In barca sulla neve: fotografato per la prima volta il fenomeno del mare lattiginoso
La bioluminescenza marina è molto affascinante, ma c’è un altro fenomeno simile che rimane avvolto nel mistero: si tratta del cosiddetto “mare lattiginoso“, talmente luminoso da essere descritto da chi ne ha avuto esperienza come il trovarsi in barca su un manto di neve candida.
Grazie alle immagini dei telefoni, è stato possibile documentare sempre più spesso la bioluminescenza marina lungo la riva, in spiaggia, ma il fenomeno del “mare latteo” finora è stato difficilissimo da fotografare. Sì perché si tratta di un fenomeno simile a quello della bioluminescenza, ma che avviene in mare aperto, in profondità, e nel buio pesto della notte.
Si tratta di un effetto raccontato da marinai, e tramandato nei secoli, ma in pochi sono riusciti davvero ad avvistarlo. Il primo avvistamento di cui abbiamo notizia risale al 1854, ma da allora nessuno era stato in grado di fotografarlo, né tantomeno di studiarlo. Lo studio scientifico di questi rari fenomeni è infatti stato sempre molto difficile, anzi quasi impossibile. Bisogna essere nel posto giusto al momento giusto per poterlo osservare, il che rendeva lo studio di questo fenomeno naturale davvero un’impresa.
Negli ultimi anni il mare lattiginoso è stato un chiodo fisso per Steven Miller, professore di scienze atmosferiche alla Colorado State University di Fort Collins. “Direi che forse solo una manciata di persone attualmente in vita ne ha visto uno. Semplicemente si tratta di fenomeni non molto comuni – forse fino a uno o due all’anno a livello globale – e in genere non sono vicini alla costa, quindi devi essere nel posto giusto al momento giusto“, ha affermato Miller. “È un effetto davvero grande e piuttosto misterioso nella nostra biosfera. Ci piacerebbe sapere come funziona e come potrebbe cambiare in un clima che cambia”.
Il mare lattiginoso è una rara forma di bioluminescenza marina: durante la notte la parte quasi superficiale dell’oceano produce un bagliore biancastro diffuso, uniforme e costante. I marinai hanno paragonato il suo aspetto alla luce riflessa da una distesa di neve che si estende verso tutti gli orizzonti.
La zona in cui si è registrata la maggior parte delle osservazioni di tale fenomeno è l’Oceano Indiano, specie nel nord-ovest, e il Sudest Asiatico. Ma qual è la sua composizione? Come si forma? Che ruolo ha nell’ecosistema marino? Lo studio di tale fenomeno è molto complicato. Almeno finora.
Secondo uno studio pubblicato su Nature realizzato anche da Miller, le immagini satellitari di nuova generazione aiuterebbero nell’individuare il fenomeno grazie al Day/Night Band (DNB). Il satellite è riuscito a fotografare mari lattiginosi che si estendevano per oltre 100 mila chilometri quadrati, e che duravano giorni o addirittura settimane alla deriva in mezzo a correnti superficiali marine. Grazie a questa scoperta, ora gli scienziati interessati nell’approfondire tale fenomeno potrebbero utilizzare le immagini satellitari per indirizzare i loro studi.
Scattata le prime foto del mare lattiginoso: il primo avvistamento di cui abbiamo notizia risale al 1854
Grazie alle immagini raccolte da Miller, un membro dell’equipaggio dello yacht Ganesha decise di contattare il ricercatore e descrivere quanto aveva visto nella notte del 2 agosto del 2019, al largo della costa sud dell’isola di Giava. Verso le 21 la barca attraversò uno specchio d acqua lattiginosa e luminosa e il fenomeno è durato fino al sorgere del sole. Un membro dell’equipaggio ha detto a Miller che il colore e l’intensità del bagliore erano “simili a stelle o a quegli adesivi che si illuminano al buio“. Secondo il capitano il bagliore proveniva non dalla superficie del mare – come si pensava -, ma da una zona a circa 10 metri di profondità. L’equipaggio ha calato un secchio, ma hanno notato che diversi punti di luce fissa si sono scuriti. Praticamente l’opposto di quanto avviene nel tipico fenomeno della bioluminescenza.
Fortunatamente l’equipaggio ha scattato anche foto, le prime in assoluto che documentano questo incredibile e sconosciuto fenomeno naturale. “Finora è stato tutto passaparola, che risale ai primi tempi delle navi mercantili nel 18° secolo. Hanno tutti descritto una cosa simile e le immagini sono coerenti con ciò che hanno descritto: è una specie di bagliore uniforme, etereo, quasi un aspetto nebbioso, molto disorientante“.
Il fenomeno osservato dall’equipaggio della nave Ganesha sembra essere durato per ben 45 notti consecutive. Le osservazioni satellitari permetteranno quindi di individuare il fenomeno e indirizzare i ricercatori che potranno approfittare della sua incredibile durata. Un grande passo in avanti per la scoperta del nostro Pianeta.
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