprattutto delle temperature minime (anomalia di -0.8°C), in quanto le massime sono state mediamente più elevate (anomalia di +0.5°C).

Scendendo più in dettaglio, si riscontrano anomalie negative leggermente più ampie al Sud e in Sicilia (-0.5°C e -0.6°C rispettivamente), valori in linea con il dato nazionale al Nord-Est e al Centro (-0.2°C) e valori, invece, leggermente positivi al Nord-Ovest e in Sardegna (+0.4°C e +0.1°C). Il dato di marzo ha decretato una flessione dell’anomalia termica da inizio anno la quale, conseguentemente, scende a +0.8°C che resta comunque un valore per il momento decisamente ampio.

Anomalia della circolazione atmosferica – dal 15 al 25 MARZO 2021
Anomalia della circolazione atmosferica – dal 26 al 31 MARZO 2021

Piogge, il mese di marzo è stato piuttosto siccitoso: i dati

Il mese di marzo, per quanto riguarda le piogge, è risultato piuttosto siccitoso con un -31% sull’Italia intera per via delle scarse precipitazioni soprattutto al Centro-Nord e in Sardegna (-89% al Nord-Ovest, -78% al Nord-est, -25% al Centro, -44% in Sardegna). Al Sud, invece, il dato mensile non si scosta sensibilmente dalla media (+1%), mentre in Sicilia si è avuto un notevole esubero di pioggia (+129%). Effettivamente – sottolinea l’esperto – le undici perturbazioni transitate nel mese di marzo, seppur per buona parte deboli o marginali, sono risultate più efficaci sulle regioni meridionali e quelle limitrofe del Centro.

Grafico TEMPERATURA MEDIA e PIOGGE in Italia – MARZO 2021

Siccità, il mese di marzo al Nord al 2° posto tra i meno piovosi dalla fine degli anni ’50

La siccità nel mese di marzo è stata particolarmente pesante al Nord e sulla Toscana. Sulle regioni settentrionali, infatti, le ultime piogge significative risalivano al 10 febbraio dopodiché si è aperta una lunga fase sostanzialmente siccitosa che ha fatto precipitare il bilancio pluviometrico dopo quello che fino a quel momento era stato uno degli inverni più piovosi con più del doppio delle precipitazioni normali. Con un’anomalia media pari a -83%, il mese di marzo al Nord si pone al secondo posto fra i meno piovosi dalla fine degli  anni ’50, a breve distanza dal record del marzo del 2003 (con -86%).

Siccità, al Nord a marzo mai così poca pioggia da oltre 60 anni

A fronte di un numero di giorni piovosi, vale a dire giorni in cui nell’arco delle 24 ore si accumula almeno 1 mm di pioggia, che a seconda della località può variare in media da 6 a 8, nel marzo di quest’anno si è rimasti quasi ovunque al di sotto dei 3-4 giorni. In diverse località si è visto un solo giorno di pioggia, per esempio a Milano, Brescia, Rimini e Verona. In altri casi, invece, neanche un giorno di pioggia, come a Torino e Bergamo. In Toscana le ultime precipitazioni rilevanti erano state osservate a metà febbraio e in città come Firenze, Pisa e Grosseto non si è verificato più di un giorno di pioggia, con un deficit complessivo della regione di poco superiore a -90%.

Clima, marzo si piazza all’ottavo posto fra i più caldi a livello globale

Per quanto riguarda la situazione a livello globale, il mese di marzo si pone all’ottavo posto fra i più caldi, con uno scarto di +1.6°C rispetto alla media del XX secolo, secondo i dati NOAA. Nonché valore più basso degli ultimi sette anni.

Serie delle anomalie della temperatura media globale di MARZO
(fonte NOAA)

Particolarmente evidenti – conclude l’esperto -, le anomalie positive su parte del Nord America e fra il Medio Oriente e l’Asia centro-meridionale, mentre spiccano la Siberia settentrionale e l’Alaska per gli scarti negativi, e con queste anche una larga parte del Pacifico orientale equatoriale dove sono proseguite, sebbene in attenuazione, le condizioni di Niña.

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Nasce l’Osservatorio Europeo su CLIMA e SALUTE https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/nasce-losservatorio-europeo-su-clima-e-salute-anche-nel-nostro-continente-sono-alti-i-rischi-legati-ai-cambiamenti-climatici/ Sat, 06 Mar 2021 12:03:35 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/nasce-losservatorio-europeo-su-clima-e-salute-anche-nel-nostro-continente-sono-alti-i-rischi-legati-ai-cambiamenti-climatici/ L’Europa si organizza per rispondere alle minacce per la salute che derivano dal cambiamento del clima, consapevole del fatto che, mentre in vista dei negoziati in programma per questo autunno si vanno definendo gli impegni volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici, è sempre più urgente anche una strategia efficace per l’adattamento agli impatti che ormai non …

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L’Europa si organizza per rispondere alle minacce per la salute che derivano dal cambiamento del clima, consapevole del fatto che, mentre in vista dei negoziati in programma per questo autunno si vanno definendo gli impegni volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici, è sempre più urgente anche una strategia efficace per l’adattamento agli impatti che ormai non possiamo più evitare.

Emergenza climatica, in Europa danni per 12 miliardi all’anno: l’UE vara una nuova strategia

Nella cornice di questa strategia la Commissione Europea e l’Agenzia europea per l’Ambiente hanno presentato nei giorni scorsi l’Osservatorio europeo su clima e salute. La crisi climatica comporterà emergenze sanitarie sempre più frequenti e gravi, avverte l’UE: «si ritiene che fenomeni meteorologici estremi più frequenti e intensi, la comparsa e la diffusione di nuove malattie infettive, le minacce alla sicurezza alimentare e idrica e la perdita di biodiversità genereranno gravi rischi per la salute e amplificheranno i problemi sanitari esistenti.

Ma i cambiamenti del clima stanno già incidendo sulla salute delle persone e e sui sistemi sanitari, portando a vittime ed effetti negativi sulla salute in Europa.
La vulnerabilità al caldo estremo continua ad aumentare nel continente, a causa anche della crescita della popolazione urbana, delle condizioni croniche sempre più comuni e di un numero crescente di anziani. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico sta rendendo alcune aree dell’Europa più adatte allo sviluppo di varie malattie infettive, sottolinea il nuovo Osservatorio, «tra cui la febbre dengue, le infezioni da Vibrio e la febbre del Nilo occidentale».

Mortalità globale correlata al calore per le persone di età superiore ai 65 anni . Fonte: Watts et al., 2020, via Osservatorio europeo su clima e salute

Il rapporto Responding to the health risks of climate change in Europe, pubblicato in occasione della presentazione dell’Osservatorio, rileva che, sebbene tutti gli Stati membri dell’UE abbiano strategie o piani di adattamento, le azioni che affrontano le minacce per la salute legate al clima sono in ritardo. L’UE esorta inoltre a coinvolgere maggiormente i professionisti della sanità pubblica nelle strategie che vengono portate avanti, a livello locale, nel domino della pianificazione del territorio, della progettazione urbana o dei dipartimenti ambientali.

La versione integrale del rapporto è consultabile a questo link

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CLIMA, ultima chiamata: alle istituzioni italiane l’appello di oltre 10 MILA GIOVANI https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-ultima-chiamata-al-nuovo-governo-italiano-lappello-di-oltre-10mila-giovani/ Mon, 01 Mar 2021 15:00:46 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-ultima-chiamata-al-nuovo-governo-italiano-lappello-di-oltre-10mila-giovani/ Il clima sta cambiando anche in Italia, con effetti già ben evidenti e talvolta anche tragici: siccità, ondate di calore sempre più intense e frequenti, trombe d’aria e maltempo sempre più feroce. Gravissimi i danni per il nostro territorio e la nostra economia, con fenomeni estremi che troppo spesso arrivano anche a strappare vite umane. …

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Il clima sta cambiando anche in Italia, con effetti già ben evidenti e talvolta anche tragici: siccità, ondate di calore sempre più intense e frequenti, trombe d’aria e maltempo sempre più feroce. Gravissimi i danni per il nostro territorio e la nostra economia, con fenomeni estremi che troppo spesso arrivano anche a strappare vite umane.

