{ "version": "https://jsonfeed.org/version/1.1", "user_comment": "This feed allows you to read the posts from this site in any feed reader that supports the JSON Feed format. To add this feed to your reader, copy the following URL -- https://www.iconameteo.it/tag/biodiversita/feed/json -- and add it your reader.", "home_page_url": "https://www.iconameteo.it/tag/biodiversita", "feed_url": "https://www.iconameteo.it/tag/biodiversita/feed/json", "language": "it-IT", "title": "Lista articoli su biodiversit\u00e0 - Icona Meteo", "description": "IconaMeteo.it - Sempre un Meteo avanti", "icon": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2019/12/Favicon.png", "items": [ { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/tartarughe-marine-boom-in-italia-e-contributo-alla-biodiversita-del-mediterraneo/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/tartarughe-marine-boom-in-italia-e-contributo-alla-biodiversita-del-mediterraneo/", "title": "Tartarughe marine, boom in Italia e contributo alla biodiversit\u00e0 del MEDITERRANEO", "content_html": "
Le tartarughe Caretta caretta hanno invaso le coste dell\u2019Italia. Secondo le stime di Legambiente, alla fine della stagione potrebbero essere almeno 10mila le baby tartarughe nate nel nostro Paese. Attualmente si contano 238 nidi, tra i quali quello di Jesolo, in Veneto, che detiene lo straordinario primato di nido pi\u00f9 a nord del mar Mediterraneo.
\nSono nate in Italia le tartarughe marine del nido pi\u00f9 a nord del mondo. Una spia del clima che cambia? [VIDEO] | \n
Le nidificazioni di tartarughe Caretta caretta in Italia toccano attualmente quota 238 ma \u00e8 altamente probabile che entro la fine della stagione possano superare la quota record di 250\u00a0raggiunta nell\u2019estate 2020. Si tratta di numeri sorprendenti per le coste italiane dove fino a 30 anni fa l\u2019unico sito di nidificazione conosciuto era quello della spiaggia dei Conigli di Lampedusa.
\n\n\n\nUn’invasione di #tartarughemarine: almeno 10 mila quelle stimate da @Legambiente. Merito anche dei #Tartawatchers che insieme a altre organizzazioni \u2013 @SznDohrn, il #CNROristano, @unipd, @unifirenze e @unisiena etc \u2013 hanno fatto un grande lavoro per monitorare e proteggere i nidi pic.twitter.com/D2BJvVkGaH
\n\u2014 TartaLove (@tartaloveit) September 23, 2021
I nidi di tartarughe marine identificati in Italia sono in maggioranza al Sud, con le coste del Cilento e la costa ionica della Calabria in pole position. Un nido \u00e8 stato localizzato anche in Veneto, a Jesolo, e rappresenta il nido pi\u00f9 a nord del Mediterraneo. Questo conferma che l\u2019area di nidificazione delle tartarughe si sta spostando sempre di pi\u00f9 verso il Mediterraneo occidentale e sempre pi\u00f9 a nord. Questa tendenza \u00e8 ulteriormente rafforzato dai 2 nidi di Maratea in Basilicata, dai 10 del litorale laziale, dai 6 individuati in Toscana fino al nido nel Savonese e quelli lungo la costa catalana in Spagna. Secondo diversi studi \u2013 sottolinea Legambiente -, l\u2019aumento delle temperature determinato dai cambiamenti climatici sta rendendo questa parte del Mediterraneo maggiormente adatta alla nidificazione rispetto agli anni passati.
\nSi scaldano i Mari d\u2019Europa: in 20 anni il Mediterraneo \u00e8 diventato mezzo grado pi\u00f9 caldo | \n
Nel Mediterraneo ogni anno si contano oltre\u00a07 mila nidi di tartarughe marine\u00a0e in Italia il numero di deposizioni sta crescendo sempre pi\u00f9. Fino a pochi anni fa i nidi di\u00a0Caretta caretta\u00a0si fermavano a poche decine.
\nIl boom di tartarughe marine in Italia va anche attribuito anche agli effetti benefici di importanti progetti di conservazione finanziati nel tempo con il Programma LIFE (Caretta caretta, Tartanet, Tartalife), che hanno visto Legambiente protagonista. Non meno importante \u00e8 stata l\u2019attivit\u00e0 di monitoraggio svolta da numerose associazioni ambientaliste e istituzioni scientifiche che hanno sorvegliato lunghi tratti di costa per individuare e proteggere i nidi di mamma tartaruga. Tra questi, anche i Tartawatchers\u00a0di\u00a0Legambiente che dall\u2019inizio dell\u2019estate hanno battuto chilometro per chilometro le spiagge e gli arenili di molte localit\u00e0 italiane per individuare e mettere in sicurezza sotto la guida di esperti i nidi di Caretta caretta.
