Sta per formarsi un raro CICLONE MEDITERRANEO sullo Ionio: i dettagli
Il "medicane" si formerà nella giornata di giovedì sulle calde acque dello Ionio, ma si sposterà velocemente verso la Grecia
Sullo Ionio sta per formarsi un Ciclone Mediterraneo, un fenomeno piuttosto raro da osservare. Questo tipo di ciclone viene chiamato anche “Medicane” (dall’unione di Mediterranean + hurricane) o TLC (acronimo di Tropical Like Cyclone). La notizia della sua formazione arriva un po’ a sorpresa perché i modelli previsionali hanno iniziato ad “annusare” la sua formazione solo poche ore fa, ma ci sono ancora dei dubbi circa la sua traiettoria. Sicuramente, tra le variabili che concorrono alla formazione del ciclone c’è la temperatura elevata del Mar Mediterraneo superficiale, che sullo Ionio è di circa 27 gradi.
Cosa potrebbe succedere? Se le simulazioni lo confermeranno, il ciclone – chiamato ufficialmente UDINE dall’Istituto meteorologico di Berlino-Dahlem – si formerà nella mattinata di giovedì sullo Ionio. Il suo centro potrebbe trovarsi a poche centinaia di chilometri a sud della Calabria. Secondo le proiezioni il medicane tenderà a spostarsi, nelle 24 ore successive, verso la Grecia occidentale. Infine, nella notte tra giovedì e venerdì il Medicane potrebbe aver raggiunto il Peloponneso occidentale e nelle ore successive potrebbe attraversare il Peloponneso, fino a raggiungere l’Egeo meridionale.
All’interno del ciclone, nella giornata di venerdì, i venti medi soffieranno ad oltre 100-120 km/h, con raffiche fino a sfiorare i 190 km/h non lontano dalla costa del Peloponneso occidentale. Si tratta di venti tipici di un uragano di categoria 1!
Gli effetti sull’estremo Sud dell’Italia dovrebbero comunque essere marginali, con il rischio di piogge, temporali e venti intensi. La zona più ventosa giovedì sarà quella tra Sicilia orientale e Calabria, dove le raffiche potrebbero toccare i 60-70 km/h.
Vi invitiamo comunque, date le incertezze legate alla sua evoluzione, a seguire attentamente i prossimi aggiornamenti.
L’identikit del “ciclone mediterraneo”
Sebbene non possano formarsi uragani nel Mediterraneo, si possono formare dei rarissimi cicloni mediterranei, detti anche medicane (Mediterranean + hurricane) o TLC (Tropical Like Cyclone). Si tratta di un fenomeno eccezionale ma che, negli ultimi anni, a causa del surriscaldamento dell’aria e della superficie degli oceani e dei mari, sta diventando più frequente.
Facciamo un passo indietro. Gli uragani e i tifoni sono potenti tempeste tropicali che si formano sugli oceani della Terra. I cicloni tropicali si generano tra i 10 e i 30 gradi di latitudine traendo energia dalle acque superficiali degli oceani, là dove superano i 26-27 gradi. Si muovono a grandi velocità sugli oceani fino a dissiparsi dopo aver raggiunto la terraferma. I cicloni tropicali sono caratterizzati da minimi di pressione molto bassi e prendono il nome di uragani o tifoni quando i venti soffiano almeno oltre i 120 km/h. Vengono chiamati uragani o tifoni a seconda della loro posizione: le tempeste tropicali che si formano sull’Atlantico e sul Pacifico orientale (ad est della linea internazionale del cambio della data) si chiamano uragani; sul Pacifico ad ovest della linea del cambio data prendono il nome di Tifoni.
Gli uragani e le tempeste attive sull’Atlantico:
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Nel Mediterraneo gli uragani non si formano ma, in alcune occasioni, si osservano tempeste ibride che mostrano alcune caratteristiche tipiche dei cicloni tropicali. É questo il caso dei medicane o TLC. Si tratta di cicloni che si formano nel mar Mediterraneo, aventi caratteristiche simili a quelle di un ciclone tropicale. I medicane sono caratterizzati dalla presenza di un “occhio” al centro della circolazione e di un “cuore caldo” legato all’attività convettiva che ne caratterizza la dinamica.
Come si formano? I TLC o medicane sono normali perturbazioni che, sopra le calde acque del Mediterraneo, si trasformano e cominciano a comportarsi quasi come un vero e proprio ciclone tropicale. In particolare spesso si forma un occhio centrale, cioè una zona, nel mezzo della tempesta, praticamente sgombra da nubi, proprio come si osserva negli uragani.
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