Se non cambiamo rotta la situazione è inevitabilmente destinata a peggiorare, e diventerà sempre più difficile intervenire: i giovani italiani non ci stanno. In oltre 10 mila si sono rivolti al nuovo Governo e alle istituzioni locali per chiedere un impegno serio nella costruzione di una transizione ecologica che non possiamo più rimandare, e hanno elaborato una serie di proposte nell’ambito della campagna #2021UltimaChiamata. La campagna nazionale è stata lanciata a febbraio da Oxfam Italia insieme a Fondazione Acra, Centro Cooperazione Internazionale, CISP, COPE, Marche Solidali, We World: alle istituzioni si chiede di entrare in azione a livello nazionale e locale. I giovani che hanno partecipato, tutti di età compresa tra gli 11 e i 25 anni, hanno avanzato numerose proposte che spaziano dalla gestione delle aree urbane a quella dei rifiuti, passando per la tutela delle risorse idriche e quella del territorio, ma anche per economia, consumi e investimenti.

In Italia il 2021 sarà un anno cruciale nella lotta per il clima: quest’anno il nostro Paese ricopre la presidenza del G20 e la co-presidenza della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite, e dovrà sfruttare al meglio il Recovery Fund per uscire dalla crisi in cui ci ha scaraventati l’emergenza Covid, rafforzando la propria capacità di contrastare i cambiamenti climatici e di resistere alle loro conseguenze che non possiamo più evitare.
Come spiega Oxfam, molte delle proposte confluite nel manifesto della campagna #2021UltimaChiamata sono state sviluppate in un anno denso di incontri educativi, formazione, laboratori, incontri online sul tema dei cambiamenti climatici che hanno coinvolto circa 10.000 giovani dagli 11 ai 25 anni, provenienti da Toscana, Marche, Lazio, Provincia di Trento, Milano, Bologna, Napoli, Cagliari e Catania, grazie al sostegno di AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
La campagna prevede ora un percorso di confronto con le istituzioni locali sui territori, e culminerà il prossimo 12 marzo con la Marcia con il Clima, un evento di mobilitazione digitale che coinvolgerà tutti i ragazzi impegnati e i sottoscrittori del Manifesto, per poi prevedere un momento di presentazione delle proprie proposte alle istituzioni nazionali. Ogni cittadino può sottoscriverle a questo link.

«Mai come prima d’ora l’Italia ha l’opportunità e le risorse per agire con convinzione e coerenza. Farlo significa anche partire dalle speranze e dalle proposte di coloro che hanno più da guadagnare da un’inversione di rotta: i giovani del nostro paese. – ha detto Elisa Bacciotti, responsabile campagne di Oxfam Italia – Specie in un anno come questo, dove l’Italia ha la presidenza del G20 e la co-presidenza della COP delle Nazioni Unite sul clima, ospitando anche la Young COP di Milano il prossimo ottobre. Per questo ci auguriamo che quanti più cittadini possano sostenere il nostro Manifesto e rispondere a questa “ultima chiamata” per un clima migliore».

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CLIMA e AMBIENTE in crisi, l’Onu: «possiamo ancora FARE PACE con la natura» https://www.iconameteo.it/news/video/clima-e-ambiente-in-crisi-lonu-possiamo-ancora-fare-pace-con-la-natura/ Sat, 27 Feb 2021 12:53:45 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-e-ambiente-in-crisi-lonu-possiamo-ancora-fare-pace-con-la-natura/ Cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento minacciano il nostro futuro, e stanno già facendo sentire i loro effetti in modo drammatico mietendo ogni anno milioni di vittime. A questo punto, cambiare la situazione non è facile. Ma non è impossibile, avverte l’Onu, che nel nuovo rapporto pubblicato dal suo programma per l’ambiente (UNEP) ha …

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Cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento minacciano il nostro futuro, e stanno già facendo sentire i loro effetti in modo drammatico mietendo ogni anno milioni di vittime. A questo punto, cambiare la situazione non è facile. Ma non è impossibile, avverte l’Onu, che nel nuovo rapporto pubblicato dal suo programma per l’ambiente (UNEP) ha voluto lanciare un messaggio positivo, e fondamentale: «possiamo ancora fare pace con la natura».

Il report dell’Unep, intitolato appunto Making Peace with Nature, propone un’analisi della difficile situazione in cui versa il nostro Pianeta ma afferma che fenomeni come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l’inquinamento possono essere affrontati congiuntamente nel quadro degli obiettivi che ci poniamo per la realizzazione di uno sviluppo sostenibile.

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha ribadito che il 2021 sarà un anno cruciale. «Dobbiamo cogliere l’opportunità offerta dall’emergenza Covid per accelerare il cambiamento», ha detto, sottolineando che «il nostro obiettivo principale è la realizzazione di una coalizione globale finalizzata alla neutralità climatica. Se adottata da ogni nazione, città, istituto finanziario e azienda in tutto il mondo, la volontà di azzerare le emissioni nette entro il 2050 può ancora scongiurare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici».

 

L’umanità sta portando avanti una guerra suicida e insensata contro la natura. L’unione di cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento causa sofferenza e la perdita di opportunità. L’inquinamento provoca la morte prematura di quasi 9 milioni di persone all’anno. I rischi sanitari legati a cambiamenti climatici e biodiversità uccidono milioni di persone in più all’anno.
Queste tre diverse crisi devono essere affrontate insieme. Metriche come il prodotto interno lordo sopravvalutano i progresso economico e non mostrano i costi della distruzione ambientale. I piani per la ripresa dal Covid-19 sono un’opportunità imperdibile per accelerare il cambiamento.

In questa transizione, ognuno di noi ha un ruolo da giocare: i governi, il mondo degli affari, i media, ma anche gli istituti scolastici, la società civile e tutti gli individui.
Dobbiamo tenere conto della natura nelle nostre politiche e nelle nostre decisioni, includere tra i costi delle nostre azioni quelli che pesano sull’ambiente, fermare i sussidi ai combustibili fossili, investire nelle soluzioni innovative e supportarle. Dobbiamo ristorare la natura, minimizzando inquinamento e rifiuti. Dobbiamo dimezzare le nostre emissioni di carbonio entro il 2030.
Avere successo in questa missione significa avere vite più sane, maggiore equità e un clima stabile, in un ambiente ecologicamente diversificato.

È ora di fare pace con la natura.

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MARZO al via con clima mite ma si profila un’IRRUZIONE FREDDA

 

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L’Antartide PERDE GHIACCIO sempre più velocemente: la scoperta che PREOCCUPA gli scienziati https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/cambiamenti-climatici-lantartide-perde-ghiaccio-sempre-piu-velocemente/ Wed, 24 Feb 2021 08:29:32 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/cambiamenti-climatici-lantartide-perde-ghiaccio-sempre-piu-velocemente/ Gli scienziati hanno scoperto che in un’intera regione dell’Antartide occidentale sta perdendo ghiaccio a un ritmo sempre più sostenuto, e hanno spiegato che i responsabili sono i cambiamenti climatici. I dati non lasciano spazio a dubbi: dalla ricerca, condotta dall’Università di Leeds e pubblicata su Nature, è emerso che tutti i 14 ghiacciai della regione …

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Gli scienziati hanno scoperto che in un’intera regione dell’Antartide occidentale sta perdendo ghiaccio a un ritmo sempre più sostenuto, e hanno spiegato che i responsabili sono i cambiamenti climatici.

