{ "version": "https://jsonfeed.org/version/1.1", "user_comment": "This feed allows you to read the posts from this site in any feed reader that supports the JSON Feed format. To add this feed to your reader, copy the following URL -- https://www.iconameteo.it/tag/cambiamenti-climatici/feed/json -- and add it your reader.", "home_page_url": "https://www.iconameteo.it/tag/cambiamenti-climatici", "feed_url": "https://www.iconameteo.it/tag/cambiamenti-climatici/feed/json", "language": "it-IT", "title": "Lista articoli su cambiamenti climatici - Icona Meteo", "description": "IconaMeteo.it - Sempre un Meteo avanti", "icon": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2019/12/Favicon.png", "items": [ { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/i-cicloni-tropicali-andranno-sempre-piu-a-nord-a-rischio-anche-le-grandi-metropoli/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/i-cicloni-tropicali-andranno-sempre-piu-a-nord-a-rischio-anche-le-grandi-metropoli/", "title": "Clima, i CICLONI TROPICALI andranno sempre pi\u00f9 a nord: a rischio anche le grandi metropoli", "content_html": "
La crisi del clima avanza e tra i suoi effetti, purtroppo l\u2019abbiamo visto bene anche negli ultimi mesi, c\u2019\u00e8 quello di rendere sempre pi\u00f9 intensi fenomeni estremi come cicloni, tempeste e ondate di caldo. Una ricerca pubblicata di recente su Nature Geoscience getta nuova luce sulle conseguenze che riguardano i cicloni tropicali e avverte che il clima che cambia non influenzer\u00e0 solo la loro intensit\u00e0, ma anche il raggio d\u2019azione. Questi fenomeni, che come suggerisce lo stesso nome riguardano di norma le regioni tropicali, sono infatti destinati a raggiungere latitudini sempre pi\u00f9 elevate, con il rischio di colpire zone pi\u00f9 densamente popolate e anche alcune delle maggiori metropoli del mondo.
\nSecondo gli scienziati, la traiettoria degli uragani e di tutti i cicloni tropicali coinvolger\u00e0 una gamma di latitudini pi\u00f9 ampia di quelle raggiunte per 3 milioni di anni entro la fine di questo secolo.\u00a0
\n\n\n\nNGeo Review: Poleward expansion of tropical cyclone latitudes in warming climates https://t.co/aA7DO26aas pic.twitter.com/OkcIQ1pKmq
\n\u2014 Nature Geoscience (@NatureGeosci) December 30, 2021
Gi\u00e0 nel 2020 abbiamo avuto un primo assaggio di quanto ci aspetta quando, a settembre, la tempesta subtropicale Alpha si \u00e8 abbattuta sul Portogallo nel mese di settembre. L\u2019impatto non ha avuto conseguenze catastrofiche, e da un punto di vista mediatico questo ha probabilmente fatto s\u00ec che il fenomeno non ricevesse l\u2019attenzione adatta all\u2019evento inedito che avevamo di fronte: era la prima volta che si osservava la formazione di un ciclone tropicale da un tipo di tempesta tradizionale per le medie latitudini, come ha spiegato alla BBC il fisico Joshya Studholme, dell\u2019Universit\u00e0 di Yale.
\nMan mano che il clima diverr\u00e0 pi\u00f9 caldo vedremo da una parte l\u2019aumento dell\u2019energia necessaria allo sviluppo di fenomeni di questo tipo, e dall\u2019altra l\u2019indebolimento del flusso delle correnti a getto, che finora ha contribuito a limitare i cicloni extratropicali.
\nCome anticipato questo porter\u00e0 uragani e tifoni a estendersi fino a latitudini a cui finora non si vedevano fenomeni di questo tipo, investendo zone molto pi\u00f9 popolate rispetto ai tropici e abbattendosi anche su alcune delle maggiori metropoli del pianeta, da Tokyo a New York, passando anche per Pechino e perfino Boston, che si trova sul 42esimo parallelo nord (all\u2019incirca l\u2019altezza di Roma).
Leggi anche:\n Nucleare: la Germania chiude le sue centrali ma la Ue vuole includerlo tra le fonti pulite \nAntartide, dai carotaggi di ghiaccio al clima del futuro \nLe notizie meteo per l\u2019Italia: \nEPIFANIA 2022 con clima pi\u00f9 freddo e vento forte: gli ultimi aggiornamenti \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Clima, i CICLONI TROPICALI andranno sempre pi\u00f9 a nord: a rischio anche le grandi metropoli)
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\nDopo aver fatto superare per la prima volta la soglia di 1\u00b0C nel 2015, la crisi climatica ci ha fatto vivere gli anni pi\u00f9 caldi che siano mai stati registrati:
2015 | \n+1.15 | \n
2016 | \n+1.28 | \n
2017 | \n+1.19 | \n
2018 | \n+1.11 | \n
2019 | \n+1.24 | \n
2020 | \n+1.27 | \n
Secondo i dati registrati fino al mese di settembre, anche il 2021 appare destinato a rientrare nella serie con un\u2019anomalia di 1.09\u00b0C.
\nIl dottor Nick Dunstone, scienziato del Met Office, ha spiegato che quest\u2019anno si \u00e8 fatta sentire l\u2019influenza di un fenomeno noto come\u00a0La Ni\u00f1a, che favorisce un raffreddamento anomalo delle acque, ma non \u00e8 bastata a riportare le temperature medie globali al di sotto di un grado di anomalia rispetto all\u2019era preindustriale.
Il Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, ha pubblicato di recente le proiezioni relative al clima del 2022 e ci si aspetta una situazione simile a quella di quest\u2019anno.
\nSecondo gli scienziati \u00e8 molto probabile che la crisi climatica riesca di nuovo a spingere la temperatura media globale su valori particolarmente elevati. \u00c8 probabile che per l\u2019ottavo anno consecutivo si superi ancora 1\u00b0C di anomalia rispetto ai livelli preindustriali nonostante l\u2019insistenza di La Ni\u00f1a, che render\u00e0 la superficie del Pacifico tropicale pi\u00f9 fredda della media influenzando anche la temperatura media globale.
\nIn particolare ci si aspetta un\u2019anomalia di circa 1.09 gradi, o comunque compresa tra 0,97\u00b0C e 1,21\u00b0C al di sopra della media del periodo preindustriale.
Il professor Adam Scaife, che si occupa delle previsioni sul lungo periodo per il Met Office, ha sottolineato che le proiezioni per il 2022 \u201cmostrano che l\u2019aumento dei gas serra nell\u2019atmosfera sta riscaldando il globo a un ritmo tale che gli anni caratterizzati da El Ni\u00f1o\u00a0(che provoca un riscaldamento anomalo del clima globale, ndr) alla fine degli anni \u201990 sono stati comunque pi\u00f9 freschi di quelli segnati da La Ni\u00f1a due decenni dopo\u201d.
\nQuesti fenomeni si osservano sull\u2019Oceano Pacifico equatoriale\u00a0e sono caratterizzati da oscillazioni periodiche irregolari della pressione atmosferica e della temperatura delle acque superficiali\u00a0capaci di influenzare le condizioni meteorologiche di tutto il Mondo.
\n\nIn condizioni cosiddette \u201cneutre\u201d, si ha alta pressione sul settore orientale dell\u2019oceano Pacifico e bassa pressione nel settore ovest, con i consueti venti orientali (alisei). Quando la pressione atmosferica diminuisce sul settore orientale e contemporaneamente aumenta a ovest, gli alisei si attenuano o talvolta invertono la direzione ostacolando la risalita di acqua fredda dalle profondit\u00e0 verso la superficie oceanica. Con questa configurazione viene favorito il riscaldamento anomalo delle acque, fenomeno noto come\u00a0El Ni\u00f1o. Nella fase opposta viene, invece, viene favorito il raffreddamento anomalo delle acque, fenomeno noto come\u00a0La Ni\u00f1a.
\nIl nome \u201cEl Ni\u00f1o\u201d, \u201cil bimbo\u201d in spagnolo, deriva dal fatto che sia gli episodi pi\u00f9 intensi (eventi con la cadenza di 4-6 anni), quanto quelli pi\u00f9 leggeri che si presentano annualmente, si sviluppano intorno al periodo natalizio.
\nLeggi anche:\n Il 2021 si chiude con un buco dell\u2019ozono tra i pi\u00f9 grandi e longevi di sempre \nAutunno 2021, caduto il doppio della pioggia in Sicilia e Sardegna \n\n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CRISI CLIMATICA, le proiezioni per il 2022)
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Fonte: Ed Hawkins (University of Reading)\nSecondo i dati registrati fino al mese di settembre, anche il 2021 appare destinato a rientrare nella serie con un\u2019anomalia di 1.09\u00b0C.\nIl dottor Nick Dunstone, scienziato del Met Office, ha spiegato che quest\u2019anno si \u00e8 fatta sentire l\u2019influenza di un fenomeno noto come\u00a0La Ni\u00f1a, che favorisce un raffreddamento anomalo delle acque, ma non \u00e8 bastata a riportare le temperature medie globali al di sotto di un grado di anomalia rispetto all\u2019era preindustriale.\nCrisi climatica, andremo oltre a 1\u00b0C di anomalia anche nel 2022: le proiezioni\nIl Met Office, il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, ha pubblicato di recente le proiezioni relative al clima del 2022 e ci si aspetta una situazione simile a quella di quest\u2019anno.\nSecondo gli scienziati \u00e8 molto probabile che la crisi climatica riesca di nuovo a spingere la temperatura media globale su valori particolarmente elevati. \u00c8 probabile che per l\u2019ottavo anno consecutivo si superi ancora 1\u00b0C di anomalia rispetto ai livelli preindustriali nonostante l\u2019insistenza di La Ni\u00f1a, che render\u00e0 la superficie del Pacifico tropicale pi\u00f9 fredda della media influenzando anche la temperatura media globale.\nIn particolare ci si aspetta un\u2019anomalia di circa 1.09 gradi, o comunque compresa tra 0,97\u00b0C e 1,21\u00b0C al di sopra della media del periodo preindustriale.\nIl professor Adam Scaife, che si occupa delle previsioni sul lungo periodo per il Met Office, ha sottolineato che le proiezioni per il 2022 \u201cmostrano che l\u2019aumento dei gas serra nell\u2019atmosfera sta riscaldando il globo a un ritmo tale che gli anni caratterizzati da El Ni\u00f1o\u00a0(che provoca un riscaldamento anomalo del clima globale, ndr) alla fine degli anni \u201990 sono stati comunque pi\u00f9 freschi di quelli segnati da La Ni\u00f1a due decenni dopo\u201d.\nCosa sono El Ni\u00f1o e La Ni\u00f1a?\nQuesti fenomeni si osservano sull\u2019Oceano Pacifico equatoriale\u00a0e sono caratterizzati da oscillazioni periodiche irregolari della pressione atmosferica e della temperatura delle acque superficiali\u00a0capaci di influenzare le condizioni meteorologiche di tutto il Mondo.\nLa\u00a0Ni\u00f1a\u00a0e Il\u00a0Ni\u00f1o. Fonte NOAA\nIn condizioni cosiddette \u201cneutre\u201d, si ha alta pressione sul settore orientale dell\u2019oceano Pacifico e bassa pressione nel settore ovest, con i consueti venti orientali (alisei). Quando la pressione atmosferica diminuisce sul settore orientale e contemporaneamente aumenta a ovest, gli alisei si attenuano o talvolta invertono la direzione ostacolando la risalita di acqua fredda dalle profondit\u00e0 verso la superficie oceanica. Con questa configurazione viene favorito il riscaldamento anomalo delle acque, fenomeno noto come\u00a0El Ni\u00f1o. Nella fase opposta viene, invece, viene favorito il raffreddamento anomalo delle acque, fenomeno noto come\u00a0La Ni\u00f1a.\nIl nome \u201cEl Ni\u00f1o\u201d, \u201cil bimbo\u201d in spagnolo, deriva dal fatto che sia gli episodi pi\u00f9 intensi (eventi con la cadenza di 4-6 anni), quanto quelli pi\u00f9 leggeri che si presentano annualmente, si sviluppano intorno al periodo natalizio.\n\n\n\nLeggi anche:\nIl 2021 si chiude con un buco dell\u2019ozono tra i pi\u00f9 grandi e longevi di sempre\nAutunno 2021, caduto il doppio della pioggia in Sicilia e Sardegna\nGhiacciaio dell\u2019Apocalisse, scienziati preoccupati per il collasso del gigantesco ghiacciaio Thwaites\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CRISI CLIMATICA, le proiezioni per il 2022)", "date_published": "2021-12-22T10:19:59+01:00", "date_modified": "2021-12-22T10:25:38+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/12/stripes_GLOBE-1850-2020-MO.png", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/caldo-record-e-siccita-e-emergenza-in-africa-strage-di-animali-aumentano-sfollati-e-violenze/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/caldo-record-e-siccita-e-emergenza-in-africa-strage-di-animali-aumentano-sfollati-e-violenze/", "title": "CALDO e SICCIT\u00c0, \u00e8 EMERGENZA in Africa: strage di animali, aumentano sfollati e violenze", "content_html": "Nel mese di novembre il clima il Africa non \u00e8 mai stato cos\u00ec caldo almeno dall\u2019inizio delle registrazioni, ovvero da oltre 110 anni.
\nIl mese di novembre del 2021 \u00e8 stato segnato da un clima pi\u00f9 caldo della norma in tutto il Pianeta,\u00a0ma l\u2019anomalia \u00e8 stata particolarmente significativa in Africa, dove per la prima volta ci si \u00e8 avvicinati ai 2 gradi di differenza rispetto alla media (1.61\u00b0C).
\n\nIl nuovo record arriva dopo mesi gi\u00e0 segnati da caldo anomalo e, soprattutto, da una siccit\u00e0 gravissima che ha messo in ginocchio diverse zone del continente.
\nLa situazione \u00e8 molto grave, e in diverse regioni sono state registrate morie di animali selvatici. Proprio in questi giorni hanno suscitato clamore le immagini impressionanti arrivate dal parco Sabuli Wildlife Conservancy, in Kenya, dove il fotogiornalista Ed Ram ha fotografato\u00a0i corpi senza vita di sei giraffe rimaste intrappolate nel fango nel tentativo disperato di abbeverarsi in una riserva d\u2019acqua che si era prosciugata.
\n\n\n\nSix #giraffes lie dead in Sabuli Wildlife Conservancy in Wajir, #Kenya. The giraffes, weak from lack of food and water caused by severe #drought, died after getting stuck in mud as they tried to drink from a nearly dried-up reservoir nearby. Shot for @GettyImages #climatechange pic.twitter.com/m0efTloXBk
\n\u2014 Ed Ram (@EdR4m) December 13, 2021
\n
\u00c8 da settimane che la riserva naturale denuncia una situazione drammatica. Nel mese di novembre il parco Sabuli Wildlife Conservancy aveva pubblicato un aggiornamento sul proprio sito in cui, condividendo le immagini degli animali uccisi dal caldo e dalla siccit\u00e0, scriveva che questo \u00e8 solo \u00abl\u2019ultimo di una serie di shock climatici che hanno attraversato il Corno d\u2019Africa\u00bb.
\n\n\u00abSe muoiono loro moriamo tutti\u00bb, ha commentato un pastore che dice di aver perso 40 capre.
\nEd \u00e8 vero: l\u2019impatto di questa situazione \u00e8 estremamente grave anche per la vita delle persone, minacciate non solo dalla carenza di cibo e acqua ma anche dal conseguente aumento di tensioni e conflitti.
\nUn\u2019escalation che in alcune zone \u00e8 gi\u00e0 evidente.
A lanciare l\u2019allarme in questo senso \u00e8 anche la Croce Rossa Internazionale, che ha denunciato una intensificazione dei conflitti armati. In un rapporto che fa il punto in particolare sulla situazione della regione di Galgaduud, in Somalia, la Croce Rossa Internazionale avverte che oltre 300 mila persone sono state colpite dall\u2019aggravarsi della siccit\u00e0.
\nIn novembre il governo federale ha dichiarato lo stato d\u2019emergenza e migliaia di persone sono gi\u00e0 state costrette ad abbandonare le proprie case alla ricerca di acqua, cibo e pascoli.
Nella cittadina di Guriel alla fine di ottobre sono scoppiati violenti combattimenti tra l\u2019Esercito nazionale somalo e il gruppo paramilitare Ahlu Sunnah Wal Jama\u2019a: gli scontri hanno danneggiato molti edifici, compreso l\u2019ospedale principale della citt\u00e0, decine di persone sono morte e circa cento mila abitanti sono stati costretti a fuggire nei villaggi vicini.
\nPu\u00f2 interessarti anche:\n Transizione ecologica in Italia, a che punto siamo? I dati dell\u2019Ispra \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CALDO e SICCIT\u00c0, \u00e8 EMERGENZA in Africa: strage di animali, aumentano sfollati e violenze)
\n", "content_text": "Nel mese di novembre il clima il Africa non \u00e8 mai stato cos\u00ec caldo almeno dall\u2019inizio delle registrazioni, ovvero da oltre 110 anni.\nIl mese di novembre del 2021 \u00e8 stato segnato da un clima pi\u00f9 caldo della norma in tutto il Pianeta,\u00a0ma l\u2019anomalia \u00e8 stata particolarmente significativa in Africa, dove per la prima volta ci si \u00e8 avvicinati ai 2 gradi di differenza rispetto alla media (1.61\u00b0C).\nFonte: NOAA\nIl nuovo record arriva dopo mesi gi\u00e0 segnati da caldo anomalo e, soprattutto, da una siccit\u00e0 gravissima che ha messo in ginocchio diverse zone del continente.\nLa situazione \u00e8 molto grave, e in diverse regioni sono state registrate morie di animali selvatici. Proprio in questi giorni hanno suscitato clamore le immagini impressionanti arrivate dal parco Sabuli Wildlife Conservancy, in Kenya, dove il fotogiornalista Ed Ram ha fotografato\u00a0i corpi senza vita di sei giraffe rimaste intrappolate nel fango nel tentativo disperato di abbeverarsi in una riserva d\u2019acqua che si era prosciugata.\n\nSix #giraffes lie dead in Sabuli Wildlife Conservancy in Wajir, #Kenya. The giraffes, weak from lack of food and water caused by severe #drought, died after getting stuck in mud as they tried to drink from a nearly dried-up reservoir nearby. Shot for @GettyImages #climatechange pic.twitter.com/m0efTloXBk\n\u2014 Ed Ram (@EdR4m) December 13, 2021\n\n\n\u00c8 da settimane che la riserva naturale denuncia una situazione drammatica. Nel mese di novembre il parco Sabuli Wildlife Conservancy aveva pubblicato un aggiornamento sul proprio sito in cui, condividendo le immagini degli animali uccisi dal caldo e dalla siccit\u00e0, scriveva che questo \u00e8 solo \u00abl\u2019ultimo di una serie di shock climatici che hanno attraversato il Corno d\u2019Africa\u00bb.\nCrediti: Sabuli Wildlife Conservancy\n\u00abSe muoiono loro moriamo tutti\u00bb, ha commentato un pastore che dice di aver perso 40 capre.\nEd \u00e8 vero: l\u2019impatto di questa situazione \u00e8 estremamente grave anche per la vita delle persone, minacciate non solo dalla carenza di cibo e acqua ma anche dal conseguente aumento di tensioni e conflitti.\nUn\u2019escalation che in alcune zone \u00e8 gi\u00e0 evidente.\nA lanciare l\u2019allarme in questo senso \u00e8 anche la Croce Rossa Internazionale, che ha denunciato una intensificazione dei conflitti armati. In un rapporto che fa il punto in particolare sulla situazione della regione di Galgaduud, in Somalia, la Croce Rossa Internazionale avverte che oltre 300 mila persone sono state colpite dall\u2019aggravarsi della siccit\u00e0.\nIn novembre il governo federale ha dichiarato lo stato d\u2019emergenza e migliaia di persone sono gi\u00e0 state costrette ad abbandonare le proprie case alla ricerca di acqua, cibo e pascoli. \nNella cittadina di Guriel alla fine di ottobre sono scoppiati violenti combattimenti tra l\u2019Esercito nazionale somalo e il gruppo paramilitare Ahlu Sunnah Wal Jama\u2019a: gli scontri hanno danneggiato molti edifici, compreso l\u2019ospedale principale della citt\u00e0, decine di persone sono morte e circa cento mila abitanti sono stati costretti a fuggire nei villaggi vicini.\n\n\n\nPu\u00f2 interessarti anche:\nTransizione ecologica in Italia, a che punto siamo? I dati dell\u2019Ispra\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CALDO e SICCIT\u00c0, \u00e8 EMERGENZA in Africa: strage di animali, aumentano sfollati e violenze)", "date_published": "2021-12-14T18:09:48+01:00", "date_modified": "2021-12-15T09:32:48+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/12/Foto-COPERTINA-Wordpress-1.png", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/in-italia-record-di-eventi-estremi-nel-2021-un-pericolo-concreto-avverte-la-coldiretti-i-dati/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/in-italia-record-di-eventi-estremi-nel-2021-un-pericolo-concreto-avverte-la-coldiretti-i-dati/", "title": "In Italia RECORD di EVENTI ESTREMI nel 2021: \u00abun pericolo concreto\u00bb, avverte la Coldiretti", "content_html": "La crisi climatica colpisce in modo sempre pi\u00f9 evidente anche il nostro Paese, che dall\u2019inizio di quest\u2019anno ha gi\u00e0 dovuto affrontare 1787 fenomeni estremi.
\nLo rende noto la Coldiretti, e avverte: ci troviamo di fronte a un nuovo record, e l\u2019anno non \u00e8 ancora finito.
Tra nubifragi, grandinate, tornado, tempeste di vento, ondate di calore e di gelo estreme, in soli dieci anni abbiamo assistito a un aumento dei fenomeni estremi del 548 per cento. L\u2019analisi della Coldiretti su dati Eswd ha confrontato i dati registrati finora nel 2021 con quelli del 2011, delineando uno scenario che, spiega l\u2019associazione, aggrava le perdite provocate dalla crisi climatica \u00aball\u2019agricoltura italiana pari a 14 miliardi di euro negli ultimi dieci anni a causa dalla tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una pi\u00f9 elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi\u00bb
\n\u00abViolenti temporali, grandinate, tornado e tempeste di vento che colpiscono le citt\u00e0 e le campagne \u2013 sottolinea la Coldiretti \u2013 si abbattono su un territorio duramente provato dalla siccit\u00e0 con i terreni che non riescono ad assorbire l\u2019acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti, frane e smottamenti\u00bb.
\nGli eventi estremi di questo tipo rappresentano \u00abun pericolo concreto \u2013 avverte la Coldiretti, \u2013 in un Paese dove a causa della cementificazione e dall\u2019abbandono sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che hanno parte del proprio territorio a rischio frane e/o alluvioni\u00bb.
\nIl settore della nostra economia che quotidianamente vive pi\u00f9 degli altri le conseguenze della crisi climatica \u00e8 quello dell\u2019agricoltura: l\u2019associazione degli agricoltori sottolinea l\u2019urgenza di \u00abinterventi strutturali e strumenti di\u00a0gestione del rischio sempre pi\u00f9 avanzati, efficaci e con meno burocrazia\u00bb.
\nIl maltempo che ha colpito il Belpaese nell\u2019ultimo periodo sta minacciando in particolare la raccolta delle olive e la vendemmia, ancora in corso per i grandi vini rossi. \u00abLa pioggia impedisce di entrare nei campi per le operazioni di raccolta ma a preoccupare \u2013 sottolinea la Coldiretti \u2013 sono anche gli eventi estremi con l\u2019arrivo di venti di burrasca che fanno cadere a terra i prodotti, facendo perdere un intero anno di lavoro\u00bb.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (In Italia RECORD di EVENTI ESTREMI nel 2021: \u00abun pericolo concreto\u00bb, avverte la Coldiretti)
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\nDallo studio, pubblicato su Nature Communication, \u00e8 emerso che gli effetti di un clima pi\u00f9 caldo cambiano radicalmente a seconda della potenza delle eruzioni.
\n\nLe esplosioni molto forti, che sono decisamente rare con una media di uno o due episodi per secolo, provocheranno un raffreddamento sempre pi\u00f9 significativo man mano che il mondo si riscalda: questo avviene, spiegano i ricercatori, perch\u00e9 con un\u2019atmosfera pi\u00f9 calda gli aerosol di solfati si diffondono maggiormente e pi\u00f9 rapidamente intorno al nostro pianeta, bloccando in modo pi\u00f9 significativo le radiazioni solari. Questo fenomeno \u00e8 gi\u00e0 stato osservato nel 1991, quando una eruzione molto potente del vulcano Pinatubo, nelle Filippine, ha provocato un raffreddamento di 0,5\u00b0C per oltre un anno. Secondo le stime degli scienziati, l\u2019effetto di raffreddamento di esplosioni di questo tipo potrebbe amplificarsi fino al 15 per cento man mano che il mondo diventa pi\u00f9 caldo.
\nUn fenomeno opposto si osserva invece per le eruzioni con una potenza moderata, che in media si registrano una volta all\u2019anno: nel loro caso, con l\u2019avanzare della crisi climatica l\u2019effetto di raffreddamento si pu\u00f2 ridurre fino al 75 per cento.
\nCome spiegano i ricercatori, si prevede che il riscaldamento globale provochi un aumento dell\u2019altezza della tropopausa (il confine tra il primo e il secondo strato della nostra atmosfera). Di conseguenza sar\u00e0 pi\u00f9 difficile che i pennacchi vulcanici prodotti da esplosioni meno potenti raggiunga la stratosfera (il secondo strato) e sar\u00e0 pi\u00f9 probabile che gli aerosol di solfati vengano spazzati via rapidamente.
Leggi anche:\n Chernobyl, in Germania crescono ancora funghi radioattivi dopo oltre 30 anni \nUn ambiente sano \u00e8 un diritto fondamentale dell\u2019umanit\u00e0: la risoluzione ONU \n | \n
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\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (La crisi climatica influenza anche l\u2019impatto delle eruzioni vulcaniche)
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\nA causa della crisi climatica in atto le ondate di calore sono sempre pi\u00f9 intense e durature, con un bilancio delle vittime che spesso si rivela sconcertante.
\nIl nostro corpo pu\u00f2 contare su un\u2019elevata capacit\u00e0 di abituarsi a climi piuttosto estremi, sia con temperature molto basse che con valori elevati. Ma per acclimatarsi ha bisogno di tempo, e per questo le ondate di calore improvvise risultano particolarmente pericolose.
\nI rischi per la salute aumentano quando il caldo resta intenso anche di notte. Kristie Ebi, esperta di salute ambientale, ha spiegato sul New York Times che dopo una giornata molto calda \u00e8 fondamentale che le persone abbiano l\u2019opportunit\u00e0 di abbassare la propria temperatura corporea. Una notte fresca \u00e8 importante anche per concederci una pausa dalla sudorazione, e quindi dai rischi legati alla disidratazione. Normalmente, sudando dissipiamo il calore corporeo; ma quando fa troppo caldo, e ancora di pi\u00f9 quando anche l\u2019umidit\u00e0 risulta particolarmente elevata, il sudore non pu\u00f2 evaporare e finiamo per \u201csurriscaldarci\u201d. Quando questo accade l\u2019impatto sulla salute pu\u00f2 risultare gravissimo, e a volte anche fatale.
\nI dati ci rivelano che le notti estive si sono riscaldate al doppio della velocit\u00e0 rispetto alle ore diurne: la colpa \u00e8 della crisi climatica e della cosiddetta \u201cisola di calore urbana\u201c, per cui quando le nostre case e le citt\u00e0 assorbono molto caldo durante il giorno lo rilasciano anche di notte.
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CALDO NOTTURNO, un rischio sottovalutato per la SALUTE)
\n", "content_text": "Quando pensiamo all\u2019impatto che il caldo ha sulla salute \u00e8 naturale pensare alle ore pi\u00f9 roventi della giornata, con il sole a picco sulle nostre teste e la colonnina di mercurio che schizza su valori impressionanti. In realt\u00e0, uno degli aspetti delle ondate di caldo che influiscono in modo molto grave sulla nostra salute sono le temperature notturne.\nA causa della crisi climatica in atto le ondate di calore sono sempre pi\u00f9 intense e durature, con un bilancio delle vittime che spesso si rivela sconcertante.\nIl nostro corpo pu\u00f2 contare su un\u2019elevata capacit\u00e0 di abituarsi a climi piuttosto estremi, sia con temperature molto basse che con valori elevati. Ma per acclimatarsi ha bisogno di tempo, e per questo le ondate di calore improvvise risultano particolarmente pericolose.\nI rischi per la salute aumentano quando il caldo resta intenso anche di notte. Kristie Ebi, esperta di salute ambientale, ha spiegato sul New York Times che dopo una giornata molto calda \u00e8 fondamentale che le persone abbiano l\u2019opportunit\u00e0 di abbassare la propria temperatura corporea. Una notte fresca \u00e8 importante anche per concederci una pausa dalla sudorazione, e quindi dai rischi legati alla disidratazione. Normalmente, sudando dissipiamo il calore corporeo; ma quando fa troppo caldo, e ancora di pi\u00f9 quando anche l\u2019umidit\u00e0 risulta particolarmente elevata, il sudore non pu\u00f2 evaporare e finiamo per \u201csurriscaldarci\u201d. Quando questo accade l\u2019impatto sulla salute pu\u00f2 risultare gravissimo, e a volte anche fatale.\nI dati ci rivelano che le notti estive si sono riscaldate al doppio della velocit\u00e0 rispetto alle ore diurne: la colpa \u00e8 della crisi climatica e della cosiddetta \u201cisola di calore urbana\u201c, per cui quando le nostre case e le citt\u00e0 assorbono molto caldo durante il giorno lo rilasciano anche di notte.\n \n\n\n\nPu\u00f2 interessarti anche:\nCaldo estremo anche di notte: Italia soffocata dalle notti tropicali. I dati\nIsola di calore urbana, perch\u00e9 in citt\u00e0 fa pi\u00f9 caldo? Le cause del fenomeno\nL\u2019isola di calore urbana ha conseguenze molto serie, ma pu\u00f2 essere mitigata\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CALDO NOTTURNO, un rischio sottovalutato per la SALUTE)", "date_published": "2021-08-15T08:10:36+02:00", "date_modified": "2021-08-15T10:16:51+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/07/3770941770_3b728f4228_o.jpg", "tags": [ "caldo", "cambiamenti climatici", "Salute", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/hydromet-alliance-contro-la-crisi-climatica-e-fondamentale-investire-nelle-previsioni-meteo-e-nei-sistemi-di-allerta-precoce/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/hydromet-alliance-contro-la-crisi-climatica-e-fondamentale-investire-nelle-previsioni-meteo-e-nei-sistemi-di-allerta-precoce/", "title": "PREVISIONI METEO e sistemi di ALLERTA fondamentali per affrontare la CRISI CLIMATICA", "content_html": "Investire nelle previsioni meteorologiche \u00e8 fondamentale per aumentare l\u2019adattamento ai cambiamenti climatici, soprattutto per i Paesi in via di sviluppo.
\nPer supportare in modo pi\u00f9 efficace i Paesi questa necessit\u00e0 l\u2019Organizzazione meteorologica mondiale e i partner della finanza climatica hanno creato l\u2019Alleanza per lo sviluppo di Hydromet. L\u2019Alleanza \u00e8 stata lanciata alla Conferenza delle parti (COP 25) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 2019 e mira a unire e intensificare gli sforzi per colmare il divario di capacit\u00e0 nella fornitura di previsioni meteorologiche di alta qualit\u00e0, sistemi di allarme e informazioni sul clima.
Il rapporto Hydromet Gap \u00e8 stato reso pubblico l\u20198 luglio scorso in occasione di un evento ospitato dal Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite. \u00c8 stato presentato dai leader dell\u2019Alliance for Hydromet Development, che riunisce l\u2019Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e le principali istituzioni internazionali di sviluppo, umanitarie e finanziarie tra cui il\u00a0Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, il Programma ambientale delle Nazioni Unite, la Banca Mondiale, il Programma alimentare mondiale.
\nIn occasione del lancio del primo rapporto, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che esso \u201cci dice fino a che punto dobbiamo spingerci per garantire che tutte le persone abbiano accesso a informazioni meteorologiche e climatiche accurate e tempestive\u201d.
\n\n\nFrightening heatwaves and other climate events emphasize our growing climate crisis.
\nClosing the capacity gap on high-quality weather forecasts, early warning systems and climate information is essential to improve protection and build resilience. https://t.co/qBDEBwGxvb pic.twitter.com/v5mEBDRtQr
\n\u2014 Ant\u00f3nio Guterres (@antonioguterres) July 8, 2021
Per avere previsioni accurate \u2013 continua Guterres \u2013 abbiamo bisogno di dati meteorologici e climatici affidabili. Oggi rimangono grandi lacune nei dati meteorologici di base, in particolare negli Stati in via di sviluppo delle piccole isole e nei paesi meno sviluppati. Questi influiscono sulla qualit\u00e0 delle previsioni ovunque, in particolare nelle settimane e nei giorni critici in cui sono pi\u00f9 necessarie azioni preventive\u201d.
\nCon una maggiore qualit\u00e0 delle previsioni meteorologiche e dei sistemi di allerta si stima che oltre 23 mila vite si potrebbero salvare all\u2019anno, con benefici economici connessi di quasi 162 miliardi di dollari.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (PREVISIONI METEO e sistemi di ALLERTA fondamentali per affrontare la CRISI CLIMATICA)
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\nLa situazione \u00e8 critica in tutto il Nord America: proprio in questo periodo i settori occidentali del continente stanno facendo fronte a un clima eccezionalmente caldo e una siccit\u00e0 spaventosa. Anche negli Stati Uniti meridionali la crisi climatica si fa sentire, con fenomeni meteo sempre pi\u00f9 estremi e un preoccupante innalzamento del livello del mare.
L\u2019innalzamento del mare e la violenza delle tempeste sono una delle principali minacce che preoccupano anche New York, che si sta preparando ad affrontare calamit\u00e0 sempre pi\u00f9 gravi. E per farlo, nella Grande Mela si sta lavorando a un progetto da quasi un miliardo e mezzo di dollari (1,45 miliardi): l\u2019East Side Coastal Resiliency (ESCR) \u00e8 stata presentata dall\u2019amministrazione locale come \u00abun\u2019iniziativa di protezione costiera, finanziata congiuntamente dalla citt\u00e0 di New York e dal governo federale, volta a ridurre il rischio di inondazioni dovute alle tempeste costiere e all\u2019innalzamento del livello del mare\u00bb. La zona coinvolta \u00e8 in particolare l\u2019area meridionale dell\u2019East Side di Manhattan, da East 25th Street a Montgomery Street.
