Energia, buone notizie dall’Europa: crolla l’uso dei combustibili fossili. Ma dobbiamo accelerare sulle rinnovabili
Mentre la crisi climatica si fa sempre più dura e preoccupante, dall’Unione Europea arriva una buona notizia: l’uso dei combustibili fossili nella produzione di energia elettrica ha raggiunto il livello più basso mai registrato.
A darne la conferma è stato il think tank europeo Ember, che ha analizzato i dati relativi alla prima metà del 2023 rilevando un crollo senza precedenti nella produzione dei combustibili fossili. Mentre il vento e sole guadagnano sempre più terreno nella produzione di energia, carbone e gas appaiono in caduta libera. Attenzione, però: come sottolineano gli esperti, il calo del fossile è dovuto in buona parte alla domanda di energia, che ha raggiunto livelli estremamente bassi, e sarà fondamentale prepararsi ad affrontare la ripresa nel modo giusto.
Energia in Europa, i dati del primo semestre 2023
La produzione fossile ai minimi storici
Tra gennaio e giugno 2023, l’Unione Europea ha registrato un crollo del 17% nella produzione di combustibili fossili, quasi un quinto del totale. Questo collasso, inedito dall’inizio delle registrazioni, ha coinvolto tutti i paesi membri, con cinque nazioni – Portogallo, Austria, Bulgaria, Estonia e Finlandia – che hanno visto una diminuzione della produzione fossile addirittura superiore al 30%.
A subire la flessione più notevole è stato il carbone, il cui utilizzo in Europa è diminuito del 23 per cento nella prima metà dell’anno. Nel mese di maggio è stato anche stabilito un altro record storico, con il carbone che, per la prima volta, ha generato meno del 10 per cento dell’energia elettrica complessiva prodotta nell’Unione Europea.
Il gas, invece, è diminuito del 13% su base annua, con una riduzione significativa anche delle importazioni dai gasdotti russi, crollate del 75 per cento.
Le rinnovabili continuano a crescere
La prima metà del 2023 ha visto un nuovo record dell’energia eolica e solare, con entrambe le fonti che hanno rappresentato oltre il 30% della produzione totale di elettricità nei mesi di maggio e luglio. Diciassette paesi europei hanno generato quote record di energia da fonti rinnovabili, con Grecia e Romania che hanno oltrepassato per la prima volta la soglia del 50%, mentre Danimarca e Portogallo hanno addirittura superato il 75 per cento.
A crescere è soprattutto l’energia solare, la cui produzione è aumentata del 13 per cento nel primo semestre dell’anno; l’eolico ha fatto registrare un più modesto +5%. L’energia idroelettrica è cresciuta dell’11 per cento, mostrando segnali di recupero dopo le difficoltà incontrate negli ultimi due anni a causa delle gravi ondate di siccità, che tuttavia mettono in guardia sull’impossibilità di fare affidamento su risultati costanti in questo settore.
È crollata anche la domanda di energia: l’UE dovrà prepararsi ad affrontare nel modo giusto la ripresa
I primi sei mesi del 2023 sono stati segnati anche da un altro dato significativo: nell’Unione Europea la domanda di energia elettrica è diminuita di circa il 5 per cento su base annua (4.6%, -61 TWh), raggiungendo il valore più basso mai registrato almeno dal 2008.
«Questo calo è stato responsabile della maggior parte della diminuzione della produzione di fossili nell’UE», sottolinea Ember, che lo attribuisce principalmente all’innalzamento dei prezzi e alle misure di emergenza adottate durante l’inverno. «Sebbene la tendenza al calo della produzione di carbone e gas debba continuare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione a livello nazionale e dell’UE, l’Europa non può fare affidamento su una riduzione indesiderata della domanda per raggiungere questo obiettivo», avvertono gli esperti.
In futuro andremo probabilmente incontro a un nuovo aumento della domanda di energia elettrica, favorito anche dalla spinta all’elettrificazione a cui stanno assistendo tutti i settori, e i governi devono prepararsi. «I responsabili politici europei devono garantire che vi siano le condizioni giuste affinché questo aumento possa essere soddisfatto con fonti pulite piuttosto che con combustibili fossili», commenta Ember. Sarà necessario non solo accelerare nella diffusione di energia eolica e solare, ma anche sviluppare fattori fondamentali per supportare le rinnovabili, come autorizzazioni semplificate, espansione della rete e un’adeguata diffusione dello stoccaggio. Serve un approccio sistemico coordinato, avvertono gli esperti, e dev’essere in cima all’agenda politica in tutta Europa.
Il rapporto è disponibile, in inglese, a questo link.
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