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Super Yacht, l’impatto sul clima delle ville su acqua sempre più scelte dagli ultra ricchi in vacanza

Nel cuore dell’estate i mari che circondano l’Italia si popolano – forse più di ogni altro luogo al mondo – di yacht e super yacht: imbarcazioni sempre più diffuse e scelte dai ricchi per trascorrere vacanze senza rinunciare ai confort e alla privacy.

Si stima che in mare ci siano quasi 6 mila super yacht1, navi di lunghezza superiore ai 30 metri. L’Italia è il leader mondiale indiscusso nella costruzione di super yacht, e gli italiani sono sempre più determinati a ospitare questi yacht nei porti e nelle marine più esclusive.

Super Yacht e il loro super impatto su clima e ambiente

Il numero di queste imbarcazioni di lusso è quadruplicato negli ultimi trent’anni: nel 2000 si contavano meno di 2 mila unità, mentre oggi se ne sfiorano le 6 mila.

Quasi tutti i grandi ricchi del pianeta ne hanno uno. Roman Abramovich, proprietario della società di investimento privata Millhouse LLC e del Chelsea Football Club, ha lo yacht Eclipse lungo 162,5 metri, che comprende 2 piscin, una sala discoteca, un mini sottomarino, 2 piattaforme per elicotteri e 24 cabine ospiti. Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha il megayacht a vela da 500 milioni di dollari “Koru”. L’industriale miliardario russo Andrey Melnichenko ha lo Sailing Yacht A, lungo 119 metri con alberi rotanti indipendenti in fibra di carbonio, pod di osservazione subacquea e cabine per ospitare fino a 14 ospiti. Si vocifera che anche Mark Zuckerberg, presidente e amministratore delegato di Meta, abbia decido di acquistarne uno, il Launchpad lungo 119 metri e cabine per ospitare 24 ospiti.

A questi giganti del mare non manca nulla: hanno al loro interno camere di lusso, camini, piscine, jacuzzi, spa, cinema, elicotteri e imbarcazioni di appoggio. Tutto questo, ovviamente, non ha solo un costo effettivo esorbitante, con cifre che arrivano a centinaia di milioni di dollari, ma anche un costo importante sull’ambiente.

I ricchi, si sa, sono responsabili della maggior parte delle emissioni globali: secondo una ricerca Oxfam, il 10% più ricco del mondo è responsabile della metà delle emissioni di anidride carbonica. Il loro stile di vita pesa enormemente sull’ambiente e sul clima: hanno case sparse per il mondo e viaggiano frequentemente in aereo, con jet privati. Secondo però uno studio del 2021 sono i superyacht la loro principale fonte di emissioni di gas serra.

Le emissioni annuali di CO2 dei 300 principali superyacht, secondo il libro ” Superyachts: Luxury, Tranquility and Ecocide” di Gregory Salle, ammontano a quasi 285.000 tonnellate, una quantità superiore a quella dell’intera nazione di Tonga. Emettono anidride carbonica, ma inquinano anche l’acqua, sono responsabili di inquinamento luminoso e acustico.

Forse, però, un po’ di consapevolezza sulle conseguenze ambientali e climatiche sta venendo in superficie: il superyacht Koru da 500 milioni di dollari di Jeff Bezos , salpato nell’aprile 2023, ha delle vele che ne “aiutano” la navigazione, anche se il principale sistema di propulsione resta il motore diesel. Oxfam stima che la nave da 127 metri abbia emesso 7.000 tonnellate di anidride carbonica nell’ultimo anno, una quantità pari alle emissioni medie annuali di 445 americani.

Ma quella di Koru è una eccezione: la stragrande maggioranza dei superyacht sono esclusivamente a motore. Nel 2023, infatti, sono state completate solo 8 nuove costruzioni a vela, rispetto ai 195 nuovi yacht a motore.

Secondo una stima di Malcolm Jacotine, fondatore della società di consulenza per superyacht Three Sixty Marine, se si andrà avanti con un approccio “business as usual”, entro il 2030 le emissioni dello yachting raggiungeranno i 10 milioni di tonnellate. 

  1.  SuperYacht Times

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