\n\nA causa della crisi climatica il livello del mare sta aumentando, spiega l\u2019amministrazione di New York, e le tempeste costiere stanno diventando sempre pi\u00f9 frequenti e violente. Il progetto nasce per permettere a Manhattan di affrontare queste minacce e ridurre il rischio di alluvioni, migliorando anche gli spazi aperti e l\u2019accesso alle coste. Un sistema integrato di protezione dalle inondazioni \u00e8 gi\u00e0 in fase di costruzione su un\u2019area di circa 4 km quadrati, che comprende spazi aperti sul lungomare, parchi rialzati, scuole e altre infrastrutture.
\nPer proteggere la citt\u00e0 dalle inondazioni verranno integrati nel paesaggio dei \u201cmuri antiallagamento\u201d, spiega la citt\u00e0 di new York, e l\u2019East River Park sar\u00e0 innalzato a un livello che gli permetter\u00e0 di bloccare le mareggiate.
\n\nLeggi anche:\n Il ruolo dei fattori meteorologici nella trasmissione del SARS-CoV-2, nuovi dati \n\n\n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (NEW YORK minacciata dalla CRISI CLIMATICA: il progetto per difendere Manhattan)
\n", "content_text": "La crisi climatica preoccupa sempre pi\u00f9 gli Stati Uniti, e anche la citt\u00e0 di New York deve fare i conti con i suoi effetti.\nLa situazione \u00e8 critica in tutto il Nord America: proprio in questo periodo i settori occidentali del continente stanno facendo fronte a un clima eccezionalmente caldo e una siccit\u00e0 spaventosa. Anche negli Stati Uniti meridionali la crisi climatica si fa sentire, con fenomeni meteo sempre pi\u00f9 estremi e un preoccupante innalzamento del livello del mare.\n\n\n\n\nCaldo eccezionale: registrati 46,6 gradi in Canada, \u00e8 record\nUsa, gli effetti della devastante siccit\u00e0 si vedono anche dallo spazio: il confronto\nLe Florida Keys presto finiranno sott\u2019acqua: serve un piano d\u2019azione\n\n\n\n\nL\u2019innalzamento del mare e la violenza delle tempeste sono una delle principali minacce che preoccupano anche New York, che si sta preparando ad affrontare calamit\u00e0 sempre pi\u00f9 gravi. E per farlo, nella Grande Mela si sta lavorando a un progetto da quasi un miliardo e mezzo di dollari (1,45 miliardi): l\u2019East Side Coastal Resiliency (ESCR) \u00e8 stata presentata dall\u2019amministrazione locale come \u00abun\u2019iniziativa di protezione costiera, finanziata congiuntamente dalla citt\u00e0 di New York e dal governo federale, volta a ridurre il rischio di inondazioni dovute alle tempeste costiere e all\u2019innalzamento del livello del mare\u00bb. La zona coinvolta \u00e8 in particolare l\u2019area meridionale dell\u2019East Side di Manhattan, da East 25th Street a Montgomery Street.\nIl sistema integrato di protezione dalle inondazioni di ESCR. Fonte: Citt\u00e0 di New York\nA causa della crisi climatica il livello del mare sta aumentando, spiega l\u2019amministrazione di New York, e le tempeste costiere stanno diventando sempre pi\u00f9 frequenti e violente. Il progetto nasce per permettere a Manhattan di affrontare queste minacce e ridurre il rischio di alluvioni, migliorando anche gli spazi aperti e l\u2019accesso alle coste. Un sistema integrato di protezione dalle inondazioni \u00e8 gi\u00e0 in fase di costruzione su un\u2019area di circa 4 km quadrati, che comprende spazi aperti sul lungomare, parchi rialzati, scuole e altre infrastrutture.\nPer proteggere la citt\u00e0 dalle inondazioni verranno integrati nel paesaggio dei \u201cmuri antiallagamento\u201d, spiega la citt\u00e0 di new York, e l\u2019East River Park sar\u00e0 innalzato a un livello che gli permetter\u00e0 di bloccare le mareggiate.\n\n\n\n\nLeggi anche:\nIl ruolo dei fattori meteorologici nella trasmissione del SARS-CoV-2, nuovi dati\nDiesel e benzina, Italia verso uno stop: le tempistiche\nL\u2019Europa ha trovato l\u2019accordo sulla Politica Agricola: per Bruxelles un progresso, per gli ambientalisti un disastro. Il punto\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (NEW YORK minacciata dalla CRISI CLIMATICA: il progetto per difendere Manhattan)", "date_published": "2021-06-28T16:25:49+02:00", "date_modified": "2021-06-28T16:36:43+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/06/Foto-COPERTINA-Wordpress-12.png", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-sfida-da-vincere-e-quella-dellambiente-le-parole-dellastronauta-luca-parmitano/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-sfida-da-vincere-e-quella-dellambiente-le-parole-dellastronauta-luca-parmitano/", "title": "\u00abLa sfida da vincere \u00e8 quella dell\u2019AMBIENTE\u00bb: le parole dell\u2019astronauta LUCA PARMITANO", "content_html": "\n\n\u00abCome tutti gli astronauti sono innamorato del nostro Pianeta, e la sfida che dobbiamo assolutamente vincere \u00e8 quella dell\u2019ambiente\u00bb.
\n
L\u2019astronauta italiano Luca Parmitano, dell\u2019Agenzia Spaziale Europea, \u00e8 intervenuto nella due giorni di SkyTG24\u00a0Live in Firenze e ha parlato anche di clima e ambiente. Secondo Parmitano siamo di fronte a quella che \u00e8 prima di tutto una sfida di civilt\u00e0: dobbiamo capire che \u00abtutto il territorio \u00e8 nostro \u2013 ha detto -, compresi gli spazi pubblici perch\u00e9 anche questi appartengono alla comunit\u00e0\u00bb.
\nBellissimo e fragile, il nostro Pianeta va protetto dai cambiamenti climatici
\nParmitano ha raccontato che vorrebbe portare i leader mondiali nello spazio, \u00abperch\u00e9 vedano con i loro occhi la bellezza e la fragilit\u00e0 del nostro pianeta\u00bb, esprimendo preoccupazione per l\u2019avanzare della crisi climatica. Dallo spazio i capi di governo \u00abpotrebbero osservare con i loro occhi il cambiamento climatico che sta avvenendo\u00bb, ha affermato l\u2019astronauta: \u00abnegli ultimi dieci anni ho visto incrementare fenomeni sempre pi\u00f9 violenti, come le ondate di caldo, e deve essere capito che questo \u00e8 l\u2019effetto delle attivit\u00e0 umane\u00bb.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (\u00abLa sfida da vincere \u00e8 quella dell\u2019AMBIENTE\u00bb: le parole dell\u2019astronauta LUCA PARMITANO)
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\nDi allarmi la comunit\u00e0 scientifica ne ha lanciati molti, lo sta facendo da tanti anni, ma \u00e8 forse la prima volta che arriva un messaggio cos\u00ec categorico: adesso il pericolo riguarda direttamente la nostra specie. Questo sarebbe il monito contenuto nella bozza del nuovo rapporto dell\u2019IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite.
\nSecondo quanto si leggerebbe nella bozza del rapporto, ottenuta esclusivamente dall\u2019AFP e ripresa da molti giornali, il cambiamento del clima appare ormai destinato a rimodellare la vita sulla Terra in modo radicale nei prossimi decenni, e lo farebbe anche se riuscissimo a ridurre le emissioni.\u00a0Numerose specie si estingueranno, dovremo affrontare malattie nuove e pi\u00f9 diffuse, il caldo render\u00e0 invivibili intere aree del pianeta e molte citt\u00e0 saranno minacciate dall\u2019innalzamento dei mari. Lo scenario che si profila all\u2019orizzonte \u00e8 raccapricciante: secondo gli esperti tutto questo si verificher\u00e0 nel giro di pochi decenni, prima ancora che un bambino nato oggi compia 30 anni.
\n\n\u00c8 troppo tardi per evitare molti disastri. Anche se riuscissimo a mantenere il riscaldamento globale entro l\u20191.5\u00b0C oltre i livelli dell\u2019era preindustriale, raggiungendo quindi quello che \u00e8 l\u2019obiettivo pi\u00f9 ambizioso dell\u2019Accordo di Parigi, molti organismi non riuscirebbero ad adattarsi al nuovo clima.
\nUn esempio ci viene dalle barriere coralline, da cui dipendono milioni di persone, che in buona parte andrebbero perse. Devastanti anche le conseguenze della fusione dei ghiacci dell\u2019Artico e quelle relative all\u2019aumento di siccit\u00e0 e incendi, con un impatto particolarmente duro anche per l\u2019uomo.
Milioni di persone rischiano di patire la fame entro il 2050, oltre cento milioni potrebbero sperimentare la povert\u00e0 estrema addirittura nel prossimo decennio. Centinaia di milioni di persone sono minacciate da inondazioni e mareggiate, dalla scarsit\u00e0 d\u2019acqua e dalla siccit\u00e0, da ondate di calore estreme e potenzialmente letali.
\nNon dobbiamo solo fare il possibile per limitare il riscaldamento, avvertono gli esperti: dobbiamo prepararci ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti gi\u00e0 in atto.
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Ma se fallissimo nel mantenere il riscaldamento globale entro 1.5\u00b0C gli effetti sarebbero ancora pi\u00f9 devastanti e potrebbero minacciare l\u2019esistenza stessa della nostra specie. Secondo quanto riferito, il rapporto sottolineerebbe che la vita sulla Terra potr\u00e0 rispondere ai cambiamenti climatici evolvendosi in nuove specie e nuovi ecosistemi, ma l\u2019umanit\u00e0 non avr\u00e0 questa speranza. Secondo gli esperti possiamo ancora evitare il peggio, ma serve agire subito e in modo radicale.\u00a0
\nAl momento l\u2019IPCC non ha commentato le indiscrezioni rese note dai giornali di tutto il mondo in relazione alla bozza, e ha pubblicato un comunicato stampa in cui sottolinea che sono ancora in corso i lavori per la realizzazione del rapporto. La sessione per la sua approvazione da parte degli stati membri \u00e8 prevista per il prossimo febbraio, fa sapere il Gruppo intergovernativo, affermando che i risultati del report verranno presentati solo \u00abdopo tale sessione di approvazione\u00bb.
\nLe ultime notizie:\n\n\n\n\n | \n
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\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Clima, \u00abUMANIT\u00c0 IN PERICOLO\u00bb: indiscrezioni sulla bozza del RAPPORTO IPCC. Cosa sappiamo per ora)
\n", "content_text": "Se il clima continuasse a riscaldarsi a questi ritmi metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza dell\u2019umanit\u00e0.\nDi allarmi la comunit\u00e0 scientifica ne ha lanciati molti, lo sta facendo da tanti anni, ma \u00e8 forse la prima volta che arriva un messaggio cos\u00ec categorico: adesso il pericolo riguarda direttamente la nostra specie. Questo sarebbe il monito contenuto nella bozza del nuovo rapporto dell\u2019IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite.\nSecondo quanto si leggerebbe nella bozza del rapporto, ottenuta esclusivamente dall\u2019AFP e ripresa da molti giornali, il cambiamento del clima appare ormai destinato a rimodellare la vita sulla Terra in modo radicale nei prossimi decenni, e lo farebbe anche se riuscissimo a ridurre le emissioni.\u00a0Numerose specie si estingueranno, dovremo affrontare malattie nuove e pi\u00f9 diffuse, il caldo render\u00e0 invivibili intere aree del pianeta e molte citt\u00e0 saranno minacciate dall\u2019innalzamento dei mari. Lo scenario che si profila all\u2019orizzonte \u00e8 raccapricciante: secondo gli esperti tutto questo si verificher\u00e0 nel giro di pochi decenni, prima ancora che un bambino nato oggi compia 30 anni.\nUnsplash/Beth Macdonald\n\u00c8 troppo tardi per evitare molti disastri. Anche se riuscissimo a mantenere il riscaldamento globale entro l\u20191.5\u00b0C oltre i livelli dell\u2019era preindustriale, raggiungendo quindi quello che \u00e8 l\u2019obiettivo pi\u00f9 ambizioso dell\u2019Accordo di Parigi, molti organismi non riuscirebbero ad adattarsi al nuovo clima.\nUn esempio ci viene dalle barriere coralline, da cui dipendono milioni di persone, che in buona parte andrebbero perse. Devastanti anche le conseguenze della fusione dei ghiacci dell\u2019Artico e quelle relative all\u2019aumento di siccit\u00e0 e incendi, con un impatto particolarmente duro anche per l\u2019uomo.\nMilioni di persone rischiano di patire la fame entro il 2050, oltre cento milioni potrebbero sperimentare la povert\u00e0 estrema addirittura nel prossimo decennio. Centinaia di milioni di persone sono minacciate da inondazioni e mareggiate, dalla scarsit\u00e0 d\u2019acqua e dalla siccit\u00e0, da ondate di calore estreme e potenzialmente letali.\nNon dobbiamo solo fare il possibile per limitare il riscaldamento, avvertono gli esperti: dobbiamo prepararci ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti gi\u00e0 in atto.\n\n\n\nPu\u00f2 interessarti anche:\nAumento del livello del mare: perch\u00e9 succede e quali sono le conseguenze\nAmazzonia brasiliana devastata, il polmone verde del pianeta ha iniziato a emettere anidride carbonica\nFusione dei ghiacci in Antartide: il conseguente innalzamento del livello del mare potrebbe essere inarrestabile\n\n\n\n\nMa se fallissimo nel mantenere il riscaldamento globale entro 1.5\u00b0C gli effetti sarebbero ancora pi\u00f9 devastanti e potrebbero minacciare l\u2019esistenza stessa della nostra specie. Secondo quanto riferito, il rapporto sottolineerebbe che la vita sulla Terra potr\u00e0 rispondere ai cambiamenti climatici evolvendosi in nuove specie e nuovi ecosistemi, ma l\u2019umanit\u00e0 non avr\u00e0 questa speranza. Secondo gli esperti possiamo ancora evitare il peggio, ma serve agire subito e in modo radicale.\u00a0\nAl momento l\u2019IPCC non ha commentato le indiscrezioni rese note dai giornali di tutto il mondo in relazione alla bozza, e ha pubblicato un comunicato stampa in cui sottolinea che sono ancora in corso i lavori per la realizzazione del rapporto. La sessione per la sua approvazione da parte degli stati membri \u00e8 prevista per il prossimo febbraio, fa sapere il Gruppo intergovernativo, affermando che i risultati del report verranno presentati solo \u00abdopo tale sessione di approvazione\u00bb.\n\n\n\nLe ultime notizie:\nLa strada per la COP26 \u00e8 tutta in salita: nei negoziati intermedi nessun progresso significativo. Il punto\nL\u2019impatto della crisi climatica sull\u2019economia rischia di essere due volte pi\u00f9 violento di quello del Covid-19 per i Paesi del G7\nGrandi Navi a Venezia, l\u2019ultimatum dell\u2019Unesco: se non si fermano subito la Serenissima rischia la lista nera dei siti in pericolo\nProsegue la fusione dei ghiacci marini dell\u2019Artico: quest\u2019estate potremmo registrare un nuovo record negativo\n\n\n\n\n\u00a0\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Clima, \u00abUMANIT\u00c0 IN PERICOLO\u00bb: indiscrezioni sulla bozza del RAPPORTO IPCC. Cosa sappiamo per ora)", "date_published": "2021-06-23T15:37:08+02:00", "date_modified": "2021-06-23T15:44:28+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/06/tom-barrett-hvvRg72aXCw-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/giornata-contro-la-desertificazione-e-la-siccita-onu-ripristinare-i-terreni-degradati/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/giornata-contro-la-desertificazione-e-la-siccita-onu-ripristinare-i-terreni-degradati/", "title": "Giornata contro la desertificazione e la siccit\u00e0, ONU: \u00abRipristinare i terreni degradati\u00bb", "content_html": "Oggi, 17 giugno 2021, si celebra la Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0. Quest\u2019anno il tema scelto \u00e8 il ripristino dei terreni degradati. Come abbiamo gi\u00e0 avuto modo di vedere, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina per salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversit\u00e0. Il degrado del suolo, infatti, ha un impatto negativo sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone.
\nAmbiente, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina | \n
L\u2019ONU per l\u2019occasione ci tiene a ricordare tutti i benefici del ripristino dei terreni degradati e dunque: pi\u00f9 posti di lavoro, economia pi\u00f9 sana, redditi pi\u00f9 elevati e maggior sicurezza alimentare. La biodiversit\u00e0 troverebbe la via per recuperare e le emissioni di carbonio che riscaldano la Terra si bloccherebbero, rallentando i cambiamenti climatici. Inoltre, ripristinare i terreni degradati aiuterebbe la ripresa verde post pandemia da COVID-19.
\nSiccit\u00e0 e crisi climatica: stop a caff\u00e8 e cioccolato in Europa entro il 2050 | \n
L\u2019ONU sottolinea che quasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case. L\u2019urgenza, adesso, \u00e8 quella di invertire la rotta e rallentare la perdita di terreni produttivi ed ecosistemi naturali per poter garantire un futuro sostenibile e una sopravvivenza a lungo termine delle persone e del pianeta.
\nL\u2019obiettivo della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0 \u00e8 quello di sensibilizzare la comunit\u00e0 globale sull\u2019importanza di salvaguardare la Terra, trattandola come un capitale naturale e prezioso. Per raggiungere l\u2019obiettivo della neutralit\u00e0 del degrado del suolo \u00e8 necessario l\u2019impegno delle grandi forze internazionali ma anche delle singole comunit\u00e0.
\nLa desertificazione \u00e8 il degrado del suolo nelle aree aride, semiaride e subumide secche.\u00a0\u00c8 causato principalmente dalle attivit\u00e0 umane e dalle variazioni climatiche.\u00a0La desertificazione si verifica perch\u00e9 gli ecosistemi delle zone aride, che coprono oltre un terzo della superficie terrestre del mondo, sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento eccessivo e all\u2019uso inappropriato del suolo.\u00a0Povert\u00e0, instabilit\u00e0 politica, deforestazione, pascolo eccessivo e cattive pratiche di irrigazione possono minare la produttivit\u00e0 della terra.
\nLa questione \u2013 sottolinea l\u2019ONU \u2013 richiede ora la massima attenzione perch\u00e9 quando i terreni si degradano e smettono di essere produttivi, gli spazi naturali si trasformano e si deteriorano, le emissioni di gas serra aumentano e la biodiversit\u00e0 diminuisce. Questo significa inoltre che ci saranno meno spazi per tamponare le zoonosi, come il COVID-19, e per proteggerci da eventi meteorologici estremi come siccit\u00e0, inondazioni e tempeste di sabbia e polvere.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Giornata contro la desertificazione e la siccit\u00e0, ONU: \u00abRipristinare i terreni degradati\u00bb)
\n", "content_text": "Oggi, 17 giugno 2021, si celebra la Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0. Quest\u2019anno il tema scelto \u00e8 il ripristino dei terreni degradati. Come abbiamo gi\u00e0 avuto modo di vedere, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina per salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversit\u00e0. Il degrado del suolo, infatti, ha un impatto negativo sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone.\n\n\n\nAmbiente, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina\n\n\n\nGiornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0, ONU: \u00abQuasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case\u00bb\nL\u2019ONU per l\u2019occasione ci tiene a ricordare tutti i benefici del ripristino dei terreni degradati e dunque: pi\u00f9 posti di lavoro, economia pi\u00f9 sana, redditi pi\u00f9 elevati e maggior sicurezza alimentare. La biodiversit\u00e0 troverebbe la via per recuperare e le emissioni di carbonio che riscaldano la Terra si bloccherebbero, rallentando i cambiamenti climatici. Inoltre, ripristinare i terreni degradati aiuterebbe la ripresa verde post pandemia da COVID-19.\n\n\n\nSiccit\u00e0 e crisi climatica: stop a caff\u00e8 e cioccolato in Europa entro il 2050\n\n\n\nL\u2019ONU sottolinea che quasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case. L\u2019urgenza, adesso, \u00e8 quella di invertire la rotta e rallentare la perdita di terreni produttivi ed ecosistemi naturali per poter garantire un futuro sostenibile e una sopravvivenza a lungo termine delle persone e del pianeta.\n\u00abTrattare la Terra come un capitale naturale, limitato e prezioso\u00bb\nL\u2019obiettivo della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0 \u00e8 quello di sensibilizzare la comunit\u00e0 globale sull\u2019importanza di salvaguardare la Terra, trattandola come un capitale naturale e prezioso. Per raggiungere l\u2019obiettivo della neutralit\u00e0 del degrado del suolo \u00e8 necessario l\u2019impegno delle grandi forze internazionali ma anche delle singole comunit\u00e0.\nCos\u2019\u00e8 la desertificazione e quando si verifica\nLa desertificazione \u00e8 il degrado del suolo nelle aree aride, semiaride e subumide secche.\u00a0\u00c8 causato principalmente dalle attivit\u00e0 umane e dalle variazioni climatiche.\u00a0La desertificazione si verifica perch\u00e9 gli ecosistemi delle zone aride, che coprono oltre un terzo della superficie terrestre del mondo, sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento eccessivo e all\u2019uso inappropriato del suolo.\u00a0Povert\u00e0, instabilit\u00e0 politica, deforestazione, pascolo eccessivo e cattive pratiche di irrigazione possono minare la produttivit\u00e0 della terra.\nLa questione \u2013 sottolinea l\u2019ONU \u2013 richiede ora la massima attenzione perch\u00e9 quando i terreni si degradano e smettono di essere produttivi, gli spazi naturali si trasformano e si deteriorano, le emissioni di gas serra aumentano e la biodiversit\u00e0 diminuisce. Questo significa inoltre che ci saranno meno spazi per tamponare le zoonosi, come il COVID-19, e per proteggerci da eventi meteorologici estremi come siccit\u00e0, inondazioni e tempeste di sabbia e polvere.\n\n\n\nPotrebbero interessarti:\nEmergenza siccit\u00e0 a Taiwan, la popolazione \u00e8 stremata. 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La colpa \u00e8 della crisi climatica, spiegano gli scienziati, che determiner\u00e0 inverni pi\u00f9 brevi e caldi permettendo alle zanzare di restare attive nell\u2019arco dell\u2019intero anno.
\nIl monito arriva da un nuovo studio realizzato dall\u2019Universit\u00e0 della Florida, che ha analizzato la situazione nelle zone con un clima temperato, come il nostro, in cui l\u2019inverno ha normalmente temperature troppo basse per questi insetti, che entrano ino stato simile al letargo chiamato diapausa. Con il clima che cambia, anche questo appare destinato a mutare.
\nAutore senior dello studio e assistente professore presso il dipartimento di ecologia e conservazione della fauna selvatica dell\u2019UF/IFAS, Brett Scheffers ha spiegato che lo studio \u00e8 nato dalla consapevolezza che con il cambiamento climatico andiamo molto probabilmente incontro a estati sempre pi\u00f9 lunghe e inverni pi\u00f9 brevi e caldi. Come risponderanno le zanzare? Si sono chiesti i ricercatori.
\nPer rispondere, gli autori dello studio hanno condotto alcuni esperimenti con le zanzare nella Florida centro-settentrionale, analizzando cos\u00ec la situazione in un clima temperato.
\nGli scienziati hanno confrontato il modo in cui le zanzare raccolte nei diversi periodi dell\u2019anno rispondevano a cambiamenti di temperatura e hanno scoperto che questi insetti possono essere sorprendentemente flessibili nell\u2019adattarsi a climi diversi. \u00abCome un elastico\u00bb, ha detto il dottor Scheffers, \u00abla gamma di temperature che possono tollerare si estende e si contrae in diversi periodi dell\u2019anno\u00bb.
\nI risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Ecology, hanno infatti rivelato che mentre nei mesi estivi pi\u00f9 caldi la gamma di temperature tollerate dalle zanzare \u00e8 piuttosto contratta, in primavera e in autunno le zanzare riescono a tollerare una variet\u00e0 pi\u00f9 ampia di temperature.
Negli anni recenti anche in Italia abbiamo potuto notare come le zanzare resistessero particolarmente a lungo durante l\u2019autunno, presentandosi sempre pi\u00f9 di frequente anche a novembre. Questo studio ci anticipa che le zanzare \u00absono ben preparate per essere attive\u00bb anche in inverno, spiega Scheffers, quando la crisi climatica lo render\u00e0 pi\u00f9 mite.
\nI ricercatori hanno posto le zanzare raccolte in alcune fialette, che sono poi state inserite nell\u2019acqua. Modificando la temperatura dell\u2019acqua per renderla pi\u00f9 calda e pi\u00f9 fredda, gli scienziati hanno potuto analizzare le reazioni degli animali.
\nLo studio non ha fatto luce solo sulla loro capacit\u00e0 di resistere ai mesi che normalmente sono pi\u00f9 freschi, ma anche sulla loro sorprendente\u00a0tolleranza al calore. G\u00e9cica Yogo, uno dei coautori dello studio, ha affermato che \u00ab\u00c8 stato sorprendente vedere quanto bene queste piccole creature potessero tollerare le alte temperature durante gli esperimenti, spesso ben al di sopra delle temperature medie dell\u2019ambiente che vengono registrate dalle stazioni meteorologiche\u00bb. Questo significa che non avranno problemi a resistere a estati pi\u00f9 calde di quelle attuali, e che sono gi\u00e0 pi\u00f9 che pronte a un futuro plasmato dalla crisi climatica.
\nI ricercatori sottolineano come le nuove informazioni che abbiamo sulle zanzare debbano metterci in guardia su quello a cui andiamo incontro. L\u2019impatto della crisi climatica sulle zanzare, rese pi\u00f9 attive, avr\u00e0 conseguenze anche per noi, e in particolare per la nostra salute (e per quella degli animali).
\nPi\u00f9 sono attive le zanzare, ha avvertito Scheffers, maggiore \u00e8 il rischio che si diffondano le malattie di cui possono essere portatrici.
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (ZANZARE attive ANCHE IN INVERNO a causa della crisi climatica: un RISCHIO per la salute)
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Con il clima che cambia, anche questo appare destinato a mutare.\nAutore senior dello studio e assistente professore presso il dipartimento di ecologia e conservazione della fauna selvatica dell\u2019UF/IFAS, Brett Scheffers ha spiegato che lo studio \u00e8 nato dalla consapevolezza che con il cambiamento climatico andiamo molto probabilmente incontro a estati sempre pi\u00f9 lunghe e inverni pi\u00f9 brevi e caldi. Come risponderanno le zanzare? Si sono chiesti i ricercatori.\nPer rispondere, gli autori dello studio hanno condotto alcuni esperimenti con le zanzare nella Florida centro-settentrionale, analizzando cos\u00ec la situazione in un clima temperato.\nGli scienziati hanno confrontato il modo in cui le zanzare raccolte nei diversi periodi dell\u2019anno rispondevano a cambiamenti di temperatura e hanno scoperto che questi insetti possono essere sorprendentemente flessibili nell\u2019adattarsi a climi diversi. \u00abCome un elastico\u00bb, ha detto il dottor Scheffers, \u00abla gamma di temperature che possono tollerare si estende e si contrae in diversi periodi dell\u2019anno\u00bb.\nI risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Ecology, hanno infatti rivelato che mentre nei mesi estivi pi\u00f9 caldi la gamma di temperature tollerate dalle zanzare \u00e8 piuttosto contratta, in primavera e in autunno le zanzare riescono a tollerare una variet\u00e0 pi\u00f9 ampia di temperature.\nFoto Pexels\nNegli anni recenti anche in Italia abbiamo potuto notare come le zanzare resistessero particolarmente a lungo durante l\u2019autunno, presentandosi sempre pi\u00f9 di frequente anche a novembre. Questo studio ci anticipa che le zanzare \u00absono ben preparate per essere attive\u00bb anche in inverno, spiega Scheffers, quando la crisi climatica lo render\u00e0 pi\u00f9 mite.\nI ricercatori hanno posto le zanzare raccolte in alcune fialette, che sono poi state inserite nell\u2019acqua. Modificando la temperatura dell\u2019acqua per renderla pi\u00f9 calda e pi\u00f9 fredda, gli scienziati hanno potuto analizzare le reazioni degli animali.\nLo studio non ha fatto luce solo sulla loro capacit\u00e0 di resistere ai mesi che normalmente sono pi\u00f9 freschi, ma anche sulla loro sorprendente\u00a0tolleranza al calore. G\u00e9cica Yogo, uno dei coautori dello studio, ha affermato che \u00ab\u00c8 stato sorprendente vedere quanto bene queste piccole creature potessero tollerare le alte temperature durante gli esperimenti, spesso ben al di sopra delle temperature medie dell\u2019ambiente che vengono registrate dalle stazioni meteorologiche\u00bb. Questo significa che non avranno problemi a resistere a estati pi\u00f9 calde di quelle attuali, e che sono gi\u00e0 pi\u00f9 che pronte a un futuro plasmato dalla crisi climatica.\nCon zanzare pi\u00f9 attive aumentano i rischi per la salute\nI ricercatori sottolineano come le nuove informazioni che abbiamo sulle zanzare debbano metterci in guardia su quello a cui andiamo incontro. L\u2019impatto della crisi climatica sulle zanzare, rese pi\u00f9 attive, avr\u00e0 conseguenze anche per noi, e in particolare per la nostra salute (e per quella degli animali).\nPi\u00f9 sono attive le zanzare, ha avvertito Scheffers, maggiore \u00e8 il rischio che si diffondano le malattie di cui possono essere portatrici.\n\n\n\nLeggi anche:\nFino a 6 mesi d\u2019estate entro la fine del 2100. L\u2019approfondimento del climatologo\nSiccit\u00e0 e crisi climatica: stop a caff\u00e8 e cioccolato in Europa entro il 2050\nAgricoltura e clima: un quarto dei raccolti globali a rischio se non si adotteranno strategie di adattamento\nLa crisi climatica minaccia gli stambecchi delle nostre Alpi: lo studio\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (ZANZARE attive ANCHE IN INVERNO a causa della crisi climatica: un RISCHIO per la salute)", "date_published": "2021-06-17T10:14:50+02:00", "date_modified": "2021-06-17T10:24:40+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/06/syed-ali-80a3A_BFeic-unsplash.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-crisi-climatica-minaccia-gli-stambecchi-delle-nostre-alpi-lo-studio/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-crisi-climatica-minaccia-gli-stambecchi-delle-nostre-alpi-lo-studio/", "title": "La crisi climatica minaccia gli stambecchi delle nostre Alpi: lo studio", "content_html": "L\u2019impatto dei cambiamenti climatici \u00e8 sempre pi\u00f9 evidente anche sull\u2019arco alpino, e nei prossimi anni appare destinato ad aggravarsi ulteriormente. Gli effetti sono preoccupanti per ecosistemi e biodiversit\u00e0, e tra le specie il cui futuro appare minacciato dalla crisi climatica ci sono gli stambecchi.
\nLa loro situazione \u00e8 stata studiata da un team di ricercatori del Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente dell\u2019Universit\u00e0 di Padova e del Dipartimento Biodiversit\u00e0 e Ecologia molecolare del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su un\u2019importante rivista internazionale di settore, Ecology Letters.
\nPu\u00f2 interessarti anche:\n Le Alpi sono sempre meno bianche: i dati \nCrisi climatica e Alpi: dai ghiacciai in ritirata emergono reperti della Prima Guerra mondiale \n | \n
Lo studio \u00e8 stato coordinato da Maurizio Ramanzin, professore del dipartimento DAFNAE (Dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell\u2019Universit\u00e0 di Padova) e da Francesca Cagnacci, della Fondazione Edmund Mach, ed \u00e8 stato condotto dal 2010 al 2017 prendendo in esame in particolare l\u2019area dolomitica della Marmolada, dove sono state monitorate 24 femmine di stambecco in et\u00e0 riproduttiva.
\nLa ricerca ha fatto luce sull\u2019impatto dei cambiamenti climatici sugli spostamenti e sui ritmi di attivit\u00e0 degli ungulati, ponendo interrogativi sulla loro futura capacit\u00e0 di adattamento all\u2019aumentare delle temperature.
\n\nPer la prima volta, i ricercatori hanno integrato dati provenienti da sensori apposti sugli animali, per individuarne i movimenti e l\u2019attivit\u00e0 di foraggiamento e di riposo, dati da remote sensing, per descrivere la variazione spazio-temporale dell\u2019abbondanza e della qualit\u00e0 della vegetazione, protocolli di osservazione diretta sul campo, per confermare la presenza del capretto al seguito delle femmine, e proiezioni climatologiche per quantificare le condizioni ambientali che lo stambecco si trover\u00e0 a fronteggiare in futuro.
\nL\u2019analisi ha cos\u00ec fornito un quadro completo dell\u2019ecologia e del comportamento degli stambecchi in dipendenza dai fattori ambientali, permettendo di modellizzare gli adattamenti comportamentali dell\u2019animale a un ambiente estremo e fornire elementi predittivi sui rischi connessi con l\u2019inesorabile innalzamento delle temperature legato al riscaldamento globale.
\u00abDurante l\u2019inverno le femmine di stambecco rimangono a quote relativamente basse, circa 1700 metri, con attivit\u00e0 alimentare e spostamenti molto ridotti \u2013 dice\u00a0Paola Semenzato, che ha condotto la ricerca durante il suo dottorato di ricerca all\u2019Universit\u00e0 di Padova \u2013 per poi incrementare notevolmente il tempo dedicato all\u2019alimentazione in concomitanza con la fusione del manto nevoso e l\u2019inizio della\u00a0ricrescita vegetazionale, che a sua volta segue il gradiente altitudinale. Inizia cos\u00ec uno\u00a0spostamento progressivo verso quote maggiori, fino ai circa 2600-2800 metri raggiunti in piena estate,\u00a0per seguire questa \u201conda verde\u201d\u00a0(green wave): gli stambecchi \u2013 conclude Semenzato \u2013 riescono a sfruttare al meglio il foraggio \u2018giovane\u2019 e quindi di alto valore nutritivo, che trovano man mano che salgono di quota, rispetto a quello che troverebbero nelle aree di svernamento, dove la vegetazione \u00e8 abbondante ma \u2019invecchia\u2019 presto. A ottobre, con la stasi vegetativa anche in quota e le prime nevicate, si assiste ad una graduale discesa verso quote inferiori, negli assolati pendii coperti da lariceti che offrono un certo riparo durante i nevosi inverni dolomitici\u00bb.
