Case costruite grazie al riciclaggio di pannolini usa e getta. Lo studio
Un articolo pubblicato il 18 maggio sulla rivista scientifica Scientific Reports, si concentra sulla possibilità di un’edilizia green basata sul riciclaggio di pannolini usa e getta: frammenti di questi al posto della sabbia per produrre cemento. Questo approccio potrebbe portare benefici ecologici tangibili e concreti. Il progetto ideato da Siswanti Zuraida, ingegnere civile all’Università giapponese di Kitakyushu e dai suoi colleghi, parte dal presupposto che nel loro interno i pannolini contengono polimeri super assorbenti, materiali di grande interesse edile. Sono infatti utilizzati anche in altri settori come nella produzione di dispositivi biomedici e cavi elettrici, per la loro capacità di assorbire e trattenere grandi quantità di fluidi. Impiegati nella produzione del cemento, aumentano la viscosità del calcestruzzo migliorandone la presa; inoltre i loro polimeri potrebbero sigillare eventuali crepe, impedendo il deterioramento del cemento e l’acidità dell’urina potrebbe addirittura migliorarne la qualità.
Gli studiosi nipponici per avvallare la loro tesi, hanno anche costruito in Indonesia un prototipo di casa. Si sono procurati dei pannolini, li hanno lavati, asciugati, triturati e poi combinati con cemento, sabbia, ghiaia, acqua, realizzando 6 diverse miscele contenenti percentuali variabili di pannolini sminuzzati. Dopo 28 giorni, tempo necessario per l’indurimento del composto, hanno valutato la resistenza dei campioni alla pressione, per determinare il punto di rottura. “Abbiamo appurato che maggiore è la quantità di pannolini, minore è la resistenza del materiale. Ciò significa che ogni componente architettonico di un edificio dovrà essere realizzato con una specifica miscela” queste le parole di Siswanti Zuraida.
Il prototipo di casa è stato costruito seguendo gli standard degli alloggi indonesiani a basso costo: un solo piano per una superficie di 36 m² suddivisa in soggiorno, cucina, 2 camere da letto e un bagno. Grazie a calcoli complessi è stato possibile stabilire che nei muri divisori i frammenti di pannolino possono arrivare a sostituire fino al 40% della sabbia, nelle colonne e nelle travi fino al 27%, mentre nel pavimento sono limitati al 9%. I tecnici hanno dimostrato che sul volume totale di cemento richiesto per l’edificio, pari a 22,7 m³, fino a 1,7 m³ possono essere costituiti da pannolini senza compromettere la resistenza del composto.
“Il materiale da costruzione è uno degli aspetti essenziali per soddisfare la domanda e l’offerta di alloggi a basso costo in Indonesia. Recentemente diversi ricercatori hanno dedicato molto tempo e impegno allo sviluppo del riciclaggio dei rifiuti per i materiali da costruzione poiché è più ecologico, in particolare per i rifiuti non degradabili“. Pannolini e assorbenti fanno parte di quella categoria di rifiuti difficilmente gestibili che richiedono modalità di smaltimento decisamente inquinanti: sono anni quindi che si cercano nuovi modi per evitare che diventino rifiuti non riciclabili.
Secondo le statistiche i pannolini usa e getta rappresentano il 50% dei rifiuti domestici: per un solo bambino si genera da 4 a 5 tonnellate di questo tipo di spazzatura. Introdotti intorno al 1961, sono fatti di fibre di plastica che possono impiegare fino a 500 anni per degradarsi; l’alternativa ecologica sono i pannolini lavabili. Un bambino usa circa 6000 pannolini nei suoi primi 2 anni, con una spesa per le famiglie di 2000 euro mentre il costo dei pannolini lavabili sarebbe intorno a 300 euro.
Christof Schröfl, un chimico dell’Università di tecnologia di Dresda, in Germania, ha elogiato il progetto definendolo un tassello davvero utile all’interno di un processo di graduale miglioramento dei materiali costruttivi. Tuttavia, ha avvertito che il trasporto dei pannolini usati dalla discarica agli impianti di trasformazione o ai cantieri potrebbe comportare lunghi percorsi, limitando i benefici ambientali derivanti dalla procedura. Una delle principali sfide per diffondere il metodo, implementandolo su ampia scala, è proprio quella di separare i pannolini usati dal resto dei rifiuti. Siswanti Zuraida è fiducioso: “Si tratterebbe di fare una raccolta differenziata, come già avviene per la plastica, il vetro o la carta”.
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