\nPer rendere ancora pi\u00f9 accoglienti le spiagge italiane, Legambiente ha inoltre avviato l\u2019iniziativa Lidi Amici delle Tartarughe marine alla quale hanno aderito oltre 500 stabilimenti balneari. Queste strutture si sono impegnate a ridurre l\u2019inquinamento acustico e luminoso che reca disturbo sia durante la deposizione delle uova che durante la schiusa e a effettuare la pulizia senza ricorrere a mezzi meccanici che potrebbero distruggere i nidi.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Tartarughe marine, boom in Italia e contributo alla biodiversit\u00e0 del MEDITERRANEO)
\n", "content_text": "Le tartarughe Caretta caretta hanno invaso le coste dell\u2019Italia. Secondo le stime di Legambiente, alla fine della stagione potrebbero essere almeno 10mila le baby tartarughe nate nel nostro Paese. Attualmente si contano 238 nidi, tra i quali quello di Jesolo, in Veneto, che detiene lo straordinario primato di nido pi\u00f9 a nord del mar Mediterraneo.\n\n\n\nSono nate in Italia le tartarughe marine del nido pi\u00f9 a nord del mondo. Una spia del clima che cambia? [VIDEO]\n\n\n\nTartarughe marine, numeri sorprendenti per l\u2019Italia e contributo notevole alla biodiversit\u00e0 del Mediterraneo\nLe nidificazioni di tartarughe Caretta caretta in Italia toccano attualmente quota 238 ma \u00e8 altamente probabile che entro la fine della stagione possano superare la quota record di 250\u00a0raggiunta nell\u2019estate 2020. Si tratta di numeri sorprendenti per le coste italiane dove fino a 30 anni fa l\u2019unico sito di nidificazione conosciuto era quello della spiaggia dei Conigli di Lampedusa.\n\nUn’invasione di #tartarughemarine: almeno 10 mila quelle stimate da @Legambiente. Merito anche dei #Tartawatchers che insieme a altre organizzazioni \u2013 @SznDohrn, il #CNROristano, @unipd, @unifirenze e @unisiena etc \u2013 hanno fatto un grande lavoro per monitorare e proteggere i nidi pic.twitter.com/D2BJvVkGaH\n\u2014 TartaLove (@tartaloveit) September 23, 2021\n\nIl Mediterraneo occidentale si conferma una delle aree preferite dalle tartarughe: effetto dei cambiamenti climatici\nI nidi di tartarughe marine identificati in Italia sono in maggioranza al Sud, con le coste del Cilento e la costa ionica della Calabria in pole position. Un nido \u00e8 stato localizzato anche in Veneto, a Jesolo, e rappresenta il nido pi\u00f9 a nord del Mediterraneo. Questo conferma che l\u2019area di nidificazione delle tartarughe si sta spostando sempre di pi\u00f9 verso il Mediterraneo occidentale e sempre pi\u00f9 a nord. Questa tendenza \u00e8 ulteriormente rafforzato dai 2 nidi di Maratea in Basilicata, dai 10 del litorale laziale, dai 6 individuati in Toscana fino al nido nel Savonese e quelli lungo la costa catalana in Spagna. Secondo diversi studi \u2013 sottolinea Legambiente -, l\u2019aumento delle temperature determinato dai cambiamenti climatici sta rendendo questa parte del Mediterraneo maggiormente adatta alla nidificazione rispetto agli anni passati.\n\n\n\nSi scaldano i Mari d\u2019Europa: in 20 anni il Mediterraneo \u00e8 diventato mezzo grado pi\u00f9 caldo\n\n\n\nNel Mediterraneo ogni anno si contano oltre\u00a07 mila nidi di tartarughe marine\u00a0e in Italia il numero di deposizioni sta crescendo sempre pi\u00f9. Fino a pochi anni fa i nidi di\u00a0Caretta caretta\u00a0si fermavano a poche decine.\nUn esercito di volontari a sostegno delle tartarughe marine: gli sforzi degli ambientalisti stanno dando i loro frutti\nIl boom di tartarughe marine in Italia va anche attribuito anche agli effetti benefici di importanti progetti di conservazione finanziati nel tempo con il Programma LIFE (Caretta caretta, Tartanet, Tartalife), che hanno visto Legambiente protagonista. Non meno importante \u00e8 stata l\u2019attivit\u00e0 di monitoraggio svolta da numerose associazioni ambientaliste e istituzioni scientifiche che hanno sorvegliato lunghi tratti di costa per individuare e proteggere i nidi di mamma tartaruga. Tra questi, anche i Tartawatchers\u00a0di\u00a0Legambiente che dall\u2019inizio dell\u2019estate hanno battuto chilometro per chilometro le spiagge e gli arenili di molte localit\u00e0 italiane per individuare e mettere in sicurezza sotto la guida di esperti i nidi di Caretta caretta.