I dati non lasciano spazio a dubbi: dalla ricerca, condotta dall’Università di Leeds e pubblicata su Nature, è emerso che tutti i 14 ghiacciai della regione di Getz si stanno assottigliando e si muovono più rapidamente. Nell’intera regione la velocità dei ghiacciai è aumentata di quasi un quarto in appena 25 anni, tra il 1994 e il 2018, e nei tre ghiacciai centrali è aumentata di oltre il 44%. Impressionanti soprattutto i dati di una specifica corrente di ghiaccio, la cui velocità è aumentata addirittura del 59 per cento: nel 2018 si muoveva di ben 391 metri all’anno più rapidamente rispetto a quanto non facesse nel 1994.

cambiamenti climatici
Crediti: Nature

Oltre che più veloci, i ghiacciai sono sempre più sottili:  tra il 1994 e il 2018 sono andate perse 315 gigatonnellate di ghiaccio.
Solo il ghiaccio che si è fuso in questa regione ha contribuito a innalzare il livello medio globale del mare di 0,9 mm, con l’immissione di una massa d’acqua equivalente a quella di 126 milioni di piscine olimpioniche.

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Heather Selley, autrice dello studio e glaciologa presso il Center for Polar Observation and Modeling di Leeds, ha spiegato che i dati emersi dalla ricerca confermano che tutto il bacino di Getz è in uno “squilibrio dinamico”: «significa che sta perdendo più ghiaccio di quanto ne guadagni con le nevicate».

È la prima volta che abbiamo a disposizione dati così dettagliati su questa regione, tanto remota che gli esseri umani non hanno mai messo piede su gran parte di questa parte del continente. Come ha fatto notare la dottoressa Anna Hogg, coautrice dello studio, «le osservazioni satellitari ad alta risoluzione da satelliti come Copernicus Sentinel-1 dell’ESA, che raccoglie una nuova immagine ogni sei giorni», permettono di «misurare i cambiamenti di velocità localizzati con dettagli sempre maggiori». La ricercatrice ha sottolineato l’importanza di questi studi: «è necessario un campionamento coerente ed esteso, sia della velocità del ghiaccio che della temperatura dell’oceano, per approfondire la nostra comprensione della perdita dinamica del ghiaccio, che ora rappresenta il 98,8% del contributo del livello del mare dell’Antartide».

Il ruolo dei cambiamenti climatici

Secondo gli scienziati, dietro la fusione e il movimento dei ghiacciai in Antartide c’è lo zampino dei cambiamenti climatici. Più che quelle dell’atmosfera, sotto accusa ci sono in particolare le temperature dell’oceano, che sono sempre più elevate e fanno sì che l’acqua calda vada letteralmente a erodere il ghiaccio.

Esaminando 25 anni di misurazioni oceaniche, infatti, il team di ricerca ha dimostrato che la causa dello “squilibrio” dei ghiacciaio è quella che hanno definito “forzatura oceanica a lungo termine“, ovvero un fenomeno per cui «l’aumento del calore nell’oceano interagisce con i ghiacci, favorendone la fusione».

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I dati forniti da questa ricerca saranno estremamente importanti per capire se i ghiacciai dell’Antartide rischiano di collassare nei prossimi decenni e quali conseguenze dovremmo affrontare: quella che preoccupa maggiormente è l’aumento del livello del mare. «Questi nuovi dati forniranno una nuova prospettiva dei processi in atto – ha sottolineato Pierre Dutrieux, coautore dello studio – in modo da poter prevedere i cambiamenti futuri con maggiore certezza».

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CRISI CLIMATICA, non tutto è perduto: la SPERANZA arriva da un nuovo studio https://www.iconameteo.it/primo-piano/crisi-climatica-non-tutto-e-perduto-la-speranza-arriva-da-un-nuovo-studio/ Sun, 10 Jan 2021 14:08:43 +0000 https://www.iconameteo.it/primo-piano/crisi-climatica-non-tutto-e-perduto-la-speranza-arriva-da-un-nuovo-studio/ Il riscaldamento globale è sempre più evidente, nell’aumento delle temperature – il 2020 ha fatto segnare un nuovo record assoluto classificandosi come l’anno più caldo che sia mai stato registrato – come nelle conseguenze devastanti con cui la crisi climatica sta già colpendo duramente i nostri Paesi e le nostre economie. Usa, nel 2020 record …

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Il riscaldamento globale è sempre più evidente, nell’aumento delle temperatureil 2020 ha fatto segnare un nuovo record assoluto classificandosi come l’anno più caldo che sia mai stato registrato – come nelle conseguenze devastanti con cui la crisi climatica sta già colpendo duramente i nostri Paesi e le nostre economie.

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Ma non tutte le speranze sono perse: reagire a questa emergenza è ancora possibile e, secondo un nuovo studio, siamo ancora in tempo per contrastare il riscaldamento globale rendendo più stabili le temperature.

Finora si era pensato che le temperature avrebbero continuato a salire per molti anni anche se le emissioni di gas serra fossero state ridotte in tempi brevi, ma da nuove ricerche sulle implicazioni del taglio delle emissioni è emerso che in realtà il riscaldamento globale può essere ridotto più rapidamente di quanto ci aspettassimo.

Tuttavia, sottolineano gli scienziati, bisogna agire subito.
I modelli che ci mostrano gli scenari a cui andiamo incontro parlano chiaramente: se la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera dovesse restare ai livelli elevati che si registrano attualmente (e che finora continuano ad aumentare), andremmo incontro a una catastrofe climatica annunciata, e inevitabile.
Se aspettiamo ancora a lungo per intervenire riducendo le emissioni, il ritardo ci costerà caro: le temperature infatti sarebbero destinate a salire ulteriormente e a quel punto sarebbe impossibile porvi un rimedio.

riscaldamento globale ghiacci artico
Foto: NOAA

Il riscaldamento globale dipende dalle nostre azioni e possiamo ancora fare qualcosa per contrastarlo

La buona notizia è che finora oltre 100 paesi in tutto il mondo si sono impegnati ad azzerare le proprie emissioni entro il 2050, promettendo quindi che non emetteranno più anidride carbonica di quanta ne viene rimossa dall’atmosfera. Tra questi Paesi ci sono gli stati membri dell’Unione Europea, il Giappone e il Regno Unito; con la guida del presidente eletto Joe Biden, poi, si aggiungeranno anche gli Stati Uniti.

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Come ha riportato il Guardian, il climatologo Michael Mann della Pennsylvania State University ha affermato che se questo obiettivo dovesse essere raggiunto a livello planetario «le temperature smetterebbero di aumentare e il riscaldamento globale si stabilizzerebbe entro un paio di decenni».
«Questo significa che le nostre azioni hanno un impatto diretto e immediato sul riscaldamento globale» ha sottolineato lo scienziato.

Se tagliassimo rapidamente le emissioni di gas serra, la capacità di assorbire il carbonio che contraddistingue oceani, zone umide e foreste potrebbe salvarci. Secondo Mann la situazione in cui ci troviamo è paragonabile a quella di un lavandino che si riempie d’acqua con lo scarico aperto solo parzialmente: se l’acqua continua a scorrere finirà per straripare, ma riducendo il flusso dell’acqua si permette allo scarico di essere efficace.

