Crisi climatica: più la minaccia si fa concreta, meno ce ne preoccupiamo. Lo studio
Mentre lo scorso anno è stato segnato dagli effetti drammatici – e troppo spesso letali – dei cambiamenti climatici, nella popolazione globale le preoccupazioni per questo tema sono diminuite.
Sembra paradossale la situazione fotografata da un sondaggio di Gallup World Risk Poll basato su oltre 125 mila interviste in 121 paesi: meno della metà degli intervistati ritiene che i cambiamenti climatici rappresentino una «minaccia molto seria» nei prossimi 20 anni. Rispetto alla precedente indagine del 2019 il calo è stato calo di 1,5 punti percentuali.
In Cina, il più grande inquinatore al mondo, solo il 20 per cento degli intervistati ha detto di considerare la crisi climatica come una minaccia molto seria (-3% rispetto al 2029). E a spiccare per percentuali estremamente basse della popolazione che si dice preoccupata per i cambiamenti climatici sono proprio alcuni dei paesi che ne stanno già subendo gli effetti più drammatici. Appena il 27,4% in Medio Oriente e Nord Africa, solo il 39,1% nell’Asia meridionale.
Secondo gli autori del sondaggio le preoccupazioni per i cambiamenti climatici verrebbero spesso messe in secondo piano da questioni percepite come più immediate, come i mezzi di sussistenza e la salute, specie dopo la pandemia di Covid-19.
I cambiamenti climatici, intanto, presentano il conto
Anche se con emergenze che appaiono più urgenti la crisi climatica rischia di essere percepita come una questione meno prioritaria, la situazione è già gravissima.
Uno studio dell’Istituto per l’economia e la pace condotto in 228 paesi e territori ha rilevato che più di 1,4 miliardi di persone in 83 paesi affrontano uno “stress idrico” estremo, con il 20% della popolazione che non ha accesso all’acqua potabile. Secondo il rapporto, entro il 2040 una grave carenza di acqua pulita colpirà duramente la maggior parte dell’Africa subsahariana, il Medio Oriente e il Nord Africa, ma anche diversi paesi europei tra cui l’Italia, la Grecia, i Paesi Bassi e il Portogallo.
Si stima che l’inquinamento atmosferico provochi ogni anno danni per più di 8.000 miliardi di dollari – il 6,1 per cento del PIL globale – e uccida tra 6 e 9 milioni di persone.
È sempre più urgente agire in modo concreto per mitigare la crisi climatica e diventare più resilienti ai suoi effetti più devastanti. Ma quest’ultima indagine ci ricorda anche quanto sia fondamentale il ruolo che il mondo della politica, della scienza e della comunicazione hanno nel raccontare in modo corretto ed efficace quello che sta succedendo.
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