News - Icona Meteo https://www.iconameteo.it/news/ IconaMeteo.it - Sempre un Meteo avanti Sun, 20 Oct 2024 10:09:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.6.2 https://www.iconameteo.it/contents/uploads/2019/12/Favicon-150x150.png News - Icona Meteo https://www.iconameteo.it/news/ 32 32 Il sistema globale dell’acqua è fuori equilibrio: un nuovo rapporto avverte di una crisi senza precedenti https://www.iconameteo.it/primo-piano/il-sistema-globale-dellacqua-e-fuori-equilibrio-un-nuovo-rapporto-avverte-di-una-crisi-senza-precedenti/ Sun, 20 Oct 2024 10:09:28 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78837 AcquaPer la prima volta nella storia, il ciclo globale dell’acqua è stato alterato dall’attività umana, dando origine a una crisi che minaccia economie, produzione alimentare e la sopravvivenza stessa di miliardi di persone. Un nuovo rapporto della Global Commission on the Economics of Water, composta da leader ed esperti internazionali, lancia l’allarme sulla necessità di …

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Per la prima volta nella storia, il ciclo globale dell’acqua è stato alterato dall’attività umana, dando origine a una crisi che minaccia economie, produzione alimentare e la sopravvivenza stessa di miliardi di persone. Un nuovo rapporto della Global Commission on the Economics of Water, composta da leader ed esperti internazionali, lancia l’allarme sulla necessità di un intervento urgente per affrontare questo problema.

Il ciclo dell’acqua è il processo naturale attraverso il quale l’acqua si muove sulla Terra: evaporando da laghi, fiumi e piante, si trasforma in vapore e si accumula nell’atmosfera, formando grandi correnti di vapore che viaggiano su lunghe distanze. Alla fine, l’acqua torna a terra sotto forma di pioggia o neve. Tuttavia, secondo il rapporto, decenni di gestione insostenibile delle risorse idriche e l’uso distruttivo del suolo, combinati con la crisi climatica causata dall’uomo, hanno messo “una pressione senza precedenti” su questo delicato equilibrio.

Gli effetti di questi sconvolgimenti si stanno già manifestando in diverse parti del mondo. Quasi 3 miliardi di persone soffrono attualmente di scarsità d’acqua, e le conseguenze si estendono oltre la semplice mancanza di risorse idriche. Campi agricoli si stanno inaridendo e intere città stanno affondando a causa dell’abbassamento delle falde acquifere. La crisi idrica non è solo una questione ambientale: se non si interviene, rischia di avere un impatto devastante sulle economie globali. Secondo il rapporto, senza un’azione urgente, oltre il 50% della produzione alimentare mondiale potrebbe essere compromesso e le economie potrebbero subire una riduzione media dell’8% del PIL entro il 2050, con perdite che potrebbero arrivare fino al 15% nei paesi a basso reddito.

Un esperto climatologo della commissione ha sottolineato come, per la prima volta nella storia umana, l’equilibrio del ciclo dell’acqua sia stato compromesso. “Le precipitazioni, che sono alla base di tutta l’acqua dolce, non possono più essere considerate una risorsa sicura e prevedibile”, ha dichiarato.

Stato globale dell’acqua: i dettagli del nuovo rapporto

Il rapporto distingue tra due tipi di acqua: quella “blu”, che rappresenta l’acqua liquida presente in fiumi, laghi e falde acquifere, e “acqua verde”, l’umidità immagazzinata nel suolo e nelle piante. Anche se spesso sottovalutata, l’acqua verde è essenziale per il ciclo idrico globale, poiché ritorna nell’atmosfera sotto forma di vapore rilasciato dalle piante, contribuendo a circa la metà delle precipitazioni che si verificano sulla terra. Il documento evidenzia come entrambe le forme d’acqua siano cruciali e come la loro gestione sostenibile sia fondamentale per la sicurezza idrica del pianeta.

La crisi idrica è strettamente legata ai cambiamenti climatici, creando un circolo vizioso. Una fornitura stabile di acqua verde è essenziale per sostenere la vegetazione, che a sua volta agisce come un serbatoio di carbonio, contribuendo a ridurre il riscaldamento globale. Tuttavia, le attività umane, come la distruzione di zone umide e la deforestazione, stanno esaurendo questi serbatoi di carbonio, accelerando il cambiamento climatico. A sua volta, il riscaldamento globale porta all’inaridimento dei paesaggi, riducendo l’umidità del suolo e aumentando il rischio di incendi.

La portata della crisi è resa ancora più urgente dalla crescente domanda di acqua. Il rapporto calcola che, in media, una persona ha bisogno di circa 200-250 litri d’acqua al giorno per condurre una “vita dignitosa”, molto più dei 50-100 litri che l’ONU considera necessari per soddisfare i bisogni primari. Tuttavia, poche regioni del mondo sono in grado di fornire tali quantità di acqua dalle risorse locali, soprattutto nelle aree già colpite dalla scarsità idrica.

Un professore di scienze climatiche ha commentato il rapporto, descrivendolo come un quadro preoccupante dell’interferenza umana sul ciclo idrico globale, una risorsa fondamentale per la vita e il sostentamento. Secondo lui, le attività umane stanno “alterando la struttura del nostro territorio e dell’aria sovrastante, riscaldando il clima, intensificando gli estremi di umidità e siccità e sconvolgendo i modelli di vento e precipitazioni”.

Per affrontare questa crisi, gli autori del rapporto sostengono che è necessario un cambio radicale nella gestione delle risorse naturali e una riduzione drastica delle emissioni di gas serra. Le nazioni devono riconoscere il ciclo dell’acqua come un “bene comune” e agire insieme per preservarlo. Le decisioni prese in un Paese possono avere effetti diretti sulle precipitazioni di un altro Paese, a causa dei flussi d’acqua nell’atmosfera che viaggiano su grandi distanze. Ciò significa che l’uso dell’acqua deve essere regolato e gestito in modo cooperativo tra le nazioni di tutto il mondo, non solo attraverso i laghi e i fiumi che attraversano i confini, ma anche per il vapore acqueo che si muove tra le diverse regioni del mondo.

Il rapporto suggerisce anche una revisione dei modelli economici che governano l’uso dell’acqua, proponendo prezzi che scoraggino lo spreco e riducano la tendenza a coltivare piante e costruire infrastrutture assetate d’acqua in regioni dove questa risorsa è già scarsa. Una co-presidente della commissione ha definito la crisi idrica “una tragedia, ma anche un’opportunità per trasformare l’economia dell’acqua”. Dare il giusto valore all’acqua è essenziale, ha spiegato, perché riconosce la sua scarsità e i numerosi benefici che offre.

In definitiva, il rapporto invita alla riflessione su come gestiamo la risorsa più preziosa del Pianeta. Senza un’azione concertata e globale, il rischio è che la crisi dell’acqua diventi un problema sempre più grave e irrisolvibile, con conseguenze devastanti per il futuro del pianeta e delle prossime generazioni.

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Meteo, maltempo da Nord a Sud: un morto in Liguria. Le previsioni per le prossime ore https://www.iconameteo.it/news/meteo-maltempo-da-nord-a-sud-un-morto-in-liguria-le-previsioni/ Fri, 18 Oct 2024 09:05:24 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78830 meteo piogge venerdìAllerta meteo sull’Italia, alle prese con una nuova pesante ondata di maltempo. L’intensa perturbazione n.8 si sta spostando lentamente, per cui troveremo condizioni molto instabili anche nel weekend, in modo particolare domani (sabato 19 ottobre) quando non si escludono nubifragi. Meteo: l’ondata di maltempo prosegue anche nel fine settimana. Prossime 48 ore potenzialmente critiche Domenica …

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Allerta meteo sull’Italia, alle prese con una nuova pesante ondata di maltempo. L’intensa perturbazione n.8 si sta spostando lentamente, per cui troveremo condizioni molto instabili anche nel weekend, in modo particolare domani (sabato 19 ottobre) quando non si escludono nubifragi.

Meteo: l’ondata di maltempo prosegue anche nel fine settimana. Prossime 48 ore potenzialmente critiche

Domenica 20, invece, si potrà registrare una graduale e parziale attenuazione, che riguarderà le regioni settentrionali e occidentali, interessate da una rimonta dell’alta pressione. Al Sud e in Sicilia invece piogge e precipitazioni insisteranno fino all’inizio della prossima settimana. Potrebbero verificarsi ingenti accumuli di pioggia da sabato a martedì 25, soprattutto sulla Calabria ionica che è dunque da tenere sotto stretta osservazione.

Dunque, bisogna prestare massima attenzione alle prossime 48 ore, quando potrebbero verificarsi gravi criticità a causa di piogge e intense e abbondanti, al Nord come al Sud. Attenzione anche ai forti venti: oggi (venerdì 18 ottobre) giornata ventosa per Scirocco soprattutto su Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia, con raffiche fino a 50-60 Km/h. Sabato venti da moderati a forti su tutti i mari, fino a burrascosi di Scirocco su Adriatico e Ionio, con raffiche fino a 70-80 Km/h.

piogge venerdì

Allerta maltempo sull’Italia: abbondanti precipitazioni cadute su Liguria e Toscana

La situazione meteo in Liguria rimane particolarmente delicata dopo le abbondanti precipitazioni cadute nelle ore precedenti che hanno innescato frane ed esondazioni. Il maltempo ha pesantemente colpito nella giornata di ieri anche la Toscana. Nel dettaglio, i picchi di pioggia più elevati per quanto riguarda la Liguria si sono registrati nel Levante ligure (con picchi anche fino ai 130-150 mm), mentre in Toscana tra Lucchese e Pistoiese con picchi di 120-150 mm e tra Livornese e Senese con picchi di 110-130 mm.

Mappa piogge di giovedì 17 ottobre
Mappa piogge di giovedì 17 ottobre

Come possiamo notare dalla mappa sottostante, nel Levante ligure gli accumuli di pioggia di ieri hanno raggiunto anche i 150 mm in alcuni settori.

mappa meteonetwork
Mappa stazioni Meteonetwork

Maltempo in Liguria: duramente colpita l’area di Genova e Savona. Una vittima

Come detto le precipitazioni hanno colpito duramente la Liguria e in particolare le aree di Genova e Savona, dove si sono innescate frane ed esondazioni. A Borzonasca, nell’entroterra di Levante, è stato trovato il corpo senza vita di un uomo di 75 anni che era nei boschi in cerca di funghi. Un forte nubifragio ha colpito il comune di Sori (Genova), dove è esondato un torrente e l’acqua è arrivata fino all’ingresso del Paese, allagando le aree limitrofe. Anche a Recco il torrente si è ingrossato in maniera molto rapida, esondando in alcuni punti. Complessivamente, nella giornata di ieri (giovedì) sono esondati i torrenti a Recco, Sori e Rapallo, fuoriuscito dagli argini anche l’Entella alla foce a Chiavari. I grandi bacini del Levante (Entella, Magra e Vara) restano in allerta arancione fino alle 14.

Maltempo in Toscana: situazione critica nel Livornese e nel Senese

Quella trascorsa è stata una notte di interventi in tutta la Toscana a causa della pioggia insistente che ha provocato diversi danni. Due le zone critiche: Siena e provincia, con il capoluogo completamente allagato e la stazione ferroviaria fuori uso fino alle 12 di oggi. L’altra zona critica è quella sud della provincia di Livorno, con Campiglia, la frazione di Venturina e il comune di Suvereto che hanno subito i danni più gravi. Un violento nubifragio si è abbattuto in particolare a Cafaggio, frazione alle spalle di Campiglia, con allagamenti di strade, cantine e abitazioni. A Campiglia Marittima il fiume Cornia ha rotto gli argini sulla sponda opposta a quella del paese e l’acqua ha invaso terreni e abitazioni.

La Protezione Civile per la giornata odierna ha diramato l’allerta meteo arancione in Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana e Veneto.

Le previsioni meteo sempre aggiornate su IconaMeteo.it

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Maltempo in Liguria e nel resto d’Italia, gli aggiornamenti https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/maltempo-liguria-italia-gli-aggiornamenti/ Thu, 17 Oct 2024 10:58:14 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78826 Italia nel mirino di una pesante ondata di maltempo, che nelle ultime ore ha colpito duramente soprattutto la Liguria: intensi rovesci e temporali hanno interessato principalmente il tratto tra Savonese e Genovese, con particolare attenzione al promontorio di Portofino e al capoluogo ligure. Nelle ultime 24 ore, la regione ha registrato accumuli pluviometrici significativi, superando …

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Italia nel mirino di una pesante ondata di maltempo, che nelle ultime ore ha colpito duramente soprattutto la Liguria: intensi rovesci e temporali hanno interessato principalmente il tratto tra Savonese e Genovese, con particolare attenzione al promontorio di Portofino e al capoluogo ligure.
Nelle ultime 24 ore, la regione ha registrato accumuli pluviometrici significativi, superando i 200 mm in alcune aree, portando a numerose criticità. Sono stati segnalati allagamenti, esondazioni dei fiumi, in particolare il Bormida, e frane che hanno messo a rischio la sicurezza dei cittadini. Diverse scuole sono rimaste chiuse e alcune strade sono state interrotte a causa del maltempo.

La situazione non si limita alla Liguria, e il maltempo si sta estendendo anche alle Alpi Occidentali, dove piogge diffuse interessano il versante piemontese. Qui, si sono registrati accumuli superiori ai 20 mm nel giro di poche ore, con fenomeni particolarmente intensi nelle Alpi Marittime e Cozie. Anche le regioni del medio-alto Tirreno, tra cui la Sardegna, stanno subendo le conseguenze di questo fronte instabile, mentre sul resto d’Italia le condizioni meteorologiche rimangono più stabili e miti.

Maltempo protagonista anche tra domani e sabato

Gli aggiornamenti meteo confermano che l’ondata di maltempo in corso insisterà anche nei prossimi giorni, andando a coinvolgere anche le regioni centro meridionali.

In particolare, domani la pioggia interesserà tutte le regioni italiane, anche se in alcune zone le precipitazioni risulteranno più deboli e intervallate a pause più significative. Sabato, poi, vedremo i primi segnali di miglioramento dal Nord-Ovest e la Sardegna mentre le piogge, anche moderate, insisteranno sul Nord-Est, in gran parte del Centro-Sud e in Sicilia. Attenzione al rischio di fenomeni intensi, elevato anche nei prossimi giorni.

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Crisi idrica, nei prossimi 25 anni a rischio più di metà della produzione alimentare globale https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/crisi-idrica-nei-prossimi-25-anni-a-rischio-piu-di-meta-della-produzione-alimentare-globale/ Thu, 17 Oct 2024 10:56:35 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78823 Il mondo sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, con il ciclo idrologico – il processo naturale che regola il flusso dell’acqua sulla Terra – fuori equilibrio per la prima volta nella storia umana. Questa instabilità ha conseguenze devastanti per l’umanità e per gli ecosistemi di tutto il pianeta. La scarsità d’acqua si aggrava e …

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Il mondo sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, con il ciclo idrologico – il processo naturale che regola il flusso dell’acqua sulla Terra – fuori equilibrio per la prima volta nella storia umana. Questa instabilità ha conseguenze devastanti per l’umanità e per gli ecosistemi di tutto il pianeta. La scarsità d’acqua si aggrava e gli ecosistemi d’acqua dolce continuano a deteriorarsi, minacciando la sicurezza alimentare, l’economia globale e il raggiungimento di tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Più della metà della produzione alimentare mondiale sarà a rischio nei prossimi 25 anni se non si interviene con urgenza per conservare le risorse idriche e fermare la distruzione degli ecosistemi da cui dipende l’acqua dolce. Attualmente, oltre metà della popolazione mondiale vive in condizioni di scarsità d’acqua, e questo numero è destinato a salire con l’aggravarsi della crisi climatica.

Secondo il rapporto della Global Commission on the Economics of Water, entro la fine del decennio la domanda globale di acqua dolce supererà l’offerta del 40%. Questo squilibrio è dovuto al fatto che i sistemi idrici globali sono sottoposti a uno stress senza precedenti, aggravato dai cambiamenti climatici, dalla cattiva gestione delle risorse idriche e dalla distruzione degli ecosistemi naturali.

Uno degli errori più gravi commessi finora è stato sottovalutare la quantità di acqua necessaria per garantire a ogni individuo una vita dignitosa. Mentre per la salute e l’igiene sono necessari dai 50 ai 100 litri di acqua al giorno per persona, il fabbisogno reale è di circa 4.000 litri al giorno, considerando anche l’acqua necessaria per l’alimentazione e altri bisogni primari.

La crisi idrica ha un impatto sproporzionato sulle comunità più vulnerabili. Secondo le stime, ogni giorno più di 1.000 bambini sotto i cinque anni muoiono per motivazioni legate alla mancanza di acqua potabile e servizi igienici adeguati.
Tra le persone più colpite ci sono poi le donne e le ragazze, che ogni giorno trascorrono collettivamente 200 milioni di ore per raccogliere e trasportare acqua. Inoltre, in molte aree rurali, la ricerca di acqua mette a rischio la sicurezza delle donne, esponendole a pericoli e abusi.

La connessione tra crisi idrica e crisi climatica

La crisi idrica è strettamente collegata ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature globali influenza il ciclo idrologico causando siccità, inondazioni e ondate di calore sempre più frequenti e gravi.
La distruzione degli ecosistemi naturali, come le foreste e le zone umide, interrompe il ciclo dell’acqua e, a sua volta, accelera ulteriormente la crisi climatica.

Cosa possiamo fare

Per affrontare questa crisi, è necessario un approccio radicale e globale. Gli esperti sottolineano l’urgenza di conservare le risorse idriche, migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua e garantire un accesso equo all’acqua per tutte le comunità. È anche fondamentale ripensare le politiche agricole e industriali, eliminando i sussidi dannosi che incoraggiano pratiche idriche insostenibili.

L’acqua deve essere riconosciuta come un bene comune globale, e i governi devono collaborare per proteggerne le fonti e creare un’economia circolare dell’acqua, in cui il riutilizzo e la pulizia delle acque inquinate diventino pratiche standard. Inoltre, i paesi in via di sviluppo devono avere accesso ai finanziamenti necessari per riformare i propri sistemi idrici e fermare la distruzione degli ecosistemi naturali che sono parte integrante del ciclo idrologico.

Il rapporto della Global Commission on the Economics of Water può essere consultato, in inglese, a questo link.

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La Superluna di ottobre 2024 sarà visibile a breve (meteo permettendo) https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/la-superluna-di-ottobre-sara-visibile-a-breve-meteo-permettendo/ Wed, 16 Oct 2024 11:22:43 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78821 superluna oggiLa Superluna più grande dell’anno, la terza del 2024, sta per arrivare e non sarà la sola a dare spettacolo nel cielo poiché la ‘cometa del secolo”, C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, sarà ancora visibile. Ma quando si potrà osservare questo doppio evento? La data da segnare è quella di domani, giovedì 17 ottobre. La ‘cometa del …

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La Superluna più grande dell’anno, la terza del 2024, sta per arrivare e non sarà la sola a dare spettacolo nel cielo poiché la ‘cometa del secolo”, C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, sarà ancora visibile. Ma quando si potrà osservare questo doppio evento? La data da segnare è quella di domani, giovedì 17 ottobre.

La ‘cometa del secolo’ dà spettacolo! Ecco fino a quando sarà visibile

La Superluna più grande dell’anno potrà essere osservata giovedì 17 ottobre (meteo permettendo)

Alle 13 e 28 del 17 ottobre la Luna sarà piena, circa 11 ore dopo il suo passaggio al perigeo, cioè la minima distanza dalla Terra, a 357.172 km da noi, contro una distanza media di poco più di 384.000 km. Il termine Superluna vuole proprio indicare questa sorta di sovrapposizione tra Luna piena e passaggio al perigeo (il punto di minima distanza dalla Terra). Cosa vuol dire tutto ciò? Che la Luna sarà un pochino più vicina, più luminosa e più grande del solito.

La terza Superluna del 2024 sarà visibile a tutti? Le condizioni meteo saranno decisive poiché stando alle attuali previsioni nella giornata di domani (17 ottobre) sulle regioni del Nord e del Centro Italia agirà una delle tante perturbazioni che coinvolgeranno il nostro Paese almeno fino a sabato. In particolare, tra pomeriggio e sera di giovedì 17 ottobre le precipitazioni si faranno più diffuse al Nord-Ovest, in Emilia Romagna e Veneto con qualche pioggia isolata anche sulle regioni centro-meridionali e in Sardegna. La visibilità della Superluna, in queste zone in particolare, potrebbe risultare complicata.

Le previsioni per i prossimi giorni su IconaMeteo.it

La ‘cometa del secolo’ in contemporanea: come osservare sia l’uno che l’altro evento

Nel momento di massima luminosità della Luna sarà possibile osservare contemporaneamente anche la cometa C/2023 A3 Tsuchinshan-ATLAS, visibile a occhio nudo in moltissime zone, Italia compresa, ormai dallo scorso 12 ottobre, vale a dire il momento in cui ha raggiunto la massima vicinanza alla Terra.

Mentre la Superluna illuminerà il cielo nella serata del 17 ottobre ad ovest sarà possibile osservare la ‘cometa del secolo’, che giungerà al culmine della sua apparizione. Non rimane che attendere e sperare di avere le condizioni ideali per poter beneficiare di uno spettacolo unico.

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Marrakech travolta da piogge violente: i VIDEO delle strade trasformate in fiumi

Cambio dell’ora, ci siamo quasi: qual è stato il risparmio energetico?

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Marocco, maltempo violento e Marrakech sott’acqua: i VIDEO colpiscono https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/marocco-maltempo-violento-e-marrakech-sottacqua-i-video/ Tue, 15 Oct 2024 10:33:47 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78816 MarrakechAnche Marrakech è stata colpita da precipitazioni intense e forti nubifragi con inondazioni che hanno travolto persino l’aeroporto Menara, costringendo il personale a sospendere sia le partenze che gli arrivi. Le piogge hanno naturalmente mandato il traffico in tilt, con auto intrappolate nei viali che portano dalla periferia al centro della città nuova, o nei …

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Anche Marrakech è stata colpita da precipitazioni intense e forti nubifragi con inondazioni che hanno travolto persino l’aeroporto Menara, costringendo il personale a sospendere sia le partenze che gli arrivi. Le piogge hanno naturalmente mandato il traffico in tilt, con auto intrappolate nei viali che portano dalla periferia al centro della città nuova, o nei sottopassi, poiché le strade si sono trasformate in fiumi e i tombini non hanno retto alla furia dell’acqua.

Marrakech, precipitazioni intense e improvvise mandano in tilt la città: video impressionanti

L’intensità delle piogge, nonostante fosse in vigore un’allerta, ha sicuramente colto di sorpresa la città. Le precipitazioni si sono rivelate infatti tanto veloci quanto violente. Secondo le ultime informazioni, non si sono verificati feriti né tantomeno vittime ma sicuramente la città, e in particolare alcuni quartieri non distanti dal centro storico, hanno riportato pesanti disagi.

https://twitter.com/volcaholic1/status/1845933088443871575

Precipitazioni eccezionali nel Sahara: ecco cosa è successo

Non solo il Marocco è stato colpito: in tutto il Sahara, fenomeni di piogge monsoniche si sono verificati in zone che raramente vedono precipitazioni. Il Sahara, noto per essere il deserto più grande e caldo del pianeta, è stato recentemente teatro di un evento meteorologico straordinario: piogge torrenziali mai viste negli ultimi decenni. Nelle ultime settimane, aree solitamente secche del Sahara hanno registrato piogge talmente intense da causare inondazioni, con fenomeni che potrebbero alterare il clima della regione nei prossimi anni.

Nel sud-est del Marocco, in sole 48 ore, si è registrata una quantità di pioggia che solitamente cade in un anno intero. Questo ha portato al riempimento di bacini asciutti da decenni, come il Lago Iriqui, che non vedeva acqua da 50 anni.

Per approfondire l’argomento Sahara cliccare a questo link

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Cambio dell’ora 2024: torna l’ora solare! Ecco quando e come funziona https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/cambio-ora-2024-torna-lora-solare-ecco-quando-e-come-funziona/ Tue, 15 Oct 2024 09:35:28 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78814 cambio oraL’ora solare sta per fare il suo ritorno: lancette indietro di un’ora, dunque più luce al mattino ma la sera farà buio prima. Insomma, ha inizio la lunga stagione invernale. L’ora legale farà il suo ritorno a marzo 2025. Vediamo di seguito quando scatta il cambio dell’ora. Ora solare 2024, ci siamo quasi: ecco quando …

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L’ora solare sta per fare il suo ritorno: lancette indietro di un’ora, dunque più luce al mattino ma la sera farà buio prima. Insomma, ha inizio la lunga stagione invernale. L’ora legale farà il suo ritorno a marzo 2025. Vediamo di seguito quando scatta il cambio dell’ora.

Ora solare 2024, ci siamo quasi: ecco quando bisognerà spostare le lancette

L’ora solare 2024 farà il suo esordio, come di consueto, nell’ultimo fine settimana di ottobre: dunque tra la notte di sabato 26 e domenica 27 ottobre, quando bisognerà riposizionare le lancette dell’orologio indietro di un’ora, dalle tre alle due. Inevitabilmente avremo un’ora di luce in più al mattino ma la sera farà buio prima. La buona notizia è che dormiremo un’ora in più.

Quanto rimarrà in vigore l’ora solare?

L’ora solare rimarrà in vigore fino all’ultimo weekend di marzo 2025, quando ritornerà appunto l’ora legale e gli orologi andranno posizionati un’ora avanti.

Perché il cambio dell’ora avviene due volte all’anno? La proposta di abolizione è caduta nel vuoto

Il cambio dell’ora avviene appunto due volte all’anno, ma qual è il motivo? Ovviamente la possibilità di risparmiare energia e dunque costi in bolletta. Come sappiamo, la proposta presentata in sede Ue di abolire il cambio dell’ora è caduta nel vuoto, per cui si andrà avanti così. L’ora legale, in Italia in vigore dal 1966, è stata introdotta proprio per risparmiare energia.

Ma qual è stato l’effettivo risparmio energetico nel 2024?

Il calcolo in Italia viene abitualmente preso in carico da Terna, la società che controlla la rete ad alta tensione. Da oltre due decenni Terna stima i kWh risparmiati che, mediamente, corrispondono a circa lo 0,2% del fabbisogno totale. La società ha dunque stimato che nei sette mesi che vanno dal 31 marzo al 27 ottobre 2024, l’Italia risparmierà 90 milioni di euro grazie all’ora legale.

Oltre al risparmio economico, l’ora legale permette anche di ridurre le emissioni di CO2. Sempre secondo il rapporto di Terna, da marzo a ottobre 2024 grazie al cambio dell’ora sono state emesse 170.000 tonnellate di CO2 in meno. Questo ovviamente grazie alla maggior disponibilità di luce naturale nelle ore serali e dunque al minor bisogno di ricorrere all’elettricità.

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Energie rinnovabili: i piani attuali garantiscono solo la metà della crescita richiesta

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Milton ed Helene: quasi la metà dei costi legati ai danni dei due uragani attribuibile al riscaldamento globale https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/milton-ed-helene-quasi-la-meta-dei-costi-legati-ai-danni-dei-due-uragani-attribuibile-al-riscaldamento-globale/ Mon, 14 Oct 2024 09:05:51 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78811 uragano idaliaGli uragani Milton e Helene hanno lasciato un segno devastante in Florida, causando danni economici enormi, evidenziando quanto il cambiamento climatico stia aggravando la situazione. Secondo ricerche recenti, quasi la metà dei costi legati ai danni provocati da questi due uragani può essere attribuita agli effetti del riscaldamento globale. Per approfondire sul ruolo del cambiamento …

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Gli uragani Milton e Helene hanno lasciato un segno devastante in Florida, causando danni economici enormi, evidenziando quanto il cambiamento climatico stia aggravando la situazione. Secondo ricerche recenti, quasi la metà dei costi legati ai danni provocati da questi due uragani può essere attribuita agli effetti del riscaldamento globale.

Per approfondire sul ruolo del cambiamento climatico nell’impatto di Milton cliccare a questo link

Uragano Milton, miliardi di dollari di danni a causa del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico, causato principalmente dall’uso di combustibili fossili, ha aggiunto miliardi di dollari ai costi di ricostruzione e recupero post-uragano. Le temperature più elevate delle acque del Golfo del Messico, alimentate dall’aumento globale delle temperature, hanno reso gli uragani Milton e Helene più intensi, con effetti devastanti su case, edifici e infrastrutture in tutta la Florida. Si stima che il cambiamento climatico abbia contribuito al 44% dei danni causati da Helene e al 45% di quelli provocati da Milton.

I danni diretti sono solo una parte del problema. Il bilancio economico complessivo comprende perdite più a lungo termine, come la riduzione della produttività e l’impatto sulla salute pubblica. Gli uragani hanno distrutto infrastrutture vitali, paralizzato le comunità e provocato danni che richiederanno anni per essere riparati. Le reti elettriche e stradali hanno subito gravi danni, così come migliaia di abitazioni e attività commerciali, aumentando i costi di recupero ben oltre le prime stime.

Milton ha colpito duramente una delle principali fonti di reddito della Florida

Gli effetti economici degli uragani non si fermano qui: la perdita di lavoro a causa della distruzione di fabbriche, negozi e uffici, unita all’aumento della spesa per riparazioni e ricostruzioni, ha creato un circolo vizioso che rallenta la ripresa economica della regione. In particolare, il settore turistico della Florida, una delle principali fonti di reddito dello stato, ha subito un duro colpo, con spiagge devastate e strutture ricettive danneggiate.

Il cambiamento climatico, accelerando e intensificando eventi meteorologici estremi come questi uragani, sta facendo lievitare il costo della mancata azione. Il costo di Milton e Helene è solo l’ultimo esempio di quanto l’inerzia verso la riduzione delle emissioni di gas serra possa avere conseguenze economiche devastanti. Continuare a ignorare questo problema non farà altro che aumentare i costi per le economie locali e globali, e i danni diventeranno sempre più difficili da sostenere.

In conclusione, la devastazione causata dagli uragani Milton e Helene è un segnale di allarme che ci ricorda quanto il cambiamento climatico stia diventando sempre più costoso. Ogni grado di riscaldamento aumenta la frequenza e l’intensità di questi eventi, e con essi i costi economici associati.

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Uragano Milton in Florida: quanto e come ha influito il cambiamento climatico? https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-milton-in-florida-quanto-e-come-ha-influito-il-cambiamento-climatico/ Mon, 14 Oct 2024 07:47:32 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78808 uragano MiltonL’uragano Milton ha devastato la Florida la scorsa settimana colpendo la costa occidentale dello stato con la violenza di un uragano di categoria 3. I venti catastrofici, le precipitazioni e i tornado hanno causato oltre 15 vittime e naturalmente gravi disagi. Secondo un recente studio del World Weather Attribution, senza cambiamento climatico Milton avrebbe colpito …

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L’uragano Milton ha devastato la Florida la scorsa settimana colpendo la costa occidentale dello stato con la violenza di un uragano di categoria 3. I venti catastrofici, le precipitazioni e i tornado hanno causato oltre 15 vittime e naturalmente gravi disagi. Secondo un recente studio del World Weather Attribution, senza cambiamento climatico Milton avrebbe colpito con uragano di categoria 2, dunque con venti meno intensi.