Il dottor Andrew Dessler – coautore dello studio, che è stato pubblicato su Nature – ha sottolineato anche l’importanza dei tempi con cui le temperature stanno aumentando. «Al momento stiamo facendo cambiare le temperature cento volte più velocemente di quanto si era verificato nel corso dell’ultima era glaciale», ha spiegato: «l’aumento di un grado in alcune centinaia di anni provoca molti meno danni dello stesso riscaldamento concentrato in pochi decenni».
In poco tempo il mondo si è già riscaldato di 1,1°C e la soglia del 1,5°C – fissata dall’Accordo di Parigi come obiettivo da non superare – è estremamente vicina. Rallentando il riscaldamento globale la civiltà sarebbe in gradi di adattarsi ai cambiamenti e di trovare soluzioni tecnologiche per contrastarli.
Come avvertono gli scienziati la massima priorità, oggi, dev’essere quella di ridurre le emissioni globali e arrivare il prima possibile allo zero netto.

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Si è chiuso il buco dell’ozono eccezionale del 2020: gli aggiornamenti

 

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DICEMBRE 2020 è stato più CALDO del normale, ma anche molto più PIOVOSO https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/dicembre-2020-e-stato-piu-caldo-del-normale-ma-anche-molto-piu-piovoso/ Fri, 08 Jan 2021 14:48:43 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/dicembre-2020-e-stato-piu-caldo-del-normale-ma-anche-molto-piu-piovoso/ A dicembre il clima è stato particolarmente mite per l’Italia: la temperatura è stata di oltre un grado (+1,1°C) più elevata della media. Il dato è in linea con l’intero 2020, che si è classificato al quinto posto tra gli anni più caldi mai registrati in Italia, con un’anomalia di ben +0,89°C. Il 2018 mantiene …

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A dicembre il clima è stato particolarmente mite per l’Italia: la temperatura è stata di oltre un grado (+1,1°C) più elevata della media. Il dato è in linea con l’intero 2020, che si è classificato al quinto posto tra gli anni più caldi mai registrati in Italia, con un’anomalia di ben +0,89°C. Il 2018 mantiene dunque il primato, seguito da 2015, 2014 e 2019.

Nonostante il clima particolarmente caldo, il mese di dicembre spicca soprattutto per la quantità di pioggia: dopo un novembre eccezionalmente asciutto nel mese scorso l’Italia ha ricevuto addirittura il doppio delle piogge tipiche del periodo. 

La circolazione atmosferica è stata infatti completamente differente: mentre a novembre ha ostacolato il transito di perturbazioni favorendo una situazione eccezionalmente siccitosa, nel mese di dicembre ha determinato diverse fasi perturbate, caratterizzate da precipitazioni anche molto intense e diffuse, spesso accompagnate da forti venti meridionali. A livello nazionale ha piovuto esattamente il doppio rispetto alla media, con un’anomalia del +100 per cento che rappresenta uno dei valori più elevati mai registrati dal 1959. Più precisamente, quello del 2020 si classifica come il 2° dicembre più piovoso della serie, di pochissimo sotto al record del 1961 (+101%), e contemporaneamente il mese in assoluto più piovoso del 2020, con il transito di ben 11 perturbazioni per 26 giorni perturbati.

Guardando leggermente più in dettaglio, in molte zone del Nord ha piovuto il triplo rispetto alla media e in diverse aree del Centro e della Sardegna si è accumulato più del doppio del quantitativo normale. Solo in poche zone le precipitazioni si sono avvicinate alla media o anche leggermente sotto, come a Torino, Pescara, Napoli e Catania. Le abbondanti piogge del mese hanno fatto risalire sensibilmente il bilancio annuale che, proprio alla fine, è tornato vicino alla media con un leggero scarto negativo (-1%) determinato da valori nella media al Nord, leggermente sotto la media al Centro e leggermente sopra al Sud e Isole.

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Clima, in Italia novembre estremo: molto più caldo e asciutto del normale, è arrivata metà della pioggia https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-in-italia-novembre-estremo-molto-piu-caldo-e-asciutto-del-normale-e-arrivata-meta-della-pioggia/ Thu, 10 Dec 2020 06:48:43 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-in-italia-novembre-estremo-molto-piu-caldo-e-asciutto-del-normale-e-arrivata-meta-della-pioggia/ Per l’Italia, come purtroppo per tutto il mondo, il mese di novembre del 2020 è stato segnato da un clima molto più caldo del normale, con un’anomalia termica di 1,1°C sopra la media. Notevoli anche i dati che riguardano la pioggia: a livello nazionale sono arrivate solo la metà delle precipitazioni normali. Per quanto riguarda …

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Per l’Italia, come purtroppo per tutto il mondo, il mese di novembre del 2020 è stato segnato da un clima molto più caldo del normale, con un’anomalia termica di 1,1°C sopra la media. Notevoli anche i dati che riguardano la pioggia: a livello nazionale sono arrivate solo la metà delle precipitazioni normali.

Per quanto riguarda il clima, a novembre le regioni più tiepide in Italia sono state quelle nord-occidentali, con uno scarto pari a +1.6°C, seguite da quelle centrali, il Sud e la Sardegna con +1.1°C. Un po’ meno vistose le anomalie al Nord-Est e in Sicilia, con +0.7°C e +0.6°C rispettivamente. Non si tratta di un dato di spicco nell’ambito della serie storica della temperatura media a livello nazionale; tuttavia, per il Nord-Ovest si tratta del 6° valore più elevato dal 1959 a pari merito con altri tre anni della serie.

Poche precipitazioni, ma con fenomeni estremamente violenti

La frequente presenza di anticicloni ha ostacolato il transito delle consuete piovose perturbazioni autunnali; infatti, solo 5 sistemi nuvolosi sono riusciti a raggiungere le nostre regioni, e di questi due si sono rivelati molto deboli e marginali. Delle restanti tre perturbazioni più intense, due hanno causato criticità con danni, esondazioni, allagamenti e anche delle vittime, a causa delle abbondanti precipitazioni localizzate in alcune aree del Sud e delle Isole; in particolare il giorno 21 una perturbazione legata a un vortice ciclonico, che si è quasi trasformato in un ciclone quasi tropicale (TLC), ha colpito duramente la Calabria con nubifragi e Scirocco tempestoso, mentre esattamente una settimana dopo, il giorno 28, l’ultima perturbazione del mese ha causato intensi e continui temporali in Sardegna, specie sul settore orientale dove localmente si sono accumulati circa meta dei quantitativi annuali.
In effetti le uniche zone caratterizzate da un surplus di pioggia sono state la Sicilia, parte della Calabria e della Sardegna tirrenica, mentre sul resto d’Italia ha prevalso un consistente deficit, particolarmente pesante al Nord-Ovest con -91%, seguito dal Nord-Est con -73% e dal Centro con -56%.

In definitiva è stato un mese che può essere tranquillamente definito “estremo” per l’anomala lunga fase siccitosa, con poche piogge ma localizzate e molto violente, e temperature sensibilmente sopra la media per almeno due terzi del mese.

