Super tempesta sulle Fiji, vittime e case distrutte. Il premier: colpa della crisi climatica [FOTO e VIDEO]
Come si temeva, l’impatto della super tempesta Yasa sulle Fiji è stato estremamente violento. Tra la giornata di ieri e la scorsa notte il ciclone si è abbattuto sulla seconda maggiore isola delle Fiji con l’intensità di un uragano di categoria 5, la massima su una scala da 1 a 5, spazzando Vanua Levu con piogge torrenziali e venti spaventosi: le raffiche hanno superato i 340 km orari.
Dreketi Primary School sustains severe damages — roof blew away. #TCYasa pic.twitter.com/KwIgew1X1q
— Roneel Kumar (@pseudofijian) December 17, 2020
Two people have died as a result of Tropical Cyclone Yasa.#FBCNews #FijiNews #Fiji #FJunited #TCYasa
More: https://t.co/MfA5bmwVCn pic.twitter.com/j5QtCTbdQE— FBC News Fiji (@FBC_News) December 18, 2020
Alle sue spalle Yasa lascia danni per centinaia di milioni di dollari, centinaia di edifici distrutti e purtroppo almeno due vittime tra cui, come ha confermato il primo ministro Frank Bainimarama, un neonato di appena 3 mesi. Secondo quanto riportano i media locali, il numero dei morti sembra destinato ad aumentare: molti villaggi sono infatti completamente isolati dopo le piogge alluvionali, con strade rese inaccessibili da frane e allagamenti che attualmente ostacolano l’arrivo dei soccorsi. Le probabilità che si trovino altre vittime sono purtroppo molto elevate.
Sawani Serea Road at Naqali Village Flat is closed due to flooding. For more information please call our toll free number 5720. #TCYasa pic.twitter.com/opxZqezWno
— Fiji Roads Authority (@FijiRoads) December 17, 2020
Il capo del governo ha sottolineato che il pericolo non è finito, e ha invitato tutti i cittadini a restare al riparo nell’attesa dei soccorritori. Secondo i dati resi noti dall’ufficio nazionale per la gestione dei disastri, quasi 23.500 persone hanno cercato riparo nei centri di evacuazione e altre migliaia di rifugiati si sono riuniti in caverne e chiese.
Il primo ministro delle Fiji ha sottolineato il ruolo dei cambiamenti climatici in catastrofi di questo genere, con tempeste estremamente intense che stanno diventando sempre più frequenti. Bainimarama ha ricordato in un tweet che, nello stesso giorno dell’impatto con il ciclone Yasa, 8 anni prima le Fiji si trovavano a far fronte al devastante ciclone Evan, che nel 2012 ha ucciso 14 persone. «Da allora – ha commentato il premier su Twitter – siamo stati colpiti da altri 12 cicloni, due dei quali (Winston e Yasa) si contendono ora il titolo per la tempesta più forte nella storia del nostro emisfero. Questo non è normale. Questa è un’emergenza climatica». Se un tempo i cicloni di categoria 5 erano molto rari, infatti, quest’anno sono state addirittura 2 le tempeste così intense che si sono abbattute sulle Fiji.
On this same day in 2012, Fiji was enduring Cyclone Evan.
Since then, we’ve been battered by 12 more cyclones — two of which (Winston and Yasa) are now jockeying for our hemisphere’s strongest-ever storm in history.
This is not normal.
This is a climate emergency. pic.twitter.com/mZuJZJUFpo
— Frank Bainimarama (@FijiPM) December 17, 2020
Cambiamenti climatici, i cicloni tropicali diventano sempre più pericolosi Il cambiamento climatico sta “spostando” i cicloni tropicali |
Il ciclone Yasa si muove verso Tonga, Fiji ancora in allerta
Nel suo cammino devastante sulla terraferma il ciclone Yasa ha perso un po’ di forza, e al momento è intenso come un uragano di categoria 3. Secondo le previsioni farà ancora sentire i suoi effetti sulle Fiji, dove resta in vigore la massima allerta per le isole più vicine alla sua traiettoria, per poi dirigersi verso Tonga. Il suo arrivo, qui, è previsto per il fine settimana.
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