L’uragano Milton devasta la Florida: ecco i VIDEO impressionanti

L’uragano Milton si è intensificato nelle acque del Golfo del Messico a una velocità impressionante

Milton è nato lo scorso 5 ottobre come depressione tropicale nel Golfo del Messico, intensificandosi velocemente in tempesta tropicale. In seguito ha subito un’intensificazione esplosiva nell’arco di 24 ore, tra lunedì 6 e martedì 7, che lo ha elevato a uragano di categoria 5.

Questa intensificazione estremamente rapida di Milton è stata resa possibile dalle temperature elevate delle acque del Golfo del Messico, rese 400-800 volte più probabili dai cambiamenti climatici, sottolineano gli esperti. Milton si è intensificata più velocemente di qualsiasi altra tempesta nel Golfo del Messico, ma questo livello di rafforzamento esplosivo non è senza precedenti nell’Atlantico. Solo due uragani si sono rafforzati più di Milton in un periodo di 24 ore: Wilma del 2005 e Felix del 2007.

L’uragano Milton in 24 ore è diventato un ‘mostro’: Florida in allerta

Il landfall di Milton e il ruolo del cambiamento climatico: i dati del nuovo studio

Milton ha toccato terra la sera di mercoledì 9 ottobre dopo aver subito un indebolimento da uragano di categoria 5 a uragano d categoria 3. Questo ha scongiurato uno scenario ancor più drammatico, inasprito inoltre dalla scia di morte e distruzione innescata solo due settimane prima dall’uragano Helene.

Secondo lo studio del World Weather Attribution – pubblicato l’11 ottobre, quindi solo due giorni dopo dall’impatto -, senza il cambiamento climatico Milton avrebbe colpito con la violenza di un uragano di categoria 2 e non di categoria 3. Uno studio separato, pubblicato lo stesso giorno dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, ha scoperto che questo aumento di intensità ha reso Milton quasi due volte più distruttivo.

L’analisi di World Weather Attribution ha scoperto che le tempeste con velocità del vento di Milton sono diventate circa il 40% più frequenti e i venti associati a tempeste di simile rarità hanno subito un aumento di circa il 10% a causa di 1,3 gradi di riscaldamento globale dall’epoca preindustriale. Quindi, senza il cambiamento climatico, Milton avrebbe colpito la Florida come categoria 2, dunque con venti massimi sostenuti a 177 km/h, invece che come categoria 3 e quindi con venti a oltre 190 km/h.

Anche le piogge legate all’uragano sono aumento del 10-50% a causa dei cambiamenti climatici

Lo studio di attribuzione in questione, per poter essere pubblicato in modo così veloce, non ha utilizzato la modellazione tradizionale utilizzata per ricerche simili bensì si è basato sui dati degli ultimi 75 anni, più la modellazione eseguita per l’uragano Helene che ha colpito a distanza ravvicinata più o meno le stesse zone di Milton.

I ricercatori hanno così scoperto che gli estremi delle precipitazioni per la Florida centrale negli ultimi 75 anni sono aumentati in modo significativo a causa del cambiamento climatico. Per quanto riguarda le precipitazioni dell’uragano Milton, secondo lo studio sono state rese più intense del 10-50% dal cambiamento climatico con il doppio della probabilità di potersi verificare rispetto a condizioni normali.

L’influenza delle temperature oceaniche da record

Come detto in precedenza, Milton si è intensificato in maniera esplosiva nel Golfo del Messico. Le temperature oceaniche lungo il suo percorso erano costantemente più calde di 1 grado rispetto a quanto lo sarebbero state in un mondo senza cambiamenti climatici, hanno scoperto i ricercatori, diventando da 400 a 800 volte più probabili durante l’intensificazione in un grande uragano. Ciò ha influenzato l’ambiente di Milton, rendendo più probabile che la tempesta si sviluppasse e si intensificasse per tutta la sua durata.

Il cambiamento climatico ha reso gli uragani Helene e Milton quasi due volte più distruttivi

Il cambiamento climatico ha dunque aumentato l’intensità dei venti di Milton di circa il 10%. Sebbene possa sembrare un aumento poco considerevole, così non è poiché i danni legati agli uragani aumentano esponenzialmente in base alla velocità e all’intensità dei venti. Per esempio, secondo i ricercatori della NOAA, un uragano di categoria 2 con venti a 161 km/h causerà 10 volte i danni di un uragano di categoria 1 con venti a 121 km/h. Ciò include i danni non solo causati dai venti, ma anche da mareggiate, inondazioni e tornado. Quindi, un aumento del 10% dei venti di un uragano produce danni due volte maggiori.

Uno studio separato fa una stima sui danni economici di Helene e Milton

Secondo lo studio pubblicato separatamente dai ricercatori dell’Imperial College di Londra, il cambiamento climatico ha aumentato la velocità del vento di Helene al momento dell’atterraggio di circa l’11% e quella di Milton di quasi il 10%. Facendo una stima sui danni economici, i ricercatori stabiliscono che il 44% dei danni economici causati da Helene e il 45% di quelli causati da Milton potrebbero essere attribuiti al cambiamento climatico.

L’uragano Milton potrebbe causare 30-50 miliardi di dollari di perdite assicurate in Florida, secondo Fitch Ratings. Poiché le perdite totali dovute agli uragani sono in genere circa due volte più grandi delle perdite assicurate, Milton potrebbe costare circa 60-100 miliardi di dollari, rendendolo potenzialmente il quinto disastro meteorologico più costoso della storia, dopo Katrina, Harvey, Ian e Maria.

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Il riscaldamento globale mette in ginocchio le stazioni sciistiche delle Alpi. Esiste ancora chi nega il cambiamento climatico? https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-riscaldamento-globale-mette-in-ginocchio-le-stazioni-sciistiche-delle-alpi-esiste-ancora-chi-nega-il-cambiamento-climatico/ Sun, 13 Oct 2024 10:37:42 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78805 neve sci francia climaAumentano gli esempi concreti dell’impatto del cambiamento climatico sull’economia di tutto il mondo ma la politica, troppo spesso, pensa ad altro.  La crisi climatica, con inverni sempre più caldi e meno nevosi, sta modificando in maniera irreversibile il panorama delle Alpi francesi. Un caso simbolico è la recente chiusura dell’Alpe du Grand Serre, un’importante stazione …

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Aumentano gli esempi concreti dell’impatto del cambiamento climatico sull’economia di tutto il mondo ma la politica, troppo spesso, pensa ad altro. 

La crisi climatica, con inverni sempre più caldi e meno nevosi, sta modificando in maniera irreversibile il panorama delle Alpi francesi. Un caso simbolico è la recente chiusura dell’Alpe du Grand Serre, un’importante stazione sciistica situata nella regione dell’Isère, nel sud-est della Francia. A causa della mancanza di neve e di difficoltà finanziarie, il consiglio della comunità locale ha deciso di interrompere i finanziamenti necessari per la sua trasformazione in una meta turistica attiva tutto l’anno.

Non è la prima volta che stazioni sciistiche di bassa quota affrontano problemi legati alla scarsità di neve, ma la chiusura di una stazione di questa portata segna un punto di svolta. Per anni, l’Alpe du Grand Serre ha cercato di adattarsi con il progetto “Alpe de Grande Serre 2050”, che mirava a rendere la località attrattiva anche in estate. Tuttavia, la mancanza di fondi e l’intensificazione della crisi climatica hanno accelerato il declino della stazione.
“La chiusura è inevitabile se non si ascoltano gli scienziati”, ha commentato il senatore Guillaume Gontard, ricordando che la gestione delle stazioni sciistiche diventa sempre più complessa nelle zone dove la neve è ormai una rarità.

La decisione di chiudere mette a rischio circa 200 posti di lavoro e colpisce duramente l’economia locale. “Una stazione sciistica non è solo turismo, è una storia, una tradizione che ha plasmato il territorio”, ha aggiunto Gontard, evidenziando la mancanza di una pianificazione a livello nazionale per gestire la transizione climatica nelle aree di montagna.

neve francia sci clima
Foto: Facebook/Alpe du Grand Serre

Il cambiamento climatico sta modificando il futuro di molte località alpine. Le stazioni a quote più basse, come l’Alpe du Grand Serre, sono le più colpite, mentre solo quelle situate in aree più elevate e con maggiori risorse economiche possono ancora sperare di resistere. Senza un intervento tempestivo e una ristrutturazione del modello economico del turismo montano, molte altre località potrebbero seguire lo stesso destino, lasciando un vuoto non solo economico, ma anche culturale nelle regioni alpine.

Ormai è acclarato che senza provvedimenti ragionati ma immediati la crisi economica generata dai cambiamenti climatici colpirà sempre più spesso i settori turistici fino a modificarli e trasformarli completamente. Nessun governo può esimersi dal mettere ai primi posti della propria agenda un piano concreto per l’adattamento ai disastri causati da scelte sbagliate e insensate degli ultimi decenni. I cittadini posso e devono contribuire, gli operatori possono e devono contribuire, ma la responsabilità è tutta della politica, dei politici e dei governi che non hanno ancora capito, o fingono di non capire, quale enorme sfida ci sia per le generazioni future contro l’inquinamento e il surriscaldamento globale.

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Piogge eccezionali nel Sahara: il deserto più arido del mondo sotto l’effetto di fenomeni estremi https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/sahara-sottacqua-piogge-eccezionali-sul-deserto-piu-arido/ Sun, 13 Oct 2024 08:24:25 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78800 Il Sahara, noto per essere il deserto più grande e caldo del pianeta, è stato recentemente teatro di un evento meteorologico straordinario: piogge torrenziali mai viste negli ultimi decenni. Nelle ultime settimane, aree solitamente secche del Sahara hanno registrato piogge talmente intense da causare inondazioni, con fenomeni che potrebbero alterare il clima della regione nei …

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Il Sahara, noto per essere il deserto più grande e caldo del pianeta, è stato recentemente teatro di un evento meteorologico straordinario: piogge torrenziali mai viste negli ultimi decenni. Nelle ultime settimane, aree solitamente secche del Sahara hanno registrato piogge talmente intense da causare inondazioni, con fenomeni che potrebbero alterare il clima della regione nei prossimi anni.

Nel sud-est del Marocco, in sole 48 ore, si è registrata una quantità di pioggia che solitamente cade in un anno intero. Questo ha portato al riempimento di bacini asciutti da decenni, come il Lago Iriqui, che non vedeva acqua da 50 anni. Le immagini satellitari della NASA hanno mostrato questo spettacolo inatteso, sottolineando l’impatto di quello che viene descritto come una tempesta extratropicale. Si stima che il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature globali stiano accelerando il ciclo idrologico e rendendo sempre più frequenti eventi meteorologici estremi come questo. Gli esperti, come Houssine Youabeb, della meteorologia marocchina, hanno dichiarato che il Sahara potrebbe assistere a ulteriori episodi simili in futuro.1

sahara alluvione
Foto: earthobservatory.nasa.gov

Non solo il Marocco è stato colpito: in tutto il Sahara, fenomeni di piogge monsoniche si sono verificati in zone che raramente vedono precipitazioni. La comunità scientifica si interroga su cosa stia causando questa ondata di piogge, e molti credono che ci sia un legame con la stagione degli uragani atlantici insolitamente tranquilla di quest’anno.
La cosiddetta Intertropical Convergence Zone (ITCZ), una fascia atmosferica che di solito trasporta nuvole e piogge, si è spostata più a nord del solito, spingendo le precipitazioni sul deserto. Questo spostamento potrebbe essere un segnale dei cambiamenti climatici in corso, con l’oceano Atlantico che assorbe più calore del normale, modificando i percorsi delle tempeste.2

Inoltre, alcuni scienziati suggeriscono che le temperature più elevate dell’Atlantico settentrionale e del Mediterraneo possano aver intensificato queste piogge. Con il riscaldamento degli oceani e l’aumento delle emissioni di gas serra, i modelli climatici prevedono un futuro in cui il Sahara potrebbe ricevere più pioggia, con un possibile spostamento delle piogge monsoniche verso nord entro il 2100.3

Mentre il Sahara rimane una delle regioni più aride al mondo, questi episodi meteorologici rappresentano un’ulteriore prova di quanto rapidamente il cambiamento climatico stia modificando il volto di ambienti estremi, con conseguenze potenzialmente significative non solo per il deserto, ma anche per i cicli meteorologici globali.


  1. Warming in the Arctic region has been four times faster than the global average – Finnish Meteorological Institute.
  2. Arctic Warming Four Times Faster than Rest of the World: Study | Earth.Org
  3. Report: Arctic heating nearly 4 times faster than rest of Earth | The Week

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Il riscaldamento nell’Artico accelera quattro volte più velocemente rispetto al resto del pianeta https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-riscaldamento-nellartico-accelera-quattro-volte-piu-velocemente-rispetto-al-resto-del-pianeta/ Sun, 13 Oct 2024 07:26:03 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78796 Mentre il ghiaccio marino scompare, la Groenlandia si scioglie e gli incendi devastano le foreste settentrionali, nuove ricerche confermano quanto gli scienziati stanno cercando di segnalare da tempo: l’Artico si sta riscaldando a un ritmo molto più rapido rispetto al resto del mondo. Il fenomeno, noto come amplificazione artica, è causato dalle emissioni di gas …

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Mentre il ghiaccio marino scompare, la Groenlandia si scioglie e gli incendi devastano le foreste settentrionali, nuove ricerche confermano quanto gli scienziati stanno cercando di segnalare da tempo: l’Artico si sta riscaldando a un ritmo molto più rapido rispetto al resto del mondo.

Il fenomeno, noto come amplificazione artica, è causato dalle emissioni di gas serra derivanti dalla combustione di combustibili fossili. Secondo uno studio pubblicato dal Finnish Meteorological Institute, la temperatura nella regione del Polo Nord negli ultimi decenni è aumentata a una velocità quattro volte superiore rispetto al resto del Pianeta.

Uno dei problemi riscontrati riguarda i modelli climatici, che non riescono a cogliere appieno questo rapido tasso di riscaldamento, come ha spiegato uno dei ricercatori principali dello studio. Questo rappresenta una preoccupazione perché, se i modelli non possono riprodurre accuratamente la situazione attuale, non si può essere certi delle previsioni a lungo termine. “A causa di questa discrepanza, abbiamo deciso che era necessario correggere i modelli e aggiornarli“, ha dichiarato uno degli scienziati coinvolti nello studio.

Lo studio, pubblicato nella rivista Communications Earth and Environment, ha analizzato le tendenze delle temperature nell’Artico tra il 1979 e il 2021, un periodo che corrisponde all’era moderna dei dati satellitari. È stato riscontrato che il tasso di riscaldamento è particolarmente elevato nella regione euroasiatica dell’Artico, in particolare nel Mar di Barents, dove la temperatura è aumentata sette volte più velocemente rispetto alla media globale.
I dati più recenti mostrano che la temperatura media annuale nella regione del Mar di Barents è aumentata fino a 2,7 gradi Celsius per decennio negli ultimi 40 anni, rendendo questa area la zona con il riscaldamento più rapido del pianeta.

Il cambiamento climatico ha portato a una rapida perdita di ghiaccio marino nell’Artico, che ha ulteriormente amplificato il riscaldamento globale. Il ghiaccio marino, con la sua superficie bianca brillante, riflette l’energia solare nello spazio; quando si scioglie, l’oceano scuro assorbe maggior calore, aggravando il problema.

Un climatologo indipendente ha sottolineato come questo studio evidenzi l’amplificazione artica in modo particolarmente chiaro negli ultimi decenni, più di quanto accaduto nella prima metà del Novecento. “L’amplificazione artica è innegabile“, ha affermato l’esperto. “Sia che si parli di un fattore di due, tre o quattro, ciò non cambia il fatto che l’Artico si stia riscaldando più velocemente del resto del mondo”.

L’annuale Arctic Report Card dello scorso anno, pubblicata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, ha rilevato che la regione artica si sta riscaldando più velocemente del resto della Terra e sta rapidamente perdendo la copertura di ghiaccio.

Questi risultati rispecchiano anche le ultime conclusioni delle Nazioni Unite sulla crisi climatica, secondo cui l’Artico continuerà a riscaldarsi a un ritmo superiore finché l’umanità continuerà a bruciare combustibili fossili e a rilasciare gas serra nell’atmosfera.

La sensibilità dell’Artico al riscaldamento globale è maggiore di quanto pensassimo“, ha concluso un ricercatore coinvolto nello studio. “Solo il tempo ci dirà come evolverà la situazione in futuro”.

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Milton ha stravolto la Florida con distruzione e morte. VIDEO terrificanti https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/milton-ha-stravolto-la-florida-con-distruzione-e-morte-video-terrificanti/ Fri, 11 Oct 2024 09:56:29 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78791 Uragano MiltonL’uragano Milton, come previsto, ha impattato sulla Florida come uragano di categoria 3, lasciando nuovamente una scia di morte e distruzione già causata da un altro grande uragano, Helene, soltanto qualche settimana fa. Mentre gli Stati Uniti fanno la conta dei danni, dagli ultimi aggiornamenti ciò che si sa è che le vittime sono almeno …

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L’uragano Milton, come previsto, ha impattato sulla Florida come uragano di categoria 3, lasciando nuovamente una scia di morte e distruzione già causata da un altro grande uragano, Helene, soltanto qualche settimana fa.

Mentre gli Stati Uniti fanno la conta dei danni, dagli ultimi aggiornamenti ciò che si sa è che le vittime sono almeno 16 (ma si prevede purtroppo un numero maggiore) e che almeno 3 milioni di case e aziende sono senza elettricità. Milton ha inoltre causato diversi tornado, una catastrofe nella catastrofe che ha generato appunto diverse vittime.

Uragano Milton: la “tempesta del secolo” tocca terra in Florida

L’uragano Milton si è indebolito prima dell’impatto: scongiurato lo scenario più drammatico

La tempesta ha toccato terra a Siesta Key, appena a sud di Tampa, mercoledì sera come uragano di categoria 3. Le case sono state danneggiate, gli alberi sradicati e milioni di persone hanno perso la corrente elettrica e ci sono già segnalazioni di diversi decessi, ma è stata evitata la devastazione totale.

Nonostante abbia perso parte della sua potenza mentre si avvicinava alla costa, Milton, che si era rafforzato ad una velocità sorprendente sulle calde acque del Golfo del Messico raggiungendo la categoria 5, è stato comunque uno degli uragani più forti ad aver colpito la terraferma degli Stati Uniti nella memoria recente, nonché il secondo colpo diretto sulla Florida nell’arco di 12 giorni.

Quanto è stata forte l’onda di tempesta?

Un rischio importante rappresentato da Milton era la violenza della sua onda di tempesta, ovvero i venti che avrebbero spinto enormi volumi di acqua dalla baia di Tampa alla città stessa. Quando la tempesta ha toccato terra, il peggio di questa mareggiata si è verificato nella contea di Sarasota, con volumi di acqua da 2,5 a 3 metri. Ma le inondazioni in alcuni punti sono state significative: appena nell’entroterra di Tampa, Plant City ha ricevuto oltre 330 mm di pioggia, inondando i quartieri.

Qual è stato l’impatto dei tornado?

Quando atterra un uragano, gli improvvisi cambiamenti nei venti possono generare dei tornado, ma il numero e la ferocia di quelli scatenati da Milton sono stati insolitamente elevati, affermano gli esperti. Mercoledì, ancora prima del landfall, erano in vigore oltre 140 avvisi di tornado in Florida, molti dei quali hanno causato danni ingenti.

Nella contea di St Lucie, sulla costa orientale della Florida, sono stati confermati quattro decessi a causa di un tornado che si è schiantato contro una casa di riposo. La Florida vede più tornado per miglio quadrato di qualsiasi altro stato, ma di solito sono piuttosto deboli. I tornado innescati da Milton erano della stessa intensità che si vede spesso nelle Grandi Pianure degli Stati Uniti.

Milton ha ormai attraversato la Florida e si sta dirigendo verso l’Oceano Atlantico, a nord delle Bahamas. Si stima che circa 11 milioni di persone siano in pericolo a causa del deflusso delle acque piovane nei fiumi in piena, che possono causare inondazioni. Dunque l’allerta è tutt’altro che terminata.

La devastazione dell’uragano Milton è impressionante: la “tempesta del secolo” rimarrà nella storia

Milton è stato definito da Joe Biden come la “tempesta del secolo“. E in effetti la devastazione causata dal suo atterraggio in Florida è stata impressionante, come testimoniano i video e le immagini pubblicate su X.

https://twitter.com/Ry_Bass/status/1844367980249178396

Lo stadio Tropicana Field completamente devastato: è situato in una delle aree maggiormente colpite, ovvero St. Petersburg.

Questo è il tornado impressionante che ha colpito Wellington.

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Aurora boreale, che spettacolo nei cieli del Nord Italia! E occhio al possibile bis https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/aurora-boreale-che-spettacolo-nei-cieli-del-nord-italia-e-occhio-al-possibile-bis/ Fri, 11 Oct 2024 08:30:25 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78787 Aurora boreale su TorinoL’aurora boreale, fenomeno di luci spettacolare tipico dei cieli del Nord Europa, ha raggiunto nuovamente l’Italia nella serata di ieri (giovedì 10 ottobre). Lo spettacolo, raro a queste latitudini, è stato ben visibile soprattutto al Nord, come testimoniano i tantissimi e bellissimi scatti condivisi sui social. Basilica di Superga – Torino 🇮🇹 Aurora boreale 🥹#aurora …

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L’aurora boreale, fenomeno di luci spettacolare tipico dei cieli del Nord Europa, ha raggiunto nuovamente l’Italia nella serata di ieri (giovedì 10 ottobre). Lo spettacolo, raro a queste latitudini, è stato ben visibile soprattutto al Nord, come testimoniano i tantissimi e bellissimi scatti condivisi sui social.

Aurora boreale nei cieli dell’Italia: tutto merito di una tempesta geomagnetica G4

Come previsto dagli esperti nei giorni precedenti, si è verificata una grave tempesta geomagnetica (G4) che ha raggiunto la Terra. Cos’è una grave tempesta geomagnetica? Si tratta di una grave perturbazione del campo magnetico terrestre, spesso con intensità variabile tra livelli più bassi e condizioni di forte tempesta nel corso dell’intero evento.

L’espulsione di massa coronale (Coronal Mass Ejection/CME) prevista è arrivata sulla Terra a circa 1,5 milioni di miglia orarie. In cosa consiste l’espulsione di massa coronale? Altro non è che un’eruzione di materiale solare e campi magnetici che quando raggiunge la Terra innesca appunto una tempesta geomagnetica. 

La tempesta geomagnetica può interferire con le operazione di soccorso degli uragani Helene e Milton: ecco come

Come sottolineato dalla NOAA, la tempesta geomagnetica potrebbe avere un impatto critico sugli sforzi di recupero in corso negli Stati Uniti in seguito agli uragani Helene e Milton in diversi modi: comunicazioni, poiché i sistemi che dipendono da satelliti in orbita terrestre bassa o da comunicazioni ad alta frequenza potrebbero subire interruzioni; reti elettriche, poiché la tempesta potrebbe mettere a dura prova le reti elettriche già indebolite dagli uragani; servizi GPS, poiché i sistemi di navigazione, in particolare quelli utilizzati nei soccorsi in caso di calamità, potrebbero risultare degradati.

Uragano Milton: la “tempesta del secolo” tocca terra in Florida

L’aurora boreale concede un bis? Gli ultimi aggiornamenti

In base agli ultimi aggiornamenti del centro di previsione meteorologica spaziale della NOAA, nella giornata odierna l’aurora boreale potrebbe concedere un secondo spettacolo. Le condizioni sono infatti ancora favorevoli per una seconda tempesta geomagnetica di livello G4 (grave). Dunque occhi rivolti al cielo anche stasera perché lo spettacolo luminoso dell’aurora boreale potrebbe nuovamente deliziarci.

L’aurora boreale conquista i social: immagini poetiche ed emozionanti

Come detto in precedenza, l’aurora boreale nella serata di ieri è stata ben visibile nei cieli del Nord Italia: dal Piemonte alla Lombardia passando per la Liguria. La miglior visuale si è avuta sulle Alpi.

L’aurora ha illuminato anche i cieli della Spagna.

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Esonda il Lambro: a Milano in 10 giorni caduti 160 litri di pioggia per metro quadro https://www.iconameteo.it/news/esonda-il-lambro-a-milano-in-10-giorni-caduti-160-litri-di-pioggia-per-metro-quadro/ Thu, 10 Oct 2024 09:59:36 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78781 milano lambro maltempoL’ennesimo peggioramento meteo innescato dalla coda dell’ormai ex uragano Kirk ha dato vita ad una rapida ma intensa fase di maltempo sul Nord Italia, che ha provocato notevoli disagi e allagamenti, nonché l’esondazione del Lambro a Milano.  Da inizio ottobre sono caduti 160 litri di pioggia per metro quadro a Milano: si tratta, secondo i …

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L’ennesimo peggioramento meteo innescato dalla coda dell’ormai ex uragano Kirk ha dato vita ad una rapida ma intensa fase di maltempo sul Nord Italia, che ha provocato notevoli disagi e allagamenti, nonché l’esondazione del Lambro a Milano. 

Da inizio ottobre sono caduti 160 litri di pioggia per metro quadro a Milano: si tratta, secondo i dati statistici di Meteo Expert, del doppio della pioggia che in media cade nell’arco dell’intero mese di ottobre.

Fiume Lambro esonda a Milano: è la quarta volta da inizio 2024

Il fiume Lambro è esondato questa mattina a Milano a causa delle forti piogge cadute. A comunicarlo è stato l’assessore alla protezione civile Marco Granelli, che precisa come l’allagamento sia iniziato in via Rilke, nel quartiere Ponte Lambro, e alle 8:40 del mattino anche il Parco Lambro stava iniziando ad allagarsi. Per fortuna tutte le zone a rischio erano state evacuate in tempo, e la situazione era sotto osservazione. La Polizia invita tutti alla “prudenza nei sottopassi e lungo le strade a scorrimento veloce”.

Il maltempo ha interessato il Nord Italia e, nello specifico, la Lombardia tra la notte e il primo mattino, con piogge anche intense. “Questa fase perturbata arriva dopo le abbondanti piogge di martedì 8, che hanno saturato terreni e fatto rapidamente alzare il livello dei fiumi. Dopo la breve tregua di mercoledì, l’arrivo di nuove piogge abbondanti ha subito avuto impatti sui livelli della rete fluviale”, spiega Flavio Galbiati, meteorologo di Meteo Expert Icona Meteo.

Tra la scorsa notte e le prime ore di oggi sono caduti accumuli importanti, che nell’area di Milano si assestano tra i 30 e 50 mm, mentre nelle Prealpi gli accumuli arrivano fino a 70 mm.

lambro milano maltempo

A causa della delicata situazione meteorologica, per la giornata di giovedì 10 la Protezione Civile ha diramato un’allerta rossa per rischio idro-geologico in Valchiavenna, Media-bassa Valtellina, Valcamonica, Lario e Prealpi occidentali, Orobie bergamasche, mentre nell’Nodo Idraulico di Milano è in vigore l’allerta arancione.

Il livello dei fiumi continuerà ad essere sotto osservazione poichè “le precipitazioni cadute sulle Prealpi – spiega Galbiati – nelle prossime ore continueranno a defluire nei corsi d’acqua a valle”.

Il Seveso è esondato questa mattina, sbendo un rapido innalzamento del livello idrometrico, e poco dopo le 8 del mattino è stata attivata la vasca anti-esondazione, in modo da contenere le acque ed evitare esondazioni in zona Niguarda. Questa, ha fatto sapere l’assessore alla sicurezza del comune di Milano, è la sesta volta che la vasca anti esondazione entra in funzione nel 2024.

lambro esonda milano

La situazione meteo per fortuna però tende a migliorare. “Adesso è in atto un rapido miglioramento delle condizioni meteo, grazie allo spostamento verso est della perturbazione. Già nelle prossime ore sulla Lombardia avremo un passaggio a tempo più soleggiato sulla Lombardia e tra venerdì e il weekend, il tempo tornerà sereno”, aggiunge Galbiati.

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Uragano Milton: la “tempesta del secolo” tocca terra in Florida https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-milton-la-tempesta-del-secolo-tocca-terra-in-florida/ Thu, 10 Oct 2024 07:44:17 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78767 uragano milton floridaMilton ha toccato in Florida, vicino a Siesta Key come potente uragano di categoria 3. Il suo impatto sulla terraferma ha indebolito il ciclone, che secondo il National Hurricane Center è stato declassato ora a categoria 1, con venti medi che soffiano a 144 km/h. Milton è il nono uragano nato sull’Oceano Atlantico nel 2024 …

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Milton ha toccato in Florida, vicino a Siesta Key come potente uragano di categoria 3. Il suo impatto sulla terraferma ha indebolito il ciclone, che secondo il National Hurricane Center è stato declassato ora a categoria 1, con venti medi che soffiano a 144 km/h.

Milton è il nono uragano nato sull’Oceano Atlantico nel 2024 e il quarto a raggiungere un’intensità di categoria 3 o superiore. Milton è approdato sugli Stati Uniti appena due settimane dall’altrettanto intenso uragano Helene, che ha devastato la Florida e divesi altri stati nel sud-est del Paese.

L’uragano Milton ha subito una rapida intensificazione mentre si trovava sulle calde acque del Golfo del Messico: nel momento di massima potenza ha raggiunto categoria 5, destando non poche preoccupazioni in Florida, dove era atteso il suo arrivo pochi giorni dopo. “Sembra la tempesta del secolo“, ha detto Biden in un discorso dalla Casa Bianca in cui ha esortato coloro che si trovano sul percorso della tempesta a seguire i consigli di sicurezza delle autorità locali: “è letteralmente una questione di vita o di morte“.

Uragano Milton sulla Florida, con venti a 170 km/h, piogge torrenziali e un’onda di tempesta di 4 metri

Fortunatamente Milton si è indebolito prima di toccare terra, ciononostante gli effetti del suo passaggio sulla penisola della Florida sono stati notevoli.

Sarasota, Tampa, St Petersburg e Fort Myers sono le aree maggiormente colpite dal passaggio dell’uragano Milton. Più di 2 milioni di case sono rimaste senza elettricità, e molte abitazioni sono state danneggiate o distrutte.

Oltre ai venti impetuosi, che in un uragano di categoria 2 arrivano a 154-177 km/h di media, con raffiche più forti, molte zone sono state allagate dalle forti piogge e dalle mareggiate. A St. Petersburg, ad esempio, sono caduti più di 400 mm di pioggia: un record per l’area.

Parti di Venice, nota località balneare della Florida a circa 30 chilometri da Sarasota, la località dove l’uragano ha toccato terra, risultano sommerse: qui i venti dell’uragano hanno spinto l’acqua del mare oltre la linea della costa per il fenomeno dello “storm surge” (onda di tempesta). Secondo le previsioni l’onda di tempesta sarebbe potuta arrivare fino a 4 metri di altezza nell zone direttamente colpite.

