Oceano, il riscaldamento accelera con effetti sui fenomeni meteo estremi
L’Oceano si sta riscaldano sempre più velocemente penetrando sempre più in profondità, creando effetti diffusi sugli eventi meteorologici estremi e sulla vita marina. A stabilirlo è una nuova revisione scientifica condotta da quindici esperti provenienti da Australia, Nuova Zelanda, Cina, Regno Unito, Francia e Stati Uniti, pubblicata sulla rivista Nature Reviews: Earth and Environment.
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Il tasso di riscaldamento nei primi 2 chilometri è raddoppiato rispetto ai livelli degli anni ’60
Oltre il 90% del calore causato dall’aggiunta di gas serra nell’atmosfera attraverso la combustione di combustibili fossili viene assorbito dall’oceano. Il tasso di riscaldamento nei primi 2 km è raddoppiato rispetto ai livelli degli anni ’60. Secondo uno degli autori dello studio, le devastanti inondazioni che hanno colpito recentemente l’Australia orientale sono state molto probabilmente aggravate dal riscaldamento degli oceani. E mano a mano che l’Oceano assorbe calore, i rischi continuano ad aumentare.
Secondo la recensione, il calore extra sta accelerando l’innalzamento del livello del mare, intensificando gli eventi di pioggia estrema, sciogliendo i ghiacci, aggiungendo energia ai cicloni e cambiando i luoghi nei quali si formano. Sta inoltre provocando ondate di caldo marine più intense. Anche con le ambizioni climatiche più elevate secondo gli studiosi non c’è modo di evitare che il riscaldamento degli oceani raddoppi rispetto ai livelli attuali entro la fine del secolo.
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“Il riscaldamento dell’oceano sta già causando piogge, inondazioni, scioglimento dei ghiacci e innalzamento del livello del mare, oltre a danneggiare le barriere coralline e gli ecosistemi”, ha affermato il professor Matt England, coautore della revisione e oceanografo presso l’Università del New South Wales. “Senza riduzioni delle emissioni andrà solo peggiorando”.
Riscaldamento più pronunciato nell’Oceano meridionale e nell’Atlantico
I quindici scienziati che hanno condotto la revisione sul riscaldamento degli oceani hanno stabilito che tutti i bacini oceanici stanno diventando più caldi, ma in maniera particolare l’Oceano meridionale e l’Atlantico. A partire dagli anni ’90, il riscaldamento è stato rilevato anche a una profondità di 2 km. Il dottor Kevin Trenberth, coautore e illustre studioso presso il Centro nazionale per la ricerca atmosferica degli Stati Uniti, ha affermato che “questo riscaldamento degli oceani è davvero implacabile con enormi conseguenze per l’innalzamento del livello del mare. Gli effetti sui sistemi meteorologici non possono che accentuarsi, diventando più intensi e duraturi”.
Secondo lo studioso, infatti, la quantità di pioggia osservata in alcune parti del Victoria (Australia) negli ultimi giorni è stata collegata al calore extra visto nel Mar dei Coralli e nel Mar di Tasmania. Spiega inoltre che “il luogo in cui cade la pioggia è determinato da La Niña, ma la quantità che si verifica e la sua intensità ha gli ingredienti extra del riscaldamento globale“. Al ritmo attuale, ha affermato Trenberth, la quantità di energia aggiunta all’oceano ogni anno sotto forma di calore è pari a circa 80 volte la produzione totale di elettricità globale.
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