Freddo, neve e gelicidio: attenzione al ghiaccio nero. Ecco cos’è e perché è pericoloso
Con l’arrivo del freddo, accompagnato da neve fino a quote piuttosto basse, torna anche il rischio di gelicidio (detto anche ghiaccio nero). In meteorologia è un fenomeno chiamato anche “pioggia congelantesi” o “pioggia sopraffusa“ e si sta già verificando in alcuni settori del Nord, non interessati dalle nevicate. Si tratta di un fenomeno particolarmente pericoloso, sia quando ci troviamo a piedi, sia in auto.
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Gelicidio o ghiaccio nero: cos’è e perché è così pericoloso?
Il gelicidio si verifica in zone in cui sono presenti strati di aria più caldi a media quota. Dove la colonna d’aria ha costantemente temperature sotto lo zero, al suolo arriva la neve. Ma se il fiocco di neve incontra uno strato d’aria più caldo si fonde e arriva al suolo sotto forma di goccia di pioggia. Al contatto con il suolo freddo/ghiacciato, però, la goccia congela.
Questo fenomeno risulta piuttosto pericoloso soprattutto sui marciapiedi o sulle strade: il ghiaccio può infatti formare una patina omogenea, liscia e trasparente sull’asfalto, risultando “nero” e quindi invisibile, causando facilmente scivoloni o incidenti stradali.
Perché si chiama “gelicidio”? E’ un neologismo allarmistico?
Alcuni, sentendo parlare di “gelicidio“, hanno l’impressione che si tratti di un neologismo coniato dalla stampa per creare allarme o sensazionalismo. In realtà, però, il termine esisteva già in lingua latina: “gelicidium”. La sensazione di trovarsi di fronte ad un termine negativo deriva dall’assonanza della seconda parte della parola (-cidio), comune alle parole omicidio o femminicidio. In realtà l’origine è molto diversa: omicidio deriva da dalle parole latine homo e –cidium, a sua volta originato dal verbo caedo, che significa, appunto, uccidere. Gelicidio deriva da gelu e –cidium, suffisso che in questo caso prende origine dal verbo latino cado, che significa cadere. Esattamente come avviene con il termine stillicidio.
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