L’INVERSIONE TERMICA influisce anche su NEBBIA e INQUINAMENTO: cos’è e perché è importante
La spiegazione del meteorologo Simone Abelli
Sentiamo parlare spesso di inversione termica in riferimento a una determinata condizione dello strato atmosferico vicino al suolo o talvolta anche in quota. Dato che il nome stesso evoca qualcosa di opposto rispetto a una situazione abituale, andiamo innanzitutto a vedere qual è questa condizione normale.
Intanto, come suggerisce il suo nome, questo fenomeno si riferisce all’andamento della temperatura con la quota. Normalmente più saliamo di quota, più l’aria diventa fredda; lo sperimentiamo ad esempio quando andiamo in montagna dove generalmente fa più freddo che in pianura, e questa è la condizione abituale.
Eccoci allora al punto in questione: quando è presente un’inversione termica, la temperatura aumenta con la quota invece che diminuire.
Le cause di questa deviazione dalla normalità sono diverse, così come sono diversi i tipi di inversione (al suolo, in quota, nelle pianure, nelle valli). L’inversione termica negli strati bassi in pianura è causata dal raffreddamento del suolo, in particolare nelle ore notturne e in maniera più accentuata nel semestre freddo. Durante le notti, in condizioni di cielo sereno e ventilazione debole o assente, il suolo perde calore per irraggiamento verso lo spazio e, di conseguenza, lo strato atmosferico più basso viene raffreddato dalla superficie terrestre. Questo raffreddamento è tanto più intenso quanto più lunghe, tranquille e serene sono le notti. Ed eccoci, dunque, di fronte alla situazione in questione, con aria più fredda vicino al suolo e aria più calda in quota.
È un fenomeno tipico delle situazioni connotate dalla presenza di un’area di alta pressione che ne accentua ancor di più le caratteristiche quando è accompagnata da uno strato di aria particolarmente mite in quota. Dato che in presenza di un’inversione termica l’atmosfera risulta stabile, ossia non soggetta a rimescolamenti d’aria verticali, negli strati bassi tendono a ristagnare umidità e inquinanti con conseguente peggioramento della qualità dell’aria e formazione di nebbia nella stagione fredda. Questi effetti sono tanto più significativi quanto maggiore è lo spessore dell’inversione termica che, in molte giornate invernali, non riesce a dissolversi neppure nelle ore diurne.
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