Inizio del 2023 caldo per l’Italia e avaro di pioggia al Nord-Ovest: caduta metà della pioggia normale
In questo primo trimestre del 2023 l’Italia continua ad essere divisa in due: al Nord-Ovest è arrivata solo la metà della pioggia normale, peggioramento la già grave siccità, mentre al Sud le precipitazioni sono state più abbondanti e frequenti. Questa situazione si è verificata anche nel mese di marzo, quando sono mancate all’appello quasi due terzi delle precipitazioni sul Nord-Ovest.
Sul fronte delle temperature, da inizio anno l’anomalia si aggira intorno ai +1°C per il nostro Paese, un valore eccezionale per i primi tre mesi dell’anno che rende l’inizio 2023 uno dei più caldi della serie storica italiana.
Tra siccità e caldo anomalo: inizio del 2023 mite in l’Italia e avaro di pioggia al Nord-Ovest. L’analisi di marzo e del primo trimestre dell’anno
Marzo è stato un mese più caldo della norma e nel complesso meno piovoso della media. L’anomalia termica di +1.1°C rispetto al valore di riferimento del trentennio 1991-2020, pone il mese al 8° posto fra i più caldi dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso, dato abbastanza significativo, ma sicuramente molto meno rilevante del record di +2.3°C del 2001.
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L’andamento termico nel corso del mese mostra alcuni notevoli sbalzi fra periodi molto miti e fasi più fredde. In particolare, nel contesto di correnti temperate occidentali, rafforzate talvolta da intrusioni di strutture anticicloniche con componente subtropicale che hanno contribuito a mantenere le temperature sopra la media per periodi relativamente lunghi, si sono verificate alcune irruzioni di aria polare o artica che hanno dato origine, invece, a brevi intervalli, all’inizio, a metà e quasi alla fine del mese, con temperature anche sotto la media.
Durante queste fasi le temperature minime sono tornate vicine o addirittura leggermente sotto lo zero (all’inizio del mese le fredde correnti orientali hanno dato origine a nevicate a tratti in pianura in Emilia Romagna). Tuttavia, il risultato finale sancisce una prevalenza delle fasi calde che hanno portato ad anomalie pari o superiori a 1°C in gran parte d’Italia, eccetto sulle regioni meridionali dove lo scarto è stato un po’ più contenuto.
Evidentemente il mese di marzo non ha visto sull’Europa centro-meridionale grosse conseguenze derivanti dall’evento di stratwarming avvenuto nell’ultima parte di febbraio, in termini di importanti blocchi circolatori con annesse incisive invasioni di aria proveniente dalla calotta polare (situazione che, invece, sembra molto più tangibile nella prima metà di aprile).
L’anomalia termica complessiva da inizio anno resta molto elevata e pari a +1°C, valore che per il momento mantiene questo inizio del 2023 fra i più caldi della serie storica.
Italia divisa in due nel primo trimestre del 2023: continua la siccità al Nord, mentre il Sud riceve più pioggia
Nel corso del mese di marzo si sono avvicendate 12 perturbazioni, ma solo poche fra esse hanno dato luogo a fenomeni rilevanti come ad esempio le intense precipitazioni legate al sistema frontale residuo del TLC che dalle Baleari si è spostato verso il Tirreno all’inizio del mese, oppure i forti temporali fra il 26 e il 27 con segnalazione di grandine a Roma.
Anche i venti forti hanno caratterizzato a tratti questo marzo, con diversi episodi di Föhn al Nord; fra le varie fasi ventose spicca l’evento del giorno 27 che ha visto raffiche oltre i 150 km/h sulle creste alpine centrali e intorno ai 100 km/h sull’Appennino.
Per quel che riguarda le precipitazioni, le elaborazioni statistiche mettono in risalto un sostanziale deficit a livello nazionale, pari a -18% rispetto alla media, valore non particolarmente di spicco nell’ambito della serie storica, ma che contribuisce a portare leggermente sotto la norma il dato da inizio anno (-5%). Le regioni maggiormente colpite dalla carenza di precipitazioni sono state ancora una volta quelle nord-occidentali con uno scarto di -64% che mantiene il deficit calcolato da inizio anno su livelli preoccupanti (-49%, ossia circa metà precipitazioni da gennaio) in questo settore già reduce dalla forte crisi idrica dell’anno scorso.
Notevole anche l’anomalia negativa mensile sull’arco alpino orientale, fino a oltre la metà del quantitativo normale mancante. Più di un terzo di precipitazioni sono mancate sulle nostre isole maggiori (-39% in Sardegna e -37% in Sicilia), ma con deficit fino a due terzi sui settori sud-orientali data la predominanza delle correnti da ovest o nord-ovest. Accumuli sotto la media, benché con scarti complessivamente meno rilevanti, anche sulle regioni nord-orientali (-13%) e su quelle centrali (-8%), dove in effetti alcune zone hanno mostrato una piovosità superiore alla norma. Al Sud, invece, hanno prevalso le aree con quantitativi più abbondanti della media che hanno generato un’anomalia positiva pari a +18%.
Infine, un accenno anche alla situazione a livello globale che vede un marzo molto vicino alla cima della classifica dei più caldi, più esattamente al 2° posto insieme a quelli del 2017, 2019 e 2020, con uno scarto di +0.51°C sopra la media del trentennio 1991-2020, come evidenziato dalle elaborazioni del Copernicus Climate Change Service, solo 0.11°C al di sotto del record del 2016.
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