Le brezze di valle e di pendio sono la tipica ventilazione che soffia nelle valli nelle giornate estive di bel tempo quando il riscaldamento diurno dovuto al sole ingenera differenze nella distribuzione della pressione tra la pianura e le vicine vallate e tra il fondovalle i relativi pendii. Di giorno la brezza di valle risale le vallate dal loro imbocco alla testata, quelle di pendio risalgono i versanti montuosi dal fondovalle verso le cime. Al tramonto il loro senso si inverte.
Venti che nel semestre caldo, in giornate di cielo sereno e con poca ventilazione, insorgono lungo le coste in seguito al differente riscaldamento ad opera del sole della superficie marina e della vicina terraferma. La conseguente differenza di pressione di giorno alimenta la cosiddetta “brezza di mare” che soffia in direzione della terraferma, di notte la “brezza di terra” che ha senso opposto. L’avvicendarsi dei due tipi di brezza è caratterizzato da qualche ora di momentanea calma di vento.
La progressiva riduzione della concentrazione dell’Ozono stratosferico, soprattutto al di sopra della calotta polare antartica. Il fenomeno, che ha avuto inizio alla fine degli anni ’60, è determinato dall’azione dei Clorofluorocarburi (CFC o Freon).
Per “burrasca di ferragosto” si intende la brusca “rottura” dell’estate per il primo burrascoso arrivo, dopo 2-3 mesi di caldo più o meno intenso, di aria più fresca in genere proveniente direttamente dal Nord Atlantico. La burrasca di ferragosto si manifesta con 2-3 giorni di forte e diffusa attività temporalesca e da un brusco calo delle temperature. L’evento di solito si verifica nella seconda metà di agosto.