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Ondate di calore: oltre 8 milioni di italiani esposti a 40°C in città. Milano come Palermo

L’ondata di calore che sta interessando in questo momento anche l’Italia è la quinta della stagione e si preannuncia ancora piuttosto lunga e intensa, con temperature in continuo aumento. Secondo l’ultimo report “L’Estate che scotta”, realizzato da Greenpeace in collaborazione con i ricercatori di Istat, oltre 8 milioni di persone sono esposte a temperature di 40 gradi in città. E se pensiamo che sia normale visto che si parla della cosiddetta bella stagione, è utile sottolineare che di normale non c’è un bel niente.

Ondate di calore, il report di Greenpeace e Istat che misura le temperature superficiali: i dati sono allarmanti

Come detto, il report “L’Estate che scotta” ha preso in analisi la temperatura superficiale. Ma cosa si intende? Mentre la temperatura dell’aria, quella che solitamente viene indicata nelle previsioni del tempo, è la misura di quanto sia calda l’aria al di sopra del suolo, la temperatura della superficie terrestre indica il calore “al tatto” della “superficie” della Terra. È importante notare come queste rilevazioni siano state effettuate tra le 9 e le 11 del mattino, quindi non rappresentano le temperature massime giornaliere, il che suggerisce che la situazione potrebbe essere anche più grave.

Lo studio ha preso in considerazione la temperatura superficiale dei capoluoghi di Regione italiani e delle province di Trento e Bolzano stimando il numero di persone residenti delle zone soggette a temperature superiori ai 40 gradi. Ne scaturisce un quadro piuttosto allarmante, con ben l’87,3% della popolazione costretta a vivere in luoghi con una temperatura superficiale media, pari o superiore a 40°C (dati luglio 2023). Un dato anche questo sottostimato dato che analizza solo la popolazione residente e sappiamo bene che quella che realmente vive nelle città analizzate è maggiore.

A luglio 2023 oltre 8,3 milioni di persone esposte a temperature superficiali medie, pari o superiori ai 40 gradi

Il dato scaturito è certamente rilevante se si pensa che è stato analizzato prendendo in considerazione solo una piccola porzione del popolo italiano (circa il 16%). Di questi 8,3 milioni di italiani, più di una persona su otto fa parte di categorie “fragili” per via della loro età anagrafica, ovvero persone che subiscono maggiormente gli impatti negativi di queste temperature. Rispettivamente, più di 1 milione erano anziani con più di 74 anni e ben 300 mila bambine e bambini fino ai 5 anni. Guardando ai trend degli ultimi anni, si può notare come la popolazione esposta a temperature superficiali elevate sia raddoppiata: da agosto 2019 ad agosto 2023 si è passati da 4,4 milioni a quasi 8,3 milioni.

Ma come sta andando l’estate 2024?

Guardando ai dati relativi a giugno 2024, in quasi tutti i capoluoghi italiani le temperature
superficiali massime sono state superiori ai 35°C, arrivando a toccare soglie superiori a 39°C
in ben 12 città sulle 21 analizzate. Temperature superficiali da record sono state registrate a Bari, Napoli, Roma, Catanzaro, Ancona, Palermo e Campobasso, dove il termometro delle temperature superficiali ha superato i 40°C. Al Nord, non è da meno Milano con una media delle temperature superficiali massime di 39,9°C.

Andando ancor di più nel dettaglio, in 11 capoluoghi su 21 più del 90% della popolazione è stata interessata dal fenomeno, con picchi di percentuali oltre il 98% a Bari, Firenze, Cagliari, Napoli e Palermo. Ma una delle novità è che «anche in alcuni capoluoghi del Nord riscontriamo degli importanti valori di popolazione esposta a temperature al suolo uguali e superiori a 40°C», conferma il ricercatore di Istat Stefano Tersigni. Prova ne sono Aosta (96,7% di popolazione coinvolta), Torino (95,6%) e Milano (91,3%). In soli tre capoluoghi la percentuale di popolazione coinvolta dal fenomeno scende sotto il 60% (Trieste 51,3%, Genova 47%, Bolzano 2,1%).

E in Europa come si presenta il quadro generale?

Un recente studio che ha coinvolto ricercatori da tutta Europa, ha messo in evidenza come le ondate di calore in tutto il continente siano in aumento, con un incremento del 57% delle persone esposte rispetto al decennio 2000-2009 e con impatti particolarmente pronunciati nelle città a causa del cosiddetto effetto isola di calore.

Sebbene le ondate di calore siano caratterizzate da diversi fattori, in primis le temperature dell’aria, calcolare la temperatura superficiale e la popolazione esposta – sottolinea Greenpeace -, resta un elemento molto rilevante, dal momento che il calore irradiato dal suolo e dalle superfici contribuisce alla vivibilità di un determinato ambiente.

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