\nI ricercatori si sono concentrati anche sui ritmi di attivit\u00e0 giornalieri estivi scoprendo che\u00a0gli stambecchi modulano i picchi di attivit\u00e0 alimentare in funzione della temperatura: nelle giornate pi\u00f9 calde, gli animali si nutrono prevalentemente intorno all\u2019alba e al tramonto, mentre trascorrono le ore centrali riposando a quote pi\u00f9 elevate e fresche.
\n\nLa dottoressa Francesca Cagnacci ha sottolineato che per gli stambecchi, particolarmente adatti ai climi freddi, la soglia dello stress termico scatta gi\u00e0 a partire da 14 gradi. \u00abSpostando gli orari di foraggiamento le femmine riescono a mantenere costanti le ore giornaliere dedicate all\u2019alimentazione\u00bb, ha spiegato, avvertendo che questa capacit\u00e0 di compensazione potrebbe rivelarsi inefficace in futuro: \u00abnel corso del nostro studio queste temperature sono state raggiunte per una media di 16 giorni durante l\u2019estate \u2013 ha detto -. Secondo le proiezioni climatologiche, in pochi decenni questo valore soglia verr\u00e0 superato per ben 50 giorni nel periodo estivo\u00bb.
\nSecondo gli scenari climatologici analizzati dagli autori sono quindi\u00a0prevedibili ulteriori modifiche dei ritmi di attivit\u00e0\u00a0degli stambecchi,\u00a0che tenderanno a muoversi maggiormente nelle ore notturne, e a cercare di\u00a0spostarsi sempre pi\u00f9 in alto.
\n\u00abNell\u2019insieme queste condizioni pongono vari interrogativi sulla capacit\u00e0 di questa e di altre popolazioni presenti nell\u2019area dolomitica di\u00a0adattarsi al progressivo riscaldamento climatico\u00a0\u2013 sostiene Maurizio Ramanzin -.\u00a0Lo spostamento verso l\u2019alto \u00e8\u00a0infatti\u00a0limitato dall\u2019orografia tipica delle Dolomiti\u00a0che sono caratterizzate da aree povere di vegetazione e pareti rocciose a quote relativamente basse, a differenza delle Alpi Occidentali, che offrono disponibilit\u00e0 di praterie d\u2019alta quota dove gli stambecchi possono contemporaneamente alimentarsi e ripararsi dal caldo. Inoltre, l\u2019esposizione sempre maggiore a giornate di caldo intenso potrebbe ulteriormente spostare i picchi di attivit\u00e0 di foraggiamento in orario notturno. In queste condizioni \u2013 conclude Maurizio Ramanzin \u2013\u00a0le femmine riproduttive, che hanno i capretti al seguito, potrebbero faticare a spostarsi\u00a0e a reperire le risorse di cui hanno bisogno\u00bb.
\nSecondo i ricercatori, studi come questi dovrebbero essere condotti ad ampio spettro su molte specie presenti sull\u2019arco alpino particolarmente esposte ai rapidi cambiamenti climatici, per poter individuare tempestivamente i contesti di maggior criticit\u00e0.
\nLeggi anche:\n\n La strategia dell\u2019Europa per proteggere la biodiversit\u00e0 \n\n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (La crisi climatica minaccia gli stambecchi delle nostre Alpi: lo studio)
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I risultati della ricerca sono stati pubblicati su un\u2019importante rivista internazionale di settore, Ecology Letters.\n\n\n\nPu\u00f2 interessarti anche:\nLe Alpi sono sempre meno bianche: i dati\nCrisi climatica e Alpi: dai ghiacciai in ritirata emergono reperti della Prima Guerra mondiale\n\n\n\n\nLo studio \u00e8 stato coordinato da Maurizio Ramanzin, professore del dipartimento DAFNAE (Dipartimento di Agronomia, animali, alimenti, risorse naturali e ambiente dell\u2019Universit\u00e0 di Padova) e da Francesca Cagnacci, della Fondazione Edmund Mach, ed \u00e8 stato condotto dal 2010 al 2017 prendendo in esame in particolare l\u2019area dolomitica della Marmolada, dove sono state monitorate 24 femmine di stambecco in et\u00e0 riproduttiva.\nLa ricerca ha fatto luce sull\u2019impatto dei cambiamenti climatici sugli spostamenti e sui ritmi di attivit\u00e0 degli ungulati, ponendo interrogativi sulla loro futura capacit\u00e0 di adattamento all\u2019aumentare delle temperature.\nFemmina adulta di stambecco con radiocollare GPS. Il collare si stacca automaticamente dopo 54 settimane, consentendone il recupero e il riutilizzo \u2013 Ph Maurizio Ramanzin via Universit\u00e0 di Padova\nPer la prima volta, i ricercatori hanno integrato dati provenienti da sensori apposti sugli animali, per individuarne i movimenti e l\u2019attivit\u00e0 di foraggiamento e di riposo, dati da remote sensing, per descrivere la variazione spazio-temporale dell\u2019abbondanza e della qualit\u00e0 della vegetazione, protocolli di osservazione diretta sul campo, per confermare la presenza del capretto al seguito delle femmine, e proiezioni climatologiche per quantificare le condizioni ambientali che lo stambecco si trover\u00e0 a fronteggiare in futuro.\nL\u2019analisi ha cos\u00ec fornito un quadro completo dell\u2019ecologia e del comportamento degli stambecchi in dipendenza dai fattori ambientali, permettendo di modellizzare gli adattamenti comportamentali dell\u2019animale a un ambiente estremo e fornire elementi predittivi sui rischi connessi con l\u2019inesorabile innalzamento delle temperature legato al riscaldamento globale.\n\u00abDurante l\u2019inverno le femmine di stambecco rimangono a quote relativamente basse, circa 1700 metri, con attivit\u00e0 alimentare e spostamenti molto ridotti \u2013 dice\u00a0Paola Semenzato, che ha condotto la ricerca durante il suo dottorato di ricerca all\u2019Universit\u00e0 di Padova \u2013 per poi incrementare notevolmente il tempo dedicato all\u2019alimentazione in concomitanza con la fusione del manto nevoso e l\u2019inizio della\u00a0ricrescita vegetazionale, che a sua volta segue il gradiente altitudinale. Inizia cos\u00ec uno\u00a0spostamento progressivo verso quote maggiori, fino ai circa 2600-2800 metri raggiunti in piena estate,\u00a0per seguire questa \u201conda verde\u201d\u00a0(green wave): gli stambecchi \u2013 conclude Semenzato \u2013 riescono a sfruttare al meglio il foraggio \u2018giovane\u2019 e quindi di alto valore nutritivo, che trovano man mano che salgono di quota, rispetto a quello che troverebbero nelle aree di svernamento, dove la vegetazione \u00e8 abbondante ma \u2019invecchia\u2019 presto. A ottobre, con la stasi vegetativa anche in quota e le prime nevicate, si assiste ad una graduale discesa verso quote inferiori, negli assolati pendii coperti da lariceti che offrono un certo riparo durante i nevosi inverni dolomitici\u00bb.\nI ricercatori si sono concentrati anche sui ritmi di attivit\u00e0 giornalieri estivi scoprendo che\u00a0gli stambecchi modulano i picchi di attivit\u00e0 alimentare in funzione della temperatura: nelle giornate pi\u00f9 calde, gli animali si nutrono prevalentemente intorno all\u2019alba e al tramonto, mentre trascorrono le ore centrali riposando a quote pi\u00f9 elevate e fresche.\nFemmine adulte di stambecco sulla Marmolada \u2013 Foto Maurizio Ramanzin via Universit\u00e0 di Padova\nLa dottoressa Francesca Cagnacci ha sottolineato che per gli stambecchi, particolarmente adatti ai climi freddi, la soglia dello stress termico scatta gi\u00e0 a partire da 14 gradi. \u00abSpostando gli orari di foraggiamento le femmine riescono a mantenere costanti le ore giornaliere dedicate all\u2019alimentazione\u00bb, ha spiegato, avvertendo che questa capacit\u00e0 di compensazione potrebbe rivelarsi inefficace in futuro: \u00abnel corso del nostro studio queste temperature sono state raggiunte per una media di 16 giorni durante l\u2019estate \u2013 ha detto -. Secondo le proiezioni climatologiche, in pochi decenni questo valore soglia verr\u00e0 superato per ben 50 giorni nel periodo estivo\u00bb.\nSecondo gli scenari climatologici analizzati dagli autori sono quindi\u00a0prevedibili ulteriori modifiche dei ritmi di attivit\u00e0\u00a0degli stambecchi,\u00a0che tenderanno a muoversi maggiormente nelle ore notturne, e a cercare di\u00a0spostarsi sempre pi\u00f9 in alto.\n\u00abNell\u2019insieme queste condizioni pongono vari interrogativi sulla capacit\u00e0 di questa e di altre popolazioni presenti nell\u2019area dolomitica di\u00a0adattarsi al progressivo riscaldamento climatico\u00a0\u2013 sostiene Maurizio Ramanzin -.\u00a0Lo spostamento verso l\u2019alto \u00e8\u00a0infatti\u00a0limitato dall\u2019orografia tipica delle Dolomiti\u00a0che sono caratterizzate da aree povere di vegetazione e pareti rocciose a quote relativamente basse, a differenza delle Alpi Occidentali, che offrono disponibilit\u00e0 di praterie d\u2019alta quota dove gli stambecchi possono contemporaneamente alimentarsi e ripararsi dal caldo. Inoltre, l\u2019esposizione sempre maggiore a giornate di caldo intenso potrebbe ulteriormente spostare i picchi di attivit\u00e0 di foraggiamento in orario notturno. In queste condizioni \u2013 conclude Maurizio Ramanzin \u2013\u00a0le femmine riproduttive, che hanno i capretti al seguito, potrebbero faticare a spostarsi\u00a0e a reperire le risorse di cui hanno bisogno\u00bb.\nSecondo i ricercatori, studi come questi dovrebbero essere condotti ad ampio spettro su molte specie presenti sull\u2019arco alpino particolarmente esposte ai rapidi cambiamenti climatici, per poter individuare tempestivamente i contesti di maggior criticit\u00e0.\n\n\n\nLeggi anche:\nProsegue la fusione dei ghiacci marini dell\u2019Artico: quest\u2019estate potremmo registrare un nuovo record negativo\nLa strategia dell\u2019Europa per proteggere la biodiversit\u00e0\nAgricoltura e crisi climatica: un quarto dei raccolti globali a rischio se non si adotteranno strategie di adattamento\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (La crisi climatica minaccia gli stambecchi delle nostre Alpi: lo studio)", "date_published": "2021-06-16T09:44:18+02:00", "date_modified": "2021-06-16T10:22:03+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/06/juliette-felix-8YnvueZYsRQ-unsplash.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Italia", "Notizie Italia", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/prosegue-la-fusione-dei-ghiacci-marini-dellartico-questestate-potremmo-registrare-un-nuovo-record-negativo/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/prosegue-la-fusione-dei-ghiacci-marini-dellartico-questestate-potremmo-registrare-un-nuovo-record-negativo/", "title": "Prosegue la fusione dei ghiacci marini dell\u2019Artico: quest\u2019estate potremmo registrare un nuovo record negativo", "content_html": "Il ghiaccio marino artico segue il suo ciclo stagionale, come \u00e8 possibile osservare nell\u2019immagine sottostante elaborata dal sistema Arctic-ROOS. Essa mostra la variazione dell\u2019estensione del ghiaccio marino durante un anno solare. Di solito la fusione inizia all\u2019incirca verso la fine di marzo e dura fino a settembre, quando viene raggiunto il minimo annuale.
\n\nGuardando i dati degli ultimi anni, possiamo vedere come l\u2019estensione del ghiaccio artico del 2020 sia stata la seconda pi\u00f9 bassa mai registrata, solo dietro al 2012, che detiene ancora il record negativo di poco pi\u00f9 di 4 milioni di km quadrati. Per quanto riguarda il 2021, possiamo dire che a oggi la situazione \u00e8 migliore rispetto all\u2019ultimo decennio.
\nDi seguito \u00e8 mostrata la massima estensione del ghiaccio marino artico negli ultimi 17 anni: si nota come il valore del 2021 sia intorno alla media del periodo 2010-2019 e di poco superiore a molti dei valori dell\u2019ultimo decennio.
\n\nI dati del National Snow and Ice Data Center statunitense relativi all\u2019estensione spaziale del ghiaccio marino artico rispetto alla media rivelano che nella prima parte di giugno i deficit pi\u00f9 gravi si sono registrati nel Mare di Laptev, nel Mare di Kara, nel Mare di Barents e nel Mare del Labrador.
\n\nIl grafico di seguito ci mostra l\u2019andamento dell\u2018estensione del ghiaccio, che appare ben al di sotto della media a lungo termine. La linea tratteggiata rappresenta la stagione 2012, che a settembre ha fatto registrare l\u2019estensione minima record dall\u2019inizio delle misurazioni, avviate nel 1979.
\nL\u2019attuale estensione del ghiaccio marino ha un\u2019area di poco superiore a 11,4 milioni di chilometri quadrati. Non \u00e8 il valore pi\u00f9 basso per questo periodo dell\u2019anno, ma \u00e8 ancora inferiore alla media di oltre 1 milione di chilometri quadrati.
\n\nAttualmente, quella del 2021 si classifica come la sesta estensione pi\u00f9 bassa mai registrata. Lo si pu\u00f2 vedere nel grafico sottostante in giallo, insieme ai 5 anni pi\u00f9 bassi in rosso.
\n\nQuesti sono i dati che rappresentano le condizioni all\u2019inizio di giugno, quindi molto pu\u00f2 cambiare durante il trimestre estivo. Infatti sebbene il 2012, a inizio giugno, avesse un valore ben al di sopra rispetto agli anni pi\u00f9 recenti, tuttavia si \u00e8 rivelato a settembre come l\u2019anno peggiore in termini di estensione.
\nIl grafico seguente mostra poi la concentrazione di ghiaccio marino presente in oceano. Abbiamo per lo pi\u00f9 una concentrazione del 90-100%, ma si vede bene quanto sia varia e dinamica la calotta polare in tutta la sua vasta estensione.
\nFinora il 2021 non \u00e8 tra gli anni peggiori, ma a livello regionale ci sono situazioni molto diverse. In particolare, dinamiche atmosferiche hanno favorito avvezioni calde fin sulle coste dell\u2019Artico Russo: di conseguenza il lato siberiano ha assistito a una maggiore riduzione delle concentrazioni di ghiaccio, che risulta anche molto meno spesso rispetto a quanto si registra al largo delle coste Canadesi.
\n\nIn particolare, le regioni artiche sono state molto pi\u00f9 calde della media nel periodo tra novembre e aprile. Il clima \u00e8 stato molto pi\u00f9 caldo della norma in gran parte dell\u2019Oceano Artico soprattutto ad aprile, e questo trend \u00e8 proseguito nel mese seguente. Il fatto che nonostante tali anomalie termiche le attuali condizioni del ghiaccio marino artico siano migliori rispetto a quelle degli ultimi anni dice molto su quanto questi valori siano stati ancora pi\u00f9 accentuati negli anni che ci siamo lasciati alle spalle.
\n\nSecondo i modelli, questa settimana una zona di bassa pressione interesser\u00e0 il lato siberiano dell\u2019Oceano Artico, favorendo di conseguenza temperature molto pi\u00f9 elevate della media sulla Siberia centrale e lungo il bordo orientale dell\u2019Oceano Artico, aree gi\u00e0 particolarmente in sofferenza che vanno incontro a una continua e rapida riduzione della concentrazione di ghiaccio marino.
\nPer converso si svilupper\u00e0 un flusso di aria fredda sulla Groenlandia e sul Mare di Barents, dove tuttavia sono previste temperature oceaniche pi\u00f9 alte del normale che contribuiranno a una rapida fusione del ghiaccio marino.
\nAl momento sembra che queste condizioni siano destinate a protrarsi per tutto il mese, favorendo ritmi particolarmente accelerati di fusione.
\n\nLeggi anche:\n La strategia dell\u2019Europa per proteggere la biodiversit\u00e0 \n\nTutela dell\u2019ambiente nella Costituzione, arriva il primo s\u00ec in Senato. Cosa succede adesso \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Prosegue la fusione dei ghiacci marini dell\u2019Artico: quest\u2019estate potremmo registrare un nuovo record negativo)
\n", "content_text": "Il ghiaccio marino artico segue il suo ciclo stagionale, come \u00e8 possibile osservare nell\u2019immagine sottostante elaborata dal sistema Arctic-ROOS. Essa mostra la variazione dell\u2019estensione del ghiaccio marino durante un anno solare. Di solito la fusione inizia all\u2019incirca verso la fine di marzo e dura fino a settembre, quando viene raggiunto il minimo annuale.\n\nGuardando i dati degli ultimi anni, possiamo vedere come l\u2019estensione del ghiaccio artico del 2020 sia stata la seconda pi\u00f9 bassa mai registrata, solo dietro al 2012, che detiene ancora il record negativo di poco pi\u00f9 di 4 milioni di km quadrati. Per quanto riguarda il 2021, possiamo dire che a oggi la situazione \u00e8 migliore rispetto all\u2019ultimo decennio.\nDi seguito \u00e8 mostrata la massima estensione del ghiaccio marino artico negli ultimi 17 anni: si nota come il valore del 2021 sia intorno alla media del periodo 2010-2019 e di poco superiore a molti dei valori dell\u2019ultimo decennio.\n\nI dati del National Snow and Ice Data Center statunitense relativi all\u2019estensione spaziale del ghiaccio marino artico rispetto alla media rivelano che nella prima parte di giugno i deficit pi\u00f9 gravi si sono registrati nel Mare di Laptev, nel Mare di Kara, nel Mare di Barents e nel Mare del Labrador.\n\nIl grafico di seguito ci mostra l\u2019andamento dell\u2018estensione del ghiaccio, che appare ben al di sotto della media a lungo termine. La linea tratteggiata rappresenta la stagione 2012, che a settembre ha fatto registrare l\u2019estensione minima record dall\u2019inizio delle misurazioni, avviate nel 1979.\nL\u2019attuale estensione del ghiaccio marino ha un\u2019area di poco superiore a 11,4 milioni di chilometri quadrati. Non \u00e8 il valore pi\u00f9 basso per questo periodo dell\u2019anno, ma \u00e8 ancora inferiore alla media di oltre 1 milione di chilometri quadrati.\n\nAttualmente, quella del 2021 si classifica come la sesta estensione pi\u00f9 bassa mai registrata. Lo si pu\u00f2 vedere nel grafico sottostante in giallo, insieme ai 5 anni pi\u00f9 bassi in rosso.\n\nQuesti sono i dati che rappresentano le condizioni all\u2019inizio di giugno, quindi molto pu\u00f2 cambiare durante il trimestre estivo. Infatti sebbene il 2012, a inizio giugno, avesse un valore ben al di sopra rispetto agli anni pi\u00f9 recenti, tuttavia si \u00e8 rivelato a settembre come l\u2019anno peggiore in termini di estensione.\nIl grafico seguente mostra poi la concentrazione di ghiaccio marino presente in oceano. Abbiamo per lo pi\u00f9 una concentrazione del 90-100%, ma si vede bene quanto sia varia e dinamica la calotta polare in tutta la sua vasta estensione.\nFinora il 2021 non \u00e8 tra gli anni peggiori, ma a livello regionale ci sono situazioni molto diverse. In particolare, dinamiche atmosferiche hanno favorito avvezioni calde fin sulle coste dell\u2019Artico Russo: di conseguenza il lato siberiano ha assistito a una maggiore riduzione delle concentrazioni di ghiaccio, che risulta anche molto meno spesso rispetto a quanto si registra al largo delle coste Canadesi.\n\nIn particolare, le regioni artiche sono state molto pi\u00f9 calde della media nel periodo tra novembre e aprile. Il clima \u00e8 stato molto pi\u00f9 caldo della norma in gran parte dell\u2019Oceano Artico soprattutto ad aprile, e questo trend \u00e8 proseguito nel mese seguente. Il fatto che nonostante tali anomalie termiche le attuali condizioni del ghiaccio marino artico siano migliori rispetto a quelle degli ultimi anni dice molto su quanto questi valori siano stati ancora pi\u00f9 accentuati negli anni che ci siamo lasciati alle spalle.\n\nSecondo i modelli, questa settimana una zona di bassa pressione interesser\u00e0 il lato siberiano dell\u2019Oceano Artico, favorendo di conseguenza temperature molto pi\u00f9 elevate della media sulla Siberia centrale e lungo il bordo orientale dell\u2019Oceano Artico, aree gi\u00e0 particolarmente in sofferenza che vanno incontro a una continua e rapida riduzione della concentrazione di ghiaccio marino.\nPer converso si svilupper\u00e0 un flusso di aria fredda sulla Groenlandia e sul Mare di Barents, dove tuttavia sono previste temperature oceaniche pi\u00f9 alte del normale che contribuiranno a una rapida fusione del ghiaccio marino.\nAl momento sembra che queste condizioni siano destinate a protrarsi per tutto il mese, favorendo ritmi particolarmente accelerati di fusione.\n\n\n\n\nLeggi anche:\nLa strategia dell\u2019Europa per proteggere la biodiversit\u00e0\nAgricoltura e crisi climatica: un quarto dei raccolti globali a rischio se non si adotteranno strategie di adattamento\nTutela dell\u2019ambiente nella Costituzione, arriva il primo s\u00ec in Senato. Cosa succede adesso\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Prosegue la fusione dei ghiacci marini dell\u2019Artico: quest\u2019estate potremmo registrare un nuovo record negativo)", "date_published": "2021-06-15T15:21:52+02:00", "date_modified": "2021-06-16T10:22:44+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/06/Webp.net-resizeimage-3.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/g7-al-summit-in-cornovaglia-si-progetta-la-ricostruzione-i-grandi-della-terra-getteranno-le-fondamenta-per-una-ripartenza-piu-verde/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/g7-al-summit-in-cornovaglia-si-progetta-la-ricostruzione-i-grandi-della-terra-getteranno-le-fondamenta-per-una-ripartenza-piu-verde/", "title": "G7, al via il SUMMIT: getter\u00e0 le fondamenta per una RIPARTENZA VERDE?", "content_html": "Completamente realizzati con rifiuti elettronici, i volti giganteschi dei grandi del mondo sovrastano la spiaggia di Sandy Acres, lungo la costa in cui oggi gli stessi leader del G7 si incontreranno.
\nL\u2019opera si intitola Mount Recyclemore,\u00a0\u00e8 alta circa 3 metri e raffigura il premier britannico Boris Johnson, il premier giapponese Yoshihide Suga, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del consiglio italiano Mario Draghi, il premier canadese Justin Trudeau, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Usa Joe Biden.
\n\u00c8 stata realizzata dall\u2019artista Joe Rush e da musicMagpie, rivenditore britannico di elettronica di seconda mano, con la collaborazione di circa 15 artisti: rimarr\u00e0 sulla spiaggia fino a domenica per poi essere allestita nella sede di musicMagpie nella Greater Manchester.
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Di recente il segretario generale dell\u2019ONU, Ant\u00f3nio Guterres, ha affermato in un\u2019intervista rilasciata al Guardian che \u00abstiamo arrivando al punto di non ritorno\u00bb.
\nLe politiche del G7 saranno fondamentali per contrastare la crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo, e che si profila catastrofica. Uno studio ha stimato l\u2018impatto dei cambiamenti climatici annunciando che, di questo passo, proprio i Paesi del G7 vanno dritti verso una crisi economica doppia rispetto a quella provocata dal Covid-19.
\nDai leader sono arrivati alcuni segnali positivi. A maggio hanno raggiunto un accordo per fermare i finanziamenti alle centrali a carbone entro la fine del 2021; di recente Boris Johnson, padrone di casa in questo incontro e nella COP26, ha auspicato da parte degli stessi leader la firma di una sorta di \u201cpiano Marshall\u201d sul clima che permetta di sostenere i Paesi in via di sviluppo a de-carbonizzare le loro economie.
\nPeccato che lo stesso Johnson sia finito nella bufera, proprio alla vigilia del G7, per aver scelto di utilizzare il proprio jet privato, estremamente inquinante, per raggiungere la sede dell\u2019incontro, abbastanza vicina a Londra da poter essere raggiunta piuttosto comodamente in treno.
\nDando un messaggio davvero poco in linea con l\u2019impegno ambientale e climatico in cui molti speravano, il prime minister ha pensato bene di annunciare il proprio arrivo in Cornovaglia pubblicando l\u2019immagine del suo sbarco dal jet:
\n\n\n\nI\u2019ve arrived in Cornwall for this year\u2019s @G7 where I\u2019ll be asking my fellow leaders to rise to the challenge of beating the pandemic and building back better, fairer and greener.
\nIt will be a busy and important Summit, and I can\u2019t wait to get started.#G7UK pic.twitter.com/H4VSQ2SCD6
\n\u2014 Boris Johnson (@BorisJohnson) June 9, 2021
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Nonostante alcune premesse che possono sembrare poco promettenti, il summit del G7 potrebbe davvero rappresentare un momento importante nell\u2019impegno dei Grandi della Terra sulle tematiche legate al clima e all\u2019ambiente, e la speranza \u00e8 che possa portare ad azioni pi\u00f9 incisive.
\nIl summit durer\u00e0 fino a domenica 13 giugno, e rappresenter\u00e0 per i leader il primo incontro di persona dall\u2019inizio della pandemia. Le aspettative sono alte, anche in vista delle opportunit\u00e0 inedite messe sul tavolo dalla necessit\u00e0 di impostare una nuova ripartenza dopo l\u2019emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il mondo dell\u2019ultimo anno e mezzo.
\nProprio il tema della \u201cricostruzione\u201d sar\u00e0 il fil rouge su cui si svilupperanno gli incontri del leader, dedicati tutti alla tematica del\u00a0\u201cBuilding Back\u201d che di volta in volta sar\u00e0 affrontata sotto un diverso punto di vista, dalla salute alla politica estera. Clima e ambiente saranno al centro soprattutto nella giornata di domenica, in\u00a0occasione della sessione di lavoro che \u00e8 stata intitolata \u201cBuilding back Greener \u2013 Climate and Nature\u201d.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (G7, al via il SUMMIT: getter\u00e0 le fondamenta per una RIPARTENZA VERDE?)
\n", "content_text": "Completamente realizzati con rifiuti elettronici, i volti giganteschi dei grandi del mondo sovrastano la spiaggia di Sandy Acres, lungo la costa in cui oggi gli stessi leader del G7 si incontreranno.\nL\u2019opera si intitola Mount Recyclemore,\u00a0\u00e8 alta circa 3 metri e raffigura il premier britannico Boris Johnson, il premier giapponese Yoshihide Suga, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del consiglio italiano Mario Draghi, il premier canadese Justin Trudeau, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Usa Joe Biden.\n\u00c8 stata realizzata dall\u2019artista Joe Rush e da musicMagpie, rivenditore britannico di elettronica di seconda mano, con la collaborazione di circa 15 artisti: rimarr\u00e0 sulla spiaggia fino a domenica per poi essere allestita nella sede di musicMagpie nella Greater Manchester.\n\n\n\u00a0\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nView this post on Instagram\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\u00a0\nA post shared by Joe Rush (@joerushlondon)\n\n\n\nServir\u00e0 a sensibilizzare i big del G7 sulle tematiche ambientali e climatiche?\nDi recente il segretario generale dell\u2019ONU, Ant\u00f3nio Guterres, ha affermato in un\u2019intervista rilasciata al Guardian che \u00abstiamo arrivando al punto di non ritorno\u00bb.\nLe politiche del G7 saranno fondamentali per contrastare la crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo, e che si profila catastrofica. Uno studio ha stimato l\u2018impatto dei cambiamenti climatici annunciando che, di questo passo, proprio i Paesi del G7 vanno dritti verso una crisi economica doppia rispetto a quella provocata dal Covid-19.\nDai leader sono arrivati alcuni segnali positivi. A maggio hanno raggiunto un accordo per fermare i finanziamenti alle centrali a carbone entro la fine del 2021; di recente Boris Johnson, padrone di casa in questo incontro e nella COP26, ha auspicato da parte degli stessi leader la firma di una sorta di \u201cpiano Marshall\u201d sul clima che permetta di sostenere i Paesi in via di sviluppo a de-carbonizzare le loro economie.\nPeccato che lo stesso Johnson sia finito nella bufera, proprio alla vigilia del G7, per aver scelto di utilizzare il proprio jet privato, estremamente inquinante, per raggiungere la sede dell\u2019incontro, abbastanza vicina a Londra da poter essere raggiunta piuttosto comodamente in treno.\nDando un messaggio davvero poco in linea con l\u2019impegno ambientale e climatico in cui molti speravano, il prime minister ha pensato bene di annunciare il proprio arrivo in Cornovaglia pubblicando l\u2019immagine del suo sbarco dal jet:\n\nI\u2019ve arrived in Cornwall for this year\u2019s @G7 where I\u2019ll be asking my fellow leaders to rise to the challenge of beating the pandemic and building back better, fairer and greener.\nIt will be a busy and important Summit, and I can\u2019t wait to get started.#G7UK pic.twitter.com/H4VSQ2SCD6\n\u2014 Boris Johnson (@BorisJohnson) June 9, 2021\n\n\nNonostante alcune premesse che possono sembrare poco promettenti, il summit del G7 potrebbe davvero rappresentare un momento importante nell\u2019impegno dei Grandi della Terra sulle tematiche legate al clima e all\u2019ambiente, e la speranza \u00e8 che possa portare ad azioni pi\u00f9 incisive.\nIl g7 in Cornovaglia potrebbe gettare le fondamenta per una \u201cricostruzione verde\u201d\nIl summit durer\u00e0 fino a domenica 13 giugno, e rappresenter\u00e0 per i leader il primo incontro di persona dall\u2019inizio della pandemia. Le aspettative sono alte, anche in vista delle opportunit\u00e0 inedite messe sul tavolo dalla necessit\u00e0 di impostare una nuova ripartenza dopo l\u2019emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il mondo dell\u2019ultimo anno e mezzo.\nProprio il tema della \u201cricostruzione\u201d sar\u00e0 il fil rouge su cui si svilupperanno gli incontri del leader, dedicati tutti alla tematica del\u00a0\u201cBuilding Back\u201d che di volta in volta sar\u00e0 affrontata sotto un diverso punto di vista, dalla salute alla politica estera. Clima e ambiente saranno al centro soprattutto nella giornata di domenica, in\u00a0occasione della sessione di lavoro che \u00e8 stata intitolata \u201cBuilding back Greener \u2013 Climate and Nature\u201d.\n\n\n\nLeggi anche:\nL\u2019impatto della crisi climatica sull\u2019economia rischia di essere due volte pi\u00f9 violento di quello del Covid-19 per i Paesi del G7\nCO2 da record: raggiunto il valore pi\u00f9 alto della storia moderna\nTutela dell\u2019ambiente nella Costituzione, arriva il primo s\u00ec in Senato. Cosa succede adesso\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (G7, al via il SUMMIT: getter\u00e0 le fondamenta per una RIPARTENZA VERDE?)", "date_published": "2021-06-11T09:37:02+02:00", "date_modified": "2021-06-13T18:27:17+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/06/Foto-COPERTINA-Wordpress-7.png", "tags": [ "ambiente", "cambiamenti climatici", "clima", "Notizie mondo" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/limpatto-della-crisi-climatica-sulleconomia-rischia-di-essere-due-volte-piu-violento-di-quello-del-covid-19-per-i-paesi-del-g7/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/limpatto-della-crisi-climatica-sulleconomia-rischia-di-essere-due-volte-piu-violento-di-quello-del-covid-19-per-i-paesi-del-g7/", "title": "L\u2019impatto della CRISI CLIMATICA sull\u2019ECONOMIA sar\u00e0 2 volte pi\u00f9 violento di quello del Covid", "content_html": "Mentre sta ancora lottando con la pandemia il mondo inizia ad affrontare la crisi economica generata dal Covid-19, che secondo gli esperti \u00e8 la peggiore almeno dal secondo dopoguerra. Una recessione profonda, che rischia di avere conseguenze devastanti sulle vite di milioni di persone, ma che impallidisce di fronte a quella a cui andiamo incontro se non cambiamo rotta sul clima.
\nA dare l\u2019allarme \u00e8 Oxfam, citando i dati di uno studio di Swiss Re Institute che fin dal titolo parla decisamente chiaro: \u00abLa non-azione non \u00e8 un\u2019opzione\u00bb.
\nL\u2019analisi delinea prospettive decisamente cupe sulle economie dei paesi del G7, compresa quindi quella italiana insieme a quelle di Francia, Germania, Regno Unito, USA, Canada e Giappone. Qui la pandemia ha gi\u00e0 avuto un impatto notevole, contraendo le economie di oltre i 4 per cento in media con conseguenti costi umani davvero elevati.
\nSecondo gli esperti, la crisi del clima avr\u00e0 effetti ancora pi\u00f9 catastrofici e travolger\u00e0 le nostre economie sotto numerosi aspetti. Innalzamento dei mari, estremizzazione dei fenomeni meteo, calo della produttivit\u00e0 agricola e altre conseguenze della crisi climatica rappresentano una minaccia senza precedenti per le nostre attivit\u00e0 economiche.
\nSe non mettiamo in atto azioni pi\u00f9 incisive per salvaguardare il nostro clima, il crollo del pil per le nazioni del G7 sar\u00e0 doppio a quello provocato dalla pandemia, con un calo stimato dell\u20198,5 per cento all\u2019anno da oggi al 2050.\nSul piatto ci sono quasi 5 mila miliardi di dollari pronti ad andare in fumo.\n | \n
E a peggiorare la situazione c\u2019\u00e8 il fatto che, al contrario della pandemia il cui impatto sulle nostre attivit\u00e0 si sta gi\u00e0 attenuando, la crisi climatica non \u00e8 reversibile e non conceder\u00e0 alcun rimbalzo.
