SOS neve, 9 piste su 10 innevate artificialmente. Legambiente: serve ripensare il turismo invernale
«In montagna è SOS neve». L’allarme arriva da Legambiente, che nel nuovo rapporto Nevediversa 2023 fotografa gli impatti della crisi climatica sul turismo invernale.
Impatti più che mai evidenti in un inverno che soprattutto nelle regioni settentrionali dell’Italia è stato profondamente segnato dall’assenza di pioggia e neve. Sono 249 gli impianti dismessi censiti da Legambiente,15 in più rispetto al 2022; 138 gli impianti temporaneamente chiusi, 181 quelli sottoposti al cosiddetto “accanimento terapeutico”, quelli cioè che sopravvivono solo grazie al forte flusso di risorse.
Per la prima volta nella storia dello sci, dall’inizio della stagione 2022-23 è stato cancellato o rinviato il 18,6 per cento delle gare del comparto maschile della Coppa del mondo, e l’11,9 per cento di quelle femminili. Quasi tutte per lo scarso innevamento e le temperature elevate.
E, in quello che appare come un tentativo disperato di mettere delle pezze, l’Italia si classifica tra i paesi alpini che dipendono maggiormente dalla neve artificiale, con il 90% delle piste innevate artificialmente: seguono a distanza Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%) e infine Germania, con appena il 25 per cento.
Una pratica non sostenibile: «fa male all’ambiente ed è uno sperpero di soldi pubblici», avverte Legambiente.
I costi in effetti sono vertiginosi, dal punto di vista ambientale come da quello economico, per l’enorme consumo di energia, di suolo e di acqua. Considerando che in Italia il 90% delle piste è dotato di impianti di innevamento artificiale, secondo le stime il consumo annuo di acqua potrebbe già raggiungere gli 96.840.000 metri cubi. Una quantità che corrisponde al consumo idrico di un intero anno per una città da circa un milione di abitanti.
Inoltre l’innevamento artificiale richiede sempre maggiori investimenti per nuove tecnologie ed enormi oneri a carico della pubblica amministrazione. Senza contare che il costo della produzione di neve artificiale sta anche lievitando, avverte Legambiente, passando dai 2 euro circa a metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro al metro cubo nella stagione 2022-2023. Se tutti cannoni sparaneve fossero in funzione, in Italia nella stagione 2022-2023 per uno spessore di circa 30 centimetri di neve si arriverebbe a un costo totale che può variare tra 242.100.000 di euro e 564.900.000 di euro.
«La crisi climatica sta accelerando la sua corsa – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –: la fusione repentina dei ghiacciai alpini che raccontiamo con la nostra campagna Carovana dei ghiacciai, l’emergenza siccità mai finita dalla scorsa estate che non sta dando tregua al nostro Paese, l’aumento delle temperature e degli eventi estremi, sono tutti codici rossi e campanelli d’allarme che il nostro Pianeta ci sta inviando».
Senza neve serve un nuovo modello di turismo invernale
Per Legambiente è ormai urgente pensare a un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività. Non ci sono le risorse né il tempo per continuare a tenere in vita impianti ormai condannati dall’aumento delle temperature: per l’associazione è «accanimento terapeutico».
«Se le temperature aumenteranno oltre una certa soglia, l’innevamento semplicemente non sarà più praticabile se non in spazi molto ristretti di alta quota, in luoghi dove i costi già elevati della neve e della pratica sportiva subiranno incrementi consistenti, tanto da permettere l’accessibilità dello sci alpino unicamente a una ridotta élite, così come accadeva nel passato», avverte Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente. «Le nostre montagne stanno cambiando: arriva pochissima neve, nevica più tardi e la neve è più bagnata e più pesante. È la fine di un’epoca, che però deve essere accompagnata da un nuovo modo ecosostenibile di ripensare il turismo insieme a un nuovo approccio culturale. Per questo è fondamentale sostenere le buone pratiche che si stanno sviluppando nelle nostre montagne».
Rivolgendosi alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, il presidente dell’associazione Ciafani ribadisce che avrebbe più senso investire risorse nell’adattamento e non nell’innevamento artificiale. «Con un clima sempre più caldo, nei prossimi anni andremo incontro a usi plurimi dell’acqua sempre più problematici e conflittuali. Per questo è fondamentale che nella lotta alla crisi climatica l’Italia cambi rotta mettendo in campo politiche più ambiziose ed efficaci, aggiornando e approvando entro la fine di marzo il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, e rindirizzando meglio i fondi del PNRR».
Il nodo Olimpiadi
Un capitolo del rapporto fa il punto su una questione particolarmente spinosa: le Olimpiadi Milano-Cortina in programma per il 2026, che tra soli tre anni coinvolgeranno Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. Stando all’agenda, quest’anno dovranno iniziare i cantieri di molte delle infrastrutture considerate essenziali-indifferibili, che dovranno essere consegnate entro il dicembre del 2025 per permettere uno svolgimento “puntuale e corretto” degli eventi previsti. La costruzione di queste opere risulta già in ritardo, avverte Legambiente, e per questo sarà soggetta a procedure accelerate che rischiano «di sacrificare le necessarie valutazioni sugli impatti ambientali e sanitari».
Alto il rischio di conseguenze gravi per l’ambiente e le risorse dei territori coinvolti, su cui in poco tempo andranno a concentrarsi investimenti enormi per la realizzazione di strutture e impianti che saranno probabilmente difficili da gestire nel tempo, oltre che anacronistiche per lo scenario che si profila per le nostre montagne.
Preoccupano anche i rischi di infiltrazioni mafiose, sottolinea Legambiente: «investimenti stimati in oltre 4 miliardi, molti dei quali a carico del bilancio pubblico, progetti in continuo aggiornamento rispetto al dossier di candidatura, tempi stretti, commissariamenti e semplificazione degli iter di controllo. In questo contesto incerto si potrebbero creare condizioni favorevoli alle infiltrazioni della criminalità organizzata nella realizzazione delle opere. L’allarme è arrivato dalla DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, nella relazione presentata in Parlamento relativa alla seconda metà dell’anno 2021». Libera, assieme a Cipra Italia, Legambiente, Italia Nostra, Mountain Wilderness e WWF Italia, ha organizzato la “Staffetta delle Alpi”, una manifestazione itinerante che toccherà le principali città e località coinvolte dalle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 per chiedere trasparenza, responsabilità e rispetto dell’ambiente e delle comunità coinvolte.
A questo link è possibile consultare la versione integrale del rapporto Nevediversa 2023.
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