Leggi UE sul Ripristino della Natura sull’orlo del collasso: cosa è successo
Le leggi dell’Unione Europea sul ripristino della natura sono sull’orlo del collasso dopo che otto Stati membri, tra cui l’Italia, hanno ritirato il consenso. Il voto di Bruxelles è stato annullato dopo che è diventato chiaro come la legge non avrebbe superato la fase finale con un voto a maggioranza.
Le leggi sul ripristino della natura sono sull’orlo del collasso: in gioco la stessa credibilità dell’UE
Le leggi, che hanno richiesto due anni di elaborazione e sono progettate per invertire decenni di danni alla fauna selvatica sulla terraferma e nei corsi d’acqua, avrebbero dovuto essere approvate con una votazione lunedì scorso. Il voto è stato però accantonato dopo che si è reso evidente come la legge non avrebbe ottenuto la maggioranza richiesta.
Il commissario europeo per l’ambiente ha avvertito che accantonare il disegno di legge a tempo indeterminato distruggerebbe la reputazione dell’UE a livello globale, dato che ha aperto la strada al vertice sulla biodiversità Cop15 a Montreal nel 2022. “Rischiamo di andare alla Cop16 assolutamente a mani vuote”, ha detto Virginijus Sinkevičius.
La battuta d’arresto è l’ultimo e probabilmente il più grande colpo inferto all’agenda ambientale dell’UE negli ultimi mesi, mentre i politici decidono come rispondere alle proteste degli agricoltori in tutta Europa. Mentre le manifestazioni continuano, molte regole green sono state indebolite. All’inaspettata giravolta dell’Ungheria, si sono associati i voti contrari e le astensioni di Italia, Svezia, Polonia, Finlandia, Paesi Bassi, Belgio e Austria.
Nature Restoration Law, il Regolamento sul Ripristino della Natura: ecco cosa prevede la legge dell’Unione Europea che ora vacilla fortemente
Ricordiamo che la Nature Restoration Law (NRL), il Regolamento sul Ripristino della Natura, fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. Le speranze per il disegno di legge si sono affievolite al vertice dei leader europei della scorsa settimana. Svezia, Paesi Bassi e Italia si sono opposti, ma il disegno di legge aveva ancora una piccola maggioranza. Poi l’Ungheria ha di fatto chiuso la questione, indicando che non avrebbe sostenuto la legislazione.
Secondo quanto rivelato dal Guardian, un diplomatico ha affermato che il disegno di legge ha pochissime possibilità di passare, poiché qualsiasi modifica sostanziale al testo richiederebbe un ritorno al Parlamento europeo per una seconda lettura, cosa quasi impossibile.
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