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Clima, novembre 2020 è stato il più caldo mai registrato https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-novembre-2020-e-stato-il-piu-caldo-mai-registrato/ Wed, 09 Dec 2020 07:28:57 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-novembre-2020-e-stato-il-piu-caldo-mai-registrato/ Il clima è sempre più caldo, e anche il mese di novembre del 2020 è entrato nella storia: non sono mai state registrate temperature così elevate. A livello globale, il mese è stato più caldo della media di 0,77 gradi e ha conquistato così la prima posizione superando anche i precedenti record del 2016 e …

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Il clima è sempre più caldo, e anche il mese di novembre del 2020 è entrato nella storia: non sono mai state registrate temperature così elevate. A livello globale, il mese è stato più caldo della media di 0,77 gradi e ha conquistato così la prima posizione superando anche i precedenti record del 2016 e del 2019. Secondo quanto specifica il programma europeo Copernicus, le zone più calde rispetto alla media sono state l’Europa settentrionale, la Siberia e l’Oceano Artico, con anomalie significative sui mari costieri confinanti, fino all’Alaska e l’estremo Nord-Ovest del Canada. Ondate di caldo eccezionali hanno colpito alcune zone dell’Australia, dove l’intera stagione è stata la più calda mai registrata.

clima novembre 2020
Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF

A novembre il clima è stato più caldo del normale praticamente in tutta l’Europa, dove quello di quest’anno è stato il secondo più caldo mai registrato. Con una temperatura più elevata della media di ben 2,2°C, quello del 2020 si colloca dietro il novembre 2015 per un soffio: appena 0,2 gradi.

Nel vecchio continente, le anomalie più significative sono state registrate nelle regioni più settentrionali e nella zona delle Alpi. In diverse zone, dalla Francia alle Svalbard, sono stati registrati nuovi record di caldo.

clima europa novembre 2020
Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF.

 

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IL SETTEMBRE PIÙ FREDDO degli ultimi 50 anni? È una BUFALA: ecco i dati reali https://www.iconameteo.it/primo-piano/settembre-freddo-bufala/ Wed, 30 Sep 2020 07:30:38 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=54652 settembre freddoÈ ampiamente circolata, ripresa anche da autorevoli testate giornalistiche, la notizia secondo cui il settembre 2020 sarebbe stato più freddo della media, addirittura “il settembre più freddo degli ultimi 50 anni”. Attenzione: si tratta di una bufala. È stato certo notevole il crollo termico che abbiamo registrato nei giorni scorsi, quando le temperature sono scese …

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È ampiamente circolata, ripresa anche da autorevoli testate giornalistiche, la notizia secondo cui il settembre 2020 sarebbe stato più freddo della media, addirittura “il settembre più freddo degli ultimi 50 anni”. Attenzione: si tratta di una bufala.

È stato certo notevole il crollo termico che abbiamo registrato nei giorni scorsi, quando le temperature sono scese in picchiata anche di oltre 10 gradi nel giro di un giorno, raggiungendo valori inferiori alla norma. Tuttavia, se prendiamo in considerazione le temperature registrate nel corso dell’intero mese di settembre scopriamo che è stato tutt’altro che freddo.

Lo conferma il nostro meteorologo Simone Abelli, che ha analizzato i primi dati relativi al clima delle ultime settimane.

Certamente il tracollo termico dell’ultimo fine settimana di settembre è stato di notevole entità – sottolinea il meteorologo –, e ha lasciato il segno con temperature minime piuttosto basse e in qualche caso da record.  È successo per esempio a Plateau Rosa con -15.2°C, che rappresenta la minima più bassa di settembre almeno degli ultimi 60 anni. Notevole anche la temperature minima raggiunta a Milano, che con appena 4°C ha registrato il 2° valore più basso degli ultimi 60 anni.

Tuttavia, fatta eccezione per una breve rinfrescata a inizio mese, abbiamo trascorso le prime tre settimane abbondanti di settembre all’insegna del clima estivo con temperature quasi costantemente sopra la media, tanto da segnare un nuovo record di massima (35°C a Capo Mele in Liguria) e sfiorarne diversi altri.

Ovviamente nel bilancio mensile ha pesato molto di più il lungo periodo caldo rispetto alla breve fase fredda degli ultimi giorni.

Quello che stiamo per lasciarci alle spalle non è stato il settembre più freddo degli ultimi 50 anni. Al contrario, è addirittura sul podio tra i più caldi mai registrati

Chiuderemo il mese con un’anomalia fra +1.6°C e +1.7°C rispetto alla media del trentennio 1981-2010, che sale di diritto sul podio fra i valori più elevati degli ultimi 60 anni, al 3° posto dopo il settembre del 2011 e quello del 1987, contrassegnati da anomalie vicine a +2.4°C.
Un dato notevole che si inserisce bene nel trend a lungo termine delle temperature di settembre, che confermando la tendenza a un clima sempre più caldo mostrano una crescita media di quasi mezzo grado ogni vent’anni.

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LUGLIO 2020 sul podio tra i più CALDI mai registrati: i dati https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/luglio-2020-tra-i-piu-caldi/ Fri, 07 Aug 2020 08:41:18 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=51798 luglio 2020A livello globale, il mese di luglio 2020 è stato contrassegnato da una temperatura di 0,49 gradi superiore alla media e si è classificato come il terzo più caldo dall’inizio delle registrazioni. I dati sono stati resi noti dal Climate Change Service del programma europeo Copernicus, che ha specificato come le anomalie registrate nel luglio 2020 siano …

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A livello globale, il mese di luglio 2020 è stato contrassegnato da una temperatura di 0,49 gradi superiore alla media e si è classificato come il terzo più caldo dall’inizio delle registrazioni.

I dati sono stati resi noti dal Climate Change Service del programma europeo Copernicus, che ha specificato come le anomalie registrate nel luglio 2020 siano state decisamente varie a seconda delle zone. Per quanto riguarda nello specifico il nostro continente, in Europa la temperatura è stata di 0,2 gradi superiore alla media. Il mese di luglio in assoluto più rovente per l’Europa è stato quello del 2010, quando la temperatura è stata di ben 2,1 gradi oltre la media. Anche qui la situazione è stata varia a seconda delle zone: nel nord del continente il luglio 2020 è stato un po’ più fresco del normale. Decisamente caldo, invece, il mese che si lasciano alle spalle le zone orientali e quelle sud-occidentali dell’Europa, dove sono stati registrati anche alcuni record di temperatura.

Su IconaClima l’approfondimento con i dati registrati in tutto il mondo.

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CLIMA ANOMALO nel mese di giugno: il REPORT https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/clima-giugno-report/ Thu, 09 Jul 2020 09:04:29 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=50275 Nel mese di giugno le piogge sono state decisamente più abbondanti del normale e il clima è stato lievemente più fresco in buona parte dell’Italia. I dati sono stati analizzati dal meteorologo Simone Abelli: leggi il rapporto completo su IconaClima. A livello nazionale, è arrivato il 54% in più della pioggia tipica di giugno. Le …

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Nel mese di giugno le piogge sono state decisamente più abbondanti del normale e il clima è stato lievemente più fresco in buona parte dell’Italia.

I dati sono stati analizzati dal meteorologo Simone Abelli: leggi il rapporto completo su IconaClima.

A livello nazionale, è arrivato il 54% in più della pioggia tipica di giugno. Le precipitazioni sono state abbondanti soprattutto al Nord-Ovest, ma confrontandole con la media l’anomalia maggiore è quella del Sud e della Sicilia, dove ha piovuto più del doppio del normale.

Le piogge abbondanti non sono state sufficienti a risolvere il problema della siccità: attualmente mancano all’appello circa 17 miliardi di metri cubi d’acqua rispetto a quelli che normalmente riceve l’Italia nella prima metà dell’anno.

Leggermente anomalo anche il clima, che a giugno è stato più fresco del solito in diverse zone: ha fatto eccezione solo la Sardegna, che ha registrato una lieve anomalia positiva (+0,2%).

clima giugno temperature

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GIUGNO ANOMALO, per pioggia e temperature: i dati https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/giugno-anomalo-dati/ Thu, 02 Jul 2020 12:19:32 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=49902 giugno pioggiaQuello del 2020 è stato un mese di giugno più piovoso del normale, i dati confermano quello che era possibile intuire. Analizzati dal meteorologo Simone Abelli, i dati meteo-climatici svelano che, in particolare, quest’anno a giugno ha piovuto il 54% in più della norma, ma con una distribuzione non uniforme. I maggiori accumuli si sono avuti …

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Quello del 2020 è stato un mese di giugno più piovoso del normale, i dati confermano quello che era possibile intuire. Analizzati dal meteorologo Simone Abelli, i dati meteo-climatici svelano che, in particolare, quest’anno a giugno ha piovuto il 54% in più della norma, ma con una distribuzione non uniforme.

