Iraq, tre anni di grave siccità: riemerge un’antica città sommersa sul fiume Tigri
L’Iraq vive una grave siccità da ormai tre anni con i dati più recenti che indicano come il 39% del territorio sia stato colpito dalla desertificazione. In Iraq, paese dei due fiumi, il Tigri e l’Eufrate, è uno dei cinque paesi più vulnerabili al mondo agli effetti dei cambiamenti climatici.
La siccità è sempre più diffusa, le temperature elevate sempre più all’ordine del giorno e le tempeste di polvere più intense. Le precipitazioni si sono ridotte molto negli ultimi anni e i fiumi si sono prosciugati, il che ha portato migliaia di dunam (vale a dire circa 2.500 metri quadrati) a diventare secchi e gialli. In queste condizioni e come sempre più spesso accade, riemergono segni di civiltà antica che il Mondo moderno non conosce o semplicemente ha dimenticato.
Fiume Po in secca: rinvenuta una bomba della Seconda Guerra Mondiale |
Iraq, la grave siccità riporta a galla le rovine di Zakhiku, città sommersa sul fiume Tigre
Nella regione curda dell’Iraq quest’anno, proprio a causa della grave siccità, sono emerse le rovine di una città sommersa sul fiume Tigri: Zakhiku. La città fu fondata intorno al 1800 dall’antico impero babilonese che governò la Mesopotamia tra il XIX e il XV secolo a.C. Zakhiku fu fondata a scopo commerciale, vale a dire per sfruttare il traffico di carovane e una ricca rotta commerciale nel Vicino Oriente, che equivale all’attuale Medio Oriente, alla Turchia e all’Egitto. Fu così che divenne un’importante stazione commerciale per circa 600 anni prima che venisse spazzata via da un terremoto e successivamente abbandonata.
Zakhiku scomparve completamente negli anni Ottanta quando, come parte della diga di Mosul, fu allagata e sommersa. Noto in precedenza come Saddam Dam, si tratta del più grande e importante serbatoio d’acqua dell’Iraq utilizzato per l’irrigazione a valle. Quando appunto il livello dell’acqua è sceso, Zakhiku è emersa rivelando nuovi dettagli di quella che in antichità fu un’importante città commerciale.
Siccità e agricoltura, il drastico calo della produzione di grano in Iraq
Quasi il 90% dei raccolti alimentati dalla pioggia, come grano e orzo, è fallito quest’anno in Iraq a causa della gravissima siccità. Prima del 2020, l’Iraq arrivava a produrre quasi 5,5 milioni di tonnellate di grano. L’anno scorso invece la produzione si è fermata a 2,1 milioni. Molti iracheni, che per la maggior parte vivono proprio di agricoltura, sono stati costretti a sfollare a causa della carenza idrica.
La siccità negli ultimi anni è peggiorata per via di un clima sempre più secco e caldo ma anche a causa dalla riduzione del flusso fluviale dai paesi vicini all’Iraq, nonché dalla mancanza di investimenti e di gestione dell’acqua a livello nazionale. Alcuni prodotti di punta dell’Iraq, come il famoso riso ambrato, considerato uno dei tipi di riso più pregiati al mondo, secondo Autorità e residenti iracheni rischia di sparire se la situazione dovesse rimanere questa.
Leggi anche:
Energia, alla COP27 il piano per l’Africa Stati Uniti e Cina, al G20 sorrisi e strette di mano: una svolta per il clima? |
© Iconameteo.it - Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Iconameteo.it) e il link al contenuto originale