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Sussidi ai fossili, gli impegni mancati del G20: nel 2022 investite cifre record

Nel 2022 i Paesi del G20 hanno investito una cifra record nei combustibili fossili, finanziandoli con un totale di circa 1.400 miliardi di dollari.

La denuncia è arrivata dal think tank dell’Istituto internazionale per lo sviluppo sostenibile (IISD), che attribuisce la spesa record anche alla crisi energetica che si è aperta proprio nel 2022, scatenando un picco dei prezzi che i governi hanno cercato di attutire rafforzando le forniture di combustibili fossili e aumentando gli investimenti nel settore.

«L’incredibile circa di 1.400 miliardi di dollari», affermano gli esperti, è stata fornita sotto forma di sussidi pubblici (1.000 miliardi), investimenti da parte di imprese statali (322 miliardi di dollari) e prestiti da parte di istituzioni finanziarie pubbliche (50mila miliardi di dollari).
Investimenti da capogiro, che contrastano
in modo netto e preoccupante con le promesse fatte dai leader mondiali appena due anni fa, durante la COP26 di Glasgow, quando avevano concordato di eliminare gradualmente i sussidi “inefficienti” ai fossili.

«Questo sostegno perpetua la dipendenza del mondo dai combustibili fossili, aprendo la strada a ulteriori crisi energetiche dovute alla volatilità del mercato e ai rischi geopolitici per la sicurezza», denuncia l’Istituto internazionale per lo sviluppo sostenibile. «Inoltre, limita fortemente le possibilità di raggiungere gli obiettivi climatici fissati dall’accordo di Parigi incentivando le emissioni di gas serra e minando al contempo la competitività in termini di costi dell’energia pulita. I governi del G20 devono spostare le proprie risorse finanziarie dai combustibili fossili per fornire invece un sostegno mirato e sostenibile alla protezione sociale e all’incremento dell’energia pulita».

 

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