I maggiori accumuli si sono avuti al Nord, con valori spesso oltre i 180 mm: in queste regioni l’anomalia è stata di +60%. Al Centro il dato complessivo non è stato particolarmente ampio (+9%) poiché in molte zone le precipitazioni sono state vicine alla media o inferiori; tuttavia, in questo settore spiccano gli accumuli osservati in alta Toscana, in particolare i 124 mm rilevati a Pisa che, superando i 118 mm del 1991, rappresentano per questa stazione il dato più elevato degli ultimi 40 anni.

Al Sud e alle Isole spettano le anomalie più ampie rispetto ai valori di riferimento; in questo settore complessivamente ha piovuto il 114% in più rispetto alla norma, ossia più del doppio. Notevoli gli accumuli osservati il giorno 5, che hanno contribuito a determinare un nuovo record mensile a Marina di Ginosa con 102 mm che supera di gran lunga il precedente primato di 68 mm del 1989 e rappresenta un quantitativo sei volte superiore al valore medio di questa località.

Tornando al dato nazionale, sicuramente in controtendenza rispetto al declino pluviometrico degli ultimi decenni, è notevole osservare che si tratta del 4° valore più elevato degli ultimi 60 anni, e per trovare un mese di giugno più piovoso di questo occorre risalire al 1997.

giugno pioggia
L’anomalia delle precipitazioni. Fonte: NOAA

La siccità degli ultimi mesi si fa ancora sentire

Le piogge arrivate nel mese di giugno riducono naturalmente l’anomalia negativa calcolata dal gennaio 2020, ma non la azzerano: ora, a metà anno, siamo a un -19% per quanto riguarda la pioggia che ha raggiunto l’Italia. All’appello mancano ancora 17 miliardi di metri cubi di acqua.

Giugno anomalo, anche per le temperature

Per quanto riguarda le temperature, giugno è il primo mese dell’anno a evidenziare una battuta d’arresto con un dato complessivo lievemente sotto la media (-0.1°C di anomalia) dovuto a valori nella media o poco sotto osservati in gran parte delle regioni, eccetto in Sardegna dove l’anomalia è stata leggermente positiva (+0.2°C).

Questo risultato è stato determinato dalle particolari condizioni del tempo ostinatamente instabile, perturbato e generalmente fresco durante le prime due decadi del mese in combinazione con il balzo verso un clima più tipicamente estivo con temperature sopra la norma proprio dopo il solstizio d’estate. Gli effetti di questi sbalzi termici si sono fatti sentire soprattutto sulle temperature massime, che in effetti presentano le anomalie più vistose: si è passati da uno scarto medio di -1.3 °C nei primi 20 giorni, con una punta di -1.8°C al Nord-Ovest, a uno scarto medio di +1.7°C nell’ultima decade, con un picco di +2.4°C sulle regioni centrali.

Da metà degli anni ’90 solo una volta la temperatura media di giugno è scesa sotto la norma, così quello di quest’anno si configura come il secondo evento negli ultimi 25 anni. Anche sul fronte delle temperature il dato di giugno non fa altro che attenuare leggermente la forte anomalia positiva osservata da inizio anno che, scendendo al valore comunque notevole di +1°C, si porta al 6° posto fra quelle più elevate della serie storica.

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Fin qui il 2020 è uno degli anni più caldi per l’Italia https://www.iconameteo.it/news/approfondimenti/fin-qui-il-2020-e-uno-degli-anni-piu-caldi-per-litalia/ Tue, 12 May 2020 10:04:35 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=47122 italia 2020 climaIl 2020 non è iniziato con il piede giusto dal punto di vista climatico: i primi 4 mesi dell’anno sono stati segnati da temperature superiori alla norma a livello nazionale, tanto da rendere l’anno in corso uno dei più caldi per l’Italia. Sul fronte delle precipitazioni, il periodo gennaio-aprile risulta poco piovoso in modo abbastanza …

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Il 2020 non è iniziato con il piede giusto dal punto di vista climatico: i primi 4 mesi dell’anno sono stati segnati da temperature superiori alla norma a livello nazionale, tanto da rendere l’anno in corso uno dei più caldi per l’Italia. Sul fronte delle precipitazioni, il periodo gennaio-aprile risulta poco piovoso in modo abbastanza uniforme in tutto il territorio: all’appello manca un terzo della pioggia con 21 miliardi di metri cubi di pioggia in meno rispetto alla media.

TEMPERATURA (°C) PRECIPITAZIONI
Aprile +0.9 -31%
Primavera +0.6 -5%
Da inizio anno +1.3 -34%

Nel corso del mese di aprile il Vortice Polare stratosferico ha completato la sua definitiva transizione nella modalità anticiclonica tipica del semestre caldo boreale attraverso un ultimo riscaldamento (final warming) cominciato nella seconda metà di marzo, con conseguente graduale indebolimento del vortice stesso, fino alla completa inversione dei venti zonali fra gli ultimi giorni di aprile e i primi di maggio. Anche sotto questo aspetto, quindi, si può considerare avviata la stagione calda.

In corrispondenza del continente europeo la circolazione atmosferica è stata caratterizzata da livelli di pressione mediamente più elevati sul settore centrale, nord-occidentale e mediterraneo, mentre nelle altre zone ha prevalso una circolazione ciclonica, in particolare fra la Russia e i Paesi più orientali dove l’anomalia è stata piuttosto marcata. Questa configurazione lascia trasparire una corrispondente distribuzione dell’anomalia termica, con scarti negativi nelle zone orientali e positivi in quasi tutti gli altri settori, in particolare con i massimi valori tra la Francia e la Svizzera che hanno avuto il 3° aprile più caldo delle rispettive serie storiche secolari. Ancora una volta sul continente hanno prevalso gli scarti positivi, come messo in risalto dalle elaborazioni del Copernicus Climate Change Service che evidenziano un’anomalia complessiva pari a +0.6°C, valore comunque non molto di spicco nell’insieme dei dati storici.

Le anomalie del mese di Aprile in Italia

Anche l’Italia rientra nelle aree con anomalia termica positiva. In particolare lo scarto a livello nazionale è stato di +0.9°C, dovuto in gran parte agli elevati valori riscontrati al Nord (mediamente +1.4°C) e in Sardegna (+1.8°C). Pur essendo un valore notevole, non risulta particolarmente rilevante nell’ambito della serie storica che in effetti contempla un buon numero di mesi di aprile molto più miti. In realtà, come nei mesi passati, le anomalie positive sono ancora una volta dovute ai valori decisamente fuori norma delle temperature massime. Considerando, infatti, questo parametro, il mese di aprile risale la classifica raggiungendo il 6° posto a livello nazionale con un’anomalia delle massime di +1.6°C e addirittura il 4° posto per quel che riguarda le regioni settentrionali dove lo scarto delle massime è stato di +2.4°C.

