CO2, concentrazioni mai così elevate negli ultimi 4 milioni di anni
Le concentrazioni di anidride carbonica (CO2) presenti in atmosfera nel mese di maggio 2022 sono state mediamente il 50% superiori rispetto ai valori preindustriali, e hanno raggiunto livelli mai visti sul Pianeta Terra negli ultimi 4 milioni di anni. A comunicarlo è stata la NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti.
A maggio la CO2 ha raggiunto le 420,99 ppm (parti per milione), l’anno scorso viaggiava sulle 419,13 ppm. La media mensile, così come l’andamento annuale viene misurato dall’osservatorio sul Mauna Loa, alle Hawaii, un luogo privilegiato che permette di misurare le concentrazioni nell’alta atmosfera, lontano dalle fonti d’inquinamento locale.
La settimana che va dall’8 al 14 maggio, in particolare, la CO2 ha raggiunto concentrazioni medie di 421.13 parti per milione. Non si era mai raggiunto un livello settimanale simile prima d’ora. E anche nei primi giorni di giugno sono state rilevate concentrazioni leggermente superiori alle 421 ppm.
Prima della Rivoluzione Industriale i livelli di CO2 si sono mantenuti intorno alle 280 ppm, e tali concentrazioni sono rimaste pressoché costanti nell’arco dei precedenti 6 mila anni. I livelli odierni – ha spiegato la NOAA – sono simili a quelli di 4.1 – 4.5 milioni di anni fa, nel Pliocene, quando l’anidride carbonica si aggirava intorno alle 400 ppm. In quel periodo i mari erano dai 5 ai 25 metri più alti rispetto a quelli attuali, e molte zone in cui oggi sorgono le nostre città, erano completamente sommerse.
Perché preoccupa? L’andamento delle concentrazioni atmosferiche di CO2 è un importante indicatore dello stato di salute del clima globale. L’anidride carbonica è un importante gas ad effetto serra, capace quindi di imprigionare il calore in atmosfera. La CO2 viene emessa dalle attività umane, come ad esempio attraverso la deforestazione o l’uso di combustibili fossili, e da processi naturali, come ad esempio la semplice respirazione o le eruzioni vulcaniche.
Ma i picchi che stiamo vedendo sono da attribuire all’uomo, che emette gas serra soprattutto nella produzione di energia, nel trasporto e modificando il territorio. L’anidride carbonica e gli altri gas ad effetto serra liberati dalle nostre attività restano in atmosfera per molti anni, riscaldando il Pianeta, con effetti che ormai osserviamo ogni giorno: parliamo di ondate di calore eccezionali, ma anche di temporali violenti, alluvioni e siccità.
«L’anidride carbonica ha raggiunto un livello mai visto dalla nostra specie – e non è una novità», ha commentato lo scienziato del Global Monitoring Laboratory della NOAA, Pieter Tans. «Lo sapevamo da almeno mezzo secolo e abbiamo fallito nel fare qualcosa di concreto per cambiare le cose. Cosa deve succedere per svegliarci?»
«La scienza è indiscutibile: gli esseri umani stanno alterando il clima in modi che richiedono un veloce adattamento della nostra economia e delle infrastrutture», ha commentato Rick Spinrad, amministratore della NOAA.
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