Le Nazioni Unite hanno messo a punto un’Agenda d’azione per l’Acqua
Si è svolta nei giorni scorsi a New York la Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua.
Il vertice si è chiuso venerdì 24 marzo con l’impegno, da parte di governi, imprese e società civile, a stanziare miliardi di dollari per portare avanti l’agenda sull’acqua, un punto di riferimento per accelerare lo sviluppo sostenibile come previsto dall’agenda 2030 a esso dedicata.
Gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile
Con l’obiettivo dell’Agenda 2030, nel 2015 i paesi membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a raggiungere 17 obiettivi di sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs –, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
Il numero 6 di questi obiettivi riguarda proprio l’acqua, con la promessa di garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, un bisogno elementare per la salute e il benessere delle persone, nonché un diritto umano riconosciuto.
Tuttavia, circa 2 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso all’acqua potabile e il 40 per cento della popolazione mondiale soffre di carenza idrica. Con l’aumento della popolazione, nel frattempo, si prevede che la pressione sull’acqua dolce sia destinata ad aumentare di oltre il 40 per cento entro il 2050.
Questo il quadro che ha fatto da sfondo alla Conferenza delle Nazioni Unite, che si è focalizzata sull’urgenza della crisi idrica e sulle numerose e importanti tematiche a essa legate, come il suo ruolo nelle migrazioni forzate, nei cambiamenti climatici e nei conflitti, nella riduzione della povertà, nella salute e nella sicurezza alimentare.
La conferenza sull’acqua
Circa 10.000 persone hanno preso parte al summit, sia online che in presenza presso la sede delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di intensificare l’azione per l’acqua, affrontando una crisi idrica sempre più grave e garantendo un accesso equo a questa risorsa vitale.
Ospitata congiuntamente da Paesi Bassi e Tagikistan, la Conferenza ha riunito leader mondiali, società civile, imprenditori, scienziati, rappresentanti dei giovani e di diversi settori coinvolti, dall’agricoltura all’ambiente, passando anche per l’energia. Tra i presenti anche il ministro italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Leader e delegati hanno analizzato problematiche e possibili soluzioni, con deliberazioni relative alla necessità di una migliore raccolta dei dati, al potenziamento dei sistemi di governance, alle opportunità di sviluppo e alle carenze di finanziamento nel settore idrico. Secondo le stime il fabbisogno finanziario è compreso tra 182 e 600 miliardi di dollari all’anno, cifre che rendono più che mai evidente l’urgenza di sbloccare finanziamenti e sistemi innovativi per favorire investimenti su larga scala.
L’agenda
Il risultato chiave della Conferenza è l’Agenda d’azione per l’acqua, che ha raccolto oltre 700 impegni volti a favorire la transizione verso un mondo sicuro dal punto di vista idrico attraverso un approccio più coordinato ed efficace. Sono in corso di valutazione anche altre iniziative da prendere in seguito, come la nomina di un inviato speciale dell’ONU per l’acqua.
Gli impegni previsti dall’agenda affrontano un’ampia gamma di temi volti a creare partenariati e cooperazione verso un’azione condivisa urgente, immediata e accelerata e a stabilire un forte meccanismo internazionale per impedire che la crisi idrica globale sfugga al controllo.
«Gli impegni assunti in questa Conferenza spingeranno l’umanità verso un futuro sicuro dal punto di vista dell’acqua, di cui ogni persona sul pianeta ha bisogno», ha commentato il segretario generale dell’ONU Antònio Guterres durante la cerimonia di chiusura.
Sulla stessa linea anche Li Junhua, sottosegretario generale dell’ONU per gli affari economici e sociali, e segretario generale della conferenza: «Alla conferenza sull’acqua 2023 si è riunita una comunità globale determinata a fare la differenza non solo per il futuro dell’acqua, ma anche per quello del mondo», ha detto.
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