\nVenerd\u00ec 11 giugno i leader del G7 si riuniranno in Cornovaglia \u00a0per discutere dell\u2019economia globale, dei vaccini Covid-19, delle tasse sulle imprese e della crisi del clima: a loro Oxfam ha lanciato un appello perch\u00e9 si agisca \u00abin modo incisivo nei prossimi nove anni per tagliare le emissioni e incrementare la finanza climatica\u00bb.
\n\n\u00abIl cambiamento climatico \u00e8 il rischio numero uno a lungo termine per l\u2019economia globale e rimanere dove siamo non \u00e8 un\u2019opzione: abbiamo bisogno di maggiori progressi da parte del G7\u00bb\nJerome Haegeli, chief economist di Swiss Re \n | \n
Naturalmente la crisi economica provocata dal clima non avr\u00e0 conseguenze solo sui nostri Paesi: al contrario, le prospettive disastrose a cui vanno incontro i big del G7 sono decisamente migliori di quelle di alcuni dei paesi pi\u00f9 poveri.
\n\nPer le Filippine si profila un tracollo del 35 per cento, ad esempio. Di questo passo l\u2019B va incontro a un calo del 27 per cento, il Sudafrica del 17,8 per cento.
\n\u00abMolte parti pi\u00f9 povere del mondo vedranno aumentare i decessi, la fame e la povert\u00e0\u00bb, avverte Max Lawson, responsabile delle politiche per la disuguaglianza di Oxfam.
Leggi anche:\n CO2 da record: raggiunto il valore pi\u00f9 alto della storia moderna \nEmergenza clima, gli attivisti fanno causa allo Stato: \u00e8 la prima volta in Italia \n | \n
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\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (L’impatto della CRISI CLIMATICA sull’ECONOMIA sar\u00e0 2 volte pi\u00f9 violento di quello del Covid)
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\nGli incendi zombi sono i residui dei roghi che si sviluppano in estate, e che mentre sembrano ormai estinti in realt\u00e0 sopravvivono nelle nevi dell\u2019inverno e riprendono a bruciare in modo pi\u00f9 evidente durante la primavera successiva. Di solito si osservano nel terreno torboso dell\u2019estremo emisfero settentrionale, l\u2019area in cui il clima sta cambiando pi\u00f9 velocemente rispetto a qualsiasi altro luogo del pianeta.
\nGli scienziati che hanno studiato il fenomeno hanno scoperto che il rischio di incendi zombie \u00e8 legato al calore delle estati: pi\u00f9 sono caldi i mesi estivi, pi\u00f9 \u00e8 probabile che il terreno continui a bruciare durante l\u2019inverno. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature, e suggeriscono che in futuro, man mano che il clima diverr\u00e0 pi\u00f9 caldo, il territorio diventer\u00e0 sempre pi\u00f9 secco e gli incendi estivi si dimostreranno sempre pi\u00f9 feroci.
\nNormalmente gli incendi vengono innescati da fulmini o dagli esseri umani, ma adesso \u2013 sottolineano i ricercatori \u2013 sappiamo che se un rogo si sviluppa vicino ai segni delle fiamme dell\u2019anno precedente, allora si tratta di un incendio che \u00e8 sopravvissuto durante l\u2019inverno, nel terreno.
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Secondo lo studio \u00e8 soprattutto il clima dell\u2019estate a influenzare la probabilit\u00e0 di incendi zombie: per sopravvivere all\u2019inverno devono essere particolarmente intensi e profondi, con una temperatura molto elevata. Sembra che se un incendio ha le caratteristiche necessarie a protrarsi durante i mesi invernali la quantit\u00e0 di pioggia e di neve che cade in questo periodo sia irrilevante, affermano i ricercatori.
\nCitato dal Guardian, il ricercatore Sander Veraverbeke, coautore dello studio, ha affermato che \u00abil semplice fatto che questo stia accadendo \u00e8 gi\u00e0 abbastanza folle, e mostra quanto velocemente questa regione stia cambiando a causa del cambiamento climatico\u00bb.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Gli INCENDI ZOMBIE diventeranno sempre pi\u00f9 frequenti: le cose da sapere)
\n", "content_text": "Gli scienziati hanno scoperto che la crisi climatica \u00e8 probabilmente destinata a rendere pi\u00f9 frequenti i cosiddetti incendi zombie.\nGli incendi zombi sono i residui dei roghi che si sviluppano in estate, e che mentre sembrano ormai estinti in realt\u00e0 sopravvivono nelle nevi dell\u2019inverno e riprendono a bruciare in modo pi\u00f9 evidente durante la primavera successiva. Di solito si osservano nel terreno torboso dell\u2019estremo emisfero settentrionale, l\u2019area in cui il clima sta cambiando pi\u00f9 velocemente rispetto a qualsiasi altro luogo del pianeta.\nGli scienziati che hanno studiato il fenomeno hanno scoperto che il rischio di incendi zombie \u00e8 legato al calore delle estati: pi\u00f9 sono caldi i mesi estivi, pi\u00f9 \u00e8 probabile che il terreno continui a bruciare durante l\u2019inverno. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature, e suggeriscono che in futuro, man mano che il clima diverr\u00e0 pi\u00f9 caldo, il territorio diventer\u00e0 sempre pi\u00f9 secco e gli incendi estivi si dimostreranno sempre pi\u00f9 feroci.\nNormalmente gli incendi vengono innescati da fulmini o dagli esseri umani, ma adesso \u2013 sottolineano i ricercatori \u2013 sappiamo che se un rogo si sviluppa vicino ai segni delle fiamme dell\u2019anno precedente, allora si tratta di un incendio che \u00e8 sopravvissuto durante l\u2019inverno, nel terreno.\n\nSecondo lo studio \u00e8 soprattutto il clima dell\u2019estate a influenzare la probabilit\u00e0 di incendi zombie: per sopravvivere all\u2019inverno devono essere particolarmente intensi e profondi, con una temperatura molto elevata. Sembra che se un incendio ha le caratteristiche necessarie a protrarsi durante i mesi invernali la quantit\u00e0 di pioggia e di neve che cade in questo periodo sia irrilevante, affermano i ricercatori.\nCitato dal Guardian, il ricercatore Sander Veraverbeke, coautore dello studio, ha affermato che \u00abil semplice fatto che questo stia accadendo \u00e8 gi\u00e0 abbastanza folle, e mostra quanto velocemente questa regione stia cambiando a causa del cambiamento climatico\u00bb.\n\n\n\nLe notizie meteo per l\u2019Italia:\nAria CALDA verso il Centro-Sud. Ancora qualche PIOGGIA: le zone coinvolte\nInizio di settimana con MOLTE PIOGGE e CALDO INTENSO: fino a sfiorare i 35 GRADI!\nGli aggiornamenti di IconaClima:\nIndividuato l\u2019iceberg pi\u00f9 grande del mondo: \u00e8 pi\u00f9 vasto di Maiorca. Le immagini\nGiornata Mondiale senza Tabacco: un appuntamento con la salute, nostra e del pianeta\nBiodiversit\u00e0: il fragilissimo valore che regge il Pianeta\nLa vita nell\u2019Artico ai tempi del riscaldamento globale: studi recenti, big data e scenari futuri\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Gli INCENDI ZOMBIE diventeranno sempre pi\u00f9 frequenti: le cose da sapere)", "date_published": "2021-05-25T14:15:55+02:00", "date_modified": "2021-05-25T14:15:55+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/05/1_rvwTgYk7SMRFsfvb0YnKxA-scaled-scaled-1.jpeg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/artico-cosi-sta-scomparendo-il-ghiaccio-marino-video/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/video/artico-cosi-sta-scomparendo-il-ghiaccio-marino-video-2/", "title": "ARTICO, cos\u00ec sta SCOMPARENDO il ghiaccio marino [VIDEO]", "content_html": "Arriva dall’Artico l’ennesimo campanello d’allarme che dovrebbe portare l’attenzione di tutto il mondo sulla crisi climatica. Per la prima volta i dati satellitari hanno rivelato come l’intrusione delle acque più calde in risalita verso nord nell’Atlantico stia riducendo la ricrescita del ghiaccio in inverno.
\nÈ normale che la quantità di ghiaccio marino che galleggia nell’Oceano Artico vari in modo estremamente significativo con le stagioni, raggiungendo il minimo intorno a settembre e il massimo intorno a marzo, dopo i mesi invernali più freddi. I dati relativi agli ultimi anni rivelano però che un altro fattore si sta sommando alla naturale variazione delle stagioni: la temperatura dell’acqua marina dell’oceano artico è sempre più elevata, e contribuisce in modo inedito alla fusione dei ghiacci, al punto che anche durante i mesi invernali la loro estensione non riesce a raggiungere i valori tipici anche solo di pochi anni fa.
\nIl grafico, pubblicato dall’Agenzia Spaziale Europea, mostra com’è cambiata negli ultimi anni l’estensione del ghiaccio marino registrata nel periodo tra novembre e aprile:
\n\nLo studio è stato pubblicato di recente sul Journal of Climate, e per realizzarlo gli scienziati hanno utilizzato i dati satellitari della Climate Change Initiative dell’ESA per calcolare i cambiamenti nel volume del ghiaccio marino artico tra il 2002 e il 2019.
\nI ricercatori hanno scoperto che il maggiore calore dell’oceano porta a una scomparsa dei ghiacci significativa soprattutto nel Mare di Barents e nel Mare di Kara. Il fenomeno è stato definito “Atlantification“, per descrivere il modo in cui il calore dell’Oceano Atlantico, trasportato a latitudini più elevate, stia causando il ritiro del ghiaccio marino.
Il video realizzato dall’Esa mostra i cambiamenti registrati nell’ultimo decennio:
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (ARTICO, cos\u00ec sta SCOMPARENDO il ghiaccio marino [VIDEO])
\n", "content_text": "Arriva dall’Artico l’ennesimo campanello d’allarme che dovrebbe portare l’attenzione di tutto il mondo sulla crisi climatica. Per la prima volta i dati satellitari hanno rivelato come l’intrusione delle acque più calde in risalita verso nord nell’Atlantico stia riducendo la ricrescita del ghiaccio in inverno.\nÈ normale che la quantità di ghiaccio marino che galleggia nell’Oceano Artico vari in modo estremamente significativo con le stagioni, raggiungendo il minimo intorno a settembre e il massimo intorno a marzo, dopo i mesi invernali più freddi. I dati relativi agli ultimi anni rivelano però che un altro fattore si sta sommando alla naturale variazione delle stagioni: la temperatura dell’acqua marina dell’oceano artico è sempre più elevata, e contribuisce in modo inedito alla fusione dei ghiacci, al punto che anche durante i mesi invernali la loro estensione non riesce a raggiungere i valori tipici anche solo di pochi anni fa.\nIl grafico, pubblicato dall’Agenzia Spaziale Europea, mostra com’è cambiata negli ultimi anni l’estensione del ghiaccio marino registrata nel periodo tra novembre e aprile:\nCrediti: ESA\nLo studio è stato pubblicato di recente sul Journal of Climate, e per realizzarlo gli scienziati hanno utilizzato i dati satellitari della Climate Change Initiative dell’ESA per calcolare i cambiamenti nel volume del ghiaccio marino artico tra il 2002 e il 2019.\nI ricercatori hanno scoperto che il maggiore calore dell’oceano porta a una scomparsa dei ghiacci significativa soprattutto nel Mare di Barents e nel Mare di Kara. Il fenomeno è stato definito “Atlantification“, per descrivere il modo in cui il calore dell’Oceano Atlantico, trasportato a latitudini più elevate, stia causando il ritiro del ghiaccio marino.\nIl video realizzato dall’Esa mostra i cambiamenti registrati nell’ultimo decennio:\n\n\n\n\nLeggi anche:\nIndividuato l’iceberg più grande del mondo: è più vasto di Maiorca. Le immagini\nSmog, a Milano il biossido di azoto uccide 1500 persone all’anno: lo studio\n“Incendi zombie” destinati a diventare sempre più frequenti: ecco cosa sono\n\n\n\n\n \n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (ARTICO, cos\u00ec sta SCOMPARENDO il ghiaccio marino [VIDEO])", "date_published": "2021-05-25T09:00:20+02:00", "date_modified": "2021-05-25T09:00:20+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/05/20210515_IcebergA76-1.jpg", "tags": [ "artico", "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano", "Video" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/biodiversita-il-fragilissimo-valore-che-regge-il-pianeta/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/biodiversita-il-fragilissimo-valore-che-regge-il-pianeta/", "title": "BIODIVERSIT\u00c0: il fragilissimo valore che regge il pianeta", "content_html": "Il 22 maggio si celebra a livello globale la Giornata Internazionale per la Biodiversità. Le Nazioni Unite, per commemorare l’adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica, avvenuta il 22 maggio 1992, hanno proclamato questo giorno come un’occasione per comprendere meglio il valore e i problemi legati alla biodiversità. La Convenzione è entrata in vigore il 29 Dicembre 1993 e ad oggi, comprende 193 Parti. È stata ratificata in Italia il 14 febbraio 1994 con la legge n.124.
\nNon si tratta di un elenco di buoni propositi, ma di un trattato internazionale giuridicamente vincolante con tre principali obiettivi: conservazione della biodiversità, uso sostenibile della biodiversità, giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche.
\nNel dettaglio l’Articolo 1 della Convenzione recita: gli obiettivi della presente Convenzione, da perseguire in conformità con le sue disposizioni pertinenti, sono la conservazione della diversità biologica, l’uso durevole dei suoi componenti e la ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzazione delle risorse genetiche, grazie ad un accesso soddisfacente alle risorse genetiche ed un adeguato trasferimento delle tecnologie pertinenti in considerazione di tutti i diritti su tali risorse e tecnologie, e grazie ad adeguati finanziamenti.
\n\n\n\nWe can be part of the problem — or we can be part of the solution.
\nIn the lead up to #BiodiversityDay on 22 May, show the world that you are part of the solution #ForNature and people.
\nGet involved! https://t.co/dWGvr79rg6 pic.twitter.com/QAl2HZBIyG
\n— UN Biodiversity (@UNBiodiversity) May 11, 2021
\n
La biodiversità è dunque la grande varietà di piante, animali, insetti, funghi e microorganismi che costituiscono il nostro Pianeta. Questo patrimonio naturale vive ed è basato sulle relazioni tra le diverse varietà ed ecosistemi e sul fondamentale equilibrio che è garanzia per la vita sulla Terra.
\nll termine biodiversità è stato coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson e può essere definita come “la ricchezza di vita sulla terra”. All’interno degli ecosistemi convivono ed interagiscono fra loro sia gli esseri viventi sia le componenti fisiche ed inorganiche, influenzandosi reciprocamente. La biodiversità, quindi, esprime il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi e come questi varino da un ambiente ad un altro nel corso del tempo.
\nLa Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, evidenziando che essa include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema.
\n\nLo scorso anno il mondo è piombato nella tragedia globale della pandemia, che ha preso origine molto probabilmente da una zoonosi, ossia un salto di specie del virus dall’animale all’uomo. Questo tipo di evento avviene anche per mano dell’uomo che distrugge gli ecosistemi e gli equilibri naturali. Il tema della Giornata mondiale della biodiversità fu emblematico e sfidante: “Le soluzioni sono nella natura”.
\nQuest’anno è il momento della responsabilità e il tema scelto è: “Siamo parte della soluzione“. “Dalle soluzioni basate sulla natura al clima, alla salute, alla sicurezza idrica e alimentare, fino ai mezzi di sostentamento sostenibili, la biodiversità ci offre le fondamenta sulle quali possiamo ricostruire un futuro migliore”.
\nL’umanità vive grazie alla biodiversità e al tempo stesso l’uomo costituisce la sua più grave minaccia. È noto che stiamo vivendo la sesta estinzione di massa: tra il 2001 e il 2014 si sono estinte 173 specie e nell’ultimo secolo sono scomparse circa 400 specie di vertebrati.
\nForeste, mari e oceani assorbono oltre la metà della CO2 emessa nell’atmosfera, e costituiscono la nostra principale difesa contro i cambiamenti climatici. La biodiversità è fondamentale anche per il nostro nutrimento. Il pesce, secondo quanto riferisce l’Onu, fornisce il 20% delle proteine animali a circa 3 miliardi di persone. Oltre l’80% della dieta umana è derivata dalle piante.
\nFino all’80% delle persone che vivono nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo si affidano a medicinali tradizionali a base vegetale per l’assistenza sanitaria di base. La perdita di biodiversità è dunque una enorme minaccia anche per la nostra salute. Essa infatti potrebbe determinare un aumento delle zoonosi e l’avvio di nuove epidemie. Tre quarti dell’ambiente terrestre e circa il 66% dell’ambiente marino sono stati significativamente alterati dalle azioni umane e un milione di specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (BIODIVERSIT\u00c0: il fragilissimo valore che regge il pianeta)
\n", "content_text": "Il 22 maggio si celebra a livello globale la Giornata Internazionale per la Biodiversità. Le Nazioni Unite, per commemorare l’adozione del testo della Convenzione per la Diversità Biologica, avvenuta il 22 maggio 1992, hanno proclamato questo giorno come un’occasione per comprendere meglio il valore e i problemi legati alla biodiversità. La Convenzione è entrata in vigore il 29 Dicembre 1993 e ad oggi, comprende 193 Parti. È stata ratificata in Italia il 14 febbraio 1994 con la legge n.124.\nNon si tratta di un elenco di buoni propositi, ma di un trattato internazionale giuridicamente vincolante con tre principali obiettivi: conservazione della biodiversità, uso sostenibile della biodiversità, giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche.\nNel dettaglio l’Articolo 1 della Convenzione recita: gli obiettivi della presente Convenzione, da perseguire in conformità con le sue disposizioni pertinenti, sono la conservazione della diversità biologica, l’uso durevole dei suoi componenti e la ripartizione giusta ed equa dei benefici derivanti dall’utilizzazione delle risorse genetiche, grazie ad un accesso soddisfacente alle risorse genetiche ed un adeguato trasferimento delle tecnologie pertinenti in considerazione di tutti i diritti su tali risorse e tecnologie, e grazie ad adeguati finanziamenti.\n\n We can be part of the problem — or we can be part of the solution. \nIn the lead up to #BiodiversityDay on 22 May, show the world that you are part of the solution #ForNature and people.\nGet involved! https://t.co/dWGvr79rg6 pic.twitter.com/QAl2HZBIyG\n— UN Biodiversity (@UNBiodiversity) May 11, 2021\n\n\nBiodiversità, un termine coniato nel 1988\nLa biodiversità è dunque la grande varietà di piante, animali, insetti, funghi e microorganismi che costituiscono il nostro Pianeta. Questo patrimonio naturale vive ed è basato sulle relazioni tra le diverse varietà ed ecosistemi e sul fondamentale equilibrio che è garanzia per la vita sulla Terra.\nll termine biodiversità è stato coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson e può essere definita come “la ricchezza di vita sulla terra”. All’interno degli ecosistemi convivono ed interagiscono fra loro sia gli esseri viventi sia le componenti fisiche ed inorganiche, influenzandosi reciprocamente. La biodiversità, quindi, esprime il numero, la varietà e la variabilità degli organismi viventi e come questi varino da un ambiente ad un altro nel corso del tempo.\nLa Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, evidenziando che essa include la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema.\n\nIl tema della giornata mondiale della biodiversità 2021\nLo scorso anno il mondo è piombato nella tragedia globale della pandemia, che ha preso origine molto probabilmente da una zoonosi, ossia un salto di specie del virus dall’animale all’uomo. Questo tipo di evento avviene anche per mano dell’uomo che distrugge gli ecosistemi e gli equilibri naturali. Il tema della Giornata mondiale della biodiversità fu emblematico e sfidante: “Le soluzioni sono nella natura”.\nQuest’anno è il momento della responsabilità e il tema scelto è: “Siamo parte della soluzione“. “Dalle soluzioni basate sulla natura al clima, alla salute, alla sicurezza idrica e alimentare, fino ai mezzi di sostentamento sostenibili, la biodiversità ci offre le fondamenta sulle quali possiamo ricostruire un futuro migliore”.\n“Quando la biodiversità ha un problema, l’umanità ha un problema”\nL’umanità vive grazie alla biodiversità e al tempo stesso l’uomo costituisce la sua più grave minaccia. È noto che stiamo vivendo la sesta estinzione di massa: tra il 2001 e il 2014 si sono estinte 173 specie e nell’ultimo secolo sono scomparse circa 400 specie di vertebrati.\nForeste, mari e oceani assorbono oltre la metà della CO2 emessa nell’atmosfera, e costituiscono la nostra principale difesa contro i cambiamenti climatici. La biodiversità è fondamentale anche per il nostro nutrimento. Il pesce, secondo quanto riferisce l’Onu, fornisce il 20% delle proteine animali a circa 3 miliardi di persone. Oltre l’80% della dieta umana è derivata dalle piante.\nFino all’80% delle persone che vivono nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo si affidano a medicinali tradizionali a base vegetale per l’assistenza sanitaria di base. La perdita di biodiversità è dunque una enorme minaccia anche per la nostra salute. Essa infatti potrebbe determinare un aumento delle zoonosi e l’avvio di nuove epidemie. Tre quarti dell’ambiente terrestre e circa il 66% dell’ambiente marino sono stati significativamente alterati dalle azioni umane e un milione di specie animali e vegetali sono a rischio di estinzione.\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (BIODIVERSIT\u00c0: il fragilissimo valore che regge il pianeta)", "date_published": "2021-05-22T07:30:02+02:00", "date_modified": "2021-05-22T07:30:02+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/05/Schermata-2021-05-18-alle-13.46.10.png", "tags": [ "ambiente", "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/crisi-climatica-e-alpi-dai-ghiacciai-in-ritirata-emergono-reperti-della-prima-guerra-mondiale/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/crisi-climatica-e-alpi-dai-ghiacciai-in-ritirata-emergono-reperti-della-prima-guerra-mondiale/", "title": "Crisi climatica e Alpi: dai ghiacciai in ritirata emergono reperti della Prima Guerra mondiale", "content_html": "Gli effetti del riscaldamento globale possono avere risvolti impensabili. L’aumento delle temperature sulle Alpi sta determinando la riduzione dei ghiacciai e, dopo un secolo, sono tornati alla luce ricoveri, reperti, armi e vettovaglie in uso durante la Prima Guerra mondiale. L’argomento è stato affrontato nei giorni scorsi anche dal New York Times che ha dedicato a questa scoperta un approfondimento.
\nUno dei luoghi simbolo del conflitto che insanguinò l’avvio del secolo scorso, è stato oggetto di un grande intervento di messa in protezione dal Museo della Guerra Bianca in Adamello, in collaborazione con Ersaf-Parco dello Stelvio.
\nA poca distanza dalla cima del Monte Scorluzzo, a 3095 metri di quota nei pressi del Passo dello Stelvio, è riemerso un ricovero militare scavato presumibilmente dai soldati austriaci negli anni della Grande Guerra. Questo spazio freddo e umido ospitò fino al 1918 circa 20 uomini dell’esercito austro-ungarico mentre combattevano contro le truppe italiane in quella che divenne nota come la Guerra Bianca. Si trattò di una una battaglia combattuta in condizioni estremamente difficili durante la Prima guerra mondiale tra le Alpi Lombarde e le Dolomiti.
\n\n\n\nApprovato l’accordo per la realizzazione del #MUSEO DELLA #GRANDEGUERRA a #Bormio, che ospiterà il ricovero austro-ungarico scoperto sulla cima del #MonteScorluzzo. (1/2) pic.twitter.com/hPwXghYcBh
\n— Massimo Sertori (@MassimoSertori_) June 17, 2020
\n
A causa del riscaldamento globale e del conseguente ritiro dei ghiacci perenni sono dunque emersi reperti perfettamente conservati: armi, monete, diari, slitte, tazze e anche alcuni resti dei corpi dei soldati.
\nÈ stato possibile recuperare praticamente intatta la baracca in legno che verrà conservata, a partire dal 2022, in un nuovo polo espositivo del Museo della Guerra Bianca l’ex caserma Pedrazzini di Bormio. In questo frangente verranno esposti anche oltre 300 oggetti recuperati dal ricevero militare: una stufa, i pagliericci su cui riposavano i soldati, due bilancini, pantaloni con diversi strati di toppe in fibre di ortica, monete, elmetti, munizioni, giornali.
\nLa baracca e la caverna scavata nella roccia in cui era posta, sono oggetto di un progetto interdisciplinare e multidisciplinare coordinato dall’Università di Padova per approfondire l’evoluzione climatica in atto nelle nostre Alpi.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Crisi climatica e Alpi: dai ghiacciai in ritirata emergono reperti della Prima Guerra mondiale)
\n", "content_text": "Gli effetti del riscaldamento globale possono avere risvolti impensabili. L’aumento delle temperature sulle Alpi sta determinando la riduzione dei ghiacciai e, dopo un secolo, sono tornati alla luce ricoveri, reperti, armi e vettovaglie in uso durante la Prima Guerra mondiale. L’argomento è stato affrontato nei giorni scorsi anche dal New York Times che ha dedicato a questa scoperta un approfondimento.\nUno dei luoghi simbolo del conflitto che insanguinò l’avvio del secolo scorso, è stato oggetto di un grande intervento di messa in protezione dal Museo della Guerra Bianca in Adamello, in collaborazione con Ersaf-Parco dello Stelvio.\nA poca distanza dalla cima del Monte Scorluzzo, a 3095 metri di quota nei pressi del Passo dello Stelvio, è riemerso un ricovero militare scavato presumibilmente dai soldati austriaci negli anni della Grande Guerra. Questo spazio freddo e umido ospitò fino al 1918 circa 20 uomini dell’esercito austro-ungarico mentre combattevano contro le truppe italiane in quella che divenne nota come la Guerra Bianca. Si trattò di una una battaglia combattuta in condizioni estremamente difficili durante la Prima guerra mondiale tra le Alpi Lombarde e le Dolomiti.\n\n Approvato l’accordo per la realizzazione del #MUSEO DELLA #GRANDEGUERRA a #Bormio, che ospiterà il ricovero austro-ungarico scoperto sulla cima del #MonteScorluzzo. (1/2) pic.twitter.com/hPwXghYcBh\n— Massimo Sertori (@MassimoSertori_) June 17, 2020\n\n\nA causa del riscaldamento globale e del conseguente ritiro dei ghiacci perenni sono dunque emersi reperti perfettamente conservati: armi, monete, diari, slitte, tazze e anche alcuni resti dei corpi dei soldati.\nÈ stato possibile recuperare praticamente intatta la baracca in legno che verrà conservata, a partire dal 2022, in un nuovo polo espositivo del Museo della Guerra Bianca l’ex caserma Pedrazzini di Bormio. In questo frangente verranno esposti anche oltre 300 oggetti recuperati dal ricevero militare: una stufa, i pagliericci su cui riposavano i soldati, due bilancini, pantaloni con diversi strati di toppe in fibre di ortica, monete, elmetti, munizioni, giornali.\nLa baracca e la caverna scavata nella roccia in cui era posta, sono oggetto di un progetto interdisciplinare e multidisciplinare coordinato dall’Università di Padova per approfondire l’evoluzione climatica in atto nelle nostre Alpi.\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Crisi climatica e Alpi: dai ghiacciai in ritirata emergono reperti della Prima Guerra mondiale)", "date_published": "2021-05-10T12:43:47+02:00", "date_modified": "2021-05-10T14:06:40+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/05/E0xmHcBWYAIILbv.jpeg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie Italia", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/stiamo-perdendo-i-ghiacciai-anche-se-raggiungessimo-gli-obiettivi-climatici-entro-meta-secolo-sparira-il-10-del-ghiaccio/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/ghiacciai-2050/", "title": "Perderemo UN DECIMO dei GHIACCIAI entro il 2050: i dati", "content_html": "Un decimo del ghiaccio che forma i ghiacciai di montagna \u00e8 destinato a sparire nel giro di pochi anni, non possiamo pi\u00f9 evitarlo. La notizia arriva da uno studio pubblicato di recente dal Guardian, che avverte chiaramente circa l\u2019inevitabilit\u00e0 di questa perdita. Anche se riuscissimo a raggiungere gli obiettivi previsti dall\u2019accordo di Parigi, infatti, \u00e8 troppo tardi per salvare tutti i nostri ghiacciai: il 10% sparir\u00e0 entro la met\u00e0 di questo secolo, con una perdita di 13.200 chilometri cubi d\u2019acqua che avr\u00e0 effetti a catena sui delta dei fiumi, altamente popolati, sugli habitat naturali, sull\u2019approvvigionamento idrico e sul livello del mare.
\nUn disastro che non colpir\u00e0 tutto il mondo in modo uguale: alcune aree sono infatti pi\u00f9 colpite dai cambiamenti climatici. \u00c8 il caso dell\u2019Europa centrale, del Nord America e delle regioni che si trovano alle latitudini pi\u00f9 basse, dove si prevede che la massa dei ghiacciai diminuisca addirittura della met\u00e0. Analizzando in particolare la situazione dei ghiacciai di montagna, i ricercatori non hanno incluso nello studio i ghiacci della Groenlandia o dell\u2019Antartide, la cui fusione avanza a ritmi ancora pi\u00f9 preoccupanti.
\nLo scenario che si profila davanti ai nostri occhi appare tragico, ma non pu\u00f2 e non deve scoraggiarci dall\u2019intraprendere con urgenza azioni decisive. Al contrario, come avvertono gli scienziati, se ci sono effetti dei cambiamenti climatici che non possono pi\u00f9 essere evitati le azioni che i governi intraprendono oggi possono fare un\u2019enorme differenza per il futuro del Pianeta e di tutta l\u2019umanit\u00e0.
\nIl glaciologo Ben Marzeion dell\u2019Universit\u00e0 di Brema ha spiegato al Guardian che \u00abquello che vediamo ora in montagna \u00e8 stato causato dai gas serra due o tre decenni fa\u00bb. Il ricercatore ha confermato che \u00ab\u00e8 gi\u00e0 troppo tardi per fermare la fusione di molti ghiacciai\u00bb, ma ha sottolineato che \u00e8 fondamentale essere \u00abconsapevoli di come le decisioni prese ora possano influenzare l\u2019aspetto che il nostro mondo avr\u00e0 tra due o tre generazioni\u00bb.
Marzeion ha analizzato gli scenari a cui vanno incontro i ghiacciai del mondo in base alle azioni climatiche che possiamo intraprendere oggi e ha calcolato che tra il 2021 e il 2050 si fonder\u00e0 il corrispettivo di quasi 5 piscine olimpioniche di ghiaccio ogni secondo. E anche se intervenissimo tagliando le emissioni in modo netto questa perdita potrebbe essere a malapena rallentata.
\nMa le nostre azioni di oggi faranno la differenza per quanto accadr\u00e0 nella seconda met\u00e0 del secolo, e vale la pena di ricordare quanto in realt\u00e0 quel periodo sia vicino: i bambini nati in questi mesi saranno ancora dei giovani adulti!
\nA differenza di quanto accade per gli scenari relativi alla prima met\u00e0 del secolo, quelli che ci rivelano cosa potr\u00e0 accadere negli anni successivi variano molto in base alle politiche intraprese oggi. Infatti, in uno scenario a basse emissioni si prevede che l\u2019attuale massa dei ghiacciai diminuisce di circa il 18 per cento entro il 2100, mentre in uno scenario ad alte emissioni la perdita potr\u00e0 avvicinarsi al 40 per cento.
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Perderemo UN DECIMO dei GHIACCIAI entro il 2050: i dati)
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Il ricercatore ha confermato che \u00ab\u00e8 gi\u00e0 troppo tardi per fermare la fusione di molti ghiacciai\u00bb, ma ha sottolineato che \u00e8 fondamentale essere \u00abconsapevoli di come le decisioni prese ora possano influenzare l\u2019aspetto che il nostro mondo avr\u00e0 tra due o tre generazioni\u00bb.\nMarzeion ha analizzato gli scenari a cui vanno incontro i ghiacciai del mondo in base alle azioni climatiche che possiamo intraprendere oggi e ha calcolato che tra il 2021 e il 2050 si fonder\u00e0 il corrispettivo di quasi 5 piscine olimpioniche di ghiaccio ogni secondo. 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Infatti, in uno scenario a basse emissioni si prevede che l\u2019attuale massa dei ghiacciai diminuisce di circa il 18 per cento entro il 2100, mentre in uno scenario ad alte emissioni la perdita potr\u00e0 avvicinarsi al 40 per cento.\n\n\n\nLeggi anche:\nNegazionismo climatico, \u00e8 come un virus: istruzioni per sviluppare gli anticorpi\nCrisi umanitaria in Madagascar: dopo anni di siccit\u00e0 \u00e8 emergenza fame per oltre un milione di persone\nIncendi California: dopo quella del 2020 si profila un\u2019altra stagione di portata storica\nInquinamento e disuguaglianze, non tutti sono colpiti allo stesso modo\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Perderemo UN DECIMO dei GHIACCIAI entro il 2050: i dati)", "date_published": "2021-05-02T15:28:30+02:00", "date_modified": "2021-05-02T15:38:49+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/05/helmut-liebelt-NoLg1Cg4t2c-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-clima-incide-direttamente-sulle-aziende-italiane-mentre-le-temperature-aumentano-calano-ricavi-e-fatturato-i-settori-piu-colpiti/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-clima-incide-direttamente-sulle-aziende-italiane-mentre-le-temperature-aumentano-calano-ricavi-e-fatturato-i-settori-piu-colpiti/", "title": "I CAMBIAMENTI CLIMATICI colpiscono anche le AZIENDE ITALIANE: calano ricavi e fatturato. I settori pi\u00f9 colpiti", "content_html": "Il clima cambia anche in Italia, con un impatto grave e diretto sulla nostra sicurezza, sulla nostra salute, e sulla nostra economia.
\nDa un recente rapporto dell\u2019Agenzia europea per l\u2019ambiente \u00e8 emerso che il nostro \u00e8 il Paese europeo che subisce le perdite economiche pi\u00f9 gravi legate ai cambiamenti climatici, secondo solo alla Germania:
Crisi climatica, Italia seconda in Europa per le perdite economiche: ecco quanto ci costa | \n
Una nuova ricerca italiana ha fatto luce pi\u00f9 nello specifico sulle perdite subite direttamente dalle aziende nostrane, e anche in questo caso le cifre sono notevoli.
