Solstizio d’Inverno 2023: il giorno più corto dell’anno
Il 22 dicembre cade il solstizio d’inverno 2023, il momento astronomico che scandisce l’inizio della stagione più fredda per il nostro emisfero, e della stagione calda per l’emisfero meridionale. Ogni solstizio d’inverno rappresenta per noi il giorno “più corto” dell’anno, ovvero con meno ore di luce e più ore di buio.
Solstizio d’inverno 2023: il giorno più corto dell’anno
Venerdì 22 il sole sorgerà alle 08:00 e tramonterà alle 16:43 a Milano (08:43 di luce), mentre a Roma sorgerà alle 07:34 e tramonterà alle 16:42 (09:08 ore di luce). A Napoli il sole sorgerà alle 07:24 e tramonta alle 16:38 (9:14 di luce).
Questo perché il solstizio è un momento astronomico in cui i raggi del sole cadono perpendicolari al Tropico del Capricorno (o meglio allo zenit). Quest’anno il solstizio d’inverno cadrà venerdì 22 dicembre, precisamente alle 4:27 italiane. Il venerdì che precede il Natale sarà dunque un giorno di buio totale oltre il Circolo Polare Artico, e di piena luce in Antartide.
Dal solstizio d’inverno in avanti, però, le ore di luce torneranno ad aumentare gradualmente. Nel corso dei mesi successivi le ore di luce aumenteranno fino a portarsi al pari di quelle buie nel giorno dell’equinozio di primavera 2024 (mercoledì 20 marzo) e quindi fino a raggiungere la massima durata nel giorno del solstizio d’estate (20 giugno).
Da cosa dipendono le stagioni?
L’andamento delle stagioni astronomiche, scandito da solstizi ed equinozi, contrariamente a quanto si può pensare non dipende dalla “vicinanza” del nostro Pianeta al Sole, ma dalla sua inclinazione rispetto al Sole. L’asse terrestre, infatti, ha una inclinazione di 23,27˚ rispetto al piano dell’orbita della Terra attorno al Sole. Questo fa sì che le regioni “rivolte verso il sole” cambino nel corso dell’anno e ricevano dalla stella più o meno energia.
Durante l’inverno boreale, infatti, l’emisfero settentrionale riceve dal Sole il valore minimo di energia per unità di tempo (meno ore di luce). Durante gli equinozi gli emisferi ne ricevono la stessa quantità, mentre durante il solstizio d’estate l’emisfero settentrionale riceve il massimo dell’energia per unità di tempo.
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