Fenomeni estremi, in 40 anni l’Europa ha perso 500 miliardi e circa 100 mila vite: l’Italia tra i Paesi più colpiti
La crisi climatica colpisce sempre più duramente anche l’Europa, e ogni regione del continente registra ogni anno nuove vittime e gravi perdite economiche a causa di condizioni meteorologiche e climatiche estreme.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha analizzato i dati relativi agli ultimi quattro decenni per quantificare le perdite, in termini di vite umane e di danni economici.
I risultati variano a seconda delle fonti, ma si parla in ogni caso di numeri altissimi: tra il 1980 e il 2020 solo in Europa sono morte tra le 85 mila e le 145 mila persone, e si sono registrate perdite economiche comprese tra 450 e 520 miliardi di euro.
L’analisi è stata portata avanti nell’ambito della strategia di adattamento dell’Unione Europea denominata “Forgiare un’Europa resiliente al clima”, che rientra a sua volta sotto l’ombrello del Green Deal europeo e mira a promuovere azioni per un adattamento più intelligente, rapido e sistemico.
I dati sui rischi e le perdite legate al clima saranno fondamentali per delineare la strategia dell’Europa per adattarsi alla crisi climatica in atto, e per raccoglierli l’Agenzia dell’Ambiente ha utilizzato due fonti: il database di CATDAT e quello di NatCatSERVICE di Muninch Re, che registrano le perdite dovute a catastrofi e disastri naturali in tutto il mondo e ogni anno mandano all’Agenzia europea le informazioni relative a quanto accaduto nei 32 paesi dello Spazio economico europeo. I due database sono simili ma non identici, e si basano su una serie di scelte e ipotesi: non esiste un set di dati che sia certamente corretto, ma sono entrambi il più possibile coerenti.
Clima estremo e ondate di calore hanno provocato tra il 6 e il 14 per cento dei danni economici, ma tra l’86 e il 91 per cento delle vittime.
In termini economici le perdite sono state legate soprattutto a eventi meteorologi e “idrologici“, per lo più alluvioni, che hanno causato ciascuno tra il 34 e il 44 per cento delle perdite totali.
Oltre ai numeri piuttosto impressionanti, tra i dati più significativi ce n’è uno che riguarda le assicurazioni: si stima che solo un terzo o addirittura un quarto dei danni fossero assicurati.
L’Italia tra i Paesi europei più colpiti
I dati evidenziano che tutti i Paesi europei sono colpiti da fenomeni meteorologici estremi, ma ci sono differenze notevoli tra uno Stato e l’altro. In termini di perdite economiche, l’Italia è tra i Paesi che subiscono più danni in rapporto alle dimensioni del territorio: negli ultimi quattro decenni abbiamo perso oltre 200 mila euro per km quadrato.
Le proiezioni per il futuro
La crisi climatica è destinata ad avanzare (quanto, dipende da noi), ma non sarà l’unico fattore determinante per le future perdite economiche e per la sicurezza dei cittadini europei.
Come sottolinea l’Agenzia per l’Ambiente nel suo rapporto, la capacità di adattamento e la vulnerabilità dovuta allo sviluppo economico e all’evoluzione demografica influenzeranno le future perdite economiche, sociali e ambientali dovute alla crisi climatica e agli eventi estremi.
La Commissione europea ha esaminato diversi rischi legati al clima, dalle ondate di calore agli incendi passando per alluvioni, tempeste di vento e ondate di gelo. Se si attueranno misure climatiche in linea con lo scenario di un aumento della temperatura di 1.5°C – l’obiettivo più ambizioso previsto dall’Accordo di Parigi e confermato nei recenti negoziati della COP26 –, secondo gli esperti sarà possibile prevenire fino a 60 mila decessi all’anno dovuti alle ondate di caldo ed evitare perdite di 20 miliardi di euro all’anno per la siccità entro la fine del secolo. Entro il 2100 i danni provocati dall’esondazione dei fiumi potrebbero essere dimezzati, contenendoli a circa 20 miliardi di euro all’anno, e quelli dovuti alle inondazioni costiere potrebbero essere ridotti di oltre 100 miliardi di euro all’anno.
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