\nLo studio \u00e8 stato realizzato dall\u2019Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano, attraverso un\u2019analisi di quanto accaduto nel decennio tra il 2009 e il 2018. Mentre in Italia il clima si faceva pi\u00f9 caldo, per un solo grado di temperatura in pi\u00f9 le aziende hanno perso in media il 5,8 per cento del fatturato e il 3,4% della marginalit\u00e0.
\nPercentuali significative, che si traducono in perdite gravissime: solo nel 2018, l\u2019anno pi\u00f9 caldo per l\u2019Italia, il fatturato in termini assoluti \u00e8 precipitato di 133 miliardi di euro.
Sono le piccole imprese quelle pi\u00f9 colpite dal calo della redditivit\u00e0, che in media raggiunge il 4 per cento. Le regioni in cui si registrano le perdite maggiori legate al clima sono quelle del Nord-Est e del Centro Italia.
\nL\u2019impatto del clima non \u00e8 uguale per tutti i settori: il pi\u00f9 colpito \u00e8 quello delle costruzioni, dove il calo del fatturato raggiunge addirittura il 16,2% e quello della redditivit\u00e0 (Ebitda) il -6,8 per cento. Segue la finanza, colpita dai cambiamenti climatici in modo diretto ma anche indiretto, attraverso i danni alle imprese-clienti: in questo settore si registra un calo del fatturato dell\u201911,8% e una riduzione della marginalit\u00e0 del 5,9%. Al terzo posto c\u2019\u00e8 il mondo delle estrazioni (-10,4% e -7,6%).
\n\u00abLa gestione delle conseguenze del cambiamento climatico e le strategie di mitigazione rappresentano la maggiore sfida che le economie mondiali dovranno affrontare nel corso nei prossimi anni\u00bb ha commentato Roberto Bianchini, direttore dell\u2019Osservatorio Polimi.
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (I CAMBIAMENTI CLIMATICI colpiscono anche le AZIENDE ITALIANE: calano ricavi e fatturato. I settori pi\u00f9 colpiti)
\n", "content_text": "Il clima cambia anche in Italia, con un impatto grave e diretto sulla nostra sicurezza, sulla nostra salute, e sulla nostra economia.\nDa un recente rapporto dell\u2019Agenzia europea per l\u2019ambiente \u00e8 emerso che il nostro \u00e8 il Paese europeo che subisce le perdite economiche pi\u00f9 gravi legate ai cambiamenti climatici, secondo solo alla Germania:\n\n\n\nCrisi climatica, Italia seconda in Europa per le perdite economiche: ecco quanto ci costa\n\n\n\nUna nuova ricerca italiana ha fatto luce pi\u00f9 nello specifico sulle perdite subite direttamente dalle aziende nostrane, e anche in questo caso le cifre sono notevoli.\nLo studio \u00e8 stato realizzato dall\u2019Osservatorio Climate Finance della School of Management del Politecnico di Milano, attraverso un\u2019analisi di quanto accaduto nel decennio tra il 2009 e il 2018. Mentre in Italia il clima si faceva pi\u00f9 caldo, per un solo grado di temperatura in pi\u00f9 le aziende hanno perso in media il 5,8 per cento del fatturato e il 3,4% della marginalit\u00e0.\nPercentuali significative, che si traducono in perdite gravissime: solo nel 2018, l\u2019anno pi\u00f9 caldo per l\u2019Italia, il fatturato in termini assoluti \u00e8 precipitato di 133 miliardi di euro.\nSono le piccole imprese quelle pi\u00f9 colpite dal calo della redditivit\u00e0, che in media raggiunge il 4 per cento. Le regioni in cui si registrano le perdite maggiori legate al clima sono quelle del Nord-Est e del Centro Italia.\nL\u2019impatto del clima non \u00e8 uguale per tutti i settori: il pi\u00f9 colpito \u00e8 quello delle costruzioni, dove il calo del fatturato raggiunge addirittura il 16,2% e quello della redditivit\u00e0 (Ebitda) il -6,8 per cento. Segue la finanza, colpita dai cambiamenti climatici in modo diretto ma anche indiretto, attraverso i danni alle imprese-clienti: in questo settore si registra un calo del fatturato dell\u201911,8% e una riduzione della marginalit\u00e0 del 5,9%. Al terzo posto c\u2019\u00e8 il mondo delle estrazioni (-10,4% e -7,6%).\n\u00abLa gestione delle conseguenze del cambiamento climatico e le strategie di mitigazione rappresentano la maggiore sfida che le economie mondiali dovranno affrontare nel corso nei prossimi anni\u00bb ha commentato Roberto Bianchini, direttore dell\u2019Osservatorio Polimi.\n\n\n\nLeggi anche:\nRecovery plan: transizione ecologica o solo ammodernamento di un modello di sviluppo insostenibile?\nNei prossimi decenni circa 600 milioni di persone potrebbero essere esposte a lunghe ondate di caldo fino a 56 gradi\nEmissioni, nel 2021 secondo aumento pi\u00f9 grande nella storia. Le previsioni IEA\n\n\n\n\n \n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (I CAMBIAMENTI CLIMATICI colpiscono anche le AZIENDE ITALIANE: calano ricavi e fatturato. I settori pi\u00f9 colpiti)", "date_published": "2021-05-02T13:20:35+02:00", "date_modified": "2021-05-02T13:22:29+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/04/tolga-kilinc-fo1O6INiE2Y-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie Italia", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/cambiamenti-climatici-la-pericolosa-danza-delle-temperature-video/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/cambiamenti-climatici-la-pericolosa-danza-delle-temperature-video/", "title": "CAMBIAMENTI CLIMATICI, la pericolosa danza delle temperature [VIDEO]", "content_html": "Il video pubblicato di recente dalla NASA mostra in modo inequivocabile, e allarmante, l\u2019effetto dei cambiamenti climatici in atto.
\nIn particolare, gli esperti della NASA hanno analizzato tutti i dati a loro disposizione relativi alla temperatura della superficie e sono riusciti a mostrare in un breve video i cambiamenti registrati nella distribuzione delle anomalie termiche del suolo. \u00c8 tragicamente evidente come negli ultimi anni il picco della distribuzione abbia continuato a spostarsi sempre pi\u00f9 a destra, sempre pi\u00f9 vicina alla soglia fatidica dei +2\u00b0C.
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Pu\u00f2 interessarti anche:\n Legge sul clima, cos\u2019ha deciso l\u2019Europa \nRapporto sul clima globale, l\u2019importanza di studiare gli indicatori del clima presente \n\n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CAMBIAMENTI CLIMATICI, la pericolosa danza delle temperature [VIDEO])
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\n\n Clima, Draghi al Summit USA: \u00abagire subito per non avere rimpianti in futuro\u00bb [VIDEO] \nGli Stati Uniti hanno annunciato il proprio obiettivo per la riduzione delle emissioni \n | \n
Con l\u2019accordo Bruxelles ha inserito gli obiettivi relativi alla riduzione delle emissioni in una legge: l\u2019Europa punta alla neutralit\u00e0 climatica entro il 2050 e a ridurre le emissioni nette almeno del 55 per cento entro il 2030, rispetto ai valori del 1990.
\nIl ministro portoghese dell\u2019Ambiente e dell\u2019Azione per il Clima Joao Pedro Matos Fernandes, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell\u2019Ue, ha commentato la legge definendola come \u00abla \u201clegge delle leggi\u201d che fissa il quadro della legislazione dell\u2019UE in materia di clima per i prossimi 30 anni\u00bb.
\n\u00abL\u2019UE \u00e8 fortemente impegnata a conseguire la neutralit\u00e0 climatica entro il 2050 \u2013 ha assicurato \u2013 e oggi possiamo essere fieri di aver fissato un obiettivo climatico ambizioso che pu\u00f2 ottenere il sostegno di tutti. Con questo accordo inviamo un segnale forte al mondo\u00bb.
Inferiore l\u2019entusiasmo degli attivisti, che chiedevano di puntare a una riduzione di almeno il 60 per cento delle emissioni entro il 2055.
\nLa rete di Climate Action Network Europe ha pubblicato una nota in cui si legge che i legislatori dell\u2019UE non hanno sfruttato l\u2019opportunit\u00e0 dei negoziati sulla legge sul clima per aumentare l\u2019ambizione dell\u2019Europa in materia di clima superando la soglia gi\u00e0 concordata del 55 per cento.
\n\u00abI decisori europei hanno perso un\u2019opportunit\u00e0 storica per affrontare adeguatamente la crisi climatica\u00bb, denuncia il direttore di CAN Europe.
\n\n\nThe #EUClimateLaw is a huge missed opportunity. In its current form, the Law failed to :
\n
\ngo beyond \u201cat least 55% net emissions reductions\u201d for 2030
\nexpand the climate neutrality objective to all Member States individuallyRead our reaction herehttps://t.co/fN5s0VR3v5
\n\u2014 CAN EUROPE (@CANEurope) April 21, 2021
Un elemento da non sottovalutare della Legge sul Clima \u00e8 anche la priorit\u00e0 riconosciuta alla riduzione delle emissioni rispetto agli assorbimenti.
\nPer garantire che si compiano sforzi volti a ridurre e prevenire le emissioni, i decisori europei hanno introdotto un limite di 225 milioni di tonnellate di CO\u00b2 equivalente al contributo degli assorbimenti all\u2019obiettivo netto. Hanno inoltre convenuto che l\u2019Unione punter\u00e0 ad aumentare il pozzo netto di assorbimento del carbonio entro il 2030.
\n Clima, come si sta muovendo l\u2019Italia? Il punto con Jacopo Bencini \n | \n
Tra i punti pi\u00f9 importanti della Legge sul Clima c\u2019\u00e8 anche l\u2019introduzione di un organo consultivo composto da 15 esperti scientifici di cittadinanza diversa: saranno al massimo 2 per ogni Stato membro, con un mandato di 4 anni. Il comitato scientifico indipendente avr\u00e0 il compito di \u00abfornire consulenza scientifica e riferire in merito alle misure dell\u2019UE, agli obiettivi climatici e ai bilanci indicativi per i gas a effetto serra e alla loro coerenza con la legge europea sul clima e gli impegni internazionali dell\u2019UE nel quadro dell\u2019accordo di Parigi\u00bb.
\nIl Consiglio Europeo ha sottolineato che in futuro la Commissione europea potrebbe proporre un obiettivo climatico intermedio per il 2040, \u00abal pi\u00f9 tardi entro sei mesi dal primo bilancio globale effettuato nel quadro dell\u2019accordo di Parigi\u00bb.
\n\u00c8 attesa anche la pubblicazione di un bilancio indicativo dell\u2019Unione per i gas a effetto serra per il periodo 2030-2050, che far\u00e0 il punto sul volume totale indicativo delle emissioni nette di gas a effetto serra che si prevede saranno emesse nel periodo in questione senza compromettere gli impegni assunti dall\u2019Unione nel quadro dell\u2019Accordo di Parigi.
\nPrima che la legge sul clima sia adottata formalmente dall\u2019Unione Europea, l\u2019accordo politico provvisorio dovr\u00e0 essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento.
\n\n Gli aggiornamenti di IconaClima \nRapporto sul clima globale: l\u2019importanza di studiare gli indicatori del clima presente \n\nImpollinatori e pesticidi, allarme WWF: \u00abAlimentazione e salute mondiale a rischio\u00bb \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (LEGGE SUL CLIMA, cosa cambia in EUROPA)
\n", "content_text": "Dopo un dialogo che ha impegnato a lungo i negoziatori del Consiglio e del Parlamento europeo, questa settimana \u00e8 stato raggiunto un accordo sulla Legge sul Clima, uno degli elementi fondamentali del Green Deal, proprio alla vigilia del Leaders Climate Summit organizzato dagli Stati Uniti.\n\n\n\n\nClima, Draghi al Summit USA: \u00abagire subito per non avere rimpianti in futuro\u00bb [VIDEO]\nGli Stati Uniti hanno annunciato il proprio obiettivo per la riduzione delle emissioni\n\n\n\n\nLegge sul clima, i punti chiave: la riduzione delle emissioni\nCon l\u2019accordo Bruxelles ha inserito gli obiettivi relativi alla riduzione delle emissioni in una legge: l\u2019Europa punta alla neutralit\u00e0 climatica entro il 2050 e a ridurre le emissioni nette almeno del 55 per cento entro il 2030, rispetto ai valori del 1990.\nIl ministro portoghese dell\u2019Ambiente e dell\u2019Azione per il Clima Joao Pedro Matos Fernandes, il cui Paese detiene la presidenza di turno dell\u2019Ue, ha commentato la legge definendola come \u00abla \u201clegge delle leggi\u201d che fissa il quadro della legislazione dell\u2019UE in materia di clima per i prossimi 30 anni\u00bb.\n\u00abL\u2019UE \u00e8 fortemente impegnata a conseguire la neutralit\u00e0 climatica entro il 2050 \u2013 ha assicurato \u2013 e oggi possiamo essere fieri di aver fissato un obiettivo climatico ambizioso che pu\u00f2 ottenere il sostegno di tutti. Con questo accordo inviamo un segnale forte al mondo\u00bb.\nInferiore l\u2019entusiasmo degli attivisti, che chiedevano di puntare a una riduzione di almeno il 60 per cento delle emissioni entro il 2055.\nLa rete di Climate Action Network Europe ha pubblicato una nota in cui si legge che i legislatori dell\u2019UE non hanno sfruttato l\u2019opportunit\u00e0 dei negoziati sulla legge sul clima per aumentare l\u2019ambizione dell\u2019Europa in materia di clima superando la soglia gi\u00e0 concordata del 55 per cento.\n\u00abI decisori europei hanno perso un\u2019opportunit\u00e0 storica per affrontare adeguatamente la crisi climatica\u00bb, denuncia il direttore di CAN Europe.\n\nThe #EUClimateLaw is a huge missed opportunity. In its current form, the Law failed to :\ngo beyond \u201cat least 55% net emissions reductions\u201d for 2030\nexpand the climate neutrality objective to all Member States individually\nRead our reaction herehttps://t.co/fN5s0VR3v5\n\u2014 CAN EUROPE (@CANEurope) April 21, 2021\n\nUn elemento da non sottovalutare della Legge sul Clima \u00e8 anche la priorit\u00e0 riconosciuta alla riduzione delle emissioni rispetto agli assorbimenti.\nPer garantire che si compiano sforzi volti a ridurre e prevenire le emissioni, i decisori europei hanno introdotto un limite di 225 milioni di tonnellate di CO\u00b2 equivalente al contributo degli assorbimenti all\u2019obiettivo netto. Hanno inoltre convenuto che l\u2019Unione punter\u00e0 ad aumentare il pozzo netto di assorbimento del carbonio entro il 2030.\n\n\n\n\nClima, come si sta muovendo l\u2019Italia? Il punto con Jacopo Bencini\n\n\n\n\nGli altri elementi importanti\nTra i punti pi\u00f9 importanti della Legge sul Clima c\u2019\u00e8 anche l\u2019introduzione di un organo consultivo composto da 15 esperti scientifici di cittadinanza diversa: saranno al massimo 2 per ogni Stato membro, con un mandato di 4 anni. Il comitato scientifico indipendente avr\u00e0 il compito di \u00abfornire consulenza scientifica e riferire in merito alle misure dell\u2019UE, agli obiettivi climatici e ai bilanci indicativi per i gas a effetto serra e alla loro coerenza con la legge europea sul clima e gli impegni internazionali dell\u2019UE nel quadro dell\u2019accordo di Parigi\u00bb.\nIl Consiglio Europeo ha sottolineato che in futuro la Commissione europea potrebbe proporre un obiettivo climatico intermedio per il 2040, \u00abal pi\u00f9 tardi entro sei mesi dal primo bilancio globale effettuato nel quadro dell\u2019accordo di Parigi\u00bb.\n\u00c8 attesa anche la pubblicazione di un bilancio indicativo dell\u2019Unione per i gas a effetto serra per il periodo 2030-2050, che far\u00e0 il punto sul volume totale indicativo delle emissioni nette di gas a effetto serra che si prevede saranno emesse nel periodo in questione senza compromettere gli impegni assunti dall\u2019Unione nel quadro dell\u2019Accordo di Parigi.\nLegge sul clima, i prossimi passi\nPrima che la legge sul clima sia adottata formalmente dall\u2019Unione Europea, l\u2019accordo politico provvisorio dovr\u00e0 essere approvato dal Consiglio e dal Parlamento.\n\n\n\n\nGli aggiornamenti di IconaClima\nRapporto sul clima globale: l\u2019importanza di studiare gli indicatori del clima presente\nL\u2019agricoltura italiana \u00e8 la pi\u00f9 green d\u2019Europa. Coldiretti: \u00ab-32% pesticidi\u00bb\nImpollinatori e pesticidi, allarme WWF: \u00abAlimentazione e salute mondiale a rischio\u00bb\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (LEGGE SUL CLIMA, cosa cambia in EUROPA)", "date_published": "2021-04-25T10:28:36+02:00", "date_modified": "2021-04-25T16:01:40+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/04/guillaume-perigois-0NRkVddA2fw-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/rapporto-sul-clima-globale-parte-ii-limportanza-di-studiare-gli-indicatori-del-clima-presente/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/rapporto-sul-clima-globale-parte-ii-limportanza-di-studiare-gli-indicatori-del-clima-presente/", "title": "Rapporto sul clima globale, parte II: l\u2019importanza di studiare gli indicatori del clima presente", "content_html": "Il monitoraggio, lo studio e l\u2019elaborazione di scenari di emissioni future di gas climalteranti sono di vitale importanza per prevedere e contrastare i devastanti impatti socio-economici previsti entro la fine del XXI. Essi sono fondamentali sia per i decisori politici che per i cittadini che devono cooperare per un obiettivo comune volto ad evitare tali scenari.
\n\nRapporto sul clima globale, parte I: il 2020 fra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati\n | \n
L\u2019Artico \u00e8 la regione che maggiormente \u00e8 stata colpita dall\u2019incremento di temperature dovuto ai gas serra e le popolazioni che vivono in quelle terre hanno cominciato a sperimentare varie problematiche legate a questo aumento. Principalmente si tratta di problemi riguardanti infrastrutture ed abitazioni, i cui basamenti giacciono su un permafrost in continua fusione, cambiamenti negli ecosistemi e sofferenza della fauna locale. Se oltre all\u2019artico allarghiamo lo sguardo su scala globale, ci rendiamo conto come una terra pi\u00f9 \u201ccalda\u201d abbia contribuito negli ultimi vent\u2019anni ad una estremizzazione del clima con sempre pi\u00f9 severi eventi meteorologici, che includono ondate di freddo e di calore (queste in misura molto maggiore), inondazioni da piogge estreme, incendi, tempeste (tifoni, uragani etc..) e lunghi periodi di siccit\u00e0. Quest\u2019ultimi, uniti alla rapida fusione dei ghiacciai alpini, hanno favorito una drastica diminuzione di riserve idriche estive necessarie alle colture e ha reso necessario la pianificazione di interventi volti a creare delle riserve invernali di acqua all\u2019interno di bacini idrici artificiali.
\nL\u2019aumento delle temperature oceaniche ha provocato una sempre maggiore frequenza di ondate di calore marine, causando impatti devastanti agli ecosistemi marini, e di conseguenza anche economici alle comunit\u00e0 umane che traggono sostentamento da essi. Inoltre, tale riscaldamento, unito all\u2019apporto in continuo aumento di acqua di fusione glaciale, ha contribuito e contribuir\u00e0 sempre pi\u00f9 all\u2019innalzamento dei livelli dei mari, causando inevitabilmente flussi migratori di centinaia di milioni di persone e riorganizzazione delle metropoli costiere, con danni economici ad oggi difficilmente quantificabili e ancora oggetto di studio.
\nUn altro grande problema legato all\u2019aumento di anidride carbonica \u00e8 l\u2019acidificazione degli oceani dell\u2019intero pianeta. Essi assorbono oltre il 23% delle emissioni annuali di CO2 contribuendo ad alleggerire l\u2019impatto sull\u2019aumento delle temperature, a scapito di un costo ecologico ed economico altissimo. La CO2 infatti reagisce con l\u2019acqua di mare e ne aumenta l\u2019acidit\u00e0. Questo mette in pericolo organismi e cicli biogeochimici di interi ecosistemi, che infine impattano anche sulla sicurezza alimentare del cibo derivante dalla pesca e dell\u2019acquacoltura. Inoltre l\u2019acidificazione contribuisce all\u2019indebolimento delle barriere coralline, diminuendone la loro capacita protettive nei confronti delle coste, che sono fonte di reddito di numerose comunit\u00e0, grazie al turismo.
\nComplessivamente, i cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale stanno colpendo in maniera decisa le aree pi\u00f9 povere e vulnerabili del pianeta tra cui il continente africano e il Sud-Est asiatico. Qui il livello di insicurezza alimentare, definita dal dipartimento dell\u2019agricoltura degli Stati Uniti (USDA) come mancanza di accesso coerente a cibo sufficiente per una vita attiva e sana, \u00e8 sempre pi\u00f9 alto a causa di eventi climatici estremi, costringendo ogni anno, circa 23 milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povert\u00e0, a lunghe migrazioni, per cercare sostentamento necessario per la loro sopravvivenza. \u00a0Secondo le stime dell\u2019Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l\u2019Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, entro il 2050 circa 200-250 milioni di persone si sposteranno per cause legate al cambiamento climatico. Questo significa che in un futuro non troppo remoto, una persona su quarantacinque nel mondo sar\u00e0 un migrante ambientale.
\nLeggi anche:\n Il rischio di disastri naturali: il ruolo della scienza e dei dati \nPrevedere l\u2019oceano: una scienza \u201cgiovane\u201d dalle grandi potenzialit\u00e0 | \n
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Rapporto sul clima globale, parte II: l\u2019importanza di studiare gli indicatori del clima presente)
\n", "content_text": "Il monitoraggio, lo studio e l\u2019elaborazione di scenari di emissioni future di gas climalteranti sono di vitale importanza per prevedere e contrastare i devastanti impatti socio-economici previsti entro la fine del XXI. Essi sono fondamentali sia per i decisori politici che per i cittadini che devono cooperare per un obiettivo comune volto ad evitare tali scenari.\n\n\n\n\nRapporto sul clima globale, parte I: il 2020 fra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati\n\n\n\n\n L\u2019Artico \u00e8 la regione che maggiormente \u00e8 stata colpita dall\u2019incremento di temperature dovuto ai gas serra e le popolazioni che vivono in quelle terre hanno cominciato a sperimentare varie problematiche legate a questo aumento. Principalmente si tratta di problemi riguardanti infrastrutture ed abitazioni, i cui basamenti giacciono su un permafrost in continua fusione, cambiamenti negli ecosistemi e sofferenza della fauna locale. Se oltre all\u2019artico allarghiamo lo sguardo su scala globale, ci rendiamo conto come una terra pi\u00f9 \u201ccalda\u201d abbia contribuito negli ultimi vent\u2019anni ad una estremizzazione del clima con sempre pi\u00f9 severi eventi meteorologici, che includono ondate di freddo e di calore (queste in misura molto maggiore), inondazioni da piogge estreme, incendi, tempeste (tifoni, uragani etc..) e lunghi periodi di siccit\u00e0. Quest\u2019ultimi, uniti alla rapida fusione dei ghiacciai alpini, hanno favorito una drastica diminuzione di riserve idriche estive necessarie alle colture e ha reso necessario la pianificazione di interventi volti a creare delle riserve invernali di acqua all\u2019interno di bacini idrici artificiali.\nL\u2019aumento delle temperature oceaniche ha provocato una sempre maggiore frequenza di ondate di calore marine, causando impatti devastanti agli ecosistemi marini, e di conseguenza anche economici alle comunit\u00e0 umane che traggono sostentamento da essi. Inoltre, tale riscaldamento, unito all\u2019apporto in continuo aumento di acqua di fusione glaciale, ha contribuito e contribuir\u00e0 sempre pi\u00f9 all\u2019innalzamento dei livelli dei mari, causando inevitabilmente flussi migratori di centinaia di milioni di persone e riorganizzazione delle metropoli costiere, con danni economici ad oggi difficilmente quantificabili e ancora oggetto di studio.\nUn altro grande problema legato all\u2019aumento di anidride carbonica \u00e8 l\u2019acidificazione degli oceani dell\u2019intero pianeta. Essi assorbono oltre il 23% delle emissioni annuali di CO2 contribuendo ad alleggerire l\u2019impatto sull\u2019aumento delle temperature, a scapito di un costo ecologico ed economico altissimo. La CO2 infatti reagisce con l\u2019acqua di mare e ne aumenta l\u2019acidit\u00e0. Questo mette in pericolo organismi e cicli biogeochimici di interi ecosistemi, che infine impattano anche sulla sicurezza alimentare del cibo derivante dalla pesca e dell\u2019acquacoltura. Inoltre l\u2019acidificazione contribuisce all\u2019indebolimento delle barriere coralline, diminuendone la loro capacita protettive nei confronti delle coste, che sono fonte di reddito di numerose comunit\u00e0, grazie al turismo.\nComplessivamente, i cambiamenti climatici dovuti al riscaldamento globale stanno colpendo in maniera decisa le aree pi\u00f9 povere e vulnerabili del pianeta tra cui il continente africano e il Sud-Est asiatico. Qui il livello di insicurezza alimentare, definita dal dipartimento dell\u2019agricoltura degli Stati Uniti (USDA) come mancanza di accesso coerente a cibo sufficiente per una vita attiva e sana, \u00e8 sempre pi\u00f9 alto a causa di eventi climatici estremi, costringendo ogni anno, circa 23 milioni di persone che vivono in condizioni di estrema povert\u00e0, a lunghe migrazioni, per cercare sostentamento necessario per la loro sopravvivenza. \u00a0Secondo le stime dell\u2019Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e l\u2019Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, entro il 2050 circa 200-250 milioni di persone si sposteranno per cause legate al cambiamento climatico. Questo significa che in un futuro non troppo remoto, una persona su quarantacinque nel mondo sar\u00e0 un migrante ambientale.\n\n\n\nLeggi anche:\nIl rischio di disastri naturali: il ruolo della scienza e dei dati\nPrevedere l\u2019oceano: una scienza \u201cgiovane\u201d dalle grandi potenzialit\u00e0\n\n\n\n \n \n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Rapporto sul clima globale, parte II: l\u2019importanza di studiare gli indicatori del clima presente)", "date_published": "2021-04-24T15:28:26+02:00", "date_modified": "2021-04-24T15:36:45+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/04/Ocean_PH.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/rapporto-sul-clima-globale-parte-i-il-2020-fra-i-3-anni-piu-caldi-mai-registrati/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/rapporto-sul-clima-globale-parte-i-il-2020-fra-i-3-anni-piu-caldi-mai-registrati/", "title": "Rapporto sul clima globale, parte I: il 2020 fra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati", "content_html": "Nel 2020, nonostante la riduzione nelle emissioni dei gas climalteranti legate al crollo del traffico e delle attivit\u00e0 dovute ai lockdown e la limitazione nella circolazione delle persone, le concentrazioni dei tre principali gas serra \u2013 ovvero anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e ossido di diazoto(N2O) -hanno continuato la loro salita raggiungendo rispettivamente il +148%, +260% e +123% rispetto i livelli pre-industriali. Secondo il MET OFFICE britannico il livello di anidride carbonica nel 2021 dovrebbe proseguire il suo trend di crescita e raggiungere entro fine maggio il valore record di circa 420 parti per milione (ppm).
\nCon questi valori nemmeno l\u2019evento ciclico della Nina, che consiste in un esteso raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico equatoriale e dovrebbe favorire una diminuzione delle temperature globali atmosferiche, ha evitato al 2020 di essere comunque uno tra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati nella storia.
\nLa temperatura \u00e8 stata di circa +1.2\u00b0C superiore a quella registrata nel periodo pre-industriale (1985-1900), molto vicina all\u20191.5\u00b0C considerata la soglia critica, oltre la quale gli impatti climatici sulla civilt\u00e0 potrebbero essere devastanti.
\n\nPer calcolare il \u201csurriscaldamento\u201d del clima del pianeta, i ricercatori si basano sui dati di 5 autorevoli fonti di enti di ricerca o progetti: NOAA, programma COPERNICUS dell\u2019ESA, NASA, il MET OFFICE britannico e la JAPAN MET AGENCY. Tuttavia preme sottolineare come non sia tanto l\u2019anomalia positiva di un singolo anno a preoccupare, ma bens\u00ec il fatto che l\u2019ultima decade sia stata la pi\u00f9 calda mai registrata.
\nPi\u00f9 del 90% di questo calore in eccesso che ha caratterizzato le ultime decadi \u00e8 stato immagazzinato negli oceani. Esso \u00e8 misurato attraverso un indicatore specifico chiamato Ocean Heat Content (OHC) che ha mostrato un sostenuto aumento in particolare negli ultimi due decenni, a tutte le profondit\u00e0 oceaniche, raggiungendo il valore pi\u00f9 alto mai registrato, proprio nel 2020.
Il rapporto sul clima della WMO sottolinea come l\u2019aumento delle temperature non sia distribuito omogeneamente sull\u2019intero pianeta. Infatti, dal 1980 la temperatura superficiale dell\u2019aria a latitudini polari ha subito un innalzamento almeno due volte superiore rispetto alla media dell\u2019intero globo. Questo ha favorito il costante declino della calotta groenlandese, dei ghiacciai presenti oltre il circolo polare artico e della banchisa artica che ha raggiunto la seconda minore estensione di sempre dall\u2019inizio delle registrazioni iniziate nel 1979.
\n\nInoltre, grazie ai dati raccolti gli scienziati hanno fatto notare come negli ultimi due anni, la regione settentrionale della Siberia sia stata la zona maggiormente colpita da anomalie positive che hanno superato i +5 gradi di media.
\nTuttavia, la maggior parte dei ghiacciai di tutto il mondo, sebbene colpiti da anomalie termiche minori, ha concluso il bilancio di massa in negativo anche nell\u2019anno trascorso, che si \u00e8 classificato tra gli 8 anni con la maggior perdita di ghiaccio terrestre.
\nComplessivamente, il calore accumulato dagli oceani ha favorito negli ultimi decenni la loro espansione termale, che insieme al continuo apporto di acqua di fusione dai ghiacciai e dalle calotte glaciali hanno portato ad un tasso di aumento del livello medio dei mari negli ultimi vent\u2019anni di oltre 3 mm l\u2019anno, raggiungendo il valore pi\u00f9 alto mai registrato proprio nel 2020.
\nPer chi fosse interessato, il report pu\u00f2 essere scaricato a questo link.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Rapporto sul clima globale, parte I: il 2020 fra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati)
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Secondo il MET OFFICE britannico il livello di anidride carbonica nel 2021 dovrebbe proseguire il suo trend di crescita e raggiungere entro fine maggio il valore record di circa 420 parti per milione (ppm).\nCon questi valori nemmeno l\u2019evento ciclico della Nina, che consiste in un esteso raffreddamento delle acque superficiali del Pacifico equatoriale e dovrebbe favorire una diminuzione delle temperature globali atmosferiche, ha evitato al 2020 di essere comunque uno tra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati nella storia.\nLa temperatura \u00e8 stata di circa +1.2\u00b0C superiore a quella registrata nel periodo pre-industriale (1985-1900), molto vicina all\u20191.5\u00b0C considerata la soglia critica, oltre la quale gli impatti climatici sulla civilt\u00e0 potrebbero essere devastanti.\n\nPer calcolare il \u201csurriscaldamento\u201d del clima del pianeta, i ricercatori si basano sui dati di 5 autorevoli fonti di enti di ricerca o progetti: NOAA, programma COPERNICUS dell\u2019ESA, NASA, il MET OFFICE britannico e la JAPAN MET AGENCY. Tuttavia preme sottolineare come non sia tanto l\u2019anomalia positiva di un singolo anno a preoccupare, ma bens\u00ec il fatto che l\u2019ultima decade sia stata la pi\u00f9 calda mai registrata.\nPi\u00f9 del 90% di questo calore in eccesso che ha caratterizzato le ultime decadi \u00e8 stato immagazzinato negli oceani. Esso \u00e8 misurato attraverso un indicatore specifico chiamato Ocean Heat Content (OHC) che ha mostrato un sostenuto aumento in particolare negli ultimi due decenni, a tutte le profondit\u00e0 oceaniche, raggiungendo il valore pi\u00f9 alto mai registrato, proprio nel 2020.\n\nIl rapporto sul clima della WMO sottolinea come l\u2019aumento delle temperature non sia distribuito omogeneamente sull\u2019intero pianeta. Infatti, dal 1980 la temperatura superficiale dell\u2019aria a latitudini polari ha subito un innalzamento almeno due volte superiore rispetto alla media dell\u2019intero globo. Questo ha favorito il costante declino della calotta groenlandese, dei ghiacciai presenti oltre il circolo polare artico e della banchisa artica che ha raggiunto la seconda minore estensione di sempre dall\u2019inizio delle registrazioni iniziate nel 1979.\n\nInoltre, grazie ai dati raccolti gli scienziati hanno fatto notare come negli ultimi due anni, la regione settentrionale della Siberia sia stata la zona maggiormente colpita da anomalie positive che hanno superato i +5 gradi di media.\nTuttavia, la maggior parte dei ghiacciai di tutto il mondo, sebbene colpiti da anomalie termiche minori, ha concluso il bilancio di massa in negativo anche nell\u2019anno trascorso, che si \u00e8 classificato tra gli 8 anni con la maggior perdita di ghiaccio terrestre.\nComplessivamente, il calore accumulato dagli oceani ha favorito negli ultimi decenni la loro espansione termale, che insieme al continuo apporto di acqua di fusione dai ghiacciai e dalle calotte glaciali hanno portato ad un tasso di aumento del livello medio dei mari negli ultimi vent\u2019anni di oltre 3 mm l\u2019anno, raggiungendo il valore pi\u00f9 alto mai registrato proprio nel 2020.\nPer chi fosse interessato, il report pu\u00f2 essere scaricato a questo link.\n\n\n\nLeggi anche:\nClima, Draghi al Summit USA: \u00abagire subito per non avere rimpianti in futuro\u00bb [VIDEO]\nCome si sta muovendo l\u2019Italia sul clima? Il punto con Jacopo Bencini\nDi giustizia e partecipazione. Dare ai giovani gli strumenti per affrontare la crisi climatica. Conversazione con Giulia Persico\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Rapporto sul clima globale, parte I: il 2020 fra i 3 anni pi\u00f9 caldi mai registrati)", "date_published": "2021-04-23T14:49:11+02:00", "date_modified": "2021-04-24T15:25:02+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/04/15603802269_c3b8310ace_c.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/emissioni-ci-sono-novita-sullimpegno-degli-usa/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/emissioni-ci-sono-novita-sullimpegno-degli-usa/", "title": "Emissioni, ci sono novit\u00e0 sull\u2019impegno degli USA", "content_html": "Era atteso per domani l’annuncio degli Stati Uniti relativo ai propri obiettivi di riduzione delle emissioni, che avrebbero dovuti essere resi noti in occasione della Giornata Mondiale della Terra, nonché giorno dell’apertura del summit sul Clima organizzato dallo stesso Biden.
