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Africa, centinaia di siti del Patrimonio culturale e naturale a rischio a causa dell’innalzamento dei mari

Entro metà secolo, l’innalzamento del livello dei mari potrebbe mettere a rischio il doppio dei siti patrimonio dell’umanità culturali e naturalistici presenti in Africa. Oggi sono già 56 i luoghi di valore naturale e culturale sul continente africano che rischiano di scomparire a causa dell’innalzamento dei mari e dell’erosione costiera, fenomeni esacerbati dalla crisi climatica. Ma entro il 2050, senza un intervento, potrebbero diventare 191 i siti a rischio secondo lo scenario di medie emissioni e 198 con emissioni elevate.

Questo è il risultato di uno studio pubblicato su Nature Climate Change, il primo ad esaminare i rischi dei siti d’interesse lungo i settori costieri dell’Africa. Per realizzare lo studio, i ricercatori hanno preso in considerazione 284 siti di quasi 40 Paesi.

L’Africa è uno dei continenti più ricchi in termini di patrimoni culturali e naturali del Mondo, riconosciuti a livello globale per la sua unicità e l’eccezionale valore universale. Ma 1 su 5 dei siti posti sui tratti costieri rischia di essere raggiunto dall’acqua nell’arco dei prossimi 100 anni. Si tratta di siti inclusi nel Patrimonio dell’UNESCO, ma anche nel Ramsar Convention on Wetlands of International Importance, e comprendono aree importantissime non solo per il loro valore storico e culturale, ma anche naturalistico: alcuni dei siti a rischio sono tappe importanti nelle rotte migratorie di alcune specie di uccelli, altri sono aree importanti per le attività di pesca delle comunità locali.

Livello dei mari in costante aumento: in 20 anni la Groenlandia ha contribuito ad un innalzamento di 1,2 cm

Il livello dei mari e oceani del Mondo sta aumentando di 3,1 mm ogni anno a causa del riscaldamento globale e della fusione dei ghiacciai del Pianeta. Secondo l’IPCC, il cambiamento climatico indotto dall’uomo ha già contribuito con circa 1,1°C al riscaldamento globale, causando cambiamenti senza precedenti che stanno interessando l’oceano, le sue coste e la sua composizione.

La fusione dei ghiacci, specie di quelli su terraferma, sta già contribuendo in modo sostanziale: negli ultimi 20 anni, come rivelato da Polar Portal, la fusione in Groenlandia fuso 4700 miliardi di tonnellate di ghiaccio, “liberando” una quantità d’acqua tale da far aumentare il livello globale dei mari di 1,2 centimetri. Si tratta di una quantità notevole, capace di sommergere tutti gli Stati Uniti sotto mezzo metro di acqua.

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