Come ogni potente uragano, anche Milton ha dato vita a diversi tornado durante il suo passaggio sulla terraferma. Secondo la Protezione Civile statunitense si sono contati finora 19 tornado che hanno purtroppo provocato anche delle vittime.

Milton sulla Florida: la traiettoria prevista dell’Uragano

L’occhio dell’uaragano Milton si trova in questo momento centrato sulla Florida peninsulare. Secondo le previsioni del Centro Uragani della NOAA, Milton dovrebbe mantenere il suo status di uragano di categoria 1 mentre procede verso est. Raggiungerà l’Oceano Atlantico nel corso della giornata di oggi.

Secondo le proiezioni, una volta raggiunto il mare aperto, Milton dovrebbe indebolirsi a tempesta tropicale entro venerdì 11. Il sistema potrebbe quindi transitare a sud delle Bermuda come tempesta, per poi dissiparsi entro domenica 13.

uragano milton florida

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Catastrofe imminente: l’uragano Milton minaccia la Florida con la furia di un gigante https://www.iconameteo.it/news/catastrofe-imminente-luragano-milton-minaccia-la-florida-con-la-furia-di-un-gigante/ Wed, 09 Oct 2024 14:29:33 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78761 L’uragano Milton, classificato come categoria 5, si sta avvicinando minacciosamente alla Florida, con venti che soffiano fino a 260 km/h. Sebbene i meteorologi prevedano che Milton si indebolisca a una categoria 3 o 4 prima di raggiungere la costa, il suo potenziale di devastazione rimane estremamente alto, e potrebbe diventare una delle tempeste più disastrose …

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L’uragano Milton, classificato come categoria 5, si sta avvicinando minacciosamente alla Florida, con venti che soffiano fino a 260 km/h. Sebbene i meteorologi prevedano che Milton si indebolisca a una categoria 3 o 4 prima di raggiungere la costa, il suo potenziale di devastazione rimane estremamente alto, e potrebbe diventare una delle tempeste più disastrose mai registrate nello Stato.

La tempesta è attesa nel settore densamente popolato della baia di Tampa, a meno di due settimane di distanza dai danni causati dall’uragano Helene. Nella penisola dello Yucatán, si sono già registrate inondazioni costiere e forti venti hanno abbattuto alberi, portando a interruzioni di corrente. Tuttavia, i danni finora sono stati contenuti poiché Milton ha solo sfiorato la regione.

The Weather Channel ha mostrato una simulazione degli effetti devastanti della “storm surge”, l’onda di marea pericolosa che potrebbe causare gravi inondazioni costiere. Il video illustra come l’acqua potrebbe raggiungere altezze di 4-5 metri, con conseguenze catastrofiche e potenziali vittime se le persone non evacuano dalle aree a rischio. Le autorità hanno avvisato che chi decide di rimanere potrebbe mettere a repentaglio la propria vita.

Secondo le previsioni, si attende un accumulo di piogge fino a 300 mm in poche ore, accompagnato da venti intensi. Tuttavia, la principale preoccupazione rimane l’onda di marea capace di sommergere abitazioni, edifici e strutture costiere.

Un momento toccante si è verificato durante un collegamento in diretta con NBC 6 South Florida, quando il meteorologo John Morales è scoppiato in lacrime di fronte all’imminente disastro. “È un uragano incredibile! La pressione è scesa di 50 millibar in dieci ore”, ha commentato visibilmente commosso, scusandosi con i telespettatori per l’emozione.

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Il Settembre delle piogge: L’Italia segnata da fenomeni eccezionali. https://www.iconameteo.it/primo-piano/il-settembre-delle-piogge-litalia-segnata-da-fenomeni-eccezionali/ Wed, 09 Oct 2024 14:25:26 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78752 maltempo pioggia allertaIl dato più rilevante che scaturisce dalle elaborazioni di settembre è, senz’altro, la quantità di precipitazioni che si sono accumulate nel corso del mese, che hanno dato origine a un’anomalia di +77% a livello nazionale (confronto con le medie del trentennio 1991-2020), il valore più elevato della serie storica che parte dal 1959. Dunque, un …

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Il dato più rilevante che scaturisce dalle elaborazioni di settembre è, senz’altro, la quantità di precipitazioni che si sono accumulate nel corso del mese, che hanno dato origine a un’anomalia di +77% a livello nazionale (confronto con le medie del trentennio 1991-2020), il valore più elevato della serie storica che parte dal 1959.

Dunque, un settembre eccezionale per le piogge, il cui maggior contributo è stato determinato dai valori circa doppi rispetto alla norma osservati al Centro-Nord (+107% al Nord-Ovest, +104% al Nord-Est, +94% al Centro). Fra i vari eventi di pioggia estrema verificatisi nel mese, spicca quello che ha colpito l’Emilia Romagna e le Marche fra il 17 e il 19, dove gli accumuli hanno superato i 200 mm, fino a punte intorno ai 300 mm in soli tre giorni, con conseguenti esondazioni dei fiumi, criticità varie ed evacuazioni di abitanti, in particolare in Romagna.

Piogge record in Italia

Oltre a questo, ci sono da segnalare altre due giornate notevoli dal punto di vista del maltempo, ossia i giorni 5 e 8: si tratta dei giorni più piovosi dell’anno (per il momento) al Nord; in aggiunta, l’8 rappresenta il giorno più piovoso dell’anno anche al Centro e in generale nell’Italia intera. Nell’ambito della rete nazionale di stazioni meteo dell’Aeronautica Militare/Enav, sono stati osservati alcuni accumuli mensili record, in particolare a Rimini con 221 mm, a Treviso Istrana con 228 mm e ad Ancona Falconara con 309 mm. I primi due valori sono i più elevati almeno degli ultimi 45 anni, mentre quello di Ancona è il più elevato degli ultimi 65 anni.

Non tutto il territorio italiano ha sperimentato precipitazioni sopra la media. In Sicilia e alcuni settori di Calabria, Puglia e Sardegna gli accumuli sono rimasti inferiori alla norma, ma con il dato più vistoso in Sicilia (-22%) che presenta anche il deficit più ampio dall’inizio dell’anno (-14%) rispetto alle altre regioni meridionali dove il dato da gennaio è solo leggermente negativo. Anomalie decisamente positive, invece, negli ultimi nove mesi al Centro-Nord (+85% al Nord-Ovest, +41% al Nord-Est, +13% al Centro), in virtù delle quali ci troviamo con un surplus nazionale di +32% da gennaio, equivalente a circa 43 miliardi di metri cubi di acqua in più rispetto alla norma.

Accumulazioni piovose in Italia

Le temperature hanno subito alcuni sbalzi che hanno portato i valori dai livelli estivi della prima decade ai livelli inferiori alla norma della seconda decade, per poi risalire temporaneamente sopra la media durante la terza decade del mese. I primi giorni del mese non sono stati altro che la fase conclusiva dell’ultima ondata di calore ereditata da agosto, che ha fatto in tempo a dare origine a nuovi record di temperatura massima di settembre esattamente il 1° del mese. Le stazioni della rete Aeron.Mil./Enav che hanno ritoccato i record sono quasi tutte al Nord e solo una al Centro e, per la precisione, si tratta di: Torino con 32.7°C, Milano L. e Bergamo con 34°C, Brescia con 34.2°C, Verona con 34.8°C, Treviso I. con 35.2°C, Treviso S.A. con 34.7°C, Venezia con 32.8°C, Udine R. con 35°C e Monte Argentario con 34.1°C.

Il tracollo della seconda decade è stato causato dall’irruzione di una massa di aria da latitudini artiche, che ci ha fatti piombare improvvisamente nell’autunno e che ha contribuito a generare un vortice ciclonico dapprima in movimento verso i Balcani, successivamente, complice il blocco anticiclonico sul Nord Europa, di ritorno verso ovest con un lento movimento retrogrado fino a investire nuovamente l’Italia dove ha causato le criticità fra Emilia Romagna e Marche, dopo aver dato luogo a grossi problemi anche in alcuni paesi balcanici. Una volta ristabilita la circolazione zonale (quella normale da ovest), nell’ultima parte del mese il clima si è fatto più mite con anche un picco di caldo dovuto alla temporanea risalita di aria subtropicale.

Nel complesso, la temperatura media ha risentito di queste ampie variazioni, ma con una preponderanza dei periodi sopra la media: infatti, il risultato finale è stato uno scarto non particolarmente vistoso, ma positivo e pari a +0.7°C che fa scendere leggermente l’abnorme anomalia da inizio anno a +1.5°C, valore che resta comunque saldamente al 1° posto a mezzo grado oltre il record annuale, ad appena tre mesi dalla fine dell’anno.

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Trasporti green in europa: Roma si classifica al 13° posto ma la sfida sostenibile è solo all’inizio https://www.iconameteo.it/primo-piano/trasporti-green-in-europa-roma-si-classifica-al-13-posto-ma-la-sfida-sostenibile-e-solo-allinizio/ Wed, 09 Oct 2024 14:23:36 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78758 RomaI trasporti, sia per persone che per merci, sono una delle principali fonti di inquinamento, responsabili di circa il 72% delle emissioni di CO2 in Europa. Tra questi, il settore automobilistico incide per il 60%, secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Ridurre drasticamente queste emissioni è essenziale per centrare l’obiettivo del “net zero” entro …

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I trasporti, sia per persone che per merci, sono una delle principali fonti di inquinamento, responsabili di circa il 72% delle emissioni di CO2 in Europa. Tra questi, il settore automobilistico incide per il 60%, secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Ridurre drasticamente queste emissioni è essenziale per centrare l’obiettivo del “net zero” entro il 2050, con un taglio del 90%. Ma già entro il 2030, l’Unione Europea impone una riduzione del 55% delle emissioni delle auto. Non tutti i Paesi europei, però, viaggiano alla stessa velocità.

La lotta all’inquinamento nelle città europee

Un recente studio, realizzato in vista dello Smart City Expo World Congress di Barcellona (5-7 novembre 2024), ha analizzato i trasporti eco-sostenibili nelle principali città europee, stilando una classifica delle migliori. Sono stati considerati parametri come il numero di veicoli elettrici, stazioni di ricarica, bus elettrici e la presenza di piste ciclabili. Anche l’inquinamento ambientale è stato un fattore determinante. Roma, pur rimanendo fuori dalla top 10, si posiziona al 13° posto, preceduta da città come Madrid e Dublino.

Roma: vicina alla top 10, ma penalizzata dall’inquinamento

Roma si piazza al 13° posto nella classifica, con 10.000 auto elettriche, 842 stazioni di ricarica e 400 autobus elettrici. La capitale italiana dispone di una rete ciclabile di 300 km, ma l’elevato indice di inquinamento la esclude dalle prime posizioni.

Ecco la top ten delle città più green in Europa

  1. Londra: Oltre 80.000 veicoli elettrici e 11.000 stazioni di ricarica. La città vanta 1.397 autobus elettrici e l’obiettivo di una flotta a zero emissioni entro il 2034.
  2. Amsterdam: Con più biciclette che auto (15.000 elettriche), Amsterdam dispone di 13.000 colonnine di ricarica e 800 km di piste ciclabili.
  3. Vienna: 18.000 veicoli elettrici e una rete di trasporti pubblici composta da tram, metropolitane e 150 autobus elettrici. La città ha anche 1.300 km di piste ciclabili.
  4. Berlino: 30.000 auto elettriche e 3.800 stazioni di ricarica, con 230 autobus elettrici e 1.000 km di piste ciclabili.
  5. Helsinki: Il più alto numero di piste ciclabili pro capite in Europa, con 25.000 veicoli elettrici e 450 autobus elettrici.
  6. Parigi: Offre 500 autobus elettrici e oltre 20.000 auto elettriche, con un sistema di noleggio bici ben sviluppato.
  7. Oslo: Eccelle con 95.466 auto elettriche, superando quelle a combustione. Ha 150 autobus elettrici e mira a zero emissioni.
  8. Andorra: Con 100 auto elettriche e 10 autobus elettrici, si distingue per i suoi bassi livelli di inquinamento.
  9. Bruxelles: Conta 14.000 veicoli elettrici e 75 autobus elettrici, sostenuti da 650 km di piste ciclabili.
  10. Lussemburgo: Piccola ma efficiente, ha 10.000 veicoli elettrici e 500 km di rete ciclabile, con solo 30 autobus elettrici.

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Antartide: il cambiamento climatico trasforma il continente di ghiaccio https://www.iconameteo.it/news/antartide-il-cambiamento-climatico-trasforma-il-continente-di-ghiaccio/ Wed, 09 Oct 2024 10:32:28 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78740 Un segnale tangibile del cambiamento climatico sta emergendo nelle regioni più remote del pianeta: l’Antartide, tradizionalmente nota per i suoi ghiacci eterni, si sta rapidamente tingendo di verde. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience e condotto da ricercatori delle Università di Exeter e Hertfordshire e del British Antarctic Survey, il riscaldamento globale …

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Un segnale tangibile del cambiamento climatico sta emergendo nelle regioni più remote del pianeta: l’Antartide, tradizionalmente nota per i suoi ghiacci eterni, si sta rapidamente tingendo di verde. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience e condotto da ricercatori delle Università di Exeter e Hertfordshire e del British Antarctic Survey, il riscaldamento globale sta modificando il paesaggio dell’Antartide a un ritmo impressionante.

Un ecosistema in trasformazione

Utilizzando immagini satellitari, gli scienziati hanno osservato un aumento significativo della vegetazione sulla Penisola Antartica, una delle regioni più colpite dal cambiamento climatico. Quest’area si sta riscaldando a una velocità superiore alla media globale, favorendo la crescita di muschi e altre piante. Lo studio ha rilevato un incremento della copertura vegetale: da meno di 1 km² nel 1986 a quasi 10 km² nel 2021, con un’accelerazione preoccupante negli ultimi anni.

Thomas Roland, esperto di scienze ambientali presso l’Università di Exeter e co-autore dello studio, ha dichiarato: “Questi risultati confermano l’impatto del cambiamento climatico antropogenico, che sta colpendo anche le regioni più inospitali del pianeta”. L’inverdimento della Penisola Antartica, visibile perfino dalle immagini satellitari, è una testimonianza diretta di questo fenomeno.(per visionare lo studio in questione, cliccare a questo link).

La Penisola Antartica: da bianca a verde

Sebbene la Penisola resti per lo più coperta da neve e ghiaccio, le aree verdi stanno aumentando in modo esponenziale. Dal 2016 al 2021, la vegetazione è cresciuta del 30%, e le temperature in costante aumento accelerano il processo. Durante l’estate antartica del 2022, si sono registrati aumenti termici fino a 10°C sopra la media, con punte record di 20°C superiori alla norma in alcune aree. Queste temperature estreme stanno trasformando uno dei luoghi più inospitali del pianeta in un paesaggio sempre più accessibile alle piante.

Nuove minacce per la fauna locale

Gli scienziati avvertono che il riscaldamento dell’Antartide potrebbe rendere la regione più ospitale per specie invasive, mettendo a rischio la fauna autoctona. Semi e spore possono arrivare in Antartide attraverso diverse vie: flussi migratori di uccelli, vento e persino il passaggio di turisti e ricercatori. La diffusione di specie estranee potrebbe destabilizzare l’ecosistema locale, portando a estinzioni di specie endemiche.

Un altro effetto preoccupante è che l’aumento della vegetazione potrebbe alterare il modo in cui l’Antartide riflette la luce solare. Le superfici verdi, infatti, assorbono più calore rispetto al ghiaccio e alla neve, contribuendo ulteriormente al riscaldamento locale e accelerando la crescita delle piante.

Le prospettive future: cosa aspettarsi

Il fenomeno dell’inverdimento è ancora limitato alla Penisola Antartica, ma la sua crescita esponenziale preoccupa la comunità scientifica. Gli esperti temono che la trasformazione del paesaggio possa diventare irreversibile, con ripercussioni sull’intero ecosistema polare. Il prossimo passo degli scienziati sarà studiare come le piante stanno colonizzando le terre emerse dai ghiacciai in ritirata, un fenomeno che potrebbe fornire ulteriori indizi su come l’Antartide continuerà a cambiare.

L’impatto globale del cambiamento climatico

L’inverdimento dell’Antartide non è un caso isolato. Studi recenti, come quello condotto da Michael Litzow presso la NOAA, hanno dimostrato che il riscaldamento globale sta modificando anche altri ecosistemi polari, come nel caso del drammatico declino dei granchi delle nevi nel Mare di Bering. Questi segnali sono una chiara indicazione dell’urgenza di affrontare il cambiamento climatico in modo concreto.

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Settembre 2024: Caldo da Record! Il Pianeta Vicino al Punto di Non Ritorno https://www.iconameteo.it/primo-piano/settembre-2024-caldo-da-record-il-pianeta-vicino-al-punto-di-non-ritorno/ Wed, 09 Oct 2024 10:31:43 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78745 Secondo i dati di , settembre 2024 ha visto una temperatura media globale dell’aria superficiale di 16,17°C, ben 0,73°C al di sopra della media 1991-2020. Questo lo rende il secondo settembre più caldo mai registrato, subito dopo settembre 2023. Inoltre, l’anomalia della temperatura per questo mese è stata di 1,54°C al di sopra dei livelli …

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Secondo i dati di , settembre 2024 ha visto una temperatura media globale dell’aria superficiale di 16,17°C, ben 0,73°C al di sopra della media 1991-2020. Questo lo rende il secondo settembre più caldo mai registrato, subito dopo settembre 2023. Inoltre, l’anomalia della temperatura per questo mese è stata di 1,54°C al di sopra dei livelli preindustriali, evidenziando una tendenza che vede 14 mesi su 15 superare la soglia critica di 1,5°C.

Il 2024 sarà l’anno più caldo di sempre?
Il report di Copernicus indica che la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (ottobre 2023 – settembre 2024) è la seconda più alta mai registrata, con un aumento di 0,74°C rispetto alla media 1991-2020, equivalente a 1,62°C sopra i livelli preindustriali. Per evitare che il 2024 diventi l’anno più caldo di sempre, l’anomalia termica dei restanti mesi dovrebbe diminuire di oltre 0,4°C, un fatto mai accaduto nei dati ERA5. Questo rende quasi certo che il 2024 sarà l’anno più caldo della storia.

Settembre 2024: Europa divisa tra caldo e piogge
A livello europeo, le temperature sono state significativamente superiori alla media nell’Europa orientale e nord-orientale, mentre nell’Europa occidentale, incluse Francia, Spagna e Islanda, sono state leggermente al di sotto della media. Il continente ha anche visto eventi di precipitazioni estreme, come la tempesta Boris, che ha causato alluvioni in Europa centrale e orientale, mentre le aree più secche, come la penisola iberica, hanno sofferto di gravi incendi.

Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service Service, ha affermato che “le precipitazioni estreme sono aggravate dal riscaldamento globale, e più aumentano le temperature, maggiore sarà il rischio di eventi meteorologici catastrofici”.

L’incremento delle temperature globali non è solo un dato climatico, ma rappresenta una grave minaccia per ecosistemi e popolazioni umane. Piogge torrenziali e ondate di calore estremo diventano sempre più frequenti, aumentando il rischio di danni a infrastrutture, vite umane e agricoltura. La transizione verso un futuro a emissioni zero diventa sempre più urgente per mitigare questi rischi.

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Uragano Milton in arrivo: la Florida si prepara a un impatto catastrofico https://www.iconameteo.it/primo-piano/uragano-milton-in-arrivo-la-florida-si-prepara-a-un-impatto-catastrofico/ Tue, 08 Oct 2024 16:00:40 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78732 L’uragano Milton si sta rapidamente trasformando in una minaccia devastante per la Florida, dopo aver fatto il suo debutto come undicesima tempesta tropicale dell’anno. A sole due settimane dal passaggio dell’uragano Helene, che ha causato oltre 200 vittime e ingenti danni, la costa occidentale della Florida è in allerta per un nuovo, potente uragano. Milton …

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L’uragano Milton si sta rapidamente trasformando in una minaccia devastante per la Florida, dopo aver fatto il suo debutto come undicesima tempesta tropicale dell’anno. A sole due settimane dal passaggio dell’uragano Helene, che ha causato oltre 200 vittime e ingenti danni, la costa occidentale della Florida è in allerta per un nuovo, potente uragano. Milton ha raggiunto la categoria 5 in un tempo record e si prevede che tocchi terra mercoledì sera, indebolendosi leggermente (categoria 3) ma mantenendo comunque un’intensità capace di causare gravi distruzioni.

Milton: Venti distruttivi e mareggiate senza precedenti

Secondo le ultime informazioni del National Hurricane Center, Milton si sposterà appena a nord della penisola dello Yucatan oggi (martedì 8 ottobre) e si avvicinerà alla costa della Florida domani, mercoledì 9, toccando terra nella densamente popolata area di Tampa Bay. I meteorologi avvertono che si prevede una mareggiata record di 2,4-3,6 metri nella baia, un livello mai registrato prima nella regione, e quasi il doppio di quanto osservato durante il passaggio di Helene. Le inondazioni diffuse sono previste, con accumuli di pioggia che andranno dai 130 ai 250 mm per la Florida continentale e le Keys, con picchi fino a 380 mm in alcune zone.

La Tampa Bay, con oltre 3,3 milioni di abitanti, è particolarmente vulnerabile e si stanno attuando misure di evacuazione per i residenti nelle aree costiere.

Intensificazione esplosiva: Milton entra nella storia

Milton ha guadagnato il soprannome di “mostro” grazie alla sua rapida intensificazione. In meno di 24 ore, è diventata una delle tempeste più forti mai registrate nel Golfo del Messico. Solo due uragani nella storia dell’Atlantico, Wilma (2005) e Felix (2007), si sono rafforzati più velocemente. Wilma ha visto i suoi venti sostenuti aumentare di 170 km/h in un solo giorno, mentre Felix ha guadagnato 160 km/h.

Milton è ora la tredicesima tempesta nominata della stagione e la settima a intensificarsi rapidamente nel bacino atlantico.

Ultimi aggiornamenti: cosa aspettarsi nei prossimi giorni?

Le ultime previsioni indicano che, mentre Milton si avvicina alla Florida, ci saranno importanti cambiamenti nelle condizioni meteorologiche. Oggi, si prevede che Milton tocchi terra con venti sostenuti di circa 205 km/h, portando con sé piogge torrenziali e mareggiate che potrebbero allagare vaste aree. Le autorità locali hanno emesso ordini di evacuazione per diverse aree costiere e sono state attivate misure di emergenza in preparazione all’impatto.

Le famiglie sono incoraggiate a seguire attentamente gli aggiornamenti meteorologici e a rispettare le istruzioni delle autorità locali. Gli scienziati continueranno a monitorare la tempesta nei prossimi giorni, dato che Milton potrebbe rimanere un fattore di rischio mentre attraversa la Florida e si dirige verso l’Oceano Atlantico.

Con la minaccia dell’uragano Milton, la Florida si prepara ad affrontare condizioni meteorologiche estreme. Le mareggiate record, le forti piogge e il potenziale per inondazioni catastrofiche pongono gravi rischi per la sicurezza pubblica.

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L’uragano Kirk si dirige verso l’Europa: l’Italia è in allerta? https://www.iconameteo.it/primo-piano/luragano-kirk-si-dirige-verso-leuropa-litalia-e-in-allerta/ Tue, 08 Oct 2024 14:22:37 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78729 L’uragano Kirk, formatosi lunedì come undicesima tempesta tropicale atlantica della stagione, ha rapidamente scalato le categorie fino a diventare un pericoloso uragano di categoria 4 nel fine settimana. Dopo aver mostrato i primi segnali di cedimento, Kirk ha iniziato il suo viaggio verso nordest, dirigendosi verso l’Europa. Le previsioni indicano che l’uragano, ora in fase …

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L’uragano Kirk, formatosi lunedì come undicesima tempesta tropicale atlantica della stagione, ha rapidamente scalato le categorie fino a diventare un pericoloso uragano di categoria 4 nel fine settimana. Dopo aver mostrato i primi segnali di cedimento, Kirk ha iniziato il suo viaggio verso nordest, dirigendosi verso l’Europa. Le previsioni indicano che l’uragano, ora in fase di indebolimento, perderà progressivamente forza e, nelle prossime ore, si trasformerà in un ciclone extratropicale.

Kirk si trasforma in ciclone e raggiunge l’Europa
Secondo il National Hurricane Center della NOAA, il ciclone tropicale continuerà a spostarsi verso l’Europa, interagendo con i sistemi extratropicali e perdendo le caratteristiche di uragano. L’arrivo a nord delle Azzorre è previsto tra lunedì notte e martedì mattina, quando Kirk sarà già diventato un ciclone extratropicale. Successivamente, il ciclone raggiungerà la Spagna, inglobando un vortice tra Francia e Inghilterra. A metà settimana, l’ex-uragano interesserà gran parte dell’Europa occidentale, comportandosi come una normale tempesta atlantica.

Gli effetti in Italia: venti forti e piogge localizzate
Anche l’Italia sarà toccata dal passaggio di Kirk, seppur marginalmente. Le aree più esposte saranno le regioni settentrionali e centrali, dove si potranno verificare forti venti e piogge locali. Altre regioni, come Liguria e Toscana, potrebbero essere interessate da fenomeni più intensi, con raffiche di vento e precipitazioni concentrate soprattutto tra mercoledì e giovedì. Tuttavia, non si prevedono impatti significativi sul resto del Paese.

Previsioni meteo: le regioni più colpite
Il passaggio di Kirk sull’Europa porterà piogge e venti in alcune zone dell’Italia. Le regioni settentrionali, come Lombardia e Piemonte, potrebbero sperimentare raffiche di vento più intense, mentre le coste tirreniche, come Liguria e Toscana, potrebbero essere soggette a piogge locali, soprattutto tra mercoledì e giovedì. Le regioni centrali come Umbria e Marche vedranno fenomeni meteorologici più leggeri, con un calo delle temperature e venti moderati.

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2023: l’anno più secco per i fiumi a livello globale in tre decenni https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/2023-lanno-piu-secco-per-i-fiumi-a-livello-globale-in-tre-decenni/ Tue, 08 Oct 2024 13:20:17 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78727 fiumi-sempre-piu-caldiIl 2023 si è rivelato l’anno più secco degli ultimi trent’anni per i fiumi di tutto il mondo, secondo un nuovo rapporto coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM). Lo studio segnala cambiamenti allarmanti nella disponibilità di risorse idriche in un contesto di domanda crescente, mettendo a rischio le comunità, l’agricoltura e gli ecosistemi. Fiumi e …

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Il 2023 si è rivelato l’anno più secco degli ultimi trent’anni per i fiumi di tutto il mondo, secondo un nuovo rapporto coordinato dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM). Lo studio segnala cambiamenti allarmanti nella disponibilità di risorse idriche in un contesto di domanda crescente, mettendo a rischio le comunità, l’agricoltura e gli ecosistemi.

Fiumi e risorse idriche globali

Negli ultimi cinque anni, le condizioni idriche hanno mostrato anomalie diffuse a livello globale, con un andamento particolarmente preoccupante per i fiumi e i bacini idrici. La carenza d’acqua sta creando stress sulle riserve idriche, rendendo sempre più difficile il sostentamento delle comunità e la coltivazione agricola. Il rapporto evidenzia che il 2023 ha segnato il secondo anno consecutivo in cui tutte le regioni dotate di ghiacciai hanno segnalato una significativa perdita di massa, un segnale allarmante per il futuro delle risorse idriche.

Eventi estremi e impatti climatici

L’anno 2023 si distingue anche per essere il più caldo mai registrato, con temperature elevate e condizioni di siccità che hanno contribuito a prolungati periodi di aridità. Tuttavia, non sono mancati eventi di inondazione in diverse parti del mondo. L’alternanza tra fenomeni naturali come La Niña e El Niño ha amplificato questi eventi estremi. In particolare, l’Africa è stata colpita duramente, come evidenziato dalla tragica alluvione in Libia che ha causato oltre 11.000 vittime.

Punti salienti del rapporto

Il rapporto sullo stato delle risorse idriche globali, giunto al suo terzo anno e considerato il più completo fino ad oggi, ha fornito nuove informazioni sui volumi dei laghi e dei bacini idrici, sull’umidità del suolo e sull’equivalente in acqua della neve. Ecco alcuni dei principali risultati:

  • Portata dei fiumi: Oltre il 50% delle aree di raccolta globali ha mostrato condizioni idriche anomale, con gravi siccità registrate in tutto il continente americano. Bacini come il Mississippi e l’Amazzonia hanno raggiunto livelli record di acque basse.
  • Bacini e laghi: Gli afflussi nei bacini hanno seguito tendenze simili a quelle della portata dei fiumi, con condizioni inferiori alla norma in diverse regioni tra cui l’India e l’America centrale.
  • Livelli delle falde acquifere: Mentre in alcune aree come Sudafrica e Irlanda si sono registrati livelli superiori alla norma, altre regioni, come il Cile e la Giordania, hanno sofferto di impoverimento delle falde acquifere dovuto a un’eccessiva estrazione.
  • Umidità del suolo: La maggior parte delle terre a livello globale ha mostrato livelli di umidità inferiori alla norma, in particolare in Nord America e Nord Africa. Contrariamente, alcune zone, come l’Alaska e il Canada nordorientale, hanno visto umidità del suolo molto superiore alla norma.
  • Ghiacciai: I ghiacciai hanno subito una perdita senza precedenti, con oltre 600 gigatonnellate di acqua scomparsa, principalmente a causa dello scioglimento in America settentrionale e nelle Alpi europee. La copertura nevosa nell’emisfero settentrionale ha raggiunto i livelli più bassi mai registrati, evidenziando ulteriormente l’impatto dei cambiamenti climatici.

Il rapporto mette in luce l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sulle risorse idriche. È fondamentale aumentare la consapevolezza e attuare misure per garantire un uso sostenibile delle risorse idriche, fondamentali per il sostentamento delle popolazioni e degli ecosistemi in tutto il mondo.

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Alaska: il surriscaldamento marino minaccia l’ecosistema artico https://www.iconameteo.it/primo-piano/alaska-il-surriscaldamento-marino-minaccia-lecosistema-artico/ Tue, 08 Oct 2024 13:11:07 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78723 I ghiacciai in AlaskaNel 2022, miliardi di granchi delle nevi sono scomparsi dal Mare di Bering, suscitando grande preoccupazione tra scienziati e pescatori in Alaska. Contrariamente a quanto si potesse pensare, la causa di questa drammatica diminuzione non è attribuibile alla pesca eccessiva, ma al riscaldamento delle acque, che ha accelerato il metabolismo dei granchi, portandoli a una …

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Nel 2022, miliardi di granchi delle nevi sono scomparsi dal Mare di Bering, suscitando grande preoccupazione tra scienziati e pescatori in Alaska. Contrariamente a quanto si potesse pensare, la causa di questa drammatica diminuzione non è attribuibile alla pesca eccessiva, ma al riscaldamento delle acque, che ha accelerato il metabolismo dei granchi, portandoli a una crisi alimentare. Lo studio condotto dalla NOAA, guidato da Michael Litzow, ha rivelato che il Mare di Bering sta diventando sempre meno artico, con condizioni più calde e prive di ghiaccio che ora sono 200 volte più probabili rispetto al passato, minacciando l’intero ecosistema marino.