\nPer rendere ancora pi\u00f9 accoglienti le spiagge italiane, Legambiente ha inoltre avviato l\u2019iniziativa Lidi Amici delle Tartarughe marine alla quale hanno aderito oltre 500 stabilimenti balneari. Queste strutture si sono impegnate a ridurre l\u2019inquinamento acustico e luminoso che reca disturbo sia durante la deposizione delle uova che durante la schiusa e a effettuare la pulizia senza ricorrere a mezzi meccanici che potrebbero distruggere i nidi.\n\n\n\nLeggi anche:\nEmissioni record nel nostro emisfero a causa degli incendi dell\u2019estate 2021\nFridays For Future, i giovani tornano a riempire le piazze: \u00abtempo scaduto\u00bb [FOTO e VIDEO]\nFridays For Future, a Milano il flash mob contro l\u2019aumento delle bollette: \u201crisultato di scelte scellerate\u201d\nIl livello di mari e oceani aumenta in modo allarmante: il nuovo report Copernicus\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Tartarughe marine, boom in Italia e contributo alla biodiversit\u00e0 del MEDITERRANEO)", "date_published": "2021-09-25T09:57:35+02:00", "date_modified": "2021-09-25T15:25:14+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/09/Foto-COPERTINA-Wordpress-3-1.png", "tags": [ "animali", "biodiversit\u00e0", "mediterraneo", "Notizie Italia" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/giornata-contro-la-desertificazione-e-la-siccita-onu-ripristinare-i-terreni-degradati/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/giornata-contro-la-desertificazione-e-la-siccita-onu-ripristinare-i-terreni-degradati/", "title": "Giornata contro la desertificazione e la siccit\u00e0, ONU: \u00abRipristinare i terreni degradati\u00bb", "content_html": "Oggi, 17 giugno 2021, si celebra la Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0. Quest\u2019anno il tema scelto \u00e8 il ripristino dei terreni degradati. Come abbiamo gi\u00e0 avuto modo di vedere, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina per salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversit\u00e0. Il degrado del suolo, infatti, ha un impatto negativo sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone.
\nAmbiente, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina | \n
L\u2019ONU per l\u2019occasione ci tiene a ricordare tutti i benefici del ripristino dei terreni degradati e dunque: pi\u00f9 posti di lavoro, economia pi\u00f9 sana, redditi pi\u00f9 elevati e maggior sicurezza alimentare. La biodiversit\u00e0 troverebbe la via per recuperare e le emissioni di carbonio che riscaldano la Terra si bloccherebbero, rallentando i cambiamenti climatici. Inoltre, ripristinare i terreni degradati aiuterebbe la ripresa verde post pandemia da COVID-19.
\nSiccit\u00e0 e crisi climatica: stop a caff\u00e8 e cioccolato in Europa entro il 2050 | \n
L\u2019ONU sottolinea che quasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case. L\u2019urgenza, adesso, \u00e8 quella di invertire la rotta e rallentare la perdita di terreni produttivi ed ecosistemi naturali per poter garantire un futuro sostenibile e una sopravvivenza a lungo termine delle persone e del pianeta.
\nL\u2019obiettivo della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0 \u00e8 quello di sensibilizzare la comunit\u00e0 globale sull\u2019importanza di salvaguardare la Terra, trattandola come un capitale naturale e prezioso. Per raggiungere l\u2019obiettivo della neutralit\u00e0 del degrado del suolo \u00e8 necessario l\u2019impegno delle grandi forze internazionali ma anche delle singole comunit\u00e0.
\nLa desertificazione \u00e8 il degrado del suolo nelle aree aride, semiaride e subumide secche.\u00a0\u00c8 causato principalmente dalle attivit\u00e0 umane e dalle variazioni climatiche.\u00a0La desertificazione si verifica perch\u00e9 gli ecosistemi delle zone aride, che coprono oltre un terzo della superficie terrestre del mondo, sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento eccessivo e all\u2019uso inappropriato del suolo.\u00a0Povert\u00e0, instabilit\u00e0 politica, deforestazione, pascolo eccessivo e cattive pratiche di irrigazione possono minare la produttivit\u00e0 della terra.
