La peggiore siccità degli ultimi 40 anni sta decimando le api in Marocco
Le api in Marocco sono state decimate da una grave siccità. L’alveare più colpito è quello di Inzerki, considerato dagli esperti il più antico e grande del mondo. Le colonie di api che solitamente proliferavano in primavera, sono praticamente crollate. Un duro colpo ecologico ma anche economico per il villaggio di Inzerki, nel sud-ovest del Paese, che fa affidamento sulla sostenibilità di questa attività.
“L’alveare di Inzerki è l’alveare collettivo più grande e più antico del mondo. La sua posizione è strategica ed è baciato dal sole tutto il giorno. Si trova in mezzo alla foresta e poiché le api si trovano vicino alla foresta, la resa è migliore”, afferma un apicoltore della zona.
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Api decimate in Marocco a causa di una grave siccità: il Governo sborsa 13 milioni di dollari per aiutare gli apicoltori
Le api sono minacciate dalla siccità in diverse zone del Marocco e non solo nel villaggio di Inzerki. Il Governo, per far fronte a questa emergenza, ha stanziato una cifra pari a 13 milioni di dollari. Le autorità marocchine, per spiegare questo crollo degli alveari, escludono malattie e sottolineano come la causa risieda in questa estrema siccità “senza precedenti”, conseguenza dei cambiamenti climatici. Il Nord Africa ha visto un aumento terrificante del tasso di mortalità tra gli insetti impollinatori, che come sappiamo svolgono un ruolo fondamentale in natura. Gli esperti affermano che queste morti improvvise sono spesso causate dalla distruzione degli ambienti naturali nonché dall’utilizzo di pesticidi. Le autorità marocchine sottolineano però che attualmente la causa del disastro risiede nella peggiore siccità degli ultimi 40 anni che ha distrutto le piante da cui le api dipendono per il cibo.
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L’alveare collettivo di Inzerki si trova in una zona strategica e al centro della Riserva della Biosfera di Arganeraie
L’esclusivo alveare collettivo di Inzerki si trova su una collina soleggiata nel cuore della Riserva della Biosfera di Arganeraie, un’area protetta dall’UNESCO di 2,5 milioni di ettari, a circa 415 chilometri a sud-ovest della capitale, Rabat. Il complesso, che risale al 1850, è sbalorditivo: una struttura a cinque piani di capriate in legno e argilla secca tesa lungo una collina, ogni stanza ospita un alveare di bambù cilindrico. Numerose famiglie vivono di apicoltura nel villaggio di Inzerki ma molte ci stanno rinunciando per svariati fattori, oltre al cambiamento climatico, tra cui l’arrivo dell’agricoltura moderna e l’esodo di massa dalle campagne. Un tempo c’erano circa 80 famiglie dedite all’apicoltura, ora ce ne sono meno di 20.
Anche l’esperto di api Antonin Adam, che studia gli insetti nel sud-ovest del Marocco, ha accusato il crollo delle api alla siccità ma ha aggiunto che il problema potrebbe essere stato aggravato dalla “vulnerabilità delle api alle malattie, dalle pratiche dei pastori nomadi, dall’agricoltura intensiva e dal desiderio del Paese di aumentare la produzione di miele“. Un desiderio che risulta particolarmente evidente dai dati del Ministero dell’Agricoltura: la produzione di miele in Marocco è infatti aumentata del 69% in dieci anni, passando dalle 4,7 tonnellate nel 2009 a quasi otto tonnellate nel 2019 e generando un fatturato di oltre 100 milioni di euro.
Non è solo Inzerki a veder morire le api a un ritmo terrificante: il disastro sta colpendo diverse zone del Marocco
Il sindacato degli Apicoltori UAM ha affermato che la crisi delle api sta colpendo un po’ tutto il Marocco. La scorsa estate, 36.000 apicoltori in Marocco gestivano circa 910.000 alveari, con un aumento del 60% rispetto al 2009 secondo i dati ufficiali. Dall’agosto 2021 sono andate perdute 100.000 colonie nella sola regione centrale di Beni Mellal-Khenifra.
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