Impatto devastante sull’industria della pesca

I granchi delle nevi, che prosperano in acque sotto i 2°C, sono stati gravemente colpiti da un’ondata di calore marino tra il 2018 e il 2019. Questo evento ha spinto il loro metabolismo al limite, senza fornire loro sufficiente cibo per sopravvivere. Le conseguenze sono state disastrose per l’industria della pesca in Alaska, che rappresenta una delle colonne portanti dell’economia locale, con un valore annuale che può raggiungere i 227 milioni di dollari. Litzow avverte che il settore dovrà adattarsi rapidamente a queste nuove condizioni climatiche per garantire la sostenibilità della pesca.

Nuove specie marine in competizione

Il riscaldamento marino non ha solo ridotto drasticamente la popolazione dei granchi delle nevi, ma ha anche aperto la strada a nuove specie marine, come il merluzzo del Pacifico. Durante l’ondata di calore, queste nuove specie hanno invaso le acque tradizionalmente fredde dei granchi, aumentando la competizione per le risorse alimentari e accelerando il declino della popolazione di granchi.

Il cambiamento climatico in atto

Le trasformazioni climatiche stanno portando a cambiamenti significativi negli ecosistemi artici, con effetti che superano le sole dinamiche della pesca. La regione artica si sta riscaldando quattro volte più rapidamente rispetto al resto del mondo, e il Mare di Bering si presenta come un campanello d’allarme per le future sfide ambientali. Gli scienziati sono attivamente impegnati nel migliorare il monitoraggio e la risposta a questi cambiamenti, impiegando tecnologie avanzate come droni e intelligenza artificiale.

Una crisi che richiede attenzione

Il drastico cambiamento in corso richiede una maggiore attenzione e consapevolezza. Gli impatti del cambiamento climatico stanno mettendo a rischio i mezzi di sussistenza di intere comunità che dipendono da questi ecosistemi, rendendo il futuro incerto non solo per molte specie marine, ma anche per le persone che si affidano a esse.

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Forte maltempo in arrivo: Liguria e Lombardia sotto allerta rossa fino a martedì 8 https://www.iconameteo.it/primo-piano/forte-maltempo-in-arrivo-liguria-e-lombardia-sotto-allerta-rossa-fino-a-martedi-8/ Tue, 08 Oct 2024 09:57:03 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78719 maltempo lombardiaUna perturbazione intensa ha investito l’Italia, portando piogge battenti e condizioni climatiche avverse, con particolare focus sulla Liguria e la Lombardia, dove è stata emessa un’allerta meteo rossa dalla Protezione Civile. Maltempo estremo: rischio nubifragi e criticità idro-geologiche Nella Liguria, le precipitazioni sono state straordinarie: dalla mezzanotte fino alle 10 del mattino, sono stati registrati …

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Una perturbazione intensa ha investito l’Italia, portando piogge battenti e condizioni climatiche avverse, con particolare focus sulla Liguria e la Lombardia, dove è stata emessa un’allerta meteo rossa dalla Protezione Civile.

Maltempo estremo: rischio nubifragi e criticità idro-geologiche

Nella Liguria, le precipitazioni sono state straordinarie: dalla mezzanotte fino alle 10 del mattino, sono stati registrati oltre 200 litri di pioggia per metro quadro, causando allagamenti e un preoccupante aumento del livello dei fiumi Stura e Orba. La perturbazione si sta spostando verso est e porterà piogge intense e persistenti su gran parte del Nord Italia, nonché sulle regioni centrali tirreniche. Gli accumuli più significativi sono previsti in Liguria, sull’Appennino tosco-emiliano, e nelle Alpi e Prealpi centro-orientali.

allerta meteo

Il maltempo sarà ulteriormente amplificato da un rinforzo del vento, con raffiche meridionali che in Liguria potrebbero raggiungere i 70-100 km/h, rendendo le condizioni meteorologiche ancora più critiche. In aggiunta, la ventilazione meridionale porterà a un’impennata delle temperature nelle regioni centro-meridionali, con punte che potrebbero sfiorare i 30 gradi.

A Venezia, è attesa un’acqua alta, con un picco di marea che potrebbe raggiungere i 110 cm in mare, riducendosi a 90 cm in città grazie all’attivazione del sistema MOSE.

Previsioni meteo: nuovi fenomeni di maltempo in arrivo

Il maltempo non accennerà a placarsi nel corso della settimana. Dopo una parziale tregua mercoledì, una nuova perturbazione, legata all’ex uragano Kirk, si prepara a colpire principalmente Francia e Europa centro-settentrionale.

Già da giovedì 10, si prevede il ritorno di piogge diffuse su gran parte del Paese. La situazione sarà monitorata con attenzione, poiché le nuove precipitazioni potrebbero colpire aree già duramente provate dalla perturbazione in corso. Secondo le attuali proiezioni, le piogge potrebbero risultare localmente intense, soprattutto tra Lombardia, Liguria e Triveneto.

È fondamentale seguire gli aggiornamenti meteorologici per restare informati su una situazione in continua evoluzione e potenzialmente pericolosa.

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L’uragano Milton si trasforma in un ‘mostro’ in 24 ore: la Florida in stato d’allerta https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/luragano-milton-si-trasforma-in-un-mostro-in-24-ore-la-florida-in-stato-dallerta/ Tue, 08 Oct 2024 09:44:32 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78715 L’uragano Milton si dirige verso la Florida, a sole due settimane dal passaggio dell’uragano Helene, che ha causato oltre 200 morti e danni catastrofici. La costa occidentale della Florida è in preallerta per il potente uragano, che ha raggiunto la categoria 5 con una velocità sorprendente. Le previsioni indicano che Milton dovrebbe approdare in Florida …

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L’uragano Milton si dirige verso la Florida, a sole due settimane dal passaggio dell’uragano Helene, che ha causato oltre 200 morti e danni catastrofici. La costa occidentale della Florida è in preallerta per il potente uragano, che ha raggiunto la categoria 5 con una velocità sorprendente. Le previsioni indicano che Milton dovrebbe approdare in Florida mercoledì sera come uragano di categoria 3, ma con un’intensità sufficiente a provocare ulteriori devastazioni.

Con venti massimi sostenuti di almeno 250 km/h, Milton si presenta come un vero ‘mostro’. L’ultimo aggiornamento del National Hurricane Center rivela che il centro della tempesta si sposterà a nord della penisola dello Yucatan oggi, per poi avvicinarsi alla costa occidentale della Florida domani, toccando terra nell’area densamente popolata di Tampa Bay. Sebbene si preveda un leggero indebolimento prima dell’impatto, Milton potrebbe mantenere la sua forza mentre attraversa la Florida centrale e si dirige verso l’Oceano Atlantico.

Uragano Delta

I meteorologi avvertono della possibilità di una mareggiata di 2,4-3,6 metri nella baia di Tampa, un livello senza precedenti per la regione e quasi il doppio di quello registrato durante l’uragano Helene. La tempesta potrebbe anche portare a inondazioni diffuse, con previsioni di pioggia variabile tra 130 e 250 mm per la Florida continentale e le Keys, e fino a 380 mm in alcune località. L’area metropolitana di Tampa conta oltre 3,3 milioni di abitanti.

L’intensificazione estremamente rapida di Milton e i precedenti storici

Milton ha mostrato una rapidità di intensificazione senza pari nel Golfo del Messico, ma eventi simili non sono rari nell’Atlantico. Solo due uragani, Wilma nel 2005 e Felix nel 2007, hanno registrato un rafforzamento più rapido di Milton in 24 ore. Wilma detiene il record dal 1982, con un aumento di 170 km/h mentre si muoveva nel Mar dei Caraibi, mentre Felix nel 2007 si intensificò di 160 km/h.

L’uragano Milton è la tredicesima tempesta nominata di questa stagione e la settima a intensificarsi rapidamente. Questo fenomeno è stato accelerato dalla temperatura della superficie del mare, riscaldata dai cambiamenti climatici. Per “intensificazione estremamente rapida” si intende un incremento dei venti massimi sostenuti di almeno 93 km/h in un periodo di 24 ore. Nel caso di Milton, l’aumento è stato di 150 km/h. Le temperature della superficie del mare nella zona di sviluppo dell’uragano sono superiori ai livelli record, e una rapida analisi di attribuzione ha mostrato che questi aumenti di temperatura sono diventati da 400 a 800 volte più probabili a causa dei cambiamenti climatici negli ultimi 14 giorni.

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Frane devastano le ville californiane: un futuro incerto https://www.iconameteo.it/primo-piano/frane-devastano-le-ville-californiane-un-futuro-incerto/ Tue, 08 Oct 2024 09:36:59 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78713 pioggeLe splendide ville affacciate sull’Oceano Pacifico, spesso immortalate in film di Hollywood e di proprietà di celebrità, stanno affrontando una crisi senza precedenti. I proprietari di queste abitazioni da milioni di dollari devono ora confrontarsi con una minaccia crescente: le frane, un fenomeno che ha inizio negli anni ’50, ma che negli ultimi anni ha …

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Le splendide ville affacciate sull’Oceano Pacifico, spesso immortalate in film di Hollywood e di proprietà di celebrità, stanno affrontando una crisi senza precedenti. I proprietari di queste abitazioni da milioni di dollari devono ora confrontarsi con una minaccia crescente: le frane, un fenomeno che ha inizio negli anni ’50, ma che negli ultimi anni ha visto un’accelerazione drammatica. Le recenti piogge e tempeste intense hanno intensificato il movimento del terreno, con conseguenze devastanti per la stabilità delle abitazioni.

Nel sud della California, molte delle ville a strapiombo ora si trovano su terreni deformati, con strade incrinate e centinaia di abitazioni senza elettricità. Il governatore della California ha dichiarato stato di emergenza in diverse aree colpite, mentre le immagini di case che si inclinano pericolosamente sulle scogliere o che sono parzialmente inghiottite dal suolo diventano sempre più comuni. Le frane non solo distruggono queste proprietà, ma mettono in pericolo le vite umane e lasciano le comunità in uno stato di apprensione per il loro futuro.

L’impatto del cambiamento climatico

Gli scienziati avvertono che la frequenza di questi eventi aumenterà a causa della crisi climatica, che si traduce in piogge più intense e tempeste più forti, rimodellando il paesaggio californiano. Le frane sono influenzate da tre fattori principali: la pendenza del terreno, il tipo di roccia e le condizioni climatiche. Secondo un esperto del Jet Propulsion Laboratory della NASA, gran parte della California si trova su un substrato di ceneri vulcaniche, che degrada in argilla espandibile e scivolosa quando è bagnata.

Le precipitazioni sono tra i principali fattori scatenanti delle frane. Quando piove, l’acqua si infiltra nel terreno, riducendo l’attrito che mantiene insieme i granelli di terra e di roccia. Questo indebolisce il suolo, facilitando i movimenti. Il cambiamento climatico altera questo equilibrio, rendendo le pendenze più instabili.

Negli ultimi due anni, i cosiddetti “fiumi atmosferici” hanno portato abbondanti piogge nello Stato. Solo lo scorso febbraio, un fiume atmosferico ha scaricato quantità record di pioggia nel sud della California, scatenando centinaia di frane e causando numerose vittime. Le immagini di ville sull’orlo di precipitare sulla spiaggia sono diventate emblematiche di questa crisi. La correlazione tra la crisi climatica e le piogge più intense è evidente: un’atmosfera più calda può trattenere più umidità, portando a precipitazioni più violente. Inoltre, le temperature oceaniche in aumento alimentano tempeste più potenti.

Le previsioni future e i fattori di rischio

Le previsioni climatiche per la California indicano un futuro in cui le piogge saranno meno frequenti ma più intense, specialmente a causa dell’intensificarsi dei fiumi atmosferici. “Negli anni più piovosi, le frane accelerano in tutto lo Stato californiano”, afferma un esperto di geoscienze.

Oltre al cambiamento climatico, altri fattori contribuiscono al rischio di frane. L’innalzamento del livello del mare e le mareggiate erodono le scogliere, mentre estati più calde e secche aumentano la probabilità di incendi boschivi, che a loro volta lasciano il terreno vulnerabile. Le frane che nel 2018 devastarono Montecito, uccidendo 23 persone, seguirono un incendio di grande portata che aveva distrutto gran parte della vegetazione.

Questo fenomeno non è esclusivo della California. In tutto il mondo, gli scienziati stanno osservando un aumento delle frane legate ai cambiamenti climatici. Eventi recenti, come il ciclone Gabrielle in Nuova Zelanda, hanno innescato oltre 140.000 frane, mentre in India, un’intensa pioggia monsonica ha causato una frana che ha ucciso almeno 150 persone.

Il ruolo del comportamento umano

Il comportamento umano gioca un ruolo significativo nell’intensificare il rischio di frane. La costruzione su pendii instabili e la deforestazione, che rimuove le radici delle piante che stabilizzano il suolo, aggravano la situazione. Tuttavia, gli esperti concordano sul fatto che “il cambiamento climatico è la chiave” di questi fenomeni.

Per i residenti delle aree colpite dalle frane in California, il futuro è incerto. In alcune zone a sud di Los Angeles, il terreno si muove a una velocità di 30 centimetri a settimana. Non è chiaro quando o se questi movimenti si stabilizzeranno, ma ciò che è certo è che il cambiamento climatico sta avendo un impatto profondo e inesorabile anche sulle lussuose ville dei milionari californiani.

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La siccità prosciuga la regione amazzonica: il porto di Manaus raggiunge il livello più basso degli ultimi 122 anni https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/la-siccita-prosciuga-la-regione-amazzonica-il-porto-di-manaus-raggiunge-il-livello-piu-basso-degli-ultimi-122-anni/ Mon, 07 Oct 2024 11:06:37 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/la-siccita-prosciuga-la-regione-amazzonica-il-porto-di-manaus-raggiunge-il-livello-piu-basso-degli-ultimi-122-anni/ La siccità sta flagellando il Brasile, in particolare lo stato di Amazonas, situato a nord del Paese. La grave carenza idrica impatta naturalmente anche sui mezzi di sostentamento delle principali città interessate, sull’esportazione di grano e sui beni essenziali. Siccità, il porto fluviale di Manaus ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 122 anni …

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La siccità sta flagellando il Brasile, in particolare lo stato di Amazonas, situato a nord del Paese. La grave carenza idrica impatta naturalmente anche sui mezzi di sostentamento delle principali città interessate, sull’esportazione di grano e sui beni essenziali.

Siccità, il porto fluviale di Manaus ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 122 anni

Venerdì scorso infatti, il porto fluviale della città di Manaus, la più grande della foresta pluviale amazzonica, ha raggiunto il livello più basso dal 1902, poiché la siccità prosciuga i corsi d’acqua ostacolando il trasporto delle esportazioni di grano e di beni di prima necessità, che rappresentano l’arteria vitale della regione.

Le precipitazioni inferiori alla media, anche durante la stagione delle piogge, stanno flagellando l’Amazzonia e altre parti del Sudamerica dall’anno scorso, alimentando anche gli incendi boschivi che sia in Brasile che in Bolivia sono stati annoverati come tra i peggiori degli ultimi 10 anni. Secondo esperti e scienziati, la causa principale va ricercata nel cambiamento climatico.

Le previsioni non sorridono: secondo gli scienziati la regione amazzonica potrebbe recuperare i livelli di umidità non prima del 2026

Secondo gli esperti dunque la carenza idrica potrebbe mettere a dura prova la regione amazzonica fino ai prossimi due anni. L’anno scorso la siccità ha innescato una crisi umanitaria poiché migliaia di persone sono rimaste bloccate senza cibo, acqua e medicinali. Quest’anno le autorità hanno già emanato lo stato di allerta in oltre 60 municipalità dello stato di Amazonas, dove oltre mezzo milione di persone risultato in emergenza a causa dell’assenza di acqua.

Si teme infatti che la regione, non essendosi completamente ripresa dalla precedente siccità, possa raggiungere nuovi estremi. Per quanto riguarda il Porto di Manaus, infatti, le autorità parlano della peggiore carenza idrica degli ultimi 120 anni. Secondo i dati riportati dal comune di Manaus, venerdì il livello del fiume Rio Negro è stato di 12,66 metri, superando il precedente minimo storico registrato l’anno scorso e continuando a scendere rapidamente.

Il Rio Negro è un importante affluente del Rio delle Amazzoni, il fiume più grande del mondo per volume. Il porto di Manaus si trova nel punto in cui le acque del Rio Negro incontrano quelle del Solimoes, che hanno anch’esse toccato un minimo storico. Anche il fiume Madeira, un altro affluente del Rio delle Amazzoni, sta risentendo della siccità, tanto da portare all’interruzione delle esportazioni di grano a causa dei bassi livelli del fiume.

Secondo l’agenzia nazionale di monitoraggio delle catastrofi, la siccità è il peggiore evento del genere in Brasile almeno dagli anni ’50

La grave siccità ha mandato in estrema difficoltà anche le centrali idroelettriche, principale fonte di elettricità del Brasile. Le autorità energetiche hanno infatti approvato il ritorno dell’ora legale per cercare di risparmiare elettricità, sebbene la misura richieda ancora l’approvazione presidenziale.

La grave carenza idrica e il clima estremo stanno mettendo a dura prova anche altre zone del Sudamerica. Per esempio, il livello del fiume Paraguay ha fatto registrare un minimo storico: il fiume nasce in Brasile e scorre attraverso Paraguay e Argentina fino all’Atlantico. Siccità e caldo estremo stanno contribuendo anche agli incendi in Amazzonia e nel vicino Pantanal, le più grande zone umide del mondo. Anche la Bolivia è sulla buona strada per battere il record del maggior numero di incendi mai registrati.

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L’uragano Kirk punta verso l’Europa: coinvolta anche l’Italia? Le previsioni https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/uragano-kirk-punta-verso-leuropa-coinvolta-anche-litalia-le-previsioni/ Mon, 07 Oct 2024 10:52:33 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78686 uragano kirkL’uragano Kirk è nato lunedì scorso come l’undicesima tempesta tropicale atlantica della stagione, nonché la quarta della settimana iniziata con Helene, l’uragano che ha portato morte e distruzione dalla Florida alla Carolina del Nord. In breve tempo Kirk ha scalato la classifica, passando rapidamente dalla prima categoria alla terza categoria nella giornata di venerdì. Nel …

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L’uragano Kirk è nato lunedì scorso come l’undicesima tempesta tropicale atlantica della stagione, nonché la quarta della settimana iniziata con Helene, l’uragano che ha portato morte e distruzione dalla Florida alla Carolina del Nord. In breve tempo Kirk ha scalato la classifica, passando rapidamente dalla prima categoria alla terza categoria nella giornata di venerdì. Nel fine settimana nel mezzo dell’Atlantico centrale c’era un potente uragano di categoria 4, domenica con iniziali segni di cedimento.

Immagine Meteosat del 6 ottobre alle 12:00 UTC – L’uragano Kirk (margine sinistro) in avvicinamento all’Europa.

L’uragano Kirk punta verso l’Europa: ecco cosa succederà e dove andrà a colpire

Secondo il National Hurricane Center della NOAA, il ciclone tropicale nelle prossime ore si dirigerà verso nordest, lungo una traiettoria che in breve tempo lo porterà ad interagire direttamente con i sistemi extratropicali che regolano il tempo sull’Europa. Durante il viaggio verso latitudini sempre più alte continuerà a perdere potenza a causa della diminuzione della temperatura della superficie del mare e della disponibilità di vapore acqueo nell’aria.

Traiettoria del centro dell’uragano Kirk prevista dal National Hurricane Center (NHC) della NOAA. Il cerchio che indica la posizione prevista del centro è nero se si prevede che il ciclone sarà tropicale, bianco con un contorno nero se si prevede che il ciclone sarà extratropicale. La lettera all’interno del cerchio indica l’intensità del vento prevista dall’NHC in quel momento: D = Tropical Depression – wind speed less than 39 MPH; S = Tropical Storm – wind speed between 39 MPH and 73 MPH; H = Hurricane – wind speed between 74 MPH and 110 MPH; M = Major Hurricane – wind speed greater than 110 MPH.

Kirk perderà così le caratteristiche proprie di un uragano e, tra lunedì notte a martedì mattina, transiterà a nord delle Azzorre già come ciclone extratropicale. Raggiungerà poi la Spagna e, a metà settimana, dopo aver “inglobato” un vortice già presente tra Francia e Inghilterra, raggiungerà anche il resto dell’Europa occidentale, comportandosi come le “normali” tempeste atlantiche che conosciamo. Anche l’Italia sarà interessata dal passaggio dell’ex-Kirk sull’Europa, ma solo marginalmente.

Pressione al suolo e soggetti sinottici previsti dall’Aeronautica Militare per martedì 8 ottobre alle 12:00 UTC (https://www.meteoam.it/it/suolo)
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Soluzioni e speranze per la gestione delle risorse idriche sotterranee https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/soluzioni-e-speranze-per-la-gestione-delle-risorse-idriche-sotterranee/ Mon, 07 Oct 2024 09:41:32 +0000 https://www.iconameteo.it/primo-piano/soluzioni-e-speranze-per-la-gestione-delle-risorse-idriche-sotterranee/ Nonostante la gravità della situazione, l’analisi dei dati sui livelli dell’acqua sotterranea ha rivelato alcuni esempi incoraggianti di recupero delle risorse idriche. In circa il 16% dei sistemi acquiferi esaminati, i livelli dell’acqua sotterranea che erano in declino nel ventesimo secolo hanno iniziato a risalire nel ventunesimo secolo. In altre aree, il tasso di declino …

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Nonostante la gravità della situazione, l’analisi dei dati sui livelli dell’acqua sotterranea ha rivelato alcuni esempi incoraggianti di recupero delle risorse idriche. In circa il 16% dei sistemi acquiferi esaminati, i livelli dell’acqua sotterranea che erano in declino nel ventesimo secolo hanno iniziato a risalire nel ventunesimo secolo. In altre aree, il tasso di declino è rallentato, dimostrando che, con le giuste politiche e strategie di gestione, è possibile invertire la tendenza.

Un esempio significativo è rappresentato dal bacino di Bangkok in Thailandia, dove le autorità hanno introdotto regolamentazioni più severe sul prelievo di acqua sotterranea, portando a una ripresa dei livelli dell’acqua. Anche in Arabia Saudita, la riduzione dell’uso agricolo di acqua sotterranea ha contribuito a rallentare il declino delle falde acquifere.

Progetti di ricarica e trasferimenti d’acqua

Un’altra strategia che ha mostrato risultati positivi è stata l’implementazione di progetti di ricarica delle falde acquifere. Questi progetti prevedono l’iniezione di acqua in eccesso nelle falde durante i periodi di abbondanza, per essere utilizzata nei periodi di scarsità. In Arizona, per esempio, il bacino del fiume Salt ha beneficiato di un progetto di ricarica che ha contribuito a stabilizzare i livelli dell’acqua.

In alcuni casi, i trasferimenti di acqua tra bacini idrografici si sono rivelati efficaci. Nella Cina settentrionale, il trasferimento di acqua dal bacino del Wanjiazhai ha portato a un recupero significativo delle risorse idriche sotterranee.

Il futuro della gestione delle falde acquifere

Nonostante questi esempi di successo, la strada da percorrere per proteggere e ripristinare le risorse idriche sotterranee è ancora lunga. La maggior parte dei sistemi acquiferi continuano a perdere acqua a un ritmo allarmante, specialmente nelle regioni agricole aride, dove la domanda di acqua è particolarmente elevata. Le strategie di gestione delle risorse idriche devono essere migliorate e adattate alle specificità locali per poter affrontare efficacemente il problema.

La gestione integrata delle acque superficiali e sotterranee è fondamentale per evitare che i bacini idrici si esauriscano. Progetti di ricarica artificiale, regolamentazioni più severe e politiche di gestione sostenibile dell’acqua possono fare la differenza. Tuttavia, queste strategie devono essere accompagnate da un maggiore impegno internazionale per affrontare i problemi legati al cambiamento climatico, che sta accelerando il declino delle risorse idriche in molte parti del mondo.

La gestione sostenibile delle risorse idriche sotterranee è essenziale per garantire un futuro meno vulnerabile alla scarsità d’acqua. Le falde acquifere svolgono un ruolo cruciale non solo nell’approvvigionamento idrico, ma anche nel mantenimento degli ecosistemi e nella stabilità delle economie locali. È necessario un impegno globale per proteggere queste risorse vitali, investendo in soluzioni innovative e collaborando a livello internazionale per combattere le cause alla radice, come il cambiamento climatico e l’uso incontrollato dell’acqua. Il recupero delle falde acquifere non è impossibile, ma richiede uno sforzo concertato e continuo da parte di governi, aziende e cittadini di tutto il mondo.

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Meteo, forte Maltempo in arrivo al Centro-Nord: accumuli ingenti, ecco dove https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/meteo-forte-maltempo-in-arrivo-al-centro-nord-accumuli-ingenti-ecco-dove/ Mon, 07 Oct 2024 09:26:36 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/meteo-forte-maltempo-in-arrivo-al-centro-nord-accumuli-ingenti-ecco-dove/ Una nuova perturbazione sta per dare il via ad una fase di intenso maltempo sulle regioni del Centro-Nord, dove si attendono piogge diffuse e ingenti. La fase di maltempo sarà intensa: il modello previsionale di Meteo Expert prevede accumuli di pioggia ingenti, specie su Alpi e Prealpi, in Liguria e alta Toscana. Maltempo intenso: le …

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Una nuova perturbazione sta per dare il via ad una fase di intenso maltempo sulle regioni del Centro-Nord, dove si attendono piogge diffuse e ingenti. La fase di maltempo sarà intensa: il modello previsionale di Meteo Expert prevede accumuli di pioggia ingenti, specie su Alpi e Prealpi, in Liguria e alta Toscana.

Maltempo intenso: le previsioni meteo per martedì 8

Il sistema perturbato darà vita a un peggioramento diffuso nella giornata di martedì 8. Coinvolgerà tutte le regioni del Centro-Nord e la Sardegna, e parzialmente la Campania. Nel resto del Sud il tempo resterà più stabile al mattino, mentre tenderà a peggiorare tra pomeriggio e sera.

Altrove le piogge saranno diffuse e anche abbondanti. I settori che riceveranno gli accumuli più ingenti sono le Prealpi e Alpi, specie nei settori centro-orientali, la Liguria e l’alta Toscana. In queste zone potrebbero cadere, nell’arco di 24 ore, accumuli intorno ai 100 litri per metro quadro (100 mm) o addirittura superiori.

maltempo martedì 8 ottobre
Forte maltempo. Le precipitazioni previste per la giornata di martedì 8. Crediti Meteo Expert

Data l’intensità del maltempo, non possiamo escludere locali criticità. I fenomeni potrebbero risultare intensi, a carattere di rovescio o temporale, con rischio di nubifragi.

Sulle regioni centrali Adriatiche il maltempo sarà invece meno intenso, con piogge più deboli e isolate.

In rinforzo anche il vento. La perturbazione attiverà venti meridionali, che potranno essere fino a forti sui mari del Centro-Nord, in Liguria e nell’alto Adriatico.

In questo contesto le temperature aumenteranno sulle regioni del Sud, in Sicilia e lungo il versante Adriatico, con valori massimi fino a sfiorare i 30 gradi.

maltempo 8 ottobre

Tregua a metà settimana, poi sull’Italia arriva ciò che resta dell’Uragano Kirk

Nella giornata di mercoledì 9 le condizioni meteo tenderanno a migliorare sull’Italia, ma la tregua sarà breve perché ciò che resta dell’uragano Kirk potrebbe portare una nuova fase di maltempo. L’uragano Kirk si trova ora in pieno Atlantico, ma secondo le attuali proiezioni, punta verso l’Europa nord-occidentale.

Nella notte tra lunedì e martedì Kirk transiterà a nord delle Azzorre, declassato a ciclone extratropicale, poi è previsto il suo impatto sull’Europa a metà settimana.

Siccità in Italia e crisi idrica in Sicilia: la politica deve assumersi la responsabilità di scelte urgenti

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La circolazione atmosferica sull’Italia nell’estate 2024: osservazioni e previsioni https://www.iconameteo.it/news/approfondimenti/la-circolazione-atmosferica-sullitalia-nellestate-2024-osservazioni-e-previsioni/ Sat, 05 Oct 2024 11:11:36 +0000 https://www.iconameteo.it/news/approfondimenti/la-circolazione-atmosferica-sullitalia-nellestate-2024-osservazioni-e-previsioni/ “Le situazioni estreme del nuovo clima fanno ormai parte della nostra normalità e quasi non ci sorprendono più”. Questa era la frase introduttiva del report della primavera 2024, ma ben si adatta anche al report dell’estate e, in verità, a quello di tutte le stagioni. Con l’estate 2024 ecco infatti arrivare nuovi record della temperatura …

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“Le situazioni estreme del nuovo clima fanno ormai parte della nostra normalità e quasi non ci sorprendono più”. Questa era la frase introduttiva del report della primavera 2024, ma ben si adatta anche al report dell’estate e, in verità, a quello di tutte le stagioni.
Con l’estate 2024 ecco infatti arrivare nuovi record della temperatura superficiale del Mediterraneo, i giorni più caldi dal 1940 a livello globale, il numero più alto di giorni di “forte stress da caldo” in Europa, l’estate italiana tra le più calde di sempre, accompagnata, come se non bastasse, da siccità sempre più grave in Sicilia e diversi fenomeni distruttivi al Nord. La figura 1 mostra le precipitazioni totali e le temperature massime medie nel nostro Paese.

Fig.1 – Estate 2024: precipitazioni totali (mm) e temperature massime medie (°C). Crediti Meteo Expert – IconaClima.

Come è andata dal punto di vista della circolazione atmosferica? Per scoprirlo ci siamo affidati alla tecnica del “Weather Typing”: grazie alla capacità di apprendere, riconoscere e classificare di una rete neurale artificiale, abbiamo identificato sull’Italia dodici pattern della circolazione atmosferica, ricostruito la loro serie storica alle 12 UTC, e analizzato frequenze, anomalie e trend stagionali di ciascuno di essi.

La figura 2 mostra la configurazione della pressione a livello del mare e del geopotenziale a 500 hPa dei dodici pattern della circolazione atmosferica, che chiamiamo “Tipi di Circolazione“ (TC), identificati e classificati dalla rete neurale per il dominio geografico centrato sull’Italia. La distribuzione dei TC all’interno delle due “mappe” non è casuale, ma è frutto di complesse elaborazioni della rete neurale che, a partire da TC1, ha posizionato i TC tanto più vicini fra loro quanto più fra loro simili.

Fig. 2 – Configurazioni della pressione al livello del mare (sinistra) e del geopotenziale a 500 hPa (destra) dei dodici Tipi di Circolazione (TC) identificati dalla rete neurale. I dati sono standardizzati. I colori dal verde al viola rappresentano i valori positivi (“alta pressione”), i colori dal bianco al blu i valori negativi (“bassa pressione”). Crediti Meteo Expert – IconaClima

In base alla caratteristica circolatoria prevalente, a ciascuno dei dodici TC è stato assegnato un nome, riportato nel testo e nelle figure che seguiranno.

