Amazzonia, cala la deforestazione ma non gli incendi: +5,3% rispetto al 2022
L’Amazzonia, nonostante il calo significativo della deforestazione registratosi quest’anno, continua a bruciare a un ritmo allarmante. Sono 15.744 i focolai divampati in Amazzonia nel 2023, con un aumento del 5,3% rispetto al medesimo periodo del 2022. I roghi si concentrano principalmente negli Stati di Mato Grosso, Maranhão e Pará, vale a dire luoghi dove l’industria agroalimentare continua ad espandersi senza alcun riguardo per la più grande foresta pluviale del pianeta.
Amazzonia, effetto Lula: nei primi 6 mesi di governo la deforestazione è calata del 34 per cento |
Amazzonia, Lula oltre a controllare la deforestazione deve intervenire per prevenire gli incendi
Secondo Martina Borghi, campagna Foreste di Greenpeace Italia, «è urgente e necessario che il governo Lula attui un piano d’azione integrato per salvare questo ecosistema vitale, riconoscendo gli impatti della crisi climatica e le responsabilità di chi distrugge la foresta, anziché limitarsi a spegnere i focolai».
Gli incendi in Amazzonia, oltre che da una stagione più secca e da El Nino, vengono incentivati dalla deforestazione su vasta scala che l’anno scorso è stata all’ordine del giorno sotto la presidenza di Jair Bolsonaro. Non a caso i roghi si stanno diffondendo in tutte quelle aree già disboscate in passato per liberare i terreni e fare posto a nuovi pascoli e piantagioni.
Amazzonia, otto Paesi stipulano un’alleanza per salvaguardare la foresta pluviale
Proprio ieri, nella città brasiliana di Belem, ha avuto inizio il vertice sull’Amazzonia presieduto da Lula. Un summit molto atteso che riunisce al tavolo dei negoziati i rappresentanti degli otto Paesi dell’Organizzazione del trattato di cooperazione amazzonica (OCTA), vale a dire Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Peru, Suriname e Venezuela. Questi otto Paesi hanno stipulato un’alleanza per promuovere uno sviluppo sostenibile ed evitare il punto di non ritorno per la foresta amazzonica. I membri del gruppo hanno firmato una dichiarazione congiunta che traccia una tabella di marcia per promuovere lo sviluppo sostenibile, porre fine alla deforestazione e combattere la criminalità organizzata che la alimenta.
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