Medicane, individuato un indicatore chiave che anticipa la formazione dei cicloni del Mediterraneo
Tra gli eventi meteo più intensi che possono prendere vita sul Mediterraneo ci sono i Medicane, ovvero i Mediterranean Hurricane, gli “uragani” del Mediterraneo. Si tratta di un fenomeno raro ma che negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere: nei primi 60 giorni del 2023, ad esempio, se ne sono contati addirittura 3. Uno studio ha individuato un indicatore chiave che permette di anticiparne la formazione, un dato importantissimo per attivare i sistemi di allerta precoce e limitare le conseguenze per le comunità direttamente coinvolte.
Cosa sono i Medicane, gli “uragani” del Mediterraneo?
Il Medicane è un ciclone che si forma sul Mediterraneo e che assume delle caratteristiche simili a quelle di un ciclone tropicale. Per questo motivo viene chiamato anche TLC, ovvero ciclone simil-tropicale (Tropical-Like-Cyclone), con un “occhio” al centro della circolazione, forti piogge e venti eccezionalmente intensi.
I TLC o Medicane prendono vita dalle classiche depressioni mediterranee (aventi le stesse caratteristiche delle depressioni extra-tropicali che si formano in Atlantico) che, grazie anche ad una superficie del mar Mediterraneo ancora insolitamente “calda”, evolvono, comportandosi in parte come un vero e proprio ciclone tropicale. In particolare spesso si forma un occhio centrale, cioè una zona, nel mezzo della tempesta, praticamente sgombra da nubi, proprio come si osserva negli uragani. Ad accumunare Medicane e cicloni tropicali è anche la spirale nuvolosa che si forma e si avvita attorno all’occhio, e i fenomeni intensi che accompagnano l’evento: parliamo di piogge abbondanti, torrenziali e localmente alluvionali, venti con raffiche tempestose e onde del mare fino a 6-7 metri di altezza.
Sebbene quindi non si tratti di veri e propri uragani, sono cicloni molto intensi che ne assumono alcune caratteristiche. Ma ci sono anche importanti differenze: il Medicane si distingue dai cicloni tropicali e dagli uragani innanzitutto per la durata media di vita, generalmente non superiore alle 24-48 ore. I cicloni tropicali e gli uragani durano diversi giorni o settimane.
Sulle terre emerse circostanti, il Medicane di solito provoca piogge estreme con inondazioni costiere e mareggiate, venti molto intensi, con un alto rischio per la popolazione direttamente coinvolta.
Prima della formazione dei Medicane, un calo della temperatura superficiale del mare: l’indicatore chiave
Secondo gli esperti ad influire sulla loro formazione sul bacino del Mediterraneo, così come sugli oceani, sono le temperature superficiali dell’acqua nel periodo più favorevole alla loro formazione, ovvero tra i mesi autunnali e invernali.
Secondo uno studio realizzato da ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra e geo-ambientali dell’università Aldo Moro di Bari, e degli atenei di Catania, Genova, della Cà Foscari, del Cnr-Isac e dell’Amp Plemmirio di Siracusa, e pubblicato sulla rivista internazionale Nature, ad influire sulla formazione di questi eventi atmosferici ci sarebbe un calo della temperatura superficiale del mare nei momenti antecedenti.
Lo studio ha analizzato i dati satellitari e la rianalisi numerica delle SST (la temperatura superficiale del mare) dal 1969 al 2023 con i dati in situ provenienti da datalogger installati a diverse profondità al largo della costa della Sicilia sud-orientale, nonché con i dati disponibili sui galleggianti Argo nel bacino del Mediterraneo.
L’analisi ha rivelato che prima della formazione di ciascun Medicane la SST è diminuita, fattore non riscontrato nei sistemi extratropicali intensi. Questo fattore potrebbe essere un indicatore utile per distinguere, dunque, i Medicane (TLC) dalle più classiche tempeste stagionali.
In questo studio gli scienziati hanno analizzato le SST e le osservazioni satellitari associate al verificarsi di cicloni. Dall’analisi dei dati sono stati osservati cambiamenti significativi nei valori delle serie temporali SST durante il verificarsi dei cicloni, con valori SST elevati osservati durante l’autunno e un calo termico superiore a 1,6 °C prima del verificarsi dei Medicane. L’analisi è stata poi confrontata con i dati osservati in situ, che hanno confermato questa evidenza durante i medicane Ianos (2020) e Apollo (2021).
La previsione di eventi estremi di questo genere è sempre complessa. I risultati di questo studio quindi potrebbe aiutare nel comprendere la natura del ciclone prima dell’evento: i cambiamenti nella temperatura superficiale del mare possono essere un indicatore importante per l’allerta precoce di potenziali TLC nel Mediterraneo.
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