La circolazione atmosferica estiva dell’ultimo ventennio

Con una presenza media di 15 giorni, negli ultimi ventidue anni TC3-Depressione Padana è stato il tipo di circolazione atmosferica più frequente durante l’estate meteorologica (figura 3, grafico a sinistra). Questo TC è associato allo scorrimento sull’Europa centrale di aria fresca di origine atlantica che, sfiorando le regioni alpine e favorendo lo sviluppo di fenomeni temporaleschi anche molto intensi sul Nord Italia, interrompe, almeno su questa parte della Penisola, la calura e il tempo stabile associati alle diverse configurazioni anticicloniche di matrice subtropicale, tra cui TC11-Anticiclone Nordafricano, il secondo TC mediamente più frequente. Anche TC1-Maestrale e TC2-Depressione Egeo sono associati all’arrivo sull’Italia di aria fresca di origine atlantica, ma si tratta di masse d’aria provenienti da latitudini più elevate che, seguendo traiettorie più ripide, riescono ad irrompere in profondità nell’area Mediterranea, a volte sottoforma di venti burrascosi e Föhn tra Piemonte e Lombardia.

Fig.3 – Numero medio di giorni di presenza estiva alle 12 UTC dei dodici Tipi di Circolazione (grafico a sinistra) e numero di giorni di presenza di TC3-Depressione Padana negli ultimi ventidue anni (grafico a destra ). Crediti Meteo Expert – IconaClima

Nel ventennio 2003-2022, TC3_Depressione_Padana ha mostrato chiari segni di declino estivo, con trend negativo statisticamente significativo. Negli ultimi due anni ha invece riguadagnato una frequenza relativamente elevata (figura 3, grafico a destra), rendendosi responsabile dei numerosi e distruttivi episodi di maltempo che si sono abbattuti sul Nord Italia nel mese di luglio e nei primi giorni di agosto del 2023 e, come vedremo, durante tutta la stagione del 2024.

Fig.4 – Numero di giorni di presenza e tendenza lineare di TC4-Depressione_Ligure nelle stagioni estive dal 2003 al 2024. Crediti Meteo Expert – IconaClima

Durante l’estate è invece relativamente raro incontrare TC4-Depressione Ligure, il TC più piovoso insieme a TC8-Scirocco, potenzialmente responsabile di forte maltempo ed alluvioni al Nordovest, soprattutto nelle stagioni intermedie. Tuttavia, negli ultimi ventidue anni la sua presenza ha visto un incremento significativo (figura 4).

La circolazione atmosferica nell’estate 2024: una storia già vista

Per analizzare le caratteristiche dell’estate 2024 dal punto di vista della circolazione atmosferica possiamo affidarci al calcolo delle anomalie (figura 5), cioè la differenza tra la frequenza dei dodici Tipi di Circolazione nella stagione 2024 e la media della loro frequenza stagionale nel periodo di riferimento 2003-2024 . Emerge così una situazione già vista durante l’inverno e la primavera, con anomalia negativa di TC9-Anticiclone di blocco (-5 giorni, il 60 % di giorni in meno rispetto al periodo di riferimento) e di TC1-Maestrale (-5 giorni, il 54 % di giorni in meno rispetto al periodo di riferimento), potenziali risorse di pioggia per il Sud e la Sicilia ed entrambi con solo un giorno in più di presenza dal loro record negativo. Quasi tutti in eccesso, invece, i TC associati a condizioni di instabilità al Nord, soprattutto TC4-Depressione Ligure, con il 92 % di giorni in più rispetto alla media di riferimento, in linea con il trend positivo (aumento) degli ultimi 22 anni.

Fig. 5 – Anomalie della frequenza dei dodici Tipi di Circolazione (TC) nell’ estate meteorologica 2024 rispetto alla media del periodo 2003-2024. Crediti Meteo Expert – IconaClima.

Ed è stato proprio il balletto tra TC4-Depressione Ligure e TC3-Depressione Padana (figura 6) ad innescare i fenomeni più violenti, alimentati dalla grande energia in gioco e dal contrasto termico tra i due TC. Numerosi sono gli esempi, soprattutto nel movimentato inizio della stagione, tra spettacolari shelf cloud, come quella in Lombardia del 2 giugno, grandine grossa a più riprese nel Torinese, forti supercelle al Nordovest (11-12 giugno), temporali eccezionalmente intensi e carichi di polvere sahariana in Piemonte (21 giugno), fino agli episodi estremi e all’alluvione sulle Alpi occidentali tra il 29 e il 30 giugno.

Fig. 6 – Tipi di Circolazione (TC) alle 12 UT e temperature medie osservate giornalmente dal primo giugno al 31 agosto 2024. I valori di temperatura sono ricavati dai dati della rete di stazioni MeteoNetwork. Crediti Meteo Expert – IconaClima.

L’estate è poi proseguita all’insegna di una maggiore stabilità, con gran parte dell’Italia schiacciata sotto il pesante e rovente coperchio dell’alta pressione nordafricana. Tuttavia, non sono mancate, di nuovo, le condizioni favorevoli allo sviluppo di fenomeni eccezionalmente intensi. TC4-Depressione Ligure e TC3-Deprressione Padana, insieme a TC2-Depressione Egeo, hanno infatti continuato ad alimentare l’innesco di episodi estremi, come le supercelle al Nordovest il 7 e 12 luglio, i forti temporali con intense grandinate al Nord il 2 e 7 agosto (figura 7), e quelli di metà mese che, con l’affondo di TC1-Maestrale, hanno definitivamente chiuso su tutta l’Italia l’interminabile ondata di caldo iniziata il 7 luglio.

Fig. 7 – Immagine Meteosat del 7 agosto 2024.

La previsione dei Tipi di Circolazione: modello europeo vs modello americano

Per valutare la performance dei modelli di previsione meteorologica nel breve e medio termine, con l’ausilio della rete neurale abbiamo quantificato la “similarità” tra i dodici pattern della circolazione atmosferica. La qualità della previsione può essere così espressa in termini di somiglianza tra TC osservato e TC previsto: il 100 % sarà raggiunto quando il TC previsto e il TC osservato coincidono, quindi quando la previsione è corretta.

La figura 8 mostra la qualità media della previsione elaborata dal modello europeo ECMWF e dall’americano GFS per le 12 UTC dei sette giorni (+168 ore) successivi all’ora di inizio della previsione. Il modello europeo, come spesso accade, ha elaborato previsioni mediamente più accurate di quelle del modello americano oltre le 48 ore, distaccandosi nettamente con le previsioni dal quinto giorno in poi. Questo significa che il modello ECMWF è stato, ancora una volta, lo strumento più affidabile per prevedere l’evoluzione della circolazione atmosferica con largo anticipo.

Fig. 8 – Qualità media della previsione del Tipo di Circolazione (TC) da 1 giorno (+24 ore) a 7 giorni (+ 168 ore) di previsione per il modello europeo ECMWF (rosso) e per il modello americano GFS (blu). Crediti Meteo Expert – IconaClima

Le previsioni di ECMWF per il più lungo termine sono state frequentemente perfette sia in situazioni dinamiche, caratterizzate da drastici e repentini cambiamenti della circolazione atmosferica, ad esempio nel mese di giugno, sia durante lunghi periodi di tempo relativamente stabile anche al Nord (figura 9). Entrambi i modelli hanno mostrato notevole difficoltà a prevedere il pattern della circolazione atmosferica con una settimana di anticipo in due occasioni: il 25 e 26 giugno, al passaggio di testimone tra configurazioni opposte, TC1-Maestrale e TC8-Scirocco, e il 29 luglio, con la veloce intrusione di TC9-Anticiclone di blocco in un contesto dominato da configurazioni anticicloniche di matrice africana.

Fig. 9 – Qualità giornaliera della previsione del Tipo di Circolazione a 168 ore , elaborata dal modello europeo ECMWF (rosso) e dal modello americano GFS (blu). Crediti Meteo Expert – IconaClima

Quando torneremo a rivedere TC9-Anticiclone di blocco? Come le due stagioni precedenti, anche l’estate ha visto una scarsa presenza di questo Tipo di Circolazione, potenziale buona opportunità idrica per gran parte del Sud e della Sicilia. Durante l’autunno dovrebbe essere tra i pattern protagonisti della circolazione atmosferica, anche sottoforma di vere e proprie tempeste, come Boris, responsabile dell’alluvione che tra il 17 e il 18 settembre ha colpito l’Emilia-Romagna.

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Meteorologia e Oceanografia fisica: due Università offrono una importante occasione formativa. Tutti i dettagli https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/meteorologia-e-oceanografia-fisica-due-universita-offrono-una-importante-occasione-formativa-tutti-i-dettagli/ Wed, 02 Oct 2024 08:26:34 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/meteorologia-e-oceanografia-fisica-due-universita-offrono-una-importante-occasione-formativa-tutti-i-dettagli/ La meteorologia offre un’importante occasione di formazione, promossa dall’Università del Salento (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali) in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” (Dipartimento di Scienze e Tecnologie). Si tratta di un Master di II livello in Meteorologia e Oceanografia fisica (MOF) che mira a formare esperti nel settore, preparandoli per opportunità …

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La meteorologia offre un’importante occasione di formazione, promossa dall’Università del Salento (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali) in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” (Dipartimento di Scienze e Tecnologie). Si tratta di un Master di II livello in Meteorologia e Oceanografia fisica (MOF) che mira a formare esperti nel settore, preparandoli per opportunità di lavoro presso agenzie ambientali, enti governativi, centri previsionali, istituti di ricerca, compagnie assicurative, oltre che in ambito aeroportuale e marittimo. Ma offrendo anche una preparazione adeguata alla carriera accademica, per chi volesse intraprenderla.

Meteorologia e oceanografia, quali sono le competenze che è possibile acquisire attraverso il Master di II livello

Il Master di II livello in Meteorologia e Oceanografia fisica offre un percorso attraverso il quale sarà possibile acquisire competenze sia sperimentali che teoriche, consentendo di gestire campagne osservative di varia natura, prevedere l’evoluzione meteorologica, delle correnti marine e del clima, gestire e comprendere dati meteorologici e oceanografici e svolgere attività di ricerca.

Gli studenti che completeranno il Master saranno dunque in grado di gestire autonomamente studi di alto profilo in materia di Meteorologia e Oceanografia ma anche svolgere attività previsionali e di consulenza. Gli insegnamenti, infatti, porteranno alla comprensione dei processi che determinano il comportamento di atmosfera e oceani, del funzionamento e dell’utilizzo della strumentazione per osservazioni meteorologiche e oceanografiche, della natura delle osservazioni in meteorologia e oceanografia, loro errori e incertezze, della struttura e della numerica dei modelli previsionali in climatologia e meteorologia. Al termine del percorso e del superamento dell’esame finale, i partecipanti riceveranno il certificato di master con valutazione in centodecimi e l’attestato di meteorologo riconosciuto dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM/WMO).

Programma e composizione del Consiglio scientifico: presente anche Meteo Expert

Il Consiglio scientifico è composto dai Prof. Riccardo Buccolieri (Università del Salento) – Direttore del Master, Prof. Giorgio Budillon (Università di Napoli “Parthenope”), Prof. Piero Lionello (Università del Salento), Prof. Antonio Serra (Università del Salento), Prof. Enrico Zambianchi (Università di Napoli “Parthenope”). Il Master è sostenuto da AISAM (Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia), ARPA-Campania, ARPA-Puglia, CMCC (Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), CNR-ISAC (Istituto di Scienze Dell’Atmosfera e del Clima), Datameteo, Meteo Expert, Radarmeteo e 3Bmeteo.

Il programma avrà la durata di un anno accademico e sarà suddiviso in due semestri, per un totale di 1500 ore, equivalenti a 60 CFU. Il corso prevede: 392 ore di didattica frontale, tenute da docenti e professionisti del settore; 100 ore di stage presso enti e aziende leader nel campo della meteorologia e oceanografia, offrendo ai partecipanti la possibilità di mettere in pratica le competenze acquisite; 175 ore dedicate alla prova finale, che consisterà nell’elaborazione di uno studio su un tema specifico, con la stesura di una relazione dettagliata; 833 ore di studio individuale per consolidare le competenze teoriche e pratiche.

Le lezioni si terranno online sulla piattaforma Microsoft TEAMS, sia in modalità simultanea che non, per permettere la partecipazione agli studenti lavoratori. Tra i principali temi che verranno affrontanti figurano: i processi che regolano l’evoluzione dell’atmosfera e degli oceani, l’uso di strumentazioni avanzate per le osservazioni meteorologiche e oceanografiche, la comprensione degli errori e delle incertezze nelle osservazioni, la struttura e il funzionamento dei modelli previsionali in meteorologia e climatologia.

Requisiti di ammissione e modalità di iscrizione

Il Master è rivolto ai laureati in discipline scientifiche come fisica, matematica, ingegneria, scienze ambientali e affini. Il numero massimo di studenti previsto è 25, con un minimo di 8 per l’attivazione del corso. Inoltre, è possibile iscriversi anche a singoli insegnamenti o partecipare in qualità di uditori. Il contributo di iscrizione è di €2.250 per l’intero Master, con agevolazioni per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, per i quali la quota è ridotta a €1.500. Le domande di iscrizione devono essere presentate entro il 31 ottobre 2024. Il bando e la nota di progetto sono disponibili sul sito dell’Università del Salento.

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Siccità in Italia e crisi idrica in Sicilia: la politica deve assumersi la responsabilità di scelte urgenti https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/siccita-in-italia-e-crisi-idrica-in-sicilia-la-politica-deve-assumersi-la-responsabilita-di-scelte-urgenti/ Wed, 02 Oct 2024 07:26:28 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/siccita-in-italia-e-crisi-idrica-in-sicilia-la-politica-deve-assumersi-la-responsabilita-di-scelte-urgenti/ Il cambiamento climatico sta ridisegnando gli equilibri idrici del pianeta in modo drammatico, ponendo l’umanità di fronte a sfide senza precedenti. La siccità è diventata un fenomeno sempre più frequente e devastante, colpendo con intensità crescente diverse aree del globo, dall’Africa subsahariana fino all’Europa meridionale. In particolare, l’Italia sta sperimentando una crisi idrica che minaccia …

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Il cambiamento climatico sta ridisegnando gli equilibri idrici del pianeta in modo drammatico, ponendo l’umanità di fronte a sfide senza precedenti. La siccità è diventata un fenomeno sempre più frequente e devastante, colpendo con intensità crescente diverse aree del globo, dall’Africa subsahariana fino all’Europa meridionale. In particolare, l’Italia sta sperimentando una crisi idrica che minaccia non solo l’agricoltura e l’industria, ma la stabilità sociale stessa. Questo fenomeno, innescato da temperature sempre più elevate e una gestione delle risorse spesso inadeguata, rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare. Serve un cambio di paradigma immediato, che miri non solo a mitigare gli effetti della siccità, ma anche a prevenire futuri disastri climatici. La politica deve prendersi la responsabilità di fare scelte importanti per la salvaguardia delle molte regioni che puntualmente soffrono di emergenza idrica nei periodi estivi.

L’allarme lanciato in Sicilia: il vertice sulla siccità

Il 30 settembre 2024, durante un vertice straordinario convocato dal presidente della Regione Siciliana, è emerso un quadro preoccupante riguardante l’approvvigionamento idrico della regione. I dati rivelano una riduzione drammatica nella disponibilità di acqua: dai 300 milioni di metri cubi del 2023, si è passati agli attuali 60 milioni, una perdita che non può più essere ignorata. Leonardo La Piana, segretario generale della Cisl Sicilia, insieme ad Adolfo Scotti e Stefano Trimboli, segretari generali rispettivamente della Fai Cisl Sicilia e della Femca Cisl Sicilia, hanno sottolineato la necessità di agire con urgenza per evitare il collasso del settore agricolo e idrico nei prossimi mesi.

Gli interventi proposti includono investimenti immediati per migliorare le infrastrutture acquedottistiche, fognarie e depurative, e incentivare il risparmio idrico attraverso il riciclo delle acque reflue depurate. Inoltre, si richiede una riforma definitiva dei consorzi di bonifica, la cui inefficienza ha contribuito a peggiorare la situazione. Questi interventi, però, devono essere parte di una strategia più ampia e coordinata, che coinvolga tutti gli attori sociali e produttivi, in una collaborazione tra le istituzioni locali, regionali e nazionali.

Un Sud Italia a secco: dati allarmanti e conseguenze agricole

Il rapporto “Sud a secco”, pubblicato da Greenpeace in collaborazione con il Cnr-Ibe il 24 settembre 2024, fotografa una situazione di siccità severa in ampie zone del Meridione. Le regioni più colpite sono Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Sardegna, dove il 29% del territorio soffre di siccità estrema. In Sicilia, questa percentuale sale al 69%, mentre in Calabria al 47%. La mancanza di precipitazioni, combinata con temperature superiori alla media, ha ridotto drasticamente il flusso di corsi d’acqua e il riempimento degli invasi, aggravando una crisi già critica.

L’estate del 2024 è stata una delle più calde registrate negli ultimi 224 anni, con temperature che hanno superato di quasi 2°C la media storica in molte aree del Sud Italia. Questa anomalia climatica ha avuto un impatto devastante sull’agricoltura: il 66% delle colture non irrigue in Sicilia e il 42% in Calabria sono state colpite da siccità severa. Il rapporto CREA prevede che la produzione di grano duro nel 2024 potrebbe diminuire dell’8%, con punte di riduzione del 10-15% in alcune aree rispetto al decennio precedente. L’agricoltura, pilastro economico del Meridione, è dunque a rischio di un tracollo senza precedenti.

La crisi degli invasi e la cattiva gestione delle risorse

Il problema non risiede solo nella ridotta quantità di piogge, ma anche nella gestione inadeguata delle risorse idriche. Gli invasi regionali, secondo i dati di Utilitalia, sono stati svuotati al punto che il livello di riempimento al 31 agosto 2024 si attestava al 20% in Basilicata, al 9% in Puglia e al 20% in Sicilia. In alcune aree, come la Puglia, questa percentuale rappresenta meno della metà rispetto agli anni precedenti.

Gli esperti sostengono che è fondamentale ripristinare il volume degli invasi esistenti, ridurre le perdite lungo le reti idriche e incrementare l’uso di acque depurate per usi non potabili. La gestione sostenibile dell’acqua richiede investimenti significativi e una pianificazione a lungo termine, che purtroppo è stata spesso assente in molte regioni italiane.

Considerazioni finali: il futuro della gestione idrica

La crisi idrica che stiamo vivendo è solo l’inizio di una serie di eventi estremi che potrebbero diventare sempre più frequenti se non agiamo tempestivamente. La siccità, aggravata dal cambiamento climatico, è un fenomeno che richiede un approccio scientifico e multidisciplinare, in grado di combinare interventi tecnologici, politici ed economici. L’adattamento a un clima in evoluzione richiede sforzi coordinati a livello globale, ma soprattutto una volontà politica concreta a livello nazionale. L’Italia, e il Sud in particolare, devono essere al centro di queste azioni, con investimenti urgenti nelle infrastrutture e una pianificazione idrica intelligente che garantisca l’acqua come diritto fondamentale per tutti.

Se non agiremo con rapidità, la siccità potrebbe diventare una delle principali cause di crisi sociale ed economica del prossimo futuro, con effetti devastanti sulla produzione alimentare e sull’equilibrio ecologico del nostro Paese. Il tempo per intervenire è adesso ma la politica, purtroppo, è in forte ritardo nell’affrontare una crisi idrica che non è più solo una minaccia futura, ma una realtà che sta già devastando il settore agricolo, mettendo in difficoltà l’industria, compromettendo il turismo e incidendo profondamente sulla quotidianità dei cittadini. La sottovalutazione del problema è evidente, nonostante gli allarmi ripetuti da scienziati, associazioni e attori sociali. Le istituzioni, tutte, devono assumersi la responsabilità di interventi immediati e strutturali, prima che l’emergenza diventi irreversibile.
Il tempo delle parole è scaduto: ora servono azioni concrete, decise e coraggiose per salvaguardare il futuro economico e sociale del nostro Paese.

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Uragano Helene ‘aggravato dal riscaldamento globale’: intere aree cancellate https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-helene-aggravato-dal-riscaldamento-globale-intere-aree-cancellate/ Tue, 01 Oct 2024 09:06:49 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-helene-aggravato-dal-riscaldamento-globale-intere-aree-cancellate/ L’uragano Helene ha devastato il sud-est degli Stati Uniti, dove purtroppo il bilancio delle vittime continua ad aumentare: attualmente si contano circa 130 decessi in sei stati e le autorità temono che la situazione possa ulteriormente peggiorare. Centinaia di strade restano chiuse, soprattutto nelle Caroline, ostacolando la consegna di rifornimenti di cui c’è un disperato bisogno. …

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L’uragano Helene ha devastato il sud-est degli Stati Uniti, dove purtroppo il bilancio delle vittime continua ad aumentare: attualmente si contano circa 130 decessi in sei stati e le autorità temono che la situazione possa ulteriormente peggiorare. Centinaia di strade restano chiuse, soprattutto nelle Caroline, ostacolando la consegna di rifornimenti di cui c’è un disperato bisogno. E più di 2 milioni di persone restano senza elettricità.

Uragano Helene, sarà una ripresa complicata per gli stati colpiti

Helene ha toccato terra nella serata di giovedì scorso nella regione di Big Bend in Florida come uragano di categoria 4. Anche se si è indebolito fino a diventare una tempesta tropicale prima di attraversare la Georgia, le Caroline e il Tennessee, i venti, le piogge, l’ondata di tempesta e le inondazioni della tempesta hanno distrutto intere comunità sul suo cammino.

Secondo la Federal Emergency Management Agency (Fema), sarà una ripresa complicata per gli stati colpiti da Helene, vale a dire Nord e Sud Carolina, Georgia, Florida, Tennessee e Virginia. Sempre la Fema definisce Helene un vero e proprio “evento multi-stato”, aggravato dal riscaldamento globale. “Sarà una ripresa davvero complicata in ciascuno degli stati” ha affermato l’amministratore della Fema, Deanne Criswell.

Lo stesso ha fatto notare che un’onda di tempesta di 4,5 metri ha colpito la contea di Taylor in Florida, dove Helene è arrivata come uragano di categoria 4 giovedì sera, con venti di 225 km/h, e ha sottolineato che le aree della Carolina del Nord occidentale hanno registrato 740 mm di pioggia quando la tempesta si è fermata sulla regione.

Helene ha completamente cancellato alcuni villaggi della Carolina del Nord

Alcune aree sono state completamente cancellate: è il caso per esempio del piccolo villaggio di Chimney Rock, nella Carolina del Nord, che sta facendo i conti con la devastazione totale. Diverse persone risultano disperse, l’uragano ha distrutto case lungo il fiume e attività commerciali nel centro città.

Un’altra comunità completamente devastata è quella di Asheville, sempre nella Carolina del Nord, dove fino a lunedì pomeriggio risultavano circa 600 dispersi. Le strade e i ponti sono crollati, le linee telefoniche sono fuori uso e dunque le operazione di ricerca, salvataggio e rifornimento viveri procedono a rilento. Le forti piogge hanno quasi fatto crollare la diga di Nolichucky a Greeneville, nel Tennessee, situazione che il National Weather Service ha definito “particolarmente pericolosa”, esortando almeno 100.000 residenti della zona a “cercare subito terreni più elevati”.

Intanto c’è una probabilità media (40%) che una nuova tempesta si sviluppi nei Caraibi occidentali o nel Golfo del Messico nel corso di questa settimana, ma attualmente è troppo presto per sapere dove potrebbe dirigersi. La situazione è da monitorare attentamente.

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Cos’è la Cintura di Venere? Un bellissimo gioco fra la Terra e il Sole https://www.iconameteo.it/news/copertina/cose-la-cintura-di-venere-un-bellissimo-gioco-fra-la-terra-e-il-sole/ Tue, 01 Oct 2024 07:36:30 +0000 https://www.iconameteo.it/news/copertina/cose-la-cintura-di-venere-un-bellissimo-gioco-fra-la-terra-e-il-sole/ Che cosa provoca la Cintura di Venere, splendido fenomeno atmosferico visibile nel cielo opposto a quello del tramonto o dell’alba? In una serata limpida, mentre il Sole tramonta all’orizzonte, potreste aver notato uno spettacolo che sembra uscito da un dipinto ad acquerello: durante il crepuscolo, l’orizzonte ad est si tinge di un delicato mix di …

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Che cosa provoca la Cintura di Venere, splendido fenomeno atmosferico visibile nel cielo opposto a quello del tramonto o dell’alba? In una serata limpida, mentre il Sole tramonta all’orizzonte, potreste aver notato uno spettacolo che sembra uscito da un dipinto ad acquerello: durante il crepuscolo, l’orizzonte ad est si tinge di un delicato mix di rosa e azzurro. Se avete avuto la fortuna di ammirare questa scena, è probabile che voi abbiate visto la Cintura di Venere, un fenomeno atmosferico sottile ma affascinante che regala momenti di vera bellezza.

Non lasciatevi ingannare dal nome: la Cintura di Venere non ha nulla a che vedere con il pianeta Venere, bensì prende il suo nome dal mitologico cinto della dea greca Afrodite, la cui controparte romana è appunto Venere.

Cosa provoca la Cintura di Venere?

Quando il Sole sorge, ad est, o tramonta, ad ovest, la luce solare si riflette sulla densa atmosfera in un fenomeno noto come retrodiffusione, che crea una fascia di luce rosata sull’orizzonte opposto al Sole, al di sopra del punto antisolare. Questa banda rosata è ciò che chiamiamo la Cintura di Venere.

Quando il Sole si trova al di sotto della linea visiva dell’osservatore, la luce solare che arriva attraversa uno strato più spesso di atmosfera vicino all’orizzonte. Questo fa sì che vengano riflesse verso l’osservatore lunghezze d’onda di luce prevalentemente rosa, generando la Cintura di Venere. La fascia rosata che ne risulta appare sopra l’ombra della Terra proiettata nell’atmosfera.

Come osservare questo affascinante fenomeno

Sebbene sia possibile vederla anche all’alba, il momento migliore per ammirare la Cintura di Venere è al tramonto. Quando il Sole tramonta ad ovest, guardate verso est per osservare la Cintura, visibile circa 10–20 gradi sopra l’orizzonte.
Mentre la Terra ruota, la luce solare non riesce più a raggiungere certe parti della nostra atmosfera, e la fascia rosata diventa gradualmente più blu man mano che ci si avvicina all’orizzonte. Questo è l’effetto dell’ombra della Terra proiettata nell’atmosfera, che continua a salire, facendo assumere alla fascia un aspetto arcuato e allargato.

Per vedere correttamente la Cintura di Venere non serve altro che un cielo sereno, poco prima dell’alba o subito dopo il tramonto, e un orizzonte sgombro da ostacoli. La Cintura di Venere è una visione emozionante e suggestiva da osservare, e può restare visibile da pochi minuti fino a un massimo di 20 minuti.

Essere testimoni di questo fenomeno naturale è un’esperienza che ci ricorda la meraviglia del nostro pianeta e della sua interazione con la luce solare. Proprio come un dipinto naturale che appare e scompare nel cielo, la Cintura di Venere è uno spettacolo che ogni amante del cielo dovrebbe ammirare almeno una volta nella vita.

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Fulmini vulcanici: cosa sono e il ruolo nelle previsioni delle eruzioni https://www.iconameteo.it/news/copertina/fulmini-vulcanici-cosa-sono-e-il-ruolo-nelle-previsioni-delle-eruzioni/ Mon, 30 Sep 2024 09:36:25 +0000 https://www.iconameteo.it/news/copertina/fulmini-vulcanici-cosa-sono-e-il-ruolo-nelle-previsioni-delle-eruzioni/ I fulmini vulcanici rappresentano uno dei fenomeni più affascinanti e, al contempo, misteriosi associati alle eruzioni vulcaniche. Si manifestano come scariche elettriche violente all’interno delle colonne eruttive di fumo e cenere, catturando l’attenzione di scienziati e appassionati per la loro bellezza ipnotica e per i rischi che possono comportare. Questo spettacolo naturale, anche se raro, …

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I fulmini vulcanici rappresentano uno dei fenomeni più affascinanti e, al contempo, misteriosi associati alle eruzioni vulcaniche. Si manifestano come scariche elettriche violente all’interno delle colonne eruttive di fumo e cenere, catturando l’attenzione di scienziati e appassionati per la loro bellezza ipnotica e per i rischi che possono comportare. Questo spettacolo naturale, anche se raro, è stato osservato in vari eventi eruttivi, tra cui quelli dei vulcani Etna e Vesuvio in Italia, Fuego nel sud del Guatemala e Anak Krakatau in Indonesia, offrendo un’opportunità unica per esplorare i meccanismi dietro la loro formazione.

Fulmini vulcanici: di cosa si tratta, quando si verificano e gli studi sulla loro origine

A differenza dei temporali meteorologici, in cui le scariche elettriche sono causate dal contrasto tra masse d’aria calda e fredda, i temporali vulcanici sono alimentati dall’intensa attività vulcanica. Questo tipo di tempeste trae origine dal calore sprigionato dal vulcano, che crea condizioni di instabilità nella nube eruttiva. Le scariche elettriche all’interno di queste nubi possono formarsi anche in assenza di ghiaccio, grazie alla presenza di particelle di cenere e gas espulsi dal vulcano. Come osservato durante l’eruzione del vulcano Anak Krakatau nel 2018, fulmini vulcanici possono generarsi con una frequenza impressionante: fino a 72 al minuto, amplificati dalla formazione di ghiaccio nella colonna eruttiva.

L’origine precisa di questi fulmini rimane ancora dibattuta. Alcuni scienziati attribuiscono la loro formazione alla collisione delle particelle di cenere, che genera una separazione delle cariche elettriche, simile a quanto accade nelle tempeste meteorologiche. Altri studi suggeriscono che potrebbero essere causati dalla frattura delle rocce, che rilascia isotopi presenti nei minerali, creando differenze di potenziale elettrico. Indipendentemente dalla causa esatta, ciò che è certo è che la ricerca su questo fenomeno è ancora in pieno sviluppo, con l’obiettivo non solo di comprenderlo meglio, ma anche di utilizzarlo come strumento per prevedere i rischi associati alle eruzioni vulcaniche.

L’importanza dello studio sui fulmini vulcanici: possono risultare fattori indicativi dell’attività eruttiva?

L’importanza dello studio dei fulmini vulcanici risiede infatti nel loro potenziale come indicatori dell’attività eruttiva. L’analisi delle proprietà della cenere, delle cariche elettriche all’interno delle nubi vulcaniche e della distribuzione delle particelle dopo un’eruzione potrebbe fornire informazioni utili per la gestione delle emergenze vulcaniche. Oltre a migliorare la nostra comprensione dei processi eruttivi, questi studi possono contribuire alla sicurezza delle aree circostanti i vulcani, aiutando a monitorare le eruzioni in tempo reale attraverso tecnologie come i rilevamenti satellitari e i sistemi radio che captano l’energia rilasciata dai fulmini.

