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La stagione degli uragani 2022 sarà più attiva del normale: sarebbe la settima di fila

Secondo i meteorologi del Climate Prediction Center della NOAA, il 2022 vedrà una stagione degli uragani molto attiva. Si tratterebbe così della settima stagione consecutiva segnata da tempeste e uragani sopra la media. La stagione degli uragani atlantici del 2022 prenderà il via il prossimo 1 giugno e si concluderà il 30 novembre. Per gli esperti ci sarà una probabilità del 65% di avere una stagione al di sopra della norma, del 25% di avere una stagione quasi normale e solo una probabilità del 10% di viverne una al di sotto della norma.

Crediti NOAA

Stagione 2022: da 3 a 6 major

Per la stagione  2022, si potrebbero verificare 14 a 21 tempeste nominate (con venti a 62 km/h o superiori). Di queste da 6 a 10 potrebbero trasformarsi in uragani (venti di 119 km/h o superiori), con da 3 a 6 uragani major (categoria 3, 4 o 5; con venti a 178 km/h o superiori).

Crediti NOAA

L’aumento dell’attività prevista per questa stagione 2022 è causata a diversi fattori climatici, tra cui La Niña che probabilmente persisterà per tutta la stagione, temperature della superficie del mare più calde della media nell’Oceano Atlantico e nel Mar dei Caraibi. Da tenere in considerazione anche Alisei tropicali più deboli dell’Atlantico e un monsone dell’Africa occidentale potenziato. Il modo in cui il cambiamento climatico influisce sulla forza e sulla frequenza dei cicloni tropicali è un’area di studio continua per gli scienziati della NOAA.

Con il riscaldamento globale uragani più forti e frequenti? Il caso emblematico della stagione 2020

Un recente studio condotto dagli scienziati della Stony Brook University, del Lawrence Berkeley National Laboratory e della Pennsylvania State University, è stato pubblicato su Nature Communications e ha analizzato l’eccezionale stagione 2020 approfondendo in che modo il cambiamento climatico causato dall’uomo abbia alimentato l’insolita attività.

L’aumento delle temperature delle acque superficiali degli oceani nel 2020 a livello globale hanno superato di più di un grado quelle del periodo pre-industriale. Attraverso delle sofisticate simulazioni i ricercatori hanno calcolato che nel 2020 le temperature delle acque superficiali nell’oceano Atlantico sono aumentate tra gli 0,4 e gli 0,9 gradi. Tranmite la tecnica statistica hindcast (che determina le condizioni presenti nel passato e non quelle che si presenteranno in futuro) hanno calcolato quanti degli eventi meteo estremi registrati fossero riconducibili all’aumento delle temperature.

I risultati hanno dimostrato che, nel 2020, i cambiamenti climatici hanno causato un aumento delle precipitazioni orarie dovute alle tempeste tropicali fino al 10%.  Le precipitazioni orarie dovute agli uragani hanno subito un aumento fino all’11% rispetto alle condizioni preindustriali. I totali delle precipitazioni più estreme in tre giorni sono stati del 5% più alti per le tempeste tropicali e dell’8% per gli uragani.

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