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Clima Italia: dicembre 2021 tra neve, siccità e caldo record. L’analisi del meteorologo

A differenza di quanto successo in altre zone del mondo, le elaborazioni dei dati relativi al clima che ha caratterizzato il mese di dicembre in Italia non evidenziano anomalie particolarmente rilevanti sull’insieme del territorio.

In generale, il mese di dicembre è stato appena più caldo (+0.3°C) e leggermente più siccitoso (-8%) della norma. Se si guarda più nel dettaglio il clima osservato in diverse aree del Paese emergono tuttavia differenze notevoli.

Per quanto riguarda le temperature occorre infatti segnalare che al valore positivo dell’anomalia termica non hanno contribuito le Isole maggiori, dove il dato finale è risultato in linea con la media (in Sardegna) o leggermente sotto (-0.2°C in Sicilia), mentre nel resto d’Italia emergono valori da 0.3°C a 0.5°C sopra la media. Inoltre, lo scarto di +0.3°C a livello nazionale è derivato quasi esclusivamente dai valori delle temperature massime che, in diverse aree del Centro-Nord, hanno superato la media mensile anche di oltre 1°C, come ad esempio a Rimini (+1.8°C), a Grosseto (+1.5°C), a Perugia (+1.4°C), a Torino (+1.3°C) e a Roma (+1.1°C).

Per quanto riguarda le precipitazioni, hanno prevalso i valori ben al di sotto della media sulle regioni settentrionali (-35%) e sulle Isole (-18% in Sicilia e -33% in Sardegna), con il dato più rilevante al Nord-Ovest dove, a prescindere da altre situazioni più locali, è mancato circa la metà del quantitativo normale di pioggia (-52%).
Un po’ più abbondanti della norma, invece, si sono mediamente rivelate le piogge al Centro (+16%) e al Sud (+9%), dove i passaggi perturbati sono stati più frequenti determinando in molte zone più del doppio dei giorni piovosi normali.

Il mese può essere suddiviso in quattro fasi distinte: una prima parte, fino al giorno 13, decisamente perturbata con molte precipitazioni, compresi due episodi significativi di neve fino in pianura al Nord nei giorni 8 e 10, e temperature in generale ben al di sotto della media; una parte centrale, dal giorno 14 al 23, in generale stabile, anticiclonica, ma con ancora temperature in gran parte relativamente contenute a causa di frequenti afflussi di aria fredda da nord-est; una terza fase intorno a Natale, dal 24 al 28, caratterizzata da correnti atlantiche miti ma perturbate che hanno portato molte piogge, ma contemporaneamente anche un sensibile rialzo termico; infine, la parte finale del mese, dal giorno 29, caratterizzata dalla straordinaria espansione dell’anticiclone subtropicale su gran parte dell’Europa, accompagnato da una massa d’aria eccezionalmente calda per la stagione che ha dato luogo a una vera e propria ondata di caldo invernale, con lo zero termico che si è avvicinato ai 4000 metri di quota. Durante quest’ultima inusuale fase sono state osservate temperature da primavera inoltrata e in qualche caso addirittura tipiche dell’estate soprattutto sui rilievi al Nord, dove i termometri hanno segnato valori intorno ai 20°C anche oltre i 1000 metri di quota con anomalie intorno ai 15°C sopra le medie stagionali. In questo contesto ci si è avvicinati ai record storici di dicembre e in alcuni casi sono stati anche superati in montagna al Nord: a Plateau Rosa (3488 metri) i +2.3°C osservati il giorno 31 rappresentano il 2° valori più elevato della serie storica, molto vicini ai 2.4°C del dicembre 1993, ma anche il valore più elevato mai registrato a San Silvestro. Anche sulle regioni centrali l’aria mite ha prodotto i suoi effetti dando origine, proprio in chiusura dell’anno, a nuovi record come i 22°C a Latina, i 19.5°C al Monte Argentario e i 19.2 a Campobasso.

 

Clima Italia, l’analisi dei dati registrati in tutto il 2021

L’anno 2021 nel complesso si chiude più o meno in linea con il trend climatico, ossia con un’anomalia termica positiva (+0.7°C) e un leggero deficit pluviometrico (-4%).

clima italia

Si riscontra una distribuzione abbastanza uniforme dell’anomalia delle temperature sul territorio, ma con scarti lievemente più elevati al Centro-Sud (da +0.7°C a + 0.8°C) rispetto a quelli del Nord (da +0.5°C a +0.6°C). Il risultato finale di +0.7°C, determinato dalla combinazione di 4 mesi sotto la media (il trimestre primaverile e il mese di ottobre) e i restanti 8 mesi sopra la media, colloca il 2021 al di fuori della “top ten” degli anni più caldi, più esattamente al 12° posto.

A differenza delle temperature, le precipitazioni mostrano un diverso comportamento fra le regioni meridionali, dove sono state mediamente più abbondanti della norma (+18% Sud + Isole), e le regioni del Centro-Nord, dove invece si è avuto un sostanziale deficit (-11% al Nord, – 15% al Centro). L’andamento nel corso dell’anno vede solo 3 mesi più piovosi della media, fra i quali spiccano gennaio (con il doppio delle precipitazioni normali) e novembre; tutti gli altri mesi sono stati caratterizzati da precipitazioni inferiori alla media, ma con particolare evidenza per giugno, agosto, settembre e il trimestre primaverile.

Per il pianeta il 2021 è stato il quinto anno più caldo che sia mai stato registrato

A livello globale, secondo le elaborazioni della NOAA, il mese di dicembre si pone fra i più caldi della serie storica che parte dal 1880, più esattamente al 5° posto insieme al 2016, con un’anomalia di 0.83°C sopra la media del XX secolo; occorre notare che gli 8 più recenti mesi di dicembre della serie, ossia dal 2014, compaiono nella “top ten” dei più caldi. Fra le varie anomalie spiccano la terza estensione più bassa dei ghiacci antartici (-11.6%), il terzo dicembre più caldo in Sud America e nell’Australia occidentale e la temperatura minima più bassa osservata nella Lapponia svedese (-43.8°C).

Dai dati resi noti dal programma europeo Copernicus emerge che l’anno 2021 è stato il 5° più caldo mai registrato, in linea con una tendenza che vede negli ultimi 7 anni i 7 anni più caldi.
Per l’Europa il 2021 è stato il 9° anno più caldo con un’anomalia di 1.28°C sopra la media del periodo 1910-2000, risultato che avrebbe potuto essere molto più rilevante se non ci fossero stati un aprile e un maggio decisamente sotto la norma. Si fa presente che, a fronte di un incremento medio delle temperature annuali di 0.15°C ogni dieci anni, nel nostro continente ultimamente è in atto la tendenza a un’accelerazione di questa crescita, fino a 0.45°C al decennio a partire dal 1981, ossia il triplo del valore medio della serie storica.

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