Le eruzioni vulcaniche non sono solo spettacolari, ma rappresentano anche una minaccia tangibile per la vita umana e le infrastrutture. La cenere vulcanica, ad esempio, può interferire con il traffico aereo, come dimostrato dall’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull nel 2010, che causò la chiusura di numerosi aeroporti in Europa. Monitorare i fulmini vulcanici potrebbe quindi rivelarsi uno strumento utile per prevedere la dispersione della cenere e prevenire disastri di questo tipo.

In conclusione, i fulmini vulcanici offrono una finestra unica sulla potenza della natura, fornendo agli scienziati nuove opportunità per studiare e comprendere meglio i vulcani. Nonostante il mistero che ancora circonda questo fenomeno, i progressi nella ricerca stanno lentamente facendo luce sui meccanismi alla base della loro formazione. Forse, un giorno, la comprensione dei fulmini vulcanici non solo ci aiuterà a prevedere meglio le eruzioni, ma anche a mitigarne i rischi per le comunità che vivono nelle vicinanze di questi colossi di fuoco e cenere.

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Trump e la negazione della crisi climatica https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/trump-e-la-negazione-della-crisi-climatica/ Sun, 29 Sep 2024 10:06:20 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/trump-e-la-negazione-della-crisi-climatica/ Immaginate, per un attimo, che l’infrastruttura petrolifera e del gas cominci a fendere la tundra del nord dell’Alaska, una terra di rifugio per i caribù in migrazione e gli orsi polari. Oppure che miniere di rame e nichel appaiano ai confini di una delle più vaste aree incontaminate a est delle Montagne Rocciose, un’enorme distesa …

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Immaginate, per un attimo, che l’infrastruttura petrolifera e del gas cominci a fendere la tundra del nord dell’Alaska, una terra di rifugio per i caribù in migrazione e gli orsi polari. Oppure che miniere di rame e nichel appaiano ai confini di una delle più vaste aree incontaminate a est delle Montagne Rocciose, un’enorme distesa di 450.000 ettari di laghi cristallini e foreste abitate da lupi e alci. O ancora, che l’esplorazione di uranio e carbone riprenda in paesaggi un tempo protetti, come quelli che confinano con il Grand Canyon.

Se Donald Trump dovesse vincere le elezioni presidenziali degli Stati Uniti a novembre, questi progetti potrebbero diventare realtà, facendo parte di un’agenda energica incentrata sull’estrazione di risorse. “Trivelleremo, eccome se trivelleremo,” ha dichiarato Trump a luglio, accettando formalmente la candidatura repubblicana alla convention nazionale del partito a Milwaukee.

I piani iniziali suggeriscono che Trump voglia ridefinire radicalmente il Dipartimento degli Interni, che gestisce oltre 200 milioni di ettari di terre pubbliche, compresi parchi nazionali e rifugi per la fauna selvatica, e ha il compito di proteggere le specie in pericolo. Mentre Joe Biden ha fatto della tutela delle terre pubbliche e della transizione verso l’energia verde il fulcro del suo mandato, Trump e i suoi alleati puntano a smantellare molte delle politiche di Biden, rimodellare la pubblica amministrazione e attuare una nuova agenda incentrata sulla riduzione delle regolamentazioni, sull’indebolimento delle protezioni ambientali e sull’espansione dello sviluppo di petrolio e gas nel West americano.

Uno degli artefici di questa visione è Daniel Jorjani, ex consigliere legale di punta del Dipartimento degli Interni durante l’amministrazione Trump. Ex avvocato per organizzazioni legate ai mega-donatori conservatori Charles e David Koch, Jorjani oggi lavora per Citizens United, un gruppo di pressione di estrema destra. Secondo fonti vicine a lui, è coinvolto nella definizione delle politiche ambientali della possibile seconda amministrazione Trump. Lynn Scarlett, che ha lavorato come vice segretaria degli Interni sotto George W. Bush, ha dichiarato che Jorjani, suo ex capo di gabinetto, sta collaborando con il team di Trump sulle questioni legate agli Interni.

Jorjani, attraverso un post su LinkedIn, ha confermato di aver fatto parte del team legale della campagna di Trump durante la convention repubblicana, contribuendo a promuovere la piattaforma del partito che promette di “liberare l’energia americana”. Recentemente, è stato nominato anche nel Consiglio statale per il controllo dell’inquinamento atmosferico in Virginia, e alcune fonti speculano che possa essere preso in considerazione per ruoli di alto livello all’Agenzia per la Protezione Ambientale (EPA) o al Consiglio per la Qualità Ambientale della Casa Bianca.

Non è chiaro esattamente quali siano i piani di Jorjani e degli altri sostenitori di Trump per una seconda amministrazione, ma l’agenda ufficiale, nota come Agenda 47, rimane vaga. Tuttavia, gli alleati conservatori hanno già elaborato proposte dettagliate per smantellare le divisioni scientifiche di diverse agenzie federali, limitare leggi ambientali vecchie di decenni e abolire l’Antiquities Act, una legge federale che permette ai presidenti di designare ampie aree di terre pubbliche come monumenti nazionali, proteggendole dallo sviluppo. Terre selvagge sensibili, come la Boundary Waters Canoe Area nel Minnesota o il Parco Nazionale Storico della Cultura Chaco in New Mexico, potrebbero tornare sotto la minaccia dello sfruttamento minerario o petrolifero.

David Hayes, ex vice segretario agli Interni sotto Barack Obama e Bill Clinton, ha definito questa strategia un “ritorno al passato”, sottolineando la sua preoccupazione per la determinazione dei sostenitori di Trump.

Dietro queste proposte c’è un’organizzazione ben strutturata di gruppi conservatori, come la Heritage Foundation, che ha elaborato il “Project 2025”, un piano politico per aiutare la futura amministrazione Trump a partire a razzo. Tra i contributori del progetto, c’è William Perry Pendley, che ha diretto l’Ufficio per la Gestione delle Terre sotto Trump e ha cercato di svendere le terre pubbliche a basso costo, seguendo l’esempio del suo mentore James Watt, segretario degli Interni durante l’amministrazione Reagan.

David Bernhardt, ex segretario degli Interni di Trump, è oggi un attore centrale nel tessuto di organizzazioni che sostengono il ritorno all’agenda di Trump. A capo del Center for American Freedom presso l’America First Policy Institute, Bernhardt ha descritto in un libro come intende riformare la burocrazia federale, tra cui la creazione di una nuova categoria di impiegati pubblici, noti come “Schedule F”, che permetterebbe a Trump di licenziare migliaia di funzionari pubblici e sostituirli con alleati.

Trump ha anche intensificato i legami con l’industria petrolifera e del gas, promettendo di revocare molte delle politiche ambientali di Biden in cambio di enormi finanziamenti per la sua campagna elettorale. Mentre l’amministrazione Biden ha raggiunto livelli record di produzione di petrolio e gas e ha approvato progetti come Willow in Alaska, Trump ha promesso agli industriali del settore maggiore libertà di azione e meno restrizioni.

La futura amministrazione Trump punterà a riaprire vaste aree di terre pubbliche per l’estrazione di petrolio, gas e carbone, riportando al centro la sua agenda di “dominanza energetica”. Ciò potrebbe portare a una drastica riduzione delle protezioni per le terre pubbliche, i monumenti nazionali e le specie in via di estinzione.

Inoltre, l’aggressiva promozione di combustibili fossili sarà probabilmente accompagnata da un rifiuto sempre più marcato della scienza climatica. Durante il suo primo mandato, Trump ha cercato di ridimensionare il ruolo dei climatologi nelle agenzie governative e ha screditato studi fondamentali come la National Climate Assessment. Se Trump riuscirà a licenziare molti funzionari pubblici avrà pochi ostacoli nel portare avanti la sua agenda.

Le leggi fondamentali che proteggono l’ambiente americano potrebbero essere messe a dura prova durante un eventuale secondo mandato di Trump. Tra queste, l’Endangered Species Act e l’Antiquities Act rischiano di essere ridimensionate o abrogate, minacciando secoli di protezione ambientale negli Stati Uniti. L’obiettivo sembra chiaro: espandere al massimo le attività estrattive, ridurre le regolamentazioni e lasciare che l’economia e il denaro prevalgano sulla natura.

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Il Papa in Belgio: “L’indifferenza spietata dei potenti verso il clima per il denaro” https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-papa-in-belgio-lindifferenza-spietata-dei-potenti-verso-il-clima-per-il-denaro/ Sun, 29 Sep 2024 09:06:17 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/il-papa-in-belgio-lindifferenza-spietata-dei-potenti-verso-il-clima-per-il-denaro/ Il Papa durante la sua visita in Belgio si è recato anche all’Université Catholique de Louvain. L’università si trova a Ottignies-Louvain-la-Neuve, poco fuori  Bruxelles e si tratta di una Università belga francofona. Qui ha incontrato gli studenti universitari che gli hanno posto domande e riflessioni su molte questioni tra le quali anche l’angoscia per il …

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Il Papa durante la sua visita in Belgio si è recato anche all’Université Catholique de Louvain. L’università si trova a Ottignies-Louvain-la-Neuve, poco fuori  Bruxelles e si tratta di una Università belga francofona. Qui ha incontrato gli studenti universitari che gli hanno posto domande e riflessioni su molte questioni tra le quali anche l’angoscia per il futuro e la preoccupazione per la salute del Pianeta.

Per rispondere a tutti i temi proposti il Papa ha pronunciato un lungo discorso agli studenti, discorso del quale vi proponiamo il passaggio dedicato all’Ecologia:

“Il nostro compito nel mondo è custodire la sua bellezza e promuoverla per il bene comune, soprattutto pensando a chi verrà dopo di noi, alle prossime generazioni. Questo è il cuore del ‘programma ecologico’ della Chiesa. Tuttavia, nessun piano di sviluppo avrà successo finché nelle nostre coscienze prevarranno arroganza, violenza e rivalità. Bisogna affrontare il problema alla radice, che risiede nel cuore umano. È da lì che emerge l’urgente necessità di affrontare la crisi ambientale: nasce dall’indifferenza arrogante di coloro che detengono il potere, mettendo costantemente al primo posto il profitto economico. Il denaro. Come diceva sempre mia nonna: ‘Fai attenzione, perché il diavolo si insinua nelle tasche.’ Finché sarà così, ogni appello sarà ignorato o accolto solo nella misura in cui serve agli interessi del mercato. E finché il mercato sarà la priorità assoluta, la nostra casa comune continuerà a subire ingiustizie. La bellezza del creato ci richiede responsabilità: siamo ospiti su questa Terra, non tiranni. Su questo punto, cari studenti, vi invito a vedere la cultura come un modo di coltivare il mondo, non solo le idee”. Così ha parlato il Papa.

**Il Papa e l’urgenza del cambiamento climatico: un appello alla coscienza globale**

Negli ultimi anni, Papa Francesco si è affermato come una delle voci più influenti a livello mondiale nella lotta contro il cambiamento climatico. Con i suoi interventi e discorsi, il Pontefice ha sottolineato l’importanza di prendersi cura della nostra casa comune, il pianeta Terra, e ha lanciato ripetuti appelli alla comunità internazionale affinché agisca per fermare il degrado ambientale.

**”Laudato Si’”: un’enciclica per il pianeta**

Nel 2015, con la pubblicazione dell’enciclica *Laudato Si’*, Papa Francesco ha lanciato un accorato appello per una conversione ecologica, invitando tutti, credenti e non, a un radicale cambiamento nei nostri stili di vita e nei modelli di sviluppo. Il documento si pone come un invito a “custodire la casa comune”, sottolineando come la crisi ambientale sia profondamente collegata a questioni di giustizia sociale e disuguaglianza.

Papa Francesco ha affermato che “tutto è interconnesso” e che l’impatto delle attività umane sulla natura non può essere ignorato, poiché le conseguenze dei cambiamenti climatici colpiscono in particolare i più poveri e vulnerabili del mondo. Il Pontefice ha chiesto un ripensamento globale del rapporto dell’umanità con il creato, condannando l’avidità e l’indifferenza che guidano lo sfruttamento delle risorse naturali.

**”Non possiamo restare indifferenti”**

In numerosi discorsi successivi, il Papa ha continuato a denunciare il comportamento irresponsabile di molti leader politici ed economici che, secondo lui, continuano a mettere al primo posto i profitti e il potere, ignorando l’urgenza della crisi climatica. “Non possiamo restare indifferenti davanti ai segnali che la Terra ci manda”, ha detto Papa Francesco durante una visita in Madagascar nel 2019. “Il futuro dell’umanità è nelle nostre mani. Abbiamo il dovere di consegnare alle nuove generazioni un mondo vivibile, non devastato dall’egoismo umano.”

**Il grido della Terra e dei poveri**

Il Pontefice ha più volte sottolineato come “il grido della Terra” sia inseparabile dal “grido dei poveri”. Questo concetto si riflette in tutte le sue dichiarazioni riguardanti l’ambiente. Nel suo discorso al vertice sul clima COP26, tenutosi a Glasgow nel 2021, ha esortato i leader mondiali ad assumersi una maggiore responsabilità per affrontare la crisi climatica, rimarcando che “le promesse vuote e le mezze misure non sono più sufficienti”. Ha insistito sul fatto che sono necessarie azioni rapide e concrete per proteggere il pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

**Il tempo sta per scadere**

In diverse occasioni, Papa Francesco ha avvertito che il tempo per agire sta rapidamente esaurendosi. Durante il 2023, in un intervento a margine della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, ha dichiarato: “Il tempo stringe e la responsabilità è collettiva. Non possiamo continuare a ignorare i danni che stiamo causando. Dobbiamo prendere coscienza che stiamo mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della nostra specie”.

Ha insistito sull’urgenza di passare a energie rinnovabili e sostenibili, e ha criticato le economie basate sui combustibili fossili che stanno accelerando il riscaldamento globale. “Il cambiamento climatico non è una fantasia o un mito”, ha ribadito, “ma una realtà devastante con cui siamo già costretti a fare i conti”.

**Una responsabilità spirituale e morale**

Per Papa Francesco, la cura del pianeta non è solo una questione scientifica o politica, ma anche spirituale. Ha spesso ricordato che l’essere umano è un amministratore del creato, non il suo proprietario. In quest’ottica, ha fatto appello a tutte le fedi affinché si uniscano in un’azione comune per la tutela della Terra.

“La Terra è un dono di Dio, e come tale va trattata con rispetto e gratitudine”, ha dichiarato il Papa in un discorso del 2022. “Siamo chiamati a prenderci cura del creato, non a dominarlo con arroganza. La nostra relazione con la natura deve essere basata sull’amore e sulla custodia, non sull’avidità e sulla distruzione.”

**Un invito all’azione**

Le parole di Papa Francesco continuano a risuonare in un contesto globale che sembra ancora riluttante ad adottare cambiamenti profondi e radicali. Tuttavia, il suo appello è chiaro: “Non c’è più tempo per l’indifferenza”. Mentre i leader mondiali continuano a discutere e dibattere, il Papa invita ogni individuo a fare la propria parte. “Ognuno di noi ha una responsabilità. Possiamo fare la differenza, iniziando dalle nostre azioni quotidiane.”

In un mondo dove la crisi climatica sembra spesso relegata a una questione tecnica o politica, Papa Francesco ci ricorda che la vera soluzione deve partire dal cuore dell’uomo. Solo attraverso una trasformazione interiore e collettiva possiamo sperare di consegnare un pianeta sano e vivibile alle generazioni future.

© Icona Meteo - Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Il Papa in Belgio: “L’indifferenza spietata dei potenti verso il clima per il denaro”)

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La California cita in giudizio ExxonMobil https://www.iconameteo.it/primo-piano/la-california-cita-in-giudizio-exxonmobil/ Sat, 28 Sep 2024 10:08:14 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78638 La California ha intentato una causa senza precedenti contro la ExxonMobil, accusando la compagnia petrolifera di aver ingannato il pubblico per oltre cinquant’anni riguardo l’efficacia del riciclaggio della plastica. Il procuratore generale dello Stato, Rob Bonta, sostiene che la ExxonMobil abbia utilizzato campagne pubblicitarie ingannevoli per far credere che il riciclaggio fosse una soluzione concreta …

© Icona Meteo - Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (La California cita in giudizio ExxonMobil)

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La California ha intentato una causa senza precedenti contro la ExxonMobil, accusando la compagnia petrolifera di aver ingannato il pubblico per oltre cinquant’anni riguardo l’efficacia del riciclaggio della plastica. Il procuratore generale dello Stato, Rob Bonta, sostiene che la ExxonMobil abbia utilizzato campagne pubblicitarie ingannevoli per far credere che il riciclaggio fosse una soluzione concreta per la gestione dei rifiuti plastici. Tuttavia, la realtà è che solo una piccola percentuale di plastica viene effettivamente riciclata mentre la maggior parte finisce in discariche, inceneritori o direttamente dispersa nell’ambiente.

Secondo la causa, presentata presso la Corte Superiore della Contea di San Francisco, la ExxonMobil avrebbe promosso falsamente il riciclaggio come soluzione alla crisi dei rifiuti plastici, pur sapendo che, tecnicamente ed economicamente, la maggior parte della plastica non può essere riciclata. Il riciclaggio avanzato, un processo promosso dall’industria, si è dimostrato inefficace, con impianti chiusi, obiettivi mancati e incidenti, tra cui incendi e fuoriuscite di sostanze chimiche.

La causa legale, nata dopo oltre due anni di indagini da parte del Dipartimento di Giustizia della California, mira a costringere la ExxonMobil a interrompere le sue pratiche ingannevoli e a pagare sanzioni civili per i danni causati dall’inquinamento da plastica nello Stato. La ExxonMobil è uno dei maggiori produttori mondiali di polimeri, componenti chiave della plastica monouso, che includono utensili, bottiglie e imballaggi.

Le accuse avanzate dalla California rappresentano un nuovo fronte nella battaglia legale contro le grandi aziende petrolifere, già sotto accusa per il loro ruolo nel cambiamento climatico e nell’inquinamento atmosferico. Tuttavia, questo è il primo caso che affronta direttamente il modo in cui un’azienda ha promosso il riciclaggio della plastica come una soluzione fattibile alla crisi dei rifiuti, nonostante fosse noto che il riciclaggio non avrebbe mai potuto risolvere il problema in modo significativo.

Secondo il comunicato del procuratore generale Bonta, l’inquinamento da plastica è ormai onnipresente: si trova nelle profondità degli oceani, sulle cime delle montagne e persino nei nostri corpi. Gli effetti dannosi della plastica sull’ambiente e sulla salute umana sono profondi e, in molti casi, irreversibili. Solo il 9% della plastica mondiale viene effettivamente riciclato, addirittura negli Stati Uniti la percentuale scende ulteriormente al 5-6%. La produzione di plastica, alimentata dai combustibili fossili, è raddoppiata negli ultimi vent’anni, e il suo impatto sulla crisi climatica è sempre più evidente.

La ExxonMobil ha risposto sostenendo che le autorità californiane conoscono da anni i problemi legati al riciclaggio, ma non sono riuscite a intervenire in modo efficace. L’azienda afferma che la tecnologia del riciclaggio chimico, ancora in fase di sviluppo, potrebbe rappresentare una vera soluzione per affrontare il problema dei rifiuti plastici che non possono essere riciclati con i metodi tradizionali.

Nonostante queste affermazioni, gli ambientalisti americani ritengono che l’industria della plastica abbia deliberatamente ingannato il pubblico per massimizzare i propri profitti, contribuendo a una crisi globale che mette a rischio sia l’ecosistema che la salute umana. Judith Enck, ex funzionaria dell’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti e ora presidente del progetto Beyond Plastics, ha definito questa causa “la più importante mai presentata contro l’industria della plastica per le sue continue menzogne sul riciclaggio.”

Questa causa potrebbe avere un impatto significativo non solo per la California, ma per l’intero movimento globale contro l’inquinamento da plastica e la lotta per un futuro più sostenibile.

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Uragano Helene e il Fenomeno Fujiwara: Un Evento Straordinario e le sue Implicazioni https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-helene-e-il-fenomeno-fujiwara-un-evento-straordinario-e-le-sue-implicazioni/ Sat, 28 Sep 2024 08:23:50 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78635 In queste ore l’uragano Helene, dopo aver toccato la costa occidentale degli Stati Uniti, sta proseguendo verso l’entroterra, dopo aver coinvolto Stati come North Carolina, South Carolina, Tennessee e Kentucky. Questo evento così catastrofico avrebbe potuto dare origine a un fenomeno meteorologico molto raro noto come effetto Fujiwara, che si verifica quando due cicloni tropicali …

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In queste ore l’uragano Helene, dopo aver toccato la costa occidentale degli Stati Uniti, sta proseguendo verso l’entroterra, dopo aver coinvolto Stati come North Carolina, South Carolina, Tennessee e Kentucky. Questo evento così catastrofico avrebbe potuto dare origine a un fenomeno meteorologico molto raro noto come effetto Fujiwara, che si verifica quando due cicloni tropicali si avvicinano l’uno all’altro e cominciano a orbitare reciprocamente, simili a pianeti nel cosmo.

Cosa Comporta l’Effetto Fujiwara?

Come descrive un esperto meteorologo di IconaMeteo, l’effetto Fujiwara si attua quando i centri di bassa pressione di due cicloni tropicali si posizionano in prossimità. A seconda della loro potenza e della distanza che li separa, questi sistemi possono fondersi in un unico grande ciclone oppure influenzarsi a vicenda. È importante sottolineare che ciò non implica una somma delle loro intensità, formando un mega ciclone. In genere, il sistema meno potente tende a indebolirsi o addirittura a dissolversi in seguito a questa interazione.

Differenze nei Tipi di Cicloni

Sebbene l’effetto Fujiwara si manifesti più frequentemente tra cicloni tropicali, è possibile anche l’interazione tra un uragano e un vortice di bassa pressione tipico delle medie latitudini. Di norma, gli uragani che colpiscono gli Stati Uniti seguono un percorso verso nord-est, perdendo forza lungo il tragitto. Tuttavia, Helene ha intrapreso un percorso inusuale, deviando bruscamente verso nord-ovest una volta penetrato nell’entroterra a causa del fenomeno Fujiwara perché secondo gli studiosi americani sarebbe stato influenzato da un altro ciclone attivo in pieno Atlantico: l’uragano Isaac. Questa traiettoria non convenzionale di Helene ha reso più complessa la previsione degli impatti.

Implicazioni dell’Effetto Fujiwara

Per colpa dell’effetto Fujiwara, Helene ha mantenuto una consistente velocità di movimento anche dopo essere avanzata nell’entroterra, provocando raffiche di vento molto intense. Molte località sulla terraferma hanno assistito a una potenza dei venti superiore alle normali tempeste del recente passato, le zone a rischio si sono estese fino al fiume Ohio in Kentucky e hanno presentato intensità paragonabili a quelle di un uragano tipico della costa, nonostante l’uragano avesse già raggiunto le zone interne. Questo ha portato e sta portando, in queste ore, a situazioni di rischio e allerta per le comunità lungo il suo cammino. Proprio per questi motivi vigono delle allerte massime in molte zone degli Stati interessati dal cammino di Helene.

PAROLA ALL’ESPERTO

L’effetto Fujiwara si manifesta principalmente tra cicloni tropicali, ma le differenze nelle interazioni possono influenzare il comportamento e l’evoluzione dei sistemi. Ecco alcune delle principali differenze nel contesto dell’effetto Fujiwara:

  1. Tipi di Cicloni Coinvolti:
    • Cicloni Tropicali: L’effetto Fujiwara si osserva spesso tra due cicloni tropicali, come uragani, che seguono simili dinamiche atmosferiche ed energetiche. Quando si avvicinano, iniziano a ruotare l’uno attorno all’altro, e le loro interazioni possono portare a fusioni o all’indebolimento del sistema più debole.
    • Vortici di Bassa Pressione delle Medie Latitudini: Anche se meno comune, l’effetto Fujiwara può verificarsi tra un uragano e un vortice di bassa pressione delle medie latitudini. Tuttavia, in questo caso, la dinamica è diversa, dato che i vortici di bassa pressione delle medie latitudini hanno caratteristiche e meccanismi di funzionamento distinti.
  2. Impatto e Conseguenze:
    • Cicloni Tropicali: Quando due cicloni tropicali interagiscono, è possibile che si verifichi un cambiamento significativo nella loro traiettoria o nella loro intensità. Uno dei cicloni potrebbe rinforzarsi mentre l’altro si indebolisce.
    • Bassa Pressione delle Medie Latitudini: L’interazione tra un uragano e un vortice di bassa pressione può portare a una modifica della traiettoria dell’uragano e può influenzare il suo comportamento, anche se l’impatto è generalmente meno drastico rispetto alle interazioni tra cicloni tropicali.
  3. Meccanismi di Interazione:
    • Cicloni Tropicali: Sono sistemi caldi e forti che si nutrono del calore dell’oceano; quindi, quando interagiscono, possono generare effetti dinamici notevoli, come la fusione dei sistemi o il cambiamento della direzione del vento.
    • Bassa Pressione delle Medie Latitudini: Questi sistemi sono influenzati da dinamiche atmosferiche diverse, come la circolazione occidentale, e l’interazione con un uragano potrebbe non portare a un effetto Fujiwara così pronunciato come avverrebbe tra due cicloni tropicali.

In sintesi, sebbene l’effetto Fujiwara possa verificarsi in entrambi i contesti, le dinamiche e le conseguenze delle interazioni differiscono a seconda dei tipi di sistemi coinvolti.

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Il Contratto Climatico di Milano e il percorso verso la neutralità climatica https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-contratto-climatico-di-milano-e-il-percorso-verso-la-neutralita-climatica/ Sat, 28 Sep 2024 08:22:32 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78631 Durante la Green Week, Milano ha presentato per la prima volta alla città il proprio Climate City Contract, un accordo ambizioso che coinvolge oltre 25 enti e aziende interessate, tra cui il Comune stesso, aziende partecipate, università, cooperative edilizie e diverse organizzazioni della società civile e fondazioni filantropiche. Milano non è sola in questo percorso, …

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Durante la Green Week, Milano ha presentato per la prima volta alla città il proprio Climate City Contract, un accordo ambizioso che coinvolge oltre 25 enti e aziende interessate, tra cui il Comune stesso, aziende partecipate, università, cooperative edilizie e diverse organizzazioni della società civile e fondazioni filantropiche. Milano non è sola in questo percorso, ma parte di un gruppo di altre otto città italiane che aderiscono alla “Missione 100 Città”, tra cui Bergamo, Bologna, Firenze, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. Il fine comune è accelerare il processo di transizione verso la neutralità climatica entro il 2030, con un piano di azioni condivise che mira a ridurre drasticamente le emissioni di CO2 nelle aree urbane.

Il sindaco Giuseppe Sala ha sottolineato come il nuovo obiettivo di Milano, rispetto al precedente fissato dal Piano Aria Clima che guardava al 2050, abbia portato a una maggiore urgenza nell’azione: “Con il Climate City Contract, abbiamo alzato ulteriormente l’asticella e ci impegniamo a raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Questo è un traguardo molto impegnativo, ma è reso possibile grazie alla collaborazione tra le istituzioni, le imprese e le organizzazioni del terzo settore che hanno firmato questo patto con noi.” Sala ha inoltre spiegato che il riconoscimento da parte della Commissione Europea, attraverso il “label di missione”, sarà fondamentale per ottenere i fondi necessari a sostenere le ulteriori azioni necessarie, garantendo al contempo la serietà delle politiche climatiche intraprese dalla città.

Clima, cosa prevede il Contratto Climatico di Milano

All’interno del Contratto Climatico di Milano sono state delineate più di 150 azioni concrete, da realizzare entro il 2030. Questi interventi includono progetti di efficientamento delle reti energetiche, sviluppo di Comunità Energetiche Solidali, rigenerazione urbana a zero emissioni, forestazione urbana, espansione delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e pedonale, e promozione dell’economia circolare. Ad esempio, vi sono iniziative per recuperare il calore dai data center e ampliare le aree verdi della città, riducendo così le emissioni e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Il Comune di Milano è direttamente coinvolto in circa 50 di questi progetti, molti dei quali già finanziati anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra le azioni previste vi sono la riqualificazione energetica di circa 60 edifici pubblici, tra cui scuole e alloggi di edilizia popolare, l’espansione della rete metropolitana e tramviaria per promuovere una mobilità urbana più sostenibile, e il potenziamento del verde cittadino attraverso nuove piantumazioni e la valorizzazione delle risorse idriche.

Il valore complessivo degli interventi presentati ammonta a circa 6 miliardi di euro, di cui 2,6 miliardi sono a carico del Comune di Milano e i restanti 3,3 miliardi verranno coperti dagli altri firmatari del contratto. Questo sforzo finanziario collettivo riflette la serietà dell’impegno preso da tutti i soggetti coinvolti.

Un ulteriore passo importante avverrà entro il mese di ottobre, quando Milano riceverà ufficialmente il “Label di Missione” dalla Commissione Europea. Questo riconoscimento rappresenterà una fiducia formale nel piano delineato nel Climate City Contract e sarà un segno tangibile del valore e della qualità delle azioni climatiche proposte. Il Contratto Climatico di Milano prevede, inoltre, un monitoraggio costante delle azioni intraprese fino al 2030, per verificare e misurare l’impatto delle singole iniziative e permettere l’adesione di nuovi attori che potranno contribuire con ulteriori progetti.

Tra i firmatari del Climate City Contract si annoverano alcune delle principali realtà del territorio, tra cui A2A, ATM, Fondazione Cariplo, Politecnico di Milano, Legambiente Lombardia e molte altre, dimostrando una forte coesione tra pubblico e privato, tra accademia e società civile, nella lotta ai cambiamenti climatici.

Milano, dunque, si pone all’avanguardia nella sfida climatica, promuovendo un approccio integrato e condiviso, che potrebbe diventare un modello per altre città italiane ed europee. L’impegno verso la neutralità climatica entro il 2030 rappresenta non solo una sfida tecnica ed economica, ma anche un cambiamento culturale che coinvolgerà tutti i settori della società.

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L’uragano Helene si abbatte sulla Florida con venti a 225 km/h: devastazione e vittime https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/luragano-helene-si-abbatte-sulla-florida-con-venti-a-225-km-h-devastazione-e-vittime/ Fri, 27 Sep 2024 06:10:15 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/luragano-helene-si-abbatte-sulla-florida-con-venti-a-225-km-h-devastazione-e-vittime/ L’uragano Helene si è abbattuto nelle scorse ore sulla Florida come categoria 4 con venti massimi a 225 km/h e una storm surge (onda di marea) fino a 6 metri. Uno scenario da incubo soprattutto per la zona delle Big Bend, nella regione Panhandle della Florida. Al momento si contano già 3 vittime. Si tratta …

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L’uragano Helene si è abbattuto nelle scorse ore sulla Florida come categoria 4 con venti massimi a 225 km/h e una storm surge (onda di marea) fino a 6 metri. Uno scenario da incubo soprattutto per la zona delle Big Bend, nella regione Panhandle della Florida. Al momento si contano già 3 vittime. Si tratta dell’uragano più forte ad aver toccato terra in questo settore della Florida dal 1851. Il precedente record apparteneva all’uragano Cedar Keys (1896).

