Energia, il calore che sprechiamo potrebbe alimentare l’Europa
C’è una risorsa energetica, ampiamente disponibile, che non stiamo ancora sfruttando a dovere: si tratta del calore in eccesso, che da solo potrebbe quasi rispondere alla domanda energetica dell’intera Unione Europea per riscaldamento e acqua calda. In epoca di crisi energetica e di necessità di una veloce transizione del settore per tagliarne le emissioni, non sfruttare l’esubero di energia già disponibile è di fatto una assurdità.
Cos’è il calore in eccesso e come possiamo riciclarlo?
Il calore in eccesso è quella forma di energia liberata dagli oggetti, dagli edifici, dai processi che utilizziamo ogni giorno. Il calore in eccesso viene prodotto ad esempio dal frigorifero – è quello che percepiamo passando la mano dietro all’elettrodomestico – oppure quello che viene liberato in atmosfera dagli edifici, dai supermercati, dai data center, o dai motori delle auto.
Secondo uno studio della società di ingegneria globale Danfoss, nell’UE sono disponibili circa 2.860 TWh all’anno di calore residuo, molti dei quali potrebbero essere riutilizzati. Ciò corrisponde quasi al totale della domanda energetica dell’UE per il riscaldamento e l’acqua calda negli edifici residenziali e del settore dei servizi, che corrispondono a circa 3.180 TWh l’anno. In alcuni paesi, il potenziale di calore in eccesso corrisponde alla stessa domanda di calore.
“La crisi energetica globale è un campanello d’allarme per smettere di sprecare energia“, ha affermato Toby Morgan, senior manager per l’ambiente costruito presso Climate Group, un’organizzazione ambientale senza scopo di lucro. “Ora più che mai abbiamo bisogno di fare un uso migliore dell’energia che già produciamo, semplicemente non possiamo permetterci di lasciarla letteralmente scappare dalla finestra. I miglioramenti dell’efficienza energetica, come la cattura e il riciclaggio del calore in eccesso, sono assolutamente fondamentali per ridurre la domanda di combustibili fossili e ridurre le bollette“.
Come possiamo recuperare questa fonte di energia? Le soluzioni per non perdere questa energia esistono già: parliamo di tecnologie di recupero del calore che possono utilizzarlo da industrie, impianti di trattamento delle acque reflue, data center, supermercati, stazioni della metropolitana ed edifici commerciali. Ad esempio, il calore in eccesso prodotto può essere riutilizzato per rifornire di calore o acqua calda una fabbrica o una casa. Oppure può essere trasferito a chi ne ha bisogno attraverso un sistema energetico distrettuale.
Il calore in eccesso si verifica in più punti, che spesso corrispondono a processi di produzione o di riscaldamento, raffreddamento, congelamento e combustione. Il modo più semplice per utilizzare il calore in eccesso è reintegrare il calore negli stessi processi. A seconda della temperatura del calore in eccesso, questo stesso può essere utilizzato per diversi scopi. Un modo per utilizzare il calore disperso internamente è l’installazione di un recuperatore di calore. Questa unità che permette di scambiare il calore tra due fluidi, è particolarmente indicato in tutti quei casi in cui il calore in eccesso è uno “scarto” dell’impianto. Questa soluzione permette di riutilizzare quel calore che altrimenti sarebbe disperso, in processi con temperature simili o inferiori. Nel caso dei supermercati, ad esempio, il calore in eccesso potrebbe tornare utile per riscaldare lo stesso edificio e produrre acqua calda.
Le soluzioni ci sono. Quello che manca è l’informazione sul potenziale termico oggi non sfruttato. In pratica si sta parlando del riciclo del calore, lo sfruttamento di una risorsa già disponibile, per secondi fini. Si tratta di una rilevante quantità di energia già prodotta, che a costo quasi zero potrebbe portare numerosi benefici in termini di emissioni e quindi di contributo al riscaldamento globale.
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