ANOMALIE APRILE 2020
TEMPERATURA (°C) PRECIPITAZIONI
ITALIA +0,9 -31%
Nord-Ovest +1.7 -40%
Nord-Est +1.1 -55%
Centro +0.7 -36%
Sud +0.2 +18%
Sicilia +0.4 -74%
Sardegna +1.5 +48%

Nonostante la predominanza dei periodi più caldi della media, nel corso del mese si sono evidenziate anche due fasi più fredde della norma: una a metà mese causata dalla discesa di una massa d’aria artica che ha interrotto il lungo periodo mite pasquale, un’altra nei primi giorni del mese, molto più incisiva e derivante dall’ultima irruzione artica di marzo che ha determinato un inizio di aprile piuttosto freddo con nevicate a quote collinari al Sud e temperature minime sottozero in molte zone. Da segnalare i -2.4°C osservati a Grosseto il giorno 1, che rappresentano per questa città il valore più basso degli ultimi 40 anni.

 

Per quanto riguarda le precipitazioni, il mese si suddivide grosso modo in due parti distinte: una lunga prima fase siccitosa e un’ultima decade perturbata e piovosa. A livello nazionale ha prevalso la carenza di precipitazioni con un deficit complessivo pari a -31%, ma con una distribuzione non omogenea sul territorio. Questo dato, infatti, è il risultato dei valori decisamente inferiori alla norma al Nord (-40% al Nord-Ovest e -55% al Nord-Est), al Centro (-36%) e in Sicilia (-74%), combinati con i valori sopra la media al Sud (+18%) e in Sardegna (+48%). Anche in questo caso, pur rappresentando una conferma della tendenza verso mesi di aprile sempre più siccitosi, per l’Italia intera non si tratta di un dato di particolare rilievo nell’ambito della serie storica. Per il Nord, invece, lo scarto medio di -47% rappresenta il 6° deficit più ampio degli ultimi 60 anni.

Fin qui il 2020 è uno degli anni più caldi della serie storica

La stagione primaverile ancora in corso evidenzia anomalie dello stesso segno di quelle del mese di aprile, ma più contenute a causa del mese di marzo più piovoso della media e solo leggermente più caldo del normale. Le anomalie positive di temperatura in tutto il territorio hanno determinato uno scarto complessivo pari a +0.6°C, mentre la combinazione di valori di precipitazione sotto la media al Centro-Nord e quelli sopra la media al Sud e Isole ha dato origine a un’anomalia pluviometrica pari a -5% a livello nazionale.

 

Da inizio anno, invece, la tendenza si mostra molto più netta. I calcoli confermano, infatti, un’anomalia termica decisamente elevata (+1.3°C) che al momento mantiene il 2020 fra gli anni più caldi della serie storica, mentre il deficit pluviometrico si assesta a -34%, con una distribuzione abbastanza uniforme in tutto il territorio, che corrisponde a 21 miliardi di metri cubi di pioggia in meno rispetto alla media.

ANOMALIE DA INIZIO ANNO
TEMPERATURA (°C) PRECIPITAZIONI
ITALIA +1.3 -34%
Nord-Ovest +1.8 -36%
Nord-Est +1.6 -38%
Centro +1.2 -36%
Sud +0.7 -27%
Sicilia +0.5 -40%
Sardegna +1.5 -20%

A livello globale aprile segna un nuovo primato dal punto di vista termico. Infatti, secondo il Copernicus Climate Change Service rappresenta il più caldo della serie storica insieme all’aprile del 2016, a meno di una lieve differenza di 0.01°C. Fra le zone con anomalia positiva più elevata spiccano l’Asia centro-settentrionale, la Groenlandia e l’Antartide, mentre notevoli anomalie negative sono state osservate soprattutto nel Nord America.

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Da giovedì TEMPO IN MIGLIORAMENTO https://www.iconameteo.it/news/previsioni/da-giovedi-tempo-in-miglioramento/ Mon, 20 Apr 2020 10:25:46 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=46314 Da giovedì tempo in miglioramentoDa giovedì tempo in miglioramento, dopo un inizio di settimana all’insegna delle forti piogge in gran parte d’Italia. Fino a mercoledì, infatti, gli accumuli saranno ingenti. In particolare, su Piemonte, Abruzzo, Molise, localmente al Sud e sulla Sardegna orientale potremo avere quantitativi anche superiori ai 100 litri per metro quadrato. Andrà così attenuandosi, seppure parzialmente, …

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Da giovedì tempo in miglioramento, dopo un inizio di settimana all’insegna delle forti piogge in gran parte d’Italia. Fino a mercoledì, infatti, gli accumuli saranno ingenti. In particolare, su Piemonte, Abruzzo, Molise, localmente al Sud e sulla Sardegna orientale potremo avere quantitativi anche superiori ai 100 litri per metro quadrato. Andrà così attenuandosi, seppure parzialmente, la gravissima siccità che ha reso quella del 2020 la primavera più secca degli ultimi 60 anni. La situazione cambierà nella seconda parte della settimana.

Mercoledì ancora forti piogge, poi da giovedì tempo in miglioramento

Le piogge mercoledì saranno particolarmente forti su Abruzzo, Molise, regioni meridionali e Sardegna. Schiarite anche ampie al Nord e sulle parti settentrionali di Toscana e Marche. Temperature in aumento al Nord. Qui i valori si allineeranno di nuovo con le medie. Temperature sotto le medie, invece, al Centro-Sud.

Da giovedì la situazione migliora con decisione

Giovedì avremo tanto sole al Nord. Schiarite poi al Centro a partire da Toscana, Umbria e Marche. Giornata ancora nuvolosa al Sud e sulle Isole. Qualche rovescio insisterà su Puglia, Basilicata, Calabria, zone interne della Sicilia, Sardegna meridionale. In Sardegna potremo avere anche il rischio di temporali. Ancora un aumento termico al Nord, sebbene lieve, sul medio Tirreno e in Sardegna: punte fino a 22-23 gradi. Valori invece stazionari o in leggero calo sul medio Adriatico e al Sud. I venti si attenueranno. Da segnalare un moderato Scirocco sulla Puglia. Già in queste ore d’altra parte forti venti di Scirocco si sono attivati sull’Italia. Cosa che ha determinato il trasporto sulle nostre regioni di grandi quantità di sabbia sahariana.

Ultima parte della settimana con clima di nuovo primaverile

Dopo il tempo in miglioramento di giovedì, venerdì torneranno le schiarite anche all’estremo Sud. L’ultima parte della settimana vedrà una prevalenza di sole dappertutto e un ritorno a un clima decisamente mite. Anche il mese di aprile andrà pertanto movimentandosi. Così come è successo per marzo 2020, risultato un mese decisamente dinamico e caotico dal punto di vista meteorologico.

 

 

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TEMPERATURE MITI, al Sud e Isole sopra 20°C sin dalle prime ore di OGGI https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/temperature-molto-miti-al-sud-e-isole-superiori-ai-20-gradi-sin-dalle-prime-ore-di-oggi/ Sun, 19 Apr 2020 07:05:16 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=46268 temperature oggi mitiLe temperature oggi risultanto elevate sin dalle prime del mattino. In particolare, si registrano valori superiori ai 20°C all’estremo Sud e sulle Isole maggiori. In questo momento, in Sardegna meridionale, a Maracalagonis (CA) il termometro raggiunge 21,1°C. Temperatura di addirittura di 22,3°C a Nicolosi (CT), in Sicilia. Si conferma dunque un weekend con clima tipico …

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Le temperature oggi risultanto elevate sin dalle prime del mattino. In particolare, si registrano valori superiori ai 20°C all’estremo Sud e sulle Isole maggiori. In questo momento, in Sardegna meridionale, a Maracalagonis (CA) il termometro raggiunge 21,1°C. Temperatura di addirittura di 22,3°C a Nicolosi (CT), in Sicilia.

Si conferma dunque un weekend con clima tipico della primavera inoltrata in gran parte del Paese. Attenzione però: la situazione è destinata a cambiare già dalle prossime ore. La prossima settimana, infatti, risulgerà decisamente instabile.