Helene ora si è indebolito fino all’intensità di categoria 2, ma rimane estremamente pericoloso, con venti a venti a 177 km/h, secondo l’aggiornamento del National Hurricane Center (NHC).
Si trova a pochi chilometri a sud-ovest di Valdosta e si sta muovendo rapidamente verso nord-est a 30 km/h con venti catastrofici che si stanno spingendo verso la Georgia meridionale.

“Si tratta di una situazione estremamente pericolosa e a rischio di vita. Le persone non devono lasciare i loro rifugi e rimanere sul posto durante il passaggio di queste condizioni pericolose per la vita. Quando ci si trova nell’occhio, si ricorda di non avventurarsi nella relativa calma, poiché i venti pericolosi aumenteranno molto rapidamente quando l’occhio passerà”, ha avvertito l’NHC.

L’uragano di categoria 4 continuerà a causare onde di tempesta pericolose per la vita, piogge alluvionali e venti distruttivi, e il Servizio meteorologico nazionale ha avvertito del rischio di un’onda di tempesta record nella baia di Apalachee. Finora le autorità hanno segnalato almeno tre morti.

Duke Energy – una società che fornisce energia a diversi milioni di residenti in Florida – afferma  che l’uragano Helene causerà danni significativi alle sue infrastrutture nella zona di Florida Panhandle e Big Bend. Più di 1,2 milioni di case e aziende in Florida sono rimaste al buio a partire da giovedì sera, secondo il sito poweroutage.us.

Ma cosa significano queste categorie?

Gli uragani sono classificati da 1 a 5 sulla scala Saffir-Simpson in base alla velocità del vento. I danni sono esponenziali con l’aumentare della velocità del vento, il che significa che una forte tempesta di categoria 3 può provocare danni fino a 60 volte superiori rispetto a una debole tempesta di categoria 1.

Gran parte dell’energia dell’uragano Helene proviene dalle acque del Golfo del Messico, che negli ultimi anni hanno raggiunto temperature elevate senza precedenti. In generale, anche le acque dell’oceano intorno alla Florida hanno registrato un aumento delle temperature, rendendo lo Stato più suscettibile a tempeste catastrofiche.

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Uragano John e Helene: doppia minaccia sul Nord America in appena 72 ore https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-john-e-helene-doppia-minaccia-sul-nord-america-in-appena-72-ore/ Tue, 24 Sep 2024 09:09:55 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/uragano-john-e-helene-doppia-minaccia-sul-nord-america-in-appena-72-ore/ Sono due gli uragani che potrebbero colpire il Nord America nell’arco di appena 72 ore: l’uragano John sta già per colpire la costa pacifica del Messico, mentre sul Golfo del Messico si teme l’intensificazione del ciclone tropicale 9 ad uragano Helene. Uragano John: colpita la costa pacifica del Messico Sul Pacifico orientale, l’uragano John sta …

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Sono due gli uragani che potrebbero colpire il Nord America nell’arco di appena 72 ore: l’uragano John sta già per colpire la costa pacifica del Messico, mentre sul Golfo del Messico si teme l’intensificazione del ciclone tropicale 9 ad uragano Helene.

Uragano John: colpita la costa pacifica del Messico

Sul Pacifico orientale, l’uragano John sta per raggiungere il Messico come potente uragano di categoria 3, con venti a 195 km/h e raffiche fino a 200 km/h. L’impatto sulla terraferma potrebbe essere devastante: oltre alle mareggiate e ai venti forti si temono infatti piogge intense che potrebbero causare inondazioni lampo e frane nelle zone costiere degli stati di Chiapas, Oaxaca e Guerrero. Una volta fatto landfall, John si indebolirà rapidamente transitando sull’entroterra.

urahano john
Fino a giovedì, si prevede che l’uragano John scaricherà al suolo da 150-380 mm di pioggia nelle aree costiere del Chiapas. Nelle aree lungo e vicino alla costa di Oaxaca fino a Guerrero sud-orientale, si possono prevedere tra 250 e 500 mm di pioggia con totali isolati di circa 750 mm entro giovedì

Le zone costiere sono in allerta e sono pronte in caso di ordini di evacuazione. L’uragano John entro giovedì potrebbe scaricare il suolo dai 150 ai 300 mm di pioggia nelle aree costiere dello stato del Chiapas, con accumuli localmente superiori. Nelle aree lungo e vicino alla costa di Oaxaca fino a Guerrero sud-orientale, si prevedono accumuli complessivi tra i 250 e i 500 mm, con punte isolate fino a 750 mm.

Dopo John, l’Uragano Helene sul golfo del Messico: giovedì l’impatto sugli Stati Uniti

Dall’altro lato del Messico, nel frattempo, il ciclone tropicale 9 potrebbe presto intensificarsi fino a raggiungere l’intensità di un uragano: secondo le previsioni del Centro Uragani della NOAA il ciclone potrebbe raggiungere l’intensità di tempesta già nella giornata di martedì 24, quando transiterà tra Messico e Ciba. Helene, questo il nome che prenderà, potrebbe infine diventare un uragano nell’arco delle 24 ore successive per poi raggiungere la costa sud degli Stati Uniti nella giornata di giovedì 26.

uragano helene

Martedì 24 Helene porterà forti piogge, forti raffiche di vento e inondazioni da mareggiata su Cancún, Cozumel e Cuba occidentale. Mercoledì 25 insisterà su Cancún, Cozumel e Cuba occidentale, soprattutto ad inizio giornata. Poi Helene entrerà nel Golfo del Messico meridionale come uragano con i primi impatto sulla costa del Golfo della Florida, dalle Keys al Panhandle. Giovedì 26 pomeriggio o sera Helene potrebbe raggiungere la terraferma tra il Big Bend della Florida e il Panhandle.

uragano helene

Al momento non si esclude che anche Helene possa diventare un uragano intenso, quindi di categoria 3 o superiore. Si prevede, infatti, che il sistema si sposti su acque con un contenuto di calore oceanico molto elevato, che dovrebbe portare ad un suo rafforzamento considerevole, fino a diventare un uragano di grandi dimensioni.

 

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Siccità in Sicilia: via al razionamento dell’acqua a Palermo dal 7 ottobre https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/siccita-in-sicilia-via-al-razionamento-dellacqua-a-palermo-dal-7-ottobre/ Mon, 23 Sep 2024 08:28:52 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/siccita-in-sicilia-via-al-razionamento-dellacqua-a-palermo-dal-7-ottobre/ La siccità in Sicilia continua a creare enormi disagi, anche a Palermo e dintorni. Se finora il capoluogo siculo non aveva subito razionamenti dell’acqua, dal 7 ottobre si cambia registro, purtroppo. La cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, infatti, ha deciso ufficialmente che da quella data alcuni quartieri di Palermo subiranno una turnazione dell’acqua. …

© Icona Meteo - Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Siccità in Sicilia: via al razionamento dell’acqua a Palermo dal 7 ottobre)

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La siccità in Sicilia continua a creare enormi disagi, anche a Palermo e dintorni. Se finora il capoluogo siculo non aveva subito razionamenti dell’acqua, dal 7 ottobre si cambia registro, purtroppo. La cabina di regia regionale per l’emergenza idrica, infatti, ha deciso ufficialmente che da quella data alcuni quartieri di Palermo subiranno una turnazione dell’acqua. Il drastico cambio di rotta si è reso necessario a causa dei livelli drammatici degli invasi palermitani.

Siccità: il cambiamento climatico ha reso quella di Sicilia e Sardegna il 50% più probabile

Siccità, Palermo sempre più a secco: ecco come funzionerà la turnazione dell’acqua

La siccità si aggrava in Sicilia: pur avendo fatto qualche pioggia la situazione delle dighe non risulta essere migliorata. Da qui la decisione di prendere provvedimenti immediati per evitare scenari ancor più apocalittici. Il razionamento dell’acqua, come detto, riguarderà alcuni quartieri periferici della città di Palermo (dunque non il centro storico), pari al 25% del tessuto urbano. Questi quartieri subiranno un giorno di stop del servizio idrico a settimana. La preoccupazione riguarda soprattutto i residenti dei piani alti e delle zone collinari.

Quali sono gli invasi che preoccupano maggiormente?

La situazione degli invasi siciliani è attualmente drammatica. La diga Rosamarina, che rifornisce Palermo, è ridotta al 6% della sua capacità, con appena 5 milioni di metri cubi d’acqua disponibili. Analogamente, la diga Poma di Partinico si attesta al 18%, con 13 milioni di metri cubi.

Dopo il prosciugamento completo della diga Fanaco, adesso preoccupa moltissimo l’Ancipa, la diga sui Nebrodi che serve le zone interne della Sicilia. E infatti, dal 14 settembre, comuni come Nicosia, TroinaGagliano, Valguarnera ed Enna hanno subito un aggravio del razionamento. Complessivamente gli invasi della Sicilia contengono poco più dell’8% della loro capacità: un dato allarmante e senza precedenti.

Nelle zone interne della Sicilia dopo l’estate l’emergenza idrica si è aggravata

Le zone interne della Sicilia, non avendo avuto particolari disagi in precedenza, si trovano adesso ad affrontare un’emergenza enorme senza un equipaggiamento adatto a un razionamento così massiccio e prolungato. Inoltre nelle stesse zone sono stati trovati pochi pozzi, che durante l’estate hanno rappresentato una soluzione di emergenza nelle situazioni più complicate. Proprio per questo, la Protezione Civile ha chiesto ai comuni di andare alla ricerca di nuove risorse idriche sui propri territori e in molti casi la ricerca ha funzionato.

A Trapani per esempio sono stati riattivati i vecchi pozzi, così come a Messina dove 6 nuovi pozzi adesso servono la città e il Comune ha potuto chiudere il centro operativo attivato per fronteggiare la siccità. Per il prossimo maggio invece si attendono i dissalatori di Porto EmpedocleGela e Trapani, già finanziati dalla Regione. Il problema dei tre dissalatori è che riguardano soltanto il 5% dell’isola e non le zone interne dove l’acqua dal mare dovrebbe essere non solo dissalata ma anche pompata in altezza. Nelle zone più impervie sono stati trovati anche pochi pozzi, situazione che ha appunto generato l’aggravio del razionamento.

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L’equinozio d’autunno si verifica oggi (22 settembre): tutto quello che c’è da sapere https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/lequinozio-dautunno-si-verifica-oggi-22-settembre-tutto-quello-che-ce-da-sapere/ Sun, 22 Sep 2024 10:28:31 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/lequinozio-dautunno-si-verifica-oggi-22-settembre-tutto-quello-che-ce-da-sapere/ Il termine “equinozio” significa uguale notte, ossia la notte uguale al giorno o, più precisamente, uguale numero di ore di luce e di buio. L’equinozio, quindi, è quel punto preciso dell’orbita della Terra intorno al Sole in cui la linea che separa la parte illuminata da quella in ombra nel nostro pianeta passa esattamente dai …

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Il termine “equinozio” significa uguale notte, ossia la notte uguale al giorno o, più precisamente, uguale numero di ore di luce e di buio. L’equinozio, quindi, è quel punto preciso dell’orbita della Terra intorno al Sole in cui la linea che separa la parte illuminata da quella in ombra nel nostro pianeta passa esattamente dai due Poli. Pertanto, in questa posizione, in tutti i luoghi della Terra il giorno e la notte hanno la stessa durata di 12 ore.

Questa particolare condizione si verifica in due punti dell’orbita, uno all’inizio della primavera (equinozio di primavera), l’altro all’inizio dell’autunno (equinozio d’autunno). Oggi, domenica 22 settembre 2024, ci troviamo nel punto dell’orbita corrispondente all’equinozio d’autunno, ed esattamente alle ore 14:44 si avrà il momento preciso in cui si verificherà la suddetta condizione.

L’equinozio d’autunno segna il passaggio dal semestre caldo a quello freddo nell’emisfero settentrionale

Di fatto, questo giorno segna il passaggio ufficiale, dal punto di vista astronomico, dalla stagione estiva a quella autunnale, o in altri termini, dal semestre caldo a quello freddo nell’emisfero settentrionale dove le ore di buio prevalgono sulle ore di luce. Proprio in tale circostanza, il Sole torna a farsi vedere al Polo Sud dopo sei mesi di buio e rimarrà visibile per sei mesi consecutivi. Al Polo Nord, invece, cominciano i sei mesi di notte polare. Non è una cosa strana che l’equinozio d’autunno cada oggi 22 di settembre, anzi, rientra nella normalità. Infatti, gli equinozi autunnali si verificano sempre o il 22 o il 23 di settembre.

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Trasporto pubblico in Europa: quanto sono soddisfatti i residenti? Roma piange

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Trasporto pubblico in Europa: quanto sono soddisfatti i residenti? Roma piange https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/trasporto-pubblico-in-europa-quanto-sono-soddisfatti-i-residenti-roma-piange/ Fri, 20 Sep 2024 09:28:09 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/trasporto-pubblico-in-europa-quanto-sono-soddisfatti-i-residenti-roma-piange/ Il trasporto pubblico in Europa presenta livelli di soddisfazione decisamente diversi tra le città e le capitali dell’Europa settentrionale e occidentale rispetto a quelle dell’Europa meridionale e orientale. A svelarlo è un’indagine della Commissione Europea che ha analizzato diversi parametri, vale a dire convenienza (economica), sicurezza, facilità di accesso, frequenza (ovvero se circolano spesso) e …

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Il trasporto pubblico in Europa presenta livelli di soddisfazione decisamente diversi tra le città e le capitali dell’Europa settentrionale e occidentale rispetto a quelle dell’Europa meridionale e orientale. A svelarlo è un’indagine della Commissione Europea che ha analizzato diversi parametri, vale a dire convenienza (economica), sicurezza, facilità di accesso, frequenza (ovvero se circolano spesso) e affidabilità. Se a Vienna il livello di soddisfazione dei residenti è il più elevato, a Roma è invece il più basso.

Trasporto pubblico in Europa: quanto sono soddisfatti i residenti delle città e capitali europee? Roma fanalino di coda

Secondo quanto rivelato dall’indagine della Commissione Europea, il grado di soddisfazione del trasporto pubblico aumenta sensibilmente nell’Europa settentrionale e occidentale mentre si abbassa vertiginosamente nell’Europa meridionale e orientale, in particolare in alcune zone dei Balcani. Come detto, Roma è il fanalino di coda: nella Capitale d’Italia, infatti, soltanto il 29% dei residenti si dichiara soddisfatto del trasporto pubblico (stessa percentuale di Tirana, in Albania).

La percentuale più elevata è stata registrata a Vienna (Austria) dove il 91% dei residenti si dichiara soddisfatto del trasporto pubblico. Segue Helsinki (Finlandia) con l’89%. Livelli di gradimento superiori all’80% sono stai registrati in altre dieci città: Oslo, Praga, Lussemburgo, Stoccolma, Varsavia, Londra, Amsterdam, Tallin, Berlino e Copenaghen.

Nel 2023 circa sette residenti su dieci delle 83 città europee analizzate si sono detti soddisfatti

L’indagine, che ha raccolto le risposte di oltre 71mila persone in 83 città europee, ha rilevato che nel 2023 circa sette residenti su dieci erano generalmente soddisfatti del trasporto pubblico nella loro città. Più della metà dei residenti di sei capitali si è dichiarata insoddisfatta dei servizi di trasporto pubblico. Queste città includono Roma, Tirana, Podgorica, Belgrado, Nicosia e Skopje.

Quali sono i fattori che incidono maggiormente sui livelli di gradimento? A sorpresa non è l’economicità

La soddisfazione dei residenti riguardo al trasporto pubblico delle città in cui vivono può essere influenzata da diversi fattori. L’indagine della Commissione UE ha preso in considerazione la convenienza economica, la sicurezza, la frequenza con la quale i trasporti pubblici circolano, l’affidabilità degli stessi e la facilità di accesso.

La percentuale dei residenti che hanno valutato positivamente l’economicità dei trasporti pubblici varia significativamente tra le capitali: si va dal 48% di Riga (Lettonia) al 93% di Tallinn. I punteggi non si basano su un confronto effettivo delle tariffe ma riflettono piuttosto le percezioni dei residenti nelle loro città.

I tassi di percezione dell’economicità sono stati relativamente bassi nelle città nordiche come Oslo, Helsinki e Stoccolma, nonostante queste capitali abbiano alti livelli di soddisfazione generale per il trasporto pubblico. Anche la percezione dell’accessibilità economica varia tra le cinque principali economie europee: dal 62% di Londra all’81% di Berlino. Quasi due terzi dei parigini (ossia il 66%) ritengono che il trasporto pubblico sia conveniente.

I dati raccolti suggeriscono dunque che l’accessibilità economica non è un forte indicatore della soddisfazione complessiva per il trasporto pubblico. All’aumentare della percezione che il trasporto pubblico sia “sicuro”, “facile da raggiungere”, “affidabile” e “frequente”, invece, la soddisfazione complessiva aumenta in modo significativo.

A Roma i trasporti pubblici non vengono considerati sicuri: la capitale italiana si differenzia dalle altre capitali europee

Tendenzialmente i residenti delle capitali europee hanno una percezione più elevata del livello di sicurezza dei trasporti pubblici. A differenziarsi, in negativo, è Roma dove meno della metà della popolazione (45 per cento) ritiene che i trasporti pubblici siano sicuri. Roma ha registrato i punteggi più bassi in quattro indicatori chiave: sicurezza, facilità di accesso, frequenza e affidabilità. In generale, i livelli di soddisfazione del trasporto pubblico (dunque considerando tutti gli indicatori chiave) è più elevato nelle città non capitali (73%) rispetto appunto alle capitali europee (69%).

Secondo il “Rapporto sulla qualità della vita nelle città europee 2023”, nove delle dieci città con i livelli di soddisfazione dei trasporti pubblici più basse si trovano negli Stati membri meridionali e nei Balcani, dove i livelli di soddisfazione sono stati rispettivamente del 59% e del 39%. Anche la Turchia ha riportato un punteggio basso (59%).

Il livello di soddisfazione varia molto anche all’interno dello stesso Paese: per esempio in Francia il 67% dei residenti di Parigi e Marsiglia si è dichiarato soddisfatto del trasporto pubblico, mentre la percentuale è stata dell’84% a Lille e dell’87% a Strasburgo. Il divario è più evidente a Cluj-Napoca in Romania (83%) e a Bucarest (54%).

L’incoraggiamento della Commissione Europea: affidarsi di più al trasporto pubblico

La Commissione UE incoraggia i residenti a cambiare atteggiamento nei confronti della mobilità attiva, del trasporto pubblico e di altre soluzioni di trasporto green e intelligenti. L’obiettivo naturalmente è rendere il trasporto pubblico più attraente ed efficiente all’interno della Comunità Europea.

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Alluvione in Emilia-Romagna: allerta rossa anche venerdì 20 settembre

Energia solare: crescita oltre le aspettative delle nuove installazioni

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Alluvione in Emilia-Romagna: allerta rossa anche venerdì 20 settembre https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/alluvione-in-emilia-romagna-allerta-rossa-anche-venerdi-20-settembre/ Thu, 19 Sep 2024 14:28:05 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/alluvione-in-emilia-romagna-allerta-rossa-anche-venerdi-20-settembre/ Confermata anche per domani, venerdì 20 settembre, l’allerta rossa per criticità idraulica e idrogeologica nelle province di Bologna, Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, a causa delle precipitazioni cadute nelle ultime 48 ore e di quelle previste (in attenuazione). Allerta arancione in provincia di Modena. Le acque dei fiumi Marzeno e Lamone sono tracimate a monte di …

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Confermata anche per domani, venerdì 20 settembre, l’allerta rossa per criticità idraulica e idrogeologica nelle province di Bologna, Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, a causa delle precipitazioni cadute nelle ultime 48 ore e di quelle previste (in attenuazione). Allerta arancione in provincia di Modena. Le acque dei fiumi Marzeno e Lamone sono tracimate a monte di Faenza. Sono in atto salvataggi in gommone ed elicottero. Purtroppo risultano due dispersi a Bagnacavallo per il crollo di un tetto dove si erano rifugiati. Nella città era stato dato l’ordine di evacuazione in seguito all’alluvione.

Oltre 350 i millimetri di pioggia caduti in Emilia-Romagna, con picchi massimi nella zona tra Ravenna e Brisighella, quattro i bacini interessati, nei territori tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, con tracimazioni, e oltre un migliaio le persone evacuate, di cui 800 solo nel ravennate.

L’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile, in stretto raccordo con Arpae E-R, seguirà l’evoluzione della situazione. Sono già state predisposte tutte le azioni di presidio del territorio e allertate le sale operative dell’Agenzia.

Si raccomanda di consultare l’Allerta e gli scenari di riferimento su questa piattaforma web

Nella regione le situazioni più critiche dovute all’alluvione sono nei bacini del Senio e del Lamone, nel Ravennate”. Lo ha detto la presidente facente funzione dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo. Per quanto riguarda il Senio, a Cotignola c’è “un allagamento che si sta propagando in campagna e che potrebbe raggiungere le porte di Lugo”. Il Lamone “ha raggiunto soglie e picchi di piena superiori a maggio del 2023. Stiamo avendo delle tracimazioni che interesseranno in sinistra Bagnacavallo e in destra vanno verso Ravenna”. Tuttavia “parliamo di tracimazioni e non di rottura arginale”.

Per quanto riguarda il Bolognese “abbiamo avuto un interessamento del bacino dell’Idice, dove avevamo appositamente aperto una finestra per evitare una rottura strutturale”. Lì l’acqua sta tracimando e la ‘finestra’ si è allargata. Inoltre si sono registrati problemi sul Quaderna e sul Sillaro, dove “stiamo intervenendo rapidamente”. Nella notte “abbiamo avuto una situazione di criticità a Botteghino di Zocca, sono intervenuti i Vigili del fuoco, in via di risoluzione, qui dovremo intervenire per comprendere come far tornare la popolazione alla normalità”.

La situazione è difficile anche nelle Marche, in particolare a Castelferretti e Falconara Marittima (AN) dove sono in azione i soccorsi per aiutare le persone in difficoltà a causa di frane ed esondazioni.

L’impatto della tempesta Boris in tutta Europa sta diventando storico.

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Energia solare: crescita oltre le aspettative delle nuove installazioni https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/energia-solare-crescita-oltre-le-aspettative-delle-nuove-installazioni/ Thu, 19 Sep 2024 05:08:30 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/energia-solare-crescita-oltre-le-aspettative-delle-nuove-installazioni/ Continuano a crescere, perfino oltre le aspettative, le installazioni dei impianti fotovoltaici, sintomo che l’energia solare rappresenta una delle alternative più scelte per la decarbonizzazione, anche grazie al fatto che sta diventando sempre più accessibile e conveniente. Quest’anno le nuove installazioni di impianti fotovoltaici supererà probabilmente l’intero aumento globale della capacità di produzione di energia …

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Continuano a crescere, perfino oltre le aspettative, le installazioni dei impianti fotovoltaici, sintomo che l’energia solare rappresenta una delle alternative più scelte per la decarbonizzazione, anche grazie al fatto che sta diventando sempre più accessibile e conveniente. Quest’anno le nuove installazioni di impianti fotovoltaici supererà probabilmente l’intero aumento globale della capacità di produzione di energia da carbone dal 2010 (540 GW). Un ottimo segnale, anche se per raggiungere gli obiettivi climatici più ambiziosi, serve una crescita stabile e continua.

A confermare l’andamento è un nuovo rapporto del think tank energetico Ember, secondo cui le installazioni solari globali supereranno la maggior parte delle previsioni del settore, con 593 GW aggiunti entro la fine del 2024. Si tratta di un aumento del 29% rispetto all’anno precedente, il quale aveva chiuso con un sorprendente +87%.

Energia solare: nel 2024 continua la crescita delle nuove installazioni

La crescita delle istallazioni è guidata da Cina, Stati Uniti, India, Germania e Brasile: questi 5 paesi entro la fine del 2024 rappresenteranno il 75% delle aggiunge a livello globale. Anche in Italia il solare continua a crescere: secondo le elaborazioni di Italia Solare, sulla base dei dati Gaudì di Terna, nei primi 6 mesi dell’anno sono stati connessi 69.003 nuovi impianti per 3,34 GW totali, ovvero un aumento del 44% rispetto allo stesso periodo del 2023. La fotografia scattata il 30 giugno 2024 mostra un totale di 1.763.977 impianti fotovoltaici connessi, per una potenza complessiva di 33,62 GW.

I più grandi mercati solari del mondo mostrano una crescita impressionante

La crescita in questo 2024 è trainata da Cina, Stati Uniti, India, Germania e Brasile. Da sola la Cina potrebbe installare entro la fine del 2024 più della metà dei nuovi impianti a livello globale (il 56%) per 334 GW di nuova capacità solare, con un aumento del 28% rispetto allo stesso periodo del 2023.

L’India mostra una crescita più importante, rispetto a quanto realizzato nel 2023, con un aumento del 77% delle installazioni. A maggio 2024 l’India aveva già superato le installazioni solari totali dell’intero 2023 e, al ritmo attuale, è sulla buona strada per installare 23 GW entro la fine di quest’anno.

La crescita delle nuove installazione raggiunge invece il +55% negli Stati Uniti, dove sono stati aggiunti 20 GW tra gennaio e giugno 2024.

La Germania, a metà 2024, ha già raggiunto l’obiettivo di capacità solare per il 2024 e, con questo ritmo, è sulla buona strada per raggiungere il suo nuovo obiettivo per il 2026, stabilito nel suo Piano nazionale per l’energia e il clima.

Il solare cresce però anche altrove, con significativi aumenti anche in nuovi mercati come Pakistan e Arabia Saudita, Filippine, Emirati Arabi Uniti, Thailandia e Oman.

L’aumento delle installazioni di nuovi impianti fotovoltaici è un ottimo segnale, ma al suo fianco deve crescere anche la rete e la capacità di stoccaggio tramite batterie, un collo di bottiglia fondamentale per garantire una distribuzione omogenea che sopporti le normali fluttuazioni del solare. Affrontando queste sfide e sostenendo la crescita, l’energia solare potrebbe continuare a superare le aspettative per il resto del decennio.

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Inquinamento: il 99% della popolazione mondiale respira aria non sana. Com’è messa l’Italia? https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/inquinamento-il-99-della-popolazione-mondiale-respira-aria-non-sana-come-messa-litalia/ Tue, 17 Sep 2024 09:27:22 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/inquinamento-il-99-della-popolazione-mondiale-respira-aria-non-sana-come-messa-litalia/ L’inquinamento è sempre più un’emergenza sanitaria pubblica globale. In vista di Urban Nature, la Festa della Natura in città che si terrà nei giorni 28 e 29 settembre, il WWF ha pubblicato il report “Non c’è salute in un ambiente malato: inquinamento e inquinanti. Aria” che fotografa appunto il livello di inquinamento dell’aria che respiriamo …

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L’inquinamento è sempre più un’emergenza sanitaria pubblica globale. In vista di Urban Nature, la Festa della Natura in città che si terrà nei giorni 28 e 29 settembre, il WWF ha pubblicato il report “Non c’è salute in un ambiente malato: inquinamento e inquinanti. Aria” che fotografa appunto il livello di inquinamento dell’aria che respiriamo e le dirette conseguenze di un’aria malsana.

Inquinamento: il 99% della popolazione mondiale respira aria non sana

L’inquinamento è oggi la causa principale di morti premature al mondo con oltre 7 milioni di decessi l’anno e con il 99% della popolazione mondiale che respira aria non sicura. I bambini sono i soggetti più colpiti: sono oltre 700.000 i decessi sotto i 5 anni, ovvero il 15% di tutte le morti in questa fascia d’età.

Il 70% dei cittadini europei vive in aree urbane, vale a dire quelle aree dove l’elevata densità di popolazione e le numerose attività commerciali incrementano l’inquinamento dell’aria. Gli inquinanti che oggi rappresentano il maggiore problema per la salute pubblica includono il particolato fine (PM), il monossido di carbonio (CO), l’ozono (O3), il biossido di azoto (NO2) e il biossido di zolfo (SO2). In Europa, l’esposizione al PM2,5 ha causato 253.000 morti premature, 52.000 sono le morti correlate all’esposizione a NO2 e 22.000 quelle O3, per un totale di quasi 330.000 decessi.

Ma qual è la situazione in Italia? Nella Pianura Padana l’emergenza è più elevata

Gli stessi inquinanti citati in precedenza in Italia causano 63.000 morti, con il PM2,5 che da solo contribuisce a 47.000 decessi: il nostro è infatti il secondo Paese in Europa per numero di morti premature a causa di questo inquinante. Solo nella Pianura Padana, che presenta in Europa tra i livelli più elevati di inquinamento da PM, sono stati stimati 39mila decessi.

La regione più inquinata dal PM2,5 è la Lombardia, che presenta 121 morti premature ogni 100.000 abitanti a causa del particolato. Subito dopo troviamo Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, tutte e tre al di sopra del dato medio nazionale di 79 morti ogni 100.000 abitanti. Fra le città, il maggior numero di morti premature in termini assoluti si è registrato nelle città metropolitane di Milano, Roma e Torino.

L’importanza della biodiversità: il WWF avanza qualche proposta

L’Unione Europa sta adottando misure specifiche per migliorare la qualità dell’aria, al fine innanzitutto di tutelare la salute dei cittadini ma anche di ridurre i costi legati all’inquinamento atmosferico. Ma tutto ciò, come sottolinea il WWF, non è ancora sufficiente: serve infatti una maggior tutela del diritto all’aria pulita.

Secondo l’associazione ambientalista, tutti devono e possono fare la loro parte. Le istituzioni devono sforzarsi di più per allinearsi alle nuove soglie fissate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), anche finanziando progetti che mirino appunto a rendere più pulita l’aria che respiriamo.

Le aziende a loro volta devono adottare le migliori tecnologie disponibili (BAT, Best available technologies) con particolare attenzione agli impatti sulla salute, agli ecosistemi e alle catene del valore di produzione-consumo. Infine anche i cittadini possono fare la loro parte, per esempio scegliendo i mezzi di trasporto a minor impatto ambientale e curando il verde dell’area in cui vivono, poiché la biodiversità è uno dei nostri più preziosi alleati.

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Scienza e meteorologia al centro dell’innovativo parco giochi di Cesano Maderno: un laboratorio didattico a cielo aperto https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/scienza-e-meteorologia-al-centro-dellinnovativo-parco-giochi-di-cesano-maderno-un-laboratorio-didattico-a-cielo-aperto/ Mon, 16 Sep 2024 09:27:22 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/scienza-e-meteorologia-al-centro-dellinnovativo-parco-giochi-di-cesano-maderno-un-laboratorio-didattico-a-cielo-aperto/ La scienza al centro dell’innovativo parco giochi inaugurato in Brianza, precisamente a Cesano Maderno. Un progetto che mette al centro le giovani generazioni e il loro rapporto con meteorologia, energia solare e astronomia. Il parco è stato inaugurato la scorsa settimana in via San Marco alla presenza dell’Amministrazione Comunale. Accoglierà le scuole con strumenti divulgativi …

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La scienza al centro dell’innovativo parco giochi inaugurato in Brianza, precisamente a Cesano Maderno. Un progetto che mette al centro le giovani generazioni e il loro rapporto con meteorologia, energia solare e astronomia. Il parco è stato inaugurato la scorsa settimana in via San Marco alla presenza dell’Amministrazione Comunale. Accoglierà le scuole con strumenti divulgativi moderni ed efficienti.