\nMa nelle ultime ore sono trapelate alcune informazioni, e secondo due fonti del Washington Post il presidente Joe Biden si impegnerà a ridurre le emissioni di gas serra degli Stati Uniti almeno della metà, entro il 2030, rispetto ai valori del 2005.
\nQuanto trapelato conferma le voci che giravano da tempo circa l’impegno degli USA, nonché le anticipazioni secondo cui, con una virata più che decisa rispetto all’amministrazione precedente, sotto la guida di Biden la Casa Bianca avrebbe puntato in alto.
\nL’ambizione di Washington avrebbe un valore duplice: oltre a determinare ovviamente un calo delle emissioni degli USA, importante di per sé, Biden punta a porsi anche come un esempio per il resto del mondo, e anche nella convocazione del summit aveva già invitato i partecipanti – 40 i leader mondiali invitati – a presentarsi con obiettivi più ambiziosi.
E certamente è ambizioso il target di riduzione delle emissioni degli Stati Uniti, che quando nel 2015 firmarono l’Accordo di Parigi sul Clima con Barack Obama aveva assunto l’impegno di ridurle tra il 26 e il 28 per cento rispetto ai livelli del 2005. Quasi un raddoppio, dunque.
\nUn funzionario della Casa Bianca ha sottolineato che «non è stata presa una decisione finale», riporta il Washington Post, e di conseguenza non si può escludere che domani ci siano dei colpi di scena.
Come ha fatto notare l’esperto di governance sul clima Jacopo Bencini in una recente intervista rilasciata a IconaClima, al di là dell’ambizione USA nella riduzione delle emissioni un passo estremamente importante nel contrasto alla crisi climatica è già stato fatto da Biden, che convocando il summit previsto per la Giornata della Terra ha fatto riferimento all’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro +1,5°C rispetto all’era preindustriale.
\n«Questa è la vera rivoluzione politica di Biden rispetto all’amministrazione precedente», ha commentato Bencini: a questo link trovate l’intervista, in cui si è parlato anche di altri aspetti molto importanti del summit.
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Emissioni, ci sono novit\u00e0 sull\u2019impegno degli USA)
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\nIl divieto \u00e8 stato adottato dopo un dibattito che ha acceso l\u2019Assembl\u00e9e Nationale per tutto il fine settimana, ma secondo molti osservatori rappresenta solo una \u201cversione annacquata\u201d di una raccomandazione emersa dalla Convenzione dei Cittadini sul Clima, composta da 150 cittadini francesi estratti a sorte. La convenzione sul clima, voluta dallo stesso Macron, aveva infatti chiesto di contrastare l\u2019inquinamento cancellando tutti i voli in cui fosse possibile sostituire l\u2019aereo con un viaggio in treno diretto di meno di 4 ore. Dopo le contestazioni di alcune regioni e di Air France \u2013 KLM questo vincolo \u00e8 stato ridotto a due ore e mezza, tagliando di fatto solo i voli interni particolarmente brevi, come quelli che collegavano l\u2019aeroporto parigino di Orly con Nantes e Bordaux.
\nUn altro divieto volto a contrastare l\u2019inquinamento e le emissioni generate da questo settore ha colpito le pubblicit\u00e0 effettuate mediante l\u2019utilizzo dell\u2019aereo. Si tratta di un metodo che era ancora piuttosto diffuso oltralpe, dove per esempio le spiagge della Costa Azzurra venivano sorvolate pi\u00f9 volte al giorno da piccoli aerei che trinavano striscioni pubblicitari.
\nLeggi anche:\n\n\n In Svezia le tasse aeroportuali saranno pi\u00f9 alte per gli aerei pi\u00f9 inquinanti \n
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (FRANCIA, stop ai VOLI NAZIONALI se si pu\u00f2 usare il TRENO: ecco cosa cambia)
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\nLa ricerca \u00e8 stata condotta da un team di scienziati dell\u2019inglese Northumbria University, di Newcastle, che avvertono che insieme al vicino ghiacciaio Thwaites quello di Pine Island \u00e8 gi\u00e0 responsabile del 10 per cento dell\u2019innalzamento del livello del mare a livello globale.
\nE la situazione rischia di diventare estremamente tragica: la ritirata del ghiacciaio di Pine Island potrebbe portare al collasso dell\u2019intera calotta glaciale dell\u2019Antartico occidentale che, avvertono i ricercatori, contiene abbastanza ghiaccio da far aumentare il livello globale del mare di oltre tre metri.
Mentre l\u2019esistenza di un punto di svolta nelle calotte glaciali era gi\u00e0 stata ipotizzata in precedenza, \u00e8 la prima volta che i ricercatori riescono a dimostrare che sta realmente accadendo.
\nUtilizzando un modello che studia il flusso del ghiaccio il team di ricerca ha identificato dei punti di non ritorno per le calotte glaciali, dimostrando che per il Pine Island Glacier ce ne sono stati almeno 3: il terzo evento, innescato dall\u2019aumento delle temperature oceaniche di 1,2 \u00b0 C, porta al ritiro irreversibile dell\u2019intero ghiacciaio e alle conseguenze catastrofiche preannunciate dagli scienziati.
\nIl professore di glaciologia e ambienti estremi Hilmar Gudmundsson, che ha lavorato allo studio, non ha dubbi sulla gravit\u00e0 della situazione: se il ghiacciaio dovesse entrare in una ritirata irreversibile, avverte, \u00abl\u2019impatto sul livello del mare potrebbe essere misurato in metri\u00bb.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista The Cryosphere.
\nLeggi anche:\n\n Final Warming: nuove ondate di freddo tardivo nel cuore della primavera? L\u2019analisi \nClima, ONU: dobbiamo fare di pi\u00f9 per proteggere le persone e il pianeta \n | \n
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Il ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, ha raggiunto il punto di non ritorno: ecco perch\u00e9 dovrebbe preoccuparci)
\n", "content_text": "Il ghiacciaio di Pine Island si trova sulla costa occidentale dell\u2019Antartide e desta particolare preoccupazione negli scienziati perch\u00e9 sta perdendo pi\u00f9 ghiaccio di qualsiasi altro ghiacciaio del continente. Uno studio recente, in particolare, ha lanciato ufficialmente l\u2019allarme: la fusione del ghiacciaio ha superato il punto di non ritorno.\nLa ricerca \u00e8 stata condotta da un team di scienziati dell\u2019inglese Northumbria University, di Newcastle, che avvertono che insieme al vicino ghiacciaio Thwaites quello di Pine Island \u00e8 gi\u00e0 responsabile del 10 per cento dell\u2019innalzamento del livello del mare a livello globale.\nE la situazione rischia di diventare estremamente tragica: la ritirata del ghiacciaio di Pine Island potrebbe portare al collasso dell\u2019intera calotta glaciale dell\u2019Antartico occidentale che, avvertono i ricercatori, contiene abbastanza ghiaccio da far aumentare il livello globale del mare di oltre tre metri.\nCrediti: NASA Earth Pbservatory\nMentre l\u2019esistenza di un punto di svolta nelle calotte glaciali era gi\u00e0 stata ipotizzata in precedenza, \u00e8 la prima volta che i ricercatori riescono a dimostrare che sta realmente accadendo.\nUtilizzando un modello che studia il flusso del ghiaccio il team di ricerca ha identificato dei punti di non ritorno per le calotte glaciali, dimostrando che per il Pine Island Glacier ce ne sono stati almeno 3: il terzo evento, innescato dall\u2019aumento delle temperature oceaniche di 1,2 \u00b0 C, porta al ritiro irreversibile dell\u2019intero ghiacciaio e alle conseguenze catastrofiche preannunciate dagli scienziati.\nIl professore di glaciologia e ambienti estremi Hilmar Gudmundsson, che ha lavorato allo studio, non ha dubbi sulla gravit\u00e0 della situazione: se il ghiacciaio dovesse entrare in una ritirata irreversibile, avverte, \u00abl\u2019impatto sul livello del mare potrebbe essere misurato in metri\u00bb.\nI risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista The Cryosphere.\n\n\n\nLeggi anche:\nAumento del livello medio dei mari: crescita vertiginosa di oltre 20 cm in meno di 150 anni. Le stime future\nFinal Warming: nuove ondate di freddo tardivo nel cuore della primavera? L\u2019analisi\nClima, ONU: dobbiamo fare di pi\u00f9 per proteggere le persone e il pianeta\n\n\n\n\n \n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Il ghiacciaio di Pine Island, in Antartide, ha raggiunto il punto di non ritorno: ecco perch\u00e9 dovrebbe preoccuparci)", "date_published": "2021-04-05T08:39:39+02:00", "date_modified": "2021-04-05T08:43:44+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/04/Ex5Mc2lWYAAk5Ch-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/francia-decine-di-migliaia-in-piazza-contro-la-legge-sul-clima-serve-piu-ambizione-video/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/video/francia-decine-di-migliaia-in-piazza-contro-la-legge-sul-clima-serve-piu-ambizione-video/", "title": "Francia, decine di migliaia in piazza contro la Legge sul Clima: \u00abserve pi\u00f9 ambizione\u00bb [VIDEO]", "content_html": "Da luned\u00ec 29 marzo la legge sul clima \u00e8 sotto esame al Parlamento francese, ma gli ambientalisti l\u2019hanno gi\u00e0 bocciata con decisione, e nella giornata di domenica hanno organizzato manifestazioni in tutto il Paese per chiedere che la legge venga riscritta.
\nSarebbero circa 110 mila le persone che secondo gli organizzatori si sono riversate nelle strade delle citt\u00e0 francesi prendendo parte alla mobilitazione, di cui circa 55 mila solo a Parigi. Nonostante la notevole differenza con le cifre riportate dal ministero dell\u2019Interno, che avrebbe contato in tutto 44 mila manifestanti in tutta la Francia, non ci sono dubbi sul fatto che la partecipazione si stata elevata, tenendo anche conto delle criticit\u00e0 legate all\u2019emergenza sanitaria in corso.
\nChiara la richiesta degli ambientalisti: serve \u00abuna vera legge sul clima\u00bb. Decine di ONG, sindacati e partiti si sono uniti alla protesta per denunciare la \u00abmancanza di ambizione\u00bb del disegno di legge Climat ed R\u00e9silience, accusato di non riflette buona parte delle proposte avanzate dalla convenzione dei cittadini per il clima, nata per volere dello stesso Macron proprio per raccogliere \u201cdal basso\u201d idee per quella che era stata presentata come una delle leggi pi\u00f9 importanti del suo mandato.
\nLeggi anche:\n In Francia ci sar\u00e0 un referendum per inserire nella Costituzione la lotta per il clima \n | \n
150 cittadini francesi erano stati estratti a sorte e formati da esperti di clima per proporre misure volte a ridurre le emissioni di gas serra del Paese almeno del 40 per cento.
\n149 le proposte avanzate dalla convenzione dei cittadini, ma secondo gli ambientalisti quando sono passate al governo ne \u00e8 rimasto ben poco: gli attivisti accusano l\u2019esecutivo di aver ceduto alle pressioni delle lobby economiche, venendo meno alla promessa di trasmettere le osservazioni della convenzione sul clima \u00absenza filtro\u00bb. Le accuse sembrano confermate dal fatto che, secondo quanto riporta Le Monde, molti membri della commissione si sono uniti alle proteste che sono andate in scena domenica.
\n\n\nLa #MarcheClimat est dense \u00e0 Paris malgr\u00e9 le contexte sanitaire. Sur les banderoles : \u00ab Erreur 404 Planet B not found \u00bb, \u00ab Loi climat viol\u00e9e, plan\u00e8te souill\u00e9e \u00bb, \u00ab L\u2019\u00e9cologie des petits pas ne nous sauvera pas \u00bb ou \u00ab Il faudra plus qu\u2019un vaccin pour la prochaine crise \u00bb pic.twitter.com/6vX2sfDGrM
\n\u2014 Audrey Garric (@audreygarric) March 28, 2021
\n\n\nLa #marche pour le climat mobilise \u00e0 #lyon. Festif, rythm\u00e9 de chants et slogans, le d\u00e9fil\u00e9 renoue avec les pr\u00e9c\u00e9dentes \u00e9ditions. pic.twitter.com/JfTwRL5c1L
\n\u2014 Richard Schittly (@rschittly) March 28, 2021
Le ultime notizie di IconaClima:\n Il canale di Suez e la nave incagliata che ha messo a nudo le fragilit\u00e0 del commercio globale \nBiden sta organizzando un summit sul clima: \u00abuna pietra miliare verso la COP26\u00bb \n\n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Francia, decine di migliaia in piazza contro la Legge sul Clima: \u00abserve pi\u00f9 ambizione\u00bb [VIDEO])
\n", "content_text": "Da luned\u00ec 29 marzo la legge sul clima \u00e8 sotto esame al Parlamento francese, ma gli ambientalisti l\u2019hanno gi\u00e0 bocciata con decisione, e nella giornata di domenica hanno organizzato manifestazioni in tutto il Paese per chiedere che la legge venga riscritta.\nSarebbero circa 110 mila le persone che secondo gli organizzatori si sono riversate nelle strade delle citt\u00e0 francesi prendendo parte alla mobilitazione, di cui circa 55 mila solo a Parigi. Nonostante la notevole differenza con le cifre riportate dal ministero dell\u2019Interno, che avrebbe contato in tutto 44 mila manifestanti in tutta la Francia, non ci sono dubbi sul fatto che la partecipazione si stata elevata, tenendo anche conto delle criticit\u00e0 legate all\u2019emergenza sanitaria in corso.\nChiara la richiesta degli ambientalisti: serve \u00abuna vera legge sul clima\u00bb. Decine di ONG, sindacati e partiti si sono uniti alla protesta per denunciare la \u00abmancanza di ambizione\u00bb del disegno di legge Climat ed R\u00e9silience, accusato di non riflette buona parte delle proposte avanzate dalla convenzione dei cittadini per il clima, nata per volere dello stesso Macron proprio per raccogliere \u201cdal basso\u201d idee per quella che era stata presentata come una delle leggi pi\u00f9 importanti del suo mandato.\n\n\n\nLeggi anche:\nIn Francia ci sar\u00e0 un referendum per inserire nella Costituzione la lotta per il clima\n\n\n\n\n150 cittadini francesi erano stati estratti a sorte e formati da esperti di clima per proporre misure volte a ridurre le emissioni di gas serra del Paese almeno del 40 per cento.\n149 le proposte avanzate dalla convenzione dei cittadini, ma secondo gli ambientalisti quando sono passate al governo ne \u00e8 rimasto ben poco: gli attivisti accusano l\u2019esecutivo di aver ceduto alle pressioni delle lobby economiche, venendo meno alla promessa di trasmettere le osservazioni della convenzione sul clima \u00absenza filtro\u00bb. Le accuse sembrano confermate dal fatto che, secondo quanto riporta Le Monde, molti membri della commissione si sono uniti alle proteste che sono andate in scena domenica.\n\nLa #MarcheClimat est dense \u00e0 Paris malgr\u00e9 le contexte sanitaire. Sur les banderoles : \u00ab Erreur 404 Planet B not found \u00bb, \u00ab Loi climat viol\u00e9e, plan\u00e8te souill\u00e9e \u00bb, \u00ab L\u2019\u00e9cologie des petits pas ne nous sauvera pas \u00bb ou \u00ab Il faudra plus qu\u2019un vaccin pour la prochaine crise \u00bb pic.twitter.com/6vX2sfDGrM\n\u2014 Audrey Garric (@audreygarric) March 28, 2021\n\n\nLa #marche pour le climat mobilise \u00e0 #lyon. Festif, rythm\u00e9 de chants et slogans, le d\u00e9fil\u00e9 renoue avec les pr\u00e9c\u00e9dentes \u00e9ditions. pic.twitter.com/JfTwRL5c1L\n\u2014 Richard Schittly (@rschittly) March 28, 2021\n\n\n\n\nLe ultime notizie di IconaClima:\nIl canale di Suez e la nave incagliata che ha messo a nudo le fragilit\u00e0 del commercio globale\nBiden sta organizzando un summit sul clima: \u00abuna pietra miliare verso la COP26\u00bb\nCambiamenti climatici e stagioni: fino a 6 mesi d\u2019estate entro la fine del 2100. L\u2019approfondimento del climatologo\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Francia, decine di migliaia in piazza contro la Legge sul Clima: \u00abserve pi\u00f9 ambizione\u00bb [VIDEO])", "date_published": "2021-03-30T09:43:48+02:00", "date_modified": "2021-03-30T10:10:42+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/03/ExkS0nlXEAI7909-scaled.jpeg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "francia", "Notizie mondo", "Video" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/le-coste-della-sicilia-sud-orientale-rischiano-di-essere-sommerse-entro-il-2100/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/le-coste-della-sicilia-sud-orientale-rischiano-di-essere-sommerse-entro-il-2100/", "title": "Le coste della Sicilia sud-orientale rischiano di essere SOMMERSE entro il 2100", "content_html": "Le coste della Sicilia sud-orientale entro il 2100 potrebbero subire una progressiva sommersione a causa dei cambiamenti climatici. \u00c8 questo il risultato di uno studio realizzato nell\u2019ambito del progetto \u00abPianeta Dinamico\u00bb che il Ministero della Ricerca e dell\u2019Universit\u00e0 ha finanziato all\u2019Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), realizzato in collaborazione con l\u2019universit\u00e0 Aldo Moro di Bari, quella di Catania e l\u2019olandese Radboud e pubblicato sulla rivista internazionale\u00a0Remote Sensing.
\nCambiamenti climatici e stagioni: fino a 6 mesi d\u2019estate entro la fine del 2100. L\u2019approfondimento del climatologo | \n
Le coste della Sicilia sud-orientale potrebbero subire una progressiva sommersione, con una perdita presunta di circa 10 kmq di superficie nel 2100 a causa dei cambiamenti climatici. \u00abSappiamo che dal 1880 in poi il livello marino ha iniziato ad aumentare di 14-17 cm ma oggi sta accelerando e sale alla velocit\u00e0 di oltre 30 cm per secolo\u00bb, spiega il Prof. Giovanni Scicchitano, associato di Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell\u2019Universit\u00e0 di Bari.
\n\u00abIn particolare \u2013 prosegue il Professor Scicchitano -, se non verranno ridotte le emissioni di gas serra, il livello del mare potrebbe salire anche di 1.1 metri nel 2100 e di vari metri nei due-tre secoli successivi, con conseguente impatto sulle coste. Ma quelle basse e subsidenti, cio\u00e8 dove la superficie terrestre si muove verso il basso per cause naturali o antropiche, possono accelerare il processo di invasione marina\u00bb. Circa 400 milioni di persone saranno altamente esposte al pericolo costiero, specifica la ricerca.
\nLe comunit\u00e0 costiere sono minacciate da un innalzamento del mare 4 volte maggiore del previsto | \n
L\u2019innalzamento del livello del mare \u00e8 una delle principali conseguenze del riscaldamento globale, che determina lo scioglimento delle calotte glaciali e l\u2019espansione termica degli oceani, aumentando la vulnerabilit\u00e0 delle zone costiere alle inondazioni. Negli ultimi due secoli, il livello globale del mare \u00e8 aumentato a ritmi pi\u00f9 rapidi rispetto agli ultimi due millenni, con valori da 1,7 mm all\u2019anno alla fine del XX secolo fino ad un aumento di 3,2 mm all\u2019anno negli ultimi decenni.
\nLo studio prende in esame in particolare sei aree della Sicilia sud-orientale, come spiega il Prof. Carmelo Monaco, ordinario di Geologia Strutturale presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell\u2019Universit\u00e0 degli Studi di Catania: \u00abNel nostro lavoro abbiamo scelto queste sei aree perch\u00e9 sono di particolare importanza per il territorio regionale: la piana di Catania ad intensa vocazione agricola, i porti di Augusta e Siracusa, di particolare rilevanza commerciale ed industriale, le Saline del fiume Ciane e infine Vendicari e Marzamemi, particolarmente rilevanti dal punto di vista ambientale e turistico\u00bb.
\nSicilia: il 70% del territorio \u00e8 a rischio desertificazione | \n
\u00abI risultati per la piana di Catania indicano che, nell\u2019area compresa tra i fiumi Simeto e San Leonardo, la perdita di territorio al 2100 sarebbe considerevole, con il mare che invaderebbe la zona depressa per diverse centinaia di metri. Nel porto di Augusta alcune aree industriali potrebbero essere coinvolte. Il porto di Siracusa \u00e8 l\u2019area che pi\u00f9 soffrirebbe di un potenziale innalzamento del livello del mare al 2100: secondo le nostre proiezioni, infatti, l\u2019area della foce del fiume Ciane potrebbe essere invasa dal mare per una estensione fino ad 1 km nell\u2019entroterra rispetto l\u2019attuale linea di riva. Le Saline del fiume Ciane, attualmente Riserva Naturale Orientata e che negli ultimi anni hanno gi\u00e0 subito un arretramento misurato da dati satellitari di circa 70 metri, verrebbero totalmente sommerse. Sorte simile potrebbe toccare alla Riserva di Vendicari, le cui aree umide potrebbero sparire lasciando sparse isole relitte\u00bb, conclude il Professor Monaco.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Le coste della Sicilia sud-orientale rischiano di essere SOMMERSE entro il 2100)
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L\u2019approfondimento del climatologo\n\n\n\nLe coste della Sicilia sud-orientale a rischio sommersione: i risultati della ricerca\nLe coste della Sicilia sud-orientale potrebbero subire una progressiva sommersione, con una perdita presunta di circa 10 kmq di superficie nel 2100 a causa dei cambiamenti climatici. \u00abSappiamo che dal 1880 in poi il livello marino ha iniziato ad aumentare di 14-17 cm ma oggi sta accelerando e sale alla velocit\u00e0 di oltre 30 cm per secolo\u00bb, spiega il Prof. Giovanni Scicchitano, associato di Geomorfologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell\u2019Universit\u00e0 di Bari.\n\u00abIn particolare \u2013 prosegue il Professor Scicchitano -, se non verranno ridotte le emissioni di gas serra, il livello del mare potrebbe salire anche di 1.1 metri nel 2100 e di vari metri nei due-tre secoli successivi, con conseguente impatto sulle coste. Ma quelle basse e subsidenti, cio\u00e8 dove la superficie terrestre si muove verso il basso per cause naturali o antropiche, possono accelerare il processo di invasione marina\u00bb. Circa 400 milioni di persone saranno altamente esposte al pericolo costiero, specifica la ricerca.\n\n\n\nLe comunit\u00e0 costiere sono minacciate da un innalzamento del mare 4 volte maggiore del previsto\n\n\n\nL\u2019innalzamento del livello del mare \u00e8 una delle principali conseguenze del riscaldamento globale, che determina lo scioglimento delle calotte glaciali e l\u2019espansione termica degli oceani, aumentando la vulnerabilit\u00e0 delle zone costiere alle inondazioni. Negli ultimi due secoli, il livello globale del mare \u00e8 aumentato a ritmi pi\u00f9 rapidi rispetto agli ultimi due millenni, con valori da 1,7 mm all\u2019anno alla fine del XX secolo fino ad un aumento di 3,2 mm all\u2019anno negli ultimi decenni.\nSicilia sud-orientale, sei aree costiere prese in esame: ad alto rischio il porto di Siracusa\nLo studio prende in esame in particolare sei aree della Sicilia sud-orientale, come spiega il Prof. Carmelo Monaco, ordinario di Geologia Strutturale presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell\u2019Universit\u00e0 degli Studi di Catania: \u00abNel nostro lavoro abbiamo scelto queste sei aree perch\u00e9 sono di particolare importanza per il territorio regionale: la piana di Catania ad intensa vocazione agricola, i porti di Augusta e Siracusa, di particolare rilevanza commerciale ed industriale, le Saline del fiume Ciane e infine Vendicari e Marzamemi, particolarmente rilevanti dal punto di vista ambientale e turistico\u00bb.\n\n\n\nSicilia: il 70% del territorio \u00e8 a rischio desertificazione\n\n\n\n\u00abI risultati per la piana di Catania indicano che, nell\u2019area compresa tra i fiumi Simeto e San Leonardo, la perdita di territorio al 2100 sarebbe considerevole, con il mare che invaderebbe la zona depressa per diverse centinaia di metri. Nel porto di Augusta alcune aree industriali potrebbero essere coinvolte. Il porto di Siracusa \u00e8 l\u2019area che pi\u00f9 soffrirebbe di un potenziale innalzamento del livello del mare al 2100: secondo le nostre proiezioni, infatti, l\u2019area della foce del fiume Ciane potrebbe essere invasa dal mare per una estensione fino ad 1 km nell\u2019entroterra rispetto l\u2019attuale linea di riva. Le Saline del fiume Ciane, attualmente Riserva Naturale Orientata e che negli ultimi anni hanno gi\u00e0 subito un arretramento misurato da dati satellitari di circa 70 metri, verrebbero totalmente sommerse. Sorte simile potrebbe toccare alla Riserva di Vendicari, le cui aree umide potrebbero sparire lasciando sparse isole relitte\u00bb, conclude il Professor Monaco.\n\n\n\nLeggi anche:\nStati Uniti, un devastante tornado uccide 5 persone in Alabama [VIDEO]\nGrandi navi a Venezia, arriva lo stop del governo: ecco cosa cambia\nMiami rinuncia alle sue iconiche palme: servono alberi che facciano pi\u00f9 ombra e assorbano pi\u00f9 CO2\nGli aggiornamenti di IconaMeteo:\nDomenica delle Palme con tanto SOLE e qualche PIOGGIA: gli aggiornamenti\nIl CALDO esplode nella settimana di PASQUA: ecco quando si avranno 25\u00b0C\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Le coste della Sicilia sud-orientale rischiano di essere SOMMERSE entro il 2100)", "date_published": "2021-03-28T10:18:41+02:00", "date_modified": "2021-03-28T16:42:33+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/03/antonio-sessa-Z-ijQEBBSWs-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "innalzamento del mare", "sicilia", "Notizie Italia", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/miami-rinuncia-alle-sue-iconiche-palme-servono-alberi-che-facciano-piu-ombra-e-assorbano-piu-co2/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/miami-rinuncia-alle-sue-iconiche-palme-servono-alberi-che-facciano-piu-ombra-e-assorbano-piu-co2/", "title": "Clima, Miami rinuncia alle palme: servono alberi che facciano pi\u00f9 ombra", "content_html": "Tra le maggiori città del mondo che stanno già facendo i conti con gli impatti più violenti dei cambiamenti climatici c’è la statunitense Miami, sferzata da uragani sempre più intensi e violenti e minacciata dall’innalzamento del livello del mare.
\n\n Le comunità costiere sono minacciate da un innalzamento del mare 4 volte maggiore del previsto \n\nNuovo record, la stagione degli uragani 2020 è la più intensa della storia \n | \n
Come succede praticamente ovunque, i cambiamenti climatici si stanno traducendo anche in un clima sempre più caldo e ondate di calore sempre più intense. Un fenomeno che nelle grandi città è reso ancora più estremo dalla cosiddetta “isola di calore urbana“: il climatologo Lorenzo Danieli ne ha parlato in questi interessanti approfondimenti:
\n\n Isola di calore urbana, perché in città fa più caldo? Le cause del fenomeno \nL’isola di calore urbana ha conseguenze molto serie, ma può essere mitigata \n | \n
I cambiamenti climatici, insomma, sono già in atto e i loro effetti sono già evidenti. Oltre a contrastarli per evitare un riscaldamento ancora più intenso, è necessario adattarsi agli impatti che dobbiamo già affrontare. Per questo Miami ha deciso di rinunciare alle sue iconiche palme: il Miami Herald ha riferito che l’amministrazione della città ha programmato un piano trentennale che, entro il 2050, porterà ad avere una quantità di palme più che dimezzata rispetto a quella attuale. Attualmente le piante che appartengono alla famiglia delle palme rappresentano oltre il 55 per cento degli alberi di Miami, ed entro il 2050 si punta a scendere fino alla soglia del 25 per cento.
\nCome fa sapere il giornale, il taglio è stato programmato per aumentare la percentuale di piante che garantiscano più ombra e siano in grado di assorbire maggiori quantità di CO2, migliorando la qualità dell’aria. La direttrice per l’ambiente e la sostenibilità di Miami Beach ha garantito che la riduzione della percentuale di palme non sarà perseguita attraverso un “abbattimento di massa”: numerose palme saranno rimosse, ma nei prossimi due decenni verranno anche piantati circa 1.300 alberi da ombra, come querce, frassini e olmi.
Le notizie di IconaClima\n Biodiversità urbana: la fragile convivenza tra uomo e animali selvatici in città \n\n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Clima, Miami rinuncia alle palme: servono alberi che facciano pi\u00f9 ombra)
\n", "content_text": "Tra le maggiori città del mondo che stanno già facendo i conti con gli impatti più violenti dei cambiamenti climatici c’è la statunitense Miami, sferzata da uragani sempre più intensi e violenti e minacciata dall’innalzamento del livello del mare.\n\n\n\n\nLe comunità costiere sono minacciate da un innalzamento del mare 4 volte maggiore del previsto\nAumento del livello medio dei mari: crescita vertiginosa di oltre 20 cm in meno di 150 anni. Le stime future\nNuovo record, la stagione degli uragani 2020 è la più intensa della storia\n\n\n\n\nCome succede praticamente ovunque, i cambiamenti climatici si stanno traducendo anche in un clima sempre più caldo e ondate di calore sempre più intense. Un fenomeno che nelle grandi città è reso ancora più estremo dalla cosiddetta “isola di calore urbana“: il climatologo Lorenzo Danieli ne ha parlato in questi interessanti approfondimenti:\n\n\n\n\nIsola di calore urbana, perché in città fa più caldo? Le cause del fenomeno\nL’isola di calore urbana ha conseguenze molto serie, ma può essere mitigata\n\n\n\n\nI cambiamenti climatici, insomma, sono già in atto e i loro effetti sono già evidenti. Oltre a contrastarli per evitare un riscaldamento ancora più intenso, è necessario adattarsi agli impatti che dobbiamo già affrontare. Per questo Miami ha deciso di rinunciare alle sue iconiche palme: il Miami Herald ha riferito che l’amministrazione della città ha programmato un piano trentennale che, entro il 2050, porterà ad avere una quantità di palme più che dimezzata rispetto a quella attuale. Attualmente le piante che appartengono alla famiglia delle palme rappresentano oltre il 55 per cento degli alberi di Miami, ed entro il 2050 si punta a scendere fino alla soglia del 25 per cento.\nCome fa sapere il giornale, il taglio è stato programmato per aumentare la percentuale di piante che garantiscano più ombra e siano in grado di assorbire maggiori quantità di CO2, migliorando la qualità dell’aria. La direttrice per l’ambiente e la sostenibilità di Miami Beach ha garantito che la riduzione della percentuale di palme non sarà perseguita attraverso un “abbattimento di massa”: numerose palme saranno rimosse, ma nei prossimi due decenni verranno anche piantati circa 1.300 alberi da ombra, come querce, frassini e olmi.\n\n\n\nLe notizie di IconaClima\nBiodiversità urbana: la fragile convivenza tra uomo e animali selvatici in città\nLe Alpi sono sempre meno bianche: i dati\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Clima, Miami rinuncia alle palme: servono alberi che facciano pi\u00f9 ombra)", "date_published": "2021-03-25T13:58:37+01:00", "date_modified": "2021-03-25T14:20:14+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/03/matt-alaniz-9b-VhDQxXQ4-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/i-cambiamenti-climatici-stanno-modificando-la-forma-delle-piante-con-conseguenze-negative-anche-per-noi-ecco-perche/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/i-cambiamenti-climatici-stanno-modificando-la-forma-delle-piante-con-conseguenze-negative-anche-per-noi-ecco-perche/", "title": "I cambiamenti climatici stanno modificando la forma delle piante, con conseguenze negative anche per noi: ecco perch\u00e9", "content_html": "I cambiamenti climatici influiscono anche sulla forma delle piante e dei loro frutti, che negli ultimi anni ha subito modifiche notevoli. È quanto emerge da una ricerca dell’Università del Minnesota e della Western University in Ontario, Canada, pubblicata di recente sulla rivista Global Change Biology.
\nSotto accusa in particolare la minore presenza di acqua nell’atmosfera (nello specifico, i ricercatori hanno analizzato il deficit di pressione del vapore, ovvero la differenza tra la quantità di umidità nell’aria e la quantità di umidità che l’aria può trattenere quando è satura), conseguenza proprio dei cambiamenti climatici, che è stata registrata in tutto il mondo fin dai primi anni Duemila. Negli ultimi anni questo fenomeno ha fatto osservare un ulteriore aumento, e secondo i ricercatori nei prossimi decenni continuerà a crescere, di pari passo con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici.
\nL’effetto sulle piante è già ben evidente, anche quando sono coltivate e ben irrigate: «si stanno “riprogrammando”», spiegano i ricercatori dell’Università del Minnesota, diventando più piccole, più basse e più resistenti alla siccità.
\nLe conseguenze coinvolgono anche noi: gli agricoltori devono utilizzare quantità maggiori di acqua, la produttività delle piante diminuisce, e cala anche la quantità di CO2 che assorbono per la fotosintesi.
\nWalid Sadok, che insegna nell’Università statunitense e ha partecipato allo studio, ha avvertito che questo fenomeno, «determinato dai cambiamenti climatici, ridurrà la produttività delle piante e i raccolti, sia in Minnesota sia a livello globale». «In un momento in cui il mondo deve aumentare la produzione per la sopravvivenza di una popolazione sempre più numerosa, questo è un nuovo ostacolo», ha aggiunto.
