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Cambiamenti climatici e sport invernali: OMM e FIS uniscono le forze

Una partnership strategica per proteggere gli sport invernali e il turismo montano dagli effetti del cambiamento climatico, unendo scienza e sport in iniziative concrete

L’accordo, che entrerà in vigore prima dell’imminente stagione invernale 2024-2025, punta a utilizzare dati scientifici per preservare il futuro degli sport invernali e del turismo montano.

La Federazione Internazionale Sci e Snowboard (FIS) e l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) hanno siglato un’alleanza strategica per accendere i riflettori sul crescente impatto dei cambiamenti climatici sugli sport invernali e sul turismo nelle regioni montane. Con un Memorandum d’intesa appena firmato, le due organizzazioni si impegnano a collaborare per sensibilizzare l’opinione pubblica e adottare misure pratiche per mitigare gli effetti delle temperature globali in aumento sulla neve e sul ghiaccio. Questa storica collaborazione segna la prima volta che l’agenzia meteorologica delle Nazioni Unite stringe un accordo con una federazione sportiva internazionale.

 

Il dibattito sull’emergenza climatica nel mondo degli sport invernali non è nuovo. Già il 12 febbraio 2023, 142 sciatori professionisti avevano indirizzato una lettera alla FIS, richiedendo azioni concrete contro il cambiamento climatico. L’iniziativa, capitanata dallo sciatore austriaco Julian Schütter, ambasciatore della campagna “Protect Our Winters”, sollecitava un intervento urgente. La scorsa stagione, la FIS ha organizzato 616 gare di Coppa del Mondo, distribuite su 166 località; ben 26 di queste sono state cancellate a causa di condizioni meteorologiche sfavorevoli.

“Le vacanze invernali rovinate e gli eventi sportivi annullati sono solo la punta dell’iceberg del cambiamento climatico”, ha sottolineato Celeste Saulo, Segretaria Generale dell’OMM. “Il ritiro dei ghiacciai, la diminuzione della copertura nevosa e lo scioglimento del permafrost stanno avendo effetti devastanti sugli ecosistemi, sulle comunità e sull’economia delle aree montane. Queste tendenze continueranno ad aggravarsi con conseguenze a lungo termine, a livello sia locale che globale”.

Foto: Tommaso Fimiano

Johan Eliasch, Presidente della FIS, ha espresso preoccupazione per il futuro degli sport invernali: “La crisi climatica va oltre la nostra federazione e lo sport stesso; è una sfida cruciale per l’intera umanità. Tuttavia, il cambiamento climatico rappresenta una minaccia diretta per lo sci e lo snowboard. Ignorare la scienza e i dati oggettivi sarebbe irresponsabile. Questa collaborazione con l’OMM rappresenta un’opportunità per affrontare la crisi con strumenti basati su analisi scientifiche”.

L’accordo, che sarà operativo per un periodo iniziale di cinque anni, prevede la possibilità di rinnovo automatico. Nel corso di questo periodo, le due organizzazioni collaboreranno su una vasta gamma di iniziative. L’obiettivo principale sarà mettere a disposizione degli sport sulla neve e del turismo montano il patrimonio di dati scientifici e le competenze fornite dall’OMM e dai suoi servizi meteorologici nazionali. Le prime attività congiunte sono già in programma: il 7 novembre si terrà un webinar rivolto alle 137 associazioni nazionali di sci, ai gestori delle strutture e agli organizzatori di eventi. Il focus sarà sui cambiamenti climatici e sull’impatto potenziale su neve, ghiaccio e sport invernali, con un approfondimento sugli strumenti avanzati di previsione meteorologica per ottimizzare la gestione della neve nelle stazioni sciistiche.

La Svizzera, sede sia della FIS che dell’OMM, ha recentemente sollevato la questione dello scioglimento dei ghiacciai al punto da proporre una ridefinizione dei confini alpini con l’Italia. Studi recenti rivelano che i ghiacciai alpini hanno perso circa il 60% del loro volume dal 1850, mentre dal 1970 i giorni di nevicate sotto gli 800 metri si sono dimezzati, con precipitazioni che cadono sempre più spesso sotto forma di pioggia invece che neve.

Lo scioglimento del permafrost, specialmente nelle regioni montane, artiche e subartiche, sta compromettendo la stabilità delle infrastrutture costruite su questo terreno fragile. Inoltre, l’aumento del carbonio rilasciato nell’atmosfera contribuisce ulteriormente al riscaldamento globale. Le modifiche nella copertura nevosa non influenzano soltanto il turismo invernale, ma impattano anche settori come l’energia idroelettrica e i trasporti, rendendo evidente come i cambiamenti climatici abbiano effetti profondi e ramificati sull’intero ecosistema alpino.

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