Siccità e produzione di olio: drastico calo in Sicilia. Dati allarmanti
Siccità sempre più da bollino rosso in Sicilia, dove scatta l’allarme anche per quanto riguarda la produzione di olio. Dopo oltre un anno senza piogge di rilievo e con diverse e persistenti ondate di calore, il ciclo produttivo agroalimentare dell’Isola ne risente drasticamente. La produzione di olio, infatti, è calata del 50-60% rispetto alla stagione precedente, già di per sé insufficiente. A lanciare l’allarme è la Confederazione Italiana agricoltori della Sicilia orientale.
Siccità: il cambiamento climatico ha reso quella di Sicilia e Sardegna il 50% più probabile |
Siccità gravissima e produzione di olio insufficiente in Sicilia: ecco quali sono le zone che ne risentono di più
La siccità in Sicilia sta dunque influenzando la produzione di olio: ma in quale misura? La provincia che ne sta risentendo di più è Catania, dove la produzione di olio ha fatto registrare un calo dell’80%. Le aree alle falde dell’Etna, fino a un’altitudine che sfiora i 1000 metri, mostrano una produzione leggermente inferiore al 50%, mentre nelle aree del Siracusano e del Ragusano la perdita è del 60%, con punte di meno 40-50% nelle zone di alta collina e di montagna. In linea generale, la produzione di olio in Sicilia quest’anno potrebbe attestarsi sulle 16-18mila tonnellate mentre la scorsa stagione sono state 35mila.
Elevato stress idrico per gli olivi a causa delle elevate temperature e dell’assenza di piogge
La Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia orientale (CIA) spiega che gli olivi, nonostante siano considerate piante che resistono e crescono anche in zone aride, stanno mostrando un essiccamento delle chiome dovuto alla mancanza della pur semplice umidità fino a oltre un metro di profondità. La situazione è ovviamente aggravata dall’assenza di acqua negli invasi con condotte vecchie che disperdono fino al 50% delle riserve idriche. Nemmeno l’irrigazione d’emergenza, con riserve aziendali già terminate, ha migliorato la situazione. Le elevate temperature, spiega la CIA, hanno determinato una precoce maturazione dei frutticini fino ad essiccarli, rendendoli in gran parte inutili per la raccolta.
La siccità e l’assenza di risorsa idrica spiana la strada allo sciacallaggio delle autocisterne
Nella zona di Caltanissetta parte della popolazione è rimasta a secco di acqua corrente per due mesi, essendo così costretta ad affidarsi ai venditori di acqua privati non autorizzati. La necessità di acqua in Sicilia è arrivata davvero a un punto estremo, tanto che milioni di residenti hanno deciso di affidarsi a individui o gruppi che distribuiscono l’acqua da autocisterne ma ovviamente a prezzi gonfiatissimi.
Dopo 4 anni di precipitazioni ben al di sotto della media, il governo italiano a maggio 2024 ha deciso di dichiarare lo stato d’emergenza cercando di razionare e gestire le risorse nel miglior modo possibile fino alla stagione delle piogge autunnali. Da allora però la situazione è soltanto peggiorata: l’acqua è razionata in decine di città della Sicilia centrale, con milioni di cittadini che hanno fatto affidamento sulle forniture provenienti da autocisterne che possono costare a famiglie e imprese in media 300 euro al mese. La siccità in Sicilia non è assolutamente una novità essendo un problema cronico. Molti siciliani sono infatti dotati di serbatoi di stoccaggio sui tetti o nel sottosuolo per affrontare i periodi di magra, ma la situazione è grave a tal punto che nemmeno questi bastano più.
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