La Groenlandia sta perdendo 30 milioni di tonnellate di ghiaccio all’ora
La calotta glaciale della Groenlandia sta perdendo in media 30 milioni di tonnellate di ghiaccio all’ora a causa della crisi climatica, il 20% in più di quanto si pensasse in precedenza. Lo rivela un nuovo studio, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Nature, e condotto dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della Nasa.
New insights from satellite data show that the Greenland Ice Sheet has shed about one-fifth more mass than previously estimated.
This doesn’t have a direct effect on sea level rise, but it could affect ocean currents, weather, and ecosystems. https://t.co/DVDAsOjM84
— NASA JPL (@NASAJPL) January 17, 2024
Lo studio ha utilizzato tecniche di intelligenza artificiale per mappare più di 235.000 posizioni terminali dei ghiacciai in un periodo di 38 anni, con una risoluzione di 120 metri. È emerso così che la calotta glaciale della Groenlandia ha perso un’area di circa 5.000 km² di ghiaccio ai suoi margini dal 1985, equivalente a mille miliardi di tonnellate di ghiaccio.
La ricerca ha analizzato le foto satellitari per determinare la posizione finale dei numerosi ghiacciai della Groenlandia con cadenza mensile dal 1985 al 2022. Da decenni si registra una forte perdita di ghiaccio dalla Groenlandia a causa del riscaldamento globale. Le tecniche utilizzate finora, come la misurazione dell’altezza della calotta glaciale o del suo peso attraverso i dati gravitazionali, sono utili per determinare le perdite che finiscono nell’oceano e fanno salire il livello del mare ma non possono tenere conto del ritiro dei ghiacciai che si trovano già per lo più sotto il livello del mare.
Alcuni scienziati temono che questa fonte aggiuntiva di acqua dolce che si riversa nell’Atlantico settentrionale possa significare un collasso delle correnti oceaniche, chiamate circolazione atlantica meridionale ribaltante (Amoc), con gravi conseguenze per l’umanità.
“I cambiamenti intorno alla Groenlandia sono enormi e stanno avvenendo ovunque: quasi tutti i ghiacciai si sono ritirati negli ultimi decenni”, ha dichiarato il dottor Chad Greene, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa negli Stati Uniti, che ha guidato la ricerca. “È logico che se si scarica acqua dolce nell’Oceano Atlantico settentrionale, si ottiene sicuramente un indebolimento dell’Amoc, anche se non so precisamente l’entità dell’indebolimento”.
L’Amoc era già noto per essere il più debole da 1.600 anni a questa parte e nel 2021 i ricercatori hanno individuato i segnali d’allarme circa un suo punto di “rottura”. Uno studio recente ha suggerito che, nel peggiore dei casi, il collasso potrebbe avvenire già nel 2025. Anche una parte significativa della stessa calotta glaciale della Groenlandia è ritenuta dagli scienziati vicina a un punto critico di scioglimento irreversibile.
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