Adamello, il ghiacciaio più profondo d’Italia minacciato dalla crisi climatica
La crisi climatica, con l’aumento dei fenomeni meteorologici estremi, ondate di caldo record e aumento delle temperature, sta erodendo a vista d’occhio i ghiacciai delle Alpi: il 2022 ne è stata la triste conferma, un anno nero segnato da prolungati periodi di siccità e caldo intenso. Nessun ghiacciaio è escluso e perfino il ghiacciaio più profondo d’Italia, l’Adamello, potrebbe scomparire tra qualche decennio.
A fare luce sullo stato di salute dell’Adamello è il progetto ClimADA che si pone l’obiettivo di ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli nelle aree di alta montagna alpina e studiare il passato e il destino dell’Adamello, e i cui risultati sono stati presentati da Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Fondazione Cariplo. Le attività sviluppate nell’ambito di ClimADA rappresentano un tassello fondamentale per comprendere l’evoluzione del ghiacciaio dell’Adamello negli ultimi secoli, e soprattutto per ricostruire le condizioni climatiche e ambientali che si sono succedute e fornire informazioni funzionali a tracciare gli scenari futuri.
Il ghiacciaio dell’Adamello potrebbe scomparire entro fine secolo
La situazione è già preoccupante: in questi anni la sua fisionomia sta cambiando in modo vistoso, come dimostra la formazione di nuovi laghi dove prima c’era il ghiacciaio. Il progetto si sta occupando dello studio delle condizioni passate, climatiche e antropiche, che verranno ricostruite attraverso lo studio di carote di ghiaccio di 224 metri estrattd dal ghiacciaio e conservate all’EuroCold Lab dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. L’analisi dovrebbe permettere di guardare indietro di 1000 anni sulle condizioni dell’Adamello, dove potrebbero emergere gli effetti di eventi quali la Prima Guerra Mondiale, che si è combattuta sull’Adamello, o il disastro di Chernobyl o grandi incendi.
Oltre all’analisi del passato, il progetto si occupa anche delle previsioni di un futuro minacciato dalla crisi climatica. Il focus è sull’impatto del riscaldamento globale a livello della criosfera e sul regime dei deflussi nei bacini alpini glaciali. Secondo quanto rilevato dallo studio, dal 2006 ad oggi le temperature sono aumentate costantemente, con scarse prospettive di sopravvivenza del ghiacciaio per la fine del secolo.
“I primi ghiacciai destinati ad ammalarsi (e poi a morire) sono quelli cosiddetti “temperati”, cioè con temperature del ghiaccio appena sotto lo 0. Si tratta di ghiacciai e nevai esposti a sud e quindi tipici del versante italiano delle Alpi”, si legge nel comunicato. “Le fibre ottiche installate dal Politecnico di Milano nel foro della carota contribuiscono al rilevamento della temperatura e della deformazione del ghiacciaio. I profili di temperatura misurati nei mesi estivi 2021 e 2022 con la tecnica Raman mostrano un range di valori sovrapponibile con temperature non inferiori a –1.5 °C. La recente misurazione effettuata in novembre scorso ha restituito una temperatura all’interno del ghiacciaio decisamente inferiore, intorno a – 8 °C”.
Nel corso dei prossimi mesi continueranno le attività di ricerca e le analisi, con l’obiettivo di monitorare il ghiacciaio e informare anche attraverso il coinvolgimento di associazioni ambientaliste, istituzioni politiche, formatori ed educatori e soprattutto le scuole e i giovani.
«ClimADA è un progetto unico non solo nel panorama italiano, ma anche in quello europeo e globale», commenta Fabrizio Piccarolo, Direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente. «Le informazioni derivanti dalle attività di analisi contribuiranno a chiarire quadri di tendenza e prospettive sul piano ambientale di ampi territori della nostra regione alpina, supportando la comunità scientifica e i decisori politici nella definizione di misure di adattamento per le evoluzioni in corso. Ringrazio Fondazione Cariplo per aver sostenuto il progetto, insieme a tutti i partner istituzionali, scientifici e privati, impegnati nello studio e nella limitazione degli effetti del cambiamento climatico in aree di grande valore naturale come l’Adamello. Nel corso del 2023, ClimADA proseguirà assumendo una dimensione internazionale».
“Con ClimADA abbiamo imparato quanto siano importanti i ghiacciai sotto il profilo non solo ambientale e climatico ma anche storico“, sottolinea Elena Jachia, Direttrice Area Ambiente di Fondazione Cariplo. “I ghiacciai sono archivi del tempo che custodiscono frammenti della storia del nostro Pianeta. I cambiamenti climatici in atto, particolarmente amplificati nelle aree di quota medio-alta, stanno riducendo le masse di ghiaccio e con loro potrebbero sparire anche le preziose informazioni che essi conservano. Questo ci fa capire quanto il progetto ClimADA sia prezioso ma anche quanto sia urgente e necessario agire – ora – per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, con politiche e interventi a livello internazionale e nazionale ma anche regionale e locale.”
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