Danielle Way, fisiologa delle piante e coautrice dello studio presso la Western University, ha sottolineato che la scoperta può essere «sfruttata per prevedere come gli ecosistemi naturali risponderanno ai cambiamenti climatici e gestirli in modo che aumentino la loro resistenza». Secondo i ricercatori, i dati potranno essere utilizzati anche per progettare nuove varietà di colture che si rivelino più resistenti.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (I cambiamenti climatici stanno modificando la forma delle piante, con conseguenze negative anche per noi: ecco perch\u00e9)
\n", "content_text": "I cambiamenti climatici influiscono anche sulla forma delle piante e dei loro frutti, che negli ultimi anni ha subito modifiche notevoli. È quanto emerge da una ricerca dell’Università del Minnesota e della Western University in Ontario, Canada, pubblicata di recente sulla rivista Global Change Biology.\nSotto accusa in particolare la minore presenza di acqua nell’atmosfera (nello specifico, i ricercatori hanno analizzato il deficit di pressione del vapore, ovvero la differenza tra la quantità di umidità nell’aria e la quantità di umidità che l’aria può trattenere quando è satura), conseguenza proprio dei cambiamenti climatici, che è stata registrata in tutto il mondo fin dai primi anni Duemila. Negli ultimi anni questo fenomeno ha fatto osservare un ulteriore aumento, e secondo i ricercatori nei prossimi decenni continuerà a crescere, di pari passo con l’intensificarsi dei cambiamenti climatici.\nL’effetto sulle piante è già ben evidente, anche quando sono coltivate e ben irrigate: «si stanno “riprogrammando”», spiegano i ricercatori dell’Università del Minnesota, diventando più piccole, più basse e più resistenti alla siccità.\nLe conseguenze coinvolgono anche noi: gli agricoltori devono utilizzare quantità maggiori di acqua, la produttività delle piante diminuisce, e cala anche la quantità di CO2 che assorbono per la fotosintesi.\nWalid Sadok, che insegna nell’Università statunitense e ha partecipato allo studio, ha avvertito che questo fenomeno, «determinato dai cambiamenti climatici, ridurrà la produttività delle piante e i raccolti, sia in Minnesota sia a livello globale». «In un momento in cui il mondo deve aumentare la produzione per la sopravvivenza di una popolazione sempre più numerosa, questo è un nuovo ostacolo», ha aggiunto.\nCrediti: Maria H Park via University of Minnesota\nDanielle Way, fisiologa delle piante e coautrice dello studio presso la Western University, ha sottolineato che la scoperta può essere «sfruttata per prevedere come gli ecosistemi naturali risponderanno ai cambiamenti climatici e gestirli in modo che aumentino la loro resistenza». Secondo i ricercatori, i dati potranno essere utilizzati anche per progettare nuove varietà di colture che si rivelino più resistenti.\n\n\n\nLeggi anche:\nI cambiamenti climatici stanno contribuendo all’aumento della fame\nBeppe Sala aderirà ai Verdi europei, già nel 2019 creò assessorato transizione ambientale per Milano\nDa economista di professione ad attivista per il clima: tutti i perché di Riccardo Antoniol\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (I cambiamenti climatici stanno modificando la forma delle piante, con conseguenze negative anche per noi: ecco perch\u00e9)", "date_published": "2021-03-19T07:00:38+01:00", "date_modified": "2021-03-18T16:00:50+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/03/markus-spiske-CGK2ysT9aOo-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/le-comunita-costiere-sono-minacciate-da-un-innalzamento-del-mare-4-volte-maggiore-del-previsto/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/le-comunita-costiere-sono-minacciate-da-un-innalzamento-del-mare-4-volte-maggiore-del-previsto/", "title": "Le comunit\u00e0 costiere sono minacciate da un INNALZAMENTO DEL MARE 4 volte maggiore del previsto", "content_html": "Le comunit\u00e0 costiere stanno vivendo un innalzamento del livello del mare fino a quattro volte maggiore di quanto ci si aspettasse. L\u2019allarme arriva da uno studio pubblicato di recente.
\nI calcoli fatti finora per prevedere l\u2019innalzamento del livello del mare non erano sbagliati, ma non avevano tenuto conto del fatto che, nelle zone costiere pi\u00f9 popolose, questo fenomeno si somma a un vero e proprio sprofondamento della terra. Si tratta di un fenomeno noto come subsidenza, per il quale il terreno tende ad abbassarsi, ed \u00e8 dovuto in larga parte ad attivit\u00e0 antropiche come il pompaggio delle acque sotterranee, l\u2019estrazione di materiali dal terreno e la produzione di sedimenti.
\nImpressionanti i dati resi noti dallo studio, che \u00e8 stato pubblicato su Nature: mentre negli ultimi decenni il livello del mare \u00e8 aumentato mediamente di 2,55 millimetri all\u2019anno, osservano i ricercatori, nelle aree costiere pi\u00f9 popolate tale crescita varia dai 7,8 ai 9,9 mm all\u2019anno, valori fino a 4 volte maggiori.
\u00c8 la prima volta che uno studio calcola l\u2019impatto della subsidenza sull\u2019innalzamento del livello del mare a livello globale.
\nRobert Nicholls, autore principale della ricerca e direttore del Tyndall Center for Climate Change Research del Regno Unito, ha rivelato alla CNN che i risultati sono stati sorprendenti anche per gli stessi ricercatori. La situazione \u00e8 grave soprattutto nelle zone dei delta dei fiumi: da una parte i fiumi portano i sedimenti verso il mare, concorrendo all\u2019aumento del peso che si accumula sul terreno, e dall\u2019altra determinano un aumento delle attivit\u00e0 come il pompaggio delle acque sotterranee.
Le aree che finora sono state pi\u00f9 colpite dall\u2019innalzamento del livello del mare in relazione al cedimento del suolo sono soprattutto le zone costiere dell\u2019Asia, dove si somma la presenza di molti fiumi a quella di citt\u00e0 estremamente popolose.
\nSecondo i ricercatori \u00abil sud, il sud-est e l\u2019est dell\u2019Asia ospitano il 71 per cento dell\u2019intera popolazione costiera globale che vive al di sotto dei 10 metri di altitudine\u00bb.
\nLa situazione preoccupa anche gli Stati Uniti, dove si registra un maggiore innalzamento del livello del mare soprattutto nelle aree costiere della Louisiana e del Texas. Vicina al delta del Mississippi, New Orleans sta affondando.
\nAnche Miami trema, e si stima che sia la citt\u00e0 dove si registrerebbero le perdite economiche pi\u00f9 gravi al mondo. Per affrontare la minaccia la contea di Miami-Dade ha preparato un piano per affrontare l\u2019innalzamento del mare prevedendo di alzare il livello delle strade e delle case, di creare spazi in cui far defluire l\u2019acqua e costruire di pi\u00f9 nelle zone lontane dalla costa.
Anche a Venezia si osserva una velocit\u00e0 di innalzamento maggiore della media globale a causa della subsidenza: tra il 1994 e il 2016 il mare si \u00e8 alzato di circa 5,6 mm all\u2019anno.
\nPu\u00f2 interessarti anche:\n Aumento del livello del mare: perch\u00e9 succede e quali sono le conseguenze \n\nLe ultime notizie di\u00a0IconaClima: \nLa Cina punta sul vento: nel 2020 record per le installazioni di parchi eolici \n\nIl costo nascosto della carne: ogni anno spendiamo quasi 37 miliardi per i danni a salute e ambiente \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Le comunit\u00e0 costiere sono minacciate da un INNALZAMENTO DEL MARE 4 volte maggiore del previsto)
\n", "content_text": "Le comunit\u00e0 costiere stanno vivendo un innalzamento del livello del mare fino a quattro volte maggiore di quanto ci si aspettasse. L\u2019allarme arriva da uno studio pubblicato di recente.\nI calcoli fatti finora per prevedere l\u2019innalzamento del livello del mare non erano sbagliati, ma non avevano tenuto conto del fatto che, nelle zone costiere pi\u00f9 popolose, questo fenomeno si somma a un vero e proprio sprofondamento della terra. Si tratta di un fenomeno noto come subsidenza, per il quale il terreno tende ad abbassarsi, ed \u00e8 dovuto in larga parte ad attivit\u00e0 antropiche come il pompaggio delle acque sotterranee, l\u2019estrazione di materiali dal terreno e la produzione di sedimenti.\nImpressionanti i dati resi noti dallo studio, che \u00e8 stato pubblicato su Nature: mentre negli ultimi decenni il livello del mare \u00e8 aumentato mediamente di 2,55 millimetri all\u2019anno, osservano i ricercatori, nelle aree costiere pi\u00f9 popolate tale crescita varia dai 7,8 ai 9,9 mm all\u2019anno, valori fino a 4 volte maggiori.\n\u00c8 la prima volta che uno studio calcola l\u2019impatto della subsidenza sull\u2019innalzamento del livello del mare a livello globale.\nRobert Nicholls, autore principale della ricerca e direttore del Tyndall Center for Climate Change Research del Regno Unito, ha rivelato alla CNN che i risultati sono stati sorprendenti anche per gli stessi ricercatori. La situazione \u00e8 grave soprattutto nelle zone dei delta dei fiumi: da una parte i fiumi portano i sedimenti verso il mare, concorrendo all\u2019aumento del peso che si accumula sul terreno, e dall\u2019altra determinano un aumento delle attivit\u00e0 come il pompaggio delle acque sotterranee.\nLe aree che finora sono state pi\u00f9 colpite dall\u2019innalzamento del livello del mare in relazione al cedimento del suolo sono soprattutto le zone costiere dell\u2019Asia, dove si somma la presenza di molti fiumi a quella di citt\u00e0 estremamente popolose.\nSecondo i ricercatori \u00abil sud, il sud-est e l\u2019est dell\u2019Asia ospitano il 71 per cento dell\u2019intera popolazione costiera globale che vive al di sotto dei 10 metri di altitudine\u00bb.\nLa situazione preoccupa anche gli Stati Uniti, dove si registra un maggiore innalzamento del livello del mare soprattutto nelle aree costiere della Louisiana e del Texas. Vicina al delta del Mississippi, New Orleans sta affondando.\nAnche Miami trema, e si stima che sia la citt\u00e0 dove si registrerebbero le perdite economiche pi\u00f9 gravi al mondo. Per affrontare la minaccia la contea di Miami-Dade ha preparato un piano per affrontare l\u2019innalzamento del mare prevedendo di alzare il livello delle strade e delle case, di creare spazi in cui far defluire l\u2019acqua e costruire di pi\u00f9 nelle zone lontane dalla costa.\nAnche a Venezia si osserva una velocit\u00e0 di innalzamento maggiore della media globale a causa della subsidenza: tra il 1994 e il 2016 il mare si \u00e8 alzato di circa 5,6 mm all\u2019anno.\n\n\n\nPu\u00f2 interessarti anche:\nAumento del livello del mare: perch\u00e9 succede e quali sono le conseguenze\nAumento del livello medio dei mari: crescita vertiginosa di oltre 20 cm in meno di 150 anni. Le stime future\nLe ultime notizie di\u00a0IconaClima:\nLa Cina punta sul vento: nel 2020 record per le installazioni di parchi eolici\nServe una decarbonizzazione della politica monetaria. La denuncia di Greenpeace: la BCE sostiene i giganti di gas e petrolio\nIl costo nascosto della carne: ogni anno spendiamo quasi 37 miliardi per i danni a salute e ambiente\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Le comunit\u00e0 costiere sono minacciate da un INNALZAMENTO DEL MARE 4 volte maggiore del previsto)", "date_published": "2021-03-11T14:33:36+01:00", "date_modified": "2021-03-11T15:45:15+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/03/kelvin-yup-evXN4uEc3yU-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/nasce-losservatorio-europeo-su-clima-e-salute-anche-nel-nostro-continente-sono-alti-i-rischi-legati-ai-cambiamenti-climatici/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/nasce-losservatorio-europeo-su-clima-e-salute-anche-nel-nostro-continente-sono-alti-i-rischi-legati-ai-cambiamenti-climatici/", "title": "Nasce l\u2019Osservatorio Europeo su CLIMA e SALUTE", "content_html": "L\u2019Europa si organizza per rispondere alle minacce per la salute che derivano dal cambiamento del clima, consapevole del fatto che,\u00a0mentre in vista dei negoziati in programma per questo autunno si vanno definendo gli impegni volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici, \u00e8 sempre pi\u00f9 urgente anche una strategia efficace per l\u2019adattamento agli impatti che ormai non possiamo pi\u00f9 evitare.
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Nella cornice di questa strategia la Commissione Europea e l\u2019Agenzia europea per l\u2019Ambiente hanno presentato nei giorni scorsi l\u2019Osservatorio europeo su clima e salute. La crisi climatica comporter\u00e0 emergenze sanitarie sempre pi\u00f9 frequenti e gravi, avverte l\u2019UE: \u00absi ritiene che fenomeni meteorologici estremi pi\u00f9 frequenti e intensi, la comparsa e la diffusione di nuove malattie infettive, le minacce alla sicurezza alimentare e idrica e la perdita di biodiversit\u00e0 genereranno gravi rischi per la salute e amplificheranno i problemi sanitari esistenti.
\nMa i cambiamenti del clima stanno gi\u00e0 incidendo sulla salute delle persone e e sui sistemi sanitari, portando a vittime ed effetti negativi sulla salute in Europa.
\nLa vulnerabilit\u00e0 al caldo estremo continua ad aumentare nel continente, a causa anche della crescita della popolazione urbana, delle condizioni croniche sempre pi\u00f9 comuni e di un numero crescente di anziani. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico sta rendendo alcune aree dell\u2019Europa pi\u00f9 adatte allo sviluppo di varie malattie infettive, sottolinea il nuovo Osservatorio, \u00abtra cui la febbre dengue, le infezioni da Vibrio e la febbre del Nilo occidentale\u00bb.
Il rapporto\u00a0Responding to the health risks of climate change in Europe, pubblicato in occasione della presentazione dell\u2019Osservatorio, rileva che, sebbene tutti gli Stati membri dell\u2019UE abbiano strategie o piani di adattamento, le azioni che affrontano le minacce per la salute legate al clima sono in ritardo. L\u2019UE esorta inoltre a coinvolgere maggiormente i professionisti della sanit\u00e0 pubblica nelle strategie che vengono portate avanti, a livello locale, nel domino della pianificazione del territorio, della progettazione urbana o dei dipartimenti ambientali.
\nLa versione integrale del rapporto \u00e8 consultabile a questo link
\nLeggi anche:\n\n\n Gran Bretagna: la strada per le emissioni zero entro il 2050 \u00e8 in salita \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Nasce l\u2019Osservatorio Europeo su CLIMA e SALUTE)
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\nNaturalmente gli incendi hanno sempre fatto parte del nostro mondo, ma gli scienziati hanno scoperto che si stanno spostando verso ecosistemi che prima non dovevano affrontare questo problema, e c\u2019\u00e8 lo zampino del clima.
\n\n\n\nFa sempre #caldo e c’\u00e8 sempre pi\u00f9 #siccit\u00e0: gli #incendi si stanno letteralmente spostando verso zone che non erano abituate a far fronte a questo tipo di catastrofi. Nel mirino anche la nostra Europa:
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\n https://t.co/kXxRAtW2QK pic.twitter.com/zmNVKvXzZ4\u2014 IconaMeteo (@iconameteo) February 22, 2021
A far luce su come il clima sta influenzando gli incendi \u00e8 il giornale britannico The Guardian, che ha analizzato i dati registrati in tutto il mondo negli ultimi 20 anni. Dalla ricerca \u00e8 emerso che i roghi si stanno letteralmente spostando: come spiegano gli scienziati, infatti, l\u2019area complessiva delle zone bruciate nel mondo \u00e8 rimasta relativamente statica nel periodo analizzato, ma \u00e8 evidente uno spostamento degli incendi, che colpiscono pi\u00f9 foreste e meno praterie. In particolare, in Africa si osserva una riduzione dei roghi nella savana, mentre negli ultimi anni gli incendi hanno devastato aree che prima erano relativamente libere da questo problema, come alcune zone della California, dell\u2019Australia, della Siberia e del Pantanal, in Sudamerica.
\nSecondo gli esperti, \u00e8 colpa nostra: la mappa degli incendi sta cambiando per il clima sempre pi\u00f9 caldo, che sta trasformando le foreste in vere e proprie polveriere, e anche per come stiamo modificando il territorio, trasformando le praterie in campi agricoli, agglomerati urbani e strade.
\nNon conosciamo ancora del tutto le conseguenze di questa evoluzione, ma gli scienziati sono preoccupati: lo spostamento degli incendi probabilmente provocher\u00e0 maggiori emissioni di anidride carbonica proveniente dalle foreste in fiamme e modificher\u00e0 anche la biodiversit\u00e0 tipica delle praterie, che sono pi\u00f9 adatte a sopportare il fuoco.
\nCitato dal Guardian, il ricercatore Niels Andela dell\u2019Universit\u00e0 di Cardiff ha avvertito che molto probabilmente lo spostamento degli incendi \u00e8 destinato a diventare sempre pi\u00f9 evidente, investendo anche altre parti del mondo.
\n\nTra le aree un tempo inviolate che negli ultimi anni sono state colpite con pi\u00f9 violenza dagli incendi ci sono alcune parti dell\u2019Australia e della California, l\u2019Amazzonia e anche l\u2019Europa meridionale.
\nL\u2019Australia, per esempio, ha dovuto far fronte a una stagione degli incendi senza precedenti l\u2019anno scorso. Tra le sue peculiarit\u00e0 c\u2019\u00e8 stata anche la diffusione geografica dei roghi: come spiega il\u00a0Guardian, le zone dell\u2019Australia che storicamente sono quelle pi\u00f9 colpite dagli incendi sono quelle meno popolate, a nord e a ovest. Di recente, invece, gli incendi hanno colpito il sud-est, divorando anche foreste che non erano abituate a fronteggiare roghi di quella portata.\u00a0
\nIl dottor Canadell, capo ricercatore del Climate Science Center presso l\u2019Organizzazione per la ricerca scientifica e industriale del Commonwealth in Australia, ha spiegato come il clima abbia influito sugli incendi che hanno messo in ginocchio il Paese. L\u2019Australia aveva vissuto una stagione da record per il caldo, con le temperature pi\u00f9 elevate che fossero mai state registrate in oltre 100 anni e una siccit\u00e0 senza precedenti che si era prolungata per due anni, prosciugando le foreste del sud-est e creando le condizioni ideali per la proliferazione del fuoco. Canadell ha avvertito che questa situazione \u00e8 il sintomo di una tendenza che probabilmente \u00e8 destinata a proseguire.
\n\u00abNon ci sono dubbi sul fatto che i cambiamenti del clima siano stati un fattore molto significativo nell\u2019attivit\u00e0 estrema degli incendi della scorsa stagione\u00bb ha sottolineato lo scienziato, spiegando che la temperatura media del Paese \u00e8 gi\u00e0 aumentata di un grado rispetto ai livelli preindustriali, \u00abcon ondate di calore molto pi\u00f9 intense e durature di prima\u00bb e una siccit\u00e0 sempre pi\u00f9 estrema.
\nAnche in California gli incendi hanno devastato zone che non erano abituate a far fronte a catastrofi di questo tipo.
\nIl professor John Abatzoglou, dell\u2019Universit\u00e0 della California, ha spiegato che il clima pi\u00f9 caldo e secco degli ultimi anni ha reso vulnerabili agli incendi anche nuove zone dello stato.
Il dottor Matthew W Jones, ricercatore associato presso il Tyndall Center for Climate Change Research dell\u2019Universit\u00e0 dell\u2019East Anglia, ha affermato che \u00abnegli ultimi 20 anni, l\u2019area bruciata dagli incendi boschivi in \u200b\u200bCalifornia ha registrato un sorprendente aumento di otto volte\u00bb e ha spiegato che \u00abcambiamenti su questa scala non si vedono solo in California, ma pi\u00f9 in generale nelle foreste degli Stati Uniti occidentali\u00bb. A causa dei cambiamenti climatici, ha avvertito lo scienziato \u00abl\u2019acqua sta diventando pi\u00f9 scarsa, e le foreste\u00a0si stanno prosciugando pi\u00f9 regolarmente durante la primavera, l\u2019estate e l\u2019autunno. Essenzialmente, le foreste si stanno trasformando in vere e proprie polveriere ricche di materiale combustibile\u00bb.
\nNegli ultimi anni anche l\u2019Amazzonia brasiliana ha dovuto affrontare sempre pi\u00f9 incendi: quasi tutti sono stati dolosi, quindi innescati direttamente dall\u2019uomo, ma gli esperti affermano che il clima gioca comunque un ruolo fondamentale nell\u2019influenzare la loro gravit\u00e0. I cambiamenti climatici stanno infatti rendendo pi\u00f9 vulnerabile soprattutto il sottobosco della foresta pluviale, sempre pi\u00f9 caldo e pi\u00f9 secco.\u00a0
\nNon si salva neanche la nostra Europa, e in particolare i settori meridionali del continente. \u00abIl clima mediterraneo ha sempre portato allo sviluppo di incendi nella stagione secca \u2013 spiega il professor Chase della California State University -, ma le dimensioni che hanno assunto (negli ultimi anni,\u00a0ndr) sono chiaramente associate ai recenti cambiamenti\u00bb. Sotto accusa ci sono sempre le temperature sempre pi\u00f9 elevate e la siccit\u00e0 sempre pi\u00f9 estrema, che creano il mix ideale per lo sviluppo degli incendi anche in zone dell\u2019Europa dove prima se ne registravano di meno.
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (INCENDI e CLIMA, in fiamme sempre pi\u00f9 zone che prima erano inviolate: coinvolta anche l’EUROPA)
\n", "content_text": "Influenzando il clima del Pianeta l\u2019umanit\u00e0 sta modificando anche la mappa degli incendi, che ora devastano anche zone precedentemente inviolate.\nNaturalmente gli incendi hanno sempre fatto parte del nostro mondo, ma gli scienziati hanno scoperto che si stanno spostando verso ecosistemi che prima non dovevano affrontare questo problema, e c\u2019\u00e8 lo zampino del clima.\n\nFa sempre #caldo e c’\u00e8 sempre pi\u00f9 #siccit\u00e0: gli #incendi si stanno letteralmente spostando verso zone che non erano abituate a far fronte a questo tipo di catastrofi. Nel mirino anche la nostra Europa:\n https://t.co/kXxRAtW2QK pic.twitter.com/zmNVKvXzZ4\n\u2014 IconaMeteo (@iconameteo) February 22, 2021\n\nA far luce su come il clima sta influenzando gli incendi \u00e8 il giornale britannico The Guardian, che ha analizzato i dati registrati in tutto il mondo negli ultimi 20 anni. Dalla ricerca \u00e8 emerso che i roghi si stanno letteralmente spostando: come spiegano gli scienziati, infatti, l\u2019area complessiva delle zone bruciate nel mondo \u00e8 rimasta relativamente statica nel periodo analizzato, ma \u00e8 evidente uno spostamento degli incendi, che colpiscono pi\u00f9 foreste e meno praterie. In particolare, in Africa si osserva una riduzione dei roghi nella savana, mentre negli ultimi anni gli incendi hanno devastato aree che prima erano relativamente libere da questo problema, come alcune zone della California, dell\u2019Australia, della Siberia e del Pantanal, in Sudamerica.\nSecondo gli esperti, \u00e8 colpa nostra: la mappa degli incendi sta cambiando per il clima sempre pi\u00f9 caldo, che sta trasformando le foreste in vere e proprie polveriere, e anche per come stiamo modificando il territorio, trasformando le praterie in campi agricoli, agglomerati urbani e strade.\nNon conosciamo ancora del tutto le conseguenze di questa evoluzione, ma gli scienziati sono preoccupati: lo spostamento degli incendi probabilmente provocher\u00e0 maggiori emissioni di anidride carbonica proveniente dalle foreste in fiamme e modificher\u00e0 anche la biodiversit\u00e0 tipica delle praterie, che sono pi\u00f9 adatte a sopportare il fuoco.\nCitato dal Guardian, il ricercatore Niels Andela dell\u2019Universit\u00e0 di Cardiff ha avvertito che molto probabilmente lo spostamento degli incendi \u00e8 destinato a diventare sempre pi\u00f9 evidente, investendo anche altre parti del mondo.\nFoto: WWF Australia\nCon il clima cambiano anche gli incendi, e si spostano verso nuove zone\nTra le aree un tempo inviolate che negli ultimi anni sono state colpite con pi\u00f9 violenza dagli incendi ci sono alcune parti dell\u2019Australia e della California, l\u2019Amazzonia e anche l\u2019Europa meridionale.\nL\u2019Australia, per esempio, ha dovuto far fronte a una stagione degli incendi senza precedenti l\u2019anno scorso. Tra le sue peculiarit\u00e0 c\u2019\u00e8 stata anche la diffusione geografica dei roghi: come spiega il\u00a0Guardian, le zone dell\u2019Australia che storicamente sono quelle pi\u00f9 colpite dagli incendi sono quelle meno popolate, a nord e a ovest. Di recente, invece, gli incendi hanno colpito il sud-est, divorando anche foreste che non erano abituate a fronteggiare roghi di quella portata.\u00a0\nIl dottor Canadell, capo ricercatore del Climate Science Center presso l\u2019Organizzazione per la ricerca scientifica e industriale del Commonwealth in Australia, ha spiegato come il clima abbia influito sugli incendi che hanno messo in ginocchio il Paese. L\u2019Australia aveva vissuto una stagione da record per il caldo, con le temperature pi\u00f9 elevate che fossero mai state registrate in oltre 100 anni e una siccit\u00e0 senza precedenti che si era prolungata per due anni, prosciugando le foreste del sud-est e creando le condizioni ideali per la proliferazione del fuoco. Canadell ha avvertito che questa situazione \u00e8 il sintomo di una tendenza che probabilmente \u00e8 destinata a proseguire.\n\u00abNon ci sono dubbi sul fatto che i cambiamenti del clima siano stati un fattore molto significativo nell\u2019attivit\u00e0 estrema degli incendi della scorsa stagione\u00bb ha sottolineato lo scienziato, spiegando che la temperatura media del Paese \u00e8 gi\u00e0 aumentata di un grado rispetto ai livelli preindustriali, \u00abcon ondate di calore molto pi\u00f9 intense e durature di prima\u00bb e una siccit\u00e0 sempre pi\u00f9 estrema.\n\n\n\n\nAustralia, gli incendi record hanno bloccato la luce solare in tutto il Pianeta: gli effetti\nIncendi in Australia: un Armageddon ecologico\nIncendi in Australia: abbiamo perso pi\u00f9 del 70% dei koala\n\n\n\n\nAnche in California gli incendi hanno devastato zone che non erano abituate a far fronte a catastrofi di questo tipo.\nIl professor John Abatzoglou, dell\u2019Universit\u00e0 della California, ha spiegato che il clima pi\u00f9 caldo e secco degli ultimi anni ha reso vulnerabili agli incendi anche nuove zone dello stato.\nFoto twitter/PlatinumPhilips\nIl dottor Matthew W Jones, ricercatore associato presso il Tyndall Center for Climate Change Research dell\u2019Universit\u00e0 dell\u2019East Anglia, ha affermato che \u00abnegli ultimi 20 anni, l\u2019area bruciata dagli incendi boschivi in \u200b\u200bCalifornia ha registrato un sorprendente aumento di otto volte\u00bb e ha spiegato che \u00abcambiamenti su questa scala non si vedono solo in California, ma pi\u00f9 in generale nelle foreste degli Stati Uniti occidentali\u00bb. A causa dei cambiamenti climatici, ha avvertito lo scienziato \u00abl\u2019acqua sta diventando pi\u00f9 scarsa, e le foreste\u00a0si stanno prosciugando pi\u00f9 regolarmente durante la primavera, l\u2019estate e l\u2019autunno. Essenzialmente, le foreste si stanno trasformando in vere e proprie polveriere ricche di materiale combustibile\u00bb.\nNegli ultimi anni anche l\u2019Amazzonia brasiliana ha dovuto affrontare sempre pi\u00f9 incendi: quasi tutti sono stati dolosi, quindi innescati direttamente dall\u2019uomo, ma gli esperti affermano che il clima gioca comunque un ruolo fondamentale nell\u2019influenzare la loro gravit\u00e0. I cambiamenti climatici stanno infatti rendendo pi\u00f9 vulnerabile soprattutto il sottobosco della foresta pluviale, sempre pi\u00f9 caldo e pi\u00f9 secco.\u00a0\nNon si salva neanche la nostra Europa, e in particolare i settori meridionali del continente. \u00abIl clima mediterraneo ha sempre portato allo sviluppo di incendi nella stagione secca \u2013 spiega il professor Chase della California State University -, ma le dimensioni che hanno assunto (negli ultimi anni,\u00a0ndr) sono chiaramente associate ai recenti cambiamenti\u00bb. Sotto accusa ci sono sempre le temperature sempre pi\u00f9 elevate e la siccit\u00e0 sempre pi\u00f9 estrema, che creano il mix ideale per lo sviluppo degli incendi anche in zone dell\u2019Europa dove prima se ne registravano di meno.\n\n\n\nLe ultime notizie:\nIsraele, petrolio in mare: \u00e8 la \u00abpeggiore catastrofe ecologica dello Stato\u00bb\nTexas, disastro ambientale per il gelo estremo: le industrie \u201cfossili\u201d non erano preparate\nLa primavera anticipa i tempi in Italia e manda in tilt la natura! Allarme Coldiretti\n\n\n\n\n \n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (INCENDI e CLIMA, in fiamme sempre pi\u00f9 zone che prima erano inviolate: coinvolta anche l’EUROPA)", "date_published": "2021-02-22T10:49:20+01:00", "date_modified": "2021-02-22T11:11:57+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/02/Schermata-2021-02-03-alle-10.57.19-1.png", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/video/la-crisi-climatica-e-anche-una-crisi-umanitaria-ed-e-destinata-a-diventare-sempre-piu-grave-lonu-affrontiamola-subito-insieme/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/video/la-crisi-climatica-e-anche-una-crisi-umanitaria-ed-e-destinata-a-diventare-sempre-piu-grave-lonu-affrontiamola-subito-insieme/", "title": "La CRISI CLIMATICA \u00e8 una crisi umanitaria, l\u2019ONU: \u00abaffrontiamola subito, insieme\u00bb", "content_html": "«La crisi climatica è una crisi umanitaria». A confermarlo è l’ONU, che attraverso l’Ufficio per gli Affari Umanitari (OCHA) ha sottolineato l’importanza di agire in fretta puntando sia alla mitigazione che all’adattamento.
\n«Il nostro mondo sta cambiando in modo drammatico» osserva l’ONU: il livello del mare sta aumentando a ritmi spaventosi, gli incendi divorano foreste, case e vite umane, i cicloni sono sempre più frequenti e più violenti.
\nE i rischi aumenteranno ulteriormente, con eventi estremi che si profilano sempre più frequenti e più intensi. Si prevede che, entro il 2050, 200 milioni di persone potrebbero aver bisogno di aiuti umanitari ogni anno per disastri legati alla crisi climatica.
«Mentre la crisi climatica colpisce tutto il mondo, sono sempre le persone più vulnerabili a essere danneggiate in modo sproporzionato – sottolinea l’ONU -, le stesse che devono affrontare molte altre minacce, inclusi conflitti, violenze e povertà».
\nMolti sfollati vivono nei cosiddetti “hotspot climatici“, ovvero zone in cui gli effetti della crisi climatica sono particolarmente evidenti, in cui sono regolarmente esposti ad alluvioni, ondate di caldo e siccità.
\nQuelle colpite più duramente sono anche le categorie più fragili e marginalizzate, come le donne, i bambini, i più poveri e coloro che non possono contare su una sicurezza alimentare.
La situazione è tragica, ma non tutte le speranze sono perdute. I disastri legati alla crisi climatica non sono inevitabili, afferma l’ONU: «abbiamo gli strumenti per gestire e ridurre il i rischi legati al clima e adattarci. Possiamo usare i dati scientifici per prevenire, anticipare e limitare gli impatti dei disastri». Possiamo anche «finanziare sistemi che ci permettano di agire prima che un evento estremo colpisca, per assicurarci che non si trasformi in un disastro e proteggere vite e mezzi di sussistenza».
\n«Le azioni globali legate al clima devono dare la priorità al supporto dei più vulnerabili per prevenire, essere preparati e adattati alla crisi climatica in corso» sottolinea l’ONU: «affrontiamo la crisi a testa alta, e facciamolo insieme».
