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Biden ha annunciato la creazione di un “esercito di giovani” per combattere la crisi climatica

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato una nuova iniziativa che prevede la formazione di un “esercito” di giovani per il clima. L’American Climate Corps punta a reclutare 20 mila giovani americani nel primo anno di attività, con l’obiettivo di formarli nelle competenze ritenute fondamentali per affrontare la sfida della crisi climatica, dal mondo dell’economia a quello dell’energia pulita.

I membri dell’esercito per il clima annunciato da Biden, spiega la Casa Bianca in una nota, verranno formati per «preservare le nostre terre e le nostre acque, rafforzando la resilienza delle comunità, promuovendo la giustizia ambientale, utilizzando energia pulita, implementando tecnologie efficienti dal punto di vista energetico e affrontando il cambiamento climatico». Tra i punti centrali del progetto, promette Washington, ci saranno l’equità e la giustizia ambientale, «dando priorità alle comunità tradizionalmente lasciate indietro».
Dietro il progetto, quasi 500 milioni di dollari di investimenti stanziati dall’amministrazione Biden – Harris per favorire l’occupazione giovanile anche nel campo dell’energia pulita e di altre carriere incentrate sul clima.

Da quando si è insediato alla Casa Bianca, il presidente democratico Biden ha impresso un cambio di rotta significativo alle politiche sul clima degli Stati Uniti rispetto al suo predecessore Donald Trump: tra i suoi primi passi da neo-presidente, per esempio, c’è stata la reintroduzione del Paese tra i firmatari dell’Accordo di Parigi, da cui si era sfilato sotto la guida repubblicana.
Nell’agosto del 2022, inoltre, con l’Inflaction Reduction Act Biden ha portato a casa quella che viene considerata come la legge sul clima più ambiziosa della storia, e ha promesso di dimezzare le emissioni degli Stati Uniti entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005.

Per passare dalle parole ai fatti, però, il Paese dovrà fare di più: secondo l’analisi di Climate Action Tracker al momento gli USA sono lontani dalla rotta necessaria a centrare l’obiettivo. Se non verranno implementate ulteriori politiche, infatti, nel 2030 le emissioni statunitensi dovrebbero diminuire del 26-42 per cento rispetto ai livelli del 2005.

Secondo molti, poi, Washington dovrebbe impegnarsi in modo più concreto anche in considerazione della responsabilità storica che deriva dall’essere il Paese che nella storia ha emesso le maggiori quantità di emissioni di gas serra, contribuendo in modo decisivo alla crisi climatica in atto.
Tra le altre cose, risulta insufficiente anche l’impegno degli Stati Uniti nell’ambito della finanza climatica a sostegno dei Paesi più poveri e più vulnerabili.

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