Italia terza in Europa per vittime e danni causati da alluvioni ed eventi meteo estremi
All’indomani dalla seconda grave alluvione che ha colpito la Romagna nell’arco di soli 15 giorni, ci troviamo, come spesso accade, a riflettere sulla fragilità del nostro territorio, sulla cementificazione eccessiva e sull’aggravarsi degli effetti della crisi climatica.
La nostra capacità di evitare che piogge intense si trasformino in un disastro, con vittime e danni, sta svanendo sotto i nostri occhi. Colpa del clima, già cambiato, e colpa dell’inerzia con cui stiamo affrontando una evoluzione che sta avvenendo più velocemente delle aspettative. La crisi climatica non è un problema che dovremo affrontare tra 10 o 20 anni: è già qui, e ci interessa tutti.
Alluvioni, siccità, ondate di caldo e temporali: l’Italia è il terzo Paese in Europa per danni economici causati da eventi meteo
Sul territorio dell’Unione Europea, tra il 1980 e il 2021 gli eventi meteo estremi hanno causato perdite economiche per 560 miliardi di euro, di cui 56,6 solo nel 2021. Si tratta di eventi meteo-climatici che, a causa del riscaldamento globale, diventeranno sempre più frequenti e intensi. Non parliamo solo di piogge stagionali concentrate in poche ore, ma anche di lunghi periodi di caldo anomalo e siccità. Tutti fenomeni estremi che hanno conseguenze importanti non solo sull’economia ma anche e soprattutto sulla salute delle persone.
Stando al report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, le alluvioni e gli eventi idrologici rappresentano il 45% delle perdite economiche degli eventi registrati tra il 1980 e il 2021, mentre gli eventi meteo estremi quali i temporali, fulmini e grandine rappresentano un terzo del totale. Le ondate di caldo hanno causato il 13% delle perdite complessive, mentre il restante 8% è stato provocato da siccità, incendi forestali e ondate di freddo.
L’Italia, in questo quadro, è al terzo posto per danni economici, dopo Germania e Francia. In particolare il nostro Paese ha subito danni per 91 miliardi di euro dal 1980 al 2021, 303 mila euro per chilometri quadrato. La Germania ha subito danni per 150 miliardi di euro, mentre la Francia per 106 miliardi. L’Italia è terza anche per numero di vittime, con 21.647 fatalità legate agli eventi meteo estremi.
Stando agli esperti, è altamente improbabile che questi numeri caleranno da qui al 2030 o 2050. Secondo una ricerca di Ref Ricerche, tra maggio 2013 e maggio 2019 in Italia sono stati dichiarati 87 stati di emergenza a causa di eventi estremi come alluvioni, siccità e frane, con danni complessivi per 9,4 miliardi di euro. Costi che avremmo potuto ridurre attraverso una prevenzione programmata, che ci sarebbe costata 7 volte di meno rispetto alla gestione delle emergenze1.
La regione più colpita in questi 6 anni è stata proprio l’Emilia Romagna, con 12 stati di emergenza richiesti per un importo complessivo richiesto di 1.330 milioni di euro. Questa è la regione più vulnerabile al rischio idraulico: in uno scenario di pericolosità media, le aree potenzialmente allagabili raggiungono il 45,6% dell’intero territorio regionale e la popolazione esposta supera il 60%.
Conoscendo le fragilità del territorio italiano e la crescente esposizione a fenomeni meteo estremi, intensificati e resi più frequenti a causa della crisi climatica, l’Italia e l’amministrazione dovrebbe intervenire con urgenza in politiche di adattamento, con interventi di prevenzione su scala locale per contenere il più possibile i danni, e proteggere la popolazione oggi drammaticamente esposta ai rischi idrogeologici.
1 – Stime ANBI 2019
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