Troppo rumore. L’inquinamento acustico è un problema, specie in città: a Milano la maglia nera d’Italia
Città, auto, mezzi di trasporto e industrie, viviamo in un mondo di rumore: spesso sottovalutiamo l’impatto che l’inquinamento acustico ha sulla nostra salute e su quella delle specie che vivono, per scelta o per obbligo, a stretto contatto con noi.
Quando apriamo la finestra, facciamoci caso: in città sentiamo clacson, auto che sfrecciano, autobus o tram, metropolitane, voci di passanti. Le nostre attività, il nostro vivere inquina anche a livello auditivo e non poco. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’inquinamento acustico è una problematica ambientale sempre più rilevante. Gli effetti dell’esposizione continua a rumori elevati si osservano sia nel benessere dell’uomo che in quello delle specie animali. Il rumore influenza la salute e la distribuzione delle specie nel territorio.
Quanto rumore facciamo? Italia tra i Paesi con la percentuale più elevata di persone esposte all’inquinamento acustico
L’ambiente di per sé è rumoroso: il fruscio delle foglie produce tra i 20 e i 30 decibel, un tuono ne produce fino a 120 dB, e il verso delle raggiunge anche i 120-140 dB. Ma tutte le nostre piccole e grandi azioni ed eventi producono tanto rumore: un tagliaerba “inquina” con 90 dB, il passaggio della metropolitana genera 90-115 dB e i concerti rock 110-120 dB.
Ma non è tanto il singolo evento a disturbare, quanto l’esposizione continua, anche durante le ore notturne. Circa 113 milioni di europei subiscono gli effetti di una esposizione continuata all’inquinamento acustico di almeno 55 dB nella fascia giorno-sera-notte. A questi si aggiungono circa 22 milioni di persone esposte a rumori elevati causati da ferrovie, 4 milioni al rumore del traffico aereo e poco meno di 1 milione al rumore derivante dall’attività industriale. L’esposizione prolungata ad un inquinamento acustico superiore ai 55 dB è connessa ad impatti negativi sulla salute.
Circa 8 milioni di europei hanno rivelato di soffrire di disturbi del sonno a causa del rumore ambientale. Ogni anno finiscono in ospedale a causa dell’inquinamento acustico circa 48 mila persone in Europa. Sempre nel nostro continente 12 mila persone muoiono preventivamente ogni anno a causa di malattie cardiovascolari e ipertensione, aggravate dall’esposizione ad un inquinamento acustico elevato. Circa 6 milioni e mezzo di europei soffrono di disturbi cronici del sonno. Ma ci sono anche circa 8 mila bambini e ragazzi (8-17 anni), residenti in zone prossime agli aeroporti, che hanno difficoltà a leggere a causa del rumore. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente).
Secondo quanto rilevato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, gli impatti sulla nostra salute iniziano a manifestarsi già sotto la soglia di 55 dB per la fascia giorno-sera-notte e di 50 dB per la notte. Si tratta di soglie riportate anche nella Direttiva Europea per il Rumore (END).
Il rumore antropico disturba anche gli animali
Oltre agli effetti sulla nostra salute, però, bisogna considerare che il rumore che facciamo influenza anche la natura e gli animali sia a terra che in mare. L’inquinamento acustico, infatti, provoca negli esseri viventi una serie di effetti fisici e comportamentali che aumentano il loro stress. La comunicazione tra animali è difatti disturbata dal nostro rumore, ed è un fattore rilevante soprattutto nella stagione dell’accoppiamento. A causa dell’inquinamento acustico, gli animali potrebbero infatti perdere parte della loro capacità riproduttiva ed essere costretti ad andare lontano dal proprio habitat naturale.
Il rumore causato dall’uomo si sente anche sotto la superficie dell’acqua. Il traffico navale, la produzione di elettricità, le attività di costruzione hanno provocato danni ad esempio alle balene, che hanno avuto molte difficoltà a comunicare tra loro. Ma il rumore sappiamo che disturba anche le capacità di orientamento degli animali marini e la capacità di alcuni animali di procacciare prede.
La situazione in Italia: Milano è la città più rumorosa
In Italia circa il 65% degli abitanti delle città è esposto a decibel superiori nella fascia giorno-sera-notte, con una percentuale rilevante rispetto alla media europea di circa il 5% esposti ad un inquinamento acustico superiore ai 75 dB. Peggio dell’Italia c’è solo l’Austria. Ma se consideriamo la popolazione totale, l’Italia è al primo posto insieme a Liechtenstein and Lussemburgo, con il 10-12% di abitanti esposti a rumore di oltre 55 dB. A Roma circa il 60% degli abitanti è esposto ad un inquinamento acustico oltre i 55 dB nella fascia giorno-sera-notte, e il 40% oltre i 50 dB durante la notte.
Secondo la “Noise Escape Challenge”, la “caccia” alle oasi acustiche nelle città italiane, nata dalla collaborazione tra Amplifon e l’associazione giovanile internazionale AIESEC, Milano è la città più rumorosa d’Italia, seguita da Lecce e Verona, con un livello medio di decibel rispettivamente di 65.31 dB, 65.24 dB e 61 dB. Le città meno rumorose sono invece Torino (48.92 dB), Cremona (51.57 dB) e Venezia (53.69 dB).
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