Il legame strettissimo tra clima e diritti umani
Il 10 dicembre si celebra la Giornata Mondiale dei diritti umani, un tema dalle mille sfaccettature che è strettamente legato, tra le altre cose, al clima.
La conferma arriva anche da Amnesty International, il movimento globale più noto per la difesa dei diritti umani.
«I cambiamenti climatici hanno un effetto devastante non solo sull’ambiente, ma anche sul nostro benessere», avverte Amnesty International. E fa il punto su alcuni degli aspetti per cui il clima ha già un maggiore impatto sui diritti umani.
Primo fra tutti, il diritto stesso alla vita. «I cambiamenti climatici minacciano la sicurezza di miliardi di persone su questo pianeta», avverte Amnesty International. Tra eventi estremi, ondate di caldo e altre conseguenze come la maggiore diffusione delle malattie, decine di migliaia di persone perdono la vita ogni anno per gli impatti della crisi climatica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che tra il 2030 e il 2050 circa 250 mila persone potrebbero morire ogni anno per i cambiamenti climatici.
Nell’estate bollente dell’Europa più di 20 mila persone sono morte per il caldo estremo |
Tra i diritti umani su cui il clima ha una maggiore influenza c’è anche il diritto alla salute. L’IPCC (il Panel intergovernativo sui cambiamenti climatici) ha dedicato un approfondimento ai molteplici fattori in gioco nell’impatto che la crisi climatica ha sulla salute delle persone. Dalle temperature oltre il limite di sopportazione a fenomeni estremi sempre più frequenti e violenti, dalla diffusione di malattie alla qualità dell’aria, i rischi sono enormi. Amnesty sottolinea i pericoli relativi anche alla salute mentale, come nel caso dei disturbi post traumatici da stress riscontrati in persone colpite da catastrofi naturali.
L’impatto del clima sulle risorse idriche è una minaccia gravissima per il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari, diritti che moltissime persone nel mondo si vedono già negati. «Tutti abbiamo il diritto all’acqua potabile per uso personale e domestico e a servizi igienico-sanitari che assicurino la nostra salute – spiega Amnesty International -. Ma una combinazione di fattori (come lo scioglimento della neve e del ghiaccio, la riduzione delle precipitazioni, le temperature più elevate e l’innalzamento del livello del mare) mostrano come i cambiamenti climatici stanno influenzando e continueranno a influenzare la qualità e la quantità delle risorse idriche». Un rapporto dell’Unicef e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rivelato che nel 2020 erano 2 miliardi le persone che in tutto il mondo non disponevano di acqua potabile sicura. E quasi la metà della popolazione mondiale (3.6 miliardi di persone) non disponeva di servizi igienico-sanitari sicuri.
È probabile che la situazione si sia già aggravata ulteriormente, soprattutto con i terribili e prolungati episodi di siccità che negli ultimi mesi e anni hanno messo in ginocchio diverse zone del pianeta, e con l’aumento delle temperature previsto per i prossimi anni lo scenario è destinato a peggiorare ancora.
Come sottolinea Amnesty International anche gli eventi meteo estremi, come le alluvioni e i cicloni, influenzano le infrastrutture idriche e igieniche, «lasciando dietro di sé acque contaminate e contribuendo così alla diffusione di malattie trasmesse dall’acqua. Anche i sistemi fognari, specialmente nelle aree urbane, saranno a rischio».
In gioco anche il diritto all’alloggio. «Tutti abbiamo diritto a un livello di vita adeguato, incluso un alloggio – avvertono gli esperti di Amnesty International -. Tuttavia, i cambiamenti climatici minacciano il nostro diritto all’abitazione in vari modi. Eventi meteorologici estremi come inondazioni e incendi stanno già distruggendo le case delle persone. Le siccità, le erosioni e le inondazioni possono cambiare nel tempo l’ambiente e l’innalzamento del livello del mare minaccia le case di milioni di persone in tutto il mondo».
Migranti climatici destinati ad aumentare se proseguirà l’inazione sul clima |
L’azione per il clima è fondamentale anche per i diritti umani
Le conseguenze della crisi climatica sono già tragicamente evidenti, e la scienza non lascia spazio a dubbi: le cose peggioreranno ulteriormente. Quanto? Dipende da noi.
L’azione climatica è più urgente che mai e serve affrontarla su più fronti, dalla riduzione e l’azzeramento delle emissioni di gas serra alle misure di adattamento, per far fronte agli impatti ormai inevitabili. Il tutto, nel segno di una transizione che sia giusta, oltre che efficace.
«Più i governi aspettano ad intraprendere azioni significative e concrete – avverte Amnesty International -, più difficile diventa il problema da risolvere e maggiore è il rischio che le emissioni vengano ridotte attraverso mezzi che aumentano la disuguaglianza anziché ridurla».
Per questo l’organizzazione si è recentemente unita all’appello per adottare e attuare un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili, volto a prevenire l’ulteriore espansione dei combustibili fossili, eliminando gradualmente la loro produzione esistente in modo equo e in linea con il mantenimento dell’aumento della temperatura globale a 1,5°C e l’adozione rapida di soluzioni reali per una transizione giusta che supporti ogni lavoratore, comunità e paese.
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