\nLa questione \u2013 sottolinea l\u2019ONU \u2013 richiede ora la massima attenzione perch\u00e9 quando i terreni si degradano e smettono di essere produttivi, gli spazi naturali si trasformano e si deteriorano, le emissioni di gas serra aumentano e la biodiversit\u00e0 diminuisce. Questo significa inoltre che ci saranno meno spazi per tamponare le zoonosi, come il COVID-19, e per proteggerci da eventi meteorologici estremi come siccit\u00e0, inondazioni e tempeste di sabbia e polvere.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Giornata contro la desertificazione e la siccit\u00e0, ONU: \u00abRipristinare i terreni degradati\u00bb)
\n", "content_text": "Oggi, 17 giugno 2021, si celebra la Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0. Quest\u2019anno il tema scelto \u00e8 il ripristino dei terreni degradati. Come abbiamo gi\u00e0 avuto modo di vedere, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina per salvaguardare gli ecosistemi e la biodiversit\u00e0. Il degrado del suolo, infatti, ha un impatto negativo sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone.\n\n\n\nAmbiente, il mondo ha bisogno di ripristinare un\u2019area grande quanto la Cina\n\n\n\nGiornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0, ONU: \u00abQuasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case\u00bb\nL\u2019ONU per l\u2019occasione ci tiene a ricordare tutti i benefici del ripristino dei terreni degradati e dunque: pi\u00f9 posti di lavoro, economia pi\u00f9 sana, redditi pi\u00f9 elevati e maggior sicurezza alimentare. La biodiversit\u00e0 troverebbe la via per recuperare e le emissioni di carbonio che riscaldano la Terra si bloccherebbero, rallentando i cambiamenti climatici. Inoltre, ripristinare i terreni degradati aiuterebbe la ripresa verde post pandemia da COVID-19.\n\n\n\nSiccit\u00e0 e crisi climatica: stop a caff\u00e8 e cioccolato in Europa entro il 2050\n\n\n\nL\u2019ONU sottolinea che quasi tre quarti della terra libera dai ghiacci sono stati modificati dagli esseri umani per soddisfare una domanda sempre crescente di cibo, materie prime, autostrade e case. L\u2019urgenza, adesso, \u00e8 quella di invertire la rotta e rallentare la perdita di terreni produttivi ed ecosistemi naturali per poter garantire un futuro sostenibile e una sopravvivenza a lungo termine delle persone e del pianeta.\n\u00abTrattare la Terra come un capitale naturale, limitato e prezioso\u00bb\nL\u2019obiettivo della Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccit\u00e0 \u00e8 quello di sensibilizzare la comunit\u00e0 globale sull\u2019importanza di salvaguardare la Terra, trattandola come un capitale naturale e prezioso. Per raggiungere l\u2019obiettivo della neutralit\u00e0 del degrado del suolo \u00e8 necessario l\u2019impegno delle grandi forze internazionali ma anche delle singole comunit\u00e0.\nCos\u2019\u00e8 la desertificazione e quando si verifica\nLa desertificazione \u00e8 il degrado del suolo nelle aree aride, semiaride e subumide secche.\u00a0\u00c8 causato principalmente dalle attivit\u00e0 umane e dalle variazioni climatiche.\u00a0La desertificazione si verifica perch\u00e9 gli ecosistemi delle zone aride, che coprono oltre un terzo della superficie terrestre del mondo, sono estremamente vulnerabili allo sfruttamento eccessivo e all\u2019uso inappropriato del suolo.\u00a0Povert\u00e0, instabilit\u00e0 politica, deforestazione, pascolo eccessivo e cattive pratiche di irrigazione possono minare la produttivit\u00e0 della terra.\nLa questione \u2013 sottolinea l\u2019ONU \u2013 richiede ora la massima attenzione perch\u00e9 quando i terreni si degradano e smettono di essere produttivi, gli spazi naturali si trasformano e si deteriorano, le emissioni di gas serra aumentano e la biodiversit\u00e0 diminuisce. Questo significa inoltre che ci saranno meno spazi per tamponare le zoonosi, come il COVID-19, e per proteggerci da eventi meteorologici estremi come siccit\u00e0, inondazioni e tempeste di sabbia e polvere.\n\n\n\nPotrebbero interessarti:\nEmergenza siccit\u00e0 a Taiwan, la popolazione \u00e8 stremata. 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La Coldiretti, proprio in occasione della ricorrenza istituita dall\u2019Onu, lancia un allarme relativo alle anomalie meteorologiche che hanno messo a dura prova le api.
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La Coldiretti sottolinea che lungo il territorio nazionale almeno 50 miliardi di api sono state ridotte alla fame da un inverno a tratti insolitamente caldo e una primavera segnata da numerose gelate e repentini cali termici. Questo ha sconvolto le fioriture, con le api impossibilitate a raccogliere il nettare e gli apicoltori che di conseguenza sono stati costretti ad alimentarle negli alveari con sciroppi a base di zucchero.
\nApi e altri impollinatori, in Europa situazione tragica: l\u2019allarme del WWF | \n
Le anomalie meteorologiche che si sono verificate lungo la nostra Penisola hanno colpito le piante in piena fioritura con conseguenze non indifferenti sul raccolto di miele mentre la pioggia e il vento violento hanno ostacolato l\u2019attivit\u00e0 di bottinatura delle api. La somministrazione di sostanze zuccherine, necessaria per la loro sopravvivenza, rappresenta un intervento costoso attuato con \u201cbiberon\u201d di \u00a0sciroppo a base di zucchero o miele distribuiti negli alveari per consentire la sopravvivenza degli sciami e delle api regine che non possono pi\u00f9 contare sui rifornimenti interni.
