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12 mila vittime all’anno: così la crisi climatica aumenta la mortalità causata dal fumo degli incendi

Il fumo degli incendi è sempre più letale a causa della crisi climatica: nuove analisi stimano fino a 12 mila morti in più all’anno.

Uno studio pubblicato su Nature Climate Change ha fatto luce sul legame tra il riscaldamento globale provocato dalle azioni umane e le morti causate dal fumo degli incendi, esaminando tre modelli di vegetazione e incendi globali con il clima attuale e confrontandoli con un modello che analizza gli effetti della crisi climatica.

I risultati confermano che i cambiamenti climatici stanno rendendo gli incendi sempre più frequenti e intensi in tutto il mondo, con gravi conseguenze per la salute umana.
Tra i fattori più rischiosi c’è l’inquinamento legato al fumo degli incendi, che secondo gli scienziati potrebbe essere responsabile di circa 12.000 morti in più all’anno. Le particelle sottili emesse dai roghi, note come PM2.5, sono particolarmente dannose perché penetrano in profondità nei polmoni e nel sistema circolatorio, aumentando i rischi per la salute.
In particolare, secondo lo studio, tra il 1960 e il 2010 le morti annuali dovute all’inalazione di PM2.5 da incendi sono passate da 46.000 a quasi 100.000. Di queste, una percentuale crescente è direttamente attribuibile al cambiamento climatico, passando dall’1,2% negli anni ’60 al 12,8% negli anni 2010.

L’Europa tra le regioni con la mortalità più alta legata al fumo degli incendi

Le regioni più colpite sono l’Australia, il Sud America, l’Europa e le foreste boreali dell’Asia, dove il riscaldamento globale ha aumentato le temperature e ridotto l’umidità relativa, creando condizioni ideali per la propagazione degli incendi. In queste aree, le temperature più elevate e la minore umidità hanno accelerato la frequenza degli incendi, aumentando di conseguenza il numero di morti dovute all’esposizione al fumo. In altre regioni, come il Sud Asia, l’aumento dell’umidità relativa ha invece avuto l’effetto opposto, riducendo i tassi di mortalità legati agli incendi.

Gli autori della ricerca hanno avvertito che gli effetti del cambiamento climatico sugli incendi e sulle relative morti potrebbero essere sottostimati, poiché la tossicità delle particelle emesse dagli incendi è spesso più grave rispetto a quella di altre fonti di inquinamento. Le popolazioni esposte al fumo degli incendi rischiano non solo conseguenze immediate, come problemi respiratori acuti, ma anche effetti a lungo termine, compresi malattie cardiovascolari e respiratorie.

Ancora una volta, insomma, la scienza suona l’allarme sugli effetti della crisi climatica sulla nostra salute e sulla nostra stessa sopravvivenza, e offre uno strumento prezioso per le autorità sanitarie pubbliche per pianificare misure di adattamento nelle aree più sensibili agli incendi.

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