La scienza al centro del nuovo parco giochi di Cesano Maderno: un laboratorio didattico a cielo aperto

L’idea di trasformare il parco di via San Marco a Cesano Maderno in un laboratorio didattico a cielo aperto, dove le scuole potranno svolgere lezioni di Scienze e giornate didattico-formative, è stata sviluppata dai tecnici dell’Ufficio Ambiente del Comune con il supporto specialistico di Alessandro Ceppi del Politecnico di Milano.

Il parco, come detto sopra, sarà naturalmente dotato di strumenti per poter svolgere al meglio le lezioni. Gli studenti e gli insegnanti potranno usufruire all’interno dell’area verde di una meridiana analemmatica umana, una stazione meteo-climatica per la misura delle principali variabili atmosferiche, un gioco didattico a tema energia solare secondo la legge fisica Stefan-Boltzmann, un tavolo con la rosa dei venti e una stazione di ricarica wireless con porte USB che utilizza l’energia solare per ricaricare i dispositivi elettronici. Inoltre, all’interno del parco è presente un rain garden per favorire il deflusso delle acque piovane ed evitare dunque il ristagno all’interno dell’area verde e un percorso con le sagome dei pianeti.

Pannelli informativi e QR code: ecco come i ragazzi potranno approfondire gli argomenti

Tutte le attrattive presenti nel parco tematico sono accompagnate da pannelli informativi e descrittivi, sia in italiano che in inglese, dotati di QRcode per permettere a chiunque di collegarsi a portali dedicati nonché ad approfondire gli argomenti in maniera semplice e rapida. Al funzionamento della meridiana e del rain garden, situazioni proprio nel cuore del parco, è invece dedicato un totem dove viene messa in risalto l’importanza sia educativa che ecosistemica della strumentazione.

In poche parole, le scuole potranno cogliere l’occasione di divulgare argomenti scientifici e ambientali unendo tecnologia, divertimento e innovazione. Una modalità di apprendimento leggera ma che allo stesso tempo permette di veicolare l’importanza delle tematiche legate all’ambiente e alla sostenibilità che trovano sempre maggior spazio all’interno della didattica.

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La tempesta Boris ha imperversato per giorni sull’Europa centrale e orientale determinando gravissime alluvioni, inondazioni e almeno 8 vittime oltre a migliaia di sfollati. Oggi vige ancora allerta rossa tra Austria, Repubblica Ceca, Germania e Slovacchia. Molte le alluvioni e i disastri segnalati nelle ultime ore, in quella che sembra la peggiore catastrofe alluvionale nell’Europa centrale e orientale dopo quella del 2002, quando furono sommerse parti di grandi città come Praga, Dresda e Vienna.

Almeno otto persone sono morte finora in Polonia, Romania e Austria. In pochi giorni è arrivata la pioggia di settimane su diverse capitali come Vienna, Bratislava e Praga.

La tempesta Boris, un ampio sistema di bassa pressione, sta sferzando l’area da giovedì, e diverse zone hanno sperimentato la pioggia di un intero mese in poche ore. Alcune aree che hanno registrato le precipitazioni più intense degli ultimi 100 anni tra sabato e domenica.

“Stiamo di nuovo affrontando gli effetti del cambiamento climatico, che sono sempre più presenti nel continente europeo, con conseguenze drammatiche”, ha dichiarato il presidente rumeno Klaus Iohannis, come riporta The Guardian.

I meteorologi prevedono che le precipitazioni si attenueranno gradualmente in alcune delle aree più colpite, e la tempesta Boris si dirigerà lentamente a sud verso il Mediterraneo.
Secondo gli scienziati l’emergenza climatica ha reso più probabili le inondazioni estreme in Europa. La tempesta ha fatto seguito all’estate più calda mai registrata e a un inizio di settembre molto caldo nella regione.

© Icona Meteo - Il presente contenuto è riproducibile solo in parte, non integralmente, inserendo la citazione della fonte (Icona Meteo) e il link al contenuto originale (Tempesta Boris: sull’Europa centro-orientale la peggiore alluvione da decenni)

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Arriva l’Autunno: la Tempesta Boris porta forte maltempo, freddo e neve https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/arriva-lautunno-la-tempesta-boris-porta-forte-maltempo-freddo-e-neve/ Thu, 12 Sep 2024 08:26:42 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/arriva-lautunno-la-tempesta-boris-porta-forte-maltempo-freddo-e-neve/ L’autunno arriva in anticipo quest’anno a causa dell’arrivo della tempesta Boris, la seconda della stagione dopo Atena, che provocherà ore di forte maltempo e un brusco crollo delle temperature. La perturbazione sarà infatti seguita da aria polare marittima che, una volta raggiunto il Mediterraneo, darà vita ad un vortice ciclonico che porterà piogge a tratti …

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L’autunno arriva in anticipo quest’anno a causa dell’arrivo della tempesta Boris, la seconda della stagione dopo Atena, che provocherà ore di forte maltempo e un brusco crollo delle temperature. La perturbazione sarà infatti seguita da aria polare marittima che, una volta raggiunto il Mediterraneo, darà vita ad un vortice ciclonico che porterà piogge a tratti intense.

Il peggioramento interesserà giovedì 12 le regioni del Nord, quelle del Centro e la Sardegna. Entro sera-notte il maltempo riguarderà anche il Sud. Venerdì 13 il tempo risulterà ancora molto instabile, specie al Nord-Est e al Centro-Sud. La perturbazione porterà piogge a tratti intense, con rischio di temporali e nubifragi.

Non si possono escludere infatti locali criticità. Per la giornata di giovedì 12 la Protezione Civile ha diramato allerta fino ad arancione in Lombardia, gialla in 15 regioni. Oltre alle piogge aumenterà anche il vento, con raffiche burrascose che potranno raggiungere gli 80 km/h.

Come anticipato, la perturbazione sarà seguita da aria fredda che darà vita ad un crollo delle temperature. Da valori leggermente sopra la norma, infatti, si passerà ad un clima pienamente autunnale. Sulle Alpi orientali potrebbe perfino vedersi un po’ di neve sotto i 2000 metri di quota.

autunno tempesta boris freddo
Anomalia della temperatura delle masse d’aria. Fonte Tropical TidBits

Il fronte si sta spostando verso sud sull’Europa, portando forti venti, un forte calo delle temperature e nevicate precoci sulle Alpi. Il freddo potrebbe far registrare alcuni record, principalmente nei valori minimi pe ril mese di settembre.

Con l’avanzare dell’intensa perturbazione è probabile che forti piogge cadano sull’Europa centrale: Austria, Repubblica Ceca e Polonia, stando alle previsioni, potrebbero ricevere accumuli di pioggia addirittura di 350 mm.

Accumuli totali previsti per giovedì 12 settembre. Fonte Tropical TidBits

Tempesta Boris porta l’Autunno sull’Italia: giovedì 12 maltempo, vento e aria fredda

La giornata di giovedì 12 sarà caratterizzata da condizioni meteo instabili o perturbate su gran parte del Centro-Nord e della Sardegna. Sin dal mattino avremo precipitazioni diffuse, inclusi rovesci e temporali, interesseranno la Lombardia orientale, le regioni del Nord-Est, il Levante ligure, le regioni centrali tirreniche, l’Umbria e la Sardegna. Il Nord-Ovest godrà invece di condizioni prevalentemente asciutte, con alcune schiarite.

Nel pomeriggio i fenomeni si estenderanno parzialmente alle Marche e all’Abruzzo occidentale, per poi raggiungere la Campania in serata. Sulle Alpi orientali, la neve cadrà a quote comprese tra 1700 e 1900 metri.

Sono attesi fenomeni localmente intensi, con possibili nubifragi e grandinate. I venti saranno in notevole rinforzo, con raffiche di burrasca fino a 60-70 Km/h: settentrionali su Alpi e Valpadana, con Föhn al Nord-Ovest, e di Libeccio altrove. I mari di ponente saranno molto mossi.

Le temperature massime subiranno un sensibile calo al Nord-Est, nelle regioni centrali tirreniche e in Sardegna, mentre si manterranno intorno o poco sopra i 30 gradi sul medio Adriatico e al Sud.

Venerdì 13 condizioni meteo instabili al Centro-Sud, temperature in calo e venti forti

La situazione meteorologica venerdì 13 si presenta variegata sul territorio nazionale. Il Nord-Ovest, l’Emilia occidentale e la Sardegna godranno di condizioni prevalentemente soleggiate. Anche la Sicilia vedrà ampie schiarite, particolarmente evidenti dal pomeriggio.

Nel resto del Paese, invece, prevarrà un’instabilità diffusa, con cieli nuvolosi e precipitazioni sparse, principalmente sotto forma di rovesci o temporali. Queste manifestazioni saranno più probabili nelle aree del Nord-Est, del Centro, in Campania, sulla costa tirrenica della Calabria, in Basilicata e nel nord della Puglia, con la possibilità di fenomeni localmente intensi.

Sulle Alpi orientali e in Alto Adige, la neve continuerà a cadere fino a quote intorno ai 1600 metri. Con l’arrivo della sera, i fenomeni tenderanno a concentrarsi nelle regioni del medio Adriatico.

Le temperature subiranno un generale calo, sia nei valori minimi che in quelli massimi. I venti soffieranno con intensità fino a burrasca, di provenienza occidentale o di Maestrale al Sud e sulle Isole, mentre nelle vallate alpine e nel Nord-Ovest si farà sentire l’effetto del Foehn. I mari si presenteranno molto mossi o agitati.

Le previsioni dettagliate su IconaMeteo.it

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Antartide, estensione invernale dei ghiacci marini prossima al record minimo https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/antartide-estensione-invernale-dei-ghiacci-marini-prossima-al-record-minimo/ Wed, 11 Sep 2024 09:06:41 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/antartide-estensione-invernale-dei-ghiacci-marini-prossima-al-record-minimo/ Il ghiaccio marino che circonda l’Antartide sta per raggiungere un nuovo record minimo rispetto alla sua estensione invernale, sulle orme di quanto successo nel 2023. Per il secondo anno consecutivo, infatti, la banchisa di ghiaccio che circonda il continente antartico si è ridotta ai minimi storici: nell’inverno 2023 ha coperto circa 1,6 milioni di kmq …

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Il ghiaccio marino che circonda l’Antartide sta per raggiungere un nuovo record minimo rispetto alla sua estensione invernale, sulle orme di quanto successo nel 2023.

Per il secondo anno consecutivo, infatti, la banchisa di ghiaccio che circonda il continente antartico si è ridotta ai minimi storici: nell’inverno 2023 ha coperto circa 1,6 milioni di kmq in meno rispetto alla media, un’area più o meno delle dimensioni di Francia Gran Bretagna, Germania e Spagna messe insieme.

Ghiaccio marino, l’estensione invernale sfiora il minimo record del 2023

Il 2023 e il 2024 sono anni anomali: lo dimostra chiaramente il grafico sotto. Il 7 settembre di quest’anno la quantità di oceano ghiacciato era inferiore rispetto alla stessa data dell’anno scorso.

Questo grafico mostra la differenza dalla media del del ghiaccio marino per tutti i 46 anni. I dati sono stati registrati con strumentazione satellitare a microonde passive. L’estensione del ghiaccio marino è notevolmente inferiore nell’inverno australe degli ultimi due anni. Credito: Phillip Reid, Ufficio meteorologico australiano

Normalmente l’estensione dei ghiacci raggiunge il suo massimo annuale intorno alla metà del mese di settembre, quando il freddo dell’inverno australe lascia spazio a temperature meno rigide. Il picco quindi non è stato ancora raggiunto, ma secondo gli esperti non sarà lontano da quello record raggiunto nel 2023. Alla fine di agosto infatti l’estensione del ghiaccio marino era di 16,86 milioni di chilometri quadrati, il secondo più basso nei dati satellitari, appena sopra il minimo storico del 2023.

Il fatto che questa condizione si stia ripetendo per il secondo anno consecutivo è allarmante: secondo gli scienziati infatti, l’andamento dell’estensione dei ghiacci marini si inserisce in un ventaglio di evidenze che dimostrano come il sistema antartico stia entrando in un “nuovo stato”. “Ciò di cui stiamo parlando sono due incredibili eventi estremi” – ha affermato al Guardian il dott. Will Hobbs, ricercatore del ghiaccio marino presso l’Università della Tasmania -.”L’anno scorso è stato scandaloso e si è verificato di nuovo“.

Gli ultimi due anni sono stati i più caldi mai registrati, e questo surplus di calore non sta solo condizionando la variabilità atmosferica, ma viene anche assorbito da mari e oceani, con ricadute dirette sulla fusione dei ghiacci marini. A sua volta, poi, la perdita di superficie marina ghiacciata ha un impatto sulle interazioni tra oceani e atmosfera: un feedback climatico che accelera la fusione dei ghiacci e il riscaldamento dell’atmosfera.

La fusione del ghiaccio marino non ha lo stesso impatto sull’innalzamento del livello del mare della fusione dei ghiacciai, ma ciò non significa che la perdita di banchisa sia ininfluente rispetto al sistema climatico e ambientale dell’Antartide. La presenza di ghiaccio marino, infatti, rallenta la perdita di ghiaccio continentale. Senza ghiaccio marino, le acque scure dei mari e oceani che circondano l’Antartide assorbono più calore e favoriscono la fusione dei ghiacciai sulla terraferma, e questo avrebbe (o avrà) conseguenze molto più impattanti a livello planetario.

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Il ghiacciaio della Marmolada è ‘in coma irreversibile’: destinato a sparire entro il 2040 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-ghiacciaio-della-marmolada-e-in-coma-irreversibile-destinato-a-sparire-entro-il-2040/ Tue, 10 Sep 2024 08:26:34 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/il-ghiacciaio-della-marmolada-e-in-coma-irreversibile-destinato-a-sparire-entro-il-2040/ Il ghiacciaio della Marmolada è destinato a sparire entro il 2040. È quanto emerge dal bilancio di ‘Carovana dei Flipboard 2024’, la campagna di Legambiente in collaborazione con Cipra Italia (un’organizzazione indipendente che dal 1952 si impegna nella protezione e nello sviluppo sostenibile delle Alpi) dedicata al monitoraggio dei giganti bianchi delle Alpi che ha …

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Il ghiacciaio della Marmolada è destinato a sparire entro il 2040. È quanto emerge dal bilancio di ‘Carovana dei Flipboard 2024’, la campagna di Legambiente in collaborazione con Cipra Italia (un’organizzazione indipendente che dal 1952 si impegna nella protezione e nello sviluppo sostenibile delle Alpi) dedicata al monitoraggio dei giganti bianchi delle Alpi che ha concluso con la sesta e ultima tappa proprio sulla Marmolada.

Il ghiacciaio della Marmolada è “in coma irreversibile”: Legambiente fotografa una situazione avvilente

Il più grande ghiacciaio delle Dolomiti perde 7 centimetri al giorno. Secondo Legambiente la Marmolada è “in coma irreversibile” e “a questo ritmo entro il 2040 non esisterà più“. A causa della crisi climatica, dal 1888 il ghiacciaio della Marmolada è arretrato di 1200 metri.
Quella che emerge è una situazione di forte sofferenza: se 136 anni fa il ghiaccio si estendeva per circa 500 ettari, ed era grande come 700 campi da calcio, dal 1888 ha registrato una perdita areale superiore al 80% e una perdita volumetrica superiore al 94%. Nel 2024 lo spessore massimo è di 34 metri. La fusione del ghiaccio, sempre più rapida e inesorabile, sta lasciando il posto alla nuda roccia bianca, levigata da quello che un tempo era un grande gigante bianco. E, di conseguenza, stanno prendendo vita nuovi ecosistemi.

Non solo il declino della Marmolada: preoccupa la situazione di altri due ghiacciai alpini

Il report sulla situazione dei ghiacciai evidenza altre due situazioni allarmanti. Preoccupa infatti la perdita di spessore anche dei due ghiacciai più grandi delle Alpi: l’Adamello e quello dei Forni. Sul primo “le misurazioni a lungo termine rilevano che la perdita di spessore permette di camminare oggi sul ghiaccio derivato dalle nevicate degli anni ’80”, si legge. Sul ghiacciaio dei Forni “i picchi di perdita arrivano invece a 10 centimetri di spessore al giorno”.

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Tempesta Atena: maltempo da domenica 8. Allerta meteo al Centro-Nord https://www.iconameteo.it/news/tempesta-atena-maltempo-da-domenica-8-allerta-meteo-al-centro-nord-2/ Sun, 08 Sep 2024 08:30:51 +0000 https://www.iconameteo.it/?p=78528 tempesta atena maltempoLa tempesta Atena porta, tra domenica 8 e lunedì 9, maltempo intenso, con piogge abbondanti e intensi temporali. L’intensa perturbazione ciclonica che ha raggiunto l’Italia nelle ultime ore ha tutte le carte in regola per essere la prima tempesta della stagione 2024/25, e quindi ad essere nominata ufficialmente dall’Aeronautica Militare con il nome “Atena”. Tempesta …

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La tempesta Atena porta, tra domenica 8 e lunedì 9, maltempo intenso, con piogge abbondanti e intensi temporali. L’intensa perturbazione ciclonica che ha raggiunto l’Italia nelle ultime ore ha tutte le carte in regola per essere la prima tempesta della stagione 2024/25, e quindi ad essere nominata ufficialmente dall’Aeronautica Militare con il nome “Atena”.

Tempesta Atena, la prima della stagione 2024-2025

Per ricevere un nome dall’elenco ufficialmente predefinito, una perturbazione deve soddisfare dei requisiti, definiti dal progetto europeo “storm naming” di EUMETNET, a cui aderisce anche l’Italia con l’Aeronautica Militare. Innanzitutto la perturbazione, per essere definita “tempesta” deve essere associata ad un vortice ciclonico con diametro almeno di alcune centinaia di chilometri, e poi deve essere accompagnata, per non meno di 6 ore, da venti almeno di forza 9 della scala Beaufort (ovvero ad oltre 76 km/h).

I nomi delle tempeste vengono stabiliti mesi prima, e vengono assegnati in ordine alfabetico. Quelli scelti per la stagione 2024/25 sono Atena, Boris, Cassandra, Dionisio, Elena, Felix, Gabri, Hans, Ines, Lukas, Moira, Nenu, Oana, Pino, Rosa, Sirio, Talia, Uil, Vera e Zoran.

Maltempo diffuso: rischio fenomeni intensi

L’intensa perturbazione domenica 8 colpirà soprattutto le regioni del Centro-Nord, dove sono attese piogge intense e abbondanti, temporali forti, con rischio di grandine e raffiche di vento.

La Protezione Civile ha diramato un’allerta arancione per rischio di temporali e rischio idrogeologico su gran parte del Centro-Nord. In particolare l’allerta arancione interessa settori di Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli.

allerta meteo domenica 8

I fenomeni risulteranno intensi, con accumuli che potranno superare localmente gli 80-100 mm nell’arco di 24 ore. Le regioni del Sud, nel frattempo vivranno le ultime ore di sole e caldo intenso. La perturbazione, infatti, le raggiungerà nella giornata di lunedì 9, portando anche qui piogge diffuse e intense.

Tempesta Atena maltempo domenica 8

L’intensa tempesta Atena sarà seguita da aria più fresca che metterà definitivamente fine al caldo estivo: settimana prossima, infatti, il clima risulterà più autunnale, con valori che torneranno nella norma. Da metà settimana, inoltre, una seconda perturbazione potrebbe ulteriormente ridimensionare le temperature, portando una nuova fase di maltempo.

 

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Nuova fase di maltempo in vista: rischio nubifragi e calo termico https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/nuova-fase-di-maltempo-in-vista-rischio-nubifragi-e-calo-termico/ Fri, 06 Sep 2024 10:26:29 +0000 https://www.iconameteo.it/news/notizie-italia/nuova-fase-di-maltempo-in-vista-rischio-nubifragi-e-calo-termico/ Una nuova fase di maltempo si avvicina per l’Italia. Una intensa perturbazione, infatti, arriverà nel corso di domenica 8 settembre e sarà preceduta da un netto rinforzo dei venti di Scirocco al Centro-sud. Attenzione perché ci sarà il rischio di fenomeni localmente intensi, con possibili nubifragi, grandinate e violente raffiche di vento. Le piogge più …

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Una nuova fase di maltempo si avvicina per l’Italia. Una intensa perturbazione, infatti, arriverà nel corso di domenica 8 settembre e sarà preceduta da un netto rinforzo dei venti di Scirocco al Centro-sud.

Attenzione perché ci sarà il rischio di fenomeni localmente intensi, con possibili nubifragi, grandinate e violente raffiche di vento. Le piogge più intense riguarderanno il Levante ligure e la Toscana, per poi estendersi nella seconda parte della giornata anche alla Sardegna, a gran parte del Nord Italia e al Lazio.
Al Sud e in Sicilia il tempo resterà probabilmente per lo più soleggiato. Complici i caldi venti di Scirocco, sulle Isole e al Centro-Sud si farà sentire un caldo ancora estivo e temperature al di sopra della norma.

Lunedì 9 settembre la perturbazione si sposterà verso il Sud con elevato rischio di forti fenomeni come nubifragi, grandinate e forti raffiche di vento. Al mattino avremo ancora il rischio di piogge e rovesci sul Nordest e sul Centro ma con una tendenza al miglioramento nel corso delle ore. Temperature in calo soprattutto al Sud e sulla Sicilia dove terminerà questa lunghissima fase di caldo anomalo.

In seguito la settimana vedrà temperature anche sotto le medie stagionali per l’arrivo di fresche correnti occidentali che convoglieranno aria temperata atlantica. Si potrebbero profilare nuove fasi di maltempo perchè l’atmosfera resterà piuttosto instabile sull’Italia.

Martedì ancora qualche temporale o rovescio al mattino all’estremo Nordest e sull’Adriatico ma in generale sarà una giornata soleggiata con un intenso Maestrale  al Sud e sulle Isole maggiori.

 

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Plastica, per il 2024 la Terra ha già prodotto troppi rifiuti: i dati del Plastic Overshoot Day https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/plastica-per-il-2024-la-terra-ha-gia-prodotto-troppi-rifiuti-i-dati-del-plastic-overshoot-day/ Fri, 06 Sep 2024 08:41:17 +0000 https://www.iconameteo.it/primo-piano/plastica-per-il-2024-la-terra-ha-gia-prodotto-troppi-rifiuti-i-dati-del-plastic-overshoot-day/ La plastica è già troppa per il pianeta. Una frase che dice tutto o niente, poiché i rifiuti di plastica erano e sono ancora, purtroppo, un cronico problema per l’intero pianeta. Ciò che forse non tutti sanno è che nel 2024 verranno prodotte più di 220 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Ieri, 5 …

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La plastica è già troppa per il pianeta. Una frase che dice tutto o niente, poiché i rifiuti di plastica erano e sono ancora, purtroppo, un cronico problema per l’intero pianeta. Ciò che forse non tutti sanno è che nel 2024 verranno prodotte più di 220 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. Ieri, 5 settembre, si è infatti celebrato il Plastic Overshoot Day, ossia quel momento dell’anno in cui i rifiuti plastici prodotti dall’umanità superano la capacità dei sistemi di gestione degli stessi.

Plastica, il 66% della popolazione mondiale vive in luoghi in cui i rifiuti hanno superato la capacità di gestione

La ONG svizzera Earth Action dall’anno scorso ha dato vita al Plastic Overshoot Day, vale a dire un rapporto che svela quel preciso momento in cui i rifiuti di plastica presenti sul pianeta superano la capacità dei sistemi di gestione. Nel 2024 coincide appunto con il 5 settembre: secondo i dati raccolti da Earth Action, il 66% della popolazione mondiale vive in aree in cui i rifiuti di plastica hanno già superato la capacità locale di gestione. La pubblicazione di questo rapporto precede l’ultimo ciclo di negoziati riguardanti l’ormai famoso trattato internazionale giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica, che si svolgeranno a novembre in Corea del Sud.

Quanto è grave la situazione dei rifiuti di plastica nel mondo? Ecco qualche dato utile

Ora come ora, solo 12 Paesi sono responsabili del 60% dei rifiuti di plastica mal gestiti a livello mondiale. I primi cinque sono Cina, Russia, India, Brasile e Messico. Ovviamente nessun Paese è esente dalla produzione di rifiuti: ogni anno ne vengono prodotti a livello globale circa 28 kg e, dal 2021, questa cifra è aumentata del 7,11%. La Terra non ha la capacità di gestire tutta la plastica prodotta e quindi – secondo quanto stabilito dal rapporto -, un terzo sarà mal gestito alla fine del suo ciclo di vita, vale a dire 69,5 milioni di tonnellate di plastica esistenti in natura.

Che tipo di rifiuti vengono inclusi nel rapporto? Una differenza rispetto allo scorso anno

Mentre nel rapporto inaugurale, quello del 2023, la ONG svizzera ha analizzato soltanto gli imballaggi di plastica quest’anno ha preso in considerazione anche i rifiuti provenienti dall’industria tessile e i rifiuti domestici. Nonostante un miglioramento nella capacità di gestione dei rifiuti di plastica, la quantità complessiva dei rifiuti mal gestiti è rimasta più o meno invariata. E la causa risiede nel continuo aumento dei rifiuti prodotti. Ciò significa, in teoria, che ci sono 117 giorni di eccesso di plastica: questo mette in luce il fatto che i rifiuti di plastica prodotti dal 5 settembre fino alla fine del 2024 saranno probabilmente gestiti male in tutto il mondo.

Al contrario, la platica ben gestita è quella che mira a ridurre al minimo l’impatto ambientale. I mezzi possono essere svariati, ma quelli che vengono considerati più efficaci sono il riciclo e la progettazione di plastiche per la riciclabilità, la riduzione della plastica utilizzata in modo da abbattere l’inquinamento e le emissioni, il riutilizzo e l’eliminazione degli imballaggi non necessari. Secondo Earth Action, qualsiasi miglioramento nella capacità di gestione dei rifiuti viene spesso superato dalla crescente produzione di plastica. Ritengono inoltre che l’ipotesi che il riciclo “risolva la crisi della plastica” sia fondamentalmente errata.

Quale può essere dunque la soluzione?

“Il Plastic Overshoot Day dovrebbe servire sia come testimonianza della nostra attuale traiettoria sia come modello per le azioni necessarie. Le decisioni prese oggi riecheggeranno negli ecosistemi e nelle economie per generazioni”, afferma Sarah Perreard, Co-CEO di Earth Action & Plastic Footprint Network. “Molte aziende e piccole e medie imprese – afferma -, stanno adottando misure per tenere conto della loro impronta di plastica e instillare circolarità attraverso le catene di fornitura. Sono queste azioni aziendali, la collaborazione e la regolamentazione attraverso un efficace Trattato ONU che produrranno il cambiamento”.

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L’estate 2024 è stata la più calda di sempre: i dati Copernicus https://www.iconameteo.it/news/notizie-mondo/lestate-2024-e-stata-la-piu-calda-di-sempre-i-dati-copernicus/ Fri, 06 Sep 2024 07:41:20 +0000 https://www.iconameteo.it/primo-piano/lestate-2024-e-stata-la-piu-calda-di-sempre-i-dati-copernicus/ estate 2024Abbiamo appena vissuto l’estate più calda di sempre a livello globale. Lo confermano i dati Copernicus che illustrano anche le grandi anomalie del mese di agosto appena trascorso. L’agosto 2024, infatti, è stato il più caldo a livello globale (insieme all’agosto 2023), con una temperatura media dell’aria superficiale ERA5 di 16,82°C, 0,71°C al di sopra …

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Abbiamo appena vissuto l’estate più calda di sempre a livello globale. Lo confermano i dati Copernicus che illustrano anche le grandi anomalie del mese di agosto appena trascorso.
L’agosto 2024, infatti, è stato il più caldo a livello globale (insieme all’agosto 2023), con una temperatura media dell’aria superficiale ERA5 di 16,82°C, 0,71°C al di sopra della media 1991-2020 per il mese di agosto.

L’agosto 2024 è stato di 1,51°C al di sopra del livello pre-industriale ed è il 13° mese in un periodo di 14 mesi in cui la temperatura media globale dell’aria superficiale ha superato di 1,5°C i livelli pre-industriali.

La temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (settembre 2023 – agosto 2024) è la più alta mai registrata per qualsiasi periodo di 12 mesi, con 0,76°C al di sopra della media 1991-2020 e 1,64°C al di sopra della media preindustriale 1850-1900. Questi valori sono identici a quelli registrati per i due precedenti periodi di 12 mesi, terminati a giugno e luglio 2024.

L’anomalia della temperatura media globale per tutto l’anno (gennaio-agosto 2024) è di 0,70°C al di sopra della media 1991-2020, che è la più alta registrata per questo periodo e 0,23°C più calda rispetto allo stesso periodo del 2023. L’anomalia media per i restanti mesi di quest’anno dovrebbe scendere di almeno 0,30°C perché il 2024 non sia più caldo del 2023. Questo non è mai accaduto nell’intero set di dati ERA5, rendendo sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo mai registrato.

Europa: il secondo agosto più caldo

La temperatura media del territorio europeo per agosto 2024 è stata di 1,57°C al di sopra della media 1991-2020, rendendo il mese il secondo agosto più caldo mai registrato in Europa dopo l’agosto 2022, che è stato di 1,73°C al di sopra della media.

Le temperature europee sono state maggiormente al di sopra della media nell’Europa meridionale e orientale, ma al di sotto della media nelle zone nord-occidentali dell’Irlanda e del Regno Unito, in Islanda, sulla costa occidentale del Portogallo e nella Norvegia meridionale.

Temperatura della superficie del mare

La temperatura media della superficie del mare (SST) per l’agosto 2024 su 60°S-60°N è stata di 20,91°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0,07°C al di sotto dell’agosto 2023.
Il Pacifico equatoriale ha registrato temperature inferiori alla media, indicando lo sviluppo di una La Niña, ma le SST degli oceani sono rimaste insolitamente alte in molte regioni.

Il 2024 è sulla strada per diventare l’anno più caldo di sempre

Secondo Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service (C3S): “Negli ultimi tre mesi del 2024, il globo ha vissuto i mesi di giugno e agosto più caldi, il giorno più caldo mai registrato e l’estate boreale più calda mai registrata. Questa serie di temperature record aumenta la probabilità che il 2024 sia l’anno più caldo mai registrato. Gli eventi estremi legati alla temperatura a cui si è assistito quest’estate non potranno che diventare più intensi, con conseguenze sempre più devastanti per le persone e per il pianeta, a meno che non si intervenga con urgenza per ridurre le emissioni di gas serra”.

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