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© Icona Clima – Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Clima) e il link al contenuto originale (La crisi climatica è anche una crisi umanitaria, ed è destinata a diventare sempre più grave. L’ONU: «affrontiamola subito, insieme»)
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (La CRISI CLIMATICA \u00e8 una crisi umanitaria, l\u2019ONU: \u00abaffrontiamola subito, insieme\u00bb)
\n", "content_text": "«La crisi climatica è una crisi umanitaria». A confermarlo è l’ONU, che attraverso l’Ufficio per gli Affari Umanitari (OCHA) ha sottolineato l’importanza di agire in fretta puntando sia alla mitigazione che all’adattamento.\n«Il nostro mondo sta cambiando in modo drammatico» osserva l’ONU: il livello del mare sta aumentando a ritmi spaventosi, gli incendi divorano foreste, case e vite umane, i cicloni sono sempre più frequenti e più violenti.\nE i rischi aumenteranno ulteriormente, con eventi estremi che si profilano sempre più frequenti e più intensi. Si prevede che, entro il 2050, 200 milioni di persone potrebbero aver bisogno di aiuti umanitari ogni anno per disastri legati alla crisi climatica.\nHaiti, membri del battaglione giordano della Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH) portano in salvo dei bambini tra le acque alluvionali allontanandoli da un orfanotrofio distrutto dall’uragano Ike. UN Photo/Marco Dormino.\n«Mentre la crisi climatica colpisce tutto il mondo, sono sempre le persone più vulnerabili a essere danneggiate in modo sproporzionato – sottolinea l’ONU -, le stesse che devono affrontare molte altre minacce, inclusi conflitti, violenze e povertà».\nMolti sfollati vivono nei cosiddetti “hotspot climatici“, ovvero zone in cui gli effetti della crisi climatica sono particolarmente evidenti, in cui sono regolarmente esposti ad alluvioni, ondate di caldo e siccità.\nQuelle colpite più duramente sono anche le categorie più fragili e marginalizzate, come le donne, i bambini, i più poveri e coloro che non possono contare su una sicurezza alimentare.\nLa situazione è tragica, ma non tutte le speranze sono perdute. I disastri legati alla crisi climatica non sono inevitabili, afferma l’ONU: «abbiamo gli strumenti per gestire e ridurre il i rischi legati al clima e adattarci. Possiamo usare i dati scientifici per prevenire, anticipare e limitare gli impatti dei disastri». Possiamo anche «finanziare sistemi che ci permettano di agire prima che un evento estremo colpisca, per assicurarci che non si trasformi in un disastro e proteggere vite e mezzi di sussistenza».\n«Le azioni globali legate al clima devono dare la priorità al supporto dei più vulnerabili per prevenire, essere preparati e adattati alla crisi climatica in corso» sottolinea l’ONU: «affrontiamo la crisi a testa alta, e facciamolo insieme».\n\n\n\n\n\nAumento del livello medio dei mari: crescita vertiginosa di oltre 20 cm in meno di 150 anni. Le stime future\nGli eventi meteo estremi hanno ucciso quasi mezzo milione di persone in meno 20 anni: come un bollettino di guerra\nIncendi in Australia: un Armageddon ecologico\n\n\n\n\n \n© Icona Clima – Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Clima) e il link al contenuto originale (La crisi climatica è anche una crisi umanitaria, ed è destinata a diventare sempre più grave. L’ONU: «affrontiamola subito, insieme»)\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (La CRISI CLIMATICA \u00e8 una crisi umanitaria, l\u2019ONU: \u00abaffrontiamola subito, insieme\u00bb)", "date_published": "2021-02-16T10:44:03+01:00", "date_modified": "2021-02-16T10:53:53+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/02/5330471269_19d6c28808_k-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "Video" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-clima-influisce-sui-pollini-pessime-notizie-per-la-salute-di-chi-soffre-di-allergia-la-ricerca/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/clima-pollini-allergie/", "title": "Il CLIMA influisce sui POLLINI: aumentano le allergie. La ricerca", "content_html": "Dalla ricerca arrivano sempre maggiori evidenze del legame strettissimo che unisce il clima alla nostra salute. Tra gli ultimi studi in questo campo arrivano le conferme di qualcosa che chi soffre di asma e allergie potrebbe aver gi\u00e0 intuito dalla propria esperienza personale: il riscaldamento globale influenza anche questi aspetti.
\nLa notizia \u00e8 stata resa nota dalla rivista Pnas, dell\u2019Accademia Nazionale delle Scienze statunitense: i cambiamenti del clima hanno un impatto anche sulle allergie e sugli attacchi d\u2019asma collegati ai pollini.
\nI ricercatori del Dipartimento di Biologia dell\u2019Universit\u00e0 dello Utah hanno analizzato in particolare la situazione del Nord America, e hanno scoperto che rispetto agli anni Novanta ci sono state evoluzioni significative.
\nIl periodo di impollinazione inizia con un anticipo di ben 20 giorni e si conclude 10 giorni pi\u00f9 tardi, accompagnato da un aumento dei pollini che ammonta a circa il 21 per cento. Il professor William Anderegg, che ha guidato l\u2019equipe, non ha dubbi: \u00abla correlazione che abbiamo trovato \u00e8 un esempio cristallino di come l\u2019emergenza climatica stia gi\u00e0 avendo conseguenze dirette sulle persone\u00bb, ha detto.
\nAl momento in Italia non sono state condotte ricerche su larga scala simili a quella americana, che ha portato al monitoraggio di 60 stazioni gestite dal National Allergy Bureau e all\u2019esame di campioni di polline raccolti tra il 1990 e il 2018. Gli studi che finora sono stati realizzati nel nostro Paese, tuttavia, indicano che anche per noi la situazione \u00e8 simile: l\u2019impollinazione \u00e8 sempre pi\u00f9 intensa e duratura, con effetti significativi sulla salute delle persone allergiche.
\nDi recente ne ha parlato anche il dottore Renato Ariano, responsabile nazionale della Sezione di Aerobiologia, Ecologia e Prevenzione Ambientale dell\u2019associazione AAIITO, che unisce gli Allergologi e Immunologi italiani territoriali e ospedalieri. In un\u2019intervista a IconaClima il professore ha confermato che anche in Italia si stanno osservando cambiamenti importanti dovuti proprio al legame tra il clima e le allergie: aumentano i pollini e la durata dell\u2019impollinazione, e si assiste anche a un numero sempre maggiore dei soggetti allergici. Qui trovate l\u2019intervista integrale.
\nLeggi anche:\n Clima, il 2021 \u00e8 iniziato con un gennaio molto caldo a livello globale \n\n\n\nLe notizie meteo: \nIl FREDDO sta per stravolgere l\u2019Italia: ARIA GELIDA in arrivo! Le tempistiche \nBURAN in arrivo? Gli ESPERTI ci svelano cosa succeder\u00e0 DAVVERO \n | \n
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\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Il CLIMA influisce sui POLLINI: aumentano le allergie. La ricerca)
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\n\n Usa, nel 2020 record di catastrofi meteo-climatiche \u201cda 1 miliardo di dollari\u201d \n\n | \n
Ma non tutte le speranze sono perse: reagire a questa emergenza \u00e8 ancora possibile e, secondo un nuovo studio, siamo ancora in tempo per contrastare il riscaldamento globale rendendo pi\u00f9 stabili le temperature.
\nFinora si era pensato che le temperature avrebbero continuato a salire per molti anni anche se le emissioni di gas serra fossero state ridotte in tempi brevi, ma da nuove ricerche sulle implicazioni del taglio delle emissioni \u00e8 emerso che in realt\u00e0 il riscaldamento globale pu\u00f2 essere ridotto pi\u00f9 rapidamente di quanto ci aspettassimo.
\nTuttavia, sottolineano gli scienziati, bisogna agire subito.
\nI modelli che ci mostrano gli scenari a cui andiamo incontro parlano chiaramente: se la concentrazione di anidride carbonica nell\u2019atmosfera dovesse restare ai livelli elevati che si registrano attualmente (e che finora continuano ad aumentare), andremmo incontro a una catastrofe climatica annunciata, e inevitabile.
\nSe aspettiamo ancora a lungo per intervenire riducendo le emissioni, il ritardo ci coster\u00e0 caro: le temperature infatti sarebbero destinate a salire ulteriormente e a quel punto sarebbe impossibile porvi un rimedio.
La buona notizia \u00e8 che finora oltre 100 paesi in tutto il mondo si sono impegnati ad azzerare le proprie emissioni entro il 2050, promettendo quindi che non emetteranno pi\u00f9 anidride carbonica di quanta ne viene rimossa dall\u2019atmosfera. Tra questi Paesi ci sono gli stati membri dell\u2019Unione Europea, il Giappone e il Regno Unito; con la guida del presidente eletto Joe Biden, poi, si aggiungeranno anche gli Stati Uniti.
\n\n Biden alla Casa Bianca: una reale speranza per il clima? Cosa ci si aspetta dal nuovo presidente USA \n | \n
Come ha riportato il Guardian, il climatologo Michael Mann della Pennsylvania State University ha affermato che se questo obiettivo dovesse essere raggiunto a livello planetario \u00able temperature smetterebbero di aumentare e il riscaldamento globale si stabilizzerebbe entro un paio di decenni\u00bb.
\n\u00abQuesto significa che le nostre azioni hanno un impatto diretto e immediato sul riscaldamento globale\u00bb ha sottolineato lo scienziato.
Se tagliassimo rapidamente le emissioni di gas serra, la capacit\u00e0 di assorbire il carbonio che contraddistingue oceani, zone umide e foreste potrebbe salvarci. Secondo Mann la situazione in cui ci troviamo \u00e8 paragonabile a quella di un lavandino che si riempie d\u2019acqua con lo scarico aperto solo parzialmente: se l\u2019acqua continua a scorrere finir\u00e0 per straripare, ma riducendo il flusso dell\u2019acqua si permette allo scarico di essere efficace.
\nIl dottor Andrew Dessler \u2013 coautore dello studio, che \u00e8 stato pubblicato su Nature \u2013 ha sottolineato anche l\u2019importanza dei tempi con cui le temperature stanno aumentando. \u00abAl momento stiamo facendo cambiare le temperature cento volte pi\u00f9 velocemente di quanto si era verificato nel corso dell\u2019ultima era glaciale\u00bb, ha spiegato: \u00abl\u2019aumento di un grado in alcune centinaia di anni provoca molti meno danni dello stesso riscaldamento concentrato in pochi decenni\u00bb.
\nIn poco tempo il mondo si \u00e8 gi\u00e0 riscaldato di 1,1\u00b0C e la soglia del 1,5\u00b0C \u2013 fissata dall\u2019Accordo di Parigi come obiettivo da non superare \u2013 \u00e8 estremamente vicina. Rallentando il riscaldamento globale la civilt\u00e0 sarebbe in gradi di adattarsi ai cambiamenti e di trovare soluzioni tecnologiche per contrastarli.
\nCome avvertono gli scienziati la massima priorit\u00e0, oggi, dev\u2019essere quella di ridurre le emissioni globali e arrivare il prima possibile allo zero netto.
Leggi anche:\n Il 2020 \u00e8 stato l\u2019anno pi\u00f9 caldo di sempre: i dati \n\nSi \u00e8 chiuso il buco dell\u2019ozono eccezionale del 2020: gli aggiornamenti \n | \n
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\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CRISI CLIMATICA, non tutto \u00e8 perduto: la SPERANZA arriva da un nuovo studio)
\n", "content_text": "Il riscaldamento globale \u00e8 sempre pi\u00f9 evidente, nell\u2019aumento delle temperature \u2013 il 2020 ha fatto segnare un nuovo record assoluto classificandosi come l\u2019anno pi\u00f9 caldo che sia mai stato registrato \u2013 come nelle conseguenze devastanti con cui la crisi climatica sta gi\u00e0 colpendo duramente i nostri Paesi e le nostre economie.\n\n\n\n\nUsa, nel 2020 record di catastrofi meteo-climatiche \u201cda 1 miliardo di dollari\u201d\nCrisi climatica ed economia, l\u2019importanza di pensare a lungo termine per salvarci dal \u201ccigno verde\u201d\n\n\n\n\nMa non tutte le speranze sono perse: reagire a questa emergenza \u00e8 ancora possibile e, secondo un nuovo studio, siamo ancora in tempo per contrastare il riscaldamento globale rendendo pi\u00f9 stabili le temperature.\nFinora si era pensato che le temperature avrebbero continuato a salire per molti anni anche se le emissioni di gas serra fossero state ridotte in tempi brevi, ma da nuove ricerche sulle implicazioni del taglio delle emissioni \u00e8 emerso che in realt\u00e0 il riscaldamento globale pu\u00f2 essere ridotto pi\u00f9 rapidamente di quanto ci aspettassimo.\nTuttavia, sottolineano gli scienziati, bisogna agire subito.\nI modelli che ci mostrano gli scenari a cui andiamo incontro parlano chiaramente: se la concentrazione di anidride carbonica nell\u2019atmosfera dovesse restare ai livelli elevati che si registrano attualmente (e che finora continuano ad aumentare), andremmo incontro a una catastrofe climatica annunciata, e inevitabile.\nSe aspettiamo ancora a lungo per intervenire riducendo le emissioni, il ritardo ci coster\u00e0 caro: le temperature infatti sarebbero destinate a salire ulteriormente e a quel punto sarebbe impossibile porvi un rimedio.\nFoto: NOAA\nIl riscaldamento globale dipende dalle nostre azioni e possiamo ancora fare qualcosa per contrastarlo\nLa buona notizia \u00e8 che finora oltre 100 paesi in tutto il mondo si sono impegnati ad azzerare le proprie emissioni entro il 2050, promettendo quindi che non emetteranno pi\u00f9 anidride carbonica di quanta ne viene rimossa dall\u2019atmosfera. Tra questi Paesi ci sono gli stati membri dell\u2019Unione Europea, il Giappone e il Regno Unito; con la guida del presidente eletto Joe Biden, poi, si aggiungeranno anche gli Stati Uniti.\n\n\n\n\nBiden alla Casa Bianca: una reale speranza per il clima? Cosa ci si aspetta dal nuovo presidente USA\n\n\n\n\nCome ha riportato il Guardian, il climatologo Michael Mann della Pennsylvania State University ha affermato che se questo obiettivo dovesse essere raggiunto a livello planetario \u00able temperature smetterebbero di aumentare e il riscaldamento globale si stabilizzerebbe entro un paio di decenni\u00bb.\n\u00abQuesto significa che le nostre azioni hanno un impatto diretto e immediato sul riscaldamento globale\u00bb ha sottolineato lo scienziato.\nSe tagliassimo rapidamente le emissioni di gas serra, la capacit\u00e0 di assorbire il carbonio che contraddistingue oceani, zone umide e foreste potrebbe salvarci. Secondo Mann la situazione in cui ci troviamo \u00e8 paragonabile a quella di un lavandino che si riempie d\u2019acqua con lo scarico aperto solo parzialmente: se l\u2019acqua continua a scorrere finir\u00e0 per straripare, ma riducendo il flusso dell\u2019acqua si permette allo scarico di essere efficace.\nIl dottor Andrew Dessler \u2013 coautore dello studio, che \u00e8 stato pubblicato su Nature \u2013 ha sottolineato anche l\u2019importanza dei tempi con cui le temperature stanno aumentando. \u00abAl momento stiamo facendo cambiare le temperature cento volte pi\u00f9 velocemente di quanto si era verificato nel corso dell\u2019ultima era glaciale\u00bb, ha spiegato: \u00abl\u2019aumento di un grado in alcune centinaia di anni provoca molti meno danni dello stesso riscaldamento concentrato in pochi decenni\u00bb.\nIn poco tempo il mondo si \u00e8 gi\u00e0 riscaldato di 1,1\u00b0C e la soglia del 1,5\u00b0C \u2013 fissata dall\u2019Accordo di Parigi come obiettivo da non superare \u2013 \u00e8 estremamente vicina. Rallentando il riscaldamento globale la civilt\u00e0 sarebbe in gradi di adattarsi ai cambiamenti e di trovare soluzioni tecnologiche per contrastarli.\nCome avvertono gli scienziati la massima priorit\u00e0, oggi, dev\u2019essere quella di ridurre le emissioni globali e arrivare il prima possibile allo zero netto.\n\n\n\nLeggi anche:\nIl 2020 \u00e8 stato l\u2019anno pi\u00f9 caldo di sempre: i dati\nReport artico 2020: stagione di incendi particolarmente intensa e ghiaccio marino in forte sofferenza\nSi \u00e8 chiuso il buco dell\u2019ozono eccezionale del 2020: gli aggiornamenti\n\n\n\n\n \nL’articolo proviene da Icona Clima.\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (CRISI CLIMATICA, non tutto \u00e8 perduto: la SPERANZA arriva da un nuovo studio)", "date_published": "2021-01-10T15:08:43+01:00", "date_modified": "2021-01-10T15:31:14+01:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/01/yoda-adaman-8wuOLdN77A4-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "clima", "Notizie mondo", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/?p=50655", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/i-cambiamenti-climatici-allorigine-del-caldo-estremo-in-siberia/", "title": "I CAMBIAMENTI CLIMATICI all\u2019origine del CALDO estremo in SIBERIA", "content_html": "I cambiamenti climatici all\u2019origine del caldo estremo in Siberia. Le temperature da record registrate nelle terre artiche sarebbero, dunque, determinate proprio dal climate change. La notizia arriva da MetOffice. Ad effettuare lo studio sono stati i ricercatori di universit\u00e0 e servizi meteorologici internazionali. Tra questi, PPShirshov Institute of Oceanology e Russian Academy of Science. In particolare, senza l\u2019intervento dell\u2019uomo e senza la conseguente emissione di gas serra in atmosfera, la temperatura media globale oggi sarebbe pi\u00f9 bassa di ben 2 gradi. La recente, prolungata ondata di calore che ha investito la Siberia da gennaio a giugno 2020 sarebbe stata quasi impossibile senza l’influenza del cambiamento climatico causato dall’uomo. Le temperature in Siberia sono state ben al di sopra della media dall’inizio dell’anno. Una nuova temperatura record per l’Artico, 38 gradi, \u00e8 stata registrata nella citt\u00e0 russa di Verkhoyansk il 20 giugno. In generale, la temperatura massima media della Siberia \u00e8 risultata superiore di 5 gradi rispetto alla norma da gennaio a giugno.
\nPer misurare l’effetto del cambiamento climatico su queste alte temperature, gli scienziati hanno utilizzato sofisticatissime simulazioni al computer. Sono cos\u00ec riusciti a confrontare lo stato attuale del clima, con circa 1 grado dovuto al climate change, rispetto al clima di un mondo senza l\u2019azione dell\u2019uomo. La loro analisi ha mostrato che il calore prolungato sperimentato in Siberia da gennaio a giugno 2020, senza l\u2019intervento dell\u2019uomo, si sarebbe verificato meno di una volta ogni 80.000 anni. I cambiamenti climatici hanno aumentato le possibilit\u00e0 di lunghe ondate di calore di almeno 600 volte. Un dato allarmante. Devastanti, infatti, i risultati del caldo estremo in Siberia. Basti pensare agli incendi. 1, 15 milioni di ettari di terreno completamente rasi al suolo dalle fiamme a fine giugno. Il tutto, associato al rilascio di circa 56 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Parliamo di un quantitativo superiore alle attuali emissioni di alcuni Paesi industrializzati come la Svizzera e la Norvegia. Il caldo ha anche accelerato lo scioglimento del permafrost. Un\u2019enorme quantit\u00e0 di petrolio, conservato all\u2019interno del terreno ghiacciato, \u00e8 cos\u00ec fuoriuscito, creando un disastro senza precedenti. I gas rilasciati da tutto questo aumenteranno ulteriormente il riscaldamento globale. Non ultima conseguenza, l\u2019incontrollata proliferazione delle falene della seta, le cui larve si nutrono senza sosta di conifere, determinando ulteriori, gravissimi danni all\u2019ambiente.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (I CAMBIAMENTI CLIMATICI all\u2019origine del CALDO estremo in SIBERIA)
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\nCondizioni estreme per quella che \u00e8 tra le zone abitate pi\u00f9 fredde del mondo: fa cos\u00ec caldo che \u00e8 possibile fare sci nautico nelle acque del Kolyma, uno dei grandi fiumi russi che attraversa la Yakutia per sfociare nell’Oceano Artico. Lo ha fatto Nikita Zimov, direttore del Parco del Pleistocene che si trova oltre il circolo polare artico. Come ha raccontato lui stesso all’Ansa, \u00ababbiamo avuto la pi\u00f9 prematura rottura di ghiaccio sul fiume, e giugno \u00e8 stato probabilmente il mese pi\u00f9 caldo di sempre. Ci sono stati circa 10 giorni di caldo senza precipitazioni, con due incendi boschivi in prossimit\u00e0 della stazione a causa della siccit\u00e0\u00bb.
\n\u00abCon i cambiamenti climatici – ha scritto su Facebook la pagina del Parco, che ha pubblicato il video a giugno – nuovi divertimenti artici\u00bb:
\n\n\n\n\nWith the climate change new Arctic entertainment. Super hot days for a second week in a row and forecast doesnt promise any changes. Everyone is suffering and spending much time in/by the water.
\nPubblicato da Pleistocene Park su Venerd\u00ec 19 giugno 2020
\u00abC’era troppo caldo, non si poteva fare altro\u00bb, ha confermato all’Ansa il direttore del parco, fondato dal padre Serghei con la tesi che i grandi erbivori, come appunto quelli che esistevano nel Pleistocene, sono in grado di tenere sotto controllo le emissioni di gas serra attraverso il\u00a0landscaping delle regioni artiche. Tesi che i fatti sembrano avvalorare: all’interno del Parco del Pleistocene, popolato da un grande numero di animali, c’\u00e8 meno dispersione di calore e il permafrost rimane pi\u00f9 freddo.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Caldo record in Siberia: si pu\u00f2 fare sci nautico [VIDEO])
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\nUna funnel cloud, o \u201cnube a imbuto\u201d, ha preso forma nel cielo a Trecate, in provincia di Novara, ed \u00e8 diventata un tornado a tutti gli effetti quando, dopo pochi minuti, ha toccato terra.
Un tornado rappresenta senza dubbio un evento impressionante per l’Italia, ma quello di luned\u00ec non \u00e8 stato un caso eccezionale. Come conferma il meteorologo Rino Cutuli di IconaMeteo, \u00abanche se \u00e8 decisamente inferiore rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, il rischio tornado esiste anche in Italia: in media se ne formano tra gli 8 e i 10 all’anno, ma negli ultimi decenni stiamo osservando una crescita di questo numero\u00bb.
\n\u00abNello specifico – sottolinea il meteorologo – il tornado che si \u00e8 formato nella giornata di luned\u00ec a Trecate, nel Novarese, si inserisce in una fase meteorologica molto turbolenta sull\u2019Italia, contraddistinta da numerosi episodi di maltempo, in una prima decade di giugno che, con buona probabilit\u00e0, verr\u00e0 ricordata come tra le pi\u00f9 piovose degli ultimi anni, dopo una primavera tra le pi\u00f9 secche di sempre\u00bb.
\n\nAbbiamo osservato una crescita del numero dei tornado – spiega Rino Cutuli – soprattutto a partire dal Ventunesimo secolo, in concomitanza con una drastica accelerazione dei cambiamenti climatici e, di conseguenza, con il sensibile aumento di eventi meteo estremi.
\nBasti pensare che negli ultimi 6 anni si sono contati ben 197 tornado, il pi\u00f9 forte dei quali a Dolo (VE) nel 2015: era di intensit\u00e0 3 in una scala, quella Fujita, che va da 1 a 5.
\nIn Italia, l’area in assoluto pi\u00f9 esposta al rischio tornado \u00e8 la pianura padana, pur con le sue dimensioni ridotte rispetto alle immense distese pianeggianti americane: in particolare il settore lombardo-veneto-emiliano dove i fenomeni vorticosi si possono verificare con maggiore frequenza, alcuni dei quali non hanno nulla da invidiare ai tornado che si sviluppano oltreoceano.
\nIn primis il Veneto (soprattutto Vicentino, Trevigiano e Veneziano) e la pianura friulana. A seguire, la pianura piemontese orientale, quella laziale e pugliese centro-meridionale, particolarmente il Salento, mentre le aree costiere di queste ultime regioni vengono lambite dalle trombe marine che si formano sul mare prospiciente.
\nPer quanto riguarda il periodo, la stagione che appare pi\u00f9 fertile al Nord \u00e8 quella compresa tra la fine della primavera e la stagione estiva.
\nTra settembre e novembre, mentre al Nord la probabilit\u00e0 di tornado si riduce notevolmente, aumenta al Centro-Sud, buona parte delle quali sono landfall di trombe marine.
https://www.instagram.com/p/CBL3Ch7psUO/
\nLe trombe d’aria e i tornado sono lo stesso fenomeno:\u00a0per svilupparsi hanno bisogno di estese e grandi superfici pianeggianti, che ne permettano prima la nascita e in seguito la sopravvivenza per un tempo sufficientemente lungo ( dell\u2019ordine dei 5-15 minuti) da permettere loro di spostarsi insieme alla cella temporalesca dalla quale hanno tratto origine.
\nInfatti, non esiste tornado senza che prima si sia formato un temporale: stiamo parlando di uno dei fenomeni pi\u00f9 complessi da spiegare dal punto di vista meteorologico e che per questo resta, ancora oggi, oggetto di studio e analisi.
\nInnanzitutto, questo fenomeno trae origine dagli intensi moti ascensionali all\u2019interno di celle temporalesche pi\u00f9 o meno violente, multicellulari o supercellulari, in grado di percorrere centinaia di chilometri e generare venti distruttivi anche fino ai 500 Km/h.
\nCi\u00f2 presuppone la presenza di un ambiente fortemente instabile, con una massa d\u2019aria calda e umida nei bassi strati, pi\u00f9 fredda e secca in quota, che sollevandosi si condensa e d\u00e0 origine a forti temporali.
\nSe lungo la colonna d\u2019aria calda ascendente che alimenta la nube temporalesca (la termica) i venti circostanti tendono a ruotare gradualmente con la quota, aumentando al contempo d\u2019intensit\u00e0 (fenomeno anche noto come wind shear), allora la colonna d\u2019aria \u00e8 costretta ad assumere un moto rotatorio nel piano orizzontale. A questo punto, se le correnti ascensionali si intensificano ulteriormente, tutta la colonna d\u2019aria in rotazione viene impennata verso l\u2019alto: la massa d\u2019aria in tal modo ruota attorno ad un asse che non \u00e8 pi\u00f9 parallelo al suolo, bens\u00ec quasi perpendicolare ad esso.
\nNel frattempo, nella zona pi\u00f9 interna della colonna rotante si forma una zona di relativa calma, caratterizzata da un minimo relativo di pressione (mesociclone) in cui l\u2019aria, invece di salire, ridiscende lentamente verso il suolo: il centro di bassa pressione all’interno\u00a0del tornado ha lo scopo di compensare l\u2019intensa forza centrifuga da rotazione, altrimenti il vortice rotante si dilaterebbe verso l\u2019esterno fino a dissolversi. L\u2019aria che viene aspirata dal vortice si avvita a spirale attorno alla colonna di bassa pressione, per poi rallentare una volta raggiunto il cumulonembo che lo sovrasta. Si spiega cos\u00ec anche la caratteristica forma assunta dai tornado, che appaiono come un enorme imbuto che parte dalla base del cumulonembo e arriva a toccare il suolo: la distribuzione della pressione \u00e8 infatti tale che l\u2019area di bassa pressione si allarga via via che si sale verso la base della nube temporalesca.
\nIl suo diametro varia dai 100 ai 500 metri ma, in casi eccezionali, sono stati registrati tornado con diametro di base superiore ad 1 Km. L\u2019altezza pu\u00f2 variare tra i 100 e i 1000 metri, in relazione alla distanza tra il suolo e la base del cumulonembo.
\nI tornado pi\u00f9 violenti sono quelli che si formano all’interno di temporali a supercella, perch\u00e9 qui la termica \u00e8 molto pi\u00f9 intensa e per di pi\u00f9 gi\u00e0 dotata del tipico moto rotatorio. Questo \u00e8 il motivo per cui i tornado si formano con maggiore facilit\u00e0 e frequenza e con una potenza distruttiva molto maggiore negli USA piuttosto che in Italia, dove la stragrande maggioranza di essi \u00e8 associata a temporali multicellulari.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Tornado vicino a Novara: con il clima che cambia \u00e8 un evento sempre meno eccezionale)
\n", "content_text": "Nel pomeriggio di luned\u00ec 8 giugno, intorno alle 17:00, la zona di Novara \u00e8 stata colpita da un forte temporale che, oltre a intense raffiche di vento e piogge estremamente abbondanti, ha dato origine anche a uno spettacolare tornado.\nUna funnel cloud, o \u201cnube a imbuto\u201d, ha preso forma nel cielo a Trecate, in provincia di Novara, ed \u00e8 diventata un tornado a tutti gli effetti quando, dopo pochi minuti, ha toccato terra.\nUn tornado rappresenta senza dubbio un evento impressionante per l’Italia, ma quello di luned\u00ec non \u00e8 stato un caso eccezionale. Come conferma il meteorologo Rino Cutuli di IconaMeteo, \u00abanche se \u00e8 decisamente inferiore rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, il rischio tornado esiste anche in Italia: in media se ne formano tra gli 8 e i 10 all’anno, ma negli ultimi decenni stiamo osservando una crescita di questo numero\u00bb.\n\u00abNello specifico – sottolinea il meteorologo – il tornado che si \u00e8 formato nella giornata di luned\u00ec a Trecate, nel Novarese, si inserisce in una fase meteorologica molto turbolenta sull\u2019Italia, contraddistinta da numerosi episodi di maltempo, in una prima decade di giugno che, con buona probabilit\u00e0, verr\u00e0 ricordata come tra le pi\u00f9 piovose degli ultimi anni, dopo una primavera tra le pi\u00f9 secche di sempre\u00bb.\nFoto: @DeDietrich via IconaMeteo\nSempre pi\u00f9 tornado colpiscono l’Italia: perch\u00e9?\nAbbiamo osservato una crescita del numero dei tornado – spiega Rino Cutuli – soprattutto a partire dal Ventunesimo secolo, in concomitanza con una drastica accelerazione dei cambiamenti climatici e, di conseguenza, con il sensibile aumento di eventi meteo estremi.\nBasti pensare che negli ultimi 6 anni si sono contati ben 197 tornado, il pi\u00f9 forte dei quali a Dolo (VE) nel 2015: era di intensit\u00e0 3 in una scala, quella Fujita, che va da 1 a 5.\nQuali sono le zone pi\u00f9 a rischio?\nIn Italia, l’area in assoluto pi\u00f9 esposta al rischio tornado \u00e8 la pianura padana, pur con le sue dimensioni ridotte rispetto alle immense distese pianeggianti americane: in particolare il settore lombardo-veneto-emiliano dove i fenomeni vorticosi si possono verificare con maggiore frequenza, alcuni dei quali non hanno nulla da invidiare ai tornado che si sviluppano oltreoceano.\nIn primis il Veneto (soprattutto Vicentino, Trevigiano e Veneziano) e la pianura friulana. A seguire, la pianura piemontese orientale, quella laziale e pugliese centro-meridionale, particolarmente il Salento, mentre le aree costiere di queste ultime regioni vengono lambite dalle trombe marine che si formano sul mare prospiciente.\nC’\u00e8 una “stagione dei tornado”?\nPer quanto riguarda il periodo, la stagione che appare pi\u00f9 fertile al Nord \u00e8 quella compresa tra la fine della primavera e la stagione estiva.\nTra settembre e novembre, mentre al Nord la probabilit\u00e0 di tornado si riduce notevolmente, aumenta al Centro-Sud, buona parte delle quali sono landfall di trombe marine.\nhttps://www.instagram.com/p/CBL3Ch7psUO/\nChe differenza c’\u00e8 tra una tromba d’aria e un tornado? E come si formano?\nLe trombe d’aria e i tornado sono lo stesso fenomeno:\u00a0per svilupparsi hanno bisogno di estese e grandi superfici pianeggianti, che ne permettano prima la nascita e in seguito la sopravvivenza per un tempo sufficientemente lungo ( dell\u2019ordine dei 5-15 minuti) da permettere loro di spostarsi insieme alla cella temporalesca dalla quale hanno tratto origine.\nInfatti, non esiste tornado senza che prima si sia formato un temporale: stiamo parlando di uno dei fenomeni pi\u00f9 complessi da spiegare dal punto di vista meteorologico e che per questo resta, ancora oggi, oggetto di studio e analisi.\nInnanzitutto, questo fenomeno trae origine dagli intensi moti ascensionali all\u2019interno di celle temporalesche pi\u00f9 o meno violente, multicellulari o supercellulari, in grado di percorrere centinaia di chilometri e generare venti distruttivi anche fino ai 500 Km/h.\nCi\u00f2 presuppone la presenza di un ambiente fortemente instabile, con una massa d\u2019aria calda e umida nei bassi strati, pi\u00f9 fredda e secca in quota, che sollevandosi si condensa e d\u00e0 origine a forti temporali.\nSe lungo la colonna d\u2019aria calda ascendente che alimenta la nube temporalesca (la termica) i venti circostanti tendono a ruotare gradualmente con la quota, aumentando al contempo d\u2019intensit\u00e0 (fenomeno anche noto come wind shear), allora la colonna d\u2019aria \u00e8 costretta ad assumere un moto rotatorio nel piano orizzontale. A questo punto, se le correnti ascensionali si intensificano ulteriormente, tutta la colonna d\u2019aria in rotazione viene impennata verso l\u2019alto: la massa d\u2019aria in tal modo ruota attorno ad un asse che non \u00e8 pi\u00f9 parallelo al suolo, bens\u00ec quasi perpendicolare ad esso.\nNel frattempo, nella zona pi\u00f9 interna della colonna rotante si forma una zona di relativa calma, caratterizzata da un minimo relativo di pressione (mesociclone) in cui l\u2019aria, invece di salire, ridiscende lentamente verso il suolo: il centro di bassa pressione all’interno\u00a0del tornado ha lo scopo di compensare l\u2019intensa forza centrifuga da rotazione, altrimenti il vortice rotante si dilaterebbe verso l\u2019esterno fino a dissolversi. L\u2019aria che viene aspirata dal vortice si avvita a spirale attorno alla colonna di bassa pressione, per poi rallentare una volta raggiunto il cumulonembo che lo sovrasta. Si spiega cos\u00ec anche la caratteristica forma assunta dai tornado, che appaiono come un enorme imbuto che parte dalla base del cumulonembo e arriva a toccare il suolo: la distribuzione della pressione \u00e8 infatti tale che l\u2019area di bassa pressione si allarga via via che si sale verso la base della nube temporalesca.\nIl suo diametro varia dai 100 ai 500 metri ma, in casi eccezionali, sono stati registrati tornado con diametro di base superiore ad 1 Km. L\u2019altezza pu\u00f2 variare tra i 100 e i 1000 metri, in relazione alla distanza tra il suolo e la base del cumulonembo.\nI tornado pi\u00f9 violenti sono quelli che si formano all’interno di temporali a supercella, perch\u00e9 qui la termica \u00e8 molto pi\u00f9 intensa e per di pi\u00f9 gi\u00e0 dotata del tipico moto rotatorio. Questo \u00e8 il motivo per cui i tornado si formano con maggiore facilit\u00e0 e frequenza e con una potenza distruttiva molto maggiore negli USA piuttosto che in Italia, dove la stragrande maggioranza di essi \u00e8 associata a temporali multicellulari.\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Tornado vicino a Novara: con il clima che cambia \u00e8 un evento sempre meno eccezionale)", "date_published": "2020-06-09T16:27:13+02:00", "date_modified": "2020-06-09T16:34:13+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/valeria-capettini/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/258abaacd4c1f30f3ac13fef6db088ce?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/valeria-capettini/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/258abaacd4c1f30f3ac13fef6db088ce?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2020/06/IMG_20200609_084039_834.jpg", "tags": [ "cambiamenti climatici", "perturbazione 2 di giugno", "tornado", "Notizie Italia", "Primo piano" ] } ] }