Ondate di caldo sull’Europa occidentale legate ad importanti cambiamenti della corrente a getto
L’Europa si trova nel pieno di un’ondata di caldo da record per molte zone tra Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra e Italia: negli ultimi decenni il nostro Continente sembra esser diventato molto più soggetto ad eventi di questa portata. Dopo l’incredibile ondata di calore del 2003, ne abbiamo vissute altre nelle estati del 2007, 2017 e 2019. Ma il 2022 non è da meno, e oltre ad un susseguirsi di ondate di caldo sempre più intense, quest’anno l’Italia sta soffrendo anche uno dei peggiori episodi di siccità degli ultimi decenni.
Dal punto di vista scientifico è ancora presto per collegare l’estrema ondata di caldo in atto alla crisi climatica e al riscaldamento globale: prima di poter affermare questa correlazione devono essere condotti appositi studi di attribuzione. Ma molti studi fatti negli ultimi anni hanno osservato i cambiamenti meteo-climatici del nostro continente, e alcuni ne hanno cercato i motivi.
Le ondate di caldo in Europa occidentale sono legate alla presenza di una doppia corrente a getto
Alcuni studi hanno analizzato la tendenza europea, rispetto alla frequenza delle ondate di caldo negli ultimi decenni. L’ultimo di questi, pubblicato recentemente su Nature Communications, ha individuato nell’Europa, una delle zone del Mondo diventate più soggette a ondate di calore. Nello specifico, negli ultimi 42 anni l’Europa è diventata da 3 a 4 volte più soggetta ad ondate di caldo rispetto al resto delle medie latitudini dell’emisfero nord del Mondo.
Secondo lo studio la tendenza registrata sull’Europa occidentale, proprio quella porzione di continente che sta subendo in questi giorni l’insistere dell’Anticiclone Africano con il suo carico di aria bollente, è legata anche a dei cambiamenti di dinamiche dell’atmosfera come l’aumento della frequenza e della persistenza di una doppia corrente a getto sull’Eurasia. Il collegamento tra ondate di calore sull’ovest dell’Europa e le due correnti a getto, secondo le analisi, è molto importante e spiega quasi completamente l’incremento delle ondate di caldo in questa zona, e circa il 30% rispetto al resto dell’Europa.
Certo la persistenza di una doppia corrente a getto non è l’unica causa che spiega ondate di caldo estive così estreme. In gioco ci sono anche l’aridità del suolo (il deficit di umidità del suolo), i feedback atmosferici, la circolazione oceanica e le temperature superficiali di mari e oceani. Tra le concause gli scienziati non escludono anche l’influenza negativa di un minor innevamento oltre il Circolo Polare Artico.
A questo proposito, a giugno 2022 è stata registrata la terza estensione più bassa della neve nell’emisfero settentrionale da quando sono iniziati le misurazioni nel 1967. A darne notizia è stato il National Snow and Ice Data Center. Solo il 2012 e il 2015 hanno avuto un’estensione della neve a giugno inferiore. Una precoce perdita di neve contribuisce al riscaldamento della superficie terrestre perché viene meno l’effetto albedo, e quindi si va incontro ad un assorbimento precoce e più rapido dell’energia solare.
In questo mix entra però anche la mano dell’uomo, responsabile di un aumento improvviso dei gas ad effetto serra che sta facendo aumentare la temperatura media di terre e oceani del Mondo. E in un Pianeta più caldo non possiamo che aspettarci una sempre maggiore probabilità di raggiungere temperature più alte. Gli effetti sulle dinamiche climatiche dipendono molto da zona a zona, ma sappiamo che alle medie latitudini comprendono un aumento della frequenza e intensità di eventi estremi, incluse ondate di calore ed episodi di siccità.
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