Antartide, inizia la missione invernale: ricerche su clima, biomedicina e astronomia
Ha preso il via questa settimana la nuova campagna invernale del PNRA, il programma Nazionale di Ricerche in Antartide.
La base italo-francese Concordia sul plateau antartico, a oltre 3mila metri di altezza e a 1.200 chilometri dalla costa, ospiterà un team selezionato di tredici persone: 6 del PNRA, 6 dell’Istituto polare francese Paul Emile Victor e un medico dell’Agenzia Spaziale Europea. Per nove mesi la squadra resterà in completo isolamento per via della temperatura, che nell’inverno dell’Antartide può raggiungere anche i -80 gradi, portando avanti attività legate a ben 29 progetti italo-francesi: focus su clima, glaciologia, fisica e chimica dell’atmosfera e biomedicina. Quella che ha preso il via in questi giorni è la ventesima campagna invernale portata avanti dal Programma.
Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e gestito dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale -OGS per la gestione tecnica e scientifica della sua nave da ricerca Laura Bassi.
Mentre in questi giorni si apre la stagione invernale, sulle coste dell’Antartide si sta chiudendo la trentanovesima campagna estiva, portata avanti tra le basi Mario Zucchelli, Concordia e la nave Laura Bassi. La missione ha coinvolto 130 persone e i dati raccolti saranno elaborati e analizzati nei laboratori di diversi enti di ricerca e università italiane.
«Nel corso di questa 39a campagna estiva abbiamo visto in azione 31 progetti di ricerca dai quali ci aspettiamo di ricavare rilevanti dati scientifici nel campo delle scienze dell’atmosfera, della geologia, paleoclimatologia, biologia, oceanografia e astronomia», afferma Carlo Barbante, direttore dell’Istituto di scienze polari del Cnr. «Continueremo a ricevere dati dai sistemi di acquisizione automatici, dagli osservatori permanenti e dalla nave Laura Bassi, che lascerà la zona antartica solo a inizio marzo. Uno sforzo importante che ha messo in luce come l’azione coordinata di università ed enti di ricerca supportata dalla logistica possa produrre scienza ad altissimo livello».
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