\n\n\n\n#GiornataMondialeDelleApi, Coldiretti: il clima pazzo ha sconvolto le fioriture e ridotto alla fame 50 miliardi di api in Italia con gli apicoltori costretti ad alimentarle negli alveari con sciroppi a base di zucchero per farle sopravvivere pic.twitter.com/hJsqtQsyRk
\n\u2014 Coldiretti (@coldiretti) May 19, 2021
Le api contribuiscono all\u2019impollinazione e dunque le loro difficolt\u00e0 rappresentano un serio pericolo per la biodiversit\u00e0. La Coldiretti specifica infatti che in media una singola ape visita generalmente circa 7000 fiori al giorno e per produrre un chilogrammo di miele sono necessarie quattro milioni di esplorazioni floreali. Dall\u2019impollinazione delle api \u2013 prosegue la Coldiretti \u2013 dipendono in una certa misura ben 3 colture alimentari su 4. Inoltre, rappresenta un\u2019attivit\u00e0 fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.
\n\n Biodiversit\u00e0: il fragilissimo valore che regge il Pianeta \n | \n
La crisi delle api, come abbiamo detto, rappresenta un danno ambientale ma anche economico. Secondo la Coldiretti, infatti, sugli scaffali dei supermercati italiani pi\u00f9 di un vasetto di miele su due viene dall\u2019estero a fronte di una produzione nazionale stimata pari a 18,5 milioni di chili nel 2020.
\nIn Italia \u2013 precisa ancora la Coldiretti \u2013 esistono pi\u00f9 di 60 variet\u00e0 di miele a seconda del tipo di \u201cpascolo\u201d delle api: dal miele di acacia al millefiori, da quello di arancia a quello di castagno, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell\u2019Osservatorio Nazionale Miele, in Italia ci sono 1,6 milioni di alveari curati da circa 70mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l\u2019autoconsumo.
\nLeggi anche:\n Giornata Mondiale senza Tabacco: un appuntamento con la salute, nostra e del pianeta \nEmissioni zero 2050, la Roadmap dell\u2019AIE: come cambia il mondo dell\u2019energia \n\nGli aggiornamenti di IconaMeteo: \nWEEKEND tra TEMPORALI e CALDO AFRICANO! Ecco chi superer\u00e0 i 30 gradi \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Giornata Mondiale delle Api, Coldiretti: \u00abIn Italia 50 miliardi di api ridotte alla fame\u00bb)
\n", "content_text": "Oggi si celebra la Giornata Mondiale delle Api, la cui sopravvivenza \u00e8 messa a dura prova da pesticidi e crisi climatica. La Coldiretti, proprio in occasione della ricorrenza istituita dall\u2019Onu, lancia un allarme relativo alle anomalie meteorologiche che hanno messo a dura prova le api.\n\n\n\n\nApi in pericolo, ecco perch\u00e9 abbiamo bisogno di loro\n\n\n\n\nGiornata mondiale delle api: l\u2019inverno caldo e la primavera fredda hanno ridotto alla fame almeno 50 miliardi di api\nLa Coldiretti sottolinea che lungo il territorio nazionale almeno 50 miliardi di api sono state ridotte alla fame da un inverno a tratti insolitamente caldo e una primavera segnata da numerose gelate e repentini cali termici. Questo ha sconvolto le fioriture, con le api impossibilitate a raccogliere il nettare e gli apicoltori che di conseguenza sono stati costretti ad alimentarle negli alveari con sciroppi a base di zucchero.\n\n\n\nApi e altri impollinatori, in Europa situazione tragica: l\u2019allarme del WWF\n\n\n\nLe anomalie meteorologiche che si sono verificate lungo la nostra Penisola hanno colpito le piante in piena fioritura con conseguenze non indifferenti sul raccolto di miele mentre la pioggia e il vento violento hanno ostacolato l\u2019attivit\u00e0 di bottinatura delle api. La somministrazione di sostanze zuccherine, necessaria per la loro sopravvivenza, rappresenta un intervento costoso attuato con \u201cbiberon\u201d di \u00a0sciroppo a base di zucchero o miele distribuiti negli alveari per consentire la sopravvivenza degli sciami e delle api regine che non possono pi\u00f9 contare sui rifornimenti interni.\n\n#GiornataMondialeDelleApi, Coldiretti: il clima pazzo ha sconvolto le fioriture e ridotto alla fame 50 miliardi di api in Italia con gli apicoltori costretti ad alimentarle negli alveari con sciroppi a base di zucchero per farle sopravvivere pic.twitter.com/hJsqtQsyRk\n\u2014 Coldiretti (@coldiretti) May 19, 2021\n\nLe difficolt\u00e0 delle api mettono in pericolo la biodiversit\u00e0: a rischio le colture alimentari\nLe api contribuiscono all\u2019impollinazione e dunque le loro difficolt\u00e0 rappresentano un serio pericolo per la biodiversit\u00e0. La Coldiretti specifica infatti che in media una singola ape visita generalmente circa 7000 fiori al giorno e per produrre un chilogrammo di miele sono necessarie quattro milioni di esplorazioni floreali. Dall\u2019impollinazione delle api \u2013 prosegue la Coldiretti \u2013 dipendono in una certa misura ben 3 colture alimentari su 4. Inoltre, rappresenta un\u2019attivit\u00e0 fondamentale anche per la conservazione del patrimonio vegetale spontaneo.