World Economic Forum, quadruplicate le emissioni dei jet privati a Davos. Greenpeace: «vietare questa forma di trasporto ultra-inquinante»
Lunedì 16 gennaio si aprirà il World Economic Forum, che riunirà nella località svizzera di Davos molte delle persone più potenti e influenti del mondo. Una ricerca commissionata da Greenpeace International rivela che durante la scorsa edizione del Forum i jet privati dei partecipanti hanno generato emissioni di CO₂ quattro volte superiori a quelle che in media sono attribuite a questo tipo di velivoli nelle altre settimane dell’anno.
Sono stati ben 1040 i jet privati atterrati e partiti dagli aeroporti di Davos durante il World Economic Forum del 2022: si stima che circa un partecipante su dieci all’ultima edizione del meeting abbia viaggiato su un jet privato. L’impatto climatico e ambientale è stato di conseguenza enorme: in una sola settimana i jet privati hanno causato emissioni di CO₂ pari alle emissioni medie di 350 mila automobili nello stesso periodo di tempo.
«Le persone più ricche e potenti del pianeta si ritrovano a Davos per discutere a porte chiuse di questioni cruciali come la crisi climatica e le disuguaglianze, ma ci vanno usando la forma di trasporto più iniqua e inquinante: i jet privati», dichiara Federico Spadini, campagna trasporti di Greenpeace Italia. «Nel frattempo l’Europa sta vivendo l’inverno più caldo mai registrato, gli eventi climatici estremi diventano sempre più devastanti in tutto il mondo, e la crisi energetica ed economica riduce sul lastrico moltissime famiglie».
Degli oltre mille jet privati che hanno volato a Davos durante il World Economic Forum dell’anno scorso, il 53 per cento era costituito da tratte a corto raggio inferiori a 750 km, che avrebbero potuto essere percorse facilmente in treno o in auto, mentre il 38 per cento ha percorso distanze ultra-brevi, inferiori a 500 km. Il volo più breve registrato è stato addirittura di 21 km. I Paesi con il maggior numero di arrivi e partenze dagli aeroporti di Davos sono stati Germania, Francia e Italia. I voli da e per gli aeroporti italiani sono stati in totale 116, di cui 43 con tratte inferiori ai 250 km.
«L’80 per cento della popolazione mondiale non ha mai preso un aereo, ma soffre comunque le conseguenze delle emissioni che alterano il clima. Se il Forum di Davos volesse davvero dimostrare impegno nel raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi dovrebbe, una volta e per tutte, mettere fine all’ipocrisia e all’inaccettabile spreco di energia dei voli privati. Per questo chiediamo al governo italiano di vietare i jet privati e gli inutili voli a corto raggio, in modo da poter garantire un futuro verde, giusto e sicuro per tutti e tutte», conclude Spadini.
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«In un momento in cui i governi chiedono alle famiglie di risparmiare energia e fare sacrifici, vietare i jet privati sarebbe un segnale importante di impegno verso una reale transizione energetica che metta fine all’era dei combustibili fossili», commenta Greenpeace Italia. L’organizzazione ha lanciato una petizione per chiedere al governo italiano «misure concrete contro la crisi energetica e climatica».
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