Il fumo degli incendi del Canada raggiunge anche l’Europa
Il fumo degli incendi in Canada è arrivato fino in Europa. I calcoli aggiornati effettuati dagli scienziati dell’atmosfera e del clima della NILU mostrano che il fumo proveniente dagli incendi boschivi canadesi, dopo aver colpito gli Stati Uniti, è arrivato fino alla Norvegia.
Secondo gli esperti nei prossimi giorni, la nube di fumo raggiungerà probabilmente i Paesi europei più a Sud, Italia compresa. Il fumo si è spostato sopra la Groenlandia e l’Islanda dal 1° giugno e le osservazioni nella Norvegia meridionale hanno registrato concentrazioni crescenti di particelle aerosolizzate, ha dichiarato l’istituto di ricerca indipendente NILU.
If you can smell #smoke across parts of Europe you’re not imagining things – the #wildfire smoke has traveled far throughout the atmosphere. What happens in #Canada doesn’t stay in Canada. pic.twitter.com/4MQyoFZjW7
— Peter Dynes (@PGDynes) June 9, 2023
Fumo degli incendi in Canada fino in Europa: le simulazioni dei modelli
I ricercatori hanno creato una simulazione aggiornata che mostra come le particelle di fumo e fuliggine provenienti dal Canada vengono trasportate nell’atmosfera, utilizzando i dati meteorologici del Global Forecast System (GFS) dei National Centers for Environmental Prediction (NCEP) degli Stati Uniti.
Nella simulazione, l’emissione di fumo dal Canada viene mostrata come una nuvola che si muove su una mappa del mondo. I diversi colori della nuvola indicano la quantità di particelle in essa contenute. Le aree gialle della nuvola segnalano i punti in cui è presente la maggior quantità di particelle di fuliggine nell’aria.
Non vivremo la stessa situazione di New York, assicurano, e il fumo si tradurrà in una leggera foschia e il numero di particelle è così basso che non dovrebbe causare alcun rischio per la salute.
Gli incendi boschivi in Canada sono ancora in corso e l’emissione di fumo e cenere nell’atmosfera è molto forte. I dati vengono inseriti in un modello atmosferico chiamato FLEXPART, per calcolare la dispersione delle emissioni. Inoltre, vengono utilizzati i dati sulle precipitazioni previste, poiché pioggia, grandine e neve possono rimuovere queste particelle dall’atmosfera e scaricarle al suolo.
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