A Cortina potrebbe presto diventare impossibile sciare: il monito dell’ONU
A causa dei cambiamenti climatici la zona di Cortina rischia di dire addio allo sci a soli 10 anni dalle (discusse) Olimpiadi invernali che ospiterà nel 2026.
L’allarme arriva dal rapporto sullo Stato dei servizi climatici 2022 dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, che fa riferimento alle Nazioni Unite. Lo studio fa luce in particolare sui rischi che i cambiamenti climatici comportano per la nostra sicurezza energetica: per salvaguardarla, avvertono gli esperti, abbiamo bisogno di accelerare moltissimo sulle rinnovabili. Il tempo a nostra disposizione, infatti, è ormai davvero poco: a livello globale dovremmo raddoppiare la fornitura elettrica da fonti di energia pulita entro i prossimi 8 anni.
Senza un cambio di rotta significativo su energia e contrasto ai cambiamenti climatici andiamo incontro a conseguenze serie, destinate a impattare su molti aspetti della nostra vita e sul nostro territorio. Tra le aree su cui gli effetti dei cambiamenti climatici si profilano drastici ed estremamente rapidi ci sono le Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, a cui il rapporto degli esperti ha dedicato un focus specifico realizzato da Venice International University (VIU), Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), Università Ca’ Foscari di Venezia e Fondazione Enel.
In particolare, i ricercatori hanno mappato i rischi climatici che minacciano la provincia di Belluno attraverso il metodo SERRA (Socio-Economic Regional Risk Assessment), che analizzando diversi dati permette di elaborare una stima dei danni legati ai potenziali rischi per le attività economiche della zona. Per la provincia, tra i settori per cui i cambiamenti climatici rappresentano una minaccia particolarmente grave c’è quello del turismo legato agli sport invernali, un settore chiave per la zona di Cortina. Da una parte l’aumento delle temperature farà sì che in un futuro non lontano avremo sempre meno neve, e quella in arrivo sarà spesso neve bagnata. Dall’altra – se non acceleriamo sulle rinnovabili – anche la carenza energetica rappresenterà un problema enorme per un settore che di energia ne consuma tantissima.
Il rischio è concreto, e spaventosamente vicino: per la Perla delle Dolomiti le stagioni invernali sulle piste potrebbero essere compromesse già tra 14 anni. Tra il 2036 e il 2065, infatti, gli esperti stimano un aumento del rischio climatico diretto (come la crescita delle temperature) fino al 6,2 per cento, e del rischio indiretto (ovvero quello dipendente da fattori legati al clima) fino al 10,2 per cento.
Si tratta di una previsione a lungo termine, certo, ma se pensiamo a quanto è ancora lunga la strada da fare per ridurre le emissioni e contrastare i cambiamenti climatici appare chiaro come sia urgente agire in modo concreto il prima possibile.
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