Anticiclone delle Azzorre
Conoscere la circolazione atmosferica sull'Italia. La rubrica a cura di Laura Bertolani e Giovanni Dipierro
Proseguiamo con la descrizione dei dodici Tipi di Circolazione atmosferica (TC) classificati sull’Europa Centro-meridionale da una SOM (Self Organizing Maps), o Mappa di Kohonen, una tipologia di rete neurale artificiale ad apprendimento non supervisionato.
Analizziamo il sesto TC della lista creata da SOM: lo abbiamo chiamato “Anticiclone delle Azzorre”. In un anno, è presente mediamente in circa il 7 % dei giorni (vedi istogramma). Questo tipo di circolazione è particolarmente frequente durante l’estate ed ha evidenti caratteristiche anticicloniche per l’Italia: favorisce condizioni di tempo stabile, prevalentemente soleggiato e con masse d’aria di origine temperata che scongiurano la presenza di ondate di calore. Il conseguente bel tempo estivo infatti non è accompagnato da picchi di caldo intenso (come invece accade con TC11 – Anticiclone Nordafricano), ma le temperature si mantengono prossime o solo leggermente sopra alle medie stagionali.
Il grafico delle tendenze degli ultimi sedici anni evidenzia un leggero aumento della presenza di TC6 – Anticiclone delle Azzorre in tutte le stagioni, tranne in primavera.
Approfondiamo ora le caratteristiche termo dinamiche di questo importante tipo di circolazione.
Circolazione al livello del mare: pressione s.l.m.
La distribuzione della pressione al livello del mare vede la presenza di un’area di alta pressione che dall’Europa sud-occidentale e dal vicino Atlantico si allunga fino al settore alpino e al Mediterraneo centrale. La pressione poi diminuisce a nord del 50° parallelo e in direzione dell’Egeo, che è sede di una depressione chiusa. Questa configurazione coincide con le estensioni verso est, quindi anche in direzione del Mediterraneo e dell’Italia, del ben noto Anticiclone delle Azzorre. In un contesto “italiano” valori di pressione relativamente e leggermente più bassi interessano mediamente la Valpadana e il settore adriatico.
Circolazione in quota: geopotenziale a 700 hPa (circa 3000 metri s.l.m.) e 500 hPa (circa 5500 metri s.l.m.)
Nelle configurazioni del geopotenziale a 700 e 500 hPa si individua un flusso di correnti in quota con componente prevalentemente occidentale, inizialmente da ovest nel settore tra Francia e Spagna e quindi da nordovest nella porzione più a levante. Le correnti hanno quindi una evidente curvatura anticiclonica intorno a un’alta pressione centrata tra la penisola iberica e il vicino Nord Africa. La presenza di un massimo di pressione nelle stesse aree sia al suolo che in quota è indice della presenza di un anticiclone di origine dinamica, una categoria di anticicloni a cui appartiene l’Anticiclone delle Azzorre.
Temperatura a 850 hPa (circa 1500 metri s.l.m.)
La direttrice occidentale delle correnti in quota favorisce afflussi di aria con caratteristiche termiche tipiche del vicino Atlantico e quindi l’afflusso di masse d’aria temperata senza il rischio di irruzioni di aria “fredda” da latitudini più elevate o di aria “calda” di matrice nord africana. La distribuzione della temperatura a 850 hPa mostra mediamente la presenza di una massa d’aria leggermente più fresca al Nordest, più calda all’estremo Sud e nelle Isole. Per effetti probabilmente correlati all’interazione delle correnti occidentali con la barriera alpina il Nordovest è mediamente più caldo del Nordest.
Umidità specifica a 700 hPa (circa 3000 metri s.l.m.)
La distribuzione dell’umidità specifica a 700 hPa, un indicatore approssimato della collocazione dei sistemi nuvolosi più importanti, ci mostra un Mediterraneo centrale, e quindi gran parte dell’Italia, piuttosto asciutto, sintomo di una prevalenza di situazioni soleggiate. Masse d’aria più umide interessano i Balcani. In un contesto “italiano” l’umidità cresce leggermente verso l’Appennino centrale, il medio Adriatico e il Nord, specie nel suo settore alpino. Infatti i sistemi nuvolosi atlantici, costretti dall’anticiclone a transitare più a nord prima di piegare verso i Balcani, possono lambire il Nord Italia e l’alto Adriatico con effetti solo marginali ed episodici, localmente accentuati dall’orografia.
Distribuzione delle precipitazioni sull’Italia
In coincidenza di questo tipo di circolazione non si attendono naturalmente vere e proprie fasi di maltempo. “Poche” precipitazioni possono riguardare:
- Il settore alpino di confine (per effetto Stau offerto alla coda più meridionale di eventuali perturbazioni): principalmente in inverno nel settore dalle Alpi Graie fino all’Alto Adige; saltuariamente in primavera e autunno tra la Valle d’Aosta e l’Ossola.
- Le Alpi centro-occidentali, le Prealpi orientali, l’alto Veneto e il Friuli Venezia Giulia: in estate per isolati episodi di instabilità convettiva tra pomeriggio e sera.
- La Calabria e il nordest della Sicilia: in forma episodica tra la primavera e l’estate; l’influsso marginale della circolazione depressionaria centrata sull’Egeo può infatti produrre una locale instabilità, per lo più pomeridiana.
Le figure che seguono mostrano la distribuzione delle precipitazioni dall’estate 2017 alla primavera 2018 (dati CPC Unified Gauge-based Analysis of Global Daily Precipitation) e l’immagine del satellite Meteosat di una giornata con TC6 – Anticiclone delle Azzorre (21 luglio 2020).
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