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PIOGGE e VENTI in attenuazione, CLIMA più mite ovunque: le previsioni https://www.iconameteo.it/news/previsioni/piogge-e-venti-in-attenuazione-clima-piu-mite-ovunque-le-previsioni/ Sat, 28 Mar 2020 05:00:02 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=45567 tempo stabile inverno soleOggi si attenueranno le pesanti piogge e i forti venti degli ultimi giorni per dare spazio a una tregua dal maltempo, seppur brevissima. Le temperature faranno registrare un aumento al Nord, nelle regioni tirreniche e sulle Isole maggiori ma clima sarà più mite un po’ ovunque. Tra la fine della giornata di domenica e inizio …

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Oggi si attenueranno le pesanti piogge e i forti venti degli ultimi giorni per dare spazio a una tregua dal maltempo, seppur brevissima. Le temperature faranno registrare un aumento al Nord, nelle regioni tirreniche e sulle Isole maggiori ma clima sarà più mite un po’ ovunque. Tra la fine della giornata di domenica e inizio settimana atteso un nuovo peggioramento, con rischio neve al Nord anche a quote molto basse.

Meteo: piogge meno intense e venti in attenuazione 

Le piogge pesanti e i forti venti che da qualche giorno attanagliano le regioni del Centro, del Sud e le Isole andranno verso una graduale attenuazione nel corso della giornata odierna, seppur con la possibilità ancora di qualche fenomeno. Dunque oggi si avrà nuvolosità sparsa sulle regioni centro-meridionali e sulle Isole maggiori, a carattere irregolare e variabile, solo localmente più intensa.

Tempo ancora instabile, specialmente su Puglia centro-meridionale, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna dove saranno probabili piogge sparse, anche sotto forma di locali rovesci o temporali, ma con tendenza a un miglioramento in serata.

Nel pomeriggio locali piogge interesseranno le regioni del Centro, le aree interne tra bassa Toscana, Umbria, Marche meridionali, Lazio, Abruzzo e Molise. Nonostante il passaggio di una nuvolosità piuttosto irregolare e generalmente innocua, il tempo al Nord si presenterà anche soleggiato a tratti, soprattutto nella seconda parte di giornata.

Temperature: massime in aumento al Nord, nelle regioni tirreniche e sulle Isole maggiori con ritorno a un clima più mite ovunque; valori vicini alla norma o localmente ancora al di sotto lungo l’Adriatico. Venti in attenuazione e per lo più deboli, a eccezione di moderati rinforzi tra il Tirreno sud-occidentale, Sicilia e il basso Ionio. Mari: mossi o ancora molto mossi lo Ionio, il Tirreno meridionale, il canale di Sicilia, il mare e canale di Sardegna, il mare di Corsica e il mar Ligure occidentale. In prevalenza poco mossi gli altri mari.

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Meteo, lunedì nuovo rapido peggioramento del tempo: poi cosa succederà? https://www.iconameteo.it/news/previsioni/meteo-lunedi-nuovo-rapido-peggioramento-del-tempo-poi-cosa-succedera/ Sat, 07 Mar 2020 13:01:03 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=45125 sommario-mar-mer_IMLa nuova settimana inizierà con un rapido peggioramento del tempo a causa della perturbazione n. 3 di marzo. Questa nuova perturbazione sarà veloce e poco attiva, con effetti soprattutto al Nord, su regioni tirreniche e Isole. Già a metà settimana, però, nuovo cambiamento in vista: il tempo perturbato lascerà infatti spazio a un campo anticiclonico. …

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La nuova settimana inizierà con un rapido peggioramento del tempo a causa della perturbazione n. 3 di marzo. Questa nuova perturbazione sarà veloce e poco attiva, con effetti soprattutto al Nord, su regioni tirreniche e Isole. Già a metà settimana, però, nuovo cambiamento in vista: il tempo perturbato lascerà infatti spazio a un campo anticiclonico. Si tornerà a un clima mite, di stampo prettamente primaverile. Nel dettaglio, lunedì al Sud peninsulare avremo una bella mattinata di sole, ma con successivo aumento della nuvolosità. Nel resto del Paese cielo da nuvoloso a coperto, con tendenza a rasserenamenti dalla sera sulle regioni di Nord-Ovest. Piogge più probabili su regioni di Nord-Est e Liguria, nel pomeriggio anche su Toscana, Lazio, Sardegna. Al mattino deboli e isolate piogge anche sulla Lombardia. In serata e nella notte i fenomeni si trasferiscono sulla Sicilia occidentale. Quota neve su Alpi centro-orientali e Appennino settentrionale fino verso 900-1000 metri. Temperature massime in diminuzione al Nord e sulle regioni centrali tirreniche, in aumento sul medio-basso Adriatico e all’estremo Sud. Venti da moderati a forti sui mari di Ponente, che risulteranno mossi o molto mossi; fino ad agitato il mare di Sardegna.
Nella giornata di martedì una perturbazione a carattere di fronte caldo attraverserà l’Europa centrale, interessando anche il settore alpino e la Valle d’Aosta, dove darà luogo ad alcune nevicate, inizialmente a quote inferiori a 1000 metri, ma in successivo rialzo. Nel resto del Paese si osserveranno schiarite anche ampie. Da segnalare le ultime, locali piogge al mattino sulla Sicilia.

Nella parte centrale della settimana si conferma una più decisa rimonta anticiclonica verso il Mediterraneo centrale e l’Italia, associata a una massa d’aria particolarmente mite: ne conseguirà ovunque un tempo più stabile e soleggiato, mentre le temperature subiranno un rialzo anche sensibile, prima sulle regioni settentrionali e sulla Sardegna, tra giovedì e venerdì anche su quelle centro-meridionali, fino a riportarsi di molti gradi al di sopra della media stagionale.

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Earth Hour 2020, un’ora di buio a sostegno del clima: Wwf sceglie Venezia https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/earth-hour-2020-unora-di-buio-a-sostegno-del-clima-wwf-sceglie-venezia/ Mon, 24 Feb 2020 09:01:58 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=44854 Earth Hour, l’Ora della Terra, sta per tornare. Il 28 marzo 2020 si rinnova l’appuntamento che dal 2007, nell’ultimo sabato di marzo, contribuisce a sensibilizzare milioni di persone in oltre 180 Paesi e territori del mondo sull’emergenza clima. L’Ora della Terra, promossa dal Wwf, ha avuto inizio a Sydney come evento simbolico: un’ora di buio …

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Earth Hour, l’Ora della Terra, sta per tornare. Il 28 marzo 2020 si rinnova l’appuntamento che dal 2007, nell’ultimo sabato di marzo, contribuisce a sensibilizzare milioni di persone in oltre 180 Paesi e territori del mondo sull’emergenza clima.

L’Ora della Terra, promossa dal Wwf, ha avuto inizio a Sydney come evento simbolico: un’ora di buio in segno di supporto al Pianeta. Oggi Earth Hour è uno dei principali movimenti di base sull’ambiente e guida importanti cambiamenti legislativi sfruttando il potere delle persone e dell’azione collettiva.

L’anno scorso Earth Hour – spiega il Wwf – ha coinvolto sei milioni di persone mentre sono stati 18.000 i monumenti tra i più importanti al mondo a rimanere al buio per un’ora. L’edizione 2020 arriva in un anno che si preannuncia importante sul fronte del climate change. L’agenda ambientale prevede infatti appuntamenti chiave come per esempio la COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in programma a Glasgow dal 9 al 19 novembre 2020.

Earth Hour in Italia

La città italiana scelta dal Wwf come sede principale dell’edizione 2020 è Venezia, colpita pochi mesi fa da eventi climatici estremi come l’acqua alta.

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