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Uragano Beryl devasta i Caraibi con venti oltre i 200km/h e onde di tempesta oltre i 2 metri e mezzo

L’uragano Beryl continua a battere record storici mentre si appresta a raggiungere la Giamaica, dopo aver causato almeno 6 vittime e devastato intere isole dei Caraibi nella giornata lunedì. Beryl ha impiegato solo pochi minuti per devastare Grenada, travolgendo edifici e interrompendo la corrente elettrica e i servizi telefonici a quasi tutti i residenti dell’isola, ha affermato l’ufficio del governatore: il 90% delle case sulla Union Island nell’arcipelago è stato raso al suolo.  La devastazione è tale che Grenada ha dichiarato lo stato di emergenza, esteso fino al 7 luglio.

Nell'occhio dell'uragano di categoria 5 Beryl. Crediti NOAA WP-3D Orion NOAA43
Nell’occhio dell’uragano di categoria 5 Beryl. Crediti NOAA WP-3D Orion NOAA43

Ora è la Giamaica a temere il peggio: attiva sull’isola l‘allerta uragano. Anche se l’occhio di Beryl probabilmente non toccherà l’isola, l’uragano potrebbe restare di categoria 4 mentre transita da est verso ovest, portando quindi venti tra i 200 e i 250 km/h, mareggiate devastanti, piogge intense e un’onda di tempesta che farà alzare il livello del mare oltre i 2 metri e mezzo.

Beryl, uragano record verso la Giamaica

Beryl ha dato il via a una stagione degli uragani eccezionalmente precoce: è l’uragano di categoria 5 più precoce e solo la seconda tempesta atlantica di tale forza ad essere registrata a luglio.

Nella giornata del 2 luglio Beryl si è intensificato a uragano di categoria 5, la massima possibile: lunedì sera, Beryl è diventata la prima tempesta a trasformarsi in un uragano di categoria 5 nell’Atlantico nella storia e ha raggiunto il picco con venti a 270 km/h martedì, prima di indebolirsi a una categoria 4.

uragano Beryl

Attualmente si trova a 400 chilometri di distanza da Kingston, capitale della Giamaica. I suoi venti soffiano ad una media di 230 km/h, e si sta spostando verso ovest a circa 35 chilometri orari. Secondo le previsioni del Centro Uragani della NOAA, Beryl dovrebbe raggiungere la Giamaica nella serata di oggi, mercoledì 3 luglio. Il centro dell’uragano dovrebbe poi passare vicino o sopra le Isole Cayman tra la sera di oggi e la mattina di giovedì, per poi avvicinarsi alla penisola dello Yucatan in Messico giovedì notte.

Beryl dovrebbe restare un uragano di categoria 4 nella scala Saffir-Simpson fino ad oggi, per poi probabilmente indebolirsi nei giorni successivi. Nonostante sia previsto un indebolimento, si prevede tuttavia che Beryl si trovi vicino o al livello di un uragano “major” durante il suo transito vicino alla Giamaica e alle Isole Cayman. Si prevede un ulteriore indebolimento in seguito.

L'Occhio dell'Uragano Beryl dal satellite Copernicus Sentinel 2
L’Occhio dell’Uragano Beryl dal satellite Copernicus Sentinel 2

In Giamaica sono previsti effetti catastrofici, con venti distruttivi, mareggiate e un’onda di tempesta capace di allagare vaste zone della terraferma. Il livello del mare potrebbe alzarsi di oltre un metro e mezzo, con picchi possibili di 2,7 metri lungo le coste più esposte in Giamaica e fino a 1,2 metri nelle Isole Cayman. L’uragano porterà anche piogge intense, con accumuli tra i 100 e 200 mm, con picchi localizzati di 300 mm.

Si teme una stagione degli uragani intensa

Beryl è un primo campanello d’allarme: la stagione sarà foriera di uragani particolarmente intensi secondo una analisi della WMO. L’Atlantico ha generato il terzo maggior livello di energia ciclonica accumulata mai registrata fino al 2 luglio, dopo il 1886 e il 1951. L’energia ciclonica accumulata è un sistema metrico integrato che tiene conto della frequenza, dell’intensità e della durata delle tempeste.

Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici prevede che la percentuale di cicloni tropicali intensi e i tassi medi e massimi delle precipitazioni aumenteranno a causa dei cambiamenti climatici.

L’uragano Beryl si è intensificato da depressione tropicale a uragano di categoria 3 in appena 42 ore, e 4 in 48 ore. Non è mai successo prima d’ora a giugno, tuttavia quanto successo è in linea con la recente tendenza verso un’intensificazione molto rapida, come nel caso dell’uragano Otis che è cresciuto fino a diventare un uragano di categoria 5 durante la notte e ha colpito la località turistica messicana di Acapulco lo scorso ottobre.

Il Climate Prediction Center della NOAA ha previsto dalle 17 alle 25 tempeste nominate in questa stagione (la media è 14). Di queste, si prevede che da 8 a 13 diventeranno uragani (la media è 7), inclusi 4-7 uragani “major” -ovvero tempeste di categoria 3, 4 o 5 sul Saffir Simpson -, contro una media è 3.

Gli ultimi otto anni sono stati sempre caratterizzati ad una attività sopra la media. Le elevate temperature della superficie del mare e l’assenza di wind shear dovute al passaggio dalla stagione El Niño a quella La Niña favoriscono quest’anno lo sviluppo di cicloni tropicali.

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