Siccità nel Corno d’Africa, l’impatto disastroso sui diritti e la salute della popolazione
Da mesi il Corno d’Africa sta vivendo una delle peggiori siccità della storia recente, e la situazione è ormai disperata in Etiopia, in Kenya e in Somalia.
Secondo i dati resi noti a fine aprile dall’OCHA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari si stima che siano più di 15 milioni le persone in condizioni di grave insicurezza alimentare.
«Il rischio di perdere vite umane su larga scala aumenta ogni giorno», avverte l’OCHA, specificando che sono necessari aiuti urgenti.
Le ultime tre stagioni delle piogge sono state segnate da precipitazioni inferiori alla media, e secondo le previsioni anche quella in corso sarà probabilmente caratterizzata da un deficit idrico. Se anche le piogge di questa stagione – che si chiuderà a maggio – dovessero risultare al di sotto della norma, questa sarebbe la prima volta negli ultimi 40 anni che il Corno d’Africa deve far fronte a quattro stagioni consecutive segnate dalla siccità.
Siccità nel Corno d’Africa, la situazione
Nel Corno d’Africa sono tra i 15 e i 16 milioni le persone che a causa della siccità devono far fronte a un’insicurezza alimentare acuta e una crescente malnutrizione. Quasi 6 milioni di persone sono colpite da una grave insicurezza alimentare in Somalia, tra i 5,5 e i 6,5 milioni di persone in Etiopia, circa 3,5 milioni in Kenya.
Milioni di animali – capi di bestiame da cui dipendeva il sostentamento di migliaia di famiglie – sono morti o emaciati.
Negli ultimi due mesi di emergenza siccità, nel Corno d’Africa il numero di persone senza un accesso affidabile ad acqua pulita e sicura è quasi raddoppiato, raggiungendo i 10,5 milioni. Centinaia di migliaia di persone hanno abbandonato la propria casa.
Se la situazione non cambia, secondo il World Food Programme il numero di persone spinte alla fame per la siccità nel Corno d’Africa potrebbe raggiungere i 20 milioni entro la fine dell’anno.
Addressing a side-event at the High-level Roundtable on #HornofAfrica #Drought in #Geneva today, I was able to highlight the key role that the #Somali diaspora and business community can play in the #emergency response and post-conflict recovery needed for the #DroughtinSomalia. pic.twitter.com/zE5tSuLVk2
— Adam Abdelmoula (@adam_abdelmoula) April 25, 2022
Tra i più colpiti ci sono i bambini: in migliaia rischiano la vita
Secondo i dati forniti dall’Unicef alla fine di aprile, in tutto il Corno d’Africa la siccità sta colpendo almeno 10 milioni di bambini con fame, malnutrizione e sete. Tra loro sono più di 1,7 milioni i bambini che necessitano di cure urgenti per una malnutrizione particolarmente grave, e si prevede che la cifra raggiungerà presto i 2 milioni se le piogge dovessero mancare anche nelle prossime settimane.
«Se non agiamo ora, nel giro di poche settimane assisteremo a una valanga di morti infantili», afferma il Direttore regionale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia per l’Africa orientale e meridionale, Mohamed M. Fall. «La carestia è dietro l’angolo».
Dopo aver visitato l’Etiopia nei giorni scorsi, la direttrice dell’Unicef Catherine Russell ha avvertito che «l’impatto della siccità è devastante» nel paese. «Ho incontrato bambini e famiglie che hanno letteralmente perso tutto – racconta -. Il loro bestiame è morto e di conseguenza non hanno alcuna fonte di reddito. Non possono nutrire i loro figli e si spostano in cerca di cibo e acqua».
Non sono solo malnutrizione e malattie a minacciare la vita dei bambini. Solo in Etiopia sono più di 60.000 quelli che hanno già abbandonato la scuola: nella maggior parte dei casi non possono dedicarsi all’istruzione perché devono percorrere lunghe distanze in cerca di cibo e acqua, o devono accudire altri bambini mentre chi se ne occupa di solito va in cerca di acqua.
Anche le donne tra le categorie più a rischio: aumentano violenza e sfruttamento
Le donne sono tra le categorie colpite maggiormente dalla crisi, e si trovano esposte anche a un maggiore rischio di violenza di genere, sfruttamento e abusi sessuali. Le famiglie in difficoltà smettono di mandare le bambine e le ragazze a scuola prima di quanto non succeda ai loro compagni maschi: da una parte viene data la priorità ai bambini e ai ragazzi quando si fatica a pagare le tasse scolastiche, dall’altra le figlie vengono più spesso incaricate della ricerca di acqua e cibo o della cura dei bambini più piccoli.
Aumentano le spose bambine
Tra i rischi ci sono anche i matrimoni di bambine. «Il matrimonio infantile spesso aumenta in tempi di siccità, quando le famiglie danno in sposa le figlie nella speranza che siano nutrite e protette meglio, oltre che per guadagnare doti», spiega Russell. «In alcune zone colpite dalla siccità in Etiopia c’è stato un aumento del 51 per cento dei matrimoni precoci».
Prezzi alle stelle e pochi aiuti internazionali, così la guerra in Ucraina peggiora ulteriormente la situazione
Le regioni del Corno d’Africa più colpite dalla siccità hanno dovuto far fronte a diverse gravi criticità nell’arco di pochissimo tempo. Tra le più catastrofiche ci sono state le invasioni senza precedenti di locuste e la pandemia di Covid-19, che ha interrotto le catene di approvvigionamento per numerosi prodotti alimentari di base.
In questa situazione i prezzi del cibo, ma anche dei carburanti e dei fertilizzanti, avevano già subito importanti aumenti, e la guerra della Russia in Ucraina adesso sta peggiorando ulteriormente le cose.
Infatti, Russia e Ucraina sono alcuni dei principali fornitori di prodotti agricoli – come grano, soia e orzo – per una parte importante del continente.
Secondo i dati pubblicati dalla FAO, l’Etiopia dipende interamente da questi due paesi per l’importazione di grano. Anche la Somalia, tra le nazioni dell’Africa più colpite dalla siccità, dipende fortemente dal grano proveniente dalla Russia e dall’Ucraina: nel 2021 il 92 per cento del grano importato nel paese veniva da qui.
Il Kenya ne ha importato più del 30 per cento, l’Etiopia più del 40%.
La guerra, di conseguenza, sta determinando ulteriori impennate nei prezzi di prodotti alimentari fondamentali. Allo stesso tempo il conflitto si sta imponendo al centro dell’agenda globale, contribuendo a ridurre l’attenzione che decisori politici e opinione pubblica dedicano all’emergenza in atto nel Corno d’Africa, dove il bisogno di solidarietà e aiuti internazionali è più che mai urgente.
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