\n\n\n\n\nBiodiversit\u00e0: il fragilissimo valore che regge il Pianeta\n\n\n\n\nDanni ambientali ma anche economici: sugli scaffali dei supermercati italiani pi\u00f9 di un vasetto di miele su 2 proviene dall\u2019estero\nLa crisi delle api, come abbiamo detto, rappresenta un danno ambientale ma anche economico. Secondo la Coldiretti, infatti, sugli scaffali dei supermercati italiani pi\u00f9 di un vasetto di miele su due viene dall\u2019estero a fronte di una produzione nazionale stimata pari a 18,5 milioni di chili nel 2020.\nIn Italia \u2013 precisa ancora la Coldiretti \u2013 esistono pi\u00f9 di 60 variet\u00e0 di miele a seconda del tipo di \u201cpascolo\u201d delle api: dal miele di acacia al millefiori, da quello di arancia a quello di castagno, dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati del rapporto dell\u2019Osservatorio Nazionale Miele, in Italia ci sono 1,6 milioni di alveari curati da circa 70mila apicoltori dei quali oltre 2 su 3 sono hobbisti che producono per l\u2019autoconsumo.\n\n\n\nLeggi anche:\nGiornata Mondiale senza Tabacco: un appuntamento con la salute, nostra e del pianeta\nEmissioni zero 2050, la Roadmap dell\u2019AIE: come cambia il mondo dell\u2019energia\nLa vita nell\u2019Artico ai tempi del riscaldamento globale: studi recenti, big data e scenari futuri\nGli aggiornamenti di IconaMeteo:\nWEEKEND tra TEMPORALI e CALDO AFRICANO! Ecco chi superer\u00e0 i 30 gradi\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Giornata Mondiale delle Api, Coldiretti: \u00abIn Italia 50 miliardi di api ridotte alla fame\u00bb)", "date_published": "2021-05-20T11:08:55+02:00", "date_modified": "2021-05-20T11:08:55+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/05/dustin-humes-Xd-DRy9jJMc-unsplash-scaled-1.jpg", "tags": [ "api", "biodiversit\u00e0", "Coldiretti", "Notizie Italia" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/riscaldamento-globale-equatore-gia-troppo-caldo-per-la-sopravvivenza-di-alcune-specie/", "url": "https://www.iconameteo.it/primo-piano/riscaldamento-globale-equatore-gia-troppo-caldo-per-la-sopravvivenza-di-alcune-specie/", "title": "Riscaldamento globale, \u00abequatore gi\u00e0 troppo CALDO per la sopravvivenza di alcune specie\u00bb", "content_html": "Il riscaldamento globale ha reso l\u2019oceano intorno all\u2019equatore meno ricco di fauna selvatica, con condizioni gi\u00e0 troppo calde per la sopravvivenza di alcune specie. A rivelarlo \u00e8 un recente studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto da Scienziati dell\u2019Universit\u00e0 della Sunshine Coast, dell\u2019Universit\u00e0 di Auckland, dell\u2019Universit\u00e0 del Queensland e dell\u2019agenzia scientifica australiana, CSIRO.
\nLa nuova ricerca ha preso in esame 48.661 specie marine tra il 1955 e il 2015 \u2013 dai grandi mammiferi marini come le balene alle meduse e ai coralli -, per dimostrare che la biodiversit\u00e0 marina ha subito gli effetti del riscaldamento climatico su scala globale. Il professor David Schoeman, coautore dello studio, ha affermato che a diminuire non sono state le specie marine che vivono sul fondo dell\u2019oceano ma i pesci che nuotano liberamente in superficie. Con impatti significativi in termini di cibo per tutte quelle comunit\u00e0 che facevano affidamento sull\u2019oceano. Schoeman spiega inoltre come potrebbero risentirne anche le economie delle aree in cui il turismo si fonda proprio sulla ricchezza della biodiversit\u00e0 marina.
\nAllarme biodiversit\u00e0 in Italia, Legambiente: \u00abA rischio 12 specie, anche i delfini\u00bb | \n
\u00abQueste specie non sono scomparse, sono appena uscite dai tropici\u00bb, ha spiegato Schoeman. \u00abNon si sta verificando solo un riscaldamento graduale, ma si sovrappongono anche ondate di calore marine che stanno diventando sempre pi\u00f9 frequenti e pi\u00f9 gravi. E sono in parte responsabili del rapido movimento delle specie tropicali\u00bb.
\nI risultati della ricerca dicono chiaramente che \u00e8 gi\u00e0 troppo caldo all\u2019equatore per la sopravvivenza di alcune specie. L\u2019oceano ha infatti assorbito circa il 90% del riscaldamento globale dagli anni \u201970, principalmente a causa dell\u2019inquinamento da combustibili fossili e della deforestazione. Schoeman avverte che il tasso di riscaldamento \u00absta diventando sempre pi\u00f9 intenso\u00bb e continuer\u00e0 per decenni anche con tagli ambiziosi alle emissioni di gas serra.
\nDeforestazione, le abitudini alimentari dell\u2019Occidente distruggono le foreste | \n
Gli scienziati avevano gi\u00e0 lanciato l\u2019allarme sulle conseguenze del riscaldamento dell\u2019oceano, affermando che potrebbe verificarsi una riorganizzazione radicale delle reti alimentari marine in tutto il mondo, portando al collasso il numero di specie e favorendo lo sviluppo di specie come le alghe.
\nL\u2019oceano diventa sempre pi\u00f9 caldo, sempre pi\u00f9 in fretta: ecco perch\u00e9 \u00e8 un problema | \n
Il professor Ove Hoegh-Guldberg, biologo marino presso l\u2019Universit\u00e0 del Queensland ed esperto di come il cambiamento climatico sta influenzando gli oceani, ha affermato che era stato a lungo ipotizzato che quando le acque equatoriali si sarebbero riscaldate, le specie avrebbero iniziato a spostarsi. \u00abQueste specie sono le uniche che possono tollerare le acque calde dell\u2019oceano e quindi, se diventa troppo caldo, non ci sono specie che prendono il loro posto. Quindi si perde quella ricchezza\u00bb. Proprio per questo \u00e8 fondamentale studiare e comprendere gli effetti del riscaldamento sull\u2019oceano.
\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Riscaldamento globale, \u00abequatore gi\u00e0 troppo CALDO per la sopravvivenza di alcune specie\u00bb)
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Il professor David Schoeman, coautore dello studio, ha affermato che a diminuire non sono state le specie marine che vivono sul fondo dell\u2019oceano ma i pesci che nuotano liberamente in superficie. Con impatti significativi in termini di cibo per tutte quelle comunit\u00e0 che facevano affidamento sull\u2019oceano. Schoeman spiega inoltre come potrebbero risentirne anche le economie delle aree in cui il turismo si fonda proprio sulla ricchezza della biodiversit\u00e0 marina.\n\n\n\nAllarme biodiversit\u00e0 in Italia, Legambiente: \u00abA rischio 12 specie, anche i delfini\u00bb\n\n\n\n\u00abQueste specie non sono scomparse, sono appena uscite dai tropici\u00bb, ha spiegato Schoeman. \u00abNon si sta verificando solo un riscaldamento graduale, ma si sovrappongono anche ondate di calore marine che stanno diventando sempre pi\u00f9 frequenti e pi\u00f9 gravi. E sono in parte responsabili del rapido movimento delle specie tropicali\u00bb.\nOceano, fa gi\u00e0 troppo caldo all\u2019equatore per alcune specie. E non \u00e8 finita qui\nI risultati della ricerca dicono chiaramente che \u00e8 gi\u00e0 troppo caldo all\u2019equatore per la sopravvivenza di alcune specie. L\u2019oceano ha infatti assorbito circa il 90% del riscaldamento globale dagli anni \u201970, principalmente a causa dell\u2019inquinamento da combustibili fossili e della deforestazione. Schoeman avverte che il tasso di riscaldamento \u00absta diventando sempre pi\u00f9 intenso\u00bb e continuer\u00e0 per decenni anche con tagli ambiziosi alle emissioni di gas serra.\n\n\n\nDeforestazione, le abitudini alimentari dell\u2019Occidente distruggono le foreste\n\n\n\nGli scienziati avevano gi\u00e0 lanciato l\u2019allarme sulle conseguenze del riscaldamento dell\u2019oceano, affermando che potrebbe verificarsi una riorganizzazione radicale delle reti alimentari marine in tutto il mondo, portando al collasso il numero di specie e favorendo lo sviluppo di specie come le alghe.\n\n\n\nL\u2019oceano diventa sempre pi\u00f9 caldo, sempre pi\u00f9 in fretta: ecco perch\u00e9 \u00e8 un problema\n\n\n\nIl professor Ove Hoegh-Guldberg, biologo marino presso l\u2019Universit\u00e0 del Queensland ed esperto di come il cambiamento climatico sta influenzando gli oceani, ha affermato che era stato a lungo ipotizzato che quando le acque equatoriali si sarebbero riscaldate, le specie avrebbero iniziato a spostarsi. \u00abQueste specie sono le uniche che possono tollerare le acque calde dell\u2019oceano e quindi, se diventa troppo caldo, non ci sono specie che prendono il loro posto. Quindi si perde quella ricchezza\u00bb. Proprio per questo \u00e8 fondamentale studiare e comprendere gli effetti del riscaldamento sull\u2019oceano.\n\n\n\nLeggi anche:\nPrevedere l\u2019oceano: una scienza \u201cgiovane\u201d dalle grandi potenzialit\u00e0\nFilippo di Edimburgo, il WWF: \u00abFautore dell\u2019incontro tra ambientalismo e religione\u00bb\nWhisky al posto della benzina per alimentare le auto in modo sostenibile\nGli aggiornamenti di IconaMeteo:\nCARAIBI, il vulcano La Soufriere si sveglia dopo oltre 40 anni! [VIDEO]\nDomenica con FORTI PIOGGE al Centro-Nord: gli aggiornamenti\nMeteo, luned\u00ec INTENSA perturbazione: le zone a rischio forte MALTEMPO\n\n\n\n\n\n\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Riscaldamento globale, \u00abequatore gi\u00e0 troppo CALDO per la sopravvivenza di alcune specie\u00bb)", "date_published": "2021-04-11T09:18:36+02:00", "date_modified": "2021-04-11T10:00:18+02:00", "authors": [ { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" } ], "author": { "name": "Redazione", "url": "https://www.iconameteo.it/author/matrixgd/", "avatar": "https://secure.gravatar.com/avatar/f319547b326b27024fe2c0540b0af5fc?s=512&d=wp_user_avatar&r=g" }, "image": "https://iconameteo.it/contents/uploads/2021/04/sgr-s23xDAYQBCo-unsplash-scaled.jpg", "tags": [ "biodiversit\u00e0", "oceano", "riscaldamento globale", "Primo piano" ] }, { "id": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/le-api-sono-sempre-piu-in-pericolo-limpatto-tossico-dei-pesticidi-e-raddoppiato/", "url": "https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/le-api-sono-sempre-piu-in-pericolo-limpatto-tossico-dei-pesticidi-e-raddoppiato/", "title": "API in PERICOLO: l\u2019impatto tossico dei pesticidi \u00e8 raddoppiato", "content_html": "Sempre maggiori i pericoli per le api e gli altri insetti impollinatori. 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\nI risultati sono impressionanti: l’impatto tossico dei pesticidi sulle api e su altri impollinatori è raddoppiato in appena un decennio. Questa escalation è legata a una maggiore “precisione” dei pesticidi: quelli più moderni hanno infatti una tossicità molto inferiore sui mammiferi, compresi gli esseri umani, e sugli uccelli. E sono preferibili anche perché vengono applicati in quantità inferiori.
\nMa gli effetti sugli invertebrati sono devastanti: i ricercatori hanno scoperto che complessivamente l’impatto dei pesticidi moderni è molto più violento, e mortale, per gli insetti impollinatori e per quelli che vengono trasportati dall’acqua, come le libellule.
La scoperta contraddice quanto affermavano i produttori dei pesticidi, secondo cui l’impatto ambientale sarebbe stato ridotto con i prodotti più moderni.
\nNon possiamo dimenticare che gli insetti svolgono un ruolo vitale negli ecosistemi da cui dipendiamo anche noi: basti pensare che impollinano tre quarti delle colture! L’impatto sugli insetti avrà quindi un effetto a catena anche su di noi, oltre che su altri animali come gli uccelli, che dipendono da loro per nutrirsi.
\n MeteoHeroes e Legambiente insieme in difesa delle api con “Save the Queen” \n | \n
Unsplash/Dustin Humes
\nLo studio, che è stato anticipato sul Guardian, ha utilizzato i dati del governo USA per analizzare l’uso dei pesticidi e il livello di tossicità delle sostanze chimiche che contengono: «guardare esclusivamente la quantità di pesticidi applicata fornisce un’immagine falsata», sottolinea il Guardian, perché la tossicità non è uguale per tutti. Citato dal giornale britannico, il professor Ralf Schulz che ha guidato la ricerca ha spiegato che «i composti che sono particolarmente tossici per i vertebrati sono stati sostituiti con una minore tossicità per i vertebrati, e questo è davvero un successo», ma ha anche evidenziato che allo stesso tempo «i pesticidi sono diventati più specifici e quindi, sfortunatamente, anche più tossici per gli organismi “non-target”, come insetti impollinatori e invertebrati acquatici».
\nAnche le innovazioni introdotte con entusiasmo nel campo degli OGM si rivelano ingannevoli sotto questo punto di vista: «Le colture geneticamente modificate sono state introdotte sostenendo che avrebbero ridotto la dipendenza dell’agricoltura dai pesticidi chimici», ha affermato Schulz, denunciando che questo «non è vero se guardi ai livelli di tossicità».
La situazione in Europa è probabilmente simile, ma purtroppo nell’Unione Europea non è disponile l’accesso ai dati sui pesticidi, così come in America Latina, in Cina e in Russia. Come hanno sottolineato gli scienziati, la mancanza di dati pubblici ci impedisce di avere il polso della situazione su quello che potenzialmente è «un fattore cruciale del declino della biodiversità globale».
\nLe ultime notizie di IconaClima:\n La natura fa bene anche alla nostra salute mentale: la ricerca \nSport e clima: dalla vulnerabilità alla valutazione e prevenzione dei rischi \nI cambiamenti climatici influenzano anche il nostro accesso a Internet \n | \n
\u00a9 Icona Meteo - Il presente contenuto \u00e8 riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (API in PERICOLO: l\u2019impatto tossico